...

Diapositiva 1

by user

on
Category: Documents
40

views

Report

Comments

Transcript

Diapositiva 1
1° lezione
06 ottobre 2014
educazione, didattica
Bibliografia
•
G. Alessandri, 2014, Didattica e tecnologie: Intersezioni. Complessità, coding, robotica educativa, Anicia,
Roma
•
http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione (Universo-del-Corpo)/(Franco Cambi, Percorsi educativi)
•
Lucisano P. (a cura), 2012, Didattica e conoscenza, Carocci
•
F. CAMBI, 1996, Formazione e processo nella pedagogia occidentale: momenti, modelli, funzioni, in
Fondamenti teorici del processo formativo, a cura di F. Cambi e P. Orefice, Liguori, Napoli
•
Frabboni F., Pinto Minerva F., Introduzione alla pedagogia generale, Laterza, Roma-Bari
•
http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione/
•
http://www.emiroagesci.it/wp-content/uploads/2010/11/lucisano.doc
•
Cambi F. (a cura di), 2005, Le intenzioni nel processo formativo. Itinerari, modelli, problemi, Edizioni del
Cerro, Pisa
•
Benedetto. Vertecchi, 1994, La didattica. Interpretazioni e strutture, Tecnodid, Napoli-Roma,p.6)
LA PEDAGOGIA
LA DIDATTICA
http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione_(Universo-del-Corpo)/(Franco Cambi, Percorsi educativi)
A livello individuale[1]
• Per quanto attiene all'aspetto soggettivo o
individuale dell'educazione, cioè al processo
che fa di ogni soggetto un 'uomo', ovvero un
soggetto che ha acquisito i caratteri completi
della propria specie, è opportuno sottolineare
che esso ingloba (in forma dialettica) almeno
quattro momenti: 1. la crescita biologica,
2. l'inculturazione, 3. l'apprendimento,
4. la formazione.
http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione_(Universo-del-Corpo)/(Franco Cambi, Percorsi educativi)
A livello individuale[2]
• La crescita biologica è relativa allo sviluppo
dell'organismo e delle sue potenzialità; segue tempi e
forme fissi e universali, in quanto biologici. È
regolata da leggi pressoché invarianti e costituisce la
base di ogni processo educativo: un punto di partenza
e un condizionamento in relazione all'azione
educativa. Essa riguarda sia il corpo sia la psiche, che
maturano secondo loro ritmi e modalità (di cui ci
informano la biologia umana, l'antropologia fisica, la
medicina) e che devono essere attentamente studiati
dalla pedagogia (biopedagogia e psicopedagogia).
http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione_(Universo-del-Corpo)/(Franco Cambi, Percorsi educativi)
A livello individuale[3]
• L'inculturazione è un processo sociale volto a favorire
la socializzazione dell'individuo attraverso
l'assimilazione di comportamenti, credenze, pratiche
di vita, 'pre-giudizi' che danno al soggetto una visione
di sé, della società, del mondo e, al contempo, una
precisa e determinata identità. Tale processo avviene
attraverso l'esempio e l'abitudine: si assorbono forme
di vita presenti nell'ambiente in cui il soggetto cresce
e si vengono a formare abiti mentali, strutture della
personalità di base, modelli interiorizzati.
http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione_(Universo-del-Corpo)/(Franco Cambi, Percorsi educativi)
A livello individuale[4]
• Con l'apprendimento siamo invece al livello di assimilazione di
saperi e di tecniche, di linguaggi specifici, di codici determinati,
di conoscenze e pratiche formalizzate.
Si entra nel campo di un'educazione formale, definita e
programmata, che si impone nelle società complesse e che
occupa un suo preciso spazio sociale, la scuola, il quale si
organizza secondo proprie finalità e si fa sempre più un momento
cruciale dell'educazione, fino a divenire, nella società moderna e
contemporanea, la forma guida dei processi di educazione. Nella
scuola si apprendono saperi con lessici, regole, tecniche specifici,
allenandosi sia a distinguerli sia a intrecciarli, secondo una serie
di tappe che si fanno via via più ricche e complesse e
coinvolgono saperi sempre più specializzati e formalizzati.
http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione_(Universo-del-Corpo)/(Franco Cambi, Percorsi educativi)
A livello individuale[5]
• La formazione si pone come punto di arrivo dell'inculturazione
e dell'apprendimento, e come superamento della loro nuda
strumentalità. Essa, in senso stretto, è la maturazione culturale
e umana dell'individuo che si compie attraverso una sintesi
organica (e funzionale) dei saperi, delle tecniche ecc., e
un'assimilazione libera (critica) della cultura di un gruppo, di
un popolo, di una società, rendendo così l'individuo il
protagonista attivo e responsabile, quindi anche autoregolato,
di tale processo. E’ presente il principio secondo il quale ci si
fa autenticamente e completamente uomini e donne solo
quando la cultura e i saperi sono rivissuti e organizzati in una
dimensione personale, che di questi rappresenta
un'interpretazione e una sintesi attiva e vitale.
http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione_(Universo-del-Corpo)/(Franco Cambi, Percorsi educativi)
A livello individuale[]
• I quattro processi appena esaminati sono tra
loro integrati, spesso compresenti […], ma tutti
strutturano la nozione di educazione, la quale
viene a perdere il suo connotato univoco e si
trascrive secondo un'identità più articolata e
complessa, che ne pone in luce la dimensione
individuale, ma rimanda anche a quella
sociale.
http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione_(Universo-del-Corpo)/(Franco Cambi, Percorsi educativi)
A livello sociale[1]
• L'educazione è connotata a livello sociale da un insieme
di istituzioni che ne gestiscono i processi e ne controllano
la continuità storica, si fanno depositari delle pratiche e
dei saperi che regolano gli interventi rivolti alla
conformazione, all'apprendimento e alla formazione, in
funzione della riproduzione di una società nel suo
complesso, con le sue pratiche, i suoi saperi, le sue
ideologie. L'aspetto sociale e istituzionale dell'educazione
è un po' la faccia complementare rispetto alla visione
individuale dell'educazione, che la completa.
http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione_(Universo-del-Corpo)/(Franco Cambi, Percorsi educativi)
A livello sociale[2]
• Nelle diverse istituzioni i soggetti si
conformano a valori e a regole, acquisiscono
abitudini e mentalità, socializzano anche
attraverso l'appropriazione di visioni del
mondo e di ideologie. Tale conformazione
avviene per rispondere ai bisogni della società,
in particolare alla riproduzione della sua
organizzazione e dei valori cui si ispira.
http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione_(Universo-del-Corpo)/(Franco Cambi, Percorsi educativi)
A livello sociale[]
• Possono esistere delle tensioni fra i due aspetti
in quanto quello sociale rischia di limitare e
condizionare quello individuale.
http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione_(Universo-del-Corpo)/(Franco Cambi, Percorsi educativi)
Educazione e formazione
Educazione per la formazione.
La formazione è il fine
dell’educazione, in quanto
acquisizione di una forma interiore
e in quanto processo aperto e
autoregolato da/verso l’esterno.
F. CAMBI, Formazione e processo nella pedagogia occidentale: momenti, modelli, funzioni, in Fondamenti teorici del processo formativo, a cura di F. Cambi e P. Orefice,
Napoli, Liguori, 1996, pp. 94-100.
Formazione
Quindi, un processo dinamico che si sviluppa
lungo due dimensioni:
1. «con-formarsi» alla conoscenza e alla
cultura di un gruppo sociale;
2. «formar-si»,
«processi
auto-costruttivi
attraverso i quali il singolo soggetto elabora
e trasfigura tale cultura con l’apporto della
propria specifica individualità».
(Frabboni, Pinto Minerva, Introduzione alla pedagogia generale, pp. 9, 42)
Educazione: quando[1]
• Attenzione dedicata alle età precedenti, a quelle
tradizionalmente soggette a educazione intenzionale e
istituzionale, a quelle seguenti, riconfermando il
principio che l’educazione dura tutta la vita
(educazione permanente).
• In questo quadro, l’educazione infantile occupa un
posto primario: di qui l’opportunità di un’ educazione
[…] [nelle] strutture destinate alla prima infanzia
(asili nido) e di una fase di socializzazione precoce
prescolastica (scuole materne) per la seconda
infanzia.
da http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione/
Educazione: quando[2]
• Al polo opposto, l’educazione degli adulti si
propone l’alfabetizzazione di quanti non hanno
raggiunto un adeguato livello di istruzione, il
completamento dell’educazione di base e di
quella formazione professionale necessaria a
un inserimento funzionale nel lavoro, la libera
fruizione della scienza e delle opere d’arte e di
quant’altro costituisce il patrimonio culturale
di una comunità.
http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione/
Educazione: quando[]
• In modo contemporaneo rispetto all’età
tradizionalmente soggetta a educazione
intenzionale e istituzionale e anche a quella per
adulti, esistono percorsi di “recupero”
(comunità per minori, istituti di pena, …).
Educazione: quale e come?
• In un libro che si intitola Frankenstein educatore, Meirieu
tratta il tema dell’educazione a partire dal libro di Mary
Shelley Frankenstein.
• “La creatura, o se volete il mostro, non ha nome: noi lo
chiamiamo Frankenstein, ma soltanto perché quello è il
nome del padre. Il padre, il professor Victor, si dimentica di
dargli un nome, il padre lo fabbrica, non per cattiveria, ma
perché vuole risolvere dei problemi dell’umanità, vuole
combattere la morte, vuole fare un uomo fatto meglio.
Questo professor Victor Frankenstein non è uno con la
mania di voler essere Dio, ma è uno che dice: ‘l’uomo cosi
com’è ha dei limiti, muore, io vorrei arrivare al di là di
questi limiti e vorrei fare un uomo fatto meglio’ e poi lo
costruisce.”(*)
(*)http://www.emiroagesci.it/wp-content/uploads/2010/11/lucisano.doc; Lucisano P. (a cura), Didattica e conoscenza, Carocci, 2012 , pag. 17-19
Educazione: quale e come?
• Victor costruisce la sua creatura però è deluso perché non
corrisponde al suo progetto; è un mostro, vuole abbandonarlo e
cerca di ucciderlo ma la creatura fugge nei boschi. Vive una
triste storia, fatta di incomprensione, paura e violenza da parte
degli uomini per il suo repellente aspetto esteriore. In realtà, il
mostro ha imparato a leggere, e, dopo essersi rifugiato nei
boschi, ha anche aiutato di nascosto una famiglia assai povera
di quei luoghi portando loro di notte legna per l'inverno e
ortaggi nei periodi di magra. Quando però aveva deciso di
mostrarsi a loro, essi lo avevano scacciato violentemente,
disgustati dal suo aspetto esteriore, dandosi immediatamente
alla fuga.*
(*)http://www.emiroagesci.it/wp-content/uploads/2010/11/lucisano.doc; Lucisano P. (a cura), Didattica e conoscenza, Carocci, 2012 , pag. 17-19;
https://it.wikipedia.org/wiki/Frankenstein
Educazione: quale e come?
• Nello stesso libro Meirieu parla anche di
Pinocchio; un burattino che Geppetto
costruisce per avere compagnia, al quale
rimprovera sempre di farsi influenzare e
manovrare;
Lucisano P. (a cura), Didattica e conoscenza, Carocci, 2012, pag. 17-19
Educazione: quale e come?
• “[…] c’è qualcosa nella stessa creazione che richiama
la pretesa di educare e di fare i giovani a nostra
immagine e somiglianza. Forse c’è qualcosa di difficile
da capire anche nel racconto della Bibbia.’Io ti ho
creato a mia immagine, ora sei libero di fare tutto
quello vuoi purché tu faccia quello che voglio io, e se
disobbedirai io ti scaccerò’.”
• L’uomo poi disobbedisce e Dio, deluso dalla creatura
fatta a sua somiglianza, lo scaccia, lo condanna, e
l’uomo disorientato e ferito dall’abbandono e anche
costretto nella sua maledizione, diviene cattivo.
(*)http://www.emiroagesci.it/wp-content/uploads/2010/11/lucisano.doc; Lucisano P. (a cura), Didattica e conoscenza, Carocci, 2012 , pag. 17-19
Educazione: quale e come?
• “Questo che Meirieu chiama mito della fabbricazione, è un
problema col quale dobbiamo imparare a confrontarci,
perché noi pensiamo che, per il bene dei ragazzi, è bene
che loro facciano quello che noi pensiamo sia bene che
loro facciano. È difficile pensare che noi possiamo voler
bene ai ragazzi per come sono. Nel caso della creatura, il
rifiuto iniziale avviene per l’aspetto. La mostruosità della
creatura è solo nella mente e nel cuore di chi lo vede
mostro, perché diverso dalle sue attese, però il vederlo
mostro lo trasforma in mostro. È difficile pensare che è
bene che i ragazzi siano liberi e possano crescere secondo la
loro natura se non possono crescere diversi da come ci
aspettiamo.”
(*)http://www.emiroagesci.it/wp-content/uploads/2010/11/lucisano.doc; Lucisano P. (a cura), Didattica e conoscenza, Carocci, 2012 , pag. 17-19
Educazione: quale e come?
• Dobbiamo dunque ripensare
[pensare] l’educazione come pratica
di libertà e abbandonare il mito della
fabbricazione delle persone che
debbono essere come vogliamo noi.
Questo è un cambio di marcia
impegnativo.
(*)http://www.emiroagesci.it/wp-content/uploads/2010/11/lucisano.doc; Lucisano P. (a cura), Didattica e conoscenza, Carocci, 2012, pag. 17-19
Educazione: quale e come?
• Può essere utile pensare al lavoro di un artigiano che
costruisce muri, quando si pensa di educare;
• un muratore che costruisce muri a secco*;
• sceglie pietre pesanti da mettere alla base, poi via via
sempre più leggere (piccole); la profondità va a
decrescere;
• sono pietre concave e convesse, sistemate in modo
opportuno, senza l’aggiunta di cemento; non occorre
perché i muri a secco sono più elastici e quindi
resistenti proprio per l’assenza di questi collanti; si
flettono e resistono con più facilità alle diverse
sollecitazioni.
Lucisano P. (a cura), Didattica e conoscenza, Carocci, 2012, pag. 17-19
*costruire muri a secco: http://www.faidatehobby.it/fare-un-muretto-a-secco.html
Educazione: quale e come?
• Non si usano mattoni, tutti uguali,
combinati secondo modalità standard;
non si costruiscono ville, case (forse
l’immagine comune di ‘villette a schiera’
rende meglio l’idea); i ragazzi/studenti
sono tutti diversi fra loro ed hanno
bisogno di costruzioni che valorizzino le
proprie caratteristiche.
Lucisano P. (a cura), Didattica e conoscenza, Carocci, 2012, pag. 17-19
Educazione: quale e come?
• “Per questo la prima cosa che chi si
occupa di educazione deve
comprendere è una visione di sé
come artigiano, e non come
impiegato addetto all’addestramento.
Un artigiano che lavora a costruire
conoscenza […]”.
Lucisano P. (a cura), Didattica e conoscenza, Carocci, 2012, pag. 19
Ammaestrare oppure ..?
• il fine è mettere ordine, ammaestrare,
integrare?
– Allora basta farsi un modello, individuare degli
obiettivi, perseguirli, misurare continuamente le
distanze fra questi ed il livello dei ragazzi,
misurare alla fine i risultati e prendere decisioni;
– significa fare propri gli standard che definiscono la
qualità nei termini di prodotto e quindi
conformarsi ed accettare che la qualità possa essere
misurata.
Lucisano P. (a cura), Didattica e conoscenza, Carocci, 2012, pag. 22-23
Ammaestrare oppure ..?
• Possiamo accettare queste modalità di lavoro,
oppure intravvedere altre possibilità;
• probabilmente il lavoro di insegnati/educatori
è un lavoro diverso; non completamente
razionalizzabile e programmabile: è infatti
basato sulla relazione, sui rapporti, è
spesso/sempre diverso*, ha un radicamento
empirico.
*ovviamente ciò non significa non tentare di trovare delle soluzioni che possano essere generalizzate ed usate per migliorare l’esperienza
Lucisano P. (a cura), Didattica e conoscenza, Carocci, 2012, pag. 22-23
Ammaestrare oppure ..?
• Tuttavia non possiamo esimerci dal chiedere a noi
stessi se, quando operiamo, lo stiamo facendo
bene e “se stiamo aiutando i nostri allievi a
crescere o li stiamo ammaestrando per formare
dei buoni e obbedienti consumatori.”
• la risposta a questo quesito non sta nei test
dell’INVALSI; “la comprensione inizia quando ci
coinvolgiamo nella relazione educativa, quando
decidiamo di prenderci carico dei nostri allievi.”
Lucisano P. (a cura), Didattica e conoscenza, Carocci, 2012, pag. 22-23
Ammaestrare oppure ..?
• “Se davvero non te ne importa niente non ti
accorgi nemmeno che c’è qualcosa di
sbagliato. Non ti viene neanche in mente. Il
solo fatto di dire che c’è qualcosa di sbagliato
significa che ci tieni” (*)
*Robert M. Pirsig , Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta, 1974, vers. Ital. Adelphi, 1999, in Lucisano P. (a cura), Didattica e conoscenza,
Carocci, 2012, pag. 22-23
Istruzione[1]
• Il momento dell’apprendimento (aspetto
individuale) che si svolge nelle istituzioni
richiama il significato di istruzione:
– (dal latino instruere = rendere abile, preparare a) si
riferisce all’ambito cognitivo e ai processi
dell’acquisizione di conoscenze e competenze ( ).
Essa vive prevalentemente nelle istituzioni formali
e principalmente nella scuola, luogo specializzato
dei processi di insegnamento-apprendimento, ma
non solo.
Istruzione[]
Quindi, azione programmata
connessa all’insegnamento e
all’apprendimento; è cioè un
processo mediante il quale un
individuo acquisisce saperi volti a
produrre competenze e abilità.
Didattica
La riflessione sui problemi e i fenomeni
educativi prende il nome di pedagogia;
In rapporto alla pedagogia (e non solo con
essa) trova spazio la didattica:
• Didattica: […] quella parte dell’attività e
della teoria educativa che concerne
l’istruzione.
http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione/
Didattica
Un docente sta spiegando: in quel momento si
dispiegano numerosi e diversi significati associati al suo
fare lezione. Innanzi tutto il docente sta parlando di un
argomento che fa riferimento ad una disciplina. Ciò
significa che aleggiano i significati di quella disciplina.
Ma è il docente che li sta presentando e quindi sta
mediando fra i saperi autentici e i propri allievi: ha
operato una selezione dei contenuti e li sta trattando per
presentarli ai propri allievi; sta cercando di esporli in
una forma, coerente con i contenuti che sta trattando,
comprensibile, interiorizzabile da parte degli alunni.
G. Alessandri, Didattica e tecnologie: intersezioni. Complessità, coding, robotica educativa, Anicia, Roma, 2014
Didattica
Questa trasposizione non rende questo
sapere diverso da quello originario della
disciplina ma è solamente un modo diverso
di presentarlo. Quindi abbiamo il sapere
originario e una sua trasposizione che
comprende anche le modalità didattiche
con le quale il docente presenta quei
contenuti. Abbiamo la disciplina e la
Didattica della disciplina.
G. Alessandri, Didattica e tecnologie: intersezioni. Complessità, coding, robotica educativa, Anicia, Roma, 2014
Didattica
Oltre questo sapere s’intravvede qualcosa che va oltre
lo specifico che caratterizza la mediazione di quella
disciplina e che si inquadra nei contorni di un campo
disciplinare che si interessa di definire criteri e metodi
generali che permettano, data una qualunque disciplina,
di poterla rendere comprensibile agli allievi. Prende
corpo un ulteriore corpo di saperi che è trasversale
rispetto alle singole discipline: la Didattica Generale
(D’Amore B., 1999, pp. 24-25, D’Amore B., Sbaragli
S., 2011, p. 7).
G. Alessandri, Didattica e tecnologie: intersezioni. Complessità, coding, robotica educativa, Anicia, Roma, 2014
Didattica
Deriva, in questo modo, un significato di
Didattica: un insieme di saperi che rendono
possibile l’educazione attraverso processi
d’istruzione internamente e non alla scuola; si
parla di saperi quali la progettazione, la
valutazione, le metodologie, la ricerca, ma si
parla anche di azioni che avvengono attraverso
questi saperi e che sono esse stesse dei saperi:
queste azioni sono saperi e quei saperi sono
azioni.
G. Alessandri, Didattica e tecnologie: intersezioni. Complessità, coding, robotica educativa, Anicia, Roma, 2014
Didattica
L’elenco è abbastanza lungo e il senso
complessivo che restituisce non è sempre
riducibile a una somma degli stessi. Molti
aspetti dei singoli saperi si intersecano e
restituiscono, nell’insieme, un sistema con
un più che è dato proprio dalla sinergia fra
essi. Non sempre è possibile separare
meccanicamente i singoli, in quanto alcune
loro parti esistono in diversi campi.
G. Alessandri, Didattica e tecnologie: intersezioni. Complessità, coding, robotica educativa, Anicia, Roma, 2014
DIDATTICA GEN.
did.della
matematica
matematica
did.della
chimica
did.della
filosofia
chimica
filosofia
Didattica
• Abbiamo detto: didattica come “insieme
di saperi che rendono possibile
l’educazione attraverso processi
d’istruzione internamente e non alla
scuola”
• non è solo l’azione di insegnare, ma è un
sapere che riguarda le modalità di
insegnamento-apprendimento;
Didattica e insegnamento
• “didattica e insegnamento non sono parole
equivalenti. –ica di didattica ricorre in parole
che segnalano aree della conoscenza
caratterizzate da una coesione interna (si pensi
a matematica, […], informatica).
Insegnamento deriva da un verbo (come
pentimento, ringraziamento, […]). Quindi
didattica si riferisce alle conoscenze relative
all’insegnare, mentre insegnamento riguarda
l’atto dell’insegnare.
(Benedetto. Vertecchi, 1994, La didattica. Interpretazioni e strutture, Tecnodid, Napoli-Roma,p.6)
Didattica e insegnamento
Nella prima il riferimento è a una
componente di riflessione che fa da
sostegno all’azione dell’insegnare,
mentre nella seconda prevale
l’attenzione sull’azione in quanto tale.
(Benedetto. Vertecchi, 1994, La didattica. Interpretazioni e strutture, Tecnodid, Napoli-Roma,p.6)
Didattica e insegnamento
• E’ vero che per insegnamento si intende “l’atto
e il contenuto dell’insegnare. Letteralmente è
l’impressione del segno nella mente del
discente. Tuttavia non si può trattare
dell’insegnamento da parte del docente senza,
in pari tempo, considerare la partecipazione
attiva del discente, tanto che propriamente si
parla di processi di insegnamentoapprendimento”.
http://www.treccani.it/enciclopedia/insegnamento/
Alcune scienze dell’educazione
pedagogia
psicologia
didattica
biologia
sociologia
La biologia è la scienza che studia tutto ciò che riguarda la vita e gli organismi viventi, tra cui la loro struttura, la funzione, la
crescita, l'evoluzione, la distribuzione e la tassonomia.
• Grazie, arrivederci
• Studiare anche questa parte.
• È un completamento
Didattica
• Nel corso dei tempi:
– riflessione attorno alle azioni che caratterizzano le
attività concretamente connesse all’insegnamento;
• negli ultimi 50anni questa area si è arricchita
di un proprio lessico ed apparato concettuale
fino a presentarsi oggi come un corpus
ragionevolmente ricco ed autonomo di
conoscenze e metodologie
Appunti, con frasi riportate, tratti da A. Calvani, Fondamenti di didattica. Teoria e prassi dei dispositivi formativa, Carocci, Roma, 2008
Didattica
• Accanto ad una prassi didattica si è
costituita una Didattica come ambito di
conoscenza, il cui scopo è di migliorare la
prima. Vuoi coadiuvando
l’individuazione di nuove conoscenze,
vuoi suggerendo percorsi e metodologie
più efficaci per il loro conseguimento.
A. Calvani, Fondamenti di didattica, Carocci, Roma, 2008
Definizione (di Calvani)
• La didattica si occupa della riproduzione del
sapere in una mediazione fra questo e novizi
che avviene attraverso esperti e all’interno di
istituzioni a ciò predisposte. Questa
mediazione si sviluppa attraverso azioni
progettuali, attuative, negoziative e valutative,
idonee a favorire, nei diversi contesti, dei
processi di acquisizione di migliore qualità ed
efficacia attraverso l’allestimento di specifici
dispositivi formativi.
A. Calvani, Fondamenti di didattica, Carocci, Roma, 2008
quindi
• si colloca all’interno di istituzioni formative: strutture
predisposte a favorire processi acquisitivi attraverso
l’interazione tra soggetti, norme, supporti materiali e
strumentali;
• queste strutture si collocano in diversi contesti: scuola,
extrascuola, università, inserimento professionale,
disabilità, intercultura, mondo dei piccoli, mondo degli
adulti, …;
• all’interno di tali organizzazioni la didattica opera per
l’ottimizzazione dei processi acquisitivi;
• essa si esprime attraverso capacità progettuali, attuative,
negoziali e valutative, alla luce delle conoscenze che la
ricerca ha messo in evidenza.
A. Calvani, Fondamenti di didattica, Carocci, Roma, 2008
Scienze[1]
• Dewey: “[…] ritengo che scienza
significa la presenza di metodi
sistematici di ricerca, i quali, quando
siano applicati a un complesso di
fatti, ci consentono una migliore
comprensione e un controllo più
intelligente e meno confuso e
abitudinario”.
J. Dewey, Le fonti di una scienza dell’educazione, 1929, trad. it, pp. 1-3
Scienze[2]
•Visalberghi*: si può parlare di scienza in presenza di
uno dei seguenti elementi (approcci):
– l’elemento metodologico, che attiene alla natura
empirico-sperimentale, ovvero un corpo di conoscenze
basato su esperienze replicabili che autorizzano a fare
sensate generalizzazioni e perciò previsioni;
– l’elemento logico-strutturale, che attiene alla natura
ipotetico-deduttiva, ovvero un insieme ordinato e
coerente di concetti ben definiti e connessi in
proposizioni fondamentali da cui altre sono deducibili
secondo regole ben definite.
*1, agosto, 1919-12, febbraio, 2007;//A. Visalberghi, Pedagogia e scienze dell'educazione, Milano: Mondadori, 1978
Scienze[3]
• Visalberghi: “[…] parliamo […] di scienza quando
una sola delle due caratteristiche è chiaramente
presente, mentre l'altra è assente o rimane nell'ombra.
Scienze sono la matematica e la logica, che
generalmente non si considerano bisognose di
verifica empirica […]”.
A. Visalberghi.,Pedagogia e scienze dell'educazione, Mondadori, Milano,1978
Scienze[]
• Visalberghi: “Ma scienze si considerano
spesso anche corpi di conoscenze che mancano
di una chiara intelaiatura formale di concetti,
cioè di una precisa struttura ipoteticodeduttiva, e sono definite solo dal campo
empirico di realtà di cui si occupano, e dal
fatto che se ne occupano in modo non
aprioristico, ma col massimo possibile di
verifiche empiriche.”.
*1, agosto, 1919-12, febbraio, 2007;//Pedagogia e scienze dell'educazione, Milano: Mondadori, 1978
• Per completare il paragrafo 4.2
Didattica (evento didattico)
• “La didattica è un complesso di saperi teoricopratici, scienza contemporaneamente autonoma e
strettamente collegata alla pedagogia,
• dotata di una forte marcatura progettuale,
metodologica, valutativa,
• la cui consapevolezza critica, assunta quale guida
dell’agire educativo,
• trasforma in azione la riflessione sui processi
educativi e culturali per ritornare ad essa in un
circolo dove l’una continuamente rinvia all’altra.”
[Cerri, L’evento didattico, Carocci, Roma, 2007]
un complesso di saperi
teorico-pratici,
scienza contemporaneamente autonoma e
strettamente collegata alla pedagogia
• scienza autonoma che ha:
– un oggetto (processi educativi e culturali),
– un linguaggio specifico (sistemi di segni che la
regolano e la veicolano),
– un metodo,
• collegata ad altre scienze che si occupano
dell’uomo e della sua educazione;
[Cerri, L’evento didattico, Carocci, Roma, 2007]
Oggetto: processi educativi e culturali*
• non pensare solo alla scuola e
all’insegnamento, ma pensare, ad esempio, alla
prima educazione impartita dal genitore che
insegna regole, conoscenze, comunicazione,
regole per la sopravvivenza, …1
• il genitore che ha appreso dalla società (in
genere, compresa anche la scuola), trova
le modalità operative per rapportarsi ai
figli
* .invece che “processi di insegnamento/apprendimento” o “apprendimento/insegnamento” che ricordano esclusivamente la scuola
1 .si rimanda, cioè, alla società nella sua funzione educativa
[Cerri, L’evento didattico, Carocci, Roma, 2007]
Oggetto:processi educativi e culturali
• il rapporto allievo-didattica è distribuito nella
società, non solo scuola ma anche altri contesti
come luoghi di formazione
• nei contesti dell’extrascuola esistono le
curvature verso le categorie didattiche di
progettazione, valutazione, osservazione,
…., che vivono nel rapporto teoria-prassi
[Cerri, L’evento didattico, Carocci, Roma, 2007]
Fly UP