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MATTEO SENATORE CLASSE III C ISTITUTO SACRA FAMIGLIA TORINO LA GUERRA E LA BOMBA ATOMICA LA BOMBA Gli Stati Uniti La letteratura e l’arte La bomba atomica Gli Stati Uniti d’America La guerra e Salvatore Quasimodo La fissione del nucleo The United States La fusione nucleare nel sole I generi musicali americani Pablo Picasso Pedro Salinas – Cero LA BOMBA ATOMICA • Nell’agosto 1945 la II guerra mondiale era già terminata per l’Europa: • Restava aperto ancora il conflitto tra gli Stati Uniti d’America e il Giappone. • due bombe atomiche distrussero le città di Hiroshima e Nagasaki il 6 e il 9 agosto 1945 • La resa del Giappone avvenne il 2 settembre 1945 Fine della guerra in Europa • l’Italia fascista era stata liberata il 25 aprile, la Germania nazista aveva firmato la resa incondizionata il 7 maggio. La settimana prima, Hitler si era tolto la vita nel suo bunker di Berlino. La guerra continua sul fronte del Pacifico Caduta la Germania, gli americani intensificarono le operazioni contro il Giappone che da parte sua continuava a difendersi con un eccezionale accanimento. Ne è un esempio il sacrificio dei Kamikaze, i piloti che con l’aereo carico di bombe cercavano di schiantarsi sulle navi americane. Ma tutto questo ancora non bastava, per fare terminare la guerra gli americani ricorsero all’ultimo ritrovato della scienza della guerra, un’arma senza confronti: la bomba atomica. Alle 8, 25 minuti e 17 secondi, Little boy scivolò nell’aria. La testimonianza del pilota : "L’esplosione avrebbe dovuto verificarsi dopo quarantatré secondi, contai mentalmente fino a quarantatré e poi fu la luce, un lampo accecante che abbagliò 300.000 persone e cancellò dalla città ogni ombra, sin nei recessi più nascosti. Alla luce seguì l’esplosione: solo a quaranta o cinquanta chilometri da Hiroshima fu possibile udirne il boato, per quelli più vicini si trasformò in silenzio. Il calore, dai trecento ai novecentomila gradi liquefece i tetti delle case, annientò le persone fissando le loro ambre sull’asfalto a irrefutabile prova della scomparsa di un essere umano. A quattro chilometri da Hiroshima la gente sentì quel calore sul viso e ne ebbe la pelle ustionata. La raffica dell’esplosione si sprigionò dalla sfera di fuoco alla velocità di 1300 chilometri orari e, in un raggio di molti chilometri quadrati, le case ancora in piedi vennero sradicate dalle fondamenta. Poi enormi gocce d’acqua color pece, prodotte dalla vaporizzazione dell’umidità, riportarono a terra la polvere radioattiva dispersa nell’atmosfera. Un vento infuocato rifluì verso il centro dell’esplosione a mano a mano che l’aria, al di sopra della città diventava più rovente. Nel cielo, a undici miglia di distanza, due onde d’urto colpirono successivamente la superfortezza volante che aveva sganciato la bomba, scuotendola con violenza. “ La vita dei giapponesi fu segnata per sempre Il bombardiere americano “Enola Gay" lanciò su Hiroshima la bomba: aveva una potenza terrificante, pari a 13.000 tonnellate di tritolo concentrate in un punto. Quando la bomba cadde su Hiroshima, 30.000 persone che si trovavano nel raggio di un chilometro dall’esplosione furono completamente incenerite. Dalla terra si alzò un’immensa colonna di fumo e polvere che in tre minuti raggiunse l’altezza di 9.000 metri e poi di 17.000 metri assumendo la caratteristica forma del fungo atomico. Contemporaneamente ciò che restava della città era devastata dagli incendi e da una terribile bufera di vento rovente, causata dallo spostamento dell’aria determinato dall’esplosione. Più tardi iniziò una strana pioggia fangosa: erano le scorie radioattive che ricadevano sulla terra. L’80% degli edifici era distrutto, 100.000 persone morirono e moltissimi feriti patiranno per tutta la vita le conseguenze della radiazione. Anche le generazioni successive subirono le conseguenze delle radiazioni nucleari: nacquero infatti molti bambini deformi. conobbe gli effetti dell’atomica il pilota americano che l’aveva sganciata impazzì per il rimorso. Hiroshima, 6 agosto 1945 Il primo bombardamento atomico della storia Perché Hiroshima? • Il 9 agosto, nel dare l’annuncio ufficiale al mondo dell’uso della bomba atomica, il presidente Truman dichiarò: • “Il mondo deve sapere che la prima bomba atomica è stata sganciata su Hiroshima, una base militare. Abbiamo usato la bomba per abbreviare l’agonia della guerra, per salvare la vita di migliaia di giovani americani. Continueremo ad usarla sino al totale annientamento della potenza giapponese.” Quello stesso giorno una bomba al plutonio più potente di quella di Hiroshima ricrea la stessa terribile scena su Nagasaki. Qui moriranno 70 000 persone ma nel corso dei cinque anni successivi il bilancio arriverà a 140 000 vittime complessive. L'esplosivo nucleare utilizzato nelle bombe a fissione era costituito da uranio e plutonio, due materiali fissili. Truman non aveva detto la verità! Hiroshima non era una base militare, ma una tranquilla cittadina di medie dimensioni, scelta perché durante la guerra non era stata colpita da nessun bombardamento proprio perché non rappresentava un obiettivo militare. Hiroshima fu scelta perché era una città ancora integra e così si sarebbero potuti verificare meglio gli effetti della bomba. E molti scienziati cominciarono a interrogarsi angosciosamente sulla legittimità dell’uso distruttivo delle loro scoperte: il grande scienziato Albert Einstein ammoniva: "potrebbe molto probabilmente porre fine alla specie umana". La fissione del nucleo • Ogni qual volta il nucleo di un atomo si divide per l'urto con un neutrone, produce almeno due nuovi neutroni, che nel caso di un'esigua massa di materiale fissile, sfuggono senza indurre ulteriori fissioni. Se però si accumula una quantità di plutonio e uranio arricchito, sufficientemente puro e tale da superare la cosiddetta massa critica, si innesca un processo a catena incontrollata, in cui le fissioni di nuovi nuclei si susseguono. La liberazione di energia che ne deriva ha carattere esplosivo. È necessario però che la massa critica rimanga insieme per un tempo sufficientemente lungo prima di disperdersi nell'esplosione, in caso contrario si avrebbe l'esplosione imperfetta con resa molto bassa. La bomba di Hiroshima era costituita da due masse di uranio, in ciascuna delle quali lo sviluppo della superficie in rapporto alla massa era tale da non raggiungere la criticità. Una volta accostate le basi delle due parti ne derivava una massa in condizioni critiche. In essa, era usata una carica esplosiva convenzionale per spingere una metà della massa di uranio contro l'altra metà lungo un tubo; superata così quella critica, la massa esplose con la potenza equivalente a 12-13 mila tonnellate di tritolo. La bomba di Nagasaki utilizzò il fatto che la massa critica si riduce se il materiale fissile viene compresso così da fare aumentare la sua densità. Una massa sottocritica di plutonio venne circondata da cariche di esplosivo convenzionale che, fatte esplodere, compressero il plutonio in condizioni supercritiche e produssero un’esplosione equivalente a 20 mila tonnellate di tritolo. Il sole e l’energia Come ricava energia il Sole? Il sole ricava la sua energia attraverso la fusione nucleare. Sotto la superficie visibile del Sole, nella sua parte interna(il nucleo), avvengono le reazioni di fusione nucleare da cui il sole ricava la sua energia. Ogni secondo l’astro trasforma 564milioni di tonnellate di idrogeno in 560 milioni di tonnellate di elio. La differenza, ossia 4milioni di tonnellate viene trasformata in energia. Quello che avviene nell’immensa fornace che costituisce il nucleo solare non è visibile perché il gas stellare è opaco. Gli scienziati hanno però scoperto che la radiazione solare che si propaga nello spazio non proviene direttamente dal nucleo:l’energia liberata nelle reazioni che si verificano nel nucleo viene trasportata verso gli strati esterni attraverso la zona radioattiva per mezzo di moti convettivi fino a raggiungere la fotosfera. La Fotosfera Quando si osserva direttamente il Sole ad occhio nudo, la fotosfera ci appare liscia ed uniforme. Ma basta un piccolo telescopio, anche amatoriale o meglio la proiezione dell'immagine ingrandita su uno schermo, per accorgersi che la fotosfera possiede una struttura fine. Essa appare formata da una moltitudine di granuli brillanti, separati da spazi più scuri; a questa struttura si dà il nome di granulazione. Le dimensioni dei granuli sono dell'ordine di 700 km. Nei granuli la materia risale e nelle zone circostanti discende. La velocità di questi moti varia da 1 a 2 km/sec. Per questo motivo si pensa che la granulazione sia la manifestazione superficiale della zona convettiva sotto la fotosfera solare. Ciascun granulo esiste in media per un tempo che va da 5 a 10 minuti, dopo il quale esso si decompone per cedere il posto ad un altro granulo. La fotosfera, sotto questo aspetto, sembra una caldaia di riso in ebollizione; da qui il nome di grani di riso dato anche ai granuli. Il fenomeno certamente più appariscente che avviene sulla fotosfera è quello costituito dalle macchie solari. Le Macchie Solari Le macchie solari furono scoperte da Galileo Galilei nel 1610. Una macchia compare inizialmente sul disco solare sotto forma di un minuscolo poro, appena percettibile. Nello spazio di pochi giorni i pori si sviluppano, proliferano, si allargano, si fondono insieme, dando luogo a gruppi di macchie, i quali in un periodo di circa un mese si dissolvono per far posto ad altri gruppi. Il fenomeno della comparsa di macchie sulla fotosfera solare ha carattere di periodicità e prende il nome di ciclo delle macchie. Le macchie solari rappresentano dettagli ben identificabili sulla fotosfera, seguendo i quali nel tempo si ha l'evidenza della rotazione del Sole intorno ad un asse polare. Il sole non ruota come un corpo solido, ma il periodo di rotazione aumenta andando verso i poli (rotazione differenziale). Esso è di circa 32 giorni in vicinanza dei poli e di circa 27 giorni in vicinanza dell'equatore solare. Nei gruppi di macchie si distinguono una macchia di testa e una macchia di coda, nel senso della rotazione solare. Una tipica macchia solare è costituita da un'area grossolanamente circolare oscura, detta ombra, circondata da una zona grigiastra, detta penombra, con una caratteristica struttura radiale. Le macchie più grandi possono avere un diametro di alcune decine di migliaia di chilometri. Una grande macchia solare può quindi contenere comodamente al suo interno la Terra. Le osservazioni consentono di affermare che le macchie sono sedi di vere e proprie aree cicloniche, simili (ma su scala infinitamente più grande) a trombe d'aria, che succhiano il materiale dagli strati immediatamente inferiori della fotosfera e lo proiettano in alto con moto vorticoso, raffreddandolo. Un dato importante che riguarda le macchie è quello del forte campo magnetico associato ad esse, fino a qualche migliaio di gauss. I campi magnetici delle macchie di testa e delle macchie di coda hanno Parti del sole La Fotosfera Quando si osserva direttamente il Sole ad occhio nudo, la fotosfera ci appare liscia ed uniforme. Ma basta un piccolo telescopio, anche amatoriale o meglio la proiezione dell'immagine ingrandita su uno schermo, per accorgersi che la fotosfera possiede una struttura fine. Essa appare formata da una moltitudine di granuli brillanti, separati da spazi più scuri; a questa struttura si dà il nome di granulazione. Le dimensioni dei granuli sono dell'ordine di 700 km. Nei granuli la materia risale e nelle zone circostanti discende. La velocità di questi moti varia da 1 a 2 km/sec. Per questo motivo si pensa che la granulazione sia la manifestazione superficiale della zona convettiva sotto la fotosfera solare. Ciascun granulo esiste in media per un tempo che va da 5 a 10 minuti, dopo il quale esso si decompone per cedere il posto ad un altro granulo. La fotosfera, sotto questo aspetto, sembra una caldaia di riso in ebollizione; da qui il nome di grani di riso dato anche ai granuli. Il fenomeno certamente più appariscente che avviene sulla fotosfera è quello costituito dalle macchie solari. Le Macchie Solari Le macchie solari furono scoperte da Galileo Galilei nel 1610. Una macchia compare inizialmente sul disco solare sotto forma di un minuscolo poro, appena percettibile. Nello spazio di pochi giorni i pori si sviluppano, proliferano, si allargano, si fondono insieme, dando luogo a gruppi di macchie, i quali in un periodo di circa un mese si dissolvono per far posto ad altri gruppi. Il fenomeno della comparsa di macchie sulla fotosfera solare ha carattere di periodicità e prende il nome di ciclo delle macchie. Le macchie solari rappresentano dettagli ben identificabili sulla fotosfera, seguendo i quali nel tempo si ha l'evidenza della rotazione del Sole intorno ad un asse polare. Il sole non ruota come un corpo solido, ma il periodo di rotazione aumenta andando verso i poli (rotazione differenziale). Esso è di circa 32 giorni in vicinanza dei poli e di circa 27 giorni in vicinanza dell'equatore solare. Nei gruppi di macchie si distinguono una macchia di testa e una macchia di coda, nel senso della rotazione solare. Una tipica macchia solare è costituita da un'area grossolanamente circolare oscura, detta ombra, circondata da una zona grigiastra, detta penombra, con una caratteristica struttura radiale. Le macchie più grandi possono avere un diametro di alcune decine di migliaia di chilometri. Una grande macchia solare può quindi contenere comodamente al suo interno la Terra. Le osservazioni consentono di affermare che le macchie sono sedi di vere e proprie aree cicloniche, simili (ma su scala infinitamente più grande) a trombe d'aria, che succhiano il materiale dagli strati immediatamente inferiori della fotosfera e lo proiettano in alto con moto vorticoso, raffreddandolo. Un dato importante che riguarda le macchie è quello del forte campo magnetico associato ad esse, fino a qualche migliaio di gauss. I campi magnetici delle macchie di testa e delle macchie di coda hanno sempre polarità magnetica opposta Stati Uniti Dati principali Superficie: 9.629.091 Km² - Abitanti: 281.422.000 - Densità: 29 ab/Km² Forma di governo: Repubblica federale presidenziale costituita da 50 stati Capitale: Washington (572.000 ab., 7.610.000 aggl. urbano) Maggiori città: New York 8.010.000 ab. (21.200.000 aggl. urbano), Los Angeles 3.695.000 ab. (16.370.000 aggl. urbano), Chicago 2.896.000 ab. (9.160.000 aggl. urbano), Houston 1.954.000 ab. (4.670.000 aggl. urbano), Filadelfia 1.518.000 ab. (6.190.000 aggl. urbano), Dallas 1.189.000 ab. (5.220.000 aggl. Urbano) Detroit 951.000 ab. 5.455.000 aggl. urbano), Indianapolis 792.000 ab. (1.607.000 aggl. urbano), San Francisco 777.000 ab. (7.040.000 aggl. urbano), Baltimora 651.000 ab., Memphis 650.000 ab. (1.136.000 aggl. urbano), Boston 589.000 ab. (5.820.000 aggl. urbano), Seattle 563.000 ab. (3.555.000 aggl. urbano), Denver 555.000 ab. (2.582.000 aggl. urbano), Gruppi etnici: Bianchi 75,1%, Neri 12,3%, Asiatici 3,6%, Indiani americani 0,9%, altri 8,1% Gli italiani furono tra i popoli che maggiormente subirono il fascino del Nuovo Mondo. Paesi confinanti: Gli U.S.A. occupano la fascia centrale dell’America Settentrionale confinano con il Canada a NORD ed EST (Alaska), Messico a SUD e gli oceani Atlantico e Pacifico. Monti principali: Mount McKinley 6194 m. - Fiumi principali: Mississipi-Missouri-Red Rock 5970 Km, Yukon 3185 Km (totale, compreso tratto canadese), Rio Grande 3060 Km, Arkansas 2348 Km, Colorado 2333 Km - Laghi principali: Lago Michigan 58.016 Km², Lago Superiore 53.400 Km² (parte statunitense, totale 82.100 Km²), Lago Huron 23.600 Km² (parte statunitense, totale 59.600 Km²), Lago Erie 12.900 Km² (parte statunitense, totale 25.700 Km²), Lago Ontario 8.960 Km² (parte statunitense, totale 18.960 Km²), Gran Lago Salato 4.662 Km² - Isole principali: Isola di Hawaii 10.432 Km², Kodiak 9.293 Km², Prince of Wales 7.073 Km², Chicago 5.445 Km², St. Lawrence 5.135 Km² Clima: Temperato, Artico (Alaska), Tropicale (Florida e Hawaii), Arido - Lingua: Inglese americano (ufficiale), Spagnolo (ufficiale come 2ª lingua nel New Mexico) - Religione: Protestante 56%, Cattolica 28%, Ebraica 2%, altro 14% - Moneta: Dollaro USA – Dipendenze: Portorico (9104 Km², 3.937.000 ab.), Navassa (5,2 Km², 0 ab.), Isole Vergini (352 Km², 122.200 ab.), Isola Baker (1,4 Km², 0 ab.), Guam (549 Km², 157.500 ab.), Isola Howland (1,6 Km², 0 ab.), Isola Jarvis (4,5 Km², 0 ab.), Atollo Johnston (2,8 Km², 970 ab.), Kingman (1 Km², 0 ab.), Marianne Settentrionali (477 Km², 74.600 ab.), Isole Midway (6,2 Km², 0 ab.), Palmyra (11,9 Km², 0 ab.), Samoa Americane (200 Km², 67.100 ab.), Isola Wake (6,5 Km², 0 ab.) e la base navale di Guantanamo a Cuba (baia di pertinenza degli USA in base ad accordi del 1934, ma rivendicata dal governo castrista) Il territorio e l’ambiente: Il sistema montuoso appalachiano ad est poco elevato e la catena delle Montagne Rocciose ad ovest, che va dallo stretto di Bering al centroamerica, sono separate da una regione pianeggiante centrale da nord a sud. La regione è ricoperta da foreste e grandi praterie. Tra gli Stati Uniti e il Canada ci sono cinque grandi laghi collegati tra loro, mentre il Mississippi ha uno dei bacini più ampi del mondo.. L’economia: L'agricoltura è altamente meccanizzata ed è tra le prime al mondo nonostante se ne occupi solo il 5%. Gran parte del suolo è coltivato a cereali ed è definita Corn Belt (gli Stati Uniti sono il maggior produttore mondiale di mais e soia); fiorenti sono anche l'allevamento (gli Stati Uniti sono il maggior produttore mondiale di latte e formaggi) e la pesca. Notevoli sono le risorse naturali e minerarie come petrolio carbone uranio ferro e rame . Gli Stati Uniti sono i maggiori produttori di energia elettrica e primeggiano in diversi settori dell'industria siderurgica, chimica, meccanica e ad alta tecnologia,molto sviluppato è anche il settore terziario(Silicon Valley e Microsoft)che ha un elevatissimo numero di addetti (72%) Curiosità: In Louisiana si trova il viadotto automobilistico più lungo del mondo. Si tratta del viadotto Pontchartrain. C'è un punto, chiamato Four Corners, dove 4 Stati si incontrano formando una croce con quattro angoli a 90°. Si tratta di Arizona, Colorado, New Mexico e Utah. Storia degli Stati Uniti • • Gli Stati Uniti devono la loro origine alla dichiarazione fatta da 13 colonie britanniche che nel 1776 considerarono se stesse come libere ed indipendenti. Prima dei britannici, il territorio venne occupato e sfruttato da olandesi, spagnoli e francesi: insieme questi coloni hanno avuto sul Nuovo Mondo una presa maggiore di quella dei nativi americani, indicati come indiani, che per secoli avevano vissuto su quelle terre. Comunque, anche grazie alla colonizzazione europea, gli Stati Uniti si sono trasformati nella prima democrazia moderna del mondo dopo la loro rottura con la Gran Bretagna, la casa madre. La struttura politica originale (1777) era una confederazione, ratificata successivamente nel 1781 con il nome di Articoli della Confederazione. Dopo un lungo dibattito, questi vennero soppiantati dalla Costituzione, nel 1789, di un governo federale più centralizzato, guidato dal presidente G. Washington. Durante il diciannovesimo secolo, si sono aggiunti molti nuovi stati si sono aggiunti ai 13 fondatori e i confini della nascente nazione si sono estesi per tutto il Nord America, acquisendo anche un certo numero di possedimenti oltreoceano. Due esperienze traumatiche importanti per la nazione furono la Guerra Civile Americana (1861-65) causata dalla questione dello schiavismo che contrappose gli Stati del Nord e quelli del Sud della Confederazione. La schiavitù negli Stati Uniti fu un tema molto dibattuto in quegli anni. La condizione degli schiavi infatti spinse i neri a forme di aggregazione che trovarono nella musica di origine africana la loro più originale espressione e divennero i generi musicali caratteristici dell’America. Un altro periodo critico fu negli anni Trenta, quando la Grande Depressione economica colpì il popolo americano. Ancora una volta la musica manifestò valori nuovi come il desiderio di risollevarsi attraverso nuovi ritmi afro-americani. Dopo la conclusione della Seconda Guerra Mondiale e a causa del crollo dell'Unione Sovietica, gli Stato Uniti sono diventati la principale super-potenza mondiale I generi musicali americani jazz- blues -ragtime IL JAZZ Il jazz è nato alla fine del XIX secolo a New Orleans, città dove si erano concentrate, nel corso di molti anni, le più disparate comunità di immigrati provenienti dall'Africa occidentale e dall'Europa. I primi gruppi di suonatori di jazz si formarono nel quartiere di Storyville, contiguo al porto, nei bordelli e negli equivoci locali frequentati dagli emarginati di ogni razza. Quando il quartiere fu chiuso dalle autorità (1917), i jazzisti si trasferirono verso il Nord, per ritrovarsi a Chicago e New York. Il fenomeno immigratorio era nato due secoli prima. A partire dal XVII secolo si avviò un massiccio trasferimento forzato di negri africani negli USA, dove gli stessi venivano utilizzati come schiavi nei lavori più pesanti e più rischiosi. I poveri negri lasciavano le loro terre di origine senza portarsi nulla appresso: tranne che i propri ritmi musicali e le proprie danze. Dopo di loro arrivarono altri immigrati in cerca di fortuna: i creoli e i bianchi europei, oltre i padroni inglesi ed irlandesi che si davano il cambio. GLI STRUMENTI MUSICALI DEL JAZZ Oggi siamo abituati a vedere le grandi orchestre di jazz con decine di strumenti musicali: sax, tromba, trombone, oboe, clarinetto, banjo, batteria, pianoforte, contrabbasso, vibrafono, flauto, clavicembalo. Addirittura il direttore d'orchestra stabilisce quante trombe occorrono per l'esecuzione di un brano, e quanti sassofoni, ecc. Nelle prime formazioni, gli strumenti adoperati furono casuali: i suonatori negri erano talmente poveri che non si potevano permettere il lusso di comprare l'ultimo modello di pianoforte o di clarinetto. Andavano a recuperare, presso gli antiquari, vecchi strumenti, magari ridotti in condizioni pietose... e suonavano con quello che trovavano: una cornetta, un basso-tuba, un trombone. L'improvvisazione è stata la caratteristica costitutiva del jazz. Gli strumenti usati dai jazzisti della prima generazione del Sud furono i tamburi e gli ottoni abbandonati, alla fine del XIX secolo, dalle bande degli eserciti che avevano combattuto la guerra di secessione. Solo quando il jazz diventò un fenomeno esteso e maturo, grazie alle Scuole di Chicago, New York, Kansas city, la strumentazione diventò oggetto di studi accurati e scientifici. Nel corso della storia si sono alternati vari tipi di musica jazz: Ragtime: Il ragtime è inizialmente un genere musicale d'ispirazione nera, pianistico. Il nome deriva da time = tempo, e rag = straccio, stracciato. E' una musica elaborata di difficile esecuzione riservata un ristretto gruppo di neri colti intenditori di musica europea. Il suo pi grande rappresentante è Scott Joplin, musicista nero di grande modernità, vissuto dal 1868 al 1917. Joplin compose nel 1903 A Guest of Honor e nel 1911 Tremonisha, opera nella quale si mescolano ragtime, black folk music, e operetta europea. Gradualmente il ragtime venne suonato da piccole orchestre, da band e infine da gruppi jazz. Il Nineteen Nineteen Rag (Anno 1919) è un ragtime a tempo di marcia. Blues: Il blues o meglio il country blues si sviluppò dopo il 1863 negli stati lungo il delta del Mississippi. I bluesmen erano agricoltori che dopo il lavoro intrattenevano gli amici accompagnandosi con rudimentali chitarre costruite da loro stessi. Il blues ha generalmente una struttura di 12 battute, che in alcuni casi diventa di 8 o 16 battute o più, la cui scala diatonica è alterata nel 3° e 7° grado - chiamata "blues scale". Il blues vocale e schietto e diretto; l'atmosfera può essere di disperazione, di cinismo, o di satira. Il urban blues (blues urbano) scaturì invece dall'emigrazione dei country bluesmen verso le città del Nord Il blues classico, a differenza di quello rurale e urbano era più sofisticato ed evoluto. Fu prerogativa delle donne, cantanti che si adornavano di boa di struzzo presentando spettacoli come le grandi dive europee. Ricordiamo, tra le più famose, Bessie Smith e Mamie Smith. Quest'ultima incise il primo disco in questo stile negli anni ’20. I jazzisti più importanti cominciarono appunto negli Anni '20 ad accompagnare le cantanti per le incisioni discografiche e nei concerti. Careless Love è un esempio del blues classico. I generi musicali americani Boogie-woogie –swing –be-bop Boogie-woogie La crisi del 1929 funge da spartiacque anche per l' evoluzione e la diffusione della musica negra. I dischi venduti nel 1932 furono il 6 per cento dei dischi venduti nel 1927: ovvero in cinque anni il commercio fonografico si era ridotto di quindici volte. La crisi creò una discontinuità nella carriera dei maggiori bluesman e impedì alla nuova generazione di venire alla ribalta. Inoltre contribuì a spazzare via la moda delle cantanti di blues. In compenso favorì l' emergere dei pianisti: Albert Ammons, Pete Johnson, Clarence Smith, Roosevelt Sykes, James Edward Yancey e Meade Lux Lewis. Quest'ultimo registrò nel 1927 il classico "Honky-tonk train blues" e l' anno dopo coniò il nome del nuovo genere con "Pine top's boogie woogie". I pianisti boogie divennero i più richiesti ai "rent party". Il loro stile percussivo ed assordante fece presto sembrare ridicole le dance band. Con la mano sinistra il pianista teneva una figura ostinata che replicava in maniera ancor più irregolare le variazioni di accordo del blues, mentre la destra suonava una melodia che incrociava il proprio ritmo "tremolante" con quello della sinistra. Il pianista faceva di tutto per ottenere intervalli dissonanti, e generalmente ricorreva a pianoforti non ben accordati. Swing Lo swing nasce nel 1935 dopo la crisi economica del 1929. In quel periodo si cercava di tornare all’ allegria di un tempo per dimenticare i problemi legati alla crisi. Così il jazz, che era la musica più popolare, venne adattata alle esigenze dei bianchi e quindi da musica violenta e adatta ai ghetti neri venne trasformata in una musica ballabile. Così dopo aver tolto gli “spigoli duri” la musica divenne perfetta per le sale da ballo. Aumentarono le persone di un gruppo (12/15) e cambiarono il modo di suonare: avevano un proprio leggio, dovevano restare seduti, erano vestiti tutti uguali e potevano improvvisare solo quando segnato sullo spartito visto che la caratteristica fondamentale divenne la melodia. Questi nuovi gruppi musicali vennero chiamate”big band ”. Be-bop Il be-bop nasce per contrastare lo swing ed è un tipo di“musica nera”. I neri infatti sentono che i bianchi hanno svilito il jazz riducendolo ad una semplice musica da ballo. Crearono così questo nuovo tipo di musica che riprendeva le caratteristiche tradizionali del jazz:i musicisti ritornarono pochi (4/5) vestivano in modo diverso indossando spesso il cappello e gli occhiali da sole, rifiutavano gli applausi del pubblico perché loro suonavano per loro stessi, tant’è che soltanto gli specialisti riuscirono a capire quella musica. New York: la Grande Mela La Grande Mela (The Big Apple) è solo il più noto dei soprannomi che la città più assurda e forse per questo più famosa del mondo, più amata e nello stesso tempo più odiata, sintesi estrema delle contraddizioni del mondo, si porta appresso. The Big Apple; The city that never sleep (la città che non dorme mai); New York , insomma, costituisce molto spesso, per chi si reca negli Stati Uniti, la porta di ingresso di questo vasto paese e talvolta l’unica meta del viaggio. La più grande città degli Stati Uniti e una delle più importanti del mondo dal punto di vista economico, finanziario e culturale resta però sotto certi aspetti un caso a sé, poco rappresentativo della realtà statunitense: New York è un centro internazionale più che una metropoli americana. La città, situata nell’omonimo stato, si trova all’incirca alla stessa latitudine nord di Napoli in una favorevolissima posizione geografica: il punto in cui la costa atlantica tramite il fiume Hudson è messa in comunicazione con i Grandi Laghi e la pianura del Mississippi. Ciò spiega il ruolo eccezionale, per quanto riguarda gli scambi e le comunicazioni, svolto dal porto di New York, il più importante degli Stati Uniti. Liberty Island Liberty Island • Situata in origine sull’isola di Manhattan, alla foce dell’Hudson, New York si è andata via via estendendo sulla terraferma e su territori insulari. New York City è attualmente costituita dai 5 boroughs (distretti) di Manhattan, del Bronx, di Queens, di Brooklyn e di Richmond; col nome di New York si intende generalmente la sola Manhattan. A sud-ovest di Richmond e già nello stato di New Jersey, si trova Liberty Island, l’isola su cui sorge la famosa Statua della Libertà, alta 91 metri e progettata dallo scultore alsaziano Frédéric-Auguste Bartholdi, donata al popolo americano da quello francese nel 1885 in ricordo della lotta comune al tempo della guerra di indipendenza americana The United states of America THE UNITED STATES IN 20th CENTURY The United States of America, the U.S.A. for short is one of the largest countries in the world. Whit an area of 9’372’614 sq. km, it is about thirty times bigger than Italy and almost as big as Europe. It has a population of about 270 million people. The U.S.A. is a federation of fifty states plus the District of Columbia where Washington, the federal capital, is situated. Two of the fifty states are not on the mainland: they are Alaska; to the north-west of Canada, and Hawaii, a group of islands in the Pacific Ocean. The largest states are Alaska (1’530’000 sq. km) and Texas (691’000 sq. km) while the most densely- population are California with about 30 million people and New York with 18 million. The largest metropolitan areas are New York, Los Angeles, Chicago, Philadelphia, and San Francisco. The U.S.A. is a presidential republic and its flag is called The Stars and Stripes. The national currency is the U.S. dollar, which is divided into a hundred cents. The language spoken by most people is English, but lots of people also speak Spanish, especially in the southern part of the country. 1917: the U.S.A. entered the First World War on the side of the Allied Nations(England, France and Italy against Germany and Austria and greatly contributed to their victor. 1929: the country faced a serious financial crisis and a period of depression began. 1933: Franklin D. Roosevelt was elected president. He started a new policy, called “New Deal”, to help the country recover from economic depression. 1941: the U.S.A. entered the Second World War after the Japanese bombed Pearl Harbour, an American naval base in the Pacific. 1945: atomic bombs were dropped by the U.S. Air Force on Hiroshima and Nagasaki. Japan finally surrendered and the war was over. 1950: a cold war began between America and Soviet Union. 1957: the Vietnam War started but twelve years later U.S. troops were forced to leave Vietnam. 1964: Civil Rights Acts were passed in favour of coloured people, thank to efforts of Martin Luther King, who led the Civil Rights Movement. It was the end of segregation. 1969: Apollo 11 astronauts Neil Amstrong and Edwin Aldrin first set foot on the moon. 1985: talks began between American President Reagan and Soviet President Gorbachev to reduce nuclear weapons. The cold war was coming to an and. 1990:U.S. troops were involved in Operation “Desert Strom” against Iraq. 1999: the U.S. Air Force was engaged in Kosovo to stop the persecution of ethnic Albanians living in the region. Looking optimistically towards the future, thousand of people gathered at the Washington Monument to celebrate the start of third millennium. Italiani in America Le cifre sono impressionanti: in quattordici anni – tra il 1900 e il 1914 – da Ellis Island passarono 3.420.146 italiani, ovvero un decimo della popolazione italiana, che allora contava circa 33 milioni di abitanti. Da dove venivano? La grande massa proveniva dal Sud – Sicilia, Campania, Calabria, Puglia. Va notato che negli stessi anni un analogo esodo dall’Italia prende la via del Sudamerica – Argentina e Brasile soprattutto – e che a dirigersi verso quei paesi sono soprattutto gli italiani delle regioni del Nord, piemontesi, liguri e veneti in primo luogo. Caratteristica degli italiani nelle grandi città è stata quella di ricreare un ambiente il più possibile simile a quello abbandonato. Sono nate così le Little Italy, basate sulla struttura famigliare; è rimasta viva la religione cattolica, legata molto spesso al culto del santo patrono del proprio paese; è rimasta la lingua (un impasto di dialetti mischiati alle nuove parole americane); sono rimaste le abitudini alimentari. Inizialmente furono impiegati nell’industria e nell’edilizia – il ponte di Brooklin e la metropolitana di New York furono costruiti da operai italiani – ; i loro figli divennero via via piccoli imprenditori e commercianti, con una forte propensione per il lavoro autonomo. Nell’ultimo censimento sono risultati di ascendenza italiana circa 12 milioni di americani, il 5,4% della popolazione complessiva. Il gruppo etnico italiano figura ai primi posti tra quelli che hanno migliorato le proprie posizioni nella società americana. Arte, letteratura e guerra Gli artisti e la guerra La tragedia della guerra ha sempre colpito la sensibilità di artisti e letterati. Nel Novecento poeti come Ungaretti nella raccolta L’Allegria o Quasimodo nella sua poesia Milano, Picasso Quasimodo Cero agosto 1943 hanno fatto della guerra la loro fonte d’ispirazione poetica. Anche il pittore spagnolo Picasso lasciò una testimonianza tragica nel suo dipinto Guernica quando, durante la guerra civile spagnola (1936-39), vide la cittadina di Guernica rasa al suolo dai bombardamenti della falange franchista con gli aerei tedeschi. La distruzione atomica infine, segnò una nuova fase della storia ed anche nelle paure di tutta l’umanità. Il potenziale distruttivo di quest’arma toccò profondamente il pensiero di tutti gli uomini. Si pensi ad esempio al poeta spagnolo P. Salinas che nel suo poema Cero esprime tutto l’orrore della bomba. Pablo Picasso Fu pittore,scultore e incisore, nacque a Màlaga nel 1881 e scomparve a Mougins nel 1973. Per la forza creativa che trapela dalla sua opera è ritenuto uno dei massimi artisti del secolo. Era figlio di José Ruiz Blasco, professore di disegno alla Escuela de Artes Oficios di Màlaga, da cui trasse i primi insegnamenti. Del primo anno di studi all'accademia La Lonja di Barcellona è "Scienza e carità" nel Museo Picasso di Barcellona eseguita nel 1896-97. Il realismo spagnolo Nel 1897 Picasso si legò all'ambiente artistico e letterario del cabaret Els Quatre Gats e iniziò a svolgere attività di illustratore per alcune riviste. Dopo un primo viaggio a Parigi, l'artista condusse le sue prime e positive esperienze artistiche operando nel filone del realismo spagnolo. Dopo un secondo soggiorno a Parigi le opere dell'artista si ispirarono ad aspetti della condizione umana, alla cui resa drammatica contribuirono ricordi di Spagna e l'essenzialità di visione di H. Toulose Lautrec. Egli ricorse all'uso di una contenuta monocromia azzurra che ben si adatta alle sue dolorose e malinconiche immagini e che caratterizza quello che fu definito il "periodo blu", protrattosi fino alla primavera del 1904. In questo periodo creò rilevanti opere tra cui: "Il ritratto di Jaime Sabartés"; "Bevitrice d'assenzio"; "Il vecchio ebreo"; e "Il vecchio chitarrista cieco". Il mondo del circo Nella primavera del 1904 l'artista lasciò la Spagna per trasferirsi definitivamente a Parigi, dove trovò studio presso P.Durio a Montmartre, nell'edificio divenuto poi famoso come Bateau lavoir, dove fu attivo uno dei primi gruppi del cubismo. Il mondo del circo fu tema ricorrente della maggior parte delle opere di quegli anni , realizzate con quel morbido color di incarnato caratterizzò tra il 1905 e il 1906 il "periodo rosa". Due opere del suddetto periodo sono:"La famiglia di acrobati" e "La toilette". La scultura In Olanda a Schooridam nell'estate del 1905, maturarono i presupposti della prima autentica prova scultorea di Picasso "Il buffone". Numerosi i dipinti di questo periodo , tra cui "I saltimbanchi" e la "Fillette à la boule". La medesima concezione di ricerca di risalto appare documentata nelle opere grafiche di questo periodo. Durante il soggiorno in Spagna Picasso fu il più sensibile a sollecitazioni della primitiva scultura liberica: ne fa fede la concisa e plastica immagine del "Ritratto di Gertrude Stein". Gli ultimi anni Gli avvenimenti politici dell'inizio degli anni Cinquanta sono documentati nel "Massacro in Corea" del 1951 e dai due pannelli della "Guerra" e della "Pace" eseguiti nel 1952 per la cappella di Vallauris. Seguirono poi i cicli delle variazioni, dalla serie sulle "Donne di Algeri" di E. Delacroix nel 1954-55 a quella su "Las Meninas" di D. Velàzquez nel 1957, fino a quelle dedicate al "Déjeuner sur l'herbe" di E. Manet nel 1960 e al "Ratto della Sabine" di N. Poussin, eseguita nel 1962. Tema costante degli anni Sessanta è la composizione Pittore e modella. Opere principali “Les demoiselles d'Avignon” olio su tela del del 1907; “Bicchiere di assenzio” scultura del 1914; “Las Meninas” olio su tela del 1957; “Testa di toro” opera di scultura del 1943; “Guernica” olio su tela del 1937 esposto nel Centro de arte Reina Sofia a Madrid. Picasso e il cubismo Il cubismo Nel 1907 anno di incontro con D.H. Kahnweiler, G. Braque e A. Derain, l'artista realizzò "Les demoiselles d'Avignon". Esso nacque nell'anno in cui si tenne a Parigi la grande retrospettiva di P. Cézanne, la cui opera segnò il punto di partenza del nascente cubismo. Con Braque Picasso ricercò la soluzione al problema della terza dimensione e le tappe di questa ricerca sono segnate nella resa volumetrica dei geometrici e sfaccettati paesaggi eseguiti da Picasso nell'estate del 1908 e La Rue des Bois. I primi e autentici paesaggi cubisti dell'iniziale fase analitica furono quelli eseguiti da Picasso nell'estate del 1909 a Horta de Hebro. Negli anni 1911-12 l'artista nel suo soggiorno a Céret ebbe il momento di maggiore contatto con la pittura di Braque, che di quel movimento fu il teorico più convinto. Nel 1912 fu attivo ad Avignone, a Céret e poi a Sorgues, dove ancora a stretto contatto con Braque diede vita alle maggiori opere cubiste iniziando il collage, invenzione che accanto a quella del papier collé di Braque, ebbe importanti conseguenze nello sviluppo dell'arte dadaista e poi surrealista. Negli anni 1913-14 maturò l'esperienza del cubismo sintetico, per cui l'oggetto tende a essere ricostruito in piani semplificati, ne sono l'esempio queste opere: "Foglio di musica e chitarra", "Donna in poltrona davanti al caminetto", "Bicchiere di assenzio" e "Arlecchino". Il suo fondamentale documento del cubismo sintetico è "I tre musicisti" eseguito nel 1921 ora visibile nel Museum of Modern Art di New York. Picasso surrealista e espressionista Il surrealismo Nel 1925 esaurita l'ispirazione cubista, Picasso approdò al surrealismo , molto chiaro nell'opera "La danza" composta nel 1925 ed ora nella Tate Gallery di Londra. Le esperienze successive dell'artista, dalle piccole composizioni di acceso cromatismo eseguite nel 1928 a Dinard fino alle creazioni del cosiddetto "periodo dei mostri", in cui eseguì "Donna in riva al mare" nel 1930, questi costituiscono imprevedibili superamenti di un linguaggio artistico destinato sempre a rinnovarsi. imprevedibi L'espressionismo Nel 1934 soggiornò in Spagna riprendendo il prediletto tema della corrida. Dopo la parentesi surrealista Picasso fece emergere in tutta pienezza di segno e di colore il suo fondo espressionista con il capolavoro, riassuntivo della moderna interpretazione degli orrori della guerra come "Guernica" nel 1937 dove l'ispirazione fu il bombardamento tedesco del piccolo villaggio spagnolo. Negli anni del dopoguerra l'attività di Picasso si esplicò in molteplici settori. Oltre alla numerosa produzione litografica degli anni 1945-46, particolarmente copiosa e intensa fu la sua opera di ceramista e, non meno importante l'attività scultorea. Guernica: l’orrore Salvatore Quasimodo da Giorno dopo giorno (1947) Milano, agosto 1943 Invano cerchi tra la polvere, povera mano, la città è morta. È morta: s’è udito l’ultimo rombo sul cuore del Naviglio. E l’usignolo È caduto dall’antenna, alta sul convento, dove cantava prima del tramonto. Non scavate pozzi nei cortili: i vivi non hanno più sete. Non toccate i morti, così rossi, così gonfi: lasciateli nella terra delle loro case: la città è morta, è morta. 1-la polvere: è una metonimia, cioè indica la parte per il tutto (polvere è in sostituzione di macerie). 3- l’ultimo rombo: è cessata l’incursione aerea. Rombo è metonimia, in sostituzione di motore, cioè di aereo militare. 4 - naviglio: antico canale che attraversa Milano. 7- pozzi: la rete idrica è stata distrutta, e la gente scava pozzi nel terreno. 8- sete: le rovine e i morti hanno spento nei vivi ogni voglia di vivere. 11- è morta, è morta: l’espressione ripetuta rende diffuso il senso della morte. Il testo è costituito da tre sequenze: 1. il bombardamento, che ha distrutto cose e persone; 2. il silenzio di morte, non turbato da nulla, neanche dal canto dell’usignolo; 3. lo smarrimento impotente e la disperazione: non c’è niente da fare, neanche seppellire i morti, già custoditi sotto le macerie. La condanna della guerra, macchina infernale di violenza, distruzioni, omicidi; morte degli affetti, dei desideri, della voglia di vivere. Il testo è breve, composto da una sola strofe, i versi sono liberi, di varia misura, con assonanze, le frasi rispettano un ordine sintattico abbastanza regolare, le parole sono semplici, comuni, vicine al parlato. Le immagini sono forti, crude, reali: • invano cerchi tra la polvere, povera mano; • la città è morta; • s’è udito l’ultimo rombo; • E l’usignolo è caduto dall’antenna; • Non scavate pozzi nei cortili: i vivi non hanno più sete; • Non toccate i morti … lasciateli nella terra delle loro case … Salvatore Quasimodo Uomo del mio tempo Sei ancora quello della pietra e della fionda uomo del mio tempo. Eri nella carlinga, con le ali maligne, le meridiane di morte, t'ho visto - dentro il carro di fuoco, alle forche, alle ruote di tortura. T'ho visto: eri tu, con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio, senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora, come sempre, come uccisero i padri, come uccisero gli animali che ti videro per la prima volta. E questo sangue odora come nel giorno quando il fratello disse all'altro fratello: -Andiamo ai campi - E quell'eco fredda, tenace, è giunta fino a te, dentro la tua giornata. Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue salite della terra, dimenticate i padri: le loro tombe affondano nella cenere, gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore. Secoli e millenni di civiltà e di progresso non sono riusciti a mutare l'uomo e i suoi istinti brutali; egli è ancora simile all'uomo delle caverne: la stessa violenza insana e omicida guida le sue azioni; ha solo inventato più efficaci e rapidi strumenti di rovina e di morte. Il poeta, con un linguaggio accalorato e vibrante di immagini crude e realistiche, condanna duramente chi persiste ancora nella follia che ha disseminato la storia del mondo di guerre e di stragi; ma l'accorato invito ai giovani a dimenticare gli errori dei loro padri per costruire un mondo nuovo su basi d'amore, è indice della sua fede nel futuro e in uomini migliori. In questa lirica di giorno dopo giorno si evidenzia l'impegno politico ed etico di Quasimodo che denuncia, con accenti severi e desolati, la strage assurda e desolata dell'ultimo conflitto mondiale. Essa è stata favorita dal progresso tecnologico e scientifico, da quella scienza esatta che sarebbe dovuta essere l'orgoglio dell'uomo moderno e che, invece, è diventata mezzo di sterminio. La poesia si conclude con un accorato invito rivolto hai figli perché dimentichino i padri, artefici di tante brutture. Oggi, però, questo ammonimento di Quasimodo non è più accettabile e condivisibile: Allora i figli per ricostruire un mondo nuovo, dovevano abbandonare la strada percorsa dai padri; oggi, per salvare l'umanità da un'eventuale terzo conflitto mondiale, bisogna che i giovani ricordino i lutti e gli orrori della guerra proprio per tenersene lontani con il maggior impegno possibile. Pedro Salinas Biografía Nace en Madrid en 1891. Estudia Derecho y Filosofía y Letras en la Universidad Central de Madrid. Entre 1914 y 1917 fue lector de español en la Sorbona y entre 1922y 123 en Cambridge. En 1918 gana la Cátedra de Literatura de la Universidad de Sevilla, donde permaneció ocho años. Su influjo en los jóvenes poetas andaluces es importante, según recuerda Cernuda: “Quien acude a él halla siempre, por lo menos, una palabra cordial, un gesto, un estimulo”. En 1926, de vuelta en Madrid, colabora con el Centro de Estudios Históricos, formado por un grupo de investigadores reunidos por Ramón Menéndez Pidal. En 1932 fundó la revista “Índice Literario”, cuya finalidad era informar a los hispanistas de las novedades literarias españolas. Fue secretario de la Universidad Internacional de Santander, inaugurada en 1933, hasta 1936, fecha en la que, exiliado por la guerra, marcha a América como profesor visitante al Wellesley College, en Puerto Rico y en la John Hopkins University de Baltimore. Ya no volverá a España, pero este período será fecundo en conferencias, trabajos y libros. Recorre múltiples universidades americanas; imparte clases en Baltimore y en la Universidad de Puerto Rico entre los años 1943-1946. Murió en Boston en 1951 y está enterrado en San Juan de Puerto Rico. Sobre su personalidad dirá Marichal: “Yo diría que Pedro Salinas era un hombre a la vez abierto y tímido, extraordinariamente expansivo y, sin embargo, cerradamente pudoroso. CERO (1949) (de Todo más claro) Invitación al llanto. Esto es un llanto, ojos, sin fin, llorando, escombrera adelante, por las ruinas de innumerables días. Ruinas que esparce un cero —autor de nadas, obra del hombre—, un cero, cuando estalla. Cayó ciega. La soltó, la soltaron, a seis mil metros de altura, a las cuatro. ¿Hay ojos que le distingan a la Tierra sus primores desde tan alto? ¿Mundo feliz? ¿Tramas, vidas, que se tejen, se destejen, mariposas, hombres, tigres, amándose y desamándose? No. Geometría. Abstractos colores sin habitantes, embuste liso de atlas. Cientos de dedos del viento una tras otra pasaban las hojas —márgenes de nubes blancas— de las tierras de la Tierra, vuelta cuaderno de mapas. Y a un mapa distante, ¿quién le tiene lástima? Lástima de una pompa de jabón irisada, que se quiebra; o en la arena de la playa un crujido, un caracol roto sin querer, con la pisada. Pero esa altura tan alta que ya no la quieren pájaros, le ciega al querer su causa con mil aires transparentes. Invisibles se le vuelven al mundo delgadas gracias: La azucena y sus estambres, colibríes y sus alas, las venas que van y vienen, en tierno azul dibujadas, por un pecho de doncella. ¿Quién va a quererlas si no se las ve de cerca? Él hizo su obligación: lo que desde veinte esferas instrumentos ordenaban, exactamente: soltarla al momento justo. Nada. Al principio no vio casi nada. Una mancha, creciendo despacio, blanca, más blanca, ya cándida.