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i comportamenti oppositivi e provocatori

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i comportamenti oppositivi e provocatori
I comportamenti
oppositivo provocatori:
comprenderli e agire
In collaborazione con:
Studio di Psicologia dell’età
evolutiva e scolastica
Dott. Giovanni Seghi
Piazza Umberto I°, 19, 44026, Mesola (Fe)
Tel. 0533/993008 E-mail:[email protected]
Criteri diagnostici sui “Disturbi del comportamento
dirompente” (DSM IV-TR):
1)
Deficit di attenzione e iperattività (DDAI)
a)
b)
c)
Tipo combinato
Disattenzione prevalente
Iperattività prevalente
2)
Disturbo oppositivo provocatorio (DOP)
3)
Disturbo della condotta (DC)
a)
b)
Tipo con esordio nella fanciullezza
Tipo con esordio nell’adolescenza
COS’E’ IL DISTURBO DA DEFICIT DI
ATTENZIONE / IPERATTIVITA’ ?
Il DDAI è un disturbo evolutivo dell'autocontrollo
di origine neurobiologica che interferisce con il normale
svolgimento delle comuni attività quotidiane:
andare a scuola, giocare con i coetanei, convivere
serenamente con i genitori e, in generale, inserirsi
normalmente nella società.
“Evidenze genetiche e neuro-radiologiche giustificano
la definizione psicopatologica del disturbo quale
disturbo neurobiologico della corteccia prefrontale e
dei nuclei della base che si manifesta come alterazione
dell’elaborazione delle risposte agli stimoli
ambientali.”
Caratteristiche del DDAI
Il Disturbo da Deficit di Attenzione con Iperattività
(DDAI) si caratterizza per la presenza di tre gruppi
fondamentali di sintomi:
DISATTENZIONE:
intesa come incapacità nel
mantenere per un periodo sufficientemente prolungato
l’attenzione su un compito.
IPERATTIVITA’ ossia un eccessivo ed inadeguato
livello di attività motoria.
IMPULSIVITA’, cioè incapacità ad aspettare o ad
inibire comportamenti che in quel momento risultano
inadeguati.
Disattenzione
a)
b)
c)
d)
e)
f)
g)
h)
Spesso non riesce a prestare attenzione ai particolari o commette
errori di distrazione nei compiti scolastici, sul lavoro o in altre attività.
Spesso ha difficoltà a mantenere l’attenzione sui compiti o sulle
attività di gioco
Spesso non sembra ascoltare quando gli si parla direttamente.
Spesso non segue le istruzioni e non porta a termine i compiti
scolastici, le incombenze o i doveri sul posto di lavoro (non a causa
di comportamento oppositivo od incapacità di capire le istruzioni).
Spesso ha difficoltà a organizzarsi nei compiti e nelle attività.
Spesso evita, prova avversione o è riluttante a impegnarsi in compiti
che richiedono sforzo mentale protratto (come compiti a scuola o a
casa).
Spesso perde gli oggetti necessari per i compiti o le attività (ad es.,
giocattoli, compiti di scuola, matite, libri o strumenti).
Spesso è facilmente distratto da stimoli estranei.
L’attenzione implica:
 La selezione dell’informazione (Attenzione
Selettiva);
 La capacità di analizzare e memorizzare
l’informazione selezionata (Attenzione Focalizzata);
 La capacità di mantenere le risorse attentive su un
compito per un periodo prolungato di tempo
(Attenzione Mantenuta);
 La capacità di passare da un compito all’altro
(Spostamento dell’Attenzione);
 La capacità di svolgere due compiti separatamente
(Attenzione Divisa).
Iperattività
a)
b)
c)
d)
e)
f)
Spesso muove con irrequietezza mani o piedi o si dimena
sulla sedia.
Spesso lascia il proprio posto a sedere in classe o in altre
situazioni in cui ci si aspetta che resti seduto.
Spesso scorrazza e salta dovunque in modo eccessivo in
situazioni in cui ciò è fuori luogo (negli adolescenti o negli
adulti, ciò può limitarsi a sentimenti soggettivi di
irrequietezza).
Spesso ha difficoltà a giocare o a dedicarsi ad attività
divertenti in modo tranquillo.
È spesso «sotto pressione» o agisce come se fosse
«motorizzato».
Spesso parla troppo.
Impulsività
Spesso “spara” le risposte prima che le domande
siano state completate.
b) Spesso ha difficoltà ad attendere il proprio turno.
c) Spesso interrompe gli altri o è invadente nei loro
confronti (ad esempio si intromette nelle
conversazioni o nei giochi).
a)
Codificare in base al tipo:

Tipo Combinato [314.01] : se entrambi i criteri A1 e A2 sono
risultati soddisfatti negli ultimi 6 mesi.

Tipo con Disattenzione predominante [314.00]: se negli
ultimi 6 mesi è risultato soddisfatto il criterio A1, ma non il
criterio A2.

Tipo con Iperattività/Impulsività predominanti [314.01]:
se negli ultimi 6 mesi è risultato soddisfatto il criterio A2,
ma non il criterio A1.
DDAI
Mancanza di
“AUTOCONTROLLO”
Alcune considerazione sul DDAI

E più frequente nei maschi che nelle femmine con
una rapporto di 3:1.

L’età di insorgenza è molto precoce. Si fa diagnosi
dai 7 anni in poi, ma si possono avere evidenze
della presenza del disturbo già dai 3 anni.
Evoluzione del DDAI





Il DDAI cambia con l’età.
Momenti importanti sono quelli di TRANSIZIONE.
In particolare l’ingresso alla scuola elementare e il
passaggio alla scuola media, perché vengono
richieste maggiori regole e prestazioni cognitive
Con l’adolescenza diminuisce soprattutto
l’iperattività, ma possono sopraggiungere problemi
nell’autostima e nel tono dell’umore.
Durante l’età adulta permangono soprattutto
problemi di disorganizzazione e pianificazione delle
attività.
2) Il Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP)
Il Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) è un
problema psicologico caratterizzato essenzialmente da due
tipi di difficoltà:
• La collericità.
• La tendenza a infastidire e irritare gli altri
intenzionalmente.
I criteri diagnostici per il DOP sono:
Una modalità di comportamento negativistico, ostile, e provocatorio che dura da almeno
6 mesi, durante i quali sono stati presenti 4 (o più) dei seguenti sintomi:








Spesso va in collera
Spesso litiga con gli adulti
Spesso sfida attivamente o si rifiuta di rispettare le richieste o le regole degli adulti
Spesso irrita deliberatamente le persone
Spesso accusa gli altri per i propri errori o il proprio cattivo comportamento
È spesso suscettibile o.facilmente irritato dagli altri
È spesso arrabbiato e rancoroso
È spesso dispettoso e vendicativo
L' anomalia del comportamento causa compromissione clinicamente significativa del
funzionamento sociale, scolastico o lavorativo.
3) Il Disturbo della Condotta (DC)
I bambini o gli adolescenti con Disturbo della Condotta (DC)
manifestano una modalità persistente di violazione dei diritti
fondamentali degli altri, delle norme e delle regole sociali.
Possiamo dividere questi comportamenti in quattro categorie
fondamentali:
I.
Condotta aggressiva che causa o minaccia danni fisici a persone o
animali;
II.
Atti che causano perdita o danneggiamento della proprietà (spaccare
i vetri delle macchine, vandalismo a scuola, ecc.);
III.
Frode o furto;
IV.
Gravi violazioni di regole.
Elementi fondamentali per una
corretta diagnosi:
 Recuperare
informazioni dalla famiglia
 Recuperare
informazioni dalla scuola
 Test
neuropsicologici
Esistono 3 tipologie di
INTERVENTI:
1)
basati sugli antecedenti
2)
basati sulle conseguenze positive
3)
basati sulle conseguenze negative
1) Interventi basati sugli antecedenti
Cambiare l’ambiente che circonda
il bambino con DDAI per
rendere meno frequenti i
comportamenti non desiderabili.
[Prevenire il problema]
Questi interventi, agiscono a vari livelli:
1a) Sistemazione della classe



Posizione dei banchi
Routine
Regole di classe
1b) Approcci centrati sul bambino


Stabilire e prevedere tempi di lavoro
Dialogo interno
1c) Approcci centrati sull’insegnante
I.
Fornire un programma e orari regolari
(es: entrata, lezione, intervallo, pranzo, lezione …)
II.
Evitare un sovraccarico di informazioni
(es: suddividere un compito molto lungo,
aumentando gradatamente il carico di lavoro)
III.
Stabilire chiaramente le priorità
(es: qual’è il comportamento negativo che
interferisce maggiormente con il lavoro del
bambino? Bene, devo iniziare col migliorare questo
comportamento)
IV.
Gestire i materiali
(es: far tenere sul banco solo il materiale per quella
materia; ogni materia ha i suoi materiali)
2) Interventi basati sulle conseguenze
positive
Strategie che mirano a migliorare il
comportamento attraverso l’applicazione
di conseguenze positive, aumentando la
frequenza, l’intensità e/o la durata del
comportamento.
2a) Identificare i rinforzi veramente
positivi per il bambino
2b) Uso strategico del rinforzo
 Rinforzi
simbolici
(punti, gettoni, bollini premio)
 Rinforzi


sociali
Incoraggiamento positivo verbale
Incoraggiamento positivo non verbale





Rinforzi simbolici
Verranno trasformati in Rinforzi tangibili
(oggetti, attività o situazioni rinforzanti)
Deve esserci una proporzione adeguata tra
ricompensa e modificazione del
comportamento
La ricompensa può perdere la sua efficacia
La ricompensa va data solo se il
comportamento è realmente avvenuto


Rinforzi sociali
Incoraggiamento positivo verbale
Rivolgersi al bambino descrivendo il
comportamento desiderabile che
abbiamo notato in quel momento,
aggiungendo un commento positivo
Es: “Matteo, vedo che stai rimanendo
seduto al tuo posto mentre fai gli
esercizi di matematica, così va proprio
bene, sono contenta di te”
Es: “Luca, hai aperto il tuo quaderno, hai
iniziato a fare gli esercizi tutti da solo.
Allora perché non riesci a farlo tutte le
volte? Se avessi fatto così ieri, avremmo
trascorso una buon pomeriggio e tu non
mi avresti fatto urlare. Vedi, Luca, che
non è così difficile essere buoni …
vero?

Incoraggiamento positivo non verbale
(Fare una carezza sulla testa, dare un
colpetto affettuoso sulla schiena, fare un
gesto di conferma)
L’obiettivo finale, è quello di
portare gradualmente il bambino a
rinforzarsi da solo per la comparsa
di un comportamento desiderato
3) Interventi basati sulle conseguenze
negative
Strategie che mirano a migliorare il
comportamento attraverso
l’applicazione di conseguenze negative,
diminuendo la frequenza, l’intensità
e/o la durata del comportamento.
3a) Ignorare pianificato
Ignorare il comportamento indesiderabile, solo se:
 Il
comportamento ha lo scopo di richiamare
l’attenzione dell’insegnante
 Il
 Il
comportamento non è pericoloso
comportamento non rende impossibile lo
svolgimento della lezione
3b) Rimprovero centrato sul comportamento
1) Viene descritto il comportamento indesiderabile del bambino, in
modo obiettivo e astenendosi da qualsiasi giudizio.
Ad esempio: “Giacomo, hai dato una spinta a Francesco”.
2) Si indica per quale motivo tale comportamento è sbagliato.
Ad esempio: “Avresti potuto farlo cadere e si sarebbe fatto male”.
3) Viene suggerito il comportamento adeguato alternativo a quello
indesiderabile.
Ad esempio: “Quando si esce dall’aula si passa uno alla volta”.
4) Si indica il vantaggio che deriva dal mettere in pratica il
comportamento adeguato.
Ad esempio: “Così facendo eviterai di far male a qualcuno e i tuoi compagni
staranno più volentieri con te”.
3c) Conseguenze logiche
Conseguenze legate direttamente al
comportamento negativo del Bambino.
Questo rende l’allievo più consapevole, perciò più
responsabile, delle proprie azioni.
(Es: Se…allora…)
ATTENZIONE: Le “conseguenze logiche”, non sono
semplici punizioni, proprio perché vengono
collegate alle Regole di classe.
3d) Costo della risposta
Sistema a punti/gettoni:
 Dare all’inizio di ogni giornata un tot. di
gettoni (es: 20)
 Stabilire assieme al bambino i comportamenti
che gli procureranno la perdita di gettoni (es:
correre in corridoi, urlare in classe …)
 Stabilire i premi che il bambino riceverà a fine
giornata con i gettoni rimasti.
3e) Punizioni con la noia
Si distinguono in 2 tipi:
 Sedere
e osservare: (per infanzia e primaria)
Es: “Luca, hai bisogno di sederti e osservare come gli altri
bambini tengono tutte le 4 gambe delle loro sedie sul pavimento”
 Sospensione
“nella” scuola (per secondaria)
Per il ragazzo con DDAI, è un ottima vacanza la sospensione
“dalla” scuola, mentre è una grossa punizione la sospensione
“nella” scuola, perché lo costringe a effettuare lo stesso compito
dei suoi amici, ma da solo.
Uso efficace delle Conseguenze




Quando il bambino attua il comportamento su cui si
vuole agire, il feedback del genitore deve essere
immediato
Le conseguenze devono essere offerte frequentemente
Gli incentivi devono essere ricchi ed allettanti, ed è
necessario cambiare spesso i rinforzi per evitare
l’abitudine
Le conseguenze positive dovrebbero essere applicate
prima delle conseguenze negative, e le coseguenze
negative non dovrebbero mai essere usate da sole
Centro di psicologia
dello sviluppo e scolastica
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