Le sostanze di interesse farmaceutico inserite nella Farmacopea
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Le sostanze di interesse farmaceutico inserite nella Farmacopea
ANALISI ORGANICA Le sostanze ORGANICHE sono per buona parte molecole strutturalmente complesse e a volte abbastanza simili tra di loro. Inoltre, il loro numero è grande per cui eseguire l’identificazione di un composto senza una selezione preventiva diventa estremamente difficile. In mancanza di un procedimento razionale che permetta, attraverso pochi saggi preliminari semplici e veloci, di raggruppare le sostanze in gruppi poco numerosi difficilmente si potrà arrivare al riconoscimento della molecola in esame. Saggi preliminari Un modo abbastanza semplice per ottenere tale scopo è quello di raggruppare le varie molecole in funzione della loro natura nonché di valutare gli elementi presenti in esse. I saggi preliminari che permettono di raggiungere questo obbiettivo sono la combustione su coccio di porcellana ed il saggio di Lassaigne . La valutazione inoltre della solubilità del composto in vari solventi è di notevole ausilio per l’identificazione. Combustione su coccio di porcellana. Questo saggio serve a stabilire la natura del composto in esame consentendo di distinguere se esso appartiene ad uno dei tre seguenti gruppi: 1. Sostanze inorganiche 2. Sostanze organiche 3. Sali di acidi organici L’appartenenza della sostanza in esame ad uno dei tre gruppi appena citati si otterrà bruciandone, prima al bunsen poi alla soffieria, una piccola quantità in un coccio di porcellana e valutando quindi il comportamento alla combustione. In particolare il comportamento che ci si può aspettare è il seguente: 1. Le sostanze inorganiche , per effetto della combustione, possono rimanere inalterate, fondere lasciando un residuo oppure sublimare. Tali sostanze comunque non carbonizzano e qualora lascino un residuo sicuramente esso non è carbonioso. 2. Le sostanze organiche invece, proprio perchè il loro componente principale è il carbonio, sono composti che normalmente bruciano e carbonizzano; la carbonizzazione è l’elemento fondamentale per distinguere tali sostanze da quelle inorganiche. Se la combustione alla soffieria viene prolungata ulteriormente dopo la carbonizzazione, nel coccio di porcellana non resta alcun residuo; il residuo carbonioso infatti per effetto della fiamma ossidante della soffieria si allontana sotto forma di CO 2 . 3. I sali degli acidi organici sono sostanze che possiamo considerare miste poiché presentano sia una componente organica che una inorganica. Il loro comportamento alla combustione presentera quindi ambedue gli aspetti; la sostanza brucia e carbonizza per effetto della sua componente organica ma, a differenza delle sostanze organiche, prolungando la combustione oltre la carbonizzazione nel coccio resterà un residuo di ossido, carbonato o metallo proveniente dalla componente inorganica. Oltre a questi comportamenti che sono caratteristici della natura del composto è bene valutare, durante la combustione, ogni altro fenomeno che si può presentare in quanto tali osservazioni possono essere di grande aiuto durante il processo di identificazione. Di seguto sono riportati alcuni esempi di tali comportamenti: Sostanze inorganiche Sostanze organiche Sali di acidi organici CaCO 3 Na 2 CO 3 Na 2 S 2 O 3 HgCl 2 inalterata fonde brucia subli ma saccarosio Sodio salicilato rigonfia, odore caratteristico lascia un residuo bianco Il saggio di Lassaigne è il secondo saggio preliminare che permette di suddividere le varie sostanze secondo gli elementi che le compongono. In particolare, accertata la natura organica o mista della sostanza, attraverso una fusione della sostanza in presenza di un agente riducente (sodio nel saggio di Lassaigne, Mg/CaCO 3 in quello modificato) è possibile accertare la presenza di azoto, zolfo, alogeni nel composto in esame. Mescolando infatti una piccola quantità di sostanza con un eccesso (1 3) di miscela magnesiaca (Mg/CaCO 3 ), permettendone la decomposizione riduttiva mediante fusione al bunsen, immergendo la massa fusa in acqua, filtrando si ottiene infine un liquido alcalino limpido ed incolore magnesio: (liquido di Lassaigne) contenente sali solubili di (C, H, N, X, S) calore + CN Mg/CaCO3 + S 2- 2+ + X + Mg + O H Sul liquido di Lassaigne, diviso in tre aliquote è possibile ricercare l’eventuale presenza di Azoto, zolfo e alogeni nella sostanza. AZOTO Se è presente azoto nella sostanza, nel liquido di Lassaigne saranno presenti ioni cianuro (CN - ) che potranno essere identificati addizionando il liquido di solfato ferroso solido e portando la miscela ottenuta all’ebollizione: + FeSO4 Fe(CN)2 2 Mg(CN)2 + Fe(CN)2 4 Mg(CN)2 + MgSO4 Mg2[Fe(CN)6] esaciano ferrato (II) di magnesio Si aggiunge quindi H 2 SO 4 e si riscalda lievemente; l’H 2 SO 4 scioglie eventuali idrossidi di Fe formatisi. Parte del Fe 2 + si ossida, per effetto dell’ossigeno atmosferico in Fe 3 + che reagisce con lo ione esacianoferrato: 3+ 4 Fe + 4- Fe4[Fe(CN)6]3 3[Fe(CN)6] Ferocianuro ferrico (Blu di Prussia) formando il ferrocianuro ferrico o Blu di Prussia che colora la soluzione di un blu intenso. E’ essenziale che il rapporto tra sostanza e miscela magnesiaca sia almeno di 1 a 3 in quanto se nella sostanza organica, oltre all’azoto fosse presente anche lo zolfo, in difetto di miscela magnesiaca si formerebbe tiocianato sodico che interferirebbe con il saggio poiché in presenza di Fe 3 + precipiterebbe Fe(SCN) 3 colorato di rosso. L’eccesso di miscela magnesiaca invece permette la decomposizione del tiocianato eventualmente formatosi: Sostanza contenente azoto e zolfo Mg/CaCO3 Mg(SCN)2 Mg/CaCO3 Mg(CN)2 + MgS ZOLFO Se è presente zolfo nella sostanza, nel liquido di Lassaigne saranno presenti ioni solfuro (S 2 - ) che potranno essere identificati: 1. acidificando il liquido di Lassaigne con acido acetico e aggiungendo piombo acetato: 2- (CH3COO)2Pb + S PbS + 2 CH3COO - la formazione di un precipitato nero di solfuro di piombo indica la presenza di zolfo nella sostanza. 2. trattando la soluzione di Lassaigne con una soluzione di nitroprussiato di sodio (pentacianonitrosilferrato disodico) allo 0.1%: 2- S + [Fe(CN)5NO] 4- [Fe(CN)5NOS] 4- Rosso porpora che in presenza di ioni solfuro da luogo ad una colorazione porpora. ALOGENI Se sono presenti alogeni nella sostanza, nel liquido di Lassaigne saranno presenti ioni alogenuro (X - ) che potranno essere identificati acidificando con HNO 3 ed aggiungendo nitrato d’argento sfruttando la scarsissima solubilità dei loro sali d’argento. AgCl Kps = 1.82·10 - 1 0 bianco AgBr Kps = 5·10 - 1 3 bianco giallastro -17 AgI Kps = 8.3·10 giallo Poiché anche gli ioni CN - ed S 2 - formano con l’argento sali poco solubili AgCN Ag2S Kps = 2.2·10 - 1 6 bianco Kps = 8·10 - 5 1 nero la determinazione degli alogenuri va effettuata dopo aver eseguito i saggi per la presenza di azoto e zolfo e nel caso in cui essi siano presenti è necessario allontanarli prima di effettuare il saggio per gli alogeni;. Tale operazione si effettua acidificando il liquido di Lassaigne con H 2 SO 4 e riscaldando; i due interferenti si allontanano sotto forma gassosa: - + H+ + 2S + 2H CN HCN (g) H2S (g) dopo tale procedura è necessario ripristinare con acqua il volume della soluzione al volume iniziale. Il colore del precipitato fornisce indicazioni sul tipo di alogeno. Prove di solubilità sul precipitato ci danno ulteriori conferme: Sale d’argento AgCl AgBr AgI Colore bianco bianco giallastro giallo Solubilità in NH 3 dil. solubile parzialmente solubile insolubile Il colore del precipitato e la solubilità in ammoniaca possono comunque fornire solamente delle indicazioni non possono confermare né quale alogeno sia presente nella sostanza né se c’è n’è più di uno. Ad esempio un precipitato bianco giallastro che si solubilizza parzialmente in ammoniaca diluita potrebbe indicare la presenza di AgBr quindi di bromo nella sostanza ma potrebbe altresì essere indice della presenza di AgBr e AgCl quindi di una sostanza sia bromurata che alogenata. Qualora dal liquido di Lassaigne acidificato con HNO 3 e trattato con AgNO 3 si forma un precipitato caseoso che indica la presenza di alogenuri è necessario eseguire un ulteriore saggio. Una aliquota del liquido di Lassaigne viene acidificata con H 2 SO 4 addizionata di KMnO 4 e riscaldata a 80° per 5 minuti. In questa condizioni si ottiene l’ossidaizone del Br - e I - mentre il Cl - non subisce ossidazione: + KMnO4 / H Cl Cl La reazione non avviene + KMnO4 / H Br Br2 + KMnO4 / H I I2 Per aggiunta di un solvente organico immiscibile con l’acqua (CCl 4 o CHCl 3 ) una colorazione nello strato organico indicherà la presenza di iodio o bromo: Br2 (CCl4) Soluzione organica colorata di rosso scuro I2 (CCl4) Soluzione organica colorata di violetto L’ulteriore aggiunta di alcool allilico permette di stabilire la presenza o meno di ambedue gli alogeni. Infatti, mentre l’alcool allilico reagisce con il bromo facendo scomparire la colorazione rosso scuro dalla fase organica, lo iodio non reagisce, quindi la colorazione violetta permane: OH Br2 Br Br OH alcool allilico OH alcool allilico I2 OH La reazione non avviene In base quindi alle variazioni di colore è possibile risalire se nella sostanza sotto esame è presente un solo alogenuro o ambedue: Br2 (CCl4) alcool allilico Soluzione incolora Rosso scuro I2 (CCl4) alcool allilico Soluzione violetta Rosso violetta I2 + Br2 (CCl4) Rosso scuro alcool allilico Soluzione violetta Infine se consideriamo tutto il processo nel suo complesso si evidenzia bene come è possibile selettivamente verificare la presenza di uno, due o tutti e tre gli alogeni nella molecola: Cloruro, Bromuro, Ioduro Permanganato/acidosolforico, T=80° Cloruro, Bromo, Iodio Estrazione con tetracloruro di carbonio Fase acquosa Cloruro Estrazione con cloroformio Fase organica Bromo, Iodio Alcool allilico Fase acquosa Cloruro Nitrato d'argento/acido nitrico AgCl Precipitato bianco 1. Soluzione da rossa a incolora - Bromo 2. Soluzione da rossa a violetta - Bromo+Iodio 3. Soluzione da violetta a violetta - Iodio