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il lessico della costituzione italiana
IL LESSICO DELLA COSTITUZIONE ITALIANA Dizionario etimologico ipertestuale INDICE • • • • • • • • • • • • La prima Costituzione Il contesto storico Il lessico I tecnicismi giuridici Origini della nostra lingua Il latino che parliamo ancora oggi Dizionario Etimologico Principi fondamentali Le nostre regole in rima Le “parole calpestate” Le parole della convivenza civile Alunni La prima Costituzione • Lo Statuto albertino fu la prima Costituzione Italiana. • Fu concesso nel 1848 dopo molte esitazioni da Carlo Alberto, re di Sardegna, in seguito ai moti rivoluzionari diretti a promuovere lo Stato liberale. • Lo Statuto albertino, che limitava i poteri del sovrano, segnò il passaggio da uno Stato assoluto a uno Stato di diritto. Infatti per prima volta venne riconosciuta ai cittadini una serie di diritti, propri dello Stato liberale: l’uguaglianza di fronte alla legge (art.24), la libertà individuale (art 26), l’inviolabilità del domicilio (art.27), la libertà di stampa (art.28), il diritto di proprietà (art. 29), il diritto di riunione (art.32) . • Il diritto di voto era però subordinato alla ricchezza, all’età,alla condizione di sesso maschile, e alla capacita di leggere e scrivere. Il che significa che in pochi potevano votare. • Al momento dell’ unificazione (1861) il regno di Sardegna si trasformò in regno d’Italia , incorporando i precedenti Stati pre-unitario. Lo Statuto albertino, diventato la carta fondamentale del regno, venne applicato in senso sempre più liberale fino alla fine della guerra mondiale. Gradualmente si affermarono le libertà civili e politiche. IL CONTESTO STORICO • • • • • “Un paese devastato dai bombardamenti e dal passaggio di due eserciti, una società ancora umiliata dalla dittatura fascista e poi lacerata da una guerra civile, miserie materiali e morali incombenti: di qui prendevano le mosse i deputati del’Assemblea Costituente per scrivere insieme gli articoli della Costituzione della Repubblica e ricostruire così la trama civile e democratica dell’Italia rinata alla libertà. Si trattava di dare all’Italia una Costituzione che fosse per tutti un chiaro punto di riferimento. La nascente democrazia ebbe in eredità il 60% di popolazione italiana analfabeta e i Costituenti certo pensarono anche a loro quando scrissero la Carta Costituzionale. Il testo della Costituzione fu approvato il 22 dicembre 1947 ed il I gennaio del 1948 è entrato in vigore. IL LESSICO DELLA NOSTRA CARTA COSTITUZIONALE “Il testo della Costituzione italiana è lungo 9369 parole.¹ Un grandissimo numero di queste parole è tratto dal vocabolario di base. Il ruolo del vocabolario di base nella Costituzione acquista più rilievo se dall’inventario del lessico si passa alla sua messa in opera, al suo sfruttamento nel testo. Le parole di base sono enormemente più frequenti. Di conseguenza il vocabolario di base va a coprire il 92,13% delle oltre novemila parole ricorrenti nel testo. Solo il 7,87% del testo della Costituzione è quindi costruito con vocaboli non di base. Pertanto il testo è dotato di un’alta leggibilità Non vi è testo legislativo italiano che possa vantare una caratteristica di così larga accessibilità. • I TECNICISMI GIURIDICI “ I pochi tecnicismi giuridici, presenti nella Costituzione, in ordine di frequenza decrescente sono: giurisdizione e giurisdizionale, promulgare e promulgazione, indire, legittimità, comma, indulto, ratificare, avocare, competere “appartenere”, demandare, demanio, dicastero, erariale, equipollente, gravame, lacuale, revoca, sancire”. • ABBIAMO CERCATO IL LORO SIGNIFICATO, ECCOLO! • Giurisdizione = potere di giudicare ciò che ricade sotto la propria competenza. • Promulgare = pubblicare una legge o un emendamento • Indire = ordinare pubblicamente • Legittimità = l’essere valido, fondato, conforme alla legge • Comma = ogni singola parte di un articolo di legge, di un regolamento • Indulto = provvedimento di clemenza con cui il parlamento condona in tutto o in parte le pene di determinati reati. • Ratificare = confermare, convalidare un atto, una nomina. • Avocare = chiamare a sé, assumersi un provvedimento, un bene, un’ inchiesta • Demandare= affidare, rimettere un incarico a qualcuno • Demanio = insieme di beni inalienabili dello Stato e degli enti pubblici • Dicastero= Ministero • Erariale= che appartiene all’amministrazione finanziaria dello Stato • Equipollente= di ugual valore • Gravame= tassa, imposta • Lacuale = relativo a lago. Dal latino lăcus • Revocare = disdire, annullare • Sancire= stabilire, approvare solennemente • “ La rinuncia ai tecnicismi del linguaggio giuridico e amministrativo, non toglie forza alla normazione costituzionale. Al contrario, la nettezza perentoria delle affermazioni, la loro trasparenza e accessibilità sono tali da riverberarsi positivamente sulle altre leggi e norme. La sua giuridicità sta proprio in questa efficacia garantita dalla sua nitidezza”. Abbiamo ricercato l’etimologia di alcune importanti parole contenute nei 12 Principi fondamentali. Ma iniziamo dalle origini della nostra lingua. Origini della nostra lingua • L’italiano, il sardo, il ladino,il francese, il provenzale, lo spagnolo,il catalano, il portoghese e il rumeno sono lingue parlate oggi in Europa, che derivano dal latino. • Il latino era la lingua degli antichi Romani e, prima ancora, era uno dei dialetti delle popolazioni italiche del Lazio. • Quando Roma divenne una grande potenza ed estese il suo dominio prima sull’Italia, poi sull’Europa quindi su tutta l’area del Mediterraneo, diffuse ed impose anche la propria lingua. • Esisteva allora un latino “colto” parlato dagli uomini di studio e usato nelle opere letterarie, (chiamato oggi “latino classico”) e un latino “volgare”, parlato quotidianamente dal “volgo”, cioè dal popolo. Fu il latino volgare che si diffuse nelle province romane e che si trasformò, mescolandosi con le lingue locali. • Quando l’unità dell’impero venne meno, il latino ebbe in ogni regione una storia a sé e diede luogo, nel corso dei secoli, alle attuali lingue romanze o neolatine, di cui anche l’italiano fa parte. IL LATINO CHE PARLIAMO ANCORA OGGI CURRICULUM-VITAE = percorso di vita REPETITA-IUVANT = le ripetizioni giovano EX – NOVO = dal principio IN- EXTREMIS = all’ultimo momento VADEMECUM = guida , manuale QUI PRO QUO = una cosa per l’altra DEO GRATIAS != grazie a Dio! MENS SANA IN CORPORE SANO = mente sana in un corpo sano LUPUS IN FABULA = il lupo nella favola VERBA VOLANT SCRIPTA MANENT = le parole volano gli scritti rimangono FACSIMILE = copia identica di un documento EX AEQUO = alla pari IN ALTO LOCO = ai vertici del potere PAR CONDICIO = pari condizioni . LEGĒNDA= didascalia che accompagna disegni o grafici. DEMOCRAZIA PACE DIRITTO LAVORO DOVERE REPUBBLICA LEGGE CITTADINO COSTITUZIONE SOCIALE GUERRA STATO TECNICA SCIENZA NAZIONE DIZIONARIO ETIMOLOGICO ipertestuale COSTITUZIONE dal latino CONSTITUTIONEM da CONSTITUERE, stabilire, ordinare, dare stabile assetto. Riferito a Stato, Governo, Ordinamento, ed anche la Legge fondamentale di uno Stato per la quale la potestà di chi regge o governa è rappresentata da deputati e senatori eletti. REPUBBLICA dal latino RES-PÚBBLICA , che si intende cosa pubblica. In generale ogni specie di governo; in particolare Stato governato dal popolo o dai nobili; forma di governo non presieduto da un monarca. DEMOCRAZIA dal greco DEMOKRATIA composto da DÉMOS popolo e KRÀTOS forza, governo. Governo a cui prendono parte diretta o indiretta tutti i cittadini. LAVORO dal latino LÀBOR fatica, da cui LÀBORARE durar fatica ed anche operar faticando, ossia lavorare: dalla radice LABH, che sembra avere il senso proprio di afferrare e quello figurato di volgere il desiderio, la volontà l’intento, l’opera a qualcuno. DIRITTO dal latino DIRÉCTUM ciò che è retto. Principio di giustizia, dal quale debbono prendere norma e misura gli atti della libertà umana. Legge o complesso di leggi. LEGGE dal latino LEGEM tratto dalla stessa radice di LIGÀRE legare, perché obbliga. Regola stabilita dall’autorità divina o umana, che obbliga gli uomini ad alcune cose e ne vieta loro alcune altre, alfine di pubblica utilità. DOVERE dal latino DEBÈRE –participio passato di DEBITUS da DE-HIBERE composto dalla particella DE indicante allontanamento, ovvero con senso negativo , non possedere, avere obbligo di dare o rendere agli altri qualcosa. Come sost. obbligo morale il convenevole, il giusto. STATO dal latino STÀTUS = greco STRATOS; stare saldo, rimanere. Dicesi pure la Società civile retta da un governo, in quanto la si reputa salda e ferma e indica anche il territorio che esso occupa. SOCIALE dal latino “socii” = alleati la Repubblica è una società di “pari”, cioè, tutti i cittadini hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri, quindi tutti sono degni di rispetto, cura e assistenza. AVERE PARI DIGNITA’ SOCIALE (art. 3) • CITTADINO deriva dal latino “civitas” = città = Stato che è parte della “civitas”, cioè parte dello Stato. SCIENZA dal latino SCIÈNTIA da SCÍENS participio presente di SCIRE sapere. Sistema di cognizioni acquisite con lo studio e con la meditazione. TECNICA dal latino TÉCHNICUS dal greco TECHNIKÒS conforme all’arte e anche che conosce l’arte ,esperto, da TÈCH-NÉ arte, che ha il senso generico di fare, produrre, creare. TECNOLOGIA dal greco TECHNOLOGÍA composto di TÈCHNÉ arte e LOGÌA per LÒGOS discorso, tratto dal tema di, LEGO parlo, dico, descrivo. Esposizione di regole per trattare con arte e scientificamente un soggetto. Dottrina sull’immediata applicazione delle scienze fisiche, chimiche, matematiche, delle arti e dei mestieri. NAZIONE dal latino NATIÓNEM propr. nascita dal tema di NÀTUS participio passato di NÀSCI nascere. Generazione di uomini nati in una medesima regione; Riunione di uomini abitanti un medesimo territorio, aventi da lungo tempo interessi molto comuni fra loro, per cui si riguardano come appartenenti alla stessa etnia. PACE Dal latino PACEM, dalla radice PAC = PAK-, PAG- legare, unire, saldare. Accordo conchiuso fra due parti nemiche contendenti, particolarmente in guerra; Concordia, Quiete, Riposo. GUERRA dal tedesco WЁRRA- contesa, discordia. Sta in relazione con werran abbaruffarsi , confondere, scompigliare; perché rappresenta la zuffa, la mischia, di cui parla il Guicciardini, propria dei Germani, in opposizione alla guerra ordinata latino BÈLLUM, di quadroni contro squadroni, propria dei Romani. La voce BELLUM che poteva confondersi con BELLUS bello, venne volentieri abbandonata nelle lingue romanze per accettare il vocabolo germanico, che anche meglio rispondeva al sistema di combattimento. Azione di eserciti nemici che si offendono, avendo per fine la vittoria. PRINCIPI FONDAMENTALI F P • • • • • • • Art. 1 Art. 2 Art. 3 Art. 4 Art. 5 Art. 6 Art. 7 • • • • • Art.8 Art. 9 Art. 10 Art.11 Art.12 R O N D I A N M C E N I T P A I L I Articolo 1 L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Articolo 2 La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo e sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Articolo 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese. Articolo 4 La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. Articolo 5 La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia del decentramento. Articolo 6 La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche. Articolo 7 Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti non richiedono procedimento di revisione costituzionale. Articolo 8 Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con relative rappresentanze Articolo 9 La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il passaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Articolo 10 L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei tratti internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici. Articolo 11 L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolti a tale scopo. Articolo 12 La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni. Le nostre regole… in rima 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. Rispetta i compagni se no pulisci i bagni! Chi crea confusione è un brutto burlone! Cercate di non essere rimproverati altrimenti siete rovinati! Se non ti alzi in segno di saluto hai la testa ad imbuto! Se danneggi il materiale dovrai pagare! Ti conviene sederti e meditare. Chi si prende una nota ha la zucca vuota! Chi non porta il materiale è messo male! Se non fai i compiti la testa rompiti! Chi risponde male al professore,fuori deve stare due ore! Rispetta i compagni stranieri sia bianchi sia neri! LE “PAROLE CALPESTATE” Storie di diritti negati • Dal “Corriere della Sera” del 10/01/2010 Rosarno. Scoppia una rivolta tra immigrati e residenti. Il bilancio degli incidenti è stato di 37 feriti, uno è in gravi condizioni. Gli incidenti sono scoppiati in seguito al ferimento di un extracomunitario, la ribellione al grave gesto ha fatto scoppiare gli scontri. La tensione è molto alta e le scuole e i negozi sono stati chiusi. Gli extracomunitari lavoravano 14- 15 ore al giorno per 22 euro . I caporali tenevano in pugno centinaia di extracomunitari nei campi per intere giornate e nei tuguri dell’ex fabbrica Rognetta e dell’ ex opera Sila . Uno sfruttamento che è durato fino al 7 gennaio scorso, quando è scoppiata la rivolta. • PAROLE CALPESTATE : dignità, lavoro regolare, uguaglianza. LE “PAROLE CALPESTATE” Storie di diritti negati • Dalla Gazzetta del Sud del 29 aprile 2010 ADOZIONI, STOP ALLE SCELTE RAZZISTE I bambini sono tutti uguali. La Procura di Roma ha chiesto alle Sezioni Unite di affermare che sui bambini non ci possono essere differenze. Il Tribunale per i minori di Catania è stato denunciato perché aveva raccolto i desideri di una coppia che voleva adottare bambini di “tipica razza europea”. E’ stato perciò chiesto di richiamare i tribunali al rispetto del principio di uguaglianza. Adottare un bambino significa dare amore. PAROLE CALPESTATE : uguaglianza, diritti dei bambini. LE “PAROLE CALPESTATE” Storie di diritti negati • Dalla Gazzetta del Sud del 6 maggio 2010 Somalia AUMENTA IL RECLUTAMENTO DEI MINORI Mogadiscio. Il reclutamento di bambini come soldati in Somalia è, secondo i dati dell’Unicef, in drammatico aumento. Le scuole vengono utilizzate come centri di reclutamento e i bambini dopo la cattura vengono picchiati o giustiziati. L’ONU chiede alla comunità internazionale di condannare questa pratica e usare il proprio potere per porvi fine. PAROLE CALPESTATE : diritto al gioco, all’istruzione, all’amore dei genitori, alla libertà. LE “PAROLE CALPESTATE” Storie di diritti negati • Dalla Gazzetta del Sud del 29 aprile OPERAIO MUORE CADENDO IN UN SILO DI GRANO Un altro incidente sul lavoro. Un operaio è caduto in un silo pieno di grano ed è morto, probabilmente soffocato. L’operaio aveva cinquant’anni ed era impegnato a compiere lavori di manutenzione. Invano due suoi colleghi hanno cercato di aiutarlo, rischiando di cadere a loro volta. Il fatto è successo proprio nella giornata per la sicurezza sul lavoro. PAROLE CALPESTATE :sicurezza sul posto di lavoro LE “PAROLE CALPESTATE” Storie di diritti negati • Dalla Gazzetta del Sud del 22 aprile 2010 LITORALI DELLA LOCRIDE COSI’ BELLI, COSI’ SPORCHI La sporcizia regna sovrana lungo le spiagge della Locride e gli interventi di pulizia ritardano. Mantenere puliti i paesi è anche un modo per dare un volto nuovo ai tanti centri di questo bellissimo territorio. PAROLE CALPESTATE :difesa dell’ambiente LE “PAROLE CALPESTATE” Storie di diritti negati • Dalla Gazzetta del Sud del 4 febbraio 2010 NEONATA MORTA IN CORSIA. Rigettata l’archiviazione Morte sospetta di una bambina nel reparto di Neonatologia dell’Ospedale di Cosenza. Questo dramma è avvenuto ad aprile del 2007. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la bambina è deceduta perché aveva contratto un pericoloso batterio che l’ha portata alla morte. I genitori della bimba hanno denunciato le presunte carenze igieniche dell’ospedale e oggi è stata respinta l’archiviazione del caso formulata dalla procura. PAROLE CALPESTATE : sanità efficiente per tutti LE PAROLE DELLA CONVIVENZA CIVILE • • • • • • • SCIENZA PACE DIRITTO LAVORO STATO REPUBBLICA CULTURA CITTADINO NAZIONE LEGGE COSTITUZIONE TECNICA DOVERI LIBERTA’ DEMOCRAZIA ALUNNI Arfuso Domenica Casile Eleonora Fortugno Saverio Fotia Pietro Romeo Caterina Russo Domenica Fotia Alessia Pitasi Domenica Trunfio Caterina Trunfio Vittoria Casile Antonino Casile Margherita Casile Agostino Macheda Maria Macheda Valentina Morabito Antonia Pizzimenti Paolo ISTITUTO COMPRENSIVO “E. FERMI” CARDETO (RC) Responsabile del progetto : prof. S. Curulli