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Slide Corso cani da macerie (Pisa 23/06/2010)

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Slide Corso cani da macerie (Pisa 23/06/2010)
Pisa, 23 giugno 2010
Corso Cani da Macerie
METODOLOGIE DELLA RICERCA
Parte introduttiva
a cura di Giuseppe Valentini
Sovrintendente e Conduttore Cinofilo
del Corpo Forestale dello Stato
Unità Cinofila
Unione del Conduttore con
il proprio cane
Perché viene utilizzato il cane?

perché è un animale che dimostra ed ha dimostrato da sempre, nel corso della
sua evoluzione,
OTTIME CAPACITÀ DI INTERAGIRE CON L’UOMO
(leggasi “ E l’uomo incontrò il cane” di Konrad Lorenz)

perché ha l’ OLFATTO molto sviluppato, nelle seguenti caratteristiche:
POTENZA con rapporti
1 a 10 per la superficie mucosa olfattiva (50 cm² cane contro 5 cm² uomo)
1 a 15 per le cellule olfattive (225 milioni cane contro 15 milioni uomo)
riuscendo a percepire, ad avere quindi una sensibilità olfattiva, fino a 100000 volte
superiore a quella dell’uomo per determinate molecole odorose
Differenza sensoriale nella percezione olfattiva dell’ACIDO FORMICO (*)
tra UOMO E CANE
(*) è un liquido incolore dall'odore pungente, usato ad esempio come conservante ed antibatterico nei mangimi per la nutrizione
animale e prodotto in natura dalle formiche quale veleno orticante)
1,00000
0,90000
0,80000
0,70000
0,60000
0,50000
0,40000
0,30000
0,20000
0,10000
0,00000
uomo
cane
:
L’ODORE di una qualsiasi sostanza o composto è generato
da un un’insieme di MOLECOLE ODOROSE
 Si definisce MOLECOLA ODOROSA ogni corpo chimico abbastanza
volatile da raggiungere il neuroepitelio olfattivo e per cui esiste un recettore
specifico che dovrebbe poter stimolare l'organo dell'olfatto e provocare una
sensazione olfattiva.

Per raggiungere il neuroepitelio, queste molecole devono essere di piccole
dimensioni (<300 Da – Dalton: unità di massa atomica che è la dodicesima parte della
massa di un atomo di Carbonio 12) e possedere una buona solubilità in acqua per
attraversare il muco.
altra caratteristica dell’olfatto in un cane è la
DISCRIMINAZIONE
- un cane riesce a discriminare le
sfumature di un certo odore con
molta facilità, così come l’uomo
discrimina le sfumature di un
determinato colore
altra caratteristica dell’olfatto in un cane è la
MEMORIA
un cane durante il suo lavoro reso all’uomo (conduttore e capo branco) utilizzando la
sua “banca dati” in memoria riesce a dare delle risposte (o segnalazioni) agli
stimoli presenti o creati artificiosamente discriminando gli stessi;
-
tale BANCA DATI , in un cane ben motivato ed esperto (addestrato
gradualmente e per tempo, secondo i principi della moderna cinotecnica) riesce
a contenere dai 20 ai 30 ceppi di odore diversi con le relative sfumature;
-
la riprova pratica sono i cani utilizzati per i servizi di polizia nella ricerca di
stupefacenti, di esplosivi, di inneschi ed acceleranti la combustione usati negli
incendi dolosi, di animali protetti dalla CITES, di prodotti alimentari importati
all’interno di uno stato illegalmente, ecc..
Quando un cane effettua una ricerca di un odore ha a disposizione
due elementi principali:
l’ EFFLUVIO: sono le molecole odorose emanate sia da un composto organico,
come nel caso degli esseri viventi animati ed inanimati, che inorganico come nel
caso di sostanze o materia non vivente;
tale emanazione avviene sempre per mutamenti chimico-fisici del composto o della
materia e dell’ambiente circostante;
e la TRACCIA: sono le molecole odorose lasciate sia da un composto organico,
come nel caso degli esseri viventi animati che si spostano in superficie, che
organico non vivente o inorganico come nel caso di sostanze o materia non
vivente, trasportata da agenti esterni (uomo, vento, forza di gravità, ecc.).
Nella ricerca di persone disperse sotto macerie l’elemento
principale che ha a disposizione il cane è quindi
l’EFFLUVIO
Tale caratteristica è determinata dal fatto che il disperso si trova
bloccato contro la sua volontà sotto le macerie.
Superfluo ricordare che lo stesso non ha o non ha avuto modo
di lasciare traccia.
TEORIA DEGLI ODORI
Le porzioni di cellule epiteliali, assieme ad altri prodotti di scarto del metabolismo, quali
sudore ed altre secrezioni esocrine prodotte “dal disperso” (urina, sangue, saliva, feci, ecc.) formano una sorta di
scia, assai leggera, capace di rimanere sospesa nell’aria per un periodo di tempo che varia in base anche alle
condizioni climatiche, per poi raggiungere il suolo.
Queste molecole odorose in sospensione nell’aria vanno a formare quello che abbiamo già definito
EFFLUVIO.
Nel campo della ricerca con utilizzo di cani viene indicato con il termine di CONO DI ODORE, dalla forma
geometrica che più si avvicina alla distribuzione di questo odore in presenza di anche piccolissime correnti d’aria.
L’effluvio è PIÙ FORTE NELLE VICINANZE della sorgente (per cui del disperso) e DIMINUISCE
ALLONTANANDOSI.
Va messo in evidenza però, che anche a metri di distanza dalla persona, può esserci una particella odorosa,
soprattutto in presenza di vento, e se a questa considerazione uniamo le straordinarie capacità olfattive del
cane, abbiamo un’idea delle eccezionali potenzialità del cane nella ricerca.
Un cane addestrato alla ricerca di dispersi, una volta entrato nel cono, procede a zig zag per poter
individuare la sorgente di odore più intensa da seguire in modo da raggiungere il disperso nel minor tempo possibile.
Cono d’ odore in superficie
Definiamo due semplici termini utili per questo corso:


“TARGET”: bersaglio
“ODORE TARGET”:
odore bersaglio
Durante la ricerca di una persona dispersa sotto macerie i coni d’odore
sono molteplici e spesso non seguono il semplice principio fisico dal basso
verso l’alto, come per i gas volatili più leggeri dell’aria in condizioni di
ambiente calmo.


Un cane talvolta fatica
molto per discriminare,
individuare e segnalare
l’odore target .
Bisogna rispettare i suoi
tempi di ricerca ed
eliminare al minimo le
eventuali fonti di stress
Fonti di stress per il cane durante la ricerca di dispersi sotto macerie
alle quali possiamo porre rimedio:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
presenza di detriti e macerie taglienti,
presenza di polvere e rumore di macchine operatrici e mezzi
aerei;
presenza di altri cani non socializzati;
presenza di “troppe” persone collocate in posizione comoda
sulle macerie con atteggiamenti non consoni nei confronti del
cane, che sta operando o che si approssima a farlo
(cineoperatori, familiari dei dispersi, personale non
opportunamente formato, semplici curiosi, ecc.);
presenza di forti odori quali elementi di disturbo;
stanchezza del viaggio;
sete o colpi di calore.
Possibili rimedi applicabili durante la ricerca:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
far indossare al cane idonee calzature di protezione (abituare lo stesso durante l’addestramento
al loro utilizzo);
far interrompere, se possibile, le macchine operatrici o far allontanare i mezzi aerei (abituare lo
stesso durante l’addestramento alla loro presenza);
far allontanare altri cani poco socializzati dall’area di ricerca;
far allontanare i soggetti non indispensabili alle operazioni durante le fasi di ricerca e collaborare
alla formazione in sede ed informazione in loco del personale non cinofilo sugli atteggiamenti
consoni da tenere;
ricreare durante le fasi di addestramento la presenza di forti odori quali elementi di disturbo, in
modo che in cane si abitui a discriminarli ignorandoli (animali vivi e morti, cibo, ecc.);
coibentare e rendere areabile l’automezzo di servizio e all’arrivo in zona cercare se possibile un
posto all’ombra dove parcheggiare lo stesso, far sporcare i cani ed abbeverarli;
portare sempre con se una borraccia con acqua fresca ed un foulard, per far bere il cane,
bagnargli la testa e lasciarlo riposare sempre all’ombra per far abbassare la sua temperatura
corporea (ricordo che il cane non suda, ma disperde il suo calore in eccesso attraverso le prime
vie aeree), se il cane è svenuto metterlo in posizione di sicurezza sdraiato su un fianco con la
testa più in basso rispetto all’asse del corpo, bocca aperta e lingua ben distesa fuori, applicare le
tecniche di prima rianimazione, chiamare un veterinario in zona se presente o portare
direttamente il cane dallo stesso.
Situazioni che possono influenzare l’attività ricerca del cane:

1.
2.

1.

1.
La temperatura dell’ambiente:
maggiore è la temperatura e peggio lavora il cane;
una temperatura sufficientemente fresca influisce positivamente sul
rendimento del cane.
L’umidità presente nell’aria:
maggiore è l’umidità e meglio lavora il cane, proprio perché lavora con
l’apparato olfattivo umido e le molecole odorose riescono a legarsi meglio
con i recettori.
La pioggia:
capovolge drasticamente la situazione di ambiente umido provocando un
abbattimento al suolo delle molecole odorose e di fatto rendendo molto
difficile la percezione delle stesse.
Prima di entrare nella metodologia della ricerca è bene ri-spolverare alcuni
termini o concetti che ci torneranno utili nella discussione finale a seguito
della visione dei filmati:
L’OLFATTO in un cane è la capacità che questi ha di saper intercettare e
discernere le emanazioni odorose disperse nell’aria.
I cani che utilizzano maggiormente l’olfatto si dicono CANI A TELEOLFATTO (es. il pointer), gli stessi tendono a fendere l’aria con il naso alto
rispetto all’asse del corpo e compiono lunghe inalazioni, talvolta fermandosi
nell’azione di avanzamento della ricerca.
Il FIUTO in un cane è la capacità che questi ha di saper intercettare e discernere
le emanazioni odorose provenienti da terra.
I cani che esercitano maggiormente l’olfatto si dicono
CANI A MEGAOLFATTO (es. il segugio), gli stessi tendono a tenere il naso a terra
sempre più basso rispetto all’asse del corpo e compiono breve inalazioni, quasi
mai fermandosi, ma discriminando l’odore proprio durante l’azione di
avanzamento.
La MOTIVAZIONE come strumento per l’addestramento:
Perché il cane da ricerca utilizza la sua GRANDE CAPACITÀ OLFATTIVA
per rintracciare un disperso sotto le macerie?
Principalmente perché è per natura un PREDATORE (in passato infatti aveva, o potrebbe di nuovo avere se
reinserito in un contesto naturale, la necessità di rintracciare le proprie prede).
Quindi è MOTIVATO istintivamente alla ricerca della preda.
In generale nell’ambiente cino-tecnico con il termine MOTIVAZIONE si fa riferimento al “motore interno” che
porta il cane a rendersi attivo per compiere una determinata azione.
La motivazione è una caratteristica innata (intrinseca) in ogni cane e può essere più o meno spiccata.
Il cane ha la CAPACITÀ DECISIONALE e la scelta è quasi sempre influenzata dalla motivazione.
Nell’addestramento del cane la motivazione può essere “utilizzata” dal conduttore e per
fare ciò, è necessario utilizzare i cosiddetti RINFORZI PRIMARI e SECONDARI, per
arrivare al PREMIO FINALE (PREDA).
Un RINFORZO PRIMARIO è qualcosa che piace al cane come cibo, acqua, coccole, ma al quale può
non ambire.
Un RINFORZO SECONDARIO è qualcosa che viene dato simultaneamente al primario (con una postura del
corpo o con suono emesso da una nostra sorgente), può essere quindi oltre che una nostra posizione del corpo un
complimento tipo “BRAVO” o l’uso del “CLICKER”. Il r. secondario se bene usato in addestramento, può
sostituire nell’attività operativa reale il primario sia per praticità che per velocità di esecuzione.
Dal concetto di RINFORZO a quello di PREMIO:

“RINFORZO”: è qualcosa che noi diamo al cane, ma che lui non pretende di
avere né talvolta si aspetta da noi, ma lo gradisce e lo gratifica lasciando traccia
nella sua memoria.
Ad es. il cane compie una azione a seguito di una sua libera decisione, che noi
riteniamo giusta per la situazione che gli si è presentata davanti e riceve un
biscotto o una carezza.

“PREMIO”: è la fase apicale e conclusiva, il fine ultimo al quale il cane
ambisce (PREDA). Ad es. il gioco preferito o il cibo preferito.

Attraverso ad un uso equilibrato di rinforzi, si arriva senza METODI
COERCITIVI al CONDIZIONAMENTO POSITIVO di determinati
comportamenti e azioni, il cui fine ultimo, attraverso la MOTIVAZIONE
propria del cane, è il ritrovamento del PREMIO e della persona dispersa a
questo associato.
Quali sono le caratteristiche del rinforzo?
 Tempestività
 Intensità
 Frequenza
MOTIVAZIONE, ATTENZIONE, STIMOLO-AZIONE,
RINFORZO/PREMIAZIONE O MANCATA PREMIAZIONE:
1) MOTIVAZIONE
È il principio su cui si basa tutto il metodo addestrativo di un conduttore sul proprio cane.
È necessario rendere attiva una motivazione molto forte per ottenere dal cane un rapido apprendimento del
comportamento desiderato. Tale azione va fatta nei tempi e modi dovuti e cioè ad es. lo stimolo alla
predazione va fatta al cane carico e riposato e/o ugualmente lo stimolo al cibo al cane affamato e non già sazio.
Si può provocare una grande motivazione facendo salire nel cane il desiderio di ricevere una ricompensa. In
pratica bisogna fargli capire che, se adotta il comportamento desiderato, avrà di conseguenza, una forte
gratificazione.
2) ATTENZIONE
È il punto di partenza, per effettuare qualsiasi comunicazione. Il cane deve dare la propria attenzione al
conduttore, per poter percepire i suoi comandi.
3) STIMOLO-AZIONE
È necessario produrre uno stimolo, che provochi nel cane l’azione corrispondente all’esercizio richiesto.
Ad ogni stimolo sarà associato un COMANDO VOCALE (STIMOLO SECONDARIO), in modo che, dopo
parecchie ripetizioni, il solo comando vocale sarà sufficiente ad evocare il comportamento desiderato.
4) RINFORZO e PREMIAZIONE
Se il comportamento desiderato viene svolto dal cane come richiesto, durante l’esecuzione può essere
rinforzato, al termine dovrà essere premiato senza esitazione.
5) MANCATA PREMIAZIONE (ESTINZIONE DELLA RISPOSTA)
Se un comportamento qualunque non viene più rinforzato esso tende gradualmente a ridursi in intensità e
frequenza. Per non premiare un cane è sufficiente evitare con lo stesso qualsiasi tipo di interazione: nella
sottrazione totale di sguardi, delle carezze, delle parole, voltandogli le spalle e se non è sufficiente,
nell’allontanarsi da lui senza rivolgergli attenzione.

CATENA DEI RIFLESSI:
Se si vuole ottenere l’apprendimento di un comportamento, è necessario far si
che la catena dei riflessi cioè il succedersi
di STIMOLO-RISPOSTA-RINFORZO/PREMIO
AVVENGA NEI TEMPI E NEI MODI CORRETTI.
1.
2.
3.
bisogna mettere il cane nelle condizioni di poter capire quello che si vuole da
lui, e soprattutto nelle condizioni di poter effettuare l’esercizio,
poi sarà necessario che una volta dato il comando il cane lo ESEGUA,
infine è necessario PREMIARLO IMMEDIATAMENTE (con tempi
nell’ordine dei /10 di secondo).
E se il cane sbaglia?

Bisogna con calma e nei tempi opportuni, fare marcia
indietro e ricominciare
dal punto 1) MOTIVAZIONE,
poi passare al punto 2) ATTENZIONE,
e così via … fino ad arrivare alla PREMIAZIONE.
 Sicuramente non abbiamo percepito i segnali
che il cane ci aveva mandato!
 Il cane dovrà concludere con noi qualsiasi sessione
addestrativa POSITIVAMENTE.
Qualche utile consiglio da usare durante
l’addestramento cinofilo:
1.
2.
3.
4.
Parlare poco ed osservare molto (specie quelli
che riteniamo più bravi di noi);
Tenere sempre posture ed atteggiamenti
consoni alla situazione;
Filmare, farsi filmare, valutare;
Provare a correggersi negli errori e avendo
acquisito una nuova procedura (ritenendola
corretta e messa in pratica) ritornare al punto 3.
Qualche accenno alle razze canine più usate nel
campo della protezione civile ed in particolare
nel settore della ricerca di persone disperse
sotto macerie:
1.
2.
3.
4.
BORDER COLLIE
CANE DA PASTORE TEDESCO
GOLDEN RETRIEVER
LABRADOR RETRIEVER
Ed ora che si fa?
SONO APERTE LE DISCUSSIONI E GLI INTERVENTI
Grazie per l’attenzione!
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