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MODELLI SPECIE - Ecology Unit > Home
Modulo n° 6 Ecologia delle Comunità 1 LA COMUNITA’ BIOTICA Con il termine di comunità si intende l’insieme di popolazioni che interagendo formano la struttura trofica dell’ecosistema. La comunità ha caratteristiche proprie: • struttura spaziale • diversità e dominanza • struttura trofica ...modelli comuni di relazioni tra caratteristiche: • specie-area • specie-abbondanza • specie-taglia • taglia-abbondanza ...modelli comuni di variazione: • latitudinale della diversità ...modelli di organizzazione • per coevoluzione vs per invasione 2 MODELLI SPECIE - AREA CARATTERISTICHE • relazioni tra n° specie ed area osservate in comunità insulari • fattori prossimi nel determinismo del n° di specie all’equilibrio: invasione ed estinzione - regolazione di invasione ed estinzione • fattori prossimi nel determinismo del n° di specie all’equilibrio: dimensioni dell’isola e lontananza • ricolonizzazione delle isole - modello di ricolonizzazione e considerazioni sull’equilibrio 3 MODELLI SPECIE - ABBONDANZA CARATTERISTICHE modello canonico distribuzioni specie abbondanza osservate • discrepanze dal modello canonico - influenza dell’unità di campionamento - influenza dei modelli di dispersione delle specie • modelli esplicativi delle relazioni specie-abbondanza - modelli statistici - modelli basati sulla ripartizione di nicchia N° di Taxa • • Modello Canonico 16 14 12 10 8 6 4 2 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 Classi Ottave Esempio di studio: comunità a base detrito del fiume 4 Tirso DISTRIBUZIONI TAGLIA – SPECIE NELLE COMUNITà Il numero di specie (S) è proporzionale all’inverso del quadrato della dimensione lineare (l) S l -2 (Hutchinson e Mac Arthur, 1959; May, 1978) 5 MODELLI DI DISTRIBUZIONE TAGLIA - ABBONDANZA La densità di popolazione diminuisce con la mole corporea con un esponente pari a 0.75 (Damuth, 1981) Ni W -0.75 N = numero individui W = massa corporea 6 MECCANISMI DI ORGANIZZAZIONE FISICO Comunità strutturate per invasione Mortalità e reclutamento TIPI DI Supply-side ecology CONTROLLO BIOTICO Interazioni tra specie Comunità strutturate per coevoluzione Controllo top-down e bottom-up Tassi ed efficienze 7 COMUNITA’ PER INVASIONE • le comunità per invasione dipendono dalla dispersione delle popolazioni • la selezione dei potenziali colonizzatori dipende solo dalla compatibilità della loro nicchia fondamentale • si raggiunge una elevata diversità in specie se consentito dalla distanza tra le perturbazioni 8 COMUNITA’ PER COEVOLUZIONE • • la possibilità di colonizzazione dipende dalla compatibilità tra la nicchia di tutte le specie coinvolte la sovrapposizione tra le nicchie realizzate deve soddisfare la condizione che d/s<<1 • le comunità per coevoluzione hanno diversità più bassa di quelle per invasione 9 RETI ALIMENTARI 10 BIODIVERSITA’:DEFINIZIONI • Con il termine biodiversità si può intendere semplicemente il n° di specie presenti in una comunità. • Il termine biodiversità è però anche comunemente usato per comprendere l’insieme di diversità genetica, tassonomica e di habitats in un area regionale. 11 BIODIVERSITA’ NELLA BIOSFERA -TIPI DI DIVERSITA’ Poichè la maggior parte delle specie sono insetti, che hanno cominciato a diversificarsi 450M anni fa e che hanno un tempo medio di vita di 10M di anni, si può stimare che la biodiversità esistente rappresenti il 5-10% di tutte le specie che sono apparse sulla terra (May, 1997). • Il n° di specie nelle comunità si misura in decine, centinaia, migliaia. • La diversità varia con la scala spaziale considerata. Circa 1413000 specie descritte (da Wilson, 1992) Si distinguono 4 tipi di diversità - puntiforme: campioni molto piccoli a diversità: entro habitat b diversità: tra habitat di uccelli nella g diversità: livello regionale Specie vegetazione mediterranea 12 COMPONENTI DELLA DIVERSITA’ Alla diversità contribuiscono due componenti: • ricchezza in specie • distribuzione degli individui tra le specie. Nella maggior parte delle comunità gli individui non sono equiripartiti tra le specie ma molte specie sono rare e poche molto comuni Globalmente, le relazioni tra n°di specie ed abbondanza numerica delle specie sono descritte da una distribuzione lognormale. 13 MISURE DELLA DIVERSITA’ • La diversità è misurata nel modo più semplice come ricchezza in specie • La diversità è comunemente misurata con l’uso di indici - indice di Simpson (1949) c= 1/Spi2 - indice di Shannon (1949) Hs=-Spi*ln(pi) dove pi è l’importanza relativa o la frequenza relativa dell’i-esima specie: pi =ni/N Esempio specie comunità1 comunità2 A 90,1 10 B 1,1 10 C 1,1 10 D 1,1 10 comunità 1 Hs= 0.540 E 1,1 10 comunità 2 Hs= 2.303 = ln(S) = Hmax F 1,1 10 G 1,1 10 omogeneità, E= Hs/ Hmax H 1,1 10 I 1,1 10 comunità 1 E= Hs/ Hmax = 0.540/2.303=0.234 L 1,1 10 comunità 2 E= Hs/ Hmax = 1 Individui 100 100 14 MODELLI DI VARIAZIONE DIVERSITA’ • La diversità varia tra habitat; DELLA Declino della diversità di piante sulle montagne dell’Himalaya • La diversità mostra modelli regolari di variazione con: - altitudine (decremento) - profondità degli oceani (incremento) - su un gradiente latitudinale verso i tropici (incremento) 15 FATTORI STORICI SULLA DIVERSITA’ Si basa su due assunzioni: 1. che la biodiversità cresca continuamente in sistemi non perturbati, anche se con scale di tempi geologici; 2. che i sistemi temperati siano stati mantenuti e siano mantenuti in disequilibrio dalle glaciazioni. Un caso è dato dal confronto tra la flora arborea Nord Americana ed Europea prima e dopo le ultime glaciazioni Pleistoceniche. Le due flore avevano diversità simile prima delle glaciazioni mentre oggi quella Nord Americana è nettamente più ricca in specie. 16 IPOTESI CLIMA E STABILITA’ CLIMATICA • Osservazione che le corporazioni bentoniche di acque profonde mostrano una ricchezza in specie è in contrasto con la forte limitazione energetica dello habitat; • Osservazioni alla base della relazione a lungo discussa tra diversità e stabilità; • In termini della teoria della diversità, una riduzione dell’ampiezza di nicchia (U), consentita dalla stabilità ambientale, può contribuire a spiegare il modello di diversità. 17 PRODUTTIVITA’ • E STABILITA’ DELLA PRODUTTIVITA’ Osservazione della elevata produttività dei sistemi tropicali. Tuttavia: • ambienti eutrofizzati sono altamente produttivi e poco diversi • stabilità della produzione nel tempo • in termini della teoria della diversità, un aumento di produttività rappresenta un aumento di (R) e consente una riduzione dell’ampiezza di nicchia (U) 18 IPOTESI • • • Osservazione di un aumento di diversità nell’intertidale marino con un aumento della pressione di predazione. Esperimenti di rimozione del predatore. La predazione agisce sulla diversità eliminando specie. • DELLA PREDAZIONE Quando la pressione di limitazione delle ri-sorse e determinando comunità strutturate per invasione: il ruolo della predazione dipende dal tipo di predatore: predatore generalista o specie ‘keystone’. 19 IPOTESI DELLA COMPETIZIONE 20 IPOTESI DEL DISTURBO INTERMEDIO Immigrazione r strateghe Disturbo Liberazione di aree 21 PROBLEMI METODOLOGICI NELLA DETERMINAZIONE DELLA DIVERSITA’ • dimensione dell’area • dimensione del campione • riconoscimento tassonomico - tipo di riconoscimento: sul fenotipo o sul genotipo - livello di riconoscimento • selettività del campionamento • data la rarità di molte specie, il n° di specie tende a crescere con la dimensione del campione 22 Organizzazione delle Comunità e Conservazione della Biodiversità Meccanismi di Organizzazione Basi Teoriche per la Conservazione Strategie per la Conservazione Ripartizione delle Risorse Gerarchia legata alla Taglia Corporea Teoria delle Isole Biogeografiche • • • • Lotteria Competitiva Teoria delle Metapopolazioni habitat strutturati n° of habitat frammentati distanza tra frammenti varianza tra frammenti 23