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PROCEDURA PER L`ORGANIZZAZIONE DI UNA ESCURSIONE DI
PROCEDURA PER L'ORGANIZZAZIONE DI UNA ESCURSIONE DI TIPO T; E; EE. ORGANIZZAZIONE TECNICA Quando si vuole organizzare un'escursione di uno o più giorni vanno tenuti presente una serie importante di fattori: 1. Lunghezza totale dell'itinerario 2. Dislivelli da percorrere 3. Percorribilità (tipologia delle vie, sentieri, loro stato di conservazione) 4. Attrazioni paesaggistiche, storico-culturali 5. Posti tappa o punti di sosta 6. Appoggio logistico LUNGHEZZA TOTALE DELL'ITINERARIO La lunghezza totale dell'itinerario va calcolata in funzione delle ore o dei giorni a disposizione . .Per calcolare i tempi si tenga in considerazione che in genere in un’ora si percorrono circa 4 km in pianura, mentre occorre lo stesso tempo per superare un dislivello di 400 metri. DISLIVELLI DA PERCORRERE L'itinerario va proporzionato all'entità del dislivello, ossia la regola di percorrenza giornaliera va messa certamente in relazione al dislivello, quindi i Km diminuiranno in relazione a: 1. Entità del dislivello ( metri al Km e forte altitudine ) 2. Condizioni del terreno ( un sentiero è più impegnativo di una carrareccia, un fondo del terreno può essere più pesante di un altro per es. ciottoli piuttosto che terra battuta) PERCORRIBILITA' 1. I percorsi vanno studiati per quanto possibile al di fuori delle vie con manto asfaltato · è necessario accertarsi che le vie bianche che vogliamo percorrere siano comunali o vicinali, in caso contrario. 2. è buona norma chiedere anticipatamente il permesso a transitare alle proprietà. 3. è buona norma verificare i tratti più impegnativi prevedendo delle ispezioni preventive del percorso (sovente frane, o cadute di alberi possono impedirne il passaggio) ATTRAZIONI PAESAGGISTICHE, STORICO-CULTURALI Gli organizzatori devono rivolgere la preparazione di un itinerario tenendo conto anche di quello che le zone da attraversare possono offrire, quindi è meglio passare su di un crinale piuttosto che in uno stretto vallone, allungare anche leggermente il percorso per lambire un castello piuttosto che una chiesa romanica, ecc. PUNTI DI RIFORNIMENTO Questo è un aspetto non solo importante ma essenziale quando si pianifica un trekking bisogna sempre prevedere durante il percorso dei punti dove sia possibile, in caso di necessità poter trovare generi di prima necessità. Questi o sono segnati su alcune tavole topografiche oppure vanno ricercati secondo intuito: nei paesini piccoli, specie di montagna esistono sempre fontane o piccoli negozi forniti quasi di tutto ed aperti anche in giorni festivi. In caso di incertezza è bene telefonare anticipatamente ad un bar del luogo o all'ufficio postale od ai vigili urbani per esempio. POSTI TAPPA o SOSTA Quali sono i requisiti di un posto tappa o di sosta? 1. I punti tappa devono essere adatti al pernottamento. 2. I punti di sosta devono essere di solito posti al coperto per prevenire pioggia o vento. Nelle belle giornate od in genere se la temperatura lo permette sono da ricercare punti panoramici o ameni. APPOGGIO LOGISTICO Questo è un aspetto altrettanto fondamentale per la qualità del servizio che possiamo offrire: 1. Allo studio del trekking è sempre bene prevedere non più di una notte per volta in tenda o ricovero provvisorio (tettoie o fienili), alternare con ostelli, Agriturismi, Rifugi od Hotel o comunque posti dove l'utente possa farsi una doccia e riposare in un letto: apprezzerà di più l'escursione. 2. È buona norma avere sempre pronto un mezzo alternativo a disposizione per qualunque evenienza. VALUTAZIONE E APPROVAZIONE Alla fine della valutazione di tutti gli aspetti precedentemente richiamati il Direttore di escursione, in questo caso il proponente l'escursione, esprime in sede di proposta, con l'apposita sigla prevista dalle norme C.A.I., il grado di difficoltà dell'escursione stessa. La proposta viene valutata, accettata e d inserita nel Programma dell'anno corrente dal Consiglio Direttivo. L'organizzazione di una escursione della Sezione Valdarno Superiore, dopo essere stata approvata dal Consiglio Direttivo ed inserita nel Programma dell'anno corrente, deve essere sempre curata e guidata sul campo da almeno due Accompagnatori Sezionali di cui uno Direttore di escursione. Questi possono essere coadiuvati da uno o più collaboratori. Ogni Direttore: cura l’esecuzione dell’escursione, nel rispetto del programma previsto dalla circolare edita dalla sezione e nel rispetto assoluto e costante delle norme di sicurezza; può modificare, a suo insindacabile giudizio, il programma, l’orario e l’itinerario se lo ritiene necessario e dettato dalle condizioni rilevate sul campo; ha facoltà di escludere i Soci o i Partecipanti che, per palese incapacità e/o impreparazione, o per inadeguato equipaggiamento, non siano ritenuti idonei ad affrontare le difficoltà del percorso; può decidere, per ragioni di sicurezza o di organizzazione, di spostare od annullare le escursioni in programma. Cause di esclusione Il Direttore e/o l’Accompagnatore hanno la facoltà di escludere dall’escursione coloro che: 1) Siano sprovvisti dell’equipaggiamento minimo necessario, indicato nel programma dell’escursione; 2) Palesino uno stato di salute precario; 3) Non si attengano alle disposizioni dell’Accompagnatore e/o del Coordinatore; 4) Mettano a repentaglio la sicurezza propria o di altri compiendo gesti avventati e irresponsabili; 5) Decidano di abbandonare il gruppo volontariamente, alla presenza di testimoni, per seguire un percorso diverso da quello stabilito dall’Accompagnatore e/o dal Coordinatore; L’esclusione dall’escursione comporta la perdita della copertura assicurativa e solleva l’Accompagnatore e/o il Direttore da qualsiasi responsabilità nei confronti dell’escluso. Doveri del Direttore e/o Accompagnatore e dei Partecipanti Il Direttore è tenuto ad impegnarsi con la propria esperienza e ad adottare un comportamento prudente per assicurare la massima sicurezza di tutti i componenti specialmente ove insorgano o siano insorte difficoltà. Durante l’escursione non sono consentite deviazioni sui percorsi previsti o da quelli che il Direttore ritenesse opportuno seguire in base alle condizioni del percorso o ad altre valutazioni da lui fatte per la buona riuscita dell’escursione stessa; qualora ne sussistano giustificati motivi è facoltà del Direttore modificare i programmi e gli itinerari delle escursioni anche durante lo svolgimento delle stesse. Osserva e fa osservare i limiti ed i divieti eventualmente imposti dai regolamenti di parchi, riserve e zone protette attraversate. La frequentazione della montagna è soggetta a pericoli che comportano rischi; i Direttori di escursioni adottano misure di prudenza e di prevenzione derivanti dalla normale esperienza per contenere, in entità e probabilità, tali rischi durante lo svolgimento delle escursioni. Ogni partecipante è consapevole a priori dell'esistenza dei suddetti pericoli e, con la sua partecipazione, assume personalmente in proprio tutti i rischi, nonché le responsabilità per i danni che può arrecare, direttamente o indirettamente, ad altri. Il rapporto che s’instaura durante le escursioni tra il Direttore e i partecipanti si configura, secondo i casi, nella fattispecie “dell'accompagnamento volontario gratuito per spirito associativo, per amicizia o per mera cortesia, non qualificato” o “dell’accompagnamento qualificato”, in entrambi i casi esso è a titolo gratuito e non professionale. Data la natura gratuita e volontaristica delle attività sociali, i partecipanti sollevano la Sezione C.A.I., i suoi dirigenti e gli organizzatori da ogni responsabilità in merito ad incidenti di qualsiasi natura che avvenissero nel corso delle escursioni. La partecipazione alle escursioni sociali comporta la conoscenza integrale e l'accettazione incondizionata del programma proposto e l'impegno al rispetto del Regolamento sezionale con riguardo alla normativa vigente in materia. La partecipazione di soggetti non iscritti al sodalizio è prevista soltanto in caso di escursioni che prevedano percorsi classificati T (turistico) o E (escursionistico) con l’obbligo di assicurasi secondo le direttive del CAI Centrale. CONDUZIONE DELL'ESCURSIONE Precedentemente alla partenza il Direttore, dopo essersi sincerato delle condizioni corrette di tutti i partecipanti deve accertarsi di essere in possesso di ogni strumento e materiale necessario alla normale e sicura conduzione dell'escursione. In particolare: è Cartina della zona interessata è Bussola efficiente è Informazioni condizioni meteorologiche (che deve comunicare ai partecipanti) è Cassetta pronto soccorso è Telefono cellulare è Elenco dei partecipanti è GPS (ove previsto) PREPARAZIONE E COMPORTAMENTO DEI PARTECIPANTI Ogni partecipante alla escursione è tenuto a collaborare con il Direttore della escursione e con gli eventuali suoi collaboratori designati, adeguando il proprio comportamento alle sue raccomandazioni e istruzioni, nonché a contribuire con tutti gli altri partecipanti ad assicurare la buona riuscita della escursione. Lasciare sempre detto con estrema precisione ai famigliari, agli amici e conoscenti dove siamo diretti e quale itinerario intendiamo percorrere, tenendo in grande considerazione la circolare edita dalla sezione ed anche utilizzando in modo appropriato i libri dei rifugi e dei bivacchi o altri supporti cartacei e indicazioni. Essere informati preventivamente sulle condizioni meteorologiche, richiedendo in particolare le previsioni meteo locali perché risultano più precise ed attendibili di quelle a carattere nazionale. Le caratteristiche meteorologiche possono influire in modo importante sull’esito dell’attività che si sta compiendo. Non andare mai da solo in montagna o in grotta. Nell’ambiente montano ed ostile è consigliabile assumere questi atteggiamenti e questi comportamenti: ñ seguire sempre i sentieri e i percorsi indicati; ñ nei percorsi più impegnativi restare sempre vicino a persone adulte o agli accompagnatori; ñ fare pause quando necessario in base alle esigenze fisiche (stanchezza, fame, sete) e psicologiche (paura, insicurezza); ñ non accendere fuochi o giocare con fiammiferi o accendini; ñ non gridare o fare inutili schiamazzi; ñ non far rotolare sassi per disattenzione o gioco; ñ rispettare sempre la natura: riportare sempre a valle tutti i rifiuti e quelli di chi li ha dimenticati; ñ non infastidire o spaventare animali di qualsiasi tipo; ñ non raccogliere o strappare funghi, fiori ed erbe senza uno scopo preciso: possono essere velenosi, inoltre si danneggia inutilmente l’ecosistema. ñ mantenere sempre la sinistra della carreggiata nelle strade percorse da autoveicoli. Non pensare che il telefono cellulare o il GPS possa risolvere tutti i problemi e le difficoltà: la vostra e l’altrui sicurezza risiedono prima di tutto nella conoscenza dei vostri limiti e nella capacità di ammetterli. Devete essere in buone condizioni psico-fisiche ed adeguatamente preparati ed allenati da un punto di vista tecnico, oltre che ben allenati rispetto all’impegno richiesto. Evitare di affrontare itinerari al di sopra delle tue capacità tecniche, di preparazione fisica e psicologica. Riflettere, quindi, con serenità e severità sulla propria preparazione complessiva. Saper rinunciare non è una sconfitta ma un’onorevole ritirata e, spesso, un insegnamento importante. COMPORTAMENTO DA TENERE IN SITUAZIONI DI EMERGENZA Al verificarsi di un incidente o di un infortunio serio bisogna dare l'allarme chiamando il 118 Riferire chi dà l'allarme - dove si trova l'infortunato (luogo esatto) - cosa è successo e quando - quanti feriti e loro condizioni generali (stato di coscienza, presenza di battito cardiaco e respiro spontaneo). In caso di intervento dell'elicottero fornite informazioni circa le condizioni di visibiltà, il vento, eventuali ostacoli al volo (teleferiche, linee elettriche) e possibilità di atterraggio. Solo se siete in grado di farlo, valutate le condizioni del paziente e adottare le relative misure: - se è assente lo stato di coscienza: posizionate il paziente sul fianco - se è assente la respirazione: praticate la respirazione artificiale - se è assente il battito del cuore: fate un massaggio cardiaco esterno poi esaminate il paziente: - se sono presenti sospette lesioni alla colonna vertebrale: non muovetelo - per sospette fratture: immobilizzate l'arto - per emorragie esterne: tamponate con fasciatura stretta - per presunte emorragie interne: comprimete la zona e posizionate gli arti più alti della testa - insufficienza respiratoria o cardiaca: alzate leggermente il busto - ipotermia: date da bere al soggetto bevande calde e ripatelo dal freddo ELISOCCORSO Alzate entrambe le braccia per indicare di aver bisogno di un elicottero. Alzate il braccio destro e tenete abbassato l'altro per indicarne il non bisogno. Con l'elica in movimento avvicinarsi solo frontalmente all'elicottero (mai dalla parte della coda!) e solamente al cenno del pilota – eventuali sci e bastoni vanno tenuti in mano in senso orizzontale. Per le operazioni di atterraggio, l'elicottero necessita di una superficie priva di ostacoli di 25 m x 25 m (e nessun ostacolo lungo il corridoio di avvicinamento) e una superficie piana di 6 m x 6 m per l'atterraggio. Radunate tutti gli oggetti che potrebbero essere sollevati in aria dal flusso d'aria causato dal movimento delle pale (giacche, zaini). In inverno, battete la neve con gli sci sulla piazzola di atterraggio. Tutte le persone, tranne chi fa le segnalazioni all'elicottero, devono rimanere in gruppo. TEMPORALE Il temporale è annunciato dai tuoni, conviene quindi cercare per tempo un riparo. Non stare in cresta e rientrare dalle valli laterali. Laddove possibile ripararsi in un rifugio, in auto, in una grotta o in un anfratto. Non mettersi sotto alberi isolati, ma starne almeno a 300 metri. Stare lontani anche da conduttori metallici, tralicci, bandiere, antenne e non tenere con se soprattutto all’esterno dello zaino, piccozze e alpenstock. Meglio separati e sotto l’acqua che ammassati in gruppo. Non sdraiarsi per terra ma rannicchiarsi su un oggetto isolante. Gli effetti si una persona colpita sono generalmente letali. Il solo intervento possibile è la rianimazione artificiale con respirazione bocca a bocca e massaggio cardiaco esterno. E’ indispensabile però conoscere e essere in grado di applicare questa pratica. ALCUNE NORME DI PRONTO SOCCORSO PER I PICCOLI INCIDENTI Durante l’escursione possono verificarsi piccoli incidenti o malesseri: non temerli, ma imparare a riconoscerli e a curarli con i mezzi che si ha a disposizione. Imparare soprattutto a prevenirli. Non lasciare mai solo chi è infortunato o sta male: fermarsi con lui ed aiutalo sempre, prestandogli assistenza. Mantenere sempre la calma ed aiutare gli altri a mantenerla. Se si rilevasse qualcosa di più grave o nell’incertezza ... NON ESITARE: richiedere l’intervento di carattere sanitario e non sanitario (es. ricerca persona) ed attivare il personale del Soccorso Alpino e Speleologico CON IL NUMERO 118. Ecco alcuni esempi di piccoli incidenti o malesseri che possono capitare durante un’escursione. CONTUSIONI Come riconoscerle: dolore, gonfiore, colorito bluastro. Cosa fare: impacchi freddi con acqua o neve se presente, non affaticare la parte interessata. Come prevenirle: fai attenzione a dove metti i piedi (buche, sassi, terreno cedevole), non correre soprattutto su terreni ripidi ed in presenza di ghiaia, evita in ogni caso le zone pericolose. DISTORSIONI Come riconoscerle: traumi di un’articolazione provocati da movimenti bruschi, esagerati o di senso contrario; dolore forte, gonfiore evidente, colorito bluastro, particolare difficoltà di movimento dell’arto. Cosa fare: impacchi freddi con acqua e neve se presente. Immobilizza l’articolazione coinvolta e, se possibile, evitane l’uso, effettua un controllo medico al pronto soccorso. Come prevenirle: fai attenzione a dove metti i piedi (buche, sassi, terreno cedevole), non correre soprattutto su terreni ripidi ed in presenza di ghiaia, evita in ogni caso le zone pericolose. PICCOLE FERITE Come riconoscerle: pelle lacerata con esposizione più o meno marcata dei tessuti sottostanti, presenza di sangue. Cosa fare: nel caso di abrasioni modeste disinfetta o, se impossibile, lava con acqua corrente pulita, quindi proteggi con garze sterili o, se impossibile, con altri tessuti puliti. Come prevenirle: fai attenzione a dove metti i piedi (buche, sassi, terreno cedevole), non correre soprattutto su terreni ripidi ed in presenza di ghiaia, evita in ogni caso le zone pericolose. ESAURIMENTO DA CALORE Come riconoscerle: debolezza, vertigini, nausea e mancanza di appetito, pupille dilatate. Cosa fare: cerca subito una zona all’ombra, fresca e ventilata; utilizza come protezione il telo alluminizzato; somministra con gradualità bevande non alcoliche a temperatura ambiente; in caso di svenimento solleva le gambe per favorire l’afflusso di sangue al cervello. Come prevenirle: evita sforzi prolungati a temperature eccessive, bevi con continuità ed in abbondanza, riparati il capo ed eventualmente altre parti scoperte dal sole. USTIONI DA SOLE E OFTALMIA (forte bruciore e male agli occhi) Come riconoscerle: arrossamento e bruciore della pelle e degli occhi per l’eccessiva esposizione ai raggi solari o al riverbero prolungato di neve o ghiaccio. Cosa fare: impacchi freddi con acqua o neve se presente, collirio per gli occhi e protezione della pelle con garze sterili o, se impossibile, con altri tessuti puliti. Come prevenirle: coprirsi con indumenti adatti, usare creme ed occhiali a protezione UV. LESIONI DA FREDDO Come riconoscerle: possono riguardare zone localizzate, soprattutto quelle periferiche (mani, piedi, naso, orecchie), che si presentano prima pallidi, poi freddi, quindi cianotici, appaiono spesso gonfi e dolenti (fasi del congelamento); possono riguardare l’intero organismo con sensibile abbassamento della temperatura corporea, con sintomi di sfinimento e sonnolenza (fasi dell’assideramento). Cosa fare: spostarsi in luogo riparato da freddo e vento, riscaldare lentamente le parti colpite, anche con massaggi leggeri, coprire con indumenti caldi ed isolanti dopo aver tolto e sostituito, se possibile, eventuali capi o calzature bagnate, allentare lacci (es. scarpe) e somministrare con assoluta gradualità bevande calde, assolutamente non alcoliche. Come prevenirle: vestirsi adeguatamente, sostituire il vestiario bagnato o sudato, alimentarsi ed allenarsi correttamente. MAL DI MONTAGNA Come riconoscerlo: può comparire oltre una certa quota (raramente sotto i 2.500 metri) con cefalea, nausea senso di spossatezza, respirazione affannosa e talvolta con sintomi di eccitazione. Cosa fare: scendi con gradualità a quote inferiori. Come prevenirlo: adattati gradualmente e con l’allenamento all’altitudine, fai attenzione ai rapidi dislivelli (es. funivia). PUNTURE DI IMENOTTERI (api, vespe, calabroni, ecc.) Come riconoscerle: piccolo segno cutaneo con gonfiore ed arrossamento, dolore e prurito. Cosa fare: rimuovi eventuali pungiglioni, disinfetta o, se impossibile, lava con acqua corrente pulita, fai degli impacchi; a casa applica una pomata antistaminica. Come prevenirle: osserva con attenzione l’ambiente ed i luoghi che percorri, evita i nidi degli insetti e non molestarli. ZECCHE Come riconoscerle: piccole, dalle dimensioni iniziali di 2-4 millimetri (stadio adulto), dal colore grigio scuronero sino al marroncino. Cosa fare: dopo una gita esamina anche con l’aiuto di un’altra persona la pelle di tutto il corpo alla ricerca di un eventuale zecca; se presente, non strapparla ma asportala quanto prima (creme, olio, alcool possono favorire l’estrazione della zecca che si effettuerà con una pinzetta, afferrandola il più vicino possibile alla pelle trazionando e ruotando in senso antiorario), eventuali frammenti di parassita rimasti in sede non costituiscono un problema e possono essere rimossi in seguito presso una struttura sanitaria. È bene osservare la zona di puntura per qualche settimana: se comparirà una chiazza rossa che tende ad allargarsi rivolgersi al medico curante. Come prevenirle: conoscere il territorio ed evitare i luoghi dove sono più presenti, indossare calzettoni alti e pantaloni lunghi aderenti, maglie a maniche lunghe, non appoggiarsi al terreno, non transitare attraverso vegetazione fitta o con presenza di erba alta. Procurati presso la tua farmacia stick o spray specifici da fissare sulla pelle o sul vestiaro prima di iniziare la gita. MORSO DI VIPERA Come riconoscerle: testa triangolare a forma di cuore, pupille verticali a fessura, coda tronca e tozza. Come riconoscerlo: due forellini distanti circa un centimetro da quali fuoriesce un liquido sierosoematico, tumefazione e dolore intenso. Dopo alcuni minuti compaiono vertigini, nausea, tachicardia, disturbi della respirazione. Cosa fare: far sdraiare il soggetto e tenerlo calmo, togliere cose o indumenti che comprimono gli arti o il tronco, stringere un laccio (cordino, cinghia dello zaino, fazzoletto) a monte del morso, facilitare l’uscita del sangue premendo con forza sulla zona interessata, non incidere o succhiare, non somministrare bevande. Trasportare al più presto all’ospedale perché si tratta di un incidente grave: il morso della vipera può essere responsabile di reazioni gravi fino al collasso cardio-circolatorio e deve essere gestito come un’emergenza sanitaria, soprattutto se interessati anziani, bambini o soggetti affetti da malattie croniche. Come prevenirle: valutare l’itinerario con attenzione, usare calzature alte e pantaloni lunghi aderenti, battere il terreno con bastoni o accentuare la battuta del proprio passo (ciò aumenta la propagazione e l’entità delle vibrazioni che possono essere avvertite dalla vipera: ricorda che non ha un apparato acustico, quindi non sente), fare attenzione quando ci siede per terra o su pietre. COSA FA IL MEDICO RIANIMATORE? Una volta che la persona viene recuperata dall’eliambulanza o dalle squadre del Soccorso Alpino e Speleologico, il Medico rianimatore effettua sul posto un’accurata visita ed in base alla gravità in cui si trova il paziente effettua una prima medicalizzazione e gli offre le cure del caso. Valutata quindi la diagnosi, si decide se è necessario trasportarla in ospedale. In questo caso la persona viene elitrasportata nel minor tempo possibile nel centro di cura attrezzato e più idoneo per ricevere le cure migliori. Chiamate Per fruire del soccorso in montagna è necessario digitare il numero breve 118 da qualsiasi telefono urbano e mobile. La chiamata è gratuita. Sarà la Centrale Operativa interessata a stabilire mezzi e risorse da inviare sul luogo dell’evento per l’immediato soccorso. Ogni provincia dell’intero territorio italiano è assicurata dalle Centrali Operative di Urgenza ed Emergenza "118" che rispondono 24 ore su 24. Pertanto, in qualsiasi caso d’incidente o di improvviso malore in montagna, in cui si evidenziasse una grave inabilità del soggetto, si dovrà chiamare solo ed esclusivamente la Centrale Operativa di Urgenza Emergenza “118”. In montagna ci sono zone dove la copertura di rete della telefonia cellulare è attenuata e a volte assente; è consigliabile, durante la salita, controllare le aree limite della copertura telefonica cellulare tenendo conto che, chiamando il 118, è possibile che la chiamata potrebbe cadere su Centrali territorialmente diverse. Sarà sufficiente confermare all’operatore la provincia da cui proviene la chiamata. In tal caso è sufficiente confermare la località e provincia da dove si sta chiamando e la richiesta di soccorso verrà inoltrata automaticamente alla Centrale operativa competente. Qualche consiglio Generalmente, quando si chiama il 118, è l’operatore che risponde a “pilotare” l’analisi detta di “filtro sanitario” (che serve ad inquadrare in pochi secondi chi, come e cosa fare) ed è fondamentale, anche nell’angoscia di un incidente o di una possibile tragedia, rispondere con calma alle domande dell’operatore Sanitario della Centrale Operativa “118”. Vale in ogni caso la pena prepararsi ad una serie di domande, ricordando sempre da dove si sta chiamando e che ci si trova su un terreno impervio di montagna ed inoltre: ñ fornire immediatamente il numero del telefono da cui si sta chiamando (se la chiamata dovesse interrompersi è importante che il telefono venga lasciato libero per consentire alla Centrale Operativa di richiamare); ñ fornire l'esatta località dove è ubicata l'area da cui si sta chiamando (Comune, Provincia od in ogni caso un riferimento importante di ricerca rilevabile sulla cartina, anche di un toponimo in nome dialettale); ñ se ci si trova su un sentiero e si ricorda il numero di segnavia o su una via ferrata o di scalata trasmettere il numero o il nome (es.. sentiero n. 18 che porta a…ecc… o ferrata di Monte Alpetto in zona grande cengia oppure al 5 tiro di corda sulla via Don Rodrigo alla Marmolada… etc…): oltre a ciò sarebbe opportuno indicare sommariamente a che altezza ci si trova della ferrata o della parete o a che distanza dal rifugio (o altro...) ñ se in possesso di altimetro, (tarato prima di partire) fornire la quota del luogo dell’evento; ñ se in possesso di GPS fornire le coordinate; ñ fornire indicazioni di cosa è visibile dall’alto (pendio, bosco, cima, rifugio, ecc..); ñ se si vedessero fili a sbalzo, teleferiche o linee elettriche, sopra o nelle vicinanze del luogo dell’evento segnalarle all’operatore di centrale! Sono le problematiche più pericolose per un elicottero in volo di soccorso. Cosa vi viene chiesto In qualsiasi caso preparatevi a rispondere alle seguenti domande ñ cos’è accaduto (malore, incidente o altro evento); ñ a che ora è successo; ñ quante persone sono coinvolte nell’evento; ñ si dovranno fornire le proprie generalità (questa informazione fa perdere solo alcuni secondi all'emergenza ma è molto importante). la parte legata allo stato di coscienza e dei parametri vitali è in ogni caso gestita dai sanitari del “118”, anche se le domande percorreranno questa traccia: ñ la persona è cosciente (risponde se la si chiama e la si tocca?); ñ la persona coinvolta respira? ñ perde sangue (se si da dove)? ñ In che posizione si trova il soggetto: (se seduto, se disteso supino, se disteso prono, se appeso, se semi sepolto dalla neve, ecc.) Durante l’indagine conoscitiva, svolta dall’Operatore che sta organizzando la missione di soccorso, l’allarme è certamente già scattato e i dati che si potranno avere successivamente verranno trasferiti via radio o telefono alla squadra di soccorso. Senza telefono E' possibile che l'infortunato o i suoi compagni non abbiano il cellulare o la zona non abbia copertura, in questi casi occorre saper fare delle segnalazione acustiche o visive. Ecco come. Un segnale di allarme che risulti facilmente ricevibile in condizioni diurne è quello acustico (effettuabile quasi esclusivamente con un leggerissimo fischietto). Per questo metodo di allarme è necessario inviare un suono breve (2 o 3 sec.) ogni 10 secondi per sei volte al minuto; dopo la pausa di un minuto si ripeterà nuovamente il suono di allarme, continuando sino alla ricezione di un segnale di risposta. Il messaggio acustico in risposta (se ricevuto da chi può fornire aiuto) dovrà essere inviato ogni venti secondi per tre volte al minuto; dopo la pausa di un minuto si riprenderà la segnalazione. Chi segnala l’avvenuta risposta (chi può fornire aiuto), dovrà chiamare immediatamente il Soccorso Sanitario 118 ed eventualmente informare altri presenti per tentare, in assenza di pericoli, il raggiungimento di chi ha bisogno del soccorso, per tranquillizzarlo ed informarlo che i soccorsi sono già stati allertati (se possibile, non muovere il ferito prima che arrivino i soccorsi). A chiusura di questa breve indicazione ed in mancanza di altre raccomandazioni internazionali riferite a come segnalare l’avvenuta ricezione di chi lancia l’allarme, si consiglia, a chi chiede aiuto (chi ha bisogno di soccorso), di rispondere, confermando l’avvenuto ricevimento della risposta, con una segnalazione ad intermittenza ogni 3 secondi per circa 30 secondi (circa 10 suoni) ed una pausa di 2 minuti per poi riprendere questa segnalazione sino alla conferma definitiva di ricezione e allertamento soccorsi. Il ricevente (chi può fornire aiuto) risponderà con la stessa formula ad intermittenza (10 suoni in 30 sec. – pausa 2 min. – 10 suoni in 30 sec.). A questo punto (appurato che chi chiama e chi riceve sono in contatto) il chiamante (chi ha bisogno di soccorso), con pause di 5 minuti, dovrà nuovamente lanciare segnali di allarme (uno ogni 10 secondi per un minuto) affinché i soccorritori possano dirigersi verso la fonte acustica del segnale. Il segnale luminoso Per la segnalazione luminosa si dovrà dirigere il raggio di una lampada portatile verso un ipotetica fonte di ricezione (rifugio, alpeggio, paese, etc.) e procedere come per la segnalazione acustica, inviando un segnale luminoso ogni 10 secondi per sei volte al minuto; dopo la pausa di un minuto riprendere le segnalazioni. Il messaggio luminoso in risposta (se ricevuto) sarà inviato ogni venti secondi per tre volte al minuto; dopo la pausa di un minuto si riprenderà la segnalazione. Al ricevimento dell’allarme e per la successiva risposta a chiusura di ricevimento della chiamata, procedere come indicato per la segnalazione acustica. Quando arriva l'elicottero Dopo la segnalazione dell’allarme (in condizioni atmosferiche ottimali) è possibile che il primo intervento arrivi sul posto attraverso l’elicottero del Soccorso Sanitario. ATTENZIONE: I piloti di un elicottero di Elisoccorso, durante qualsiasi approccio al luogo dell’evento, si preoccupano di operare nella massima sicurezza dell’equipaggio che hanno a bordo ma anche e soprattutto di chi sta a terra. Il volo in montagna, decisamente più laborioso e difficile del volo in pianura, pone al comandante del mezzo una serie di problematiche a cui deve rispondere con grande responsabilità. Solo per questo motivo è opportuno conoscere alcune informazioni che possono facilitare l’arrivo del mezzo e ridurre i tempi di attesa. Non è una norma, ma a volte accade che la ricerca del posto dell’evento risulti più laboriosa del previsto. Dall’elicottero la morfologia non cambia, ma si modifica la prospettiva ed alcune volte è difficile che il mezzo arrivi direttamente sul target (o bersaglio). Quando l’elicottero si troverà sul target (entro i 200 - 100 metri dal luogo dell’evento) rallenterà ulteriormente la velocità, fin quasi a fermarsi. Ma ancora potrebbe essere necessario un aiuto dal basso. Quando da terra si vedrà l’elicottero in avvicinamento sarà indispensabile fornire ulteriori e più precise indicazioni. Il sistema comunemente impiegato è quello di dare indicazioni, come se sulla pancia fosse disegnato un grande orologio a lancette al contrario (come se il pilota guardasse il suo orologio). Il richiedente il soccorso (o chi gli sta vicino), per farsi identificare dall’alto, solleverà entrambe le braccia. Il simbolo dell’uomo con braccia alzate a V significa internazionalmente “ho bisogno di soccorso” e che quella è la posizione esatta (o nelle immediate vicinanze) c’è il ferito e dove i soccorritori dovranno andare. Se dall’elicottero, attraverso il megafono esterno, venissero poste domande dal pilota, le braccia alzate a V significano SI (affermazione alla domanda). COME FARE Chi solleverà le braccia (il ferito stesso o il compagno del ferito) dovrebbe porsi a braccia alzate con le spalle rivolte al vento. NON IMPORTA SE L’ELICOTTERO STA ARRIVANDO ALLE SPALLE! (basterà girare la testa). Questa posizione servirà al pilota d’elicottero per capire prima di tutto che l’evento è esattamente in quel punto e che il vento spira alle spalle di chi segnala. Se invece l’informazione via radio o telefonica non fosse possibile, quando l’elicottero arrivasse nell’area interessata, si consiglia di alternare la posizione con le braccia alzate a “V” mettendo successivamente le mani al collo (in segno di strozzo), poi ancora a “V” poi ancora a strozzo e così via. L’importante è che il pilota riesca a vedere che il bersaglio è quello, ma che esiste un pericolo causato dai fili a sbalzo presenti o da altri pericoli non visibili dall’alto. Se l’elicottero, durante la ricerca del luogo dell’evento dovesse erroneamente circuitare sopra escursionisti non interessati alla chiamata di soccorso, chi si troverà in quella situazione si dovrà porre nella evidente posizione con un braccio alzato ed uno abbassato (a forma di mezza croce di Sant’Andrea) a significare “non ho bisogno di soccorso”. Se dall’elicottero, attraverso il megafono esterno venissero poste domande dal pilota, Un braccio alto ed un braccio basso significano NO (negazione alla domanda). ATTENZIONE: Tempo fa accadde un incidente ad un alpinista solitario: durante una caduta si lussò una spalla. All’arrivo dell’elicottero il ferito seppe alzare una sola mano per indicare il target (dimenticando che significava “non ho bisogno di aiuto”). E’ opportuno, in un caso simile, roteare ad ampi cerchi il braccio sano a significare (in gergo elicotteristico) “tira su”, ovvero: ho bisogno di aiuto! Questo movimento vale anche come risposta affermativa ad una domanda posta dal pilota. Gli elicotteri di ultima generazione sono molto potenti ed il flusso del rotore, incanalato nelle vallette o su ripidi pendii può innescare una turbolenza considerevole al punto che una persona a terra, non ben poggiata, potrebbe essere fatta barcollare. Serve molta attenzione e, se non interessati all’evento ci si dovrà riparare, prima dell’avvicinamento del mezzo, trattenendo tutte la cose mobili (zaini, caschi, coperte, etc…). Se le condizioni della superficie del terreno non consentissero un facile avvicinamento, l’elicottero si posizionerà molto in alto, al punto di elisbarco, e calerà l’equipe sanitaria con il cavo del verricello. E’ indispensabile, per chi è in posto, mettersi al riparo e rimanere in quella posizione sino a che l’elicottero non si sarà allontanato. In presenza di alberi ad alto fusto si dovrà porre molta attenzione ai rami che la colonna d’aria del rotore può staccare e far cadere a terra, con il rischio di colpire chi sta sotto. Se il terreno d’approccio fosse spazioso, ma non atterrabile, l’elicottero si avvicinerà (a pochi centimetri dal suolo) posizionandosi in “hovering” o “volo di stazionamento”. ATTENZIONE: la colonna d’aria creata sarà ancora più imponente e pericolosa per chi si trovasse in zona. Non ci si dovrà muovere fintanto l’equipe sanitaria non sarà scesa a terra con il proprio materiale, rimanendo in quella posizione sino a che l’elicottero non sarà decollato, abbandonando l’area. Se nella zona dove è richiesto l’intervento dell’Elisoccorso esistesse la possibilità di atterraggio in area libera da ostacoli, (alberi ad alto fusto, tralicci, etc.) si ricorda che un elicottero, per atterrare senza problemi e nella peggiore condizione atmosferica, ha bisogno di un area pianeggiante di almeno 30 passi per 40 (circa m 25 X 30). Nel caso di atterraggio su aree spaziose come quelle anzidette, è auspicabile la presenza di una persona a braccia alzate che segnali l’esatta posizione del target e la direzione del vento. Quando l’elicottero fosse nella fase di avvicinamento finale (circa 50 metri), si abbandonerà rapidamente la posizione allontanandosi in zona riparata. In condizioni invernali potrà rendersi indispensabile l’atterraggio dell’elicottero su terreno innevato o ghiacciato. Chi si trova in posto dovrebbe segnalare lo spazio battendo una area di almeno 7 metri per lato (tanto quanto basta per l’appoggio dei pattini) ovviamente nella posizione più idonea e centrale ad un’area di dimensioni simili a quelle prima specificate. ATTENZIONE: la neve polverosa sollevata da flusso del rotore dell’elicottero vicino al suolo, accecherà e soffocherà chi si trova nei dintorni: per questo motivo è indispensabile provvedere alla copertura di occhi, naso e bocca, riparandosi da eventuali pezzi di ghiaccio che potrebbero staccarsi dal suolo. ATTENZIONE: l’avvicinamento all’elicottero è possibile solo dal cono di entrata creato dalla visuale del Comandante (come mostrato in immagine) e dallo specialista di bordo che di norma si trova alla destra della prua. Qualsiasi movimento esterno all’elicottero deve essere autorizzato esclusivamente seguendo le istruzioni del “personale di bordo” incaricato della sicurezza esterna del mezzo. Numeri Telefonici di Soccorso Italia: 118 Francia: 15 Svizzera: 144 Austria: 144 Cosa fare in caso di ... Caduta Pulire con acqua le abrasioni. Possibilmente disinfettare con acqua ossigenata/ Betadine In caso di distorsione o lussazione di un arto, immobilizzare con un normale bendaggio; in caso di frattura: evitate qualsiasi spostamento nell’area; immobilizzate l’arto con stecche per fratture e bende, o mezzi di fortuna come rami, cartone, strisce di vestiti. Organizzare un veloce trasferimento presso strutture mediche (118) Temporale Il temporale è annunciato dai tuoni, conviene quindi cercare per tempo un riparo. Non stare in cresta e rientrare dalle valli laterali. Laddove possibile ripararsi in un rifugio, in auto, in una grotta o in un anfratto. Non mettersi sotto alberi isolati, ma starne almeno a 300 metri. Stare lontani anche da conduttori metallici, tralicci, bandiere, antenne e non tenere con se soprattutto all’esterno dello zaino, piccozze e alpenstock. Meglio separati e sotto l’acqua che ammassati in gruppo. Non sdraiarsi per terra ma rannicchiarsi su un oggetto isolante. Gli effetti si una persona colpita sono generalmente letali. Il solo intervento possibile è la rianimazione artificiale con respirazione bocca a bocca e massaggio cardiaco esterno. E’ indispensabile però conoscere e essere in grado di applicare questa pratica. Morso di Vipera Tenete presenti alcuni dati: difficilmente il morso di vipera provoca morte o grave sindrome clinica ( vengono stimate circa 50 morti/anno in tutta Europa - Russia e paesi dell’est esclusi); di norma la quantità di veleno iniettabile è metà di quella necessaria per essere pericolosa per un adulto; le vipere in Italia sono presenti solo in brevi periodi e generalmente al di sotto dei 1600 metri. Gli effetti dell’avvelenamento si notano dopo circa mezz’ora e diventano gravi intorno alle due ore 1) Tranquillizzare il paziente Far sdraiare il paziente ed evitargli movimenti Immobilizzare l’arto con stecca o altri mezzi di fortuna, per impedirgli movimenti Chiamare il 118 ( o trasportate il paziente al più vicino ospedale) Non somministrare alcolici Evitare laccio emostatico, taglio e suzione: non sono efficaci e possono causare danni alla parte interessata e aumentare la diffusione del veleno. 7) Evitare di somministrare alcun siero, per rischio di shock anafilattico. 2) 3) 4) 5) 6) Mal di Montagna Già a quota 2000 metri la disponibilità di ossigeno diminuisce, e più si sale in quota e maggiormente l’aria rarefatta riduce la disponibilità di ossigeno necessaria al cervello. Chi non è abituato, già sui 2800/3000 metri può avvertire qualche fastidio come nausea, inappetenza ed emicrania. Oltre i 3000 metri si possono avere difficoltà nella respirazione, tosse, espulsione di muco, vomito e conseguente perdita di equilibrio. In questo caso è necessario scendere subito verso valle. In casi estremi chiamare il soccorso per intervento con camere iperbariche portatili. Sopra i 3000 metri è ben salire lentamente con non oltre 300 metri di dislivello al giorno. Per chi si prepara a un trekking molto impegnativo o una spedizione ad alta quota si consiglia di dormire una decina di notti sopra i 3000 metri un mese prima della partenza Colpo di Sole Può accadere anche in giornate estive nuvolose. Il soggetto è debole, irritabile, stordito e nauseato. La pelle diventa calda e secca. La temperatura del corpo sale rapidamente e può arrivare a 40° ed anche più. Mal di testa, spossatezza., vertigini, pelle fredda e sudata, a volte svenimento, sono indici di colpi di sole leggero. In entrambi i casi mettere il paziente in luogo fresco ; sdraiatelo all’ombra con testa e spalle leggermente sollevate. A seconda della gravità avvolgete la testa e il corpo con asciugamani bagnati, massaggiate le gambe, dai piedi verso il cuore o addirittura versategli addosso secchi di acqua fresca. Somministrare bevande fresche e fredde, ma non stimolanti. Se possibile far bere tre o quattro bicchieri d’acqua fredda contenenti ciascuno mezzo cucchiaio di sale, uno ogni quarto d’ora. Assideramento E’ causato da una prolungata esposizione al freddo che provoca un restringimento dei vasi sanguigni riducendo l’afflusso del sangue ai vari organi e ai tessuti. Contribuiscono a questo stato, vento, bassa temperatura e umidità, ma anche stanchezza, alimentazione inadeguata, abuso di alcolici. Sintomi: intorpidimento, sonnolenza, diminuzione della vista, barcollamento, perdita di coscienza. Cercare di riscaldare il corpo, con impacchi caldi, avvolgendolo in coperte. Somministrare bevande calde, ma non alcolici. Cercare di portare l’infortunato in ambiente caldo. Se il paziente non respira procedere alla respirazione Bocca a bocca. Congelamento Appare inizialmente con pelle arrossata che diviene bianca e quindi grigio giallastra. Riguarda aree circoscritte del corpo, come mani, piedi, naso, orecchie ed è causato dalla bassa temperatura che genera il restringimento dei vasi sanguigni. Alle cause presenti in caso di assideramento si aggiunge un non perfetta difesa data da indumenti e scarpe troppo strette. Se possibile portare rapidamente in luogo chiuso; immergere la parte congelata in acqua piacevolmente calda ( provarla col gomito: non usare acqua bollente o termofori, né tenere il paziente vicino a una stufa); non strofinare i punti gelati e non applicare neve; far assumere bevande calde; non applicare polveri o pomate. Se necessario medicate con garze sterili. Quando il paziente è riscaldato invitatelo a muovere le parti colpite. Problemi di Salute Se avete problemi cardiorespiratori, biomeccanici od altre patologie si consiglia una visita medica che stabilisca i limiti di “lavoro” che siete in grado di affrontare. Di norma l’attività fisica non è mai controindicata, anzi!, ma va pianificata e graduata. Per chi ha problemi di instabilità alle articolazioni della caviglia è consigliabile una fasciatura contenitiva per evitare distorsioni. Se siete in sovrappeso attenzione alla discesa: abituatevi ad utilizzare bastoncini da sci o bastoncini retrattili. Scala delle difficoltà (estero) In Francia, una scala diffusa prevede cinque gradi: R1 : Randonnée accessible à tous, facile. Itinéraire évident sur sentier balisé. R2 : Randonnée accessible à la plupart. Itinéraire pouvant comporter des passages hors sentier, mais ne présentant pas de difficulté majeure. R3 : Itinéraire demandant une certaine expérience, pouvant se dérouler sur un terrain parfois exposé. Le sens du terrain et des notions d'orientation sont nécessaires. R4 : Itinéraire pour randonneur expérimenté. Passages exposés ou aériens, recherche d'itinéraire. R5 : Randonnée s'apparentant à de l'alpinisme facile. Progression sur glacier, usage de la corde, de piolet/crampons, passage très exposé, escalade facile. In Svizzera, il locale Club Alpino adotta la scala: T1 (Randonnée): Chemin ou sentier bien tracé. Terrain plat ou en faible pente, pas de risques de chute. T2 (R. en montagne): Chemin ou sentier avec tracé ininterrompu et montées régulières. Terrain parfois raide, risques de chute pas exclus. T3 (R. en montagne difficile): En général, sentier existant, les passages exposés peuvent être assurés avec des cordes ou des chaînes; évent. appui des mains nécessaire pour l’équilibre. Quelques passages exposés avec risques de chute, caillasse, pentes instables sans chemin. T4 (Itinéraire alpin): Sentier parfois invisible, itinéraire parfois sans chemin, l’aide des mains est quelquefois nécessaire pour progresser. Terrain assez exposé, pentes recouvertes d’herbe délicates, pentes instables, glaciers simples, non recouverts de neige. T5 (I.a. exigeant): Souvent sans chemin, quelques passages d’escalade simple, jusqu’à II. Terrain exposé difficile, pentes instables, glaciers et névés peu dangereux. T6 (I.a. difficile): La plupart du temps sans chemin, passages d’escalade jusqu’à II, en général non balisé, souvent très exposé, terrain d’éboulis délicat, glaciers avec risques de glissade. (vedi "Les Alpes" 4/2002 [pdf] )