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Presentazione di PowerPoint
ERIKA RIZZO
LICEO SCIENTIFICO SERSALE
Anno:2011-2012
Classe:VA
PARTE I
• Introduzione
• Principali definizioni
• La situazione italiana
ORGANIZZAZIONE
DELLE TEMATICHE
AFFRONTATE
UNA PANORAMICA SULLA
DIPENDENZA DA SOSTANZE
PARTE II
• Classificazione delle droghe
• Le due dimensioni della dipendenza:
- la dimensione sociale
- la dimensione familiare
La droga adolescenziale
PARTE III
• Tossicodipendenza e criminalità
• Alcol e anziani
• Aspetti terapeutici e preventivi
INTRODUZIONE
 DROGA
qualsiasi sostanza di origine naturale o
sintetica estranea all’organismo, che introdotta nello
stesso, è capace di modificarne la funzione, a livello
biologico, psicologico e sociale; (E. Costa, M. Colloca)
il termine appartiene ormai a particolari connotazioni
legate a problematiche normative, colpevolizzanti e di
stigmatizzazione socio-culturale
PRINCIPALI DEFINIZIONI
I DIVERSI TIPI DI CONSUMATORI
 Sperimentatore: ha avuto contatti sporadici con la droga o per curiosità o per
la pressione del gruppo di appartenenza
 Consumatore occasionale: fa uso di droga in modo saltuario, con la possibilità
di interromperne l’uso senza problemi di natura psichica o sociale
 Consumatore abituale: nonostante abbia sviluppato una certa tolleranza alla
droga e subendo più o meno una dipendenza psico-fisica, riesce a mantenere
un buon livello di vita sociale;
 Farmacodipendente: consumatore di sostanze in stato di intossicazione , con
una tendenza all’uso continuo in seguito all’instaurarsi della dipendenza, ma
riuscendo a mantenere una soddisfacente vita sociale
 Tossicomane: persona in stato di intossicazione con un bisogno continuo di
assunzione, disponibilità a procurarsi la sostanza con ogni mezzo,
assuefazione e unico interesse presente è rivolto alla droga
PRINCIPALI DEFINIZIONI
DISTURBI CORRELATI A SOSTANZE
1- disturbo da uso di
2- disturbi indotti da
sostanze
sostanze
• dipendenza da sostanze
• abuso di sostanze
• Intossicazioni da sostanze
• Astinenza da sostanze
• delirio indotto da sostanze
•Disturbo dell’umore
•Disturbo da ansia
•Disfunzione sessuale
•Disturbo del sonno
PRINCIPALI DEFINIZIONI
 Dipendenza da sostanze:
Modalità patologica d’ uso della sostanza che conduce a menomazione o a disagio
clinicamente significativi, come manifestato da tre (o più) della condizioni seguenti, che
ricorrono in un qualunque momento dello stesso periodo di 12 mesi:
• tolleranza:
- il bisogno di dosi notevolmente più levate della sostanza per raggiungere
l’intossicazione o l’effetto desiderato
- un effetto notevolmente diminuito con l’uso continuativo della stessa
quantità di sostanza
• astinenza:
-Sviluppo di una sindrome sostanza specifica conseguente alla cessazione
(o riduzione) dell’assunzione di una sostanza precedentemente assunta in
modo pesante e prolungato
- la sindrome causa una compromissione del funzionamento sociale,
lavorativo o di altre aree importanti
PRINCIPALI DEFINIZIONI
Abuso di sostanze:
• uso ricorrente della sostanza risultante in una incapacità di adempiere ai
principali compiti connessi con il ruolo sul lavoro, a scuola o a casa
• ricorrente uso della sostanza in situazioni fisicamente rischiose
• ricorrenti problemi legali collegati alla sostanza
• uso continuativo della sostanza nonostante persistenti o ricorrenti problemi
sociali o interpersonali causati dagli effetti della sostanza
Intossicazione da sostanze:
• lo sviluppo di una sindrome sostanza-specifica reversibile dovuta alla
recente assunzione della sostanza
• modificazioni patologiche clinicamente significative sul piano
comportamentale o psicologico dovute all’effetto della sostanza sul S.N.C.
• i sintomi non sono dovuti a condizione medica generale e non possono
essere meglio spiegati con un altro disturbo mentale
PRINCIPALI DEFINIZIONI
Dipendenza fisica:
Modificazioni farmaco metaboliche indotte nell’organismo dalla sostanza, per
cui l’organismo non può più farne a meno , nel senso che la sostanza si è
talmente innestata nel metabolismo dell’individuo da costituire elemento
indispensabile al suo funzionamento
Dipendenza psicologica:
Siamo cioè di fronte ad una schiavitù psicologica che può essere controllata
dalla volontà, diversamente da quanto avviene nel caso della dipendenza
fisica
Dipendenza sociale:
Lo stile di vita tenuto dal tossicomane si allontana sempre più dal contesto
sociale e culturale che gli era proprio prima della tossicomania. La droga
diventa il primo dei suoi interessi, la sua vita sociale è limitata al “gruppo” ai
cui componenti lo accomuna l’uso della droga (dipendenza dal gruppo)
LA SITUAZIONE
ITALIANA
LA SITUAZIONE ITALIANA
L’utilizzazione di sostanze stupefacenti in Italia è
considerato un “ problema importato” dagli Stati
Uniti alla fine degli anni ’60.
La tossicodipendenza, inizialmente ritenuta
estranea alla nostra cultura, è diventata un
fenomeno diffuso e una parte rilevante della
coscienza collettiva.
LA SITUAZIONE ITALIANA
La diffusione e l’utilizzazione di
sostanze stupefacenti ha seguito un
percorso di 3 fasi:
1. Fase “esperienziale” (fine anni ’60-fine anni ’70):
•
Nell’ambito della contestazione giovanile la droga
assume un valore trasgressivo ed esperienziale,
tramite la quale raggiungere una conoscenza più
profonda di sé e del mondo.
•
C’è ancora pochissima informazione sugli effetti e sui
danni e la droga più usata è l’eroina.
LA SITUAZIONE ITALIANA
2. Fase “edonistica” (fine anni ’70- anni ’90):
• Il consumo della droga diventa edonistico: la
gioventù si concede piaceri estremi.
• L’uso di eroina diminuisce, ma è compensato
dall’emergente consumo di:
- Cocaina
- Ecstasy
- Psicofarmaci
• L’immagine della droga diventa più negativa: il
tossico è un malato, un emarginato, un criminale.
LA SITUAZIONE ITALIANA
3. Fase attuale (ultimo decennio):
Le fasce di età coinvolte sono sempre più
giovani.
All’interno di una cultura del rischio la droga
diventa strumento autodistruttivo.
Aumenta il consumo di droghe con effetti più
nocivi (ecstasy,crack,marijuana).
Si diffonde l’idea del drogato come persona
debole,vittima di un ambiente familiare
fallimentare e di modelli culturali negativi.
LA SITUAZIONE ITALIANA
• Introduzione
del
parametro
nell’accertamento del reato:
della
QUANTITA’
la quantità di detenzione massima per non incorrere nella
sanzione penale in è di:
500 milligrammi di principio attivo equivalenti a 15/20 spinelli per la
cannabis;
750 milligrammi di principio attivo pari a 5 assunzioni per la cocaina;
250 milligrammi di principio attivo pari a 10 assunzioni per l'eroina.
•Più certezza nel colpire la cessione a terzi
•Piena rilevanza penale anche all’uso di gruppo.
CLASSIFICAZIONI DELLE
DROGHE
CLASSIFICAZONE DELLE DROGHE
CLASSIFICAZIONE IN BASE AGLI EFFETTI
PRODOTTI SUL SNC
1.
Sostanze depressogene:
-alcol,
-derivati della cannabis
2.
Sostanze stimolanti:
- cocaina,
- nicotina,
3.
- amfetamine,
- caffeina.
Sostanze allucinogene:
- mescalina,
4.
- oppioidi,
- LSD.
Sostanze euforizzanti:
- cannabis e derivati,
- alcol.
- solventi,
CLASSIFICAZONE DELLE DROGHE
CLASSIFICAZIONE IN BASE ALL’ ORIGINE
1.
Naturali: vegetale, animale e minerale, possono
ritrovarsi così come sono in natura o parzialmente
modificate da alcuni trattamenti.
(morfina, hashish, cocaina.)
2.
Sintetiche: ottenute per un processo di sintesi
chimica.
( barbiturici e amfetamine.)
3.
Semisintetiche: ottenute da derivati naturali sottoposti
a trattamenti chimici.
( eroina, LSD, alcol.)
CLASSIFICAZONE DELLE DROGHE
CLASSIFICAZIONE IN BASE AGLI EFFETTI
1. Oppiacei: oppio, morfina, eroina.
–
–
Inizialmente: sensazione di benessere fisico ed
euforia, lucidità mentale ed aumento
della creatività.
Segue: profonda depressione fisica e psichica.
2. Cocaina:
–
–
–
Fase euforica: esaltazione della fantasia,
dell’immaginazione, delle facoltà
creative e delle funzioni
sessuali.
Segue: allucinazioni uditive, con talvolta idee
persecutorie. Il cocainomane può essere
sociolesivo.
L’uso continuato causa anoressia e deperimento
Eroina con stagnola!
Cocaina!
CLASSIFICAZONE DELLE DROGHE
3. Derivati dalla canapa: hashish, marijuana:
–
–
Euforia, senso di benessere, rilassamento
muscolare, allucinazioni che producono ilarità,
piacevoli sensazioni visive e uditive.
Passato l’effetto della droga: astenia e desiderio di
cibo.
4. Allucinogeni: LSD e i suoi simili
–
–
Allucinazioni visive e uditive, sensazione di
espansione della mente, aumentata velocità del
pensiero, capacità di comprendere e rapportarsi con
questioni comportamentali complesse.
L’ LSD è stata anche impiegata nella psicoterapia e
nella cura dell’ etilismo cronico
5. Crack: sostanza eccitante ed economica ma molto
pericolosa in quanto dà assuefazione già dopo le
prime somministrazioni.
Marijuana!
LSD!
crack!
CLASSIFICAZONE DELLE DROGHE
CLASSIFICAZIONE TRA DROGHE LEGALI E
ILLEGALI
1. Droghe legali
2. Droghe illegali:
–
–
non hanno effetti positivi sull’ organismo
la loro assunzione è vietata dalla legge.
Non bisogna dimenticare che ciò che è
legale in una cultura può non esserlo in
altre ( es. alcol)
CLASSIFICAZONE DELLE DROGHE
CLASSIFICAZIONE TRA DROGHE LEGGERE
E PESANTI
1. Droghe leggere: (derivati dalla canapa e
LSD)
– non danno dipendenza psichica
– non comportano l’ insorgenza di una
sintomatologia di astinenza
2. Droghe pesanti: (oppioidi)
– danno dipendenza fisica e psichica
– assuefazione.
LE DUE DIMENSIONI
DELLA DIPENDENZA
Riferimenti:
E. Aguglia, A. Riolo, E. Pascolo Fabrici: “Dimensione sociale
della dipendenza”.
G. Invernizzi, C. Bressi, G. Guggeri: “Dimensione familiare
della dipendenza”
LE TRE DIMENSIONI DELLA DIPENDENZA
LA DIMENSIONE SOCIALE
 Non è possibile
individuo senza
proibizioni, delle
caratterizzato, a
ambientale.
ripercorrere l’evoluzione psicologica di un
tener conto delle sollecitazioni e delle
esperienze o delle carenze che hanno
partire dalla sua nascita, il suo contesto
 Le regole di ogni cultura sono aspetti costitutivi della
personalità.
 Ogni società è coinvolta direttamente o indirettamente in
fenomeni di consumo di droghe.
 Le stesse droghe possono essere incoraggiate o proibite a
seconda del Paese. La società crea dei bisogni che non è in
grado di soddisfare completamente e la droga può assumere
il valore di risposta illusoria di fronte alla frustrazione
provocata (Murphy).
LE TRE DIMENSIONI DELLA DIPENDENZA
LA DIMENSIONE FAMILIARE
1.
2.
3.
4.
5.
Tossicodipendenza: sintomo che nasce all’ interno della
famiglia e rappresenta l’espressione di un disturbo.
Funzioni:
Funge da canale di una comunicazione altrimenti difficile
o bloccata
Tiene unita la famiglia
È un fattore disturbante che evita più gravi
cristallizzazioni del conflitti
È una condizione di allerta costante che blocca i genitori
ad una certa fase del loro ciclo di vita proteggendoli
dall’ansia di un ulteriore evoluzione
Definisce un membro come indifeso e incompetente e
ne impedisce l’individualizzazione.
LE TRE DIMENSIONI DELLA DIPENDENZA
La teoria transgenerazionale individua 3 tipologie di
famiglie del tossicodipendente:
1.
Caratterizzata da modalità di accudimento ineccepibili
formalmente, ma inadeguate sul piano affettivo. La
droga assume una funzione antidepressiva.
2.
I genitori ripropongono le esperienza traumatiche
vissute nella famiglia d’origine e strumentalizzano i figli
all’interno delle disfunzioni di coppia. La droga come
contenitore della confusione.
3.
Trasmissione transgenerazionale dell’abbandono
oggettivo come cultura affettiva dominante nelle
relazioni. Droga per evacuare la forte carica
aggressiva e la rabbia.
LA DROGA IN ETÀ
ADOLESCENZIALE
ASPETTI TEORICI E CLINICI DELLA DIPENDENZA
La dipendenza è:
 Una forma di resa dei conti con le figure parentali che
si esplica in tre diversi tipi di sfida:
• sfida all’ oggetto materno interno, sentito come
assente o inadeguato,mentre il sostituto esterno da cui
si dipende sarà sempre pronto a surrogare le funzioni
materne mancanti.
• sfida al padre interno, vissuto come mancante nelle
sue funzioni. Atteggiamento proiettato sull’intera
società nella forma del disprezzo per ogni norma
sociale.
• sfida alla morte, atteggiamento di onnipotenza
iniziale e dopo una tendenza a ceder all’impulso di
morte.
• Nella maggior parte dei casi sono gli
adolescenti ad abusare di droghe.
• Va sottolineato che un enorme numero di
adolescenti sperimenta una o più droghe ma
solo un piccolo numero prosegue
TOSSICODIPENDENZA
E
CRIMINALITA’
TOSSICODIPENDENZA E CRIMINALITA’
DIVERSE FORME DELLA RELAZIONE TRA DROGA
E CRIMINALITA’:
reati connessi al traffico (non comportano inevitabilmente il consumo)
reati connessi alla distribuzione in piccole quantità (di lieve entità e
generalmente connessi al consumo)
reati connessi allo spaccio finalizzato all’acquisto di altre sostanze
(connessi al consumo)
reati che vanno oltre la semplice violazione della legge antidroga:
- finalizzati all’acquisto (contro il patrimonio)
- relativi al traffico
(contro la persona)
TOSSICODIPENDENZA E CRIMINALITA’
MODALITA’ DI INTERVENTO GIUDIZIARIO
E TIPOLOGIE DI INTERVENTO
DUE MODELLI CONTRAPPOSTI:
interventi orientati alla
RIABILITAZIONE
SALUTE MENTALE
interventi di natura
PENALE
GIUSTIZIA
il dilemma tra riabilitazione e punizione si manifesta nella
discrezionalità con cui viene esercitata l’amministrazione
della giustizia
In Italia
alternarsi di modelli punitivi o trattamentali,
con l’affermarsi attualmente di un
MODELLO SOCIORIABILITATIVO
TOSSICODIPENDENZA E CRIMINALITA’
DIFFICOLTA’
• Assenza di condizioni idonee per la
“rieducazione” (sovraffollamento,mancanza di
spazi idonei..).
• Sovrapposizione riduttiva di mondo esterno e
carcere.
• Disagio nel reinserimento in società (“qui ho
trovato una casa e quasi una famiglia”).
ASPETTI TERAPEUTICI E
PREVENTIVI!
ASPETTI TERAPEUTICI E PREVENTIVI
COMPLESSITA’ INDIVIDUALE
DEL FENOMENO
• “i tossicodipendenti non solo sono diversi uno dall’altro, ma ognuno
è diverso da se stesso in tempi diversi perché diverso è il suo
rapporto con la droga;
• Non è auspicabile la stesura di uno schema terapeutico valido per
tutti i tossicodipendenti… occorre di volta in volta un sapere di base
che personalizzi la terapia” (Costa E., Colloca M.,)
TIPOLOGIE DI ATTIVITA’ PREVENTIVE
1)
Attività sociale e culturale
•
•
•
•
•
•
Informazione
Interventi sul tempo libero
Interventi sul lavoro
Interventi di prevenzione primaria
Ricerca e documentazione
Promozione culturale e
scientifica
Interventi sulle aree di
emarginazione
•
2) Attività pedagogica e formativa
•
•
•
•
Educazione
Interventi sulla scuola
Formazione di operatori
Riabilitazione di gruppi
3) Attività socio-sanitaria e
psicologica
• Prevenzione sui soggetti a rischio
• Prevenzione dell’AIDS
• Interventi organizzativi sui servizi
• Standard diagnostici e terapeutici
• Valutazione degli interventi
• Attività di igiene mentale
• Interventi sulle famiglie
ASPETTI TERAPEUTICI E PREVENTIVI
LE COMUNITA’ TERAPEUTICHE
• Inghilterra, fine ‘700
malati mentali;
recupero
• Italia, anni ’60
recupero
emarginati, malati mentali, poveri e
tossicodipendenti.
“Mi buco
perché sto male
o
sto male
perché mi buco?”
Bibliografia:
• Wikipedia
• E. Aguglia, A. Riolo, E. Pascolo Fabrici: “Dimensione
sociale della dipendenza”.
• G. Invernizzi, C. Bressi, G. Guggeri: “Dimensione
familiare della dipendenza
• Atuttascuola internet
• Siti vari
• Google immagini
FINE
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