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la crisi si propaga
Crisi: Credit crunch Crisi e bolle speculative La crisi finanziaria La crisi si propaga Antidoti alla crisi Crisi e governance globale Tremano i santuari del capitalismo I crac finanziari e le crisi economiche sono stati eventi frequenti nella storia economica dell’Occidente. Crac recenti di carattere internazionale: l’insolvenza del Messico nel 1995, la crisi finanziaria dei dragoni asiatici nel 1997, la bancarotta della Russia nel 1998 Le bolle Ogni disastro finanziario è preceduto immancabilmente da una “bolla”, un periodo di eccessi speculativi. Ogni bolla è alimentata dal credito facile e dalla convinzione che la quotazione di certi titoli in borsa è destinata al rialzo infinito. Ad ogni crac segue un periodo di riforme, elaborazione di nuove regole, maggiori divieti e controlli. Appena varate le nuove leggi vengono aggirate e si prepara l’avvento della bolla successiva. La tulipanomania Uno dei crac più celebri della storia fu il grande panico del febbraio 1637 alla Borsa di Amsterdam, quando dopo due anni di speculazioni forsennate crollarono di colpo le quotazioni dei futures sui bulbi di tulipani THE CRASH Il crac più nefasto resta quello del 1929. Non solo per la violenza della caduta subìta dall’indice Dow Jones, che perse il 13% nella sola seduta del 28 ottobre, seguito dal botto finale nel successivo Black Tuesday, il 29 Per gli errori commessi nella politica monetaria e nella manovra economica del presidente Herbert Hoover, il collasso di Wall Street contribuì a innescare una spirale di protezionismi, la caduta del commercio internazionale, infine la Grande Depressione. Le premesse della crisi il mondo produttivo statunitense si rese protagonista tra il ’25 e il ’29 di un’affannosa gara alla produzione industriale e agricola che coinvolse anche le banche in un giro di prestiti e di speculazioni ad ampio raggio, mentre il grosso volume di affari commerciali in atto incoraggiò molti ad affrontare in modi e forme spesso spregiudicate i rischi di un frenetico gioco in borsa. CRISI DI SOVRAPPRODUZIONE Tutto ciò non tardò a determinare quella imprevista, ma non imprevedibile, crisi di sovrapproduzione che colpì il mondo e trasse origine proprio dall’economia statunitense, danneggiata più dalle altre dalla diminuzione delle esportazioni. Visto che i cittadini americani non erano in grado di consumare da soli l’ingente quantità di merci prodotte e accumulate, sui mercati si vennero a trovare enormi masse di prodotti agricoli e industriali invenduti, nonostante l’ausilio della pubblicità e la diffusione su larga scale delle vendite rateali. CRISI DI BORSA Nel 1931 la Borsa americana aveva perso l’89% del suo valore dai massimi del 1929 ma ben più gravi furono le conseguenze sociali. Il mondo intero fu prostrato dalla deflazione: i prezzi agricoli scesero del 40-60%, salari e produzione industriale precipitarono, il tasso di disoccupazione in America arrivò al 25% nel 1933 Il New Deal di Franklin Delano Roosevelt pose le fondamenta del Welfare State, delle politiche keynesiane di sostegno dell’occupazione, dei grandi programmi di investimento statale nelle infrastrutture Teorie neoclassiche La ricetta della teoria neoclassica per stimolare la produzione e l'occupazione consisteva nella riduzione dei salari monetari, che avrebbe dovuto condurre alla discesa dei prezzi dei prodotti e, quindi, all’aumento della domanda . CRITICHE KEYNESIANE Una riduzione dei salari monetari, infatti, influisce, nella teoria keynesiana, anche sulle componenti della domanda aggregata, ovvero il consumo e gli investimenti. Le variabili da prendere in considerazione sono ancora una volta la propensione al consumo, l'efficienza marginale del capitale e il tasso di interesse. Una ipotetica riduzione dei salari monetari porterà a un calo della domanda a cui le imprese reagiranno con la riduzione della produzione e dell'occupazione. Franklin Delano Roosevelt, riuscì a creare quello che alla fine degli anni ' 30 si presentava di fatto come un sistema misto, un equilibrato "mix" fra libero mercato, severe regole per regolamentarlo, e una serie di misure statali e federali di appoggio. il neopresidente operò a livello di politica monetaria, svalutando il dollaro del 40%, rialzando i prezzi, immettendo cartamoneta e introducendo il controllo dello Stato sul sistema bancario, sulle Borse, sul mercato azionario La forza dell' America fu proprio in questo sistema misto. Una forza che le permise di tirarsi fuori dalla Grande Depressione e dopo pochi anni di entrare in una guerra devastante, vincerla, aiutare il mondo a liberarsi dalle dittature e addirittura finanziare i programmi di ricostruzione nei Paesi che avevano conosciuto fame e distruzioni La politica di Roosvelt Roosevelt intervenne anche livello di politica sociale, attraverso la difesa dei salari minimi e dei contratti di lavoro, la riduzione dell’orario nelle fabbriche, la presenza dei sindacati nelle aziende e l’obbligo per gli imprenditori di trattare con essi. Nello stesso tempo, anche a costo di aumentare il deficit dello Stato, egli realizzò una vasta serie di lavori pubblici e sollevò aziende in crisi con capitali statali, riuscendo così a combattere la disoccupazione, a consolidare le strutture industriali, a sviluppare e unificare le attività assistenziali e a regolamentare i rapporti fra capitale e lavoro. Roosevelt seppe inoltre procurarsi i mezzi necessari per attuare tali iniziative attraverso una rigida politica fiscale, particolarmente pesante nei riguardi dei ceti più abbienti. EUFORIA E PANICO IN BORSA La principale causa dell'instabilità delle quotazioni sui mercati azionari è, secondo Keynes, il comportamento degli speculatori. Questi soggetti non hanno alcun interesse al rendimento prospettico degli investimenti e ai dividendi, ma sono interessati solo ai guadagni in conto capitale, ovvero alle variazioni di valore dei titoli Un concorso di bellezza del 1937: per Keynes una metafora efficace del funzionamento dei mercati azionari La separazione tra proprietà e gestione ha influenzato la stabilità della valutazione dei titoli e, quindi, del valore degli investimenti, perché sempre di più coloro che decidono come investire sanno poco o nulla delle reali condizioni dell'impresa. Il ruolo delle aspettative L' importanza delle aspettative psicologiche è il più grande contributo teorico di Keynes all' economia. Essa è evidente soprattutto nei mercati finanziari, con la formazione delle bolle speculative. La speculazione, che svolge entro certi limiti un ruolo positivo nelle scelte degli investimenti e nella copertura dei rischi, può uscire facilmente di controllo attivando processi cumulativi. Fu proprio Keynes a illustrare con una parabola brillante, come sapeva fare lui, il meccanismo riflessivo di questi processi. Se si vuole prevedere l' esito di un concorso di bellezza, non bisogna chiedersi qual è la ragazza più bella, ma quella che la giuria giudicherà la più bella. Insomma, l' economia è fatta di incertezza e di scommesse. Quando però si comincia a scommettere su tutto, «quando - diceva Keynes - lo sviluppo del capitale di un paese diventa un sottoprodotto delle attività di un casinò, è probabile che vi sia qualche cosa che non va bene» 03 febbraio 1995 Il Fondo monetario internazionale ha approvato il prestito di 17,8 miliardi di dollari, per aiutare il Messico a uscire dalla crisi finanziaria. . I prestiti saranno adoperati anche per ripagare una parte dei tesobonos (buoni del tesoro) in scadenza. La Russia alla bancarotta agosto 1998 La moneta viene svalutata del 50% (da 6 a 9,50 rubli per dollaro), il debito estero denominato in rubli viene congelato per tre mesi. giugno 2008 Il petrolio sfiora il prezzo di 150 dollari al barile (e molti speculatori scommettevano sui 200 dollari), Keynes, reviens, ils sont devenus fous giugno 2008 Si può fermare questo mercato impazzito? sono i leader del G8 a puntare il dito contro la finanza rapace il prezzo del greggio, nell' ultimo anno, è raddoppiato, mentre esplodeva il fenomeno dei cosiddetti "barili di carta": i futures, i contratti per la consegna futura del greggio, scambiati a ripetizione, in un giro vorticoso di acquisti e vendite, fra operatori che non hanno alcuna intenzione di mettere le mani su un vero barile di petrolio e sono attenti solo al profitto che possono ricavare ad ogni passaggio BOOM IMMOBILIARE Il mercato immobiliare USA ha registrato un forte boom dei prezzi delle case fino al 2006. La domanda di abitazione ha "drogato i prezzi: dal 1997 al 2006 il valore delle case è salito del 124%. Questo però ha anche fatto aumentare l'indebitamento delle famiglie esposte a mutui sempre più pesanti per comprare casa Le Cause del Crollo in America Nell'ultimo decennio i Paesi economicamente sviluppati hanno visto una crescita accelerata dei debiti delle famiglie, in primo luogo negli Stati Uniti ma anche nel Vecchio Continente. CRISI DEL 2008 Nel suo ultimo Rapporto sull’economia mondiale, il Fondo monetario internazionale non usa mezzi termini e definisce la crisi economica del 2008 come “la peggiore dal 1930”. Secondo gli analisti del Fondo “l’economia mondiale sta entrando in una crescente depressione economica a causa del più pericoloso shock finanziario per le economie avanzate dagli anni The Crisis & What to Do About It Lo tsunami finanziario: i mutui subprime» all' origine dell' attuale depressione indebitamento Questa enorme massa di debiti è stata finanziata dalle banche che, in questo processo, hanno sostenuto i consumi, consentendo alle imprese di produrre di più. In parallelo, però, per il sistema bancario sono aumentati i rischi che i debitori,stretti da un potere d'acquisto eroso dall'inflazione e la distribuzione sempre più ineguale della ricchezza, non riuscissero più a fare fronte ai propri impegni. Con la finanza "innovativa" banche e assicurazioni si sono scambiate l'un l'altra questi rischi, finendo per distribuirli negli investimenti dei risparmiatori. INSOLVENZA Il ribasso dei prezzi delle abitazioni, unito all'aumento dei tassi di interesse,mette ben presto in difficoltà le famiglie USA. In un primo momento vanno in crisi le famiglie poco abbienti,quelle che avevano stipulato i cosiddetti muti subprime, concessi ai clienti ritenuti meno solvibili, poi le difficoltà si allargano anche a quelli economicamente più solide: nel 2007 il tasso di insolvenza sale a quasi un cliente su sei 27 luglio 2008 il peggio deve ancora arrivare… Negli Stati Uniti la crisi del credito nata con i prestiti subprime non è affatto finita e c' è chi sostiene che il peggio arriverà in autunno, soprattutto se il prezzo delle case scenderà ancora. In quel caso rischiano di doversi dichiarare insolventi non solo quelli dei prestiti subprime (i clienti più scadenti), ma anche molti clienti per bene, cioè con tutte le carte in regola. E questo perché si troverebbe a dover pagare un mutuo elevato per un' abitazione che intanto varrebbe molto meno. Meglio, a quel punto, dichiararsi insolventi e sparire. E allora la tempesta del credito potrebbe trasformarsi in un uragano devastante. Insomma, questa è una brutta estate. cartolarizzazioni Dopo aver indotto decine di milioni di persone a sottoscrivere prestiti per mille usi, le banche avevano infatti scoperto che se registravano in bilancio tutti i prestiti come passività, come prescritto, finivano per avvicinarsi troppo alla soglia del capitale minimo che le banche centrali richiedono a ogni banca di mantenere disponibile per assicurare la copertura dei prelievi che i clienti fanno in varie forme. Ciò avrebbe impedito loro di concedere altri prestiti o effettuare lucrosi investimenti. Al fine di alleggerire i loro bilanci, le banche hanno anzitutto trasformato le suddette passività in attività. Il colpo di genio è consistito nel conferire ai debiti dei clienti, e con essi alle proprie passività, la qualità di titoli commerciali che era possibile rivendere: operazione definita "titolarizzazione" (titrisation) o, in Italia, "cartolarizzazione". I rischi delle cartolarizzazioni Molti economisti confidavano nel fatto che le cartolarizzazioni avrebbero "sparpagliato" i rischi. Ma la tesi si dimostra subito errata. I rischi sono stati infatti moltiplicati,non ridotti. Le Abs sono state infatti in gran parte "reimpacchettate" da altre banche in altre obbligazioni (i cosiddetti Cdo, Colladeralised Debt Obligation) il cui valore ammonta ad altri 3mila miliardi di dollari. Morale: il rischio subprime è arrivato in tutto il mondo attraverso questi bond. Borse, il giorno del panico crollo storico a Milano: -8% Per la finanza è stato il lunedì più nero dell' era della globalizzazione: sono stati bruciati 2 mila miliardi di dollari a livello globale, di cui 450 miliardi in Europa 7 ottobre 2008 Le cause del crack Non c´è dubbio che tra i dirigenti delle istituzioni finanziarie vi siano stati dei disonesti, e che sarà giusto colpirli. Ma bisognerebbe cercar di evitare di ripetere la commedia del 2000-2003, quando in Usa crollarono Enron e WorldCom, Adelphia Communications e Tyco International, e in Europa, tra gli altri, Vivendi e Parmalat. Il presidente Bush definì "mele marce" i dirigenti coinvolti, presto condannati a pene severe Il fatto è che il marcio stava nella legislazione fino ad allora in vigore, assai più che nelle persone LA CRISI SI PROPAGA Mentre si "congela" il mercato delle cartolarizzazioni, la crisi si propaga a tutte le obbligazioni. Gli investitori, per panico e per fare cassa, vendono anche azioni e bond aziendali. Le vendite fanno crollare i prezzi, spingendo i rendimenti verso l'alto CRISI DELLE BANCHE Le banche sono le prime a soffire perchè sono tra i principali acquirenti di titoli spazzatura. Non solo, molte banche hanno comprato bond cartolarizzati anche attraverso speciali società-veicolo fuori bilancio, chiamate Conduit e Siv. Questi "veicoli societari" hanno acquistato i bond cartolarizzati usando un forte "effetto leva", indebitandosi cioè in modo esponenziale. Morale: la leva, che per anni aveva moltiplicato i guadagni ora si ritorce contro i "veicoli". Le banche devono quindi intervenire e "salvarli" , ma così facendo inglobano nei propri bilanci le loro perdite. Il crollo delle cartolarizzazione e i salvataggi dei "veicoli" causano quindi pesanti perdite per le banche CRISI IN BORSA La crisi esplode subito in Borsa. Gli investitori fanno cassa per racimolare liquidità e quindi vendono su tutti i listini. Dall'inizio della crisi dei mutui (luglio 2007), al crack di Lehman Brothers le Borse di tutto il mondo hanno bruciato oltre 17mila miliardi di dollari. Le vendite colpiscono soprattutto le azioni delle banche e i titoli finanziari. I PRODOTTI DERIVATI La crisi arriva infine al mercato dei prodotti finanziari derivati chiamati Credit Default Swap (Cds). Si tratta in sostanza di "polizze" usate dagli investitoti per assicurarsi contro l'insolvenza delle obbligazioni: chi compra paga un "premio" a una controparte (per esempio una banca) per garantirsi contro il rischio di default di un bond che ha in portafoglio. Se il bond finisce in default, la controparte è obbligata a rimborsarlo al posto dell'emittente. I principali venditori di Cds, cioè le principali controparti, sono banche, hedge fund e assicurazioni, sulle cui spalle si concentrano quindi i maggiori rischi CRISI DI LIQUIDITA’ Le difficoltà delle istituzioni finanziarie creano una pesante crisi di fiducia. Le banche iniziano ben presto a non fidarsi l'una dell'altra: per questo non si prestano pi soldi sul mercato interbancario. Quando lo fanno, applicano tassi d'interesse elevatissimi. Si crea quindi una crisi di liquidità pesante soprattutto per le banche più "chiacchierate". Ma coinvolge anche i mutui delle famiglie italiane, agganciati proprio ai tassi interbancari come l'Euribor, che tornano ai livelli degli Anni '90. Per arginare la mancanza di liquidità, le Banche centrali hanno più volte iniettato miliardi sul sistema interbancario. La corsa europea alle nazionalizzazioni 8/10/2008 obiettivi perseguiti dai governi europei: salvare la tenuta del sistema del credito ad ogni costo. I mezzi individuati: fondi pubblici per sostenere le banche e per garantire i conti dei cittadini, l' Ecofin ha deciso che tutti i 27 paesi avrebbero alzato il tetto minimo di garanzia dei depositi (ora a 20 mila), ma la decisione finale permette un' Europa almeno a due velocità: un tetto minimo a 50 mila euro, e uno "raccomandato" a 100 mila tutti hanno vietato le vendite allo scoperto per limitare la speculazione, 15 settembre 2008 La crisi attuale è talmente grave che l'ex presidente della Federal Reserve Alan Greenspan la definisce "un evento che si verifica una sola volta in un secolo". Mentre i suoi successori si affannavano senza successo al capezzale della Lehman Brothers, lui lanciava una previsione sinistra: "Altre banche falliranno" E dietro il crac di Lehman già si profilano all'orizzonte altre possibili bancarotte: il disastro dei "credit default swaps" ha fatto crollare del 30% in una sola seduta di Borsa il valore del colosso assicurativo Aig; nel campo bancario le prossime vittime potrebbero essere la cassa di risparmio Washington Mutual e la Merrill Lynch. Decreto salvabanche 9/10/2008 il consiglio dei ministri, nel corso di una riunione lampo, ha varato il decreto legge che consente al Tesoro italiano di entrare, attraverso l' acquisto di azioni privilegiate (dunque, senza diritto di voto) nel capitale delle banche drammaticamente sottocapitalizzate Il governo vara un grande piano anti-crisi. Risorse illimitate, che saranno valutate caso per caso, sono pronte, nelle mani del Tesoro, per l' eventuale salvataggio di banche in difficoltà e lo Stato assicurerà in prima persona la garanzia sui depositi dei correntisti italiani Parole rassicuranti dal ministro dell' Economia: «Le banche italiane sono sufficientemente liquide e patrimonializzate», ha detto Tremonti e «nessuna banca fallirà Italia "Rischio Opa ostili 15/10/ 2008 - L'andamento negativo delle Borse "è frutto di speculazioni" e c'è il rischio che "aziende italiane sottovalutate per le attuali condizioni di mercati divengano oggetto di Opa ostili da parte di fondi sovrani". I sistemi di mercato privi di regole sono prima o poi destinati a implodere, parola di Paul Samuelson All'origine di quello che risulta essere il peggior terremoto finanziario da un secolo a questa parte, troviamo il capitalismo libertario e all'insegna del laissez- faire di Milton Friedman e Friedrich Hayek, L'America è diventata sempre più una nazione di sperperatori di denaro a) a livello familiare, b) a livello di corporation e c) a livello pubblico con i supply-siders, i fautori dell'economia dell'offerta, della destra radicale Il ruolo delle agenzie di rating le tre principali agenzie di rating: Fitch, Moody's e S&&P-McGraw Hill. Si presume che esse attribuiscano il voto AAA soltanto a entità più che solide. Se una delle tre si fosse attenuta alla verità oggettiva, tuttavia, le altre due si sarebbero spartite tutto il mercato. C'era puzza di conflitto di interessi La Bce riduce i tassi al 3,25% 6/11/2008 "Il calo dovrebbe determinare un abbassamento medio di 290 euro all'anno per chi ha un mutuo a tasso variabile, questo almeno se i tassi interbancari scenderanno della stessa misura come logica vorrebbe". La rivincita di Keynes il segretario al Tesoro americano, Hank Paulson, con una svolta di 180 gradi, ha deciso di imboccare una strada che, fino a ieri, aveva tenacemente escluso: la nazionalizzazione, sia pur parziale e temporanea, delle banche E' quanto gli chiedeva a gran voce, da settimane, l' intera batteria degli economisti di sinistra, da Paul Krugman, a Nouriel Roubini a George Soros. E' quanto volevano, fin dall' inizio, i democratici di Obama Anche gli Usa nazionalizzano le banche 15/10/200 8 L' America si allinea all' Europa e vara una massiccia iniezione di capitale nel sistema bancario, per allentare la morsa della crisi del credito. «Limitata e temporanea» ha sottolineato, ieri mattina, George Bush, ma è pur sempre una vasta nazionalizzazione degli istituti di credito, partendo dai più grandi, nella terra del libero mercato La crisi insegna Il primo fondamentale insegnamento che ci deriva dalla crisi è che la ricchezza non può né nascere né alimentarsi crescendo a dismisura dal e sul debito In periodi di bassi interessi il patrimonio delle imprese, e soprattutto delle aziende di credito e degli intermediari finanziari, è stato costituito solo in minima parte dal capitale e in massima parte da denaro preso a debito. È così che si sono moltiplicati strumenti finanziari di cartolarizzazione del debito (o se vogliamo del rischio di credito), chiamati genericamente "derivati" perché basati su altri titoli, come le opzioni, i futures e così via. È altrettanto inevitabile che i mercati dell´investimento diventassero allora mercati d´azzardo, dominati dalla speculazione e dal rischio. Tant´è che si scommette ormai con sfrenata fantasia anche sull´insolvenza delle società e persino degli Stati. Insomma le grandi crisi sorgono quando il diritto fa vacanza. 15 ottobre 2008 L'EUROPA unita ha fatto la differenza. Il suo piano di salvataggio ha superato il primo esame dei mercati. E' prematuro cantare vittoria contro l'epidemia virale della malafinanza L'aggiunta decisiva, che sembra avere fatto la differenza, è l'ombrello "nucleare" che gli Stati dell'Eurozona hanno steso a protezione di tutto il mercato interbancario, garantendo contro i rischi d'insolvenza anche le operazioni di finanziamento tra gli istituti di credito, il vitale mercato interbancario che era paralizzato. L’Europa ha stanziato più del triplo degli Stati Uniti, che pure sono l'epicentro originario di questa crisi. Anche perché il poderoso aumento dei deficit pubblici provocato dai salvataggi bancari si sovrappone a una congiuntura economica disastrosa, una recessione che a sua volta deprime le entrate fiscali degli Stati. E dopo avere dissanguato le casse pubbliche per rimediare agli errori dei banchieri, bisognerà trovare risorse per sostenere la crescita, alleviare le sofferenze di settori industriali in crisi, fronteggiare l'aumento dei disoccupati. Il tutto in un continente europeo già afflitto dall'invecchiamento demografico e da squilibri finanziari strutturali nei sistemi previdenziali. Chi pagherà il conto? Nicolas Sarkozy ha affermato che i dirigenti delle banche che hanno provocato lo sconquasso finanziario dovranno pagarla Il fatto è che il marcio stava nella legislazione fino ad allora in vigore, assai più che nelle persone ……. Leggi e mercati Il cammino verso il disastro odierno è segnato da due principali leggi. La prima, la legge Gramm-Leach-Bliley del 1999, aboliva la legge Glass-Steagall del ´33 e permetteva da capo ogni sorta di attività speculative tanto alle banche commerciali che alle banche di investimento (una delle cause del crollo del ´29). Il primo firmatario, il senatore Phil Gramm, che avrebbe lasciato il Senato nel 2003 ed è oggi consigliere economico di McCain, era considerato uno dei più attivi portavoce degli interessi di Wall Street Nel dicembre 2000 Gramm riuscì a introdurre un emendamento di 262 pagine denominato Commodity Futures Modernization Act (Cfma) che sottraeva quasi per intero i prodotti finanziari derivati alla regolazione ed alla sorveglianza sia della Commissione Titoli e Borsa (la famosa Sec), sia della meno nota Commissione per il Commercio dei Titoli Future. In tal modo apriva la porta alla demenziale moltiplicazione dei derivati finanziari trattati al di fuori delle borse. 17/10/2008 McCain: “Lasciamo che Aig fallisca, un salvataggio pubblico sarebbe un azzardo morale”. . «Non attribuisco le colpe di quello che sta succedendo a McCain - ha detto OBAMA- ma alla ideologia economica cui si ispira» e ha puntato il dito al lassismo delle autorità di controllo. McCain si trova in una posizione difficile, da equilibrista: deve infatti conciliare la sua fede liberista, soprattutto in fatto di deregulation, con la richiesta di gran parte del paese di mettere le briglie a Wall Street per evitare che l' avidità di pochi si traduca in danni per tutti. . Si chiama American International Group (Aig) il "buco nero" che nella sua implosione può risucchiare nuove perdite e fallimenti a catena, con ripercussioni nel mondo intero È un colosso delle assicurazioni il nuovo epicentro della crisi finanziaria mondiale. La compagnia infatti non esercita soltanto attività assicurative tradizionali. Ha sviluppato, con un'importante divisione a Londra, un intero business speculativo sui titoli derivati, compresi i titoli "infami" che sono il frutto della cartolarizzazione dei mutui. E c'è di più. Aig si è lanciata da tempo in un altro business finanziario, i "credit default swaps" . All'origine si tratta proprio di contratti assicurativi. Il rischio contro cui essi proteggono riguarda l'insolvenza di molteplici soggetti economici. In una fase come questa dove i fallimenti si susseguono a valanga, questo business è diventato una palla al piede per Aig. Inoltre i "credit default swaps" con il tempo hanno assunto vita propria, sono diventati a loro volta degli strumenti altamente speculativi. Con una perversione della loro vocazione originaria, i Cds sono diventati un modo per scommettere sui fallimenti (dei titolari di mutui, delle aziende, delle banche) e guadagnarci sopra. Se per una parte del mondo della finanza essi continuano a essere una indispensabile copertura del rischio-clienti, per un'altra parte sono uno strumento di speculazione ribassista. E il business dei Cds è sfuggito ad ogni controllo. La lievitazione di questi strumenti è impressionante. Nell'insieme il volume delle esposizioni su questo mercato supera i 60.000 miliardi di dollari, il quadruplo del Pil americano. L'Aig è un protagonista centrale di questo settore. Travolto dall'impossibilità di onorare tutti quei contratti anti-fallimento, a sua volta con il suo crac può affondare l'intero sistema Le cause del crack Al riguardo, il presidente della Federal Reserve Alain Greenspan ebbe a dichiarare in più di un´occasione che si era dinanzi a un nuovo sistema finanziario, che da un lato migliorava in misura super il livello di vita dei paesi che lo adottavano, dall´altra rendeva evidente che per raggiungere sicurezza e solidità la regolazione finanziaria doveva ormai affidarsi all´autosorveglianza delle istituzioni private. Come più di un commentatore ha scritto, in tal modo la custodia del pollaio veniva affidata alle volpi. 28 novembre 2008 Obama non potrà danzare sulla tolda del Titanic come Bush, che nel 2008 si preoccupò soltanto di salvare Wall Street e le sue banche ignorando i drammi umani della recessione: non potrà sottrarsi da una parte dal risanare i mutui e dal rilanciare i consumi e la produzione americani, e dall' altra dal promuovere una seconda Bretton Woods, la ristrutturazione del sistema finanziario globale. Ostaggio di una ideologia sfociata in notevoli disastri, Bush non ha realizzato che la globalizzazione della finanza ha prodotto nel mondo sconvolgimenti analoghi a quelli della rivoluzione industriale di due secoli fa. Bush ha governato secondo le regole del dopo guerra fredda, da leader dell' unica superpotenza, contenendo la Cina e la Russia, e illudendosi di esportare altrove la democrazia di mercato con le armi e i capitali. Ma la globalizzazione ha dimostrato che il mercato può fiorire anche dove non ci sia democrazia e che, se non regolamentata, può causare squilibri ancora più gravi di quelli della rivoluzione industriale. Di più: ha dimostrato che molte istituzioni internazionali della fine della Seconda guerra mondiale sono carenti se non addirittura obsolete. LA FAVOLA DELLA TRASPARENZA Trichet ha detto in un´intervista che per combattere la crisi finanziaria "dobbiamo migliorare la trasparenza delle istituzioni e dei prodotti finanziari riguardo agli strumenti più oscuri e tossici". La trasparenza pare una favola per due ragioni. La prima è che negli ultimi vent´anni il sistema finanziario internazionale ha fatto l´impossibile, con il beneplacito e spesso con l´aiuto delle banche centrali, per diventare opaco 03 - 04 - 2009 Si allarga a tutti i paesi del G20, più la Spagna e la Ue e diventa un Financial stability Board, cioè un "consiglio" sulla stabilità finanziaria con una serie di nuovi compiti da svolgere e quindi con nuovi poteri. Il neonato Fsb - questa la sigla - agirà in coordinamento con il Fondo Monetario svolgendo un ruolo che il governatore definisce «complementare». L’Fmi farà la sorveglianza sul sistema economico globale e sull’aiuto ai paesi in difficoltà; Draghi avrà invece il compito di coordinare e mettere in rete tutte informazioni. Lo scopo è di costituire un quadro di regole comuni di vigilanza macroprudenziale fra le diverse autorità nazionali per prevenire le difficoltà delle grandi istituzioni finanziarie. Insieme i due organi realizzeranno così i cosiddetti Early Warning Exercise per prevedere in tempo le crisi. Dovrà pertanto attuare «early warning», avvertimenti precoci (quelli che sono mancati nella crisi attuale) in vista di possibili crisi finanziarie. Ci sarà anche una maggiore sorveglianza sulle agenzie di rating, che hanno fallito nelle loro valutazioni di merito. La guerra di Obama ai paradisi fiscali Sotto lo shock della recessione globale è accaduto il miracolo: un patto di ferro tra l' America di Obama e l' Unione europea per debellare il segreto bancario, espugnare i centri che prosperano sull' evasione fiscale . Con un deficit pubblico che sale al tredici per cento del Pil - un livello raggiunto solo nella Seconda guerra mondiale - l' Amministrazione Obama deve recuperare ogni gettito imponibile, a costo di dare la caccia agli evasori anche all' inferno. E in un anno in cui il Tesoro Usa dovrà emettere altri duemila miliardi di Bot per finanziarsi, rischiando una crisi di sfiducia nel dollaro, è urgente chiudere i porti d' arrivo per le fughe di capitali, come sono appunto le piazze bancarie offshore. Da Washington è partita la crociata contro la svizzera Ubs, la preda più grossa e appetibile: 52mila conti bancari intestati ad altrettanti cittadini americani, tutti presunti evasori nel mirino dell' Internal Revenue Service. L' Ubs ha un' importante filiale a Wall Street, non poteva permettersi di finire nella lista nera delle autorità americane. Inoltre la sua casa madre in Svizzera barcolla sotto le perdite per i titoli tossici sui mutui subprime: deve avere accesso ai piani di salvataggio lanciati da Washington. La guerra di Obama ai paradisi fiscali (continua….) . C' era anche una potente difesa ideologica. Il neoliberismo legittimava i paradisi bancari in nome della concorrenza fiscale tra Stati, li considerava una frusta benefica per castigare i governi più spendaccioni e indebitati sottraendogli imponibile. Era l' idea che «i capitali votano con i piedi» abbandonando giustamente le zone ad alta pressione fiscale. Sono quel mondo e quel sistema di valori a finire travolti dalla Grande Recessione. 14/9/009 Un anno fa il crac di Lehman Brothers. Il fallimento della quarta banca d’investimenti americana, con alle spalle una storia lunga più di un secolo e mezzo fu la prima falla nel transatlantico della finanza mondiale. Lo sgomento dei dipendenti del colosso bancario, costretti a svuotare in fretta gli uffici, è stato la prima avvisaglia della tempesta che si sarebbe abbattuta sui mercati di tutto il mondo. Solo negli Stati Uniti, in un anno almeno cento banche hanno chiuso i battenti. Oggi il presidente degli Stati Uniti Barack Obama terrà un discorso sull’economia che, secondo le prime indiscrezioni, dovrebbe insistere proprio sulla necessità di nuove regole, lanciando un appello per un coordinamento globale in vista del prossimo G20. 15 settembre 2009 Barack Obama è venuto nel cuore di Wall Street per frustare i banchieri a un anno esatto dalla bancarotta della Lehman Ha esortato il Congresso a varare entro l'anno una grande riforma dei mercati. Regole che devono segnare una svolta per il capitalismo finanziario. Più poteri alla banca centrale nel disciplinare i colossi del credito; nuove tutele ai risparmiatori e ai debitori con un'apposita authority federale; limiti alle super-retribuzioni dei banchieri. È un progetto per l'America e per il resto del mondo: è l'agenda che Obama proporrà al G-20 di Pittsburgh, ai leader europei e asiatici. Erede della più grande recessione dagli anni Trenta, Obama si trova a gestire il 26% di tutta l'economia americana: la massima estensione dello Stato dalla seconda guerra mondiale. Il governo è azionista di maggioranza della General Motors (60%), del gigante assicurativo Aig, (80%), della Citigroup che fu la più grande banca del mondo. Nel frattempo i banchieri hanno accantonato in bilancio nel primo semestre di quest'anno ben 61 miliardi di dollari per remunerare se stessi e i loro trader che hanno ripreso a cavalcare speculazioni ad alto rischio. Per Obama non sarà semplice mettergli il guinzaglio. PITTSBURGH 26 - 09 - 2009 Il G20 prende il posto del G8 Un accordo forte per la crescita sostenibile. Nuove regole sulla finanza. Più spazio ai paesi emergenti nelle istituzioni internazionali». La ricetta Obama per una crescita sostenibile assegna compiti diversi ai big dell’economia. L’America s’impegna a ridurre i suoi debiti, pubblici e privati, disintossicandosi dal vizio di vivere al di sopra dei suoi mezzi. Alla Cina si chiede di trasformarsi in una locomotiva autonoma della crescita mondiale: non dovrà più dipendere solo dall’export, dovrà dare spazio ai consumi interni. Dall’Europa si attendono quelle riforme strutturali capaci di rilanciare gli investimenti privati. Banche Usa, fallimento numero 100 va in crisi il risparmio di provincia La centesima banca fallita Per i piccoli non c' è pace. Sono i piccoli consumatori a farne le spese. «La gente si aspetta che possa fallire un' azienda, mica una banca» Gli esperti dicono che la moria non è finita Il paradosso è che per sfuggire ai pescecani di Wall Street i poveri cristi avevano dato fiducia alla banca sotto casa. Ora i grandi si riprenderanno tutto. 12 ottobre 2009 Truffe finanziarie MADOFF 1 novembre 2009 Madoff era convinto che lo avrebbero scoperto molti anni prima. Lui stesso non si capacitava della dabbenaggine dei "guardiani" del mercato Dal 1992 per ben sei volte la Sec ricevette denunce precise su Madoff Dall'inchiesta attuale non emergono tangenti, collusioni, né un sabotaggio deliberato. La scemenza può fare altrettanti danni della corruzione. Italia