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Esempio (AFC + CFP)
Sono pochi i lavori che si associano tanto strettamente alla libertà e alla natura selvatica quanto l’abbattimento degli alberi. Soprattutto in autunno e in inverno, questo rappresenta il compito principale dei selvicoltori e degli addetti selvicoltori. Essi valutano gli alberi in base alla specie, alle dimensioni e all’ubicazione sul terreno, in modo da poter determinare la loro direzione di caduta e sbarrare l’area circostante. Abbattono l’albero con motoseghe e, all’occorrenza, con l’ausilio di argani. In primavera e in estate si occupano prevalentemente della cura del bosco giovane: eliminano malerbe, cespugli e alberi che sono d’ostacolo, affinché gli alberi più vitali ottengano spazio e luce a sufficienza per crescere. Con speciali recinzioni, proteggono inoltre gli alberi giovani dalla brucatura della selvaggina. Ma non è tutto: questi professionisti curano i margini del bosco e i sentieri, si occupano del consolidamento di pendii e corsi d’acqua e della costruzione di ripari valangari. Si tratta di un lavoro duro ed esposto alle intemperie. Le attività non sono esenti da rischi, il rispetto delle norme di sicurezza e un modo di lavorare quanto mai attento hanno perció priorità assoluta. SELVICOLTORE/SELVICOLTRICE AFC ADDETTO SELVICOLTORE/ADDETTA SELVICOLTRICE CFP Ritratto Abbattere alberi monumentali, curare alberi giovani Batja-Lynn Kübler, 20 anni Al 3° anno di formazione come selvicoltrice AFC Batja-Lynn Kübler sta esaminando meticolosamente un faggio di 90 anni, alto quasi 30 metri: il fusto è diritto? Potrebbe essere marcio all’interno? L’albero ha una struttura normale e appare sano, dunque l’aspirante selvicoltrice può abbatterlo secondo la normale procedura. Con la motosega, Batja-Lynn Kübler esegue una tacca profonda nel tronco, nella direzione esatta in cui l’albero dovrà cadere. L’angolo della tacca deve essere di almeno 45 gradi «altrimenti c’è il rischio che l’albero non cada in modo preciso». Una volta eseguita la tacca, l’apprendista selvicoltrice si posiziona con la schiena verso l’albero e controlla un’ultima volta la direzione di caduta. Segare con precisione A questo punto Batja-Lynn inizia a segare dalla parte opposta dell’albero, facendo attenzione a non tagliare fino alla tacca. Sarebbe infatti troppo pericoloso. L’albero è quindi fatto cadere con l’ausilio di un cuneo idraulico, che l’aspirante selvicoltrice può spingere sempre più in profondità nel taglio con movimenti di pompaggio. «Usiamo questo utensile solo per gli alberi di grandi dimensioni. Per quelli di piccole dimensioni introduciamo un normalissimo cuneo d’alluminio battendolo con una mazza», spiega. Non appena il cuneo raggiunge la profondità necessaria, l’albero cade al suolo con grande fragore, esattamente nella direzione prevista. Sempre in due Insieme al suo collega, la giovane inizia immediatamente a rimuovere i rami con la motosega: questa fase di lavoro è detta sramatura ed è parte dell’allestimento. Dal canto suo, il collega è stato presente per tutto il tempo: ha sorvegliato la strada sottostante ed è rimasto in contatto permanente con BatjaLynn via radio. «Per l’abbattimento di albe- ri siamo sempre almeno in due, non ci sono eccezioni!» Ora il tronco è trasportato con un argano fino a un deposito provvisorio. «Probabilmente ne ricaveranno trucioli o legna da ardere», ipotizza l’apprendista. Le segherie sono poco interessate a questo tipo di legname: «Il faggio si vende a un prezzo piuttosto basso, la concorrenza dall’estero è troppo grande.» Questo è uno dei motivi che hanno indotto l’azienda forestale pubblica presso la quale lavora la futura selvicoltrice a cercare nuovi sbocchi, ad esempio costruendo tavoli di legno o staccionate, oppure collaborando alla costruzione di un ponte di legno per un corso d’acqua. Favorire la crescita Chi intende sfruttare un bosco dal punto di vista economico, deve permettere la crescita degli alberi giusti. Per tale motivo Batja-Lynn e il suo collega si trovano ora nel mezzo di una perticaia, ossia un’area coperta di giovani alberi con fusti di diametro inferiore a 20 cm. Valutano la qualità di crescita e l’ubicazione, localizzando alberi con sviluppo di rami nella parte più alta del fusto. In seguito decidono quali alberi giovani possono essere mantenuti e quali vanno abbattuti. Anche l’abbattimento di alberi di grandi dimensioni rientra tuttavia nella cura del bosco giovane. «Eliminiamo soprattutto gli alberi che impediscono alle giovani piante di ricevere la luce di cui necessitano per crescere», spiega la ragazza. Batja-Lynn è soddisfatta della sua scelta professionale. Ma non le dispiacerebbe se nella sua classe della scuola professionale ci fossero un paio di ragazze in più. «In realtà questa professione è perfettamente adatta a qualsiasi donna con una buona condizione fisica.» Ritratto Bosco di protezione per le prossime generazioni Matthias Lauber lavora come selvicoltore in una valle in alta montagna, dove le condizioni sono diverse rispetto a quelle in pianura. Anche i compiti sono in parte differenti: qui i selvicoltori si occupano spesso delle infrastrutture turistiche e dei ripari valangari. Matthias Lauber, 29 anni Selvicoltore AFC abeti rossi. Gli alberi non sono scelti a caso. «Questo abete per esempio era già cavo all’interno!», afferma. A breve termine ciò non è un problema per l’albero: «Le sostanze nutritive sono comunque trasportate solo negli strati più esterni del legno. Il fatto che sia cavo ne compromette tuttavia la stabilità e l’albero potrebbe cadere.» Magazzino e formazione Fino a questa zona rocciosa, Matthias Lauber non aveva avuto particolari difficoltà ad allargare il sentiero di montagna con un piccolo escavatore e alcuni attrezzi manuali. Ma ora, senza esplosivo non si va avanti. «Praticheremo dei fori nella roccia per collocarvi l’esplosivo», spiega il selvicoltore. In attesa dell’elicottero A tale scopo, a lui e ai suoi colleghi serve un compressore, un apparecchio pesante che in questo momento si trova dall’altro lato della valle. Per trasportare il macchinario in queste zone impervie c’è un’unica soluzione: l’elicottero. Al momento, però, le nuvole basse e la pioggia rendono impossibile l’arrivo dell’aeromobile. Proprio mentre stanno decidendo se rinviare il trasporto e ritornare al magazzino, avvertono un rombo cadenzato: l’elicottero è arrivato, preleva il compressore e lo trasporta nel punto desiderato. Rapidi, Matthias e i suoi colleghi aiutano il copilota a staccare il compressore dalla fune. Dopo due minuti lo spettacolo è finito, l’elicottero se n’è andato. Anche Matthias deve passare ad altro e lascia che siano i colleghi a occuparsi dell’esplosione: ora deve concentrarsi sul bosco giovane. Minuscoli alberelli con una grande missione Per recarsi sul luogo del prossimo intervento, il selvicoltore deve percorrere strette stradine di montagna a bordo del suo fuoristrada. Infine, dopo avere camminato per una ventina di minuti lungo un sentiero forestale, giunge ai ripari valangari. In mezzo a queste enormi recinzioni di legno Matthias pianta minuscoli alberelli in piccole conche protettive. «Tra circa 80 anni questi ripari valangari cominceranno a cedere. A quel punto, gli alberi che sto piantando saranno però grandi a sufficienza per proteggere i villaggi della valle contro le valanghe», spiega. Il selvicoltore trascorrerà il resto della giornata in un’area di taglio, abbattendo grandi Talvolta Matthias lavora nel magazzino. «Produciamo legna da ardere, tavoli di legno, panche, fontane o strutture per l’arrampicata.» Il selvicoltore precisa tuttavia: «Io lavoro soprattutto all’aperto, il magazzino è di competenza dei miei colleghi più anziani.» Nella sua azienda Matthias è responsabile degli apprendisti. Soprattutto in inverno, è perciò spesso fuori sede. «Quando qui c’è tanta neve, non abbiamo molto da fare. Dunque i nostri apprendisti vanno a lavorare presso un’azienda partner sull’altipiano, dove abitano. Mi reco da loro regolarmente e verifico che stiano bene e che facciano progressi sul lavoro.» Il selvicoltore ama molto questo aspetto della sua professione e svela: «Intendo seguire un perfezionamento per diventare istruttore ai corsi interaziendali.» Prospettive Un lavoro duro con un grande potenziale di sviluppo Le aziende forestali sono solitamente gestite da Cantoni o Comuni. Esistono tuttavia anche varie aziende forestali private che lavorano su mandato di Comuni e di privati. Le aziende impiegano in genere da tre a dieci collaboratori. Ogni anno si formano oltre 300 professionisti, tra selvicoltori e addetti selvicoltori. Sono disponibili posti di tirocinio in tutte le regioni della Svizzera e, nella maggior parte di queste, i posti di tirocinio sono molto ambiti e sono occupati rapidamente. Talune aziende si riuniscono in reti di aziende formatrici e formano insieme gli apprendisti. Per le aziende in zone montane, ad esempio, ciò presenta il vantaggio di permettere alle persone in formazione d’acquisire la necessaria esperienza nell’abbattimento in aziende di pianura, quando ad alte quote c’è troppa neve. Specialisti ricercati L’attività dei selvicoltori varia secondo la stagione. Il taglio del legname si esegue principalmente in inverno, quando gli alberi non sono nella fase di crescita. In estate questi professionisti si dedicano alla cura del bosco giovane, alla manutenzione dei sentieri e ad altri lavori forestali. In montagna la situazione è diversa: gli alberi si abbattono in primavera, quando c’è meno neve. Da qualche tempo il numero delle persone impiegate in questo settore è in leggera diminuzione, questo anche a causa del calo dei prezzi del legname. Ciononostante, le possibilità di sviluppo per i selvicoltori sono molteplici. Il perfezionamento più gettonato è quello che permette di diventare forestale SSS. Ci sono inoltre alcuni attestati professionali federali specifici del ramo (vedi sezione dedicata alla formazione e al perfezionamento). Attualmente, la domanda di professionisti nel settore forestale è superiore all’offerta, di conseguenza i selvicoltori con un perfezionamento specifico sono molto ricercati. I selvicoltori possono altresì seguire perfezionamenti nel campo dell’orticultura, dell’agricoltura o della cura degli alberi. Con la maturità professionale è possibile intraprendere studi di economia forestale o di tecnica del legno presso una scuola universitaria professionale. In sintonia con la natura Una buona salute, resistenza fisica e ottima acuità visiva sono imprescindibili anche per motivi di sicurezza. È per questo che prima dell’inizio della formazione le aziende formatrici richiedono un accertamento medico d’idoneità. Il rischio di infortuni è più alto rispetto ad altre professioni. Durante l’ab- battimento degli alberi, la concentrazione e il rispetto delle norme di sicurezza rivestono la massima importanza. Per tutte le attività forestali ci sono disposizioni chiare in merito all’allerta dei servizi di salvataggio e al primo soccorso da prestare in caso di infortunio. Per i lavori con la motosega è obbligatorio indossare casco, protezione auricolare e indumenti con protezione antitaglio. I selvicoltori lavorano in modo autonomo, ma sono sempre a portata d’orecchio dei colleghi. I lavori pesanti vanno solitamente affrontati in squadra. Vi è una stretta collaborazione non soltanto tra i selvicoltori, ma anche con i conducenti di macchine forestali (trattori, teleferiche, ecc.) e con altri professionisti quali i piloti di elicotteri. Il mezzo di comunicazione più utilizzato è la radio. La quota di donne nella professione è inferiore al 5%. Circa il 10% delle persone in formazione proviene da altre professioni, solitamente attratto dall’ambiente di lavoro a contatto con la natura. In effetti, i selvicoltori lavorano all’aperto in tutte le stagioni e con qualsiasi tempo. Il loro lavoro non è finalizzato solo allo sfruttamento economico del bosco, ma contribuisce anche a garantire la sua funzione di spazio di ristoro e a mantenere l’equilibrio ecologico. Non solo tagliare alberi Frédéric Hayoz, 18 anni Ritratto CFP Al 1° anno di tirocinio come addetto selvicoltore CFP La squadra in cui lavora Frédéric Hayoz si riunisce ogni mattina presso il centro forestale. Prima di iniziare il lavoro nel bosco, si organizza la giornata designando le persone, il luogo e i lavori che ognuno dovrà svolgere. dai danni causati dalla selvaggina. I caprioli, per esempio, mangiano volentieri le gemme o si sfregano contro la corteccia per marcare il territorio.» Cura del bosco «Il comprensorio forestale è costituito da 24 boschi, per una superficie totale di 800 ettari. La nostra squadra è formata da sette collaboratori: un forestale, un caposquadra, tre selvicoltori e due apprendisti. In inverno abbattiamo gli alberi pronti per il taglio, che hanno sovente un’età tra i 100 e i 150 anni, mentre in estate piantiamo alberelli ed eseguiamo interventi di cura del bosco e di manutenzione dei sentieri», spiega l’apprendista. «Durante la formazione AFC avevamo meno tempo per soffermarci sui diversi argomenti. Ora apprezzo il fatto che durante le lezioni si facciano più esercizi pratici e mi rimane più tempo per porre domande se non ho capito qualcosa.» Più tempo per porre domande Adattarsi al tempo e al terreno Frédéric Hayoz si è sempre interessato alla natura e al lavoro all’aria aperta. «Dopo la scuola ho iniziato la formazione per diventare selvicoltore AFC, ma non sono riuscito a soddisfare le esigenze nel corso del primo anno. Allora ho deciso di passare alla formazione biennale.» Per il CFP sono previsti corsi a blocco teorici di quindici giorni, seguiti da dieci settimane di pratica in azienda. Quest’anno la primavera è giunta con qualche settimana di anticipo e, con l’arrivo del caldo, è stato necessario eseguire rapidamente alcune piantagioni. «Di recente abbiamo piantato ciliegi selvatici, douglasie e abeti bianchi. Alcuni alberi necessitano di più acqua, altri di molta luce, altri ancora crescono solo a una determinata quota. Con apposite recinzioni, proteggiamo le piantine «Nel bosco selezioniamo gli alberi migliori. Devono presentare una sufficiente crescita in altezza e fusti diritti, senza troppi rami, ma con radici solide e non devono trovarsi troppo vicini ad altri alberi. Questi alberi saranno canditati per la successiva raccolta del legname e li lasciamo crescere. La cura del bosco è impegnativa: sistemazione di sentieri, eliminazione di sterpaglia e sfalcio dei rovi nelle piantagioni.» Frédéric ha recentemente partecipato alla realizzazione di un percorso didattico che permette alle scuole e agli escursionisti di conoscere meglio il bosco. Occuparsi del bosco significa anche informare e sensibilizzare il pubblico. Addetto/a selvicoltore/trice CFP Se per imparare ti occorre un po’ più di tempo degli altri o se i tuoi voti non sono sufficienti per iniziare la formazione triennale di selvicoltore o selvicoltrice AFC, puoi seguire la formazione di base biennale per diventare addetto selvicoltore o addetta selvicoltrice CFP. I requisiti necessari sono simili a quelli per la formazione triennale, ma le materie scolastiche sono un po’ più semplici. Una volta terminata la formazione, sarai titolare di un certificato di formazione pratica (CFP) valido in tutta la Svizzera. Questa qualifica ti consente di iniziare a lavorare oppure, se hai ottenuto buoni risultati, di accedere al secondo anno della formazione che porta all’ottenimento dell’attestato federale di capacità (AFC). Selvicoltore/Selvicoltrice AFC: una professione che fa per me? Ecco alcuni spunti di riflessione. Attitudini / Formazione, perfezionamento Lavoro volentieri all’aria aperta e con qualsiasi tempo Quando si lavora nel bosco, non si ha un tetto sopra la testa. Il metodo di lavoro e l’abbigliamento devono essere adattati alle condizioni meteorologiche. I lavori si interrompono soltanto se il maltempo diventa un problema per la sicurezza, per esempio quando si avvicina un temporale. Sono di costituzione robusta Non di rado, le pesanti motoseghe devono essere trasportate a piedi attraverso terreni impervi. Anche il trasporto del legname e la sramatura sono faticosi, nonostante i numerosi ausili tecnici. Sono una persona responsabile I selvicoltori lavorano con materiale vivente e apparecchi potenzialmente pericolosi. Sono responsabili della propria sicurezza e di quella dei loro colleghi. Ho un buon senso dell’osservazione e capacità di giudizio In quale direzione deve cadere l’albero? Pende verso una determinata direzione che rende necessaria una tecnica speciale per abbatterlo? L’albero potrebbe essere cavo all’interno? Queste considerazioni, e le giuste conclusioni, hanno un impatto considerevole sulla qualità e sulla sicurezza del lavoro. Possiedo doti particolari in campo pratico e tecnico I selvicoltori lavorano sovente con apparecchi pesanti, manovrano macchinari di vario genere ed eseguono lavori di precisione. Lavoro volentieri in modo autonomo e in squadra Per alcuni lavori, questi professionisti si spostano soli nella natura. I lavori difficili, come il taglio degli alberi, vanno invece affrontati solo in squadra. Per garantire la sicurezza, i membri della squadra devono poter contare nel modo più assoluto gli uni sugli altri. Formazione professionale di base Per le informazioni sulla formazione di base biennale di addetto selvicoltore e addetta selvicoltrice CFP, si veda la pagina «Ritratto CFP». Requisiti: assolvimento della scolarità obbligatoria, certificato medico d’idoneità all’esercizio della professione. Durata: 3 anni. Formazione pratica: presso un’azienda forestale pubblica o privata. Formazione scolastica: di regola 1 giorno a settimana presso la scuola professionale, in Ticino presso il Centro professionale del verde (CPV) di Mezzana. Materie professionali: raccolta e misurazione del legname; tecnologia del legno; fondamenti di selvicoltura; conoscenza della stazione; selvicoltura; ecologia; protezione del bosco; bosco, caccia e selvaggina; edilizia forestale; impiego e manutenzione di strumenti di lavoro; protezione della salute e sicurezza sul lavoro; funzioni e importanza del bosco; diritto forestale e pianificazione forestale; organizzazione aziendale e diritto del lavoro. Corsi interaziendali: apprendimento pratico ed esercitazione delle basi professionali (da 47 a 52 giornate). Titolo: Attestato federale di capacità (AFC) di selvicoltore o selvicoltrice. Maturità professionale In caso di buoni risultati scolastici è possibile conseguire la maturità professionale dopo l’AFC frequentando i corsi per professionisti qualificati (CPQ) a tempo pieno o a tempo parziale. A seconda dell’indirizzo scelto, questo titolo permette di accedere direttamente o con procedura di ammissione alle scuole universitarie professionali (SUP). Formazione continua, perfezionamento • Corsi organizzati dagli istituti di formazione, dalle organizzazioni ambientali o da Economia forestale Svizzera (EFS) • Attestato professionale federale (APF), ad esempio come selvicoltore/selvicoltrice caposquadra, conducente di macchine forestali, responsabile per l’impiego della teleferica forestale, specialista nella cura degli alberi o operatore/ operatrice ambientale • Diploma di forestale SSS (scuola specializzata superiore) • Bachelor SUP in economia forestale o in tecnica del legno IMPRESSUM 1a edizione 2014 © 2014 CSFO, Berna. Tutti i diritti riservati. Editori: Centro Svizzero di servizio Formazione professionale | orientamento professionale, universitario e di carriera CSFO Edizioni CSFO, [email protected], www.csfo.ch Direzione del progetto: Regula Luginbühl, Alessandra Truaisch, Véronique Antille, CSFO Interviste e redazione: Peter Kraft, Coralia Gentile, Alessandra Truaisch, CSFO Traduzione: BFB Traduzioni, Bellinzona Revisione specialistica: Prisca Mariotta, Codoc; Beatrice Tognola-Giudicetti, UOSP Bellinzona Foto: Frederic Meyer, Zurigo; Thierry Porchet, Yverdon-les-Bains; Alessandra Rime, Roveredo Concetto grafico: Viviane Wälchli, Zurigo Realizzazione: Roland Müller, CSFO Stampa: Haller + Jenzer AG, Burgdorf Distribuzione, servizio clienti: CSFO Distribuzione, Industriestrasse 1, 3052 Zollikofen. Tel. 0848 999 002, Fax +41 (0)31 320 29 38, [email protected], www.shop.csfo.ch Numero articolo: FE3-3199 (esemplare singolo), FB3-3199 (plico da 50 copie) Il pieghevole è disponibile anche in francese e in tedesco. Ringraziamo per la collaborazione tutte le persone e le aziende coinvolte. Con il sostegno della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione SEFRI. Per saperne di più www.orientamento.ch, portale svizzero dell’orientamento scolastico e professionale. Descrizione delle professioni, formazioni e perfezionamenti, posti di tirocinio www.codoc.ch, Coordinamento e documentazione per la formazione forestale. Informazioni sulle formazioni e sui perfezionamenti nel settore forestale Cura del bosco giovane Grandi alberi dritti: è questo l’obiettivo della cura del bosco. Gli alberi che non crescono correttamente o che tolgono la luce agli altri vanno eliminati. L’attività in immagini Preparativi per l’abbattimento Le condizioni dell’albero, i dintorni, la direzione di caduta auspicata: i selvicoltori devono tener conto di tutti questi aspetti. Manutenzione dei sentieri Se i selvicoltori non provvedessero ogni anno alla loro liberazione, le strade forestali e i sentieri si ricoprirebbero rapidamente di vegetazione. Sbarramento dell’area circostante Le operazioni di taglio degli alberi costituiscono un pericolo per eventuali passanti. Occorre perciò impedire l’accesso all’area circostante. Consolidamento di pendii e di corsi d’acqua Valanghe, frane e inondazioni costituiscono gravi pericoli. I selvicoltori consolidano il terreno con piantagioni o con opere di premunizione. Abbattimento degli alberi I selvicoltori non si limitano a segare il tronco da un lato all’altro, ma si attengono rigorosamente a una procedura d’abbattimento articolata in varie fasi. Lavoro in magazzino Nel magazzino i selvicoltori si occupano della manutenzione delle attrezzature e producono trucioli, legna da ardere o mobili da giardino. Lavorazione e trasporto degli alberi Prima di trasportare i tronchi con l’argano o di caricarli sui camion, i selvicoltori rimuovono i rami e sovente anche la corteccia. Esempi di carriera Presso una grande azienda che conta una trentina di collaboratori, Stéphane Bigler è incaricato dell’esbosco, ossia del trasporto del legname fino alla strada, dove viene misurato e in seguito portato via con i camion. «I conducenti lavorano con vari mezzi di trasporto, per esempio con trattori per il legname lungo, con l’autocarro per il trasporto del legname corto o con macchine forestali come l’abbatti-allestitrice, che svolge l’abbattimento e l’allestimento degli alberi.» Stéphane è un professionista polivalente e possiede anche la patente di conducente di Dal bosco alla strada Patrizia Acquistapace, 26 anni, forestale SSS e istruttrice «Sono stata assunta all’azienda forestale di Celerina, in Engadina, un anno dopo aver ottenuto l’AFC di selvicoltrice. Inizialmente volevo solo fare un’esperienza nella Svizzera tedesca, il mio capo però mi ha convinto a iscrivermi alla scuola specializzata superiore forestale di Maienfeld. La formazione a tempo pieno includeva anche molti insegnamenti pratici nonché dei periodi di stage. Dopo la scuola sono tornata dal mio vecchio datore di lavoro, che mi ha affidato parte dei compiti amministrativi dell’azienda.» Grazie alla sua formazione, Patrizia Acquistapace Non solo in ufficio oggi ha la possibilità di lavorare sia all’esterno insieme ai selvicoltori, sia in ufficio. Stabilisce quali alberi vanno tagliati, collabora con gli ingegneri forestali, controlla la vendita del legname, esegue la fatturazione, pianifica i lavori in base alle scadenze e al budget da rispettare, ecc. Su ogni tronco d’opera è applicato un codice a barre «proprio come al supermercato», spiega la forestale. «Vi sono indicate informazioni quali le misure o il tipo di legname, che va dal comune legno da carpenteria fino al pregiatissimo cembro da falegnameria.» Patrizia svolge questa attività a tempo parziale, parallelamente insegna in Ticino alla scuola professionale e ai corsi interaziendali. «Il ruolo di istruttrice ai corsi interaziendali mi piace molto perché mi dà la possibilità di mettere in pratica con gli apprendisti molti aspetti che alla scuola professionale sono visti solo in teoria.» carrelli elevatori e di autista di veicoli pesanti. «Il mio compito principale è la raccolta del legname; in squadra con i selvicoltori quando guido il trattore o da solo quando lavoro con l’abbatti-allestitrice, che consente di produrre dai 100 ai 120 m3 di legname al giorno, ossia l’equivalente di cinque camion. Nella cabina si trova un complesso pannello di comando, il cui uso presuppone prontezza di riflessi. Il lavoro con le macchine forestali richiede la massima concentrazione. Bisogna avere gli occhi anche dietro la testa! Mi occupo inoltre di opere del genio forestale: per esempio la stabilizzazione di un terreno con cassoni di legno interrati, il consolidamento di una scarpata, la canalizzazione di un corso d’acqua o la riparazione di una strada forestale. Diverse imprese di genio civile ci incaricano inoltre di realizzare lavori di dissodamento o di abbattimento.» Mirjam Richter, 30 anni, ingegnera forestale SUP «In veste di collaboratrice di direzione presso l’Ufficio forestale del Canton Berna, redigo relazioni per il capoufficio, organizzo convegni e raccolgo diverse informazioni per il pubblico, ad esempio sul deperimento del frassino. Numerosi frassini in Svizzera sono infatti stati colpiti da una malattia causata da un fungo. Sono attiva anche nell’ambito della comunicazione interna. Un progetto che mi sta particolarmente a cuore consiste nel permettere a ogni classe di trascorrere una giornata all’anno nel bosco insieme a un forestale. Io sono responsabile del posizionamento dell’offerta, coordino la formazione dei forestali, incoraggio le scuole a partecipare Formare e informare e allestisco un rapporto finale annuale. La mia formazione di base come selvicoltrice mi apre molte porte nella mia funzione attuale: conosco infatti molto bene l’attività degli specialisti del settore. Pertanto sono in grado di spiegarmi in modo che mi capiscano, che si tratti della partecipazione alla giornata nel bosco o di cartelli informativi in prossimità di un’isola di legno morto. Subito dopo l’AFC ho svolto la maturità professionale e quindi gli studi di ingegneria forestale. Dopo alcuni stage di ricerca a Davos e a Friburgo ho trovato un posto di responsabile di progetto nell’ambito della pedagogia forestale e in seguito sono passata alla mia funzione attuale. In futuro non mi dispiacerebbe assumere altri compiti nell’ambito dello sviluppo del personale e dell’organizzazione.» Stéphane Bigler, 40 anni, conducente di macchine forestali APF SWISSDOC 0.120.6.0, 0.120.17.0 © 1a edizione 2014, CSFO, Berna