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ECOLANDIA
C’era una volta un gran bosco con tanti alberi d’ogni tipo, abitato da simpaticissimi animaletti. D’inverno i pini e gli alberi si ricoprivano di neve e sembravano diventare magici, con tutto quello esplendore di ghiaccio. Le querce, poi, sembravano toccare il cielo. Sopra i lori rami gli uccelini cinguenttavano felici, nei buchi dei tronchi gli scoiattoli costruivano i loro refugi e ai loro piedi i leprotti andavano a nascondersi quando pioveva. In quel bosco maturavano anche tanti frutti dolci e buoni e gli animaletti del bosco si fermavano spesso a mangiare: un frutto, poi un altro, poi un altro ancora…erano golosissimi. In mezzo al bosco c’era un laghetto la cui acqua era così pulita e trasparente che si potevano vedere i sassoloni del fondo, e tanti pesciolini colorati uno più bello dell’altro. In autunno poi le foglie degli alberi, trasportare dal vento birichino, si posabano sull’acqua del laghetto e sembravano tante piccole barche colorate. Vicino a quel laghetto c’era una graziosa casetta bianca, alle finestre le tendine erano ricamate con rossi cuoricini e sul davanzale c’erano sempre dei vasi con fiori variopinti e profumati. In quella casa viveva una nonnina buona e simpatica, dal sorriso dolcissimo: Nonna Linda. Si chiamava così perché amava molto la pulizia, la sua casetta era sempre tutta…linda ed ordinata. I suoi capelli bianchi erano raccolti dietro la nuca, gli occhi splendevano di bontà dietro gli occhiali piccolo e tondi, e indossava vestiti lunghi lunghi con un grande grembiule. Nonna Linda non era sola; con lei viveva suo marito, Nonno Beniamino: un vecchietto simpatico dal cuore buono e generoso; indossava sempre una camicia a grandi quadri colorati ed un paio di pantaloni con enormi tasche, nelle quali si potevano trovare mille cose: pezzeti di fili, chiodini, mozziconi di matita, un coltellino, qualche caramella ed un grande fazzoleto. Dispetto, invece…faceva onore al suo nome e si divertiva a combinare guai: nascondeva la provvise algli animali del bosco, mangiava tutti i frutti più gustosi e maturi, urlava a squarciagola quando tutti dormivano,…insomma, era proprio un birbone. Tuttavia, dopo ogni marachella, era dispiaciuto perché non era cattivo, ma solo tanto vivace, ed aveva sempre una voglia matta di scherzare. Vicino alla loro casa cresceva una quercia maestosa, dentro la quale avevano trovato casa due folletti: Giò y Dispetto. Giò era buono e gentile, si comportava sempre bene e gli piaceva aiutare gli altri; Un giorno, però, ne combinò una proprio grossa. Nonna Linda aveva preparato un cucina tutti gli ingredienti per fare una torta: farina, uova, zucchero e marmellata di fragole. Aveva però pensato di andare nel bosco a raccogliere alcune fragoline fresche per decorare il suo dolce. Mentre era fuori, Dispetto entrò in casa e, in men de non si dica, sparse sul pavimento zucchero e farina, lanciò le uova contro i vetri e spalmò la marmellata sul tavolo. Quando Nonna Linda tirnò, vide il disastro e fu così dispiciatura che le venne da piangere. La sua casa, sempre pulita ed ordinata, era ridotta proprio male. Come fare…? In quel momento arrivò il buon folletto Giò e subito pensò al modo di rendersi utile. Si ricordò ceh suo nonno, folletto molto saggio, un giorno gli aveva parlato di una pianta di mirtilli, in cima alla quale cresceva un frutto più grande degli altri cha aveva dei poteri magici. Non ci pensò due volte; corse nel bosco a cercarlo. Nonno folletto aveva ragione, il mirtillo gigante esisteva davvero! Giò lo colse e rifece di corsa la strada per tornare da Nonna Linda. Non piangere più. Ti ho portato il mirtillo magico; dopo averlo mangiato, quando vorrai, potrai dare magia alle cose che toccherai Nonna Linda pensò che lei amava soprattuto avere la casa pulita e ´’erano due cose che l’aiutavano sempre nei suoi lavori: la paletta e la scopa. Decise di renderle magiche. Mangiò il mirtillo e, appena le toccò, paleta e scopa si animarono e, in un batter d’occhio, resero di nuovo lucida e splendente tutta la casa. Nonna Linda, felice e ancora un po’ confusa, ringraziò di cuore il buon folleto Giò e decise di dare un nome alle sue due infaticabili aiutanti: chiamò “Netta” la paletta, e “Gina” la fedele scopa de saggina. Intanto era arrivato l’autunno Linda e Beniamino si recarono nel bosco a raccogliere le castagne, in compagnia dell’amico folletto Giò. Non invitarono Dispetto, perche erano ancora un po’ arrabiati con lui. Il folletto si sentì molto offeso e cominciò a caombinare un mare di guai! Corse nel bosco, si arrampicò sugli alberi e distrusse i nidi degli uccellini, che fugirono disperati; cercò gli scoiattoli nei buchi degli alberi per spaventarli, farli fuggire e disperdere le loro provviste, scosse i rami per far cadere le foglie. Nonna Linda e Nonno Beniarmino videro tutti gli animali fuggire spaventati e, con affanno, si misero a perlustrare il bosco per capire cosa stava succedendo. Non ci misero molto a scoprire la causa dil disastro! Dobbiamo fare qualcosa per rimediare questo disastro! Mentre Nonna Linda, con Gina e Netta, racoglieva le foglie, Beniamino ricostruì i nidi degli uccelli e riparò i rifugi degli animali. Raccolse anche gusci di noci e bacche colorate per costruire poi piccoli giochi per i bambini. E Dispetto dove si era cacciato? Inseguendo uno scoiattolo, per farlo arrabbiare, era arrivato fino in città. Linda, Beniamino e Gió, preoccupati per quanto avrebbe potuto combinare il folleto birbone, seguirono le sue orme e giunsero anch’essi in città. Da tempo, ormai, non vi si recavano più, tanto che quasi non riuscivano più a riconoscerla: il cielo era grigio, l’aira era pesante, faceva tossire el era faticoso respirare; non c’erano più spazi verdi, tutto sembrava di cemento de d’asfalto. Le automobili sfrecciavano vleloci, liberando nell’aria fumi grigi e puzzolenti che si confondevano con quelli che uscivano dai tubi delle ciminiere delle fabbriche. Grigio era il colore di tutte le cose e la città sembrava molto triste. Un rumore improvviso li fece sussultare: il folletto Dispetto, tanto per non smentirsi, aveva rovesciato uno dei grossi bidoni stracolmi d’immondizia che si era sparsa ovunque. Grande fu la sorpresa dei due nonnini, perché in quel bidone c’era di tutto: avanzi di cibo, scatolette ancora chiuse, giocattoli, vestiti smessi, plastica, bottiglie di vetro, medicinali scaduti, giornali e riviste… Nonno Beniamino era sbalordito “Com’è possibile che si butti via tutta questa roba?” Era urgente metter un po’ d’ordine in tutto quel disastro. Nonna Linda pensò subito alle sue straordinarie aiutanti e mandò Giò a prenderle. Netto e Gina non ci misero molto a riordinare; seguendo il consiglio di Nonna Linda e di Nonno Beniamino, separono i rifiuti e ne fecero tanti mucchietti diversi. Un vigile, che dirigeva il traffico poco lontano, volle vedere cosa stava succedendo intorno al cassonetto rovesciato. Nonno Beniamino gli spiegò che sarebbe stato meglio raccogliere i rifiuti in contenitori diversi, perché molte cose avrebbero così potuto essere riutilizzate. Il vigile, entusiasta dell’idea, volle subito comunicarla al sindaco, e accomàgnò i nostri due amici in giro per la città. Vedendo le vetrine, Linda y Beniamino erano sbalorditi, non riuscivano a capire il perché di tanti prodotti che a loro parevano così superflui. Ma sono proprio necessarie tutte queste cose per vivere? Il vigile cercò delle spiegazioni: “Sicuramente si vivrebbe bene con molto bene, purtroppo però la gente si è abituata ad avere troppo e a volere sempre di più, così si produce, s’inquina, si consuma e si spreca. Abbiamo sempre molta fretta…, …vogliamo fare mille cose…, così usiamo l’automobile anche quando potremmo andare in bicicletta o a piedi, ed ecco il risultato: cielo grigio, alberi che sembrano malati con le loro foglie grigie…” Una città così triste suggerì a Nonna Linda che era il momento di usare il suo magico potere: adocchiato un soffice piumino mangiapolvere in una lucida vetrina, se lo fece portare, lo toccò e… Nino. Fa il tuo dovere! In men che non si dica il piuino spazzò via il grigio dai tetti, dai davanzali delle finestre, dalle foglie degli alberi, dai muri delle case, dal celo… Ora si che la città era bella! Linda y Beniamino erano soddisfatti. Nonna Linda avava usato la magia, ma gli uomini ora potevano farne a meno, avevano capito la lezione; si poteva lasciare più spesso l’automobile in garage, ci si poteva impegnare a sprecare meno e ad usar sempre i cassonetti per la raccolta differenxiata dei refiuti, si potevano sistemare i depuratori alle ciminiere delle fabbriche. Passò molto tempo el il sindaco di quella città volle rendere omaggio a Nonno Beniamino e Nonna Linda, perchè grazie a loro era cambiato il volto della città. Fuerono invitati ad una gran festa appositamente organizzata, ed ebbero l’onore di dare un nuovo nome alla cità; Nonna Linda e Nonno Beniamino la volerono chiamare ECOLANDIA, perche i suoi abitanti avevano capito l’importanza di rispetttare la natura e di non sprecare nessuna delle risorse che essa ci regala in abbondanza. Al folletto Dispetto furono presto perdonate tutte le marachelle; infatti, i suoi scherzi dispettosi avevano dato l’occasione ai saggi Nonna Linda e Nonno Beniamino di trovare soluzioni importanti ai problemi della città. La notizia della città pulita cove si viveva bene si sparse molto presto ed anche altri paesi e cittè volerono seguire l’esempio d’Ecolandia; così, più la gente segiva i consigli di Nonna Linda e Nonno Beniarmino, più la vita di tutti migliorava. Se vedete in giro tanti cassonetti diversi... usate loro! Decidete ad adoperare più espesso la bicicletta invece dell’automobile! …Ad andare a piedi a luogi vicini! Impegnate a non esprecare le cose che servono ancora! Così anche i nostri paesi e le nostre cittè saranno belli come Ecolandia, e non avranno bisogno della magia di Nonna Linda, di Netta, la paletta, Nino, il piumino, e Gina, la fedele scopa di saggina. Realizzazione Nel C.P. Vital Aza di Pola de Lena. Asturias-España, per Le alunne ed i alunni: Heliana Álvarez Vázquez, José Manuel Batista García, Andrea Castañón Fernández, Aitami Cruz Rodrígez, David Del Campo Díaz, Alejandro Duarte Álvarez, Eneko González Ormaetxea, Juan Manuel González Sierra, Marta Hevia Braga., Kevin Morán Goulart, Rosalis Quezada Ramírez, Juan José Rodríguez Alfonso, Esther Sánchez Varela, Daniel Vega Fernández, Tiago Yakio Inoue, Ángel Zapico Encina (5º Curso de Educación Primaria) Sergio Álvarez Delgado, Claudia Estrada García, Victoria García Espina, Irina Gomarín Rodríguez, Marcos González Álvarez, Iván González González, María Groba Salgueiro, Sandra Lobo González, Ángela Mediavilla Núñez, Elena Pérez Tirador, Inés Pintado Alcoba, Esmailin Quezada Ramírez, Niels Joaquín Sánchez Beltré, Tamara Segovia Bartolomé, José Daniel Casas Teixeira, Luis Vargas Vargas, Francisco Vázquez González, Sergio Zapico Gutiérrez. (6º Curso de Educación Primaria) Le maestre: Montserrat Cachero López (Coordinación) Rocío Ares Díaz Ludivina de la Riva Fernández Con la colaborazione della totalità dil Consiglio Accademico. In coordinazione con i/le sui/e compagni/e della Scuola Direzione Didattica 1º Circolo. Lauria – Italia. dove è responsabile dil progetto la maestra Carmina Ielpo. Corso scolastico 2006-2007