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storia_della_normazione
CHIMICA E QUALITA’ TOTALE LA STORIA DELLA NORMAZIONE Siti internet • www.uni.com/it/ •www.qec.it •www.cenorm.be •www.iso.ch UNI Ente Nazionale Italiano di Unificazione. Sito ufficiale della normazione in Italia Qualità e Competitività per navigare nella normazione e nella Qualità in Italia CEN Comitato Europeo di Normazione. Sito ufficiale del CEN, ente che elabora norme tecniche a livello europeo. Sede Bruxelles ISO Organizzazione mondiale per la normazione. Sede Ginevra •Www.wssn.net/WSSN/ Sito nuovissimo per la navigazione delle norme di tutto il mondo •www.itu.ch •www.iec.ch •www.etsi.fr ITU Unione Internazionale Telecomunicazioni. Sito ufficiale per le telecomun. mondiali. Sede Ginevra IEC Comitato Elettrotecnico Internaz. Sede Ginevra ETSI Ente Europeo Settore Telecomunicazione Sede Nizza •Www.cenelec.be •www.ceiuni.it CENELEC Comitato Europeo di Normazione Settore Elettrotecnico Sede Bruxelles CEI Comitato Elettrotecnico Italiano. Sito ufficiale italiano del settore elettrotecn. 1.1 Le “coincidenze” che capitano ogni giorno Ti sarà capitato di incontrare un amico in un posto dove mai ti saresti aspettato di trovarlo, e mormorare: che coincidenza!!!! Oppure ti sarai meravigliato nel ricevere una telefonata dalla persona alla quale stavi giusto pensando … che coincidenza!!! Ci sono però delle coincidenze che non ci stupiscono affatto!!!! Ad esempio: ieri ho comprato un rullino per la mia macchina fotografica. Sono entrato in negozio, ho chiesto un rullino a colori da 36 e ho dato “per scontato” che andasse bene per la mia macchina fotografica! A casa, poi, ho trovato assolutamente “normale” che il rullino si adattasse perfettamente alle dimensioni della mia macchina. Secondo te è una “coincidenza”?? Questo pomeriggio ho aiutato mio padre in ufficio, dovevamo stampare un centinaio di lettere da inviare ai clienti. Ad un certo punto la stampante è rimasta senza fogli e ho dovuto riempirla nuovamente. I fogli, che ho comprato alla cartoleria qui all’angolo, si adattavano perfettamente (erano della stessa lunghezza e larghezza) alle dimensioni della stampante che è stata fabbricata all’estero. Secondo te è una “coincidenza”?? Stasera vado ad una festa in casa di un’amica cara. Proprio all’ultimo è saltato fuori che il suo stereo non funziona. Così ci dovremo accontentare del mio vecchio portatile per avere un po’ di musica. E’ “scontato” che la spina del mio portatile si adatta perfettamente alle prese elettriche in casa della mia amica. Secondo te è una “coincidenza”?? Mentre camminavo per strada, mi sono ricordata che dovevo telefonare al “mio ragazzo”. Non avendo dietro il cellulare, sono entrata nella prima cabina libera che ho trovato ed ho inserito la scheda telefonica nella fessura. Ovviamente la scheda era della dimensione esatta per entrare nella fessura. Secondo te è una “coincidenza”?? Esercizio n. 1 a pensando ad una qualsiasi tua giornata, ai prodotti che usi ed alle azioni che fai, individua alcune “coincidenze” del tipo sopra descritto. Parla delle prime tre “coincidenze”che ti vengono in mente con il tuo insegnante. …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………… sappiamo tutti benissimo che gli eventi di cui abbiamo appena parlato non sono coincidenze, ma sono il frutto di decisioni concordate!!! Cerchiamo di capire PERCHE’ QUESTE DECISIONI CONCORDATE SI RENDONO NECESSARIE 1.2 La normativa tecnica come forma di linguaggio comune Se non fosse stabilito un linguaggio comune, cioè delle dimensioni e delle caratteristiche “standard”, sarebbe impossibile far comunicare gli oggetti tra loro: . Il rullino non entrerebbe nella macchina fotografica, . Il foglio si incepperebbe nella stampante, . La spina non entrerebbe nella presa, . La carta telefonica non andrebbe nella fessura. Questo particolare linguaggio comune prende il nome di “NORMATIVA TECNICA” Le norme tecniche sono il frutto di lunghe discussioni (che possono durare degli anni) tra i massimi esperti di un settore specifico e tra tutti gli interessati ad un dato argomento (anche persone comuni: i consumatori). Si arriva quindi alla stesura di un documento su cui tutti si trovano d’accordo. La norma infatti è un documento fondato sul consenso di tutti coloro che hanno partecipato alla sua elaborazione. Nessuno ci obbliga ad applicare le norme tecniche. In altre parole, le norme tecniche sono dei documenti di applicazione volontaria. Non ci lasciamo ingannare però: anche se non sono di impiego obbligatorio, sono comunque degli utilissimi punti di riferimento!!! Cioè “conviene” seguire le disposizioni delle norme tecniche nella maggior parte dei casi! Ma, concretamente, le norme tecniche cosa sono? Che aspetto hanno? Una norma t. è un documento che può variare dalle poche pagine fino ad arrivare ad alcune centinaia. In questo documento sono specificate . le azioni che quell’oggetto deve essere in grado di svolgere, . i requisiti dimensionali nei minimi dettagli, ecc... Una norma tecnica spesso contiene simboli, definizioni, diagrammi, codici, metodi di prova, ……. Esercizio n. 1 b Trova su internet la norma UNI 10395 “Biciclette. Requisiti di sicurezza” e la norma UNI 9217/2 “Impianti sportivi. Tribune. Tribune telescopiche. Caratteristiche e prescrizioni”. Analizzane le strutture ed individua le “parti” di cui una norma si compone. C’è un titolo? C’è un sommario? C’è un indice? C’è una suddivisione in paragrafi? Indica all’insegnante la struttura ……. ………………………………………………………………………….. 2.1 Le norme tecniche nel corso dei secoli Già con i Romani la normativa tecnica arriva ad esercitare la sua opera “unificatrice” su diversi territori e culture. Ad esempio: i mattoni di argilla cotta di dimensioni prestabilite = norma tecnica le strade tutte della stessa larghezza = norma tecnica il sistemi di pesi e misure = norma tecnica i chiodi, riconducibili ad alcune “taglie” prefissate = norma tecnica il calendario = norma tecnica Nel 1700, poi, assistiamo ad un movimento di unificazione di grande importanza scientifica e commerciale: la definizione del metro!!!! E del sistema metrico decimale!!!!!!!! Ciò faciliterà enormemente i rapporti economici di tutto il mondo Attorno alla metà del 1800, vengono unificate le unità di misura elettriche e magnetiche!!!!!!!! Contemporaneamente vengono unificati il cono Morse e l’attacco Edison per le lampadine elettriche!!!!!!! Successive unificazioni di portata internazionale sono quelle dei fusi orari e dello scartamento dei binari, uguale per quasi tutte le reti ferroviarie del mondo!!!!!!! 2.2 Il significato delle norme tecniche, oggi Oggi l’attività di normazione comprende anche la definizione delle prestazioni dei prodotti e dei processi, interessando tutte le fasi di vita del prodotto cioè passando dalla progettazione fino alla sua fruizione. Oggi poi la normazione si occupa anche di definire dei livelli di sicurezza del prodotto così da tutelare le persone che vengono in contatto con esso. Qualità e Sicurezza sono dunque due valori molto importanti che guidano l’attività di normazione. La normazione oggi persegue i seguenti obiettivi: 1. Migliorare l’economicità del sistema produttivo attraverso la definizione e l’unificazione dei prodotti e dei processi 2. Facilitare la comunicazione tecnica tramite l’unificazione dei simboli e dei codici 3. Promuovere la sicurezza dell’uomo e dell’ambiente 4. Salvaguardare gli interessi dei consumatori e della collettività esercizio n. 2 a consultando il Catalogo delle Norme UNI (www.unicei.it) prova ad identificare delle norme che perseguono le finalità come nell’esempi sotto indicati: esempi di norme che migliorano la economicità del sistema produttivo (norme su qualche processo produttivo) ………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………… esempi di norme che facilitano la comunicazione tecnica (norme che codificano le dimensioni di svariate apparecchiature) …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………… esempi di norme che promuovono la sicurezza dell’uomo e dell’ambiente (norme sulla qualità dell’aria) …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………… esempi di norme che salvaguardano gli interessi dei consumatori e della collettività (norme sui prodotti alimentari) …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………... 2.3 alla scoperta delle norme che fanno per te! Le norme tecniche, quindi, sono “oggetti di uso quotidiano”, qualcosa che ci riguardano da vicino. Cerchiamo ora di capire come “cercare” le norme che fanno parte della tua vita quotidiana…aiutando con questo esercizio n. 2 b individua 5 prodotti o servizi di uso quotidiano e cerca nel Catalogo se trovi delle norme tecniche applicabili a tali prodotti o servizi. (un aiuto: io uso ogni giorno il treno. Per scoprire se ci sono norme tecniche sui treni digito la parola-chiave “treno” nel campo apposito di ricerca per parola-chiave.) devi sapere poi, che esiste anche un sistema di ricerca molto più efficace e preciso rispetto a quello per parola-chiave. Si tratta di ricercare le norme in base al “Codice ICS”. ICS significa: International Classification for Standards cioè Sistema di Classificazione Internazionale delle norme. Basta sapere che ogni norma è identificata da un numero, da un titolo, e da un Codice ICS. Quest’ultimo, che è in forma numerica come ad esempio 91.060.30, identifica in modo preciso l’argomento della norma . (esempio: tutte le norme che parlano di materiali da costruzione ed edifici hanno Codice ICS 91.060.30 che appunto identifica tale settore) Per sapere in quale codice ICS ricadono le norme sui treni, basta effettuare una semplice ricerca on-line sul sito UNI. Segui il link per il Catalogo, poi il link per la “Ricerca classificazione ICS”. Infine inserisci la parola-chiave (in questo caso treno) e scopri il Codice/i Codici ICS del settore treni e ferrovie. Una volta identificato il/i codici, puoi effettuare una ricerca sul Catalogo delle Norme basandoti sul codice ICS e non sulla parolachiave. In questo modo hai maggior garanzie di completezza della tua ricerca. Questo perché tutte le norme che citano nel titolo la parola “ferrovia” senza citare la parola “treno” sono escluse dalla ricerca per parola-chiave, mentre vengono prese in considerazione dalla ricerca per codice ICS. Tutto chiaro? Allora scrivi 5 prodotti o servizi che “usi” ogni giorno. Scopri se ci sono norme di riferimento, in quale Codice ICS sono classificate. Trascrivi accanto a ciascuna parola-chiave il settore, il Codice ICS ed il titolo 3.1 crescita industriale ed attività normativa di supporto Uno degli esempi più celebri di unificazione nel settore industriale è quello della filettatura delle viti e dei dadi. Sembra un problema di poco conto, invece ha dato del filo da torcere a molti, e per molto tempo! Prova ad immaginare che per la tua classe valgano norme del tutto diverse rispetto a quelle delle altre classi. Ipotizziamo, ad esempio, che da voi le ore di lezione scattino alle 8.45, poi alle 9.35, poi alle 10.25 ecc.. Mentre per le altre classi siano alle 8.25, poi alle 9.15, poi alle 10.05, ecc.. In questa situazione, sarebbe semplice organizzare le lezioni? Qualunque siano le norme in vigore nella tua scuola, tutti gli allievi, a qualsiasi classe appartengano, sono abituati a considerare il cambio dell’ora nel momento in cui suona la campanella….. E la campanella suona per tutti allo stesso momento! Si tratta infatti di una norma tecnica riconosciuta da tutti!! Nel 1920 negli Stati Uniti, a Baltimora, scoppia un incendio di proporzioni enormi. Per fronteggiare il dilagare delle fiamme, accorrono in aiuto i vigili del fuoco da tutte le città vicine: Washington, New York, Filadelphia. Un viaggio comunque non da poco, specie con i mezzi di trasporto di allora. Purtroppo i rinforzi, una volta giunti sul posto, si accorgono che gli attacchi delle loro manichette non si adattano agli idranti di Baltimora. Non riescono quindi a prestare il proprio aiuto e, come conseguenza, l’incendio non viene domato, distruggendo interamente il centro storico della città. Con il senno di poi, sembra facile dire: se le dimensioni degli idranti e delle manichette fossero state unificate…. La tragedia avrebbe certo assunto proporzioni meno disastrose.!! L’esperienza insegna, dal momento che, qualche anno dopo, nel 1927, in un’occasione analoga la città di Fall River viene salvata dalla distruzione, grazie al fatto che le attrezzature antincendio pervenute da venti città vicine erano tutte intercambiabili, essendo state unificate. 3.2 la nascita degli enti di normazione I primi a reagire contro la complessità produttiva, che impedisce la collaborazione industriale e pregiudica l’omogeneità delle forniture civili e militari sono i tecnici inglesi, i quali, all’inizio del 1900, fondano un Comitato da cui, trent’anni dopo, nasce l’Ente di Normazione Britannico. Nello stesso periodo sono istituiti Enti di Normazione in quasi tutti i paesi industrializzati: Germania, Stati Uniti, Francia, Svizzera, Olanda, Belgio, Svezia, Norvegia, Danimarca, Spagna….. Anche l’Italia è tra i primi Paesi a dotarsi di organismi incaricati ufficialmente della attività di normazione. E’ proprio con la costituzione degli Enti di Normazione che si ufficializza il raggiungimento di accordi collettivi, volti al miglioramento tecnico ed economico della produzione e delle condizioni di vita e di lavoro!!!!!!!!!!! 3.3 il ruolo delle norme tecniche per la crescita delle economie dei Paesi in Via di Sviluppo (PVS) Le norme tecniche, lo sappiamo bene, esprimono le indicazioni dei maggiori esperti di un dato settore, sulla base delle conoscenze scientifiche e tecnologiche. In questo senso le norme t. sono un vero e proprio patrimonio di conoscenze, e sono in grado di suggerire alla nascenti industrie dei PVS metodi di prova, requisiti di progettazione e costruzione di un qualsiasi prodotto, processo o servizio. Una sorta di “manuale del progresso” che i Paesi Sviluppati mettono a disposizione dei PVS Di certo, l’industria “nascente” può giocare sui prezzi più bassi, conseguenza del minor costo del lavoro, ma se a questo si accompagna anche la possibilità di dimostrare la conformità dei propri prodotti a delle norme internazionali, a questo punto le possibilità di fare affari “puliti” aumentano notevolmente. Inoltre, uniformarsi alla normativa tecnica internazionale consente ai PVS di parlare il famoso “linguaggio comune” con le industrie di tutto il mondo, a tutto vantaggio della intercambiabilità dei pezzi e della possibilità di diventare subfornitori di qualche grossa azienda multinazionale 4.1 il ruolo degli enti di normazione In Italia, Milano è la “capitale” della normazione: infatti i due enti italiani di normazione ufficialmente riconosciuti (UNI e CEI) hanno la sede principale nel capoluogo lombardo. All’interno di questi Enti ci sono sale lasciate a disposizione delle Commissioni Tecniche che non sono altro che gruppi di persone, con uno stesso interesse per uno specifico settore, le quali si riuniscono in base ad un preciso calendario e programma di lavoro per discutere ed elaborare le famose “norme tecniche”. Le Commissioni Tecniche sono composte da rappresentanti di industrie, di docenti universitari, di rappresentanti delle Associazioni dei Consumatori o della Pubblica Amministrazione. Così nel dibattito saranno rappresentati e messi a confronto i diversi interessi e le diverse posizioni sui problemi allo studio. Solo dal confronto e dalla mediazione tra punti di vista diversi può nascere una posizione capace di soddisfare tutti rappresentata da una “norma”. In ogni CT c’è un Presidente che ha il compito di coordinare e mediare le discussioni. Poi c’è un Segretario Tecnico il quale lavora alle dipendenze dell’Ente e che partecipa alle riunioni preparando le convocazioni, verbalizzando le discussioni …. Un Ente di Normazione è un “luogo di incontro” dove persone esterne all’ente stesso si confrontano per arrivare alla definizione di una norma. Un Ente di Normazione è il “luogo di ufficializzazione” delle norme. Attraverso il suo organo centrale tecnico e le sue particolari procedure l’Ente assicura l’ufficialità delle norme tecniche da esso emanate. Esercizio n. 4 a Scegli 5 Paesi Stranieri nei quali vorresti andare in vacanza: navigando su internet, e aiutandoti con le indicazioni contenute sul sito del WSSN (www. wssn.net/WSSN/) individua i siti dell’Ente nazionale di normazione e scrivili qui di seguito. Un aiuto: segui il link ai “National members of ISO and IEC” paese ente città …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………... 4.2 l’organizzazione della normazione in Italia In Italia la attività di normazione è affidata a due organismi: l’UNI Ente Nazionale Italiano di Unificazione, ed il CEI - Comitato Elettrotecnico Italiano. L’UNI opera in tutti i settori - meccanica, ambiente, edilizia, servizi, alimentare, sicurezza tranne del settore elettrico che è di competenza del CEI. Il cuore del lavoro dell’UNI consiste nella predisposizione delle norme tecniche. I lavori di normazione sono ripartiti in diverse Commissioni, a seconda del settore, sono coordinati dai Segretari Tecnici dell’ente UNI e coinvolgono migliaia di esperti di 4 settori: 1. Il mondo industriale 2. La sfera degli utilizzatori/consumatori 3. Le autorità deputate al controllo 4. I ricercatori universitari. Le Commissioni Tecniche attive all’interno dell’UNI sono 58, a cui si devono aggiungere quelle operanti all’interno dei 14 Enti Federati. Questi ultimi assicurano l’attività normativa nel loro specifico settore di competenza; la ratifica ufficiale dei progetti di norma e la pubblicazione delle norme spetta comunque all’UNI. Attualmente il parco norme UNI è costituito da 12 000 norme. 4.3 l’organizzazione della normazione a livello europeo ed internazionale Partendo dal livello più elevato, cioè quello internazionale, abbiamo l’ISO - International Organization for Standardization Organizzazione Mondiale di Normazione - affiancato per il settore elettrico dall’ IEC - International Electrotecnic Committee. A livello europeo opera il CEN - Comitato Europeo di Normazione affiancato per il settore elettrico dal CENELEC - Comitato Europeo di Normazione per il settore Elettrico - 4.4 la partecipazione dell’Italia ai lavori di normazione a livello europeo ed internazionale I tre livelli di normazione: Internazionale, Europeo e Nazionale sono organizzati nel senso che il livello più ampio contiene quelli di minor raggio come dei cerchi concentrici: l’UNI entra nel CEN che a sua volta fa parte dell’ISO. Il CEI entra nel CENELEC che a sua volta fa parte dell’IEC IEC ISO CEN UNI CENELEC CEI 5.1 regole tecniche e norme tecniche “regole” e “norme” sono termini che usiamo ogni giorno come ad es. “le regole del gioco”, “le norme del Codice della Strada”, “di regola” , “di norma” …… e così via. Spesso, poi, siamo portati ad usare i due termini indifferentemente, come sinonimi. Devi sapere però, che quando parliamo di “Regole Tecniche” e di “Norme Tecniche” facciamo riferimento a due realtà ben precise e ben diverse tra loro. Le “Norme Tecniche” sono i documenti elaborati dagli enti di normazione, ed hanno carattere puramente volontario. E’ un documento, prodotto mediante consenso e approvato da un organismo riconosciuto, che fornisce, per usi comuni e ripetuti, regole, linee guida o caratteristiche, relative a determinate attività o ai loro risultati, al fine di ottenere il miglior ordine in un determinato contesto. Le “Regole Tecniche”, invece, sono atti che contengono un insieme di requisiti tecnici, sono emanati dalla Pubblica Autorità e la loro applicazione è obbligatoria. Quindi le NT e le RT si assomigliano nei contenuti (entrambe specificano dei requisiti tecnici) ma si differenziano circa l’organismo che provvede ad emanarle (le norme da un ente di norm. ufficialmente riconosciuto, le regole da una autorità pubblica) e si distinguono anche per la diversa natura: volontaria (le norme) e obbligatoria (le regole). Il termine generico “specifica tecnica” comprende sia le norme che le regole tecniche. Esercizio n. 5 a ecco una lista di “specifiche tecniche”, distingui le norme dalle regole tecniche: UNI 9578 “Lenti a contatto. Prescrizioni” …………………………………………………… UNI ISO 3554 “Carte di credito. Codificazione della zona magnetica” …………………………………………………... Direttiva 83/189/CEE “Procedura di informazione ……………………………………………. DPR n. 1522 del 1955 che riconosce ufficialmente l’UNI ………………………………………. Legge 46/90 “Sicurezza impianti domestici” …………………………………………………… UNI EN 277 “ Sacchi per il trasporto di derrate alimentari …………………………………. DM 15/12/1978 che riconosce ufficialmente il CEI …………………………………………….. 5.2 il “rinvio alle norme” Esiste, però, un particolare caso in cui le norme tecniche diventano obbligatorie, contraddicendo (in apparenza) il principio appena detto. Quando una norma tecnica è richiamata, cioè, è citata in una legge o decreto della Pubblica Amministrazione acquista valore cogente, cioè diventa una regola tecnica. Quando una legge o un decreto dice che bisogna seguire una determinata norma, questa diventa obbligatoria. Questo meccanismo prende il nome di “rinvio alle norme”. In altre parole, quando una legge o decreto prescrive l’impiego obbligatorio del contenuto di una norma, non specifica tutti i contenuti tecnici, perché già esistono nella norma stessa, ma rinvia alla lettura della stessa che è citata. Questo perché, il legislatore “fa” le leggi ma può non sapere nulla di determinate condizioni e caratteristiche che invece sono state specificate nelle norme da persone specializzate e competenti, perciò gli aspetti tecnici delle norme sono resi obbligatori semplicemente citando la norme nella legge o nel decreto!!!!!!! La frase A CIASCUNO IL SUO MESTIERE è in questo caso del tutto pertinente e vera!!!!!!!!! 5.3 il “Nuovo Approccio” Il meccanismo in base al quale viene istituita una “alleanza” tra Regole tecniche e Norme tecniche prende il nome di “strategia del Nuovo Approccio” l’idea di fondo è molto semplice: il legislatore deve occuparsi di adottare una legislazione comune tramite direttiva soltanto dove necessario, cioè in relazione a prodotti o a famiglie di prodotti pericolosi o associati a particolari rischi. Cade l’idea di fare tante direttive quanti sono i prodotti e ci si concentra solo sui casi veramente importanti e a rischio, per i quali è indispensabile stabilire un livello comune di sicurezza valido per tutti i Paesi. Questo sistema è stato concepito soprattutto dai legislatori europei perché dovevano garantire la libera circolazione delle merci nel Mercato Unico. Al momento sono circa una ventina le famiglie di prodotti per i quali è stata approvata una disciplina europea in base al Nuovo Approccio che hanno marcatura CE. Qualche esempio: 1. I prodotti da costruzione ( tutti noi vogliamo essere certi che gli edifici in cui abitiamo siano solidi e sicuri) 2. I giocattoli ( devono essere a prova di qualsiasi bambino di qualsiasi Paese Membro) 3. I dispositivi medici ( siringhe, bisturi, protesi….. La salute è una cosa seria per tutti) …... Per i prodotti “pericolosi”, dunque, viene elaborata una disciplina comune europea, a cui tutti gli Stati membri debbono rifarsi. E che cosa succede per tutti gli altri prodotti che non presentano rischi particolari? Per questi ultimi, anziché predisporre una legislazione comune europea, si riconosce il principio del “mutuo riconoscimento” delle diverse legislazioni nazionali. Cioè, ogni Paese mantiene le proprie leggi, rispettando allo stesso modo quelle degli altri. “Un prodotto legalmente fabbricato in base alla legislazione vigente in uno dei Paesi comunitari può circolare liberamente all’interno del Mercato Unico. Nessun funzionario doganale può bloccare il prodotto alla frontiera, adducendo come motivazione il mancato rispetto della legislazione del Paese di importazione.” La Comunità Europea afferma che sotto il profilo della sicurezza dei prodotti le legislazioni nazionali si equivalgono. Esercizio n. 5 a Aiutandoti con le informazioni disponibili sul sito di Q&C (www.qec.it) e con le pagine dedicate alla “Marcatura CE”, individua le famiglie dei prodotti coperte da Direttive Europee del “Nuovo Approccio”. Perché quella particolare tipologia di prodotti è stata ritenuta “a rischio”? …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………... 5.4 la rilevanza delle “Norme Europee Armonizzate” Le norme tecniche elaborate da CEN e CENELEC in base alla Direttiva Europea del “Nuovo Approccio” sono volontarie. Queste norme europee prendono il nome di “Norme Armonizzate” “Ma se queste norme armonizzate sono volontarie, perché seguirle? Perché addirittura elaborarle con il rischio che nessuno le segua?” Le norme armonizzate, pur restando volontarie, danno un grande vantaggio a chi vi si uniforma: conferiscono infatti la “presunzione di conformità” ai requisiti generali di sicurezza indicati dalle direttive. Per esempio: un fabbricante di giocattoli deve produrre giochi sicuri, ai sensi della direttiva apposita. Per produrre giochi sicuri, ha due strade: • o fa a modo suo, e poi deve dimostrare che davvero il giocattolo è conforme alle prescrizioni della direttiva, • o segue per filo e per segno le norme armonizzate che il CEN e/o CENELEC hanno preparato su incarico della Commissione UE. In questo secondo caso, dimostrando di aver seguito le norme armonizzate, il fabbricante ha automaticamente dimostrato di aver soddisfatto i requisiti della direttiva. E poi, naturalmente, mettono il produttore al riparo da eventuali contestazioni: un prodotto fabbricato in base alle norme europee armonizzate è un prodotto sicuro. CHIMICA E QUALITA’ TOTALE L’attività di normazione: come nasce una norma 1.1 il significato di democraticità e trasparenza In questo modulo ci rifaremo alle procedure UNI per l’elaborazione delle norme; tuttavia le procedure adottate dagli altri Enti di normazione non differiscono di molto. Dunque la seguente trattazione può valere anche in senso generale. Come abbiamo già visto, le norme tecniche sono specifiche tecniche la cui applicazione non è obbligatoria ma solo consigliata. Esse devono: 1. Essere accessibili al pubblico. Questo garantisce a chiunque la possibilità di conoscerne l’esistenza e di avvalersi dei loro contenuti, 2. Essere messe a punto con la cooperazione ed il consenso o l’approvazione generale di tutte le parti interessate (produttori, utilizzatori, autorità competenti, tecnici). Questo consente di non servire interessi particolari, 3. Essere fondate sui risultati congiunti della scienza, della tecnologia e dell’esperienza. Questo esprime lo “stato dell’arte” dei risultati scientifici, tecnologici e sperimentali, 4. Avere come scopo il vantaggio ottimale della comunità nel suo complesso, 5. Essere approvate da un organismo qualificato e riconosciuto sul piano nazionale, europeo o internazionale. Questo ne riconosce la validità oggettiva. Da quanto detto risulta, in modo evidente che, i principi fondamentali cui si ispira il processo normativo sono la democraticità, la rappresentatività e la trasparenza. Lo Statuto dell’UNI, che è una specie di “Costituzione” dell’ente, è permeato di tali principi. Esercizio n. 1 a leggendo il capitolo XI dello Statuto dell’UNI, indica qui di seguito gli articoli che secondo te esprimono e tutelano i principi di democraticità e trasparenza. Indica il n° dell’articolo e esprimi il contenuto con le tue parole. …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………... 1.2 le “Procedure” L’attività normativa non è lasciata alla libera improvvisazione dei personaggi coinvolti, ma si svolge secondo determinate procedure, che individuano ruoli, responsabilità , fasi, tempistica, ecc…… le procedure UNI sono come le regole di un gioco!!!!!!!!!!! E’ a tutti chiara l’importanza delle “regole del gioco” nei vari sport che conosci e pratichi. Ciò che è importante sottolineare è che “le regole del gioco” rivestono una importanza fondamentale nell’organizzazione del lavoro. Queste “regole” prendono il nome di “Procedure” Esercizio n. 1 b anche la tua scuola ha delle regole e segue delle Procedure. Descrivi le principale “regole del gioco” (es. orario delle lezioni) e individua almeno 3 particolari procedure (es. in caso di assenza o di ritardo ..) …………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………. CHIMICA E QUALITA’ TOTALE I protagonisti dell’attività normativa 2.1 le Commissioni Tecniche e gli Enti Federati Le Commissioni Tecniche sono, per così dire, i “cantieri” dell’attività normativa, gli organi ufficiali deputati allo sviluppo della discussione e alla formulazione dei progetti di norma. Ogni Commissione Tecnica segue un particolare argomento, che le viene assegnato al momento della sua stessa costituzione. Tra i principali compiti delle CT ci sono: 1. Elaborare progetti di norme tecniche nazionali 2. Seguire i lavori dei Comitati Tecnici CEN e ISO di propria competenza 3. Concordare la posizione italiana da portare al tavolo dei lavori europei e internazionali 4. Proporre le delegazioni nazionali ai lavori di normazione all’ interno dei Comitati Tecnici CEN e ISO 5. Designare gli esperti. Per quanto riguarda la rappresentatività ogni CT è costituita: - dal Presidente e da uno o più Vice Presidenti eletti dai membri della Commissione stessa - dai Presidenti di eventuali Sottocommissioni - da un rappresentante delle altre Commissioni Tecniche, degli Enti Federati, delle Pubbliche Amministrazioni che dichiarino interesse all’attività della Commissione, da rappresentanti di Istituti Scientifici, Associazioni di categoria interessati che ne facciano richiesta e siano regolarmente soci UNI - da esperti nel campo di competenza della Commissione, proposti dalla Commissione stessa e autorizzati dalla Direzione Tecnica se non soci - dal Segretario Tecnico designato dalla Direzione Tecnica. Per quanto riguarda la democraticità le decisioni prese dagli Organi Tecnici devono essere il risultato del concorde parere dei loro membri, cioè devono essere tutti d’accordo. Nell’impossibilità di raggiungere tale accordo le decisioni devono essere prese ad ampia maggioranza. Nei resoconti di riunione deve essere indicato l’esito della votazione: gli eventuali dissenzienti hanno diritto di fare allegare al resoconto una relazione che precisi i motivi del loro dissenso. I casi controversi, se non risolti, vengono esaminati dagli Organi Tecnici superiori (Direzione Tecnica). Ti ricordo che attualmente le CT UNI sono 58. Esempio: tra le CT UNI la Commissione Alimenti e Bevande è composta da rappresentanti delle principali industrie alimentari, dei Ministeri interessati, delle Associazioni dei Consumatori, di Enti e Laboratori che operano in campo alimentare. Immagina di dover invitare a partecipare alla Commissione le varie categorie interessate. Chi inviteresti? Quali aziende? Quali organizzazioni o associazioni? Quali Ministeri o Enti pubblici? Quali centri di ricerca? Chi altro? STAZIONE SPERIMENTALE PER L’INDUSTRIA DELLE CONSERVE STAZIONE SPERIMENTALE OLI E GRASSI CONSULTA NAZIONALE CONSUMATORI ED UTENTI (CNCU) BARILLA NESTLE’ AIIPA - associazione italiana industrie prodotti alimentari ISTITUTO SPERIMENTALE CEREALICOLTURA MINISTERO INDUSTRIA COMMERCIO E ARTIGIANATO AUCHAN ITALIA IPERMERCATI - GRUPPO RINASCENTE CSQA DI THIENE - certificazione qualità agroalimentare ASSOLATTE ISTITUTO RICERCHE E COLLAUDI M. MASINI UNICHIM ISTITUTO LATTIERO - CASEARIO ISTITUTO SUPERIORE DELLA SANITA’ COOP ITALIA AICQ - associazione italiana per la qualità ASSICA - associazioni industriali delle carni LABORATORIO CHIMICO MERCEOLOGICO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI TORINO ISPESL - istituto superiore per la prevenzione e sicurezza sul lavoro ISTITUTO VALORIZZAZIONE TECNOLOGICA PRODOTTI ALIMENTARI CENTRO CERAMICO Gli Enti Federati Sono organizzazioni che svolgono, sul piano nazionale, attività di normazione tecnica, ognuna per uno specifico settore di competenza. Sono una sorta di Commissioni Tecniche “distaccate”. Gli Enti Federati sono riconosciuti ufficialmente dall’UNI e fanno parte della “grande famiglia” UNI. I Presidenti degli Enti Federati fanno parte del Consiglio Direttivo dell’UNI. I progetti di norma ed approvati dagli EF vengono trasmessi all’UNI e trasformati in norme UNI secondo la stessa procedura applicata per i progetti elaborati dalle Commissioni Tecniche dell’UNI. L’attività dell’Ente Federato è seguita da un Segretario Tecnico dell’UNI, designato dal Vice Direttore per l’Area Tecnica, che prende il nome di “Referente”. L’insieme dei programmi di lavoro degli Enti Federati e delle Commissioni Tecniche dell’UNI costituiscono il programma generale di normazione dell’Uni, che viene stabilito ogni anno. Ti ricordo che gli Enti Federati attualmente sono 14 Esercizio n. 2 a compila il seguente flow-chart a proposito degli Enti Federati all’interno dell’UNI in allegato …………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………. 2.2 il Presidente di Commissione Tecnica ed il Segretario Tecnico Ogni Commissione Tecnica ha un Presidente ed un Segretario Tecnico. Il Presidente viene eletto dai membri della Commissione stessa. Ha il compito di presiedere le riunioni di Commissione e guidarne i lavori avvalendosi della collaborazione operativa del Segretario Tecnico. I Presidenti di ciascuna Commissione fanno parte della “Commissione Centrale Tecnica”, vero organo di governo dell’attività tecnica dell’Ente. Il Segretario Tecnico: 1. È una persona fisica (indifferentemente di sesso maschile o femminile) di età teoricamente compresa tra i 18 e i 65 anni. 2. Studi: diploma di laurea o di scuola media superiore (preferibilmente di Perito Industriale) 3. Esperienza: particolare conoscenza di un determinato settore rientrante nelle competenze dell’UNI 4. Segni particolari: scrivania coperta da documenti (progetti di norma UNI, CEN, ISO, Gazzette Ufficiali italiane ed europee, verbali di riunioni, ecc..), computer collegato ad Internet, telefono rovente, valigia sempre pronta per missioni, specie a Bruxelles (CEN) o a Ginevra (ISO) 5. Lingue: indispensabile la conoscenza dell’inglese. Gradita la conoscenza di una delle altre lingue ufficiali del CEN (francese e tedesco) e dell’ISO (francese e russo). Ogni Segretario Tecnico si occupa di una o più Commissioni Tecniche, coordinandone i lavori. Cioè convoca le riunioni, redige i verbali delle riunioni, mantiene i contatti con i vari membri della Commissione Tecnica, segue l’iter di elaborazione dei progetti di norma, ………….. Più precisamente, un Segretario Tecnico: - assiste il Presidente di Commissione nelle riunioni e redige il verbale - gestisce la distribuzione della documentazione - fornisce ai relatori dei progetti di norma gli strumenti e le indicazio ni per lo sviluppo di tali lavori - sviluppa tutte le azioni previste dalle procedure interne UNI per il percorso di presentazione e approvazione dei documenti tecnici Comunque nelle riunioni degli Organi Tecnici il Segretario Tecnico non ha diritto di voto. Esercizio n. 2 b immagina che in UNI si sia reso vacante il posto di Segretario Tecn. della tua Commissione “preferita”. Alla luce del profilo professionale tracciato prima e alla luce del tipo di mansioni che il ST svolge, immagina il candidato ideale e traccia il curriculum. (dai spazio a quanta più fantasia possibile!) dati anagrafici: titolo di studio: specializzazioni e tirocini: esperienze lavorative: conoscenza delle lingue straniere: hobby ed altre informazioni rilevanti: 2.3 la Commissione Centrale Tecnica e i Gruppi Settoriali L’organizzazione dell’attività normativa è simile ad una piramide. La base, ampia, è costituita dalle diverse Commissioni Tecniche(CT), ognuna impegnata nel suo specifico settore. C’è poi un livello intermedio, più ristretto, costituito dai Gruppi Settoriali (GS). Infine c’è il vertice rappresentato dalla Commissione Centrale Tecnica (CCT). CCT Gruppi Settoriali Commissioni Tecniche o Enti Federati La Commissione Centrale Tecnica (CCT) rappresenta il vero e proprio organo di governo dell’attività tecnica dell’Ente. La CCT è formata dai Presidenti delle Commissioni Tecniche costituite presso l’UNI e presso gli Enti Federati, dai Capi dei Gruppi Settoriali, dai Direttori Tecnici degli Enti Federati, del CNR, dal rappresentante del CEI e dai rappresentanti dei Ministeri. Dalle riunioni di CCT nascono le norme. Cioè delibera l’approvazione dei progetti di norma messe a punto dalle CT e supervisionate dai GS. Le riunioni della CCT però (sono almeno tre all’anno) sono precedute dai lavori svolti dai Gruppi Settoriali (GS). La CCT riceve, a seguito delle decisioni dei vari GS, un elenco dei progetti proposti per l’approvazione, di quelli rinviati dai GS stessi e di quelli eventualmente ritirati. Il Gruppo Settoriale (GS) è formato dai membri della stessa CCT ma con esperienze e professionalità accomunati da uno specifico campo di competenza. Ogni GS è presieduto da un Capo Gruppo scelto dalla Presidenza della CCT. I GS non sono altro che “famiglie” di esperti operanti in aree di interesse affini. Attualmente in UNI esistono 9 GS: I Metalli II Meccanica e Correlati III Edilizia e Correlati IV Chimica, tessili e Correlati V Trasporti e Correlati VI Impianti ed apparecchi utilizzatori VII Sistemi di comunicazione e tecniche correlate VIII Protezione Individuale e beni di largo consumo IX Energetica Ciascun GS ha il compito di 1. Esaminare, prima della riunione della CCT, i progetti posti in inchiesta 2. Proporne, per la formale ratifica, l’idonea forma di pubblicazione 3. Verificare che la norma risponda correttamente alle aspettative espresse dal titolo, che il contenuto sia descritto in termini chiari ed inequivocabili Il GS quindi prepara il lavoro della CCT e dalle sue decisioni si devono avere: 1. Approvazione del progetto per la presentazione alla CCT con o senza modifiche, 2. Verifiche di alcuni particolari in dubbio, 3. Il rinvio del progetto all’Organo Tecnico competente, per apporta re modifiche tecniche o verificare l’esattezza di alcune affermazioni. Le decisioni del GS devono essere trasmesse alla segreteria della CCT in tempo utile per la funzionalità della riunione della CCT stessa. Da progetto di norma a norma tecnica Progetto di norma Elaborato da Commissione Tecnica (CT) o Ente Federato (EF) Controllato dal Gruppo Settoriale competente La sua approvazione va vagliata e deliberata dalla Commissione Centrale Tecnica (CCT) Con la pubblicazione ufficializzata dalla firma del Presidente UNI il progetto diventa Norma Tecnica nazionale CHIMICA E QUALITA’ TOTALE L’ITER PER L’ELABORAZIONE DI UNA NORMA 3.1 Chi da il ”la” Vediamo come nasce una norma!!!!!!!!!!!!!! Innanzitutto, la “scintilla” parte dalla collettività, dal mercato: chiunque può rivolgere tale proposta all’UNI. L’iniziativa, dunque, spetta a chiunque si tratta di una facoltà importante, di cui tuttavia il mondo dei consumatori non si è sino ad ora mai servito!!!!!!!!!!!!!!!! Ricevuta la proposta, l’UNI individua l’organo tecnico, cioè una delle sue Commissioni Tecniche(CT) o un Ente Federato (EF), che ha le competenze per occuparsi dell’argomento. La CT o EF mette l’argomento all’ordine del giorno in una sua riunione, e valuta l’opportunità di porre o meno tale argomento allo studio. La valutazione deve in particolare modo approfondire la reale necessità di mettere allo studio quanto proposto onde evitare che la norma, dopo la sua emanazione, risulti inapplicata. Se la proposta di un argomento viene accettata, si dice che l’argomento è “messo allo studio”. Questo è il 1° passo ufficiale, a partire dal quale si può già parlare di “progetto di norma” Le Commissioni Tecniche o EF formano uno specifico Gruppo di Lavoro che è incaricato della elaborazione del progetto. Si può dividere l’iter che conduce all’approvazione di una norma in 3 fasi: 1. La stesura del documento e messa allo studio 2. L’inchiesta pubblica 3. La pubblicazione La stesura del documento avviene “tra le quattro mura” del gruppo di lavoro ad esso preposto. Quest’ultimo elabora un documento, tenendo conto dello stato dell’arte, che viene sottoposto poi alla CT o EF da cui il gruppo dipende. Se la CT o EF approva il documento si ha il progetto di norma. Una volta approvato il progetto di norma, ha avvio la fase della cosiddetta “inchiesta pubblica”. L’UNI infatti pubblica nel suo bollettino quindicinale “UNINotizie” la lista dei progetti posti in inchiesta pubblica. Questo è il modo di aggiornare il pubblico dando così la possibilità, a chi fosse interessato, di prendere visione di un progetto di norma e formulare delle osservazioni. (in questo modo è salvo il principio di trasparenza e democraticità) Terminata la fase di inchiesta pubblica, la Commissione Centrale Tecnica esaminerà le osservazioni raccolte, tramite i suoi Gruppi Settoriali, e deciderà se rinviare il progetto alla CT o EF di provenienza per apportare le eventuali modifiche, segnalate dall’inchiesta pubblica, oppure se approvare il documento. Se il documento è approvato, esso è convalidato dal Presidente dell’UNI per essere pubblicato quale norma UNI. 3.2 La messa allo studio Questa fase è descritta da una apposita procedura UNI Sappiamo che le richieste di messa allo studio di un progetto di norma UNI di livello nazionale pervengono all’UNI dal mercato. La Vice Direzione per l’Area Tecnica esamina i contenuti della segnalazione ricevuta ed assegna il compito della valutazione ad un Segretario Tecnico. La valutazione si basa su: - motivazioni che suggeriscono l’avvio dello studio, condizioni del mercato e fattori politici, economici, sociali e tecnici che caratterizzano il mercato. - previsione dei tempi necessari alla definizione del progetto - valutazione delle risorse necessarie a supportare i lavori e verifica della loro disponibilità. Al termine della valutazione il Segretario Tecnico elabora una nota che trasmette alla Vice Direzione per l’Area Tecnica. In base alla nota la VDAT valuta l’opportunità di avviare lo studio e, in caso affermativo, richiede alla Commissione Centrale Tecnica la formale approvazione. Inizia così la “messa allo studio” . Per quanto l’ultima parola spetti alla CCT, è il Segretario Tecnico che svolge la delicata funzione di “istruire la pratica”, o meglio, di definire il progetto normativo. Esso dovrà valutare il reale interesse del mercato, di identificare gli obiettivi, lo scopo, il campo di applicazione ed il conseguente titolo del progetto da mettere allo studio. 3.3 L’inchiesta pubblica Il progetto di norma, dopo essere stato approvato da tutti i membri della CT o EF competente,è pronto per attraversare la cosiddetta “inchiesta pubblica”: tale tappa garantisce appunto la democraticità dell’intero processo normativo. Con l’inchiesta pubblica, il progetto elaborato dall’organo tecnico competente, revisionato nei suoi aspetti qualitativi, lessicali e formali, viene messo a disposizione del mercato al fine di raccogliere quanti più possibili commenti ed ottenere un consenso il più possibile allargato, prima dell’avvio della procedura di pubblicazione. Come funziona l’inchiesta pubblica. La Segreteria della Vice Direzione per l’Area Tecnica compila l’elenco dei progetti da inviare in inchiesta pubblica, suddividendoli per Organo Tecnico ed indicando le date di inizio e di fine dell’inchiesta. Questo elenco viene trasmesso alla Redazione delle Riviste UNI, affinchè venga pubblicato sul bollettino quindicinale UNINotizie per la sua pubblica diffusione, e all’Ufficio Procedura di Informazione che dà comunicazione al CEN e a tutti gli enti di normazione che ne fanno parte. Massima trasparenza per dare a tutti la possibilità di esprimere eventuali pareri e per evitare che vengano prese iniziative atte a creare ostacoli tecnici al libero scambio di prodotti. I testi dei progetti in inchiesta vengono messi a disposizione, via Internet, di tutti i membri della Commissione Centrale Tecnica. Sono anche messi a disposizione di tutti coloro che ne facciano richiesta attraverso due possibili fonti: 1. La consultazione (gratuita presso la sede dell’UNI) 2. L’acquisto (presso il Settore Diffusione dell’UNI). Tutti i commenti devono pervenire alla Segreteria della Vice Direzione per l’Area Tecnica entro la data di scadenza dell’inchiesta. Copia dei commenti è trasmessa ai membri dei Gruppi Settoriali che dovranno esaminare i progetti, nonché ai Segretari Tecnici delle CT e degli EF competenti. 3.4 La pubblicazione Come già sappiamo, la Commissione Centrale Tecnica è l’organismo demandato all’approvazione formale dei progetti di norma, prima della loro pubblicazione. I Gruppi Settoriali hanno il compito di esaminare i progetti di norma proposti per la pubblicazione, controllare se sono conformi alle direttive generali stabilite dalla CCT stessa e prendere in esame le osservazioni pervenute durante l’inchiesta pubblica. Dopo che la CCT ha approvato un progetto di norma, occorrono ancora due “tappe” di tipo formale prima della pubblicazione: <_ la preparazione del testo per la stampa (controllo editoriale) <_ la trasmissione del documento elettronico al centro stampa. Con la pubblicazione, ufficializzata dalla firma del Presidente dell’UNI, il documento acquista il suo status di norma tecnica nazionale 3.5 l’importanza dell’informazione Il principio di trasparenza si traduce in una costante attenzione alla diffusione dell’informazione, durante tutto l’iter del processo normativo. Sia che l’informazione riguardi gli organi interni all’UNI, sia che venga rivolta all’esterno, la preoccupazione costante che emerge leggendo le procedure UNI è garantire che tutti gli interessati siano messi in condizione di conoscere gli sviluppi dell’attività normativa in modo da poter intervenire con eventuali commenti. Assicurare la democraticità del processo normativo significa garantire la “ricchezza” del patrimonio tecnico e scientifico contenuto nelle norme. Solo da un effettivo scambio di idee e di opinioni può avere origine un documento il cui valore esprima veramente lo “stato dell’arte”. L’informazione è fondamentale!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Pensiamo ad una azienda che non partecipa ancora ai lavori di normazione; scoprendo della messa allo studio di un progetto di norma che le sta particolarmente a cuore, può decidere di entrare a fare parte dell’Organo Tecnico competente e contribuire all’elaborazione del progetto della norma stessa. Infine, l’informazione circa la pubblicazione di una norma sancisce in forma ufficiale l’esistenza in versione definitiva (salvo future revisioni nel corso degli anni) di una norma. Adesso tutti gli interessati possono rifarsi ad esso e magari chiedere anche una certificazione per qualificare ulteriormente il proprio prodotto. 3.6 Gli strumenti di informazione L’UNI dispone di diversi strumenti di informazione: la rivista mensile U&C con supplemento “Tutte le norme” il bollettino quindicinale UNINotizie il sito internet http://www.unicei.it Le informazioni che trovi in questi “strumenti” non interessano solo le norme elaborate a livello nazionale, ma anche i recepimenti delle norme europee (CEN) e internazionali (ISO). E’ bene che tu sappia che, in base alle regole del CEN volute dalla Commissione Europea, le norme europee (EN) debbono essere obbligatoriamente recepite come norme nazionali entro 6 mesi dalla loro emanazione, assumendo per l’Italia, la denominazione di norme UNI EN. In aggiunta agli “strumenti” ufficiali dell’UNI esiste anche un canale di informazione e aggiornamento via Internet gestito da Q&C in cooperazione con UNI denominato “Quando & Come”. CHIMICA E QUALITA’ TOTALE L’ATTIVITA’ DI CERTIFICAZIONE 4.1 Un po’ di chiarezza sul concetto di certificazione Ecco alcune delle frasi che mi è capitato di ascoltare qua e là: • “hai ritirato il certificato medico?” • “mi serve un certificato della scuola di inglese che attesti che sono iscritto al 3° anno” • “ti è arrivato il certificato elettorale?” • “hai comprato un televisore nuovo e non ti hanno rilasciato un certificato di garanzia?” • “sto frequentando un corso di computer certificato dalla Regione!” Esercizio n. 4.1 Prova a ricordare almeno 5 situazioni in cui hai avuto a che fare con certificati e/o certificazioni. Riporta le frasi che hai ascoltato o pronunciato qui di seguito: …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………… “certificato” e “certificazioni” sono vocaboli di uso talmente comune, che è difficilissimo ricondurli ad un preciso ed unico significato. Si sentono, però, a volte espressioni che si rifanno allo stesso concetto di certificazioni. Eccole: • “in casa di mia nonna hanno già tentato di rubare 2 volte: dobbiamo metterci una porta blindata…, …….allora ti consiglio una porta certificata UNI 9569” • “le piastrelle del mio bagno sono proprio belle …… in più sono certificate UNI!” • “attenzione, controlla che i tubi del gas siano in buono stato di manutenzione e che siano certificati in base alla norma UNI CIG” • “hai visto? L’azienda di Roberta ha ottenuto la certificazione ISO 9002” Esercizio n. 4.2 Rileggi le frasi di cui sopra ed individua cosa esse abbiano in comune. Qual è l’elemento che ci permettere di mettere sullo stesso piano la certificazione delle porte blindate con quella delle piastrelle o dell’organizzazione di un’azienda??? …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………… 4.2 La verifica della conformità alle norme Che cosa hanno in comune la certificazione delle porte blindate, delle piastrelle, ecc. ecc…? Semplice! In tutti i casi, la certificazione presuppone l’esistenza di una norma tecnica, in relazione alla quale viene verificata la conformità dell’oggetto in causa (la porta blindata, le piastrelle, …………). La certificazione attesta che un prodotto, un processo o un servizio è conforme ad una specifica norma o documento normativo (es. una regola tecnica) Ma allora, senza norme non ci sarebbe neppure possibilità di certificazione? Proprio così!!!!! La certificazione non è altro che l’attestazione della conformità di un dato oggetto ad una data norma tecnica (UNI, oppure ISO, IEC, CEI,………..) La norma tecnica è il termine di paragone, cioè il punto di riferimento in relazione al quale viene valutato un certo oggetto: se le caratteristiche (dimensioni, prestazioni, requisiti di sicurezza, ecc.) del prodotto sono conformi a quanto indicato nella norma, allora il prodotto può essere certificato, cioè, dichiarato conforme alla norma presa come riferimento. La certificazione può essere obbligatoria oppure volontaria E’ obbligatoria nei casi e nei modi previsti dalla legge: esempio, la Comunità Europea impone la marcatura CE per prodotti particolarmente pericolosi o associati a gravi rischi, indicati dalle direttive del “Nuovo Approccio”. La certificazione è volontaria in tutti gli altri casi, cioè, quando la conformità a norme tecniche è una scelta del produttore Esercizio n. 4.3 In casa, ci sono molti prodotti per i quali esistono delle norme di riferimento (elettrodomestici, portoni, …………). Cerca, se qualcuno di tali oggetti ha un marchio o un qualche altro tipo di riferimento a certificazioni. …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………... 4.3 Il ruolo della terza parte indipendente Dunque la certificazione presuppone, sempre, l’esistenza di una norma tecnica di riferimento, in relazione alla quale viene valutata la conformità di un determinato oggetto. Ma chi può effettuare questa valutazione di conformità? Tornando all’esempio della porta blindata, supponiamo che la ditta che ha fabbricato la mia bella porta certificata si chiami “Attentialladro”. Secondo te, è ragionevole pensare che il Signor Attentialladro in persona, titolare della ditta, certifichi la conformità delle porte di sua produzione alla norma UNI 9569? Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio!!!!!!!!!!!!!!! Sarebbe fin troppo facile “autocertificare” la conformità dei prodotti alle norme. Nel mondo delle norme tecniche il termine corretto è “dichiarazione di conformità”, cioè l’atto con cui il fabbricante dichiara, sotto la sua personale responsabilità, che un prodotto, processo o servizio è conforme ad una specifica norma. La certificazione è sempre fatta dagli organismi detti “di certificazione” che agiscono sempre quale 3a parte indipendente Il concetto di “3a parte indipendente” è fondamentale perché la certificazione implica sempre e necessariamente l’intervento di una 3a parte: se questa condizione non è rispettata, allora non si può neppure parlare di certificazione. Si parlerà, semmai, di una semplice dichiarazione del fabbricante. Riassumendo: si può parlare di certificazione solo se esiste una norma tecnica in rapporto alla quale un organismo 3°, indipendente dal fabbricante e dall’acquirente, valuta la conformità di un dato oggetto. Esercizio n. 4.4 nel mondo della normazione, il concetto di “autocertificazione” non può esistere. Prova invece a ricordare in quale ambito si parla con frequenza di “autocertificazione” (magari con la Pubblica Amministrazione?). Rifletti e cerca di individuare le differenze tra i due ambiti di riferimento e le ragioni che spingono ad accettare/rifiutare l’”autocertificazione” rispettivamente nell’uno e nell’altro ambito. …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………... …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………... 4.4 I diversi tipi di certificazione Riprendiamo alcuni esempi: •“in casa di mia nonna hanno già tentato di rubare 2 volte: dobbiamo metterci una porta blindata……, allora ti consiglio una porta certificata UNI 9569” • “l’azienda che mi ha offerto un lavoro è molto piccola, però ha appena ottenuto la certificazione del sistema qualità ISO 9000 e sta puntando alla certificazione del sistema gestione ambiente ISO 14000” • “mio cugino, bravissimo saldatore, si è fatto certificare dall’organismo competente” Quale è la differenza tra i tre esempi riportati? Nel 1° caso si parla di un prodotto (la porta blindata) nel 2° caso si parla di un servizio (organiz. di un’azienda) nel 3° caso si parla di una persona (il saldatore) (o meglio di 1 figura professionale) esistono infatti 3 fondamentali tipi di certificazione: 1.\ la certificazione di prodotto: attesta la conformità a specifiche tecniche di prodotto, 2.\ la certificazione del sistema aziendale: attesta la conformità del sistema qualità dell’azienda alle norme della serie UNI EN ISO 9000. Inoltre può attestare la conformità del sistema di gestione ambientale alle norme UNI EN ISO 14000, 3.\ la certificazione del personale: attesta che una persona ha i requisiti per operare con competenza in un dato settore tecnico o organizzativo. Infine la certificazione può avere diversi oggetti (prodotti, servizi, sistemi aziendali, persone) ma le sue caratteristiche essenziali restano sempre le stesse: 1. La valutazione della conformità ad una norma di riferimento, 2. L’intervento di una 3a parte indipendente che effettua la valutazione di conformità. Esercizio n. 4.5 consultando la banca dati “Certificazione Accreditata” sul sito Q&C (http://www.qec.it), imposta la ricerca per tipologia di certificazione= certificazione del personale, identifica a quali figure professionali è possibile attualmente ottenere una certificazione …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………... 5.1 l’attività di certificazione in Italia In Italia si sono affermati numerosi organismi di certificazione che agiscono come terza parte indipendente operando valutazioni di conformità a prodotti, sistemi qualità, personale e più di recente anche sistemi di gestione ambientale. Esercizio n. 5.1 Consultando il sito del SINCERT (http://www.sincert.it), e in particolare la banca dati sugli organismi di certificazione, prova ad individuare gli organismi di certificazione con sede nella tua Regione. …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………. 5.1 l’importanza dell’accreditamento Non credere che in Italia la certificazione sia… una giungla senza regole: al contrario! Precisi riferimenti, validi a livello europeo, guidano il sistema, in modo da assicurare la serietà, l’affidabilità e la competenza degli operatori cioè gli organismi di certificazione e garantire gli utenti finali cioè il mercato ed i consumatori. Apposite norme tecniche europee, della famiglia EN 45000, prevedono i requisiti di professionalità e competenza che un organismo di certificazione deve soddisfare. Queste norme sono state adottate anche da CEN e CENELEC e poi sono state recepite dai vari enti di normazione nazionali, tra cui l’UNI. Esercizio n. 5.2 Consultando il catalogo delle norme UNI on-line, identifica quante e quali sono le norme della serie EN 45000 e riporta qui di seguito il numero ed il titolo delle norme che si riferiscono agli organismi di certificazione …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………. Gli organismi di certificazione che operano secondo le prescrizioni delle norme della serie EN 45000 hanno il diritto di essere “accreditati” da appositi organismi detti, appunto, “di accreditamento”. In altre parole, accreditare un organismo di certificazione significa valutarne la conformità in rapporto alle norme della serie EN 45000. Attenzione: l’accreditamento non è obbligatorio, ciononostante, in un numero sempre più crescente di casi la legge stessa riconosce una “corsia preferenziale” agli organismi che possono dimostrare di operare in conformità con le norme della serie EN 45000. In Italia, la funzione di accreditare gli organismi di certificazione è affidata al SICERT che non è l’unico organismo di accreditamento del nostro Paese: ve ne sono altri due, che si occupano dei laboratori di prova e dei laboratori di taratura. Cioè: 1. Il SINCERT (Sistema Nazionale per l’Accreditamento degli Organismi di Certificazione). Accredita gli 0rganismi di certificazione dei prodotti, sistemi qualità aziendale e personale. 2. Il SINAL (Sistema Nazionale per l’Accreditamento dei Laboratori di prova). Accredita la certificazione dei laboratori di prova. 3. Il SIT (Sistema Nazionale per l’Accreditamento di Taratura). Accredita la certificazione dei laboratori di taratura. L’accreditamento opera a tutela del consumatore e del mercato, dando valore alla certificazione: quest’ultima non avrebbe infatti più alcun senso, se potesse venir effettuata da qualsiasi operatore non competente!!!!!!!! Esercizio n. 5.3 Prova a rispondere ai seguenti quesiti. Consulta poi le frequently asked questions sul sito di Q&C, dedicate al tema dell’accreditamento. (sono nella sezione “Sistema Qualità Italia”) Come puoi riconoscere gli organismi di certificazione che soddisfano i requisiti delle EN 45000?……………………………………………. Per un’azienda, perché conviene ricorrere ai servizi di un organismo di certificazione accreditato?………………………………………….. Per un organismo di certificazione, perché conviene farsi accreditare?……………………………………………………………… ……………………………………………………………………………. 5.2 Organismi di certificazione: chi fa cosa Abbiamo visto che esistono diversi tipi di certificazione: § di prodotto, § di sistema qualità, § di sistema di gestione ambientale, § del personale. In Italia gli organismi di certificazione possono costituirsi ed operare liberamente; però solo gli organismi seri, affidabili e competenti possono ottenere l’accreditamento da parte del SINCERT, arrivando così a godere di un riconoscimento a livello internazionale. CHIMICA E QUALITA’ TOTALE I marchi di qualità volontari 6.1 Perché un “marchio” Per dare evidenza immediata alla certificazione, e per “comunicare” al pubblico in modo semplice ed inequivocabile l’esistenza di una certificazione, sono nati i “marchi di qualità”. Un marchio è un “segno distintivo applicato su un prodotto, un servizio o sulla sua confezione, in seguito al rilascio di un certificato di conformità”. Esistono marchi obbligatori e marchi volontari. I marchi obbligatori attestano la conformità a regole tecniche di impiego obbligatorio; i marchi volontari attestano la conformità a norme tecniche di impiego volontario. I marchi obbligatori e volontari possono coesistere sullo stesso prodotto. Il marchio obbligatorio documenta che il prodotto possiede requisiti essenziali prescritti dalla legislazione, il marchio volontario permette di evidenziare la conformità alle norme tecniche. Si fornisce così una “garanzia supplementare” sulla “qualità” dei prodotti, al di là delle caratteristiche essenziali “sancite” dal marchio obbligatorio . Il marchio, quindi, nasce per comunicare al consumatore che un prodotto è di qualità………… ma che cosa significa “di qualità”? Intuitivamente, un prodotto o un servizio di qualità, è “ciò che mi piace” o “mi soddisfa” o “quello che fa al caso mio”……… la definizione ufficiale data dalla norma UNI 8402 è: “la qualità è l’insieme delle proprietà e delle caratteristiche di un prodotto o servizio che gli conferiscono l’attitudine a soddisfare bisogni espressi o impliciti del cliente o consumatore” Tra le attese del cliente, non dimentichiamolo, quella principale e scontata è che il prodotto/servizio risponda ai requisiti di legge. Esercizio n. 6.1 individua tre prodotti che acquisti spesso ed esplicita le tue aspettative a riguardo, prendendo in considerazione tutti gli aspetti, anche quelli di sicurezza: es. io acquisto detersivi e detergenti per la casa. Mi aspetto che abbiano una composizione chimica secondo i requisiti di legge, che il prodotto sia efficace con lo sporco, che lasci un gradevole odore, che sia delicato a contatto con la mia pelle, che sia rispettoso dell’ambiente e che l’imballaggio rispetti i requisiti di legge e riduca al min. l’impatto ambientale. …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………... 6.2 I principali marchi di qualità volontari Sono apposti a seguito di una certificazione volontaria, frutto di una libera scelta del fabbricante. Il marchio volontario, come già detto, svolge l’importante compito di “comunicare” al pubblico che quel particolare prodotto soddisfa dei requisiti stabiliti da una norma tecnica, e dunque offre garanzie di”qualità”. La presenza o meno di un marchio su un prodotto è certamente indice di qualità; ma se tu non conosci il significato dei marchi, non sei in grado di valutare la qualità del prodotto, e magari rischi di effettuare la scelta in base al prezzo o alla notorietà indotta dalla pubblicità. Peccato …… hai perso un’occasione per effettuare una scelta consapevole ……….. Ma quanti e quali sono i marchi volontari? Sono così numerosi che è impossibile presentarli tutti, ma i più diffusi sono: Attesta la conformità dei prodotti alle norme UNI. Attualmente applicabili a: dispositivi medicali non elettrici, componenti per ascensori, attrezzi per presa, manipolazione, taglio, cacciaviti, pinze e chiavi, banchi refrigeranti commerciali. E’ un marchio che certifica i prodotti in materiale plastico, in conformità alle norme UNI che ne stabiliscono caratteristiche e prestazioni. Utilizzato per apparecchi e componenti; attesta la conformità dei prodotti elettrici ai requisiti delle norme CEI Certifica i prodotti in materiale plastico, in conformità a progetti di norma UNI ed EN, norme di Organismi diversi da UNI e CEN. Il marchio è concesso solo ai manufatti controllati dell’Istituto Italiano dei Plastici e a quei fabbricanti che, dopo adeguati controlli che accertano la conformità della loro produzione alle norme o ai documenti di riferimento, si impegnano a mantenere con continuità il livello qualitativo, provvedendo in proprio ai collaudi stabiliti, e a consentirne il controllo periodico da parte dell’Istituto. Certifica i prodotti in materiale plastico in contatto con sostanze di uso personale (acqua, alimenti liquidi e solidi, farmaci, cosmetici), in conformità alle disposizioni del Ministero Sanità D.M. 21.03.73 e modificazioni. Il marchio è concesso solo ai manufatti controllati dell’Istituto Italiano dei Plastici e a quei fabbricanti che sottopongono la loro produzione al controllo dell’I.I.P. Si impegnano, poi, ad impiegare, per i manufatti marchiati, esclusivamente materie prime o semilavorati plastici rispondenti alle norme igieniche vigenti. Tiene presente che, l’uso dei marchi è concesso solamente a quei fabbricanti che si impegnano a mantenere con continuità il livello qualitativo e a consentire il controllo periodico da parte dell’organismo che ha rilasciato il marchio. Esercizio n. 6.2 navigando sul sito del SINCERT (http://www.sincert.it), cerca almeno tre marchi di qualità volontari e descrivine qui il significato. …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………... CHIMICA E QUALITA’ TOTALE I marchi obbligatori: in particolare la marcatura CE 7.1 Perché un marchio obbligatorio I marchi obbligatori attestano la conformità a regole tecniche di impiego obbligatorio come le direttive europee o altri provvedimenti vincolanti per legge. Nei casi previsti dalla legge, determinati prodotti possono essere immessi sul mercato e circolare liberamente solo se soddisfano i requisiti di legge e se recano il marchio che simboleggia ciò. La marcatura CE è il marchio obbligatorio più noto e diffuso. E la strategia del “Nuovo Approccio” è alla base della marcatura CE Esercizio n. 7.1 riferendoti al vecchio modulo del “Nuovo Approccio” rispondi brevemente alle domande: che cosa si intende per “Nuovo Approccio”? …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………… quale tipologie di prodotti viene presa in considerazione dalle direttive del N.A.? …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………… che cosa sono le Norme Europee Armonizzate? …………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………… 7.2 Il significato della Marcatura CE La strategia del Nuovo Approccio (N.A.) ha un “simbolo”: la marcatura CE. La marcatura CE deve essere apposta in modo visibile e indelebile su un prodotto per attestare che esso possiede i requisiti essenziali fissati da una o più direttive. La marcatura CE va apposta su tutti i prodotti oggetto di Direttive Nuovo Approccio, che, come abbiamo già visto, sono tipicamente prodotti pericolosi o associati a particolari rischi. Come ben sai, la marcatura CE, in quanto marchio obbligatorio, può coesistere con un altro marchio di tipo volontario: può capitare di osservare sullo stesso elettrodomestico il simbolo CE accompagnato, per esempio, la marchio IMQ volontario. La marcatura CE garantisce che il prodotto è sicuro, ma non garantisce che il suo livello qualitativo sia buono. Ciò è garantito da un marchio che ne assicura la conformità ad una norma tecnica. Esistono 8 diversi percorsi, più precisamente “moduli”, per arrivare a dimostrare la conformità del prodotto rispetto ai requisiti essenziali e così poter apporre la marcatura CE. Questi otto moduli sono denominati ciascuno con una lettera dell’alfabeto: A, B, C, D, E, F, G, H. I differenti moduli sono stati studiati per soddisfare diverse esigenze di verifica di conformità: prevedono diversi livelli di controllo, a seconda della pericolosità del prodotto e dei rischi ad esso associati. Alcuni di questi percorsi presuppongono l’intervento di una terza parte indipendente che certifichi la conformità del prodotto rispetto ai requisiti essenziali. In questi casi si parla di “certificazione di conformità” (moduli B, D, E, F, G) In altri moduli,più semplici, è sufficiente che il produttore stesso, sotto la propria responsabilità, dichiari la conformità del proprio prodotto rispetto alle direttive. In questi casi si parla di”dichiarazione di conformità” (moduli A, C, H) Il fabbricante, però, non è libero al 100% di scegliere il modulo che più gli conviene, ai fini della verifica della conformità: ogni direttiva del Nuovo Approccio indica specificamente quali fra gli otto moduli debbono essere utilizzati dal produttore. In genere, comunque, le direttive indicano più di un modulo, lasciando per quanto possibile al produttore una certa libertà di scelta. Esercizio n. 7.2 rispondi alle domande seguenti, individuando la risposta giusta tra le tre possibili: Che cosa è la marcatura CE? 1. È il marchio che attesta la conformità di un prodotto ai requisiti essenziali di salute e sicurezza delle direttive europee del tipo “Nuovo Approccio” 2. È il marchio che attesta l’elevata qualità di un prodotto 3. È il marchio rilasciato alla frontiera per il commercio intracomunitario. La marcatura CE 1. Dal 1993, deve essere apposta su tutti i prodotti destinati al mercato comunitario 2. Deve essere apposta sui prodotti che ricadono nel campo di applicazione di una direttiva “Nuovo Approccio” 3. Può essere apposta sui prodotti che ricadono nel campo di applicazione di una direttiva Nuovo Approccio. Come si fa ad apporre la marcatura CE? 1. Ogni direttiva stabilisce apposite procedure (moduli), variabili in funzione della famiglia dei prodotti 2. Si fa richiesta presso un organismo notificato 3. Si compra la decalcomania e si appone sotto la propria responsabilità, in ogni caso La marcatura CE apposta su un prodotto può coesistere con altri marchi? 1. No 2. Si, a condizione che non si ingeneri confusione nel consumatore 3. Si, senza alcuna limitazione. 7.3 Le famiglie di prodotti coperte dalla marcatura CE Ecco qui di seguito le famiglie di prodotti che rientrano nel campo di applicazione delle direttive “Nuovo Approccio”, e devono perciò recare la marcatura CE. È da tenere presente che la materia è in evoluzione e potrebbero esserci nuovi prodotti da aggiungere alla lista. Per essere aggiornato, entrare nel sito Internet di Q&C, nella sezione marcatura CE, da cui il presente elenco è tratto: ogni titolo elencato qui sotto identifica una precisa direttiva N.A. e la famiglia di prodotti oggetto della direttiva in questione. 1. Materiale elettrico di bassa tensione 2. Recipienti semplici a pressione 3. Giocattoli 4. Prodotti da costruzione 5. Apparecchi che possono creare perturbazioni elettromagnetiche 6. Macchine, macchine mobili, apparecchi di sollevamento 7. Dispositivi di protezione individuali 8. Strumenti per pesare a funzionamento non automatico 9. Dispositivi medici impiantabili attivi 10. Apparecchi a gas 11. Apparecchiature terminali di telecomunicazione e apparecchiature delle stazioni terrestri di comunicazione via satellite 12. Nuove caldaie ad acqua calda alimentate con combustibili liquidi o gassosi 13. Esplosivi per uso civile 14. Dispositivi medici 15. Imbarcazioni da diporto 16. Apparecchi e sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva 17. Imballaggi e rifiuti d’imballaggio 18. Ascensori 19. Ascensori idraulici ed oleoelettrici 20. Apparecchi di refrigerazione per uso domestico 21. Attrezzature a pressione 22. Dispositivi medico diagnostici in vitro.