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educare all`autocontrollo
MENU’ DELLA SERATA “ L’autocontrollo: come educare un figlio a raggiungerlo” 1 a cura di M.Grazia Franciosi Riflettere sull’importanza di ridefinire le regole negli stadi di cambiamento dei figli. Comprendere l’importanza di aiutare un figlio all’autocontrollo per renderlo capace di poter scegliere 2 a cura di M.Grazia Franciosi La famiglia per sopravvivere ai cambiamenti deve essere capace di adattarsi E’ fondamentale che i genitori ridefiniscano le regole ad ogni stadio di cambiamento, tenendo conto del grado di autonomia che i figli devono raggiungere E’ fondamentale adottare modelli alternativi Pur mantenendo la continuità dello schema di riferimento dei valori in cui si crede a cura di M.Grazia Franciosi REDIFINIZIONE DELLE REGOLE NEGLI STADI DI CAMBIAMENTO NASCITA DEL PRIMO FIGLIO NASCITA DEL SECONDO FIGLIO INIZIO DELLA SCUOLA PER I FIGLI ADOLESCENZA DEI FIGLI USCITA DAL NIDO FAMILIARE I genitori devono stabilire regole nuove per loro, per accudire il figlio e nei confronti dei parenti e amici E’ bene che le nuove regole accolgano la naturale gelosia del primogenito Le regole e i valori della famiglia possono essere in divario con quelli della scuola Il figlio porta modelli diversi nella famiglia ed induce a rivedere regole e abitudini. Una buona capacità di adattamento dei genitori aiuta a stabilire quali regole cambiare e quali mantenere Considerare che i figli quando vanno in un’altra casa non hanno bisogno del controllo dei genitori a cura di M.Grazia Franciosi L’AUTOCONTROLLO Aiutare i propri figli a raggiungere l’autocontrollo significa renderli capaci di poter “scegliere” come comportarsi nelle varie circostanze anziché divenire preda dei propri impulsi ed emozioni. Un bambino (e un adulto) dotato di autocontrollo è in grado, in una situazione che suscita in lui forti emozioni, di fermarsi e di valutare le conseguenze dei comportamenti che vorrebbe mettere in atto in quel momento; dopo di ché deciderà come agire. il primo modo in cui possiamo insegnare l’autocontrollo ai nostri figli è con l’esempio. Se noi stessi saremo in grado di non dare in escandescenze anche nelle situazioni più difficili, riuscire a fare una pausa, e soffermarci sulle conseguenze di nostri eventuali comportamenti, metà del lavoro è fatto. E’ fondamentale resistere alla tentazione di urlare e di perdere il controllo a nostra volta quando nostro figlio è in preda all’irritazione. Il modo migliore per gestire nell’immediato una crisi di rabbia è ignorarla: spesso molti dei comportamenti che mettiamo in atto per tentare di calmare il bambino (minacce, moine, ecc.) funzionano da “rinforzo”, aumentando la probabilità che tale comportamento si ripresenti in futuro. a cura di M.Grazia Franciosi Fino a 2 anni I bambini molto piccoli sperimentano frequentemente delle frustrazioni dovute alla discrepanza tra ciò che vorrebbero fare e ciò che effettivamente sono in grado di fare. Appaiono quindi irritati e hanno delle manifestazioni di rabbia: pianti, urla, battono la testa, lanciano via qualcosa che hanno nelle mani. Con i più piccoli è opportuno usare la “distrazione”. E’ esperienza comune che un bambino piccolo smette facilmente di piangere o di mostrare un comportamento irritato se gli si propone qualche stimolo piacevole che attiri la sua attenzione (un suono, un oggetto di suo gradimento, un giochino da fare insieme). Man mano che il bambino si avvicina al compimento del secondo anno di età è opportuno utilizzare dei brevi “time-out”: si invita il bambino a trascorrere pochi minuti in un’area a ciò designata (può essere una sedia della cucina, un angolo della casa, il suo lettino, etc.) finché non si sia calmato. In questo modo gli si insegna che gli scoppi d’ira hanno delle conseguenze e che è meglio trascorrere del tempo da soli quando ci si sente particolarmente frustrati o irritati. a cura di M.Grazia Franciosi Dai 3 ai 5 anni Si può continuare ad usare il metodo del “time out” allungando i tempi a seconda dell’età del bambino (senza superare i 5 minuti), per dargli la possibilità di calmarsi. Per molti bambini è meglio interrompere il “time-out” non appena sia passato lo stato di irritazione, anziché rispettare i tempi definiti: questo può essere un metodo molto efficace per rinforzare il raggiungimento dell’autocontrollo. A questa età si può anche cominciare a chiedere verbalmente ai bambini di non perdere il controllo di sé in situazioni frustranti o difficili. a cura di M.Grazia Franciosi Dai 6 ai 9 anni I bambini cominciano a frequentare la scuola elementare. Le regole che si incontrano alla scuola elementare in genere sono più severe di quelle della scuola materna e ben presto il bambino è in grado di rendersi conto delle conseguenze di determinati comportamenti. I bambini cominciano a rendersi conto che sono effettivamente in grado di controllare il proprio comportamento ed effettuare delle scelte. Si possono esaminare, insieme a lui, differenti modi di rispondere a determinate situazioni, valutandone le possibili conseguenze, sia negative che positive. Si può aiutare il bambino a fermarsi e pensare prima di agire, insegnandogli a visualizzare un segnale di stop o una luce rossa. Possiamo inoltre insegnargli a rilassarsi quando si trova in situazioni stressanti e che potrebbero portare ad una perdita di controllo. Suggeriamo al bambino di fare dei respiri profondi o di allontanarsi fisicamente da situazioni che ritiene pericolose o particolarmente in grado di suscitare la sua emotività. a cura di M.Grazia Franciosi Dai 10 ai 12 anni I ragazzi sono ormai capaci di analizzare il modo in cui pensano. E’ importante incoraggiare i ragazzi a parlare delle situazioni in cui tendono a perdere il controllo e analizzare insieme tali situazioni. Spesso le situazioni che fanno tanto irritare i ragazzi non sono così drammatiche come a loro sembra quando si verificano. Se li si aiuta a riflettere su quanto accaduto, sarà più facile per loro trovare una soluzione diversa quando vi incorreranno di nuovo. a cura di M.Grazia Franciosi Dai 13 ai 15 anni A questa età i ragazzi saranno capaci di controllare la maggior parte delle loro azioni. E’ importante ricordare che gli adolescenti non sono particolarmente capaci di valutare le conseguenze a lungo termine del proprio comportamento. Incoraggiate i vostri figli ad esprimere i propri pensieri e sentimenti quando si creano delle situazioni di tensione, invece di perdere il controllo, andar via sbattendo la porta o urlare. Potrebbe essere necessario adottare delle sanzioni disciplinari (ad esempio privando il ragazzo di alcuni privilegi) per rinforzare il messaggio che è necessario raggiungere la capacità di auto-controllo. a cura di M.Grazia Franciosi