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Dr. Messina

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Dr. Messina
Accesso vascolare
nel
neonato di basso peso
Gestione e complicanze
Neonatologia – TIN
Ospedale Evangelico Villa Betania Napoli
Francesco Messina
Vietri 2003
Gestione del catetere venoso
ombelicale
Controllare l’eventuale sanguinamento del moncone
Pulire con clorexidina il moncone ogni 24 ore
Sostituire le infusioni ed i set ogni 24 ore
Disinfettare il raccordo del catetere prima della
sostituzione
Sostituire il rubinetto dopo trasfusioni di sangue e
derivati
Controllare la medicazione e il posizionamento in
centimetri del catetere, annotato al momento del
primo fissaggio
Gestione del catetere arterioso
ombelicale
 Controllare il regolare funzionamento della pompa
e la soluzione eparinata
Controllare la medicazione verificando la
posizione del catetere
Praticare EAB effettuando correttamente il flush di
lavaggio
Controllare l’irrorazione ed il circolo periferico
segnalando alterazioni sospette
Monitoraggio dei vasi ombelicali
Radiografico
Ecografico - per controllare la reale
posizione della punta del catetere nonché
la presenza di trombi specie nelle cavità
cardiache
Controllo catetere
 Vena

ombelicale
Allo sbocco della
vena cava inferiore
in atrio destro
 Arteria


ombelicale
Posizione bassa
L3-L5
Posizione alta
T6-T9
Incannulamento Vena Ombelicale
CVO allo sbocco della Cava in Atrio
Arteria ombelicale
Fissaggio con ponte per CVO e CAO
Fissaggio con pellicola trasparente
CVO e CAO in ELBW
Controllo ecografico 1
Punta del CVO in Atrio dx
Controllo ecografico 2
Punta CVO allo sbocco
Rimozione del catetere venoso
Sepsi
 NEC
 Peritonite
 Onfalite
 APT prolungata

Rimozione del catetere arterioso
In caso di compromissione
vascolare
 Paziente stabilizzato
 Sepsi
 Coagulopatia
 NEC
 Peritonite
 Onfalite

Cateterismo venoso centrale per via
percutanea: Gestione
Non praticare prelievi o somministrare sangue
Sostituire i set d’infusione ogni 24 ore
Ridurre il numero di connessioni e rubinetti
Ridurre le manipolazioni dei raccordi
Infondere le sol. con siringhe da 5 ml.
Proteggere le porte di iniezione
Prima e dopo la terapia, disinfettare con
Betadine i raccordi
Utilizzare solo pompe d’infusione
Sostituzione della medicazione
Frequenza:3/4 giorni
Se sporche o umide
Ritirare il cvc di qualche mm.
Non inquinare il punto d’ingresso
Non provocare la fuoriuscita
accidentale del cvc
Sostituzione della medicazione
Sostituzione della medicazione
Sostituzione della medicazione
Monitoraggio CVC
Verificare il punto di inserzione con un
controllo radiografico o ecografico
La corretta posizione del catetere è tra la
vena cava superiore e l’atrio destro
Somministrare mezzo di contrasto per
visualizzare il percorso del cvc
Controllo ecografico di cvc
Controllo radiografico di cvc
TABELLE di CONVERSIONE
USA GAUGE
19
20
21
22
23
24
25
mm
1,10
0,89
0,81
0,71
0,63
0,56
0,51
Spazi morti dei cateteri
FRENCH GAUGE
6
5
4,5
4
3,5
3
1
Volume ogni 10 cm (cm3)
Dia. Interno (mm)
1
1,5
2
2,5
mm
2,0
1,6
1,5
1,3
1,1
1,0
0,3
0,080
0,18
0,31
0,49
Rimozione del CVC
non ci sono più indicazioni cliniche
Ci sono segni di flebite o sepsi
In caso di rottura o stravaso
In caso di occlusione
Si procede in maniera asettica, sfilando il
catetere lentamente, senza strappi,
comprimendo il punto d’ingresso con
batuffolo
sterile,
controllandone
l’integrità.
Complicanze da catetere venoso
centrale
Infettive
Meccaniche
Emboliche
Complicanze infettive
Durante la manovra di introduzione e
posizionamento del catetere
In caso di sepsi proveniente da altro focolaio
(colonizzazione intravascolare del catetere)
Contaminazione microbica della parte interna
dei raccordi e delle connessioni
Segni clinici del catetere infetto

Presenza di segni locali (arrossamento e
gemizio) a livello dell’emergenza cutanea del
catetere

Presenza di segni locali associati a segni clinici
di sepsi

Assenza di segni locali con presenza di segni
clinici di sepsi
Complicanze meccaniche
IMMEDIATE
Ematoma da puntura di
arteria e/o vena
Pneumotorace
Malposizionamento del
catetere
Rottura e/o perforazione
del catetere
TARDIVE
Trombosi
Perforazione
Aritmie cardiache
Incarceramento del
catetere nel vaso
Dislocazione
Rottura e/o perforazione
del catetere
CVO in atrio sinistro
CVO nel sistema portale
CVCP malposizionato in giugulare
CVC in ELBW malposizionato
Complicanze Tardive: trombosi
Fattori che favoriscono la formazione del trombo:

riutilizzo di un vaso precedentemente cateterizzato

materiale di composizione del catetere

caratteristiche intrinseche della vena

tipo di soluzione infusa

durata della cateterizzazione

concomitanza di fenomeni flogistici(flebite)

patologie trombogeniche neonatali
Trombosi atrio destro
Trombosi arteria radiale
Flebite grande safena
Complicanze Tardive
perforazione
del vaso: provocata dall’ago introduttore e/o
dalla guida metallica
del catetere: per uso di pressioni eccessive
in caso di ostacolo al flusso, per cedimento
strutturale del materiale
della parete cardiaca: per il ritmico fluttuare
della punta del catetere
Versamento pericardico
PERICARDIOCENTESI
Complicanze Tardive: embolia
Embolia gassosa: è dovuta all’aspirazione
o iniezione di aria attraverso il catetere in
circolo
Embolia da catetere: conseguente alla
rottura di frammenti o pezzi di catetere
Numero di accessi vascolari in relazione
all’età gestazionale: anno 2002
TIN villa Betania
76
30
34
23 20
17
5
CVO
16
6
3 4
CAO
24-30 ws
CVCP
30-34 ws
>34 ws
7
CVP
Durata Media Cateterismo Vascolare
20
18,2
18
16
14
12
10
8
6
5,4
3,5
3,6
4
2
0
CVO gg
CAO gg
CCVP
AVP
CVO gg
CAO gg
CCVP
AVP
Complicanze dell’accesso vascolare
anno2002
Sepsi
4
Trombosi
1
Embolia
Versamento pericardico
0
2
Rottura catetere
8
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