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la crisi si propaga

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la crisi si propaga
Crisi: Credit crunch





Crisi e bolle speculative
La crisi finanziaria
La crisi si propaga
Antidoti alla crisi
Crisi e governance globale
Tremano i santuari
del capitalismo




I crac finanziari e le crisi
economiche sono stati eventi
frequenti nella storia economica
dell’Occidente. Crac recenti di
carattere internazionale:
l’insolvenza del Messico nel 1995,
la crisi finanziaria dei dragoni asiatici nel
1997,
la bancarotta della Russia nel 1998
Le bolle


Ogni disastro finanziario è preceduto
immancabilmente da una “bolla”, un
periodo di eccessi speculativi. Ogni bolla
è alimentata dal credito facile e dalla
convinzione che la quotazione di certi
titoli in borsa è destinata al rialzo
infinito.
Ad ogni crac segue un periodo di riforme,
elaborazione di nuove regole, maggiori
divieti e controlli. Appena varate le
nuove leggi vengono aggirate e si
prepara l’avvento della bolla successiva.
La tulipanomania

Uno dei crac più celebri della storia
fu il grande panico del febbraio
1637 alla Borsa di Amsterdam,
quando dopo due anni di
speculazioni forsennate crollarono
di colpo le quotazioni dei futures sui
bulbi di tulipani
THE CRASH
Il crac più nefasto resta
quello del 1929. Non solo
per la violenza della caduta
subìta dall’indice Dow
Jones, che perse il 13%
nella sola seduta del 28
ottobre, seguito dal botto
finale nel successivo Black
Tuesday, il 29
Per gli errori commessi
nella politica monetaria e
nella manovra economica
del presidente Herbert
Hoover, il collasso di Wall
Street contribuì a innescare
una spirale di
protezionismi, la caduta del
commercio internazionale,
infine la Grande
Depressione.
Le premesse della crisi

il mondo produttivo statunitense si rese
protagonista tra il ’25 e il ’29 di un’affannosa
gara alla produzione industriale e agricola che
coinvolse anche le banche in un giro di prestiti
e di speculazioni ad ampio raggio, mentre il
grosso volume di affari commerciali in atto
incoraggiò molti ad affrontare in modi e forme
spesso spregiudicate i rischi di un frenetico
gioco in borsa.
CRISI DI SOVRAPPRODUZIONE

Tutto ciò non tardò a determinare quella
imprevista, ma non imprevedibile, crisi di
sovrapproduzione che colpì il mondo e trasse
origine proprio dall’economia statunitense,
danneggiata più dalle altre dalla diminuzione
delle esportazioni. Visto che i cittadini americani
non erano in grado di consumare da soli l’ingente
quantità di merci prodotte e accumulate, sui
mercati si vennero a trovare enormi masse di
prodotti agricoli e industriali invenduti,
nonostante l’ausilio della pubblicità e la diffusione
su larga scale delle vendite rateali.
CRISI DI BORSA
Nel 1931 la Borsa americana aveva perso l’89%
del suo valore dai massimi del 1929 ma ben
più gravi furono le conseguenze sociali. Il
mondo intero fu prostrato dalla deflazione: i
prezzi agricoli scesero del 40-60%, salari e
produzione industriale precipitarono, il tasso
di disoccupazione in America arrivò al 25%
nel 1933
Il New Deal di Franklin Delano Roosevelt pose le
fondamenta del Welfare State, delle politiche
keynesiane di sostegno dell’occupazione, dei
grandi programmi di investimento statale
nelle infrastrutture
Teorie
neoclassiche
La ricetta della teoria neoclassica per
stimolare la produzione e l'occupazione
consisteva nella riduzione dei salari
monetari, che avrebbe dovuto condurre
alla discesa dei prezzi dei prodotti e,
quindi, all’aumento della domanda
.
CRITICHE KEYNESIANE

Una riduzione dei salari monetari, infatti,
influisce, nella teoria keynesiana, anche
sulle
componenti
della
domanda
aggregata, ovvero il consumo e gli
investimenti. Le variabili da prendere in
considerazione sono ancora una volta la
propensione al consumo, l'efficienza
marginale del capitale e il tasso di
interesse. Una ipotetica riduzione dei
salari monetari porterà a un calo della
domanda a cui le imprese reagiranno
con la riduzione
della produzione e
dell'occupazione.
Franklin Delano Roosevelt, riuscì a creare quello che
alla fine degli anni ' 30 si presentava di fatto come un
sistema misto, un equilibrato "mix" fra libero mercato,
severe regole per regolamentarlo, e una serie di misure
statali e federali di appoggio.
il neopresidente operò a livello di politica monetaria,
svalutando il dollaro del 40%, rialzando i prezzi,
immettendo cartamoneta e introducendo il controllo dello
Stato sul sistema bancario, sulle Borse, sul mercato
azionario
La forza dell' America fu proprio in questo sistema misto.
Una forza che le permise di tirarsi fuori dalla Grande
Depressione e dopo pochi anni di entrare in una guerra
devastante, vincerla, aiutare il mondo a liberarsi dalle
dittature e addirittura finanziare i programmi di
ricostruzione nei Paesi che avevano conosciuto fame e
distruzioni
La politica di Roosvelt
 Roosevelt intervenne anche livello di politica sociale, attraverso la difesa dei
salari minimi e dei contratti di lavoro, la riduzione dell’orario nelle fabbriche,
la presenza dei sindacati nelle aziende e l’obbligo per gli imprenditori di
trattare con essi. Nello stesso tempo, anche a costo di aumentare il deficit
dello Stato, egli realizzò una vasta serie di lavori pubblici e sollevò aziende
in crisi con capitali statali, riuscendo così a combattere la disoccupazione, a
consolidare le strutture industriali, a sviluppare e unificare le attività
assistenziali e a regolamentare i rapporti fra capitale e lavoro. Roosevelt
seppe inoltre procurarsi i mezzi necessari per attuare tali iniziative
attraverso una rigida politica fiscale, particolarmente pesante nei riguardi
dei ceti più abbienti.
EUFORIA E
PANICO IN
BORSA



La principale causa dell'instabilità delle quotazioni sui
mercati azionari è, secondo Keynes, il comportamento degli
speculatori. Questi soggetti non hanno alcun interesse al
rendimento prospettico degli investimenti e ai dividendi, ma
sono interessati solo ai guadagni in conto capitale, ovvero
alle variazioni di valore dei titoli
Un concorso di bellezza del 1937: per Keynes una metafora
efficace del funzionamento dei mercati azionari
La separazione tra proprietà e gestione ha influenzato la
stabilità della valutazione dei titoli e, quindi, del valore degli
investimenti, perché sempre di più coloro che decidono
come investire sanno poco o nulla delle reali condizioni
dell'impresa.
Il ruolo delle
aspettative

L' importanza delle aspettative psicologiche è il più
grande contributo teorico di Keynes all' economia. Essa
è evidente soprattutto nei mercati finanziari, con la
formazione delle bolle speculative. La speculazione, che
svolge entro certi limiti un ruolo positivo nelle scelte
degli investimenti e nella copertura dei rischi, può
uscire facilmente di controllo attivando processi
cumulativi. Fu proprio Keynes a illustrare con una
parabola brillante, come sapeva fare lui, il meccanismo
riflessivo di questi processi. Se si vuole prevedere l'
esito di un concorso di bellezza, non bisogna chiedersi
qual è la ragazza più bella, ma quella che la giuria
giudicherà la più bella. Insomma, l' economia è fatta di
incertezza e di scommesse. Quando però si comincia a
scommettere su tutto, «quando - diceva Keynes - lo
sviluppo del capitale di un paese diventa un
sottoprodotto delle attività di un casinò, è probabile che
vi sia qualche cosa che non va bene»
03 febbraio 1995


Il Fondo monetario internazionale ha
approvato il prestito di 17,8 miliardi
di dollari, per aiutare il Messico a
uscire dalla crisi finanziaria.
. I prestiti saranno adoperati anche
per ripagare una parte dei tesobonos
(buoni del tesoro) in scadenza.
La Russia alla bancarotta
agosto 1998

La moneta viene svalutata del 50%
(da 6 a 9,50 rubli per dollaro), il
debito estero denominato in rubli
viene congelato per tre mesi.
giugno 2008

Il petrolio sfiora il prezzo di 150
dollari al barile (e molti speculatori
scommettevano sui 200 dollari),
Keynes, reviens, ils sont
devenus fous
giugno 2008
Si può fermare questo mercato impazzito?


sono i leader del G8 a puntare il dito
contro la finanza rapace
il prezzo del greggio, nell' ultimo anno, è
raddoppiato, mentre esplodeva il
fenomeno dei cosiddetti "barili di carta": i
futures, i contratti per la consegna futura
del greggio, scambiati a ripetizione, in un
giro vorticoso di acquisti e vendite, fra
operatori che non hanno alcuna intenzione
di mettere le mani su un vero barile di
petrolio e sono attenti solo al profitto che
possono ricavare ad ogni passaggio
BOOM IMMOBILIARE

Il mercato immobiliare USA ha
registrato un forte boom dei prezzi
delle case fino al 2006. La domanda
di abitazione ha "drogato i prezzi:
dal 1997 al 2006 il valore delle case
è salito del 124%. Questo però ha
anche fatto aumentare
l'indebitamento delle famiglie
esposte a mutui sempre più pesanti
per comprare casa
Le Cause del Crollo in America
Nell'ultimo decennio i Paesi
economicamente sviluppati
hanno visto una crescita
accelerata dei debiti delle
famiglie, in primo luogo negli
Stati Uniti ma anche nel Vecchio
Continente.
CRISI DEL 2008


Nel suo ultimo Rapporto sull’economia
mondiale, il Fondo monetario internazionale non
usa mezzi termini e definisce la crisi economica
del 2008 come “la peggiore dal 1930”.
Secondo gli analisti del Fondo “l’economia
mondiale sta entrando in una crescente
depressione economica a causa del più
pericoloso shock finanziario per le economie
avanzate dagli anni
The Crisis & What to Do About It

Lo tsunami finanziario: i mutui
subprime» all' origine dell' attuale
depressione
indebitamento
Questa enorme massa di debiti è stata
finanziata dalle banche che, in questo
processo, hanno sostenuto i consumi,
consentendo alle imprese di produrre di più. In
parallelo, però, per il sistema bancario sono
aumentati i rischi che i debitori,stretti da un
potere d'acquisto eroso dall'inflazione e la
distribuzione sempre più ineguale della
ricchezza, non riuscissero più a fare fronte ai
propri impegni. Con la finanza "innovativa"
banche e assicurazioni si sono scambiate l'un
l'altra questi rischi, finendo per distribuirli negli
investimenti dei risparmiatori.
INSOLVENZA

Il ribasso dei prezzi delle abitazioni, unito
all'aumento dei tassi di interesse,mette ben
presto in difficoltà le famiglie USA. In un
primo momento vanno in crisi le famiglie
poco abbienti,quelle che avevano stipulato i
cosiddetti muti subprime, concessi ai clienti
ritenuti meno solvibili, poi le difficoltà si
allargano anche a quelli economicamente più
solide: nel 2007 il tasso di insolvenza sale a
quasi un cliente su sei
27 luglio 2008
il peggio deve ancora arrivare…

Negli Stati Uniti la crisi del credito nata con i
prestiti subprime non è affatto finita e c' è chi
sostiene che il peggio arriverà in autunno,
soprattutto se il prezzo delle case scenderà
ancora. In quel caso rischiano di doversi
dichiarare insolventi non solo quelli dei prestiti
subprime (i clienti più scadenti), ma anche molti
clienti per bene, cioè con tutte le carte in regola.
E questo perché si troverebbe a dover pagare un
mutuo elevato per un' abitazione che intanto
varrebbe molto meno. Meglio, a quel punto,
dichiararsi insolventi e sparire. E allora la
tempesta del credito potrebbe trasformarsi in un
uragano devastante. Insomma, questa è una
brutta estate.
cartolarizzazioni
Dopo aver indotto decine di milioni di persone a sottoscrivere prestiti
per mille usi, le banche avevano infatti scoperto che se registravano in
bilancio tutti i prestiti come passività, come prescritto, finivano per
avvicinarsi troppo alla soglia del capitale minimo che le banche centrali
richiedono a ogni banca di mantenere disponibile per assicurare la
copertura dei prelievi che i clienti fanno in varie forme. Ciò avrebbe
impedito loro di concedere altri prestiti o effettuare lucrosi investimenti.
Al fine di alleggerire i loro bilanci, le banche hanno anzitutto
trasformato le suddette passività in attività. Il colpo di genio è consistito
nel conferire ai debiti dei clienti, e con essi alle proprie passività, la
qualità di titoli commerciali che era possibile rivendere: operazione
definita "titolarizzazione" (titrisation) o, in Italia, "cartolarizzazione".
I rischi delle
cartolarizzazioni
Molti economisti confidavano nel fatto che le
cartolarizzazioni avrebbero "sparpagliato" i
rischi. Ma la tesi si dimostra subito errata. I
rischi sono stati infatti moltiplicati,non ridotti.
Le Abs sono state infatti in gran parte
"reimpacchettate" da altre banche in altre
obbligazioni (i cosiddetti Cdo, Colladeralised
Debt Obligation) il cui valore ammonta ad altri
3mila miliardi di dollari. Morale: il rischio
subprime è arrivato in tutto il mondo attraverso
questi bond.
Borse, il giorno del panico crollo
storico a Milano: -8%

Per la finanza è stato il lunedì più
nero dell' era della globalizzazione:
sono stati bruciati 2 mila miliardi di
dollari a livello globale, di cui 450
miliardi in Europa
7 ottobre
2008
Le cause del crack


Non c´è dubbio che tra i dirigenti delle istituzioni
finanziarie vi siano stati dei disonesti, e che sarà
giusto colpirli. Ma bisognerebbe cercar di evitare
di ripetere la commedia del 2000-2003, quando
in Usa crollarono Enron e WorldCom, Adelphia
Communications e Tyco International, e in
Europa, tra gli altri, Vivendi e Parmalat. Il
presidente Bush definì "mele marce" i dirigenti
coinvolti, presto condannati a pene severe
Il fatto è che il marcio stava nella legislazione
fino ad allora in vigore, assai più che nelle
persone
LA CRISI SI PROPAGA
Mentre si "congela" il mercato delle
cartolarizzazioni, la crisi si propaga
a tutte le obbligazioni. Gli
investitori, per panico e per fare
cassa, vendono anche azioni e
bond aziendali. Le vendite fanno
crollare i prezzi, spingendo i
rendimenti verso l'alto
CRISI DELLE BANCHE
Le banche sono le prime a soffire perchè sono tra i principali
acquirenti di titoli spazzatura. Non solo, molte banche hanno
comprato bond cartolarizzati anche attraverso speciali
società-veicolo fuori bilancio, chiamate Conduit e Siv. Questi
"veicoli societari" hanno acquistato i bond cartolarizzati
usando un forte "effetto leva", indebitandosi cioè in modo
esponenziale. Morale: la leva, che per anni aveva
moltiplicato i guadagni ora si ritorce contro i "veicoli". Le
banche devono quindi intervenire e "salvarli" , ma così
facendo inglobano nei propri bilanci le loro perdite. Il crollo
delle cartolarizzazione e i salvataggi dei "veicoli" causano
quindi pesanti perdite per le banche
CRISI IN BORSA
La crisi esplode subito in Borsa. Gli
investitori fanno cassa per racimolare
liquidità e quindi vendono su tutti i listini.
Dall'inizio della crisi dei mutui (luglio
2007), al crack di Lehman Brothers le
Borse di tutto il mondo hanno bruciato
oltre 17mila miliardi di dollari. Le vendite
colpiscono soprattutto le azioni delle
banche e i titoli finanziari.
I PRODOTTI DERIVATI
La crisi arriva infine al mercato dei prodotti
finanziari derivati chiamati Credit Default Swap
(Cds). Si tratta in sostanza di "polizze" usate
dagli investitoti per assicurarsi contro
l'insolvenza delle obbligazioni: chi compra paga
un "premio" a una controparte (per esempio una
banca) per garantirsi contro il rischio di default di
un bond che ha in portafoglio. Se il bond finisce
in default, la controparte è obbligata a
rimborsarlo al posto dell'emittente. I principali
venditori di Cds, cioè le principali controparti,
sono banche, hedge fund e assicurazioni, sulle
cui spalle si concentrano quindi i maggiori rischi
CRISI DI LIQUIDITA’
Le difficoltà delle istituzioni finanziarie creano una
pesante crisi di fiducia. Le banche iniziano ben
presto a non fidarsi l'una dell'altra: per questo
non si prestano pi soldi sul mercato
interbancario. Quando lo fanno, applicano
tassi d'interesse elevatissimi. Si crea quindi
una crisi di liquidità pesante soprattutto per le
banche più "chiacchierate".
Ma coinvolge anche i mutui delle famiglie italiane,
agganciati proprio ai tassi interbancari come
l'Euribor, che tornano ai livelli degli Anni '90.
Per arginare la mancanza di liquidità, le
Banche centrali hanno più volte iniettato
miliardi sul sistema interbancario.
La corsa europea alle
nazionalizzazioni
8/10/2008
obiettivi perseguiti dai governi europei:
salvare la tenuta del sistema del credito ad ogni costo. I mezzi
individuati: fondi pubblici per sostenere le banche e per garantire i
conti dei cittadini, l' Ecofin ha deciso che tutti i 27 paesi avrebbero
alzato il tetto minimo di garanzia dei depositi (ora a 20 mila), ma la
decisione finale permette un' Europa almeno a due velocità: un
tetto minimo a 50 mila euro, e uno "raccomandato" a 100 mila
tutti hanno vietato le vendite allo scoperto per limitare la
speculazione,
15 settembre 2008


La crisi attuale è talmente grave che l'ex presidente della
Federal Reserve Alan Greenspan la definisce "un evento che
si verifica una sola volta in un secolo". Mentre i suoi
successori si affannavano senza successo al capezzale della
Lehman Brothers, lui lanciava una previsione sinistra: "Altre
banche falliranno"
E dietro il crac di Lehman già si profilano all'orizzonte altre
possibili bancarotte: il disastro dei "credit default swaps" ha
fatto crollare del 30% in una sola seduta di Borsa il valore
del colosso assicurativo Aig; nel campo bancario le
prossime vittime potrebbero essere la cassa di risparmio
Washington Mutual e la Merrill Lynch.
Decreto salvabanche
9/10/2008
il consiglio dei ministri, nel corso di una riunione lampo, ha varato il decreto
legge che consente al Tesoro italiano di entrare, attraverso l' acquisto di
azioni privilegiate (dunque, senza diritto di voto) nel capitale delle banche
drammaticamente sottocapitalizzate
Il governo vara un grande piano anti-crisi. Risorse illimitate, che saranno
valutate caso per caso, sono pronte, nelle mani del Tesoro, per l' eventuale
salvataggio di banche in difficoltà e lo Stato assicurerà in prima persona la
garanzia sui depositi dei correntisti italiani
Parole rassicuranti dal ministro dell' Economia: «Le banche italiane sono
sufficientemente liquide e patrimonializzate», ha detto Tremonti e «nessuna
banca fallirà
Italia "Rischio Opa ostili 15/10/
2008

- L'andamento negativo delle Borse
"è frutto di speculazioni" e c'è il
rischio che "aziende italiane
sottovalutate per le attuali condizioni
di mercati divengano oggetto di Opa
ostili da parte di fondi sovrani".
I sistemi di mercato privi di regole sono
prima o poi destinati a implodere,
parola di Paul Samuelson
All'origine di quello che risulta essere il peggior
terremoto finanziario da un secolo a questa parte,
troviamo il capitalismo libertario e all'insegna del
laissez- faire di Milton Friedman e Friedrich Hayek,
L'America è diventata sempre più una nazione di
sperperatori di denaro a) a livello familiare, b) a
livello di corporation e c) a livello pubblico con i
supply-siders, i fautori dell'economia dell'offerta,
della destra radicale
Il ruolo delle agenzie di rating

le tre principali agenzie di rating:
Fitch, Moody's e S&&P-McGraw Hill.
Si presume che esse attribuiscano il
voto AAA soltanto a entità più che
solide. Se una delle tre si fosse
attenuta alla verità oggettiva,
tuttavia, le altre due si sarebbero
spartite tutto il mercato. C'era puzza
di conflitto di interessi
La Bce riduce i tassi al 3,25%
6/11/2008

"Il calo dovrebbe determinare un
abbassamento medio di 290 euro
all'anno per chi ha un mutuo a tasso
variabile, questo almeno se i tassi
interbancari scenderanno della
stessa misura come logica vorrebbe".
La rivincita di Keynes


il segretario al Tesoro americano, Hank
Paulson, con una svolta di 180 gradi, ha
deciso di imboccare una strada che, fino a
ieri, aveva tenacemente escluso: la
nazionalizzazione, sia pur parziale e
temporanea, delle banche
E' quanto gli chiedeva a gran voce, da
settimane, l' intera batteria degli
economisti di sinistra, da Paul Krugman, a
Nouriel Roubini a George Soros. E' quanto
volevano, fin dall' inizio, i democratici di
Obama
Anche gli Usa nazionalizzano le
banche
15/10/200
8

L' America si allinea all' Europa e
vara una massiccia iniezione di
capitale nel sistema bancario, per
allentare la morsa della crisi del
credito. «Limitata e temporanea» ha
sottolineato, ieri mattina, George
Bush, ma è pur sempre una vasta
nazionalizzazione degli istituti di
credito, partendo dai più grandi,
nella terra del libero mercato
La crisi insegna



Il primo fondamentale insegnamento che ci deriva dalla
crisi è che la ricchezza non può né nascere né alimentarsi
crescendo a dismisura dal e sul debito
In periodi di bassi interessi il patrimonio delle imprese, e
soprattutto delle aziende di credito e degli intermediari
finanziari, è stato costituito solo in minima parte dal
capitale e in massima parte da denaro preso a debito. È
così che si sono moltiplicati strumenti finanziari di
cartolarizzazione del debito (o se vogliamo del rischio di
credito), chiamati genericamente "derivati" perché basati su
altri titoli, come le opzioni, i futures e così via. È altrettanto
inevitabile che i mercati dell´investimento diventassero
allora mercati d´azzardo, dominati dalla speculazione e dal
rischio. Tant´è che si scommette ormai con sfrenata
fantasia anche sull´insolvenza delle società e persino degli
Stati.
Insomma le grandi crisi sorgono quando il diritto fa
vacanza.
15 ottobre 2008


L'EUROPA unita ha fatto la differenza. Il suo
piano di salvataggio ha superato il primo esame
dei mercati. E' prematuro cantare vittoria contro
l'epidemia virale della malafinanza
L'aggiunta decisiva, che sembra avere fatto la
differenza, è l'ombrello "nucleare" che gli Stati
dell'Eurozona hanno steso a protezione di tutto il
mercato interbancario, garantendo contro i rischi
d'insolvenza anche le operazioni di finanziamento
tra gli istituti di credito, il vitale mercato
interbancario che era paralizzato.
L’Europa ha stanziato più del triplo
degli Stati Uniti, che pure sono
l'epicentro originario di questa crisi.

Anche perché il poderoso aumento dei deficit pubblici
provocato dai salvataggi bancari si sovrappone a una
congiuntura economica disastrosa, una recessione che a
sua volta deprime le entrate fiscali degli Stati. E dopo avere
dissanguato le casse pubbliche per rimediare agli errori dei
banchieri, bisognerà trovare risorse per sostenere la
crescita, alleviare le sofferenze di settori industriali in crisi,
fronteggiare l'aumento dei disoccupati. Il tutto in un
continente europeo già afflitto dall'invecchiamento
demografico e da squilibri finanziari strutturali nei sistemi
previdenziali.
Chi pagherà
il conto?
Nicolas Sarkozy ha affermato
che i dirigenti delle banche
che hanno provocato lo
sconquasso finanziario
dovranno pagarla
Il fatto è che il marcio stava nella
legislazione fino ad allora in vigore,
assai più che nelle persone …….
Leggi e mercati
Il cammino verso il disastro odierno è
segnato da due principali leggi. La prima,
la legge Gramm-Leach-Bliley del 1999,
aboliva la legge Glass-Steagall del ´33 e
permetteva da capo ogni sorta di attività
speculative tanto alle banche commerciali
che alle banche di investimento (una delle
cause del crollo del ´29). Il primo
firmatario, il senatore Phil Gramm, che
avrebbe lasciato il Senato nel 2003 ed è
oggi consigliere economico di McCain, era
considerato uno dei più attivi portavoce
degli interessi di Wall Street
Nel dicembre 2000 Gramm riuscì a
introdurre un emendamento di 262
pagine denominato Commodity Futures
Modernization Act (Cfma) che
sottraeva quasi per intero i prodotti
finanziari derivati alla regolazione ed
alla sorveglianza sia della
Commissione Titoli e Borsa (la famosa
Sec), sia della meno nota
Commissione per il Commercio dei
Titoli Future. In tal modo apriva la porta
alla demenziale moltiplicazione dei
derivati finanziari trattati al di fuori delle
borse.
17/10/2008
McCain: “Lasciamo che Aig fallisca, un
salvataggio pubblico sarebbe un
azzardo morale”.
. «Non attribuisco le colpe di quello che sta
succedendo a McCain - ha detto OBAMA- ma
alla ideologia economica cui si ispira» e ha
puntato il dito al lassismo delle autorità di
controllo. McCain si trova in una posizione
difficile, da equilibrista: deve infatti conciliare la
sua fede liberista, soprattutto in fatto di
deregulation, con la richiesta di gran parte del
paese di mettere le briglie a Wall Street per
evitare che l' avidità di pochi si traduca in danni
per tutti.
. Si chiama American International Group (Aig) il "buco nero" che nella sua
implosione può risucchiare nuove perdite e fallimenti a catena, con
ripercussioni nel mondo intero È un colosso delle assicurazioni il nuovo
epicentro della crisi finanziaria mondiale.

La compagnia infatti non esercita soltanto attività assicurative tradizionali.
Ha sviluppato, con un'importante divisione a Londra, un intero business
speculativo sui titoli derivati, compresi i titoli "infami" che sono il frutto
della cartolarizzazione dei mutui. E c'è di più. Aig si è lanciata da tempo in
un altro business finanziario, i "credit default swaps" . All'origine si tratta
proprio di contratti assicurativi. Il rischio contro cui essi proteggono
riguarda l'insolvenza di molteplici soggetti economici. In una fase come
questa dove i fallimenti si susseguono a valanga, questo business è
diventato una palla al piede per Aig. Inoltre i "credit default swaps" con il
tempo hanno assunto vita propria, sono diventati a loro volta degli
strumenti altamente speculativi. Con una perversione della loro vocazione
originaria, i Cds sono diventati un modo per scommettere sui fallimenti
(dei titolari di mutui, delle aziende, delle banche) e guadagnarci sopra. Se
per una parte del mondo della finanza essi continuano a essere una
indispensabile copertura del rischio-clienti, per un'altra parte sono uno
strumento di speculazione ribassista. E il business dei Cds è sfuggito ad
ogni controllo. La lievitazione di questi strumenti è impressionante.
Nell'insieme il volume delle esposizioni su questo mercato supera i 60.000
miliardi di dollari, il quadruplo del Pil americano. L'Aig è un protagonista
centrale di questo settore. Travolto dall'impossibilità di onorare tutti quei
contratti anti-fallimento, a sua volta con il suo crac può affondare l'intero
sistema
Le cause del crack

Al riguardo, il presidente della Federal Reserve
Alain Greenspan ebbe a dichiarare in più di
un´occasione che si era dinanzi a un nuovo
sistema finanziario, che da un lato migliorava in
misura super il livello di vita dei paesi che lo
adottavano, dall´altra rendeva evidente che per
raggiungere sicurezza e solidità la regolazione
finanziaria doveva ormai affidarsi all´autosorveglianza delle istituzioni private. Come più
di un commentatore ha scritto, in tal modo la
custodia del pollaio veniva affidata alle volpi.
28 novembre 2008

Obama non potrà danzare sulla tolda del Titanic come Bush, che
nel 2008 si preoccupò soltanto di salvare Wall Street e le sue
banche ignorando i drammi umani della recessione: non potrà
sottrarsi da una parte dal risanare i mutui e dal rilanciare i
consumi e la produzione americani, e dall' altra dal promuovere
una seconda Bretton Woods, la ristrutturazione del sistema
finanziario globale. Ostaggio di una ideologia sfociata in notevoli
disastri, Bush non ha realizzato che la globalizzazione della
finanza ha prodotto nel mondo sconvolgimenti analoghi a quelli
della rivoluzione industriale di due secoli fa. Bush ha governato
secondo le regole del dopo guerra fredda, da leader dell' unica
superpotenza, contenendo la Cina e la Russia, e illudendosi di
esportare altrove la democrazia di mercato con le armi e i capitali.
Ma la globalizzazione ha dimostrato che il mercato può fiorire
anche dove non ci sia democrazia e che, se non regolamentata,
può causare squilibri ancora più gravi di quelli della rivoluzione
industriale. Di più: ha dimostrato che molte istituzioni
internazionali della fine della Seconda guerra mondiale sono
carenti se non addirittura obsolete.
LA FAVOLA DELLA
TRASPARENZA
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Trichet ha detto in un´intervista che per
combattere la crisi finanziaria "dobbiamo
migliorare la trasparenza delle istituzioni e
dei prodotti finanziari riguardo agli
strumenti più oscuri e tossici".
La trasparenza pare una favola per due
ragioni. La prima è che negli ultimi
vent´anni il sistema finanziario
internazionale ha fatto l´impossibile, con il
beneplacito e spesso con l´aiuto delle
banche centrali, per diventare opaco
03 - 04 - 2009
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Si allarga a tutti i paesi del G20, più la Spagna e la Ue e
diventa un Financial stability Board, cioè un "consiglio"
sulla stabilità finanziaria con una serie di nuovi compiti da
svolgere e quindi con nuovi poteri. Il neonato Fsb - questa
la sigla - agirà in coordinamento con il Fondo Monetario
svolgendo un ruolo che il governatore definisce
«complementare». L’Fmi farà la sorveglianza sul sistema
economico globale e sull’aiuto ai paesi in difficoltà; Draghi
avrà invece il compito di coordinare e mettere in rete tutte
informazioni. Lo scopo è di costituire un quadro di regole
comuni di vigilanza macroprudenziale fra le diverse
autorità nazionali per prevenire le difficoltà delle grandi
istituzioni finanziarie. Insieme i due organi realizzeranno
così i cosiddetti Early Warning Exercise per prevedere in
tempo le crisi. Dovrà pertanto attuare «early warning»,
avvertimenti precoci (quelli che sono mancati nella crisi attuale) in
vista di possibili crisi finanziarie. Ci sarà anche una maggiore
sorveglianza sulle agenzie di rating, che hanno fallito nelle loro
valutazioni di merito.
La guerra di Obama ai paradisi
fiscali
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Sotto lo shock della recessione globale è accaduto il miracolo: un
patto di ferro tra l' America di Obama e l' Unione europea per
debellare il segreto bancario, espugnare i centri che prosperano
sull' evasione fiscale
. Con un deficit pubblico che sale al tredici per cento del Pil - un
livello raggiunto solo nella Seconda guerra mondiale - l'
Amministrazione Obama deve recuperare ogni gettito imponibile,
a costo di dare la caccia agli evasori anche all' inferno. E in un
anno in cui il Tesoro Usa dovrà emettere altri duemila miliardi di
Bot per finanziarsi, rischiando una crisi di sfiducia nel dollaro, è
urgente chiudere i porti d' arrivo per le fughe di capitali, come
sono appunto le piazze bancarie offshore. Da Washington è partita
la crociata contro la svizzera Ubs, la preda più grossa e appetibile:
52mila conti bancari intestati ad altrettanti cittadini americani,
tutti presunti evasori nel mirino dell' Internal Revenue Service. L'
Ubs ha un' importante filiale a Wall Street, non poteva permettersi
di finire nella lista nera delle autorità americane. Inoltre la sua
casa madre in Svizzera barcolla sotto le perdite per i titoli tossici
sui mutui subprime: deve avere accesso ai piani di salvataggio
lanciati da Washington.
La guerra di Obama ai paradisi
fiscali (continua….)
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. C' era anche una potente difesa
ideologica. Il neoliberismo legittimava i
paradisi bancari in nome della concorrenza
fiscale tra Stati, li considerava una frusta
benefica per castigare i governi più
spendaccioni e indebitati sottraendogli
imponibile. Era l' idea che «i capitali
votano con i piedi» abbandonando
giustamente le zone ad alta pressione
fiscale. Sono quel mondo e quel sistema di
valori a finire travolti dalla Grande
Recessione.
14/9/009
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Un anno fa il crac di Lehman Brothers. Il fallimento della
quarta banca d’investimenti americana, con alle spalle una
storia lunga più di un secolo e mezzo fu la prima falla nel
transatlantico della finanza mondiale. Lo sgomento dei
dipendenti del colosso bancario, costretti a svuotare in
fretta gli uffici, è stato la prima avvisaglia della tempesta
che si sarebbe abbattuta sui mercati di tutto il mondo. Solo
negli Stati Uniti, in un anno almeno cento banche hanno
chiuso i battenti.
Oggi il presidente degli Stati Uniti Barack Obama terrà un
discorso sull’economia che, secondo le prime indiscrezioni,
dovrebbe insistere proprio sulla necessità di nuove regole,
lanciando un appello per un coordinamento globale in vista
del prossimo G20.
15 settembre 2009
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Barack Obama è venuto nel cuore di Wall Street per frustare i banchieri a
un anno esatto dalla bancarotta della Lehman
Ha esortato il Congresso a varare entro l'anno una grande riforma dei
mercati. Regole che devono segnare una svolta per il capitalismo
finanziario. Più poteri alla banca centrale nel disciplinare i colossi del
credito; nuove tutele ai risparmiatori e ai debitori con un'apposita
authority federale; limiti alle super-retribuzioni dei banchieri. È un
progetto per l'America e per il resto del mondo: è l'agenda che Obama
proporrà al G-20 di Pittsburgh, ai leader europei e asiatici.
Erede della più grande recessione dagli anni Trenta, Obama si trova a
gestire il 26% di tutta l'economia americana: la massima estensione dello
Stato dalla seconda guerra mondiale. Il governo è azionista di
maggioranza della General Motors (60%), del gigante assicurativo Aig,
(80%), della Citigroup che fu la più grande banca del mondo. Nel
frattempo i banchieri hanno accantonato in bilancio nel primo semestre di
quest'anno ben 61 miliardi di dollari per remunerare se stessi e i loro
trader che hanno ripreso a cavalcare speculazioni ad alto rischio. Per
Obama non sarà semplice mettergli il guinzaglio.
PITTSBURGH 26 - 09 - 2009
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Il G20 prende il posto del G8
Un accordo forte per la crescita sostenibile. Nuove regole
sulla finanza. Più spazio ai paesi emergenti nelle istituzioni
internazionali».
La ricetta Obama per una crescita sostenibile assegna
compiti diversi ai big dell’economia. L’America s’impegna a
ridurre i suoi debiti, pubblici e privati, disintossicandosi dal
vizio di vivere al di sopra dei suoi mezzi. Alla Cina si chiede
di trasformarsi in una locomotiva autonoma della crescita
mondiale: non dovrà più dipendere solo dall’export, dovrà
dare spazio ai consumi interni. Dall’Europa si attendono
quelle riforme strutturali capaci di rilanciare gli investimenti
privati.
Banche Usa, fallimento numero 100 va in
crisi il risparmio di provincia
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La centesima banca fallita
Per i piccoli non c' è pace. Sono i piccoli
consumatori a farne le spese. «La gente si
aspetta che possa fallire un' azienda, mica
una banca»
Gli esperti dicono che la moria non è finita
Il paradosso è che per sfuggire ai
pescecani di Wall Street i poveri cristi
avevano dato fiducia alla banca sotto
casa. Ora i grandi si riprenderanno tutto.
12 ottobre 2009
Truffe finanziarie
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MADOFF
1 novembre 2009
Madoff era convinto che lo avrebbero
scoperto molti anni prima. Lui stesso non
si capacitava della dabbenaggine dei
"guardiani" del mercato
Dal 1992 per ben sei volte la Sec ricevette
denunce precise su Madoff
Dall'inchiesta attuale non emergono
tangenti, collusioni, né un sabotaggio
deliberato. La scemenza può fare
altrettanti danni della corruzione.
Italia
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