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Incontro CONFCOMMERCIO pt
“Progetto Bancabilità” Contabilità e Bancabilità INCONTRO CON CONFCOMMERCIO PISTOIA 5 ottobre 2011 Principi generali del RATING Cosa è Quando Le novità di Basilea 2 Basilea 2 è l’accordo internazionale sui requisiti patrimoniali delle banche E’ entrato in vigore dal 1° gennaio 2008 Con Basilea 2 sono stabilite le regole con cui le banche devono calcolare il loro capitale regolamentare e sono definite anche quali saranno le nuove modalità di valutazione della clientela (Rating) IMPRESA 6) Riduzione del rischio calcolato dal Rating e minor costo del denaro 5) Autodiagnosi/ ricerca soluzioni/ azioni di miglioramento BANCA 1) Maggiore rischio calcolato dal Rating 4) Maggiore Costo del denaro 2 2) Maggiore Capitale accantonato 3) Maggiori Costi Principi generali del RATING A chi si applica • Il rating che vedremo nelle pagine successive è quello adottato per le Imprese “Corporate”, individuate sulla base di: 1) Fatturato (individuale o consolidato) 2) Esposizione (nei confronti del gruppo Intesa Sanpaolo) Indicatore dimensionale Se entrambe le soglie non sono raggiunte l’impresa è considerata “Small Business” Se una delle soglie è raggiunta l’impresa è considerata “Corporate” Fatturato singolo o di Gruppo Economico * * Small Business < 2,5 Mln. Corporate >= 2,5 Mln. 3 Esposizione singola o di Gruppo Economico < 1 Mln. E O >= 1 Mln. Principi generali del RATING Le classi di Rating Il Gruppo Intesa Sanpaolo, a cui appartiene la nostra Banca, adotta al suo interno un proprio sistema di valutazione della clientela, definendo vari livelli di rischio RISCHIO - rischio MOLTO BASSO MACRO CLASSI I CLIENTI "INVESTMENT GRADE" BASSO MEDIO BASSO MEDIO MEDIO ALTO + rischio M CLIENTI "INTERMEDI" R CLIENTI "RISCHIOSI" ALTO (*) Classificazione di Rating per aziende del segmento imprese 4 CLASSI (*) I1 I2 I3 I4 I5 I6 M1 M2 M3 M4 R1 R2 R3 R4 R5 Principi generali del RATING REDDITIVITA’ E CAPACITA’ DI SERVIZIO DEL DEBITO Sostenibilità del debito 2 Redditività STRUTTURA PATRIMONIALE Struttura Patrimoniale 1 GESTIONE DEL CIRCOLANTE Gestione Circolante 1 ANDAMENTALE Struttura Patrimoniale 2 Gestione Circolante 2 Intensità Utilizzo a REVOCA (3 mesi) IRIS QUALITATIVA Questionario Qualitativo 5 RATING STATISTICO Sostenibilità del Debito 1 RATING INTEGRATO Indicatore RATING STATISTICOANDAMENTALE Area Gestionale Il set di indicatori Principi generali del RATING La composizione degli indicatori andamentali Area Andamentale INTENSITA’ UTILIZZO A REVOCA (3 mesi) Utilizzo Centrale Rischi a Revoca Sistema* Accordato Centrale Rischi a Revoca Sistema* • Indica la percentuale di utilizzo degli affidamenti a revoca dell’impresa nei confronti del sistema bancario * Centrale Rischi Sistema comprende anche gli accordati/utilizzi della propria banca • • • All’aumentare del valore dell’indicatore corrispondono margini disponibili più ridotti sulle linee di credito a revoca Qualsiasi valore superiore al 90% necessita approfondimento in quanto segno di un più teso utilizzo dei fidi accordati e di una possibile crisi di liquidità Utilizzo CERI a revoca sistema (media della somma delle ultime 3 rilevazioni o di quelle presenti se inferiori a 3) • Accordato CERI a revoca sistema (media della somma delle ultime 3 rilevazioni o di quelle presenti se inferiori a 3) 6 Principi generali del RATING La composizione degli indicatori andamentali Area Andamentale L’ IRIS è: • Un indicatore sintetico sulla qualità del comportamento del cliente, calcolato mensilmente • Assume un valore compreso nel range +10 (migliore) / -10 (peggiore) • Un indicatore articolato, composto da un insieme di sottoindici che considerano vari aspetti comportamentali del cliente (relazione Banca/Sistema e Impresa) L’IRIS è utilizzato nella determinazione del Rating con le seguenti regole: • Iris medio a due mesi • Iris aziendale su gruppo bancario ISP per bilancio stand-alone, Iris di gruppo aziendale su gruppo bancario ISP per bilancio consolidato. • Esclusivamente se punteggio < 0, quindi solo in termini peggiorativi 7 Principi generali del RATING La scala di valutazione di IRIS Punteggi IRIS* Imprese con fatturato > € 50 Mln Tassi di default effettivi** Imprese con fatturato da € 2,5 a 50 Mln -10 -10 30% ca 1 posizione su 3 va in default 10% ca 1 posizione su 10 va in default 1% ca 1 posizione su 100 va in default Rischio Alto -5 -4 Rischio Medio -2 -1 Rischio Basso +10 +10 * Punteggi di IRIS differenziati a seconda del fatturato di controparte **Analisi svolta su tutte le aziende ex-intesa con fatturato > € Mln 2,5 a Gennaio 2005 considerando i passaggi a default nei 12 mesi successivi 8 Principi generali del RATING La composizione di IRIS • Indicatore articolato e composto da un insieme di sottoindici che considerano vari • • aspetti comportamentali del cliente (andamento rapporto con Banca, con Sistema, movimentazione regolare,...) Indicatore calcolato con cadenza mensile (rilascio a fine mese successivo al mese di riferimento) Indicatore ritarato statisticamente al fine di aumentare i livelli di predittività sui potenziali default IRIS Range (-10;+10) Indice Indebitamento Range (-10;+10) Utilizzi Complessivi Range (-10;+10) • Aggregazione dei sotto-indici attraverso pesi tarati statisticamente Indice Rotazione Range (-10;+10) Utilizzi Interni Utilizzi Rateali Utilizzi Esterni Range (-10;+10) Range (-10;+0) Range (-10;+10) 9 Principi generali del RATING I sotto-indicatori di IRIS Descrizione Utilizzi Interni Range (-10;+10) Utilizzi Rateali Range (-10;0) Principali elementi • Considera tutti i rapporti del cliente con la Banca valutando (al netto dei finanziamenti rateali esaminati a parte - Indice Utilizzi rateali), la rischiosità degli utilizzi in rapporto ai fidi concessi • Considera i finanziamenti rateali (a breve e a medio/lungo) e le forme tecniche a scadenza, valutando la rischiosità degli utilizzi in rapporto ai fidi concessi • Sconfini • Insoluti (% insoluti di portafoglio su % provvista.) • Assegni inviati al protesto; in sospeso • Insoluti da sistemare (non addebitati in c/c per mancanza fondi) • Rate impagate • Tempo trascorso dalla prima rata insoluta • Data ultimo pagamento • Tipo di finanziamento (chirografario/ipotecario) Utilizzi Esterni Range (-10;+10) • Considera la posizione del cliente nei confronti degli Altri Enti Segnalanti in Centrale Rischi, valutando la rischiosità degli utilizzi in rapporto ai fidi concessi 10 • Sconfini vs altre banche • Rilevante diminuzione dell’accordato globale • Richieste di I^ informazione senza aumento numero banche segnalanti • Sofferenze sistema sulla controparte / garanti / coobligati / garanzie attivate con esito negativo Principi generali del RATING I sotto-indicatori di IRIS Descrizione Indice Indebitamento Range (-10;+10) Indice Rotazione Range (-10;+10) Principali elementi • Considera il rapporto tra gli Utilizzi a breve termine per cassa della Centrale Rischi e l’importo del Fatturato in maniera differenziata a seconda dell’attività economica e della dimensione dell’impresa • Considera il rapporto tra la movimentazione commerciale avere canalizzataci dal cliente negli ultimi 12 mesi e quella “attesa/ottimale” in maniera differenziata a seconda dell’attività economica e della dimensione dell’impresa • Segnali di particolare gravità (definiti “fatali” o Segnali Fatal • Incidenza Utilizzi a breve sul fatturato “fatal”) che forzano l’indice finale a “-10F” 11 • Movimentazione regolare (in base a settore di attività economica e dimensione impresa) • Sofferenze e ristrutturati a Sistema • Finanziamenti a procedura concorsuale risultanti da Centrale Rischi • Garanzie attivate con esito negativo • Segnale insoluti da sistemare per almeno 3 mesi consecutivi; • Assegni inviati al protesto Principi generali del RATING Il Rating come strumento di consulenza Chi si metterà in condizione di avere un Rating positivo sarà anche in grado di fare una valutazione lucida e puntuale sulla situazione e sulle prospettive della propria azienda Banca/Impresa Rating Positivo Visione chiara delle prospettive aziendali Migliore immagine esterna e maggiore forza contrattuale 12 Conoscere il RATING Il Progetto Bancabilità • Obiettivo del progetto è quello di realizzare un processo informativo comune che permetta una lettura realistica e aggiornata dei dati di bilancio e delle potenzialità di crescita: quindi dell’effettivo valore dell’impresa • La valutazione sarà tanto più precisa e puntuale quanto maggiore sarà il patrimonio informativo comune a disposizione • Non sempre questo avviene a causa di un’asimmetria informativa tra banca e impresa: parziale percezione da parte delle imprese dei sistemi di misurazione del rischio applicati dalle banche parziale conoscenza da parte delle banche delle dinamiche storiche e prospettiche delle imprese È interesse sia delle imprese che della banca condividere tutte le informazioni rilevanti per consentire la migliore valutazione del merito creditizio 13 Cos’è il Diagnostico o Modello di Autovalutazione Lo strumento è ad esclusivo uso delle Associazioni di Categoria strumento di valutazione pochi dati contabili Facile e veloce E’ uno strumento di valutazione basato su valori contabili desunti dal bilancio (conto economico e stato patrimoniale) dell’impresa; Richiede l’immissione di un numero contenuto di dati che, trattati in modo statistico, restituiscono, una valutazione riferita sia alle singole aree di indagine che al complesso dei dati economico finanziari dell’impresa. Lo strumento si presenta semplice da utilizzare e veloce nell’elaborare la valutazione 14 ...e che cosa NON è NON è un modello di rating NON E’ un modello di rating del tipo più comunemente usato dalle banche per le proprie valutazioni interne. I modelli di questo tipo richiedono infatti di affiancare ai dati contabili le informazioni andamentali (centrale dei rischi – banche dati). 15 L’utilità per l’Imprenditore Consente di: VALUTARE la situazione economico – finanziaria dell’azienda con dati di bilancio definitivi, provvisori e anche con le sole evidenze contabili per le imprese più piccole VERIFICARE la sostenibilità economico – finanziaria delle possibili scelte imprenditoriali simulando l’impatto delle stesse sulla struttura del bilancio e sulle dinamiche patrimoniali, economiche e finanziarie. AUMENTARE LA CONOSCENZA e la propria consapevolezza sul tipo di informazioni richieste da tutti i soggetti (fornitori, clienti, consulenti) che hanno a che fare con l’azienda, in particolare la banca, migliorando nel contempo le capacità di dialogo con tali interlocutori. 16 Come funziona il processo di valutazione. E’ stato realizzato con riferimento alle aree di analisi più comunemente usate dalle banche nella valutazione delle imprese: Sostenibilità economica del debito la capacità dell’azienda di far fronte con il proprio reddito al pagamento degli oneri finanziari Struttura patrimoniale Incidenza dei mezzi propri nel finanziamento dell’impresa Gestione del circolante equilibrio tra debiti e crediti, oltre che risultato della politica commerciale 17 Si compone di due sezioni Richiede l’inserimento di alcune voci di bilancio in un apposito schema; SEZIONE FINANZIARIA Fornisce un giudizio di qualità individuato su una scala di 6 livelli. Richiede la compilazione di un questionario a risposta chiusa che copre diverse aree qualitative dell’impresa: management e organizzazione, mercato di riferimento e posizionamento competitivo dell’azienda; SEZIONE QUALITATIVA Restituisce una valutazione qualitativa su una scala di 6 livelli (gli stessi utilizzati per la parte quantitativa). 18 Il modello di valutazione di bancabilità: la sezione finanziaria Vengono imputati esclusivamente dati di bilancio 19 Il modello di valutazione di bancabilità: il questionario qualitativo 20 Le valutazioni che ne derivano LA VALUTAZIONE ECONOMICO-FINANZIARIA si presenta su due livelli: complessiva per singola area di analisi: capacità di far fronte agli impegni finanziari; equilibrio fonti-impieghi. LA VALUTAZIONE QUALITATIVA fornisce un giudizio su un solo livello. 21