"Mi hanno portato via i genitori, l`identità, il fratello e la sorella ei miei
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"Mi hanno portato via i genitori, l`identità, il fratello e la sorella ei miei
Istituto Comprensivo “Maria grazia Cutuli” • Crotone Lavoro realizzato dagli alunni delle classi IIIA E IIIB Shoah ù "Mi hanno portato via i genitori, l'identità, il fratello e la sorella e i miei averi. C'è qualcosa che vogliono da me. E allora ho pensato alla mia anima. Ho detto: non riusciranno a portarmela via, la mia anima" Irene La lettera di Elisa Springer ai giovani si Avellino • C’è un dolore: il dolore di coloro che hanno sofferto e soffrono, che hanno subito e subiscono le atrocità della guerra, di coloro che muoiono e di quelli che, invece, vivono con la morte nel cuore. • Ed esiste un silenzio. Il nostro silenzio che ci ha accompagnato, dolorosamente e tragicamente in questi 50 anni. • Noi, oggi, proviamo a dare voce a questo silenzio, in un mondo dove tutti gridano. • E’ necessario riflettere, meditare per riconoscere il dolore della Memoria e della vita offesa. • Perché non si dimentichi di quali crimini orrendi si è macchiato l’uomo di questo secolo, l’uomo dei miei giorni con i suoi silenzi senza pietà, senza amore, senza parola, senza memoria. • Noi fummo testimoni e vittime! • Allora io, Voce della Memoria, ricordo agli altri il dovere di non tacere, ricordo perché gli altri non dimentichino. E ai ragazzi dico “cercate Voi di costruire ciò che l’uomo ha voluto distruggere: la Speranza, la Pace, la fratellanza, un Mondo Migliore”! • E’ questa la Memoria. E’ questo il significato del 27 gennaio, Giornata della Memoria! • Shalom! • Elisa Springer SE QUESTO E' UN UOMO • • • • • • Voi che vivete sicuri Nelle vostre tiepide case; Voi che trovate tornando la sera Il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo è un uomo Che lavora nel fango Che non conosce la pace Che lotta per mezzo pane Che muore per un sì e per un no Considerate se questa è una donna, Senza capelli e senza nome Senza più forza di ricordare Vuoti gli occhi e freddo il grembo Come una rana d'inverno: Meditate che questo è stato: Vi comando queste parole: Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa andando per via, Coricandovi alzandovi; Ripetetele ai vostri figli: O vi si sfaccia la casa, La malattia vi impedisca, I vostri cari torcano il viso da voi. Primo Levi Elisa Springer • Elisa Springer nasce a Vienna nel 1918 da una famiglia di commercianti ebrei. Con le persecuzioni ebraiche in Austria, Elisa decide di rifugiarsi in Italia, dove si trasferisce nel 1940. Denunciata alle SS da una donna italiana, viene arrestata e deportata ad Auschwitz, "deserto di morte senza speranza". All'età di ventisei anni, Elisa vive le atrocità del regime nazista, cominciando un raccapricciante cammino verso la spersonalizzazione, vittima di un mondo che "stava perdendo il suo io, il suo Dio". Tuttavia la forza fisica e spirituale della donna ne rivelano una capacità di resistenza straordinaria, un bisogno incontenibile di credere ancora nella vita, nonostante il supplizio di quei giorni. Elisa sopravvive e costruisce una nuova vita in Italia. Come molti altri reduci dai campi di sterminio, vive, decide di soffocare il suo dolore nel silenzio: per paura di non essere accettata nasconde sotto un cerotto il marchio tatuato nel campo di Auschwitz sull'avambraccio sinistro. La paura di sentirsi diversa, osservata da chi, non potendo comprendere a pieno il significato di quell'esperienza, rispondeva con scherno e indifferenza, la portano a tacere fino a che Silvio, il figlio di vent'anni, volendo capire il passato della madre, la interroga cercando verità fino ad allora represse. Elisa decide così, all'età di settantotto anni, di parlare "per non dimenticare a quali aberrazioni può condurre l'odio razziale e l'intolleranza, non il rito del ricordo, ma la cultura della memoria". Il racconto dei giorni trascorsi nei lager, redatto in italiano, non solo rende giustizia ai martiri che ne fecero esperienza, non solo permette a Elisa di riacquistare un'identità celata ormai da cinquant'anni, ma parla anche alla coscienza di ogni suo lettore. Inno alla forza della vita, le parole di questa donna non lasciano spazio all'incredulità e all'indifferenza; lucido ricordo di una vita dominata dal silenzio, il libro di Elisa Springer diventa testimonianza di un passato, anche italiano, da non rimuovere. Ho visto Dio • Si continua a mettere in dubbio ,a negare che l'uomo comune abbia potuto generare i lager e in essi,cancellare milioni di esseri indifesi. Se tutto così tristemente fosse, allora la mia stessa vita, la mia sofferenza e il mio dolore, non sarebbero mai esistiti. Ma io, Elisa Springer,figlia di Richard e Sidonie,ho conosciuto il tormento della mente e dell'anima,la solitudine della miseria umana,la negazione del sentimento della pietà,il dolore della morte degli affetti più intimi e delle persone più care,la disperazione di essere sola in questo mondo. Io, Elisa Springer, ho visto Dio. Nel fumo di Birkenau, che alzava al cielo il dolore del mondo, e spargeva sulla terra l'odore della sofferenza. Ho visto Dio . Ho visto Dio, percosso e flagellato, sommerso dal fango, inginocchiato a scavare dei solchi profondi sulla terra con le mani rivolte verso il cielo, che sorreggevano i pesanti mattoni della indifferenza. Ho visto Dio dare all'uomo forza, per la sua disperazione, coraggio alle sue paure, pietà alle sue miserie, dignità al suo dolore. Poi... lo avevo smarrito, avvolto dal buio dell'odio e dell'indifferenza, dalla morte del mondo, dalla solitudine dell'uomo e dagli incubi della notte che scendeva ad Auschwitz. Lo avevo smarrito...insieme al mio nome, diventato un numero sulla carne bruciata, inciso nel cuore con l'inchiostro del male, e scolpito nella mente dal peso delle lacrime. Lo avevo smarrito ... nella mia disperazione che cercava un pezzo di pane, coperta dagli insulti, le umiliazioni, gli sputi, resa invisibile dall'indifferenza, mentre mi aggirava fra schiene ricurve e vite di orti senza memoria. HO RITROVATO DIO... mentre spingeva le mie paure al di là dei confini del male e mi restituiva alla vita, con una nuova speranza: io ero viva in quel mondo di morti. Dio era lì, che raccoglieva le mie miserie e sollevava il velo della mia oscurità. Era lì, immenso e sconfitto, davanti alle mie lacrime. Io ho vissuto per non dimenticare quella parte di me, rimasta nei lager, con i miei vent'anni". Per non dimenticare. Adolf Hitler Il più scellerato criminale che la storia abbia mai conosciuto Milioni di uomini lo malediranno per l'eternità ... • Adolf Hitler - tutti hanno sentito parlare di lui. Ma chi era veramente? Arrivato al potere nel 1933 con regolari elezioni politiche Hitler fu alla fine colui che trascinò mezzo mondo nella più grande carneficina dell'umanità: la seconda guerra mondiale con 55 milioni di morti • Dopo essere arrivato legalmente al governo nel gennaio del 33, Hitler entro pochissimo tempo abolisce tutti gli altri partiti, ed elimina o trasforma in truppe ausiliari qualsiasi organizzazione politica o sociale. Il modo in cui lo fa è caratterizzato da minacce, intimidazioni e aperta violenza. Col divieto dei partiti, e con lo scioglimento dei sindacati cominciano anche le persecuzioni e gli arresti, fin dall'inizio Hitler vuole mettere in chiaro che un lavoro di opposizione non è più possibile. Dopo pochissimo tempo la stampa parla solo una voce: quella di Hitler. Chi cerca di opporsi finisce nei campi di concentramento, i primi vengono allestiti già nel '33. Nazismo e sterminio degli ebrei • Giunto al potere, il partito nazista non tardò a tradurre i suoi valori razzisti e antisemiti in direttive politiche e in norme giuridiche: nel 1935 con le "leggi di Norimberga" gli ebrei furono soggetti a pesanti discriminazioni. In base a quelle norme, l'antisemitismo nazista poté svilupparsi dapprima attraverso la discriminazione e il boicottaggio pianificati, poi con le persecuzioni via via più violente, culminate nel pogrom del 9 novembre 1938 (la "notte dei cristalli"), nel corso del quale migliaia di abitazioni, negozi e luoghi di culto di cittadini ebraici vennero incendiati, un centinaio di ebrei furono uccisi e molti altri percossi. Da quel momento la popolazione ebraica fu esclusa da qualsiasi attività industriale e commerciale in proprio, dalle manifestazioni culturali, dagli spettacoli pubblici. • L'avvicinarsi del conflitto aprì la via al progetto al quale Hitler pensava da tempo: la "soluzione finale", la distruzione della razza ebraica in Europa. Già una quindicina di campi di concentramento erano in funzione all'indomani dell'avvento al potere di Hitler, allo scopo di "rieducare" gli avversari politici La teoria razziale • a sinstra: Hitler e il suo amico Mussolini • Al centro della teoria di Hitler sta l'idea della razza. Tutta la storia, dice Hitler nel suo libro "Mein Kampf" (1925), è solo espressione dell'eterna lotta tra le razze per la supremazia. La guerra è l'espressione naturale e necessaria di questa lotta in cui il vincitore, cioè la razza più forte, ha il diritto di dominare. L'unico scopo dello stato è mantenere sana e pura la razza e creare le condizioni migliori per la lotta per la supremazia, cioè per la guerra. E la guerra è l'unica cosa che può dare un senso più nobile all'esistenza di un popolo. Di tutte le razze quella cosiddetta "ariana" o "nordica" è, secondo Hitler, la più creativa e valorosa, in fondo l'unica a cui spetta il diritto di dominare il mondo. Leggi razziali • Con la locuzione leggi razziali naziste si indica un insieme di provvedimenti varati dalla Germania nazista nella prima metà del Novecento. • Tali provvedimenti furono utilizzati, a partire dagli anni trenta nel pieno del regime Nazionalsocialista, principalmente, ma non solo, contro i soggetti di religione ebraica, minoranze Rom e nomadi, soggetti disabili ed omosessuali Elenco parziale delle leggi promulgate e dei documenti emessi in Germania sotto il governo Nazionalsocialista a danno delle minoranze • • • • • • • • • • • 7 Aprile 1933 - Legge per il rinnovo dell'Amministrazione Pubblica. 14 Luglio 1933 - Legge per la protezione dei caratteri ereditari. 15 Settembre 1935 - Legge per la protezione del sangue e dell'onore tedesco. 15 Settembre 1935 - Legge sulla cittadinanza tedesca (leggi di Norimberga). 14 Novembre 1935 - Primo Decreto supplementare alla legge sulla cittadinanza tedesca. 17 Agosto 1938 - Secondo Decreto di attuazione della legge sui nomi 5 Ottobre 1938 - Legge sul passaporto degli Ebrei 12 Novembre 1938 - Ordinanza per l'esclusione degli Ebrei dall'economia tedesca. 21 Settembre 1939 - Istruzioni di Reinhard Heydrich ai Comandanti degli Eisatzgruppen sulle operazioni di polizia riguardanti gli Ebrei residenti nella Polonia occupata. 1 Settembre 1941 - Decreto di polizia relativo all' identificazione degli Ebrei 20 Gennaio 1942 - Verbale della Conferenza di Wannsee. Provvedimenti contro gli Ebrei • • • • • • • • • • • • • Nel 1939 Hitler avvenne al potere e, due mesi dopo che il maresciallo Hindenburg gli ebbe affidato la costituzione del nuovo governo, entrarono in vigore i primi provvedimenti contro gli Ebrei tedeschi. Essi erano esclusi dagli uffici pubblici e dall’avvocatura; I medici ebrei erano esclusi dalle mutue. Con questi provvedimenti iniziava l’eliminazione degli Ebrei da tutti i settori della vita del Paese Soltanto un compatriota (Volkgenosse) può essere cittadino. Soltanto chi è di sangue tedesco, indipendentemente dalla sua religione, può essere un compatriota. Un ebreo non può essere un compatriota. Chi non è cittadino non può vivere in Germania che in qualità di ospite è soggetto alla legislazione per gli stranieri. L’esclusione degli Ebrei e di tutti i non-Tedeschi da tutti i posti di responsabilità nella vita pubblica. La cessazione dell’immigrazione degli Ebrei dell’Est e di tutti gli stranieri parassiti; l’espulsione degli Ebrei e degli stranieri indesiderabili I matrimoni tra Ebrei a soggetti di sangue tedesco o assimilato sono proibiti. I rapporti extraconiugali tra Ebrei e individui di sangue tedesco, o assimilato sono proibiti. Gli Ebrei non possono tenere al loro servizio in qualità di domestiche, donne di sangue tedesco o assimilato che abbiano meno di quarantacinque anni di età. E’ proibito agli Ebrei esporre bandiere dai colori nazionali tedeschi. Per contro essi possono esporre bandiere dai colori ebraici: l’esercizio di questo diritto è tutelato dallo Stato. Le infrazioni del 1° provvedimento saranno punite con la reclusione. Le infrazioni al 2° provvedimento saranno punite con pena di prigione o di reclusione • • • • • • • • • • Tra le nuove disposizioni c’erano: La denuncia obbligatoria dei beni appartenenti agli Ebrei. L’obbligo di assumere il nome di Israele o di Sara. La soppressione delle ultime eccezioni a favore degli avvocati ex combattenti. L’obbligo di apporre la lettera J su passaporti e carte d’identità. Tutti gli Ebrei sono esclusi totalmente e definitivamente dal commercio. Gli Ebrei devono pagare un’ammenda collettiva di un miliardo. Ai ragazzi Ebrei è vietato frequentare scuole tedesche.(Ministero dell’Educazione) La libera circolazione degli Ebrei viene limitata: essi non possono frequentare determinati quartieri, né mostrarsi in pubblico a determinate ore.(Polizia) E’ proibito agli Ebrei l’accesso alle vetture-letto e alle vetture-ristorante; e così pure l’accesso ai ristoranti e alberghi frequentati dai membri del partito. Leggi razziali fasciste • • 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. Fra i diversi documenti e provvedimenti legislativi che costituiscono il corpus delle cosiddette leggi razziali promulgate dal fascismo in Italia a partire dal 1938, figura il Manifesto della razza I punti del Manifesto della Razza LE RAZZE UMANE ESISTONO ESISTONO GRANDI RAZZE E PICCOLE RAZZE IL CONCETTO DI RAZZA È CONCETTO PURAMENTE BIOLOGICO LA POPOLAZIONE DELL'ITALIA ATTUALE È NELLA MAGGIORANZA DI ORIGINE ARIANA E LA SUA CIVILTÀ ARIANA È UNA LEGGENDA L'APPORTO DI MASSE INGENTI DI UOMINI IN TEMPI STORICI ESISTE ORMAI UNA PURA "RAZZA ITALIANA” È TEMPO CHE GLI ITALIANI SI PROCLAMINO FRANCAMENTE RAZZISTI È NECESSARIO FARE UNA NETTA DISTINZIONE FRA I MEDITERRANEI D'EUROPA (OCCIDENTALI) DA UNA PARTE E GLI ORIENTALI E GLI AFRICANI DALL'ALTRA GLI EBREI NON APPARTENGONO ALLA RAZZA ITALIANA I CARATTERI FISICI E PSICOLOGICI PURAMENTE EUROPEI DEGLI ITALIANI NON DEVONO ESSERE ALTERATI IN NESSUN MODO Con l’avanzata dell’occupazione nazista in Europa, durante la seconda guerra mondiale,gli ebrei furono deportati in massa nei campi di concentramento. Le vittime furono oltre 6 milioni . Campi di concentramento Campi di concentramento e di sterminio • Nella seconda metà degli anni Trenta erano sorti numerosi campi di concentramento in Germania e molti altri campi vennero costruiti durante la seconda guerra mondiale nei paesi occupati, in primo luogo in Polonia, per internare uomini, donne e fanciulli deportati dai paesi occupati, in massima parte destinati allo sterminio. In questi campisi mirava a cancellare identità, personalità e autonomia di milioni di persone ebree. Lo sterminio di massa veniva poi programmato scientificamente con le camere a gas, le fosse comuni e i forni crematori. Fra i primi campi, sorti in Germania, vi furono quelli di Dachau, Buchenwald, Sachsenhausen, Flossenbürg e di Ravensbrücks, che fu un campo esclusivamente femminile. Mauthausen sorse subito dopo l’annessione dell’Austria e quello di Auschwitz-Birkenau, forse il più tristemente famoso (vi furono eliminati circa quattro milioni di persone, di cui oltre un milione di ebrei), dopo la conquista della Polonia. Nel 1939, all'inizio della guerra, gli internati erano in Germania circa 25.000; durante la seconda guerra mondiale passarono per i lager milioni di persone, per la massima parte ebrei, prigionieri di guerra sovietici e membri della Resistenza. A partire dal 1942 in questi campi venne attuata la "soluzione finale", che aveva come scopo l'annientamento fisico degli ebrei, ma che coinvolse anche altre razze considerate "inferiori". A questo scopo furono attrezzati nuovi campi di sterminio ubicati in Polonia: Chelmno,Belzec, Sobibór, Treblinka. Coloro che non venivano eliminati al momento stesso dell’arrivo nei campi o che rientravano in particolari categorie di internati erano costretti a estenuanti lavori forzati. Molti prigionieri vennero impiegati come cavie in sperimentazioni scientifiche e mediche. Auschwitz-Birkenau • • • Auschwitz-Birkenau è un campo di concentramento e di sterminio, il maggiore dei campi nazisti,simbolo della tragedia dell’olocausto. Situato nei pressi della cittadina di Auschwitz circa 32 km a sud-ovest di Cracovia, fu allestito nel 1940 per ordine del capo delle SS, per essere utilizzato come campo di sterminio per gli ebrei. A partire dal 1942 vi trovò piena realizzazione la "soluzione finale della questione ebraica", ovvero il genocidio scientificamente pianificato ed efficientemente perseguito degli ebrei. Il complesso, che si estendeva su una superficie di 42 km², comprendeva un campo base, Auschwitz I, costruito nel 1940 e destinato in un primo tempo ai prigionieri politici; il campo di Birkenau (Auschwitz II), edificato nell'inverno 1941-42, dove funzionavano a pieno ritmo quattro camere a gas e altrettanti forni crematori; vari campi satelliti denominati Auschwitz III,dove tra il 1940 e il 1945 furono internate circa 405.000 persone destinate ai lavori forzati: tra i pochi che riuscirono a sopravvivere vi furono circa un migliaio di ebrei polacchi, salvati dalle camere a gas per l'intervento dell'industriale tedesco Oskar Schindler. Nel novembre del 1944, di fronte all'avanzata delle truppe sovietiche, Himmler ordinò di far cessare le esecuzioni e di distruggere camere a gas e forni crematori. Quando, il 27 gennaio 1945, l'Armata Rossa varcò l'entrata del Lager, su cui campeggiava la famigerata scritta Arbeit macht frei ("Il lavoro rende liberi"), nel campo si trovavano circa 7600 sopravvissuti; circa 58.000 prigionieri erano già stati evacuati dai nazisti e in gran parte perirono nella marcia forzata verso la Germania. Tra i sopravvissuti vi furono Elisa Sprinter e Primo Levi che raccontarono le condizioni di vita dei deportati ad Auschwitz L’ingresso di Auschwitz • I nazisti decisero di deridere i deportati in questo luogo di concentramento, lavoro forzato, tortura, barbari esperimenti, orribili violenze: pertanto misero questa frase "Arbeit Macht Frei", che, inopinatamente, significa, in tedesco, "il lavoro rende liberi" Campo di concentramento Durante la seconda guerra mondiale i nazisti imprigionarono milioni di persone, in maggioranza ebrei europei, nei campi di concentramento. Alla fine della guerra, i morti per fucilazione, per fame, per malattie, per le conseguenze di folli esperimenti scientifici e per asfissia nelle camere a gas furono stimati in circa 11 milioni, di cui oltre 6 milioni di ebrei. I sopravvissuti, scoperti dalle truppe dell'esercito alleato nei campi abbandonati dai tedeschi, erano denutriti e stremati, quando non colpiti da gravi malattie. Museo • Sono raccolti in questo blocco (è il n°4) quei capelli delle donne uccise -1950kg- solitamente con le camere a gas, che erano tolti alle vittime, per essere venduti per 50 penning al kg all'industria tessile, prima che i corpi venissero cremati. Quelli che sono rimasti in questo blocco non hanno fatto in tempo ad utilizzarli o a portarli via, al momento della liberazione di Auschwitz per opera dei soldati ucraini dell'Armata Rossa e della fuga dei Nazisti. Durante la guerra i prigionieri erano fondamentali per mandare avanti l'economia tedesca. La forza lavoro era stata mandata al fronte. Dunque il lavoro coatto serviva a sostituire gli operai che erano diventati soldati. Inoltre c'era il bisogno di materie prime, quindi anche di quelle necessarie per fabbricare i tessuti. Oggi c'è da chiedersi: chi indossava quei vestiti? • Nel cortile adiacente al Blocco 11 (quello della Gestapo) i nazisti avevano fatto costruire un muretto. Furono migliaia le esecuzioni sommarie che ebbero come fondale questo muretto. Una volta la sabbia antistante faceva da letto per il sangue delle vittime. Un sentiero di Auschwitz • Il cammino di un deportato di Auschwitz aveva una unica via d'uscita (specie se si trattava di un triangolo rosa, giallo o viola): passava per la camera a gas e il camino. L'altra possibilità era il suicidio, ossia, nel gergo del Lager, occorreva "saltare il reticolato", con la morte provocata da una scarica a 6000 volt Interno del Krematorium I • • • • • • • I corpi delle vittime, giacenti inermi, uno sopra all'altro, nelle camere a gas, venivano "trattati" dai membri del Sonderkommando nel seguente modo: venivano irrorati con acqua (per pulirli dalle feci che il gas faceva uscire alle vittime, involontariamente) venivano caricati nel montacarichi, 25 alla volta i denti d'oro dei cadaveri venivano asportati (c'era una squadra di otto ex dentisti addetta a questa operazione) così le SS riuscivano a ricavare fino a 10 kg di oro al giorno i capelli delle donne venivano tagliati e messi da parte fino a tre corpi venivano caricati su ciascuno dei carrelli e spinti nei forni dopo 20 minuti le ceneri erano pronte per essere caricate su autocarri, e infine, disperse nel fiume Vistola. Fossa comune a Bergen-Belsen • E’ una fossa comune del campo di sterminio di Bergen-Belsen, in cui sono stati impietosamente gettati i cadaveri di centinaia di prigionieri. Il campo di Bergen-Belsen venne istituito nel 1943, inizialmente allo scopo di raccogliervi persone destinate allo scambio con soldati tedeschi prigionieri degli Alleati. Nel marzo del 1944 il campo, amministrato dalle SS, divenne parte integrante del sistema di sterminio concepito e realizzato dai nazisti e in pochi mesi vi trovarono la morte decine di migliaia di persone. Inizia la deportazione • Il 21 dicembre 1939 Reinhard Heydrich, il capo dell’Ufficio Centrale per la Sicurezza del Reich (RSHA) crea la Sezione IV che si deve occupare della SS-Brigadefuehrer Reinhard Heydrich nel suo deportazione degli ebrei.ufficio di Monaco Adolf Eichmann ne diventa il capo I ghetti Il primo passo per “liberare l’Europa dagli ebrei” è quello di deportarli nei “ghetti” ricavati nelle città dell’Est • Il “progetto eutanasia” era iniziato nell’aprile del 1940 e aveva lo scopo di eliminare bambini portatori di handicap, anziani affetti da demenza senile, persone considerate malate di mente, ecc. • Il progetto venne fermato da Hitler nell’agosto del 1941 in seguito alle pubbliche proteste della Chiesa cattolica e nel timore di una reazione popolare. • Si calcola che circa 75.000 persone fossero già state eliminate Un Gaswagen usato per l’”eutanasia Il castello di Hartheim, uno dei principali centri dell’”eutanasia” Dai Gaswagen alle camere a gas • Dai Gaswagen alle camere a gas • “Se a quel tempo avessi degli scrupoli circa l’impiego dei Gaswagen, oggi non saprei dirlo. Allora, per me in prima linea, veniva il fatto che le fucilazioni costituivano, per gli uomini che la eseguivano, un notevole stress e che tale stress venne meno con l’impiego dai Gaswagen”. • [Testimonianza di Walter Rauff, colonnello delle SS, rilasciata nell’ambasciata della Germania Federale a Santiago del Cile il 28 giugno 1972] Gli ebrei devono essere “evacuati” • Il verbale della riunione, stilato da Eichmann, parla di 11 milioni di ebrei che dovranno essere “evacuati” verso appositi campi nelle regioni orientali. • Gli ebrei vengono ammassati e caricati sui treni • I trasporti ferroviari verso Auschwitz e gli altri campi di sterminio Il viaggio e l’arrivo Chiusi in vagoni sigillati, senza acqua né cibo per giorni La selezione sulla “rampa” Giugno 1944: ebrei ungheresi selezionati per il lavoro forzato Quelli in grado di lavorare vengono risparmiati in attesa di una successiva selezione Verso le camere a gas Così come gli anziani e i malati, anche i bambini e le loro madri vengono immediatamente selezionati e avviati alle camere a gas Il Sonderkommando • Coloro che erano selezionati per lo sterminio, venivano presi in consegna da un gruppo speciale di detenuti ebrei che li dovevano accompagnare alle camere a gas. Lo stesso gruppo si doveva occupare poi della distruzione dei cadaveri. Dopo qualche mese anche i membri del Sonderkommando venivano uccisi e sostituiti 27 gennaio 1945 La liberazione del campo di Auschwitz Liberazione • Un gruppo di detenuti dopo la liberazione del campo Un ex detenuto punta il dito su uno degli aguzzini 20 novembre 1945 si apre il Processo di Norimberga I “Giusti” Le suore del Monastero di Assisi, dove gli ebrei vennero nascosti Il guardiano del Monastero di San Damiano ad Assisi, padre Rufino ha salvato 200 ebrei. Oskar Schindler Giorgio Perlasca Campo di concentramento di FERRAMONTI di TARSIA (Italia) • • La costruzione, del Campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia, ha avuto inizio nel maggio 1940 ed è stata eseguita dalla ditta Parrini di Roma; alla stessa è stata affidata successivamente la manutenzione di tutto il Campo. Il Campo, a differenza degli altri Campi di Concentramento italiani fu costruito ad hoc, e, nell'aspetto esteriore ricordava chiaramente un lager nazista, fatto com'era da lunghi capannoni e posto nell'immediata vicinanza della linea ferroviaria Sibari-Cosenza. È stato il più grande ed importante Campo di Concentramento fascista Italiano, con una presenza media di oltre 2000 persone ed una punta massima, raggiunta nell'estate 1943, di 2.700 persone La vita nel campo • Tra gli internati del Campo vi erano decine di medici, tre rabbini, illustri pittori e musicisti, numerosissimi insegnanti e studenti universitari. Ognuno cercava di svolgere varie attività. La scuola del campo, fondata nell'autunno del 1940 da ERICH WITTENBERG (profugo dalla Cecoslovacchia, che fu il primo direttore) si arricchì di nuovi corsi e fu affiancata da un asilo per i più piccoli. All'interno del Campo vennero aperte anche 3 Sinagoghe la vita culturale fu particolarmente intensa se non altro perché al suo interno si trovarono riuniti molti artisti di talento, vennero organizzati spettacoli teatrali, mostre di arte, corsi per adulti, conferenze. La vita musicale era curata dal Maestro LAV MIRSKI, che prima della guerra era stato direttore d'orchestra all'Opera di OSIJEK (Jugoslavia). Anche lo sport ebbe grande impulso e in esso primeggiò il calcio, molto seguiti erano i tornei di scacchi . Helga Weissová, da Terezín i disegni di una bambina • 1. Lista degli averi - Prima di essere deportati gli ebrei dovevano consegnare un inventario di tutti i loro averi. Il disegno mostra mia madre che conta i capi di biancheria nel cassettone, mentre mio padre annota le quantità. 7 gennaio 1943 Disegni di Terezin • 12. La distribuzione del cibo nelle baracche degli uomini - Il disegno mostra il "menù", che era molto scarso e monotono. Mattino: surrogato di caffè. Mezzogiorno: patate con salsa. Sera: caffè o minestra, 20 gr. di margarina o un cucchiaino di marmellata, qualche volta un pezzo di impasto di carne. 19 agosto 1943 14. Il pane sui carri funebri • - Tutto era trasportato su vecchi carri funebri: bagagli, pane e persone anziane. "Judenfursorge" (Benessere per i giovani) è scritto su questo carro. La bare, invece, erano trasportate su tavole con le ruote. 27 dicembre 1942 Nelle baracche ad Auschwitz 1945/46 Miei cari genitori...addio • • • • • • Lettera scritta in yiddish da un ragazzo di 14 anni nel campo di concentramento di Pustkow. Miei cari genitori, se il cielo fosse carta e tutti i mari del mondo inchiostro, non potrei descrivervi le mie sofferenze e tutto ciò che vedo intorno a me. Il campo si trova in una radura. Sin dal mattino ci cacciano al lavoro nella foresta. I miei piedi sanguinano perché ci hanno portato via le scarpe… Tutto il giorno lavoriamo quasi senza mangiare e la notte dormiamo sulla terra (ci hanno portato via anche i nostri mantelli). Ogni notte soldati ubriachi vengono a picchiarci con bastoni di legno e il mio corpo è pieno di lividi come un pezzo di legno bruciacchiato. Alle volte ci gettano qualche carota cruda, una barbabietola, ed è una vergogna: ci si batte per averne un pezzetto e persino qualche foglia. L’altro giorno due ragazzi sono scappati, allora ci hanno messo in fila e ogni quinto della fila veniva fucilato… Io non ero il quinto, ma so che non uscirò vivo di qui. Dico addio a tutti, cara mamma, caro papà, mie sorelle e miei fratelli, e piango… Vedrai che è bello vivere • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • La poesia che ti viene qui presentata porta la data del 1941; non si conosce il nome del ragazzo che l’ha scritta, ma il messaggio che contiene fa riflettere sul suo coraggio di vivere e sulla sua fede nella vita. L’autore si identifica nell’uccello che vola libero nell’aria e che indirizza ai suoi compagni, paurosi di lasciare il nido, il suo grido di gioia: “vedrai che è bello vivere!”. Chi s’aggrappa al nido non sa che cos’è il mondo, non sa quello che tutti gli uccelli sanno e non sa perché voglia cantare il creato e la sua bellezza. Quando all’alba il raggio del sole illumina la terra e l’erba scintilla di perle dorate, quando l’aurora scompare e i merli fischiano tra le siepi, allora capisco come è bello vivere. Prova, amico, ad aprire il tuo cuore alla bellezza quando cammini tra la natura per intrecciare ghirlande coi tuoi ricordi: anche se le lacrime ti cadono lungo la strada, vedrai che è bello vivere. Canti dei Lager • CREMATORIO NERA PORTA Canzone del campo di Treblinka, composta su frasi del deportato Liebeskind, portatore di cadaveri, di fronte al corpo del figlioletto. • Crematorio nera porta che all'inferno porterà vi trascino neri corpi che la fiamma brucerà Vi trascino il mio figliolo con i suoi capelli d'or coi suoi pugni in mezzo ai denti figlio mio come farò O mi sbaglio e dormi tu ed allora figlio tu dormi e intanto ninna-ò io ti cullerò Solo tu perché non parli tu che sai la verità era solo di tre anni ma non ebbero pietà I suoi occhi silenziosi che ti guardano lassù hanno lacrime di pietra che non scenderanno più O mi sbaglio e dormi tu ed allora figlio tu dormi e intanto ninna-ò io ti cullerò • Per non dimenticare • Due composizioni scritte per "non dimenticare". La prima è polacca e descrive i pensieri di una ragazzina di fronte al forno crematorio. La seconda fu diffusa in Italia negli anni '60 dal suo autore e dai Nomadi. • AUSCHWITZ '45 (Ursula-BudkaSuflera -. • Io qui chiusa da filo spinato e lassù la bianca bianca nuvola che verso casa voIo qui chiusa da reticolati e poi sarò una bianca nuvola che a casa tornerà • AUSCHWITZ (Francesco Guccini) Son morto ch'ero bambino son morto con altri cento passato per un camino e adesso sono nel vento Ad Auschwitz c'era la neve e il fumo saliva lento nei campi tante persone che ora sono nel vento Io chiedo come può l'uomo uccidere un suo fratello eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento E ancora tuona il cannone e ancora non è contento di sangue la belva umana e ancora ci porta il vento DIE MOORSOLDATEN (I soldati della palude) • • DIE MOORSOLDATEN Canto del lager di Esterwegen, scritto nel 1933 da alcuni prigionieri (un sindacalista, un regista e un musicista, tutti comunisti) con lo scopo di ritmare la marcia dei prigionieri verso il lavoro nelle paludi di Börger ma anche come sfida alle SS , che dopo una prima violenta reazione, alla fine lo permisero. Può sorprendere il suo tono quasi trionfale, che costituiva una risposta alle vessazioni e la fiducia nella vittoria contro il nazismo. Diffuso all'estero, esso diventò infatti simbolo della resistenza al regime hitleriano. Anni dopo, a Ravensbruck ne venne fatta una versione italiana, cantata però clandestinamente. Wohin hauch das Auge blichet Moor und Heide nur ringsum vogelsang uns nicht erquicket eichen stehen kahl und kruumWir sind de Moorsoldaten und ziehen mit dem spaten ins Moor! Hier in dieser oeden Heide ist das lager aufgebaut wo wir fern von jeder Freude hinter Stacheldracht verstautWir sind de Moorsoldaten und ziehen mit dem spaten ins Moor! Morgen ziehen die Kolonnen in das Moor zur Arbeit hin Graben bei dem Brand der Sonne doch zur Heimat steht der SinnWir sind de Moorsoldaten und ziehen mit dem spaten ins Moor! • (Fin dove lo sguardo può giungere non si vede che brughiera e palude non un uccello canta qui attorno soltanto qualche quercia povera e spoglia Siamo i soldati della palude marciamo con le vanghe nel fango! In questa brughiera deserta sorge il lager abbandonato dove noi lontani dalla libertà siamo ammassati dietro ai reticolati Siamo i soldati della palude marciamo con le vanghe nel fango!La mattina andiamo in colonna nella palude dove lavoriamo Scaviamo nella calura del sole e parlare di casa non ha senso Siamo i soldati della palude marciamo con le vanghe nel fango!)Fosco è il cielo sul lividore di palude senza fin tutto intorno è già morto o muore per dar vita agli aguzzin Sul suolo desolato a ritmo disperato zappiam! una rete spinosa serra il deserto in cui moriam non un fiore su questa terra non un trillo in cielo audiam Sul suolo desolato a ritmo disperato zappiam!Suon di passi di spari e schianti sentinelle notte e dì colpi grida lamenti pianti e la forca a chi fuggì Sul suolo desolato a ritmo disperato zappiam! BALLATA DI MAUTHAUSEN (Jacobus Kambanellis - Mikis Theodorakis • Jacobus Kambanellis, drammaturgo e regista greco, fu deportato a Mauthausen e compose al ritorno quattro poemetti. Col primo, egli inseriva la composizione biblica (Il Cantico dei cantici, appunto) nell'orrore dei lager, col secondo e il terzo raccontava due esperienze da lui vissute, col quarto narrava il suo sogno di deportato quando - la domenica - donne e uomini prigionieri si guardavano attraverso il filo spinato. • • 1 - Cantico dei cantici (Asma asmaton) (traduz. S. Tumminelli) Era bello bello e dolce il mio amore col suo vestito bianco della festa e un fiore rosso tra i capelli Nessuno può sapere quanto fosse bella Nessuno può sapere quanto fosse bella Nessuno può sapere quanto fosse bella Ragazze di Auscwitz ragazze di Dachau Avete visto il mio amore Avete visto il mio amore Avete visto il mio amore L'abbiamo visto in quel lungo viaggio ma senza il suo vestito bianco né il fiore rosso tra i capelli Era bello e dolce il mio amore coi suoi capelli lungi e neri cresciuti tra le mie carezze Nessuno può sapere quanto fosse bella Nessuno può sapere quanto fosse bella Nessuno può sapere quanto fosse bella Ragazze di Mauthausen ragazze di Belsen Avete visto il mio amore Avete visto il mio amore Avete visto il mio amore L'abbiamo visto in uno spiazzo nudo un numero marchiato sulla mano ed una stella gialla sopra il cuore Era bello... BLOWIN’ IN THE WIND • BLOWIN’ IN THE WIND How many roads must a man walk down Before you call him a man? Yes, ‘n’ how many seas must a white dove sail Before she sleeps in the sand? Yes, ‘n’ how many times must the cannon balls fly Before they’re forever banned? The answer, my friend, is blowin’ in the wind, The answer is blowin’ in the wind. How many times must a man look up Before he can see the sky? Yes, ‘n’ how many ears must one man have Before he can hear people cry? Yes, ‘n’ how many deaths will it take till he knows That too many people have died? The answer, my friend, is blowin’ in the wind, The answer is blowin’ in the wind. How many years can a mountain exist Before it’s washed to the sea? Yes, ‘n’ how many years can some people exist Before they’re allowed to be free? Yes, ‘n’ how many times can a man turn his head, Pretending he just doesn’t see? The answer, my friend, is blowin’ in the wind, The answer is blowin’ in the wind. • • • • • • • • • • TRADUZIONEQuanta strada deve percorrere un uomo prima di potersi chiamare uomo Quanti mari deve solcare prima che possa toccar terra E per quante volte ancora le palle di cannone devono essere sparate prima di essere bandite per sempre Rit. La risposta amico mio è nel vento Quante volte un uomo deve guardare in alto prima di vedere il cielo Quante orecchie deve avere un uomo per sentire il pianto della gente Si, e quante morti ci vogliono ancora affinché sappia che troppa gente è morta Per quanti anni deve esistere una montagna prima che venga spazzata via dal mare E quanti anni alcuni popoli possono resistere prima che vengano considerati liberi Si, e quante volte un uomo deve girare la testa fingendo di non vedere. VA’ PENSIERO • CORO DEL NABUCCO Va, pensiero, sull’ali dorate, va, ti posa sui clivi, sui colli, ove olezzano tepide e molli l’aure dolci del suolo natal! Del Giordano le rive saluta, di Sionne le torri atterrate. O mia Patria sì bella e perduta, o membranza sì cara e fatal! Arpa d’or dei fatidici vati perchè muta dai salici pendi? le memorie nel petto riaccendi, ci favella del tempo che fu! O simile di Solima ai fati traggi un suono di cupo lamento oh t’ispiri il Signore, un concento che ne infonda al patire virtù, che ne infonda al patire virtù, al patire virtù! DIO E’ MORTO • DIO E’ MORTO (Guccini/ Pontiack) Questa canzone rileva come l’uomo ha innalzato nuovi idoli a cui prostrarsi: il consumismo, la trasgressione, una certa religione, il potere, il successo. Tra gli idoli che hanno dominato ideologie e popoli vengono menzionati i miti della razza che hanno prodotto i campi di sterminio. Il cantautore annuncia la fine di questo Dio, per fare posto a un Dio risorto, cioè a quell’uomo che dà voce e forza alla speranza. Ho visto la gente della mia età andare via lungo le strade che non portano mai a niente cercare il sogno che conduce alla pazzia nella ricerca di qualcosa che non trovano nel mondo che hanno già lungo le notti che dal vino son bagnate dentro le stanze da pastiglie trasformate lungo le nuvole di fumo, nel mondo, fatto di città, essere contro od ingoiare la nostra stanca civiltà è un Dio che è morto ai bordi delle strade Dio è morto nelle auto prese a rate Dio è morto nei miti dell’estate Dio è morto. • Mi han detto che questa mia generazione ormai non crede in ciò che spesso han mascherato con la fede nei miti eterni della patria o dell’eroe perché è venuto ormai il momento di negare tutto ciò che è falsità le fedi fatte di abitudini e paura una politica che è solo far carriera il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto l’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto è un Dio che è morto nei campi di sterminio Dio è morto coi miti della razza Dio è morto con gli odi di partito Dio è morto. Ma penso che questa mia generazione è preparata a un mondo nuovo e a una speranza appena nata ad un futuro che ha già in mano, a una rivolta senza armi perché noi tutti ormai sappiamo che se Dio muore è per tre giorni e poi risorge in ciò che noi crediamo Dio è risorto in ciò che noi vogliamo Dio è risorto in ciò che noi vogliamo Dio è risorto nel mondo che faremo Dio è risorto, Dio è risorto. LA NUOVA AUSCHWITZ • Io suonavo il violino ad Auschwitz mentre morivano gli altri ebrei; io suonavo il violino ad Auschwitz mentre uccidevano i fratelli miei. (3v) Ci dicevano di suonare, suonare forte e non fermarci mai, Per coprire l’urlo della morte, suonare forte e non fermarsi mai. suonare forte e non fermarsi mai. suonare forte e non fermarsi mai. Non è possibile essere come loro Non è possibile essere come loro Nel mondo nuovo che ora abbiamo creato c’è la miseria c’è l’odio ed il peccato. c’è la miseria c’è l’odio ed il peccato. c’è la miseria c’è l’odio ed il peccato. . • Ora siamo tornati ad Auschwitz dove c’è stato fatto tanto male ma non è morto il male del mondo e noi tutti lo possiamo fare. e noi tutti lo possiamo fare. e noi tutti lo possiamo fare. Non è difficile essere come loro; Non è difficile essere come loro; Ora suono il violino al mondo mentre muoiono i nuovi ebrei ora suono il violino al mondo mentre uccidono i fratelli miei. mentre uccidono i fratelli miei. mentre uccidono i fratelli miei GAM GAM • Questo è un canto ebraico che si ricollega ad uno dei salmi più noti della Bibbia, il salmo 23 : Il signore è il mio pastore Le parole riprese dal canto Gam Gam Gam sono quelle in cui il salmo afferma: anche se camminassi nella valle dell’ombra e della morte io non temerei nessun male perché tu sei con me La melodia gioiosa sembra sottolineare la forza di questa affermazione, la certezza di chi sa di non essere solo e senza guida neanche nei momenti più buii dell’esistenza Scarpette rosse • "C'è un paio di scarpette rosse numero ventiquattro quasi nuove: sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica Schulze Monaco c'è un paio di scarpette rosse in cima a un mucchio di scarpette infantili a Buchenwald più in là c'è un mucchio di riccioli biondi di ciocche nere e castane a Buchenwald servivano a far coperte per i soldati non si sprecava nulla e i bimbi li spogliavano e li radevano prima di spingerli nelle camere a gas c'è un paio di scarpette rosse di scarpette rosse per la domenica a Buchenwald erano di un bimbo di tre anni forse di tre anni e mezzo chissà di che colore erano gli occhi bruciati nei forni ma il suo pianto lo possiamo immaginare si sa come piangono i bambini anche i suoi piedini li possiamo immaginare scarpa numero ventiquattro per l'eternità perchè i piedini dei bambini morti non crescono c'è un paio di scarpette rosse a Buchenwald quasi nuove perchè i piedini dei bambini morti non consumano le suole". • ...un paio di scarpette rosse per non dimenticare l'orrore, per non dimenticare il rispetto che i bambini meritano sopra chiunque altro. FILMOGRAFIA • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Il dramma della Shoah ha ispirato registi di calibro internazionale, che sono riusciti con la loro forza creativa ed espressiva a raccontare in modo penetrante l'immane tragedia del XX secolo. Fra i tanti film in cui viene affrontato il tema della Shoah, abbiamo scelto alcuni tra i più significativi e forse più noti al grande pubblico. Si tratta di film che raccontano la persecuzione degli ebrei, la loro vita all'interno dei campi di sterminio, le privazioni, l'opera di annientamento a cui furono sottoposti e alle volte, la salvezza che pochi di loro trovarono grazie a qualche eroico personaggio. Filmografia • Il diario di Anna Frank (1959) • I Ragazzi venuti dal Brasile (1978) • L'Amico Ritrovato (1989) • Jona Che visse nella Balena (1993) • Schindler's List (1994) • 18.000 giorni fa (1994) • La Tregua (1996) • Memoria (1997) • Il Pianista (2002) • Perlasca (2002) 18.000 giorni fa (18.000 giorni fa) Regia: Gabriella Gabrielli Interpreti: Silvia Cohen, Maurizio Donadoni, Massimo Foschi. Produzione: Italia Anno: 1993 Durata:95' (colore) Note: Tratto dal libro di Carlo Spartaco Capogreco, il film racconta la storia di Moshe un ebreo polacco fuggito nel '42 al Lager di Treblinka. Moshe, viene fermato al Brennero. Invece di essere rispedito in Germania, viene portato al Ferramonti, un campo di prigionia atipico, caratterizzato dalla solidarietà tra i reclusi e la gente del luogo. Qui, Moshe, che era ormai disperato, ritrova dignità e coraggio. Ben presto il suo coinvolgimento nelle attività del campo lo riscatta dalla sua apatia e gli infonde una nuova voglia di vivere. L'amico ritrovato • • • • • • • (Reunion) Regia: Jerry Schatzberg Interpreti: Jason Robards, Hans Strauss, Konradin von Lohenburg, Barbare Jefford, Françoise Fabian. Produzione: Gran Bretagna/Germania Anno: 1988 Durata: 110' Note: Henry Strauss ebreo tedesco naturalizzato americano, rifugiatosi a New York per sfuggire alle persecuzioni, torna in Germania nel dopoguerra per occuparsi di alcuni beni ereditati dalla famiglia, ma soprattutto per scoprire che cosa è successo dopo il 1933 al suo compagno di scuola e amico Konradin. Nobile di famiglia tedesca e fautore del nazionalsocialismo, Konradin ha fatto perdere le sue tracce, proprio nel momento in cui Henry - il cui vero nome era Hans - era stato mandato negli Stati Uniti per sfuggire alle persecuzioni razziali. Nella sua memoria affiorano con prepotenza i ricordi di un tempo. Liberamente tratto dall’omonimo di Fred Uhlman • • • • • • • • • • • Jona che visse nella balena (Jona che visse nella balena) Regia: Roberto Faenza Interpreti: Jean-Hugues Anglade, Juliet Aubrey, Luke Petterson Jenner Del Vecchio, Francesca De Sapio, Djoko Rosic Produzione: Italia-Francia Anno: 1993 Durata: 100' (colore) Note: Jona Oberski ha quattro anni e vive ad Amsterdam con i genitori quando, dopo l'occupazione della città da parte dei tedeschi, la sua famiglia finisce nel campo di BergenBelsen. Qui Jona passerà tutta la guerra, in una baracca separata dai suoi genitori e costretto a crescere subendo angherie e violenze, e non solo dai suoi carcerieri. Dopo la morte del padre nel lager e quella della madre in un ospedale sovietico, Jona viene affidato dapprima alle cure di una ragazza e infine adottato da una matura coppia di Amsterdam. Il film è tratto dal libro autobiografico dello stesso Oberski, Anni d'infanzia e vi si attiene fedelmente. Il regista ha il pregio di mantenersi su un tono di asciutto realismo che non esclude la partecipazione emotiva. Non è tanto l'ennesimo film sull'Olocausto quanto la storia di una seconda nascita, raccontata attraverso il punto di vista del bambino. Schindler's List • • • • • • • (Schindler's List) Regia: Steven Spielberg Interpreti: Liam Neeson, Ben Kingsley, Ralph Fiennes, Caroline Goodall, Jonathan Sagalle Produzione: Usa Anno: 1993 Durata: 195' (b/n e colore) Note: La vicenda narrata dal film prende inizio nel 1939, subito dopo l’invasione della Polonia da parte di Hitler, con l’arrivo di Oskar Schindler a Cracovia. L'industriale nazista, uomo senza scrupoli e in buoni rapporti con le SS assume un gruppo di ebrei a salario ridotto nella sua fabbrica di stoviglie. Col passare del tempo però, sconvolto dall’insensatezza e dalla barbarie dello sterminio scientifico degli ebrei nei campi di concentramento, Schindler decide di salvare i propri operai sottraendoli alle SS, a rischio di compromettere la propria sicurezza. E’ il trionfo di un uomo che ha veramente fatto la differenza e il dramma di coloro che sopravvissero ad uno dei capitoli più bui della storia umana. Film tratto dalla storia vera di Oskar Schindler, premiato a Hollywood con 7 Oscar nel 1994. • Il pianista • • (The pianist) • • Regia: Roman Polanski Interpreti: Adrien Brody (Wladyslaw Szpilman), Thomas Kretschmann (ufficiale tedesco), Frank Finlay (il padre), Emilia Fox (Dorota), Maureen Lipman, E Stoppard, Julia Rayner, Jessica Kate Meyer Produzione: Francia/Polonia/Germania/Gran Bretagna Anno: 2002 Durata: 148' Soggetto tratto dal libro di Wladyslaw Szpilman Sceneggiatura: Ronald Harwood Fotografia (Panoramica/a colori): Pawel Edelman Musiche: Wojciech Kilar Montaggio: Hervé De Luze Note: L'immensa tragedia degli ebrei polacchi perseguitati prima e sterminati poi dal nazismo. Roman Polanski, figlio di una vittima di Auschwitz, inviato da bambino in America e così sfuggito alle camere a gas, racconta la Shoah attraverso una storia vera: quella di un pianista ebreo della radio polacca che fugge e si nasconde nella Varsavia occupata, fino all'arrivo dell'Armata Rossa. Persone insospettabili lo aiuteranno; altre, altrettanto insospettabili, cercheranno di denunciarlo. Un capolavoro, premiato con la Palma d'Oro al festival di Cannes. La Storia esibisce il suo volto peggiore nella prima parte, e il regista ne riprende il crescendo di incredulità, incertezza, collaborazionismo, disperazione; il suo occhio coglie, spesso a distanza, attimi di orrore e figurine surreali di un'umanità che nonostante tutto vuole sopravvivere. L'incubo, sempre più solitario comincia nel momento in cui il protagonista chiude dietro di sé la botola della pedana del caffè. Là comincia il viaggio di un nuovo inquilino del terzo piano: braccato, spiato, tradito, in un inferno personale, dove neppure lo scorrere del tempo conta più. La seconda parte del film è sconvolgente; ma la prima serve a farci arrivare sin là con la consapevolezza che tutto questo è accaduto davvero. • • • • • • • • • • Perlasca • • • • • • • • • • • Regia:Alberto Negrin Intepreti: Luca Zingaretti (Giorgio Perlasca), Jerome Anger (Avv. Farkas), Amanda Sandrelli (Magda), Franco Castellano (Adam), Marco Bonini (Sandor), Lorenzo Lavia (Daniel), Elena Arvigo (Anna), Christiane Filangieri (Eva), Gyorgy Cserhalmi (Bleiber), Jean-Francois Garreaud (Prof. Balasz), Dezso Garas (Rabbino), Palle Granditsky (Jacob), Alvaro Produzione:Italia Anno:2002 Durata:200’ Note:Il punto di forza del tv-movie Perlasca, un eroe italiano risiede principalmente nella verità della storia, nel dato certo che un uomo (fascista disgustato dal regime, dalle leggi razziali, dall'alleanza con la Germania) poté salvare migliaia di ebrei ungheresi con la sola forza del coraggio e delle proprie geniali menzogne. Un grandissimo attore per caso che recitò la parte più difficile davanti al pubblico più crudele (i nazisti) per salvare la propria "compagnia d'attori" (gli ebrei) con lettere di protezione false e indossando gli 'abiti di scena' di finto console spagnolo. LIBRI CHE RACCONTANO L'OLOCAUSTO • • • • • • • • • • • • • • GIORGIO BASSANI Una lapide in via Mazzini GIACOMO DEBENEDETTI 16 ottobre 1943 HANS JONAS Il concetto di Dio dopo Auschwitz ROBERTO INNOCENTI Rosa Bianca PRIMO LEVI Se questo è un uomo LIANA MILLU Il fumo di Birkenau JONA OBERSKY Anni d'infanzia CYNTHIA OZICK Lo scialle ART SPIEGELMAN Maus ALEXANDER STILLE Uno su mille. Cinque famiglie ebraiche durante il fascismo FRED UHLMAN L'amico ritrovato ELIE WIESEL La notte GLOSSARIO • Antisemitismo. • Avversione nei confronti degli ebrei che si traduce in forme di discriminazione e di persecuzione, spesso cruenta e culminata nel corso della seconda guerra mondiale nello sterminio di milioni di persone. Il termine fu coniato intorno al 1879 per designare l'ideologia e l'atteggiamento persecutorio nei confronti degli ebrei. • L'ideologia antisemita si basa su una teoria razzista, inizialmente formulata in Francia e in Germania alla metà del XIX secolo, secondo la quale le persone della cosiddetta "razza ariana" sarebbero per fisico e temperamento superiori agli ebrei. Questa teoria, sebbene duramente criticata per la sua inconsistenza scientifica, si diffuse ugualmente in particolare attraverso le opere del diplomatico francese Joseph Arthur de Gobineau e quelle del filosofo tedesco Karl Dühring e fu utilizzata per giustificare la persecuzione civile e religiosa che gli ebrei avevano subito attraverso i secoli. Nazionalsocialismo. • Il termine, più spesso abbreviato in "nazismo", designa la dottrina politica che dava contenuto ideologico al National Sozialistische Deutsche Arbeiterpartei (NSDAP; Partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori), improntando la sua azione e, in generale, tutta la politica interna ed estera di Adolf Hitler e del suo governo dal 1933 al 1945. I principi centrali della dottrina nazista, per alcuni aspetti affine al fascismo italiano, erano ispirati alle teorie che sostenevano una presunta superiorità biologica e culturale della razza ariana formulate da Houston Stewart Chamberlain e da Alfred Rosenberg; ma il successo della formula politica in Germania fu dovuto anche alla sua relazione di continuità con la tradizione nazionalista, militarista ed espansionista prussiana, nonché al suo radicamento nella cultura irrazionalista di inizio secolo • • Olocausto (dal greco holókauston, composto di hólos, "tutto, intero" e kaustós, "bruciato": bruciato completamente), originariamente rito religioso in cui l'offerta veniva distrutta dal fuoco. Seppure impropriamente il termine è usato con specifico riferimento allo sterminio (in ebraico shoah) degli ebrei europei operato dalla Germania nazista. • • Shoah Termine ebraico che significa “sterminio”, col quale si indica la persecuzione e il programmatico genocidio degli ebrei europei da parte del regime nazista nel corso della seconda guerra mondiale. Per indicare l’evento è comunemente, anche se impropriamente, usato il termine olocausto (greco holókauston, composto di hólos, "tutto, intero" e kaustós, "bruciato"), che originariamente definiva il rito religioso in cui l'offerta veniva distrutta dal fuoco. • • • Ebraismo Religione degli ebrei, la più antica fra le fedi monoteistiche. La lingua italiana utilizza convenzionalmente il termine "ebraismo", benché la religione abbracciata dagli ebrei sin dall'epoca che seguì la fine dell'esilio a Babilonia (VI secolo a.C.), venga definita scientificamente "giudaismo". La tradizione ebraica considera la propria esperienza religiosa eminentemente come osservanza della Torah, la legge suprema che Dio ha donato al suo popolo, e come Halakah, una "via", un percorso di fede e di vita da seguire scrupolosamente a livello personale e collettivo. Nato nella regione storica della Palestina, in parte coincidente con il territorio dell'odierno stato di Israele, l'ebraismo è oggi diffuso in tutto il mondo: è praticato fuori d'Israele dalle comunità della diaspora, formatesi in seguito ai fenomeni di emigrazione che, spesso a causa di persecuzioni ed espulsioni, hanno caratterizzato l'intera storia ebraica. È comunque necessario puntualizzare il fatto che non tutti i 18 milioni di ebrei presenti nel mondo (dei quali 6.800.000 negli Stati Uniti, oltre 3.600.000 in Israele, quasi 2.000.000 in Russia, circa 1.500.000 in Europa) praticano la religione tradizionale, nell'ambito della quale non mancano poi orientamenti diversi, talora contrastanti • • Totalitarismo Il termine indica la forma di governo – e l'ideologia – che subordina tutte le attività sociali, economiche e politiche, intellettuali, culturali, spirituali ai fini del gruppo dominante. Nelle forme autocratiche classiche come il dispotismo, l'assolutismo e la tirannia, gli individui potevano condurre una vita relativamente autonoma, purché si tenessero lontani dalla politica; nel totalitarismo, invece, l'individuo deve conformarsi all'ideologia del partito unico al potere, che si identifica con lo Stato, e mobilitarsi perché questa si affermi e si estenda capillarmente. Conclusioni Il lavoro da noi svolto si prefigge lo scopo di approfondire le origini dell’odio razziale, capire da che cosa nasce, comprendere gli errori storici e i problemi sociali di cui è conseguenza, auspicarne l’eliminazione e, quindi, creare una società diversa, aperta e disponibile alla solidarietà piuttosto che all’odio. Questo approfondimento è stato, per ciascuno di noi, l’espressione della volontà ad impegnarci, affinché non si ripetano più gli “orrori” del passato. Numerose sono le testimonianze di persone che hanno vissuto in prima persona l’odio e le violenze di quegli anni, ripudiando tutto ciò che è avvenuto e facendosi portatori, attraverso le loro esperienze e i loro dolori, di un messaggio teso ad affermare giustizia e fratellanza, pace e collaborazione, un messaggio, insomma, completamente distante da quelli subiti nel periodo in cui erano stati vittime di prepotenze e di ingiustizie. Dai loro racconti noi giovani dobbiamo prendere spunto, è grazie a loro che oggi abbiamo ampie libertà, per le quali i nostri “vecchi” hanno sacrificato le loro vite: dobbiamo assolutamente fare in modo che queste conquiste non vengano cancellate. Dobbiamo, anzi, riuscire, come loro, a “resistere” ed opporci a chiunque voglia privarci delle nostre libertà e dei nostri diritti, a qualsiasi individuo che maturi un sentimento di odio verso l’altro: mai più “homo homini lupus” ma “uomo amico dell’altro”. Dobbiamo lavorare, affinché tutte le distanze siano livellate: basta con le differenze razziali, sociali e di sesso in tutto il mondo. Su questo fondamentale ideale si regge il futuro, dell’uomo e dell’intero sistema globale: se aspetti, come l’odio razziale, i pregiudizi, il potere economico, tornano a prevalere sul “lato buono” dell’uomo, saremo rovinati, ci troveremo di fronte ad un conflitto che sterminerà l’intera popolazione della Terra; il potenziale militare di alcune nazioni, infatti, è capace di portare anche a tale disastro. E’ impensabile che, ancora oggi, si costruiscano armi, si progettino arsenali nucleari e si esporti democrazia: le uniche cose di cui il mondo avrebbe bisogno sono la pace, la giustizia, l’equità, la solidarietà ed il rispetto. Il futuro, sicuramente, non è roseo, occorre, però, maggior rispetto per l’ambiente, la cultura, le tradizioni, gli usi ed i costumi delle popolazioni, non esistono più schiavi. La libertà di informazione, di acquisizione delle fonti necessarie alla vita devono essere una cosa garantita ad ogni individuo, a prescindere dalla sua provenienza geografica o sociale. Siamo coscienti delle diversità fisiche, caratteriali e sociali degli uomini, ma queste differenze non ci fanno paura, anzi, ci aprono la mente ed il cuore, ci spingono alla ricerca di nuove amicizie, di nuove esperienze e allargano le nostre conoscenze, permettendoci, così, di tramandare il nostro messaggio solidale al mondo. Crediamo, speriamo, vogliamo e ci adoperiamo per un mondo migliore, affinché i bei concetti espressi possano trovare applicazione anche nella realtà attraverso l’aiuto di molte altre migliaia di individui, che abbiano voglia di adoperarsi per un mondo migliore e per sfatare quell’espressione che, spesso, è utilizzata dagli studiosi: “corsi e ricorsi storici”; dobbiamo impegnarci, affinché la memoria storica sia sempre viva e non si ripeta nessun evento, grande o piccolo che sia, di odio razziale. L’impegno in questi ideali deve essere di tutti, perché “un uomo senza ideale è come una nave senza timone”(Gandhi) ed infine perché “noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al servizio dell'uomo, del suo benessere, della sua felicità. • Inno alla gioia • O amici, non questi suoni! ma intoniamone altri più piacevoli, e più gioiosi. Gioia, bella scintilla divina, figlia degli Elisei, noi entriamo ebbri e frementi, celeste, nel tuo tempio. La tua magia ricongiunge ciò che la moda ha rigidamente diviso, tutti gli uomini diventano fratelli, dove la tua ala soave freme. L'uomo a cui la sorte benevola, concesse di essere amico di un amico, chi ha ottenuto una donna leggiadra, unisca il suo giubilo al nostro! Sì, - chi anche una sola anima possa dir sua nel mondo! Chi invece non c'è riuscito, lasci piangente e furtivo questa compagnia! • Gioia bevono tutti i viventi dai seni della natura; tutti i buoni, tutti i malvagi seguono la sua traccia di rose! Baci ci ha dato e uva, un amico, provato fino alla morte! La voluttà fu concessa al verme, e il cherubino sta davanti a Dio! Lieti, come i suoi astri volano attraverso la volta splendida del cielo, percorrete, fratelli, la vostra strada, gioiosi, come un eroe verso la vittoria. Abbracciatevi, moltitudini! Questo bacio vada al mondo intero Fratelli, sopra il cielo stellato deve abitare un padre affettuoso. Vi inginocchiate, moltitudini? Intuisci il tuo creatore, mondo? Cercalo sopra il cielo stellato! Sopra le stelle deve abitare Pace