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Immunità attiva
Si può indurre immunità in un individuo : Mediante infezione o vaccinazione (immunità attiva) Mediante anticorpi o linfociti trasferiti da un soggetto già immune all’infezione (immunità passiva); caso della sieroterapia e della sieroprofilassi. Immunità attiva: risposta immunitaria dell'organismo alla stimolazione con antigeni Immunità passiva: risposta immunitaria non è stata effettuata direttamente ma è avvenuta in un altro individuo (Caso della sieroterapia (trattamento di un soggetto malato con siero ottenuto da un altro individuo vaccinato) e della sieroprofilassi a scopo preventivo) VACCINAZIONE La vaccinazione è un processo attraverso cui viene evocata una risposta immunitaria nei confronti di un microbo esponendo l’individuo a una forma non patogena di quell’agente infettivo o ad antigeni da esso derivati. PROPRIETA’ GENERALI DEGLI ANTIGENI Estraneità all’organismo, o riconosciuta come tale. Antigenicità, cioè capacità di combinarsi con un anticorpo. Immunogenicità, cioè capacità di indurre una risposta immune. Per antigene si intende ogni molecola che possa legarsi specificamente ai recettori dei linfociti (BCR e TCR). Epitopo o determinante antigenico: raggruppamenti chimici contenuti nella molecola antigenica che vengono riconosciuti da recettori presenti sulla superficie dei linfociti, evocando la risposta immunitaria; Aptene: antigene incompleto, di piccola dimensione, in genere non proteico, che non riesce da solo a indurre la risposta imm. a meno che non vengano a legarsi con proteine carrier. Gli antigeni possono appartenere a: proteine, carboidrati, lipidi e acidi nucleici Classi di antigeni Gli antigeni si possono distinguere in due classi principali a seconda che i linfociti B abbiano bisogno o meno dell'aiuto dei linfociti T per produrre anticorpi: Antigeni TI (timo indipendenti) rappresentati da polisaccaridi e lipopolisaccaridi batterici (LPS); stimolano direttamente la produzione dell'isotipo IgM; non generano memoria immunologica. Antigeni TD (timo dipendenti), che raggruppano proteine solubili, peptidi, cellule intere, virus, parassiti; processati e presentati dalle APC ai linfociti T, inducono la produzione di IgG; generano memoria e danno luogo allo switch isotipico dei linfociti B. IMMUNITA’ CELLULO-MEDIATA Il termine si riferisce alle risposte immunitarie che non coinvolgono direttamente la produzione di anticorpi Rappresenta il braccio effettore dell’immunità acquisita che combatte le infezioni da microbi intracellulari. Essa poggia sull’azione dei linfociti T Ed è importante nel riconoscimento dei trapianti d’organo e delle cellule tumorali. SUPERANTIGENI A differenza dell’antigene classico che deve essere processato e presentato da un APC, un superantigene rimane intatto e si lega alle molecole MHC al di fuori della normale tasca legante l’antigene formando un ponte tra molecole MHC sulle APC e la regione variabile del TCR in modo da attivare la cellula. Il superantigene, quindi, non interagisce con le regioni MHC-TCR che sono state costruite per legare specificamente un dato peptide antigenico e può, così, legare una percentuale più elevata di molecole MHC e TCR di quello che può fare un qualsiasi antigene convenzionale. SUPERANTIGENI I superantigeni comprendono prodotti secreti dai batteri: endotossine stafilococciche e streptococciche (che causano la sindrome da shock tossico, l’avvelenamento da cibo e la sindrome della cute ustionata). L’IMMUNITA’ UMORALE (mediata da anticorpi) Questo tipo di immunità protegge dagli antigeni circolanti, quali: batteri extracellulari esotossine microbiche virus nella fase extracellulare ANTICORPI Gli anticorpi, o immunoglobuline, sono glicoproteine che possono esistere sia in forma legata alla membrana dei linfociti B, dove fungono da recettori per l’antigene (BCR), che in forma solubile. Gli anticorpi solubili circolano nel sangue e sono presenti nelle secrezioni dove svolgono la funzione effettrice dell’immunità umorale neutralizzando ed eliminando i microbi e le loro tossine. Migrazione elettroforetica dei componenti del siero (albumina e globuline a, b e g) la linea tratteggiata è il profilo elettroforetico prima dell'immunizzazione; la linea continua rappresenta la migrazione elettroforetica del siero ottenuta dopo l'immunizzazione. STRUTTURA DEGLI ANTICORPI L’anticorpo è costituito da due catene pesanti e da due catene leggere. Sia le catene pesanti che le catene leggere possiedono alcune regioni simili in molti anticorpi (regioni costanti) ed una regione che è propria di ciascuna molecola di anticorpo (regione variabile). Le regioni variabili conferiscono all’anticorpo la specificità per l’antigene e legano direttamente l’antigene. Esistono cinque tipi di catene pesanti diverse per la regione costante. Gli anticorpi che contengono catene pesanti differenti appartengono ad un diverso isotipo o classe: i cinque isotipi sono denominati IgM, IgD, IgG, IgE e IgA. I vari isotipi si differenziano per le caratteristiche biologiche e le funzioni effettrici. Isotipo di IgG: tipo di catena pesante in essa presente Idiotipo: porzione dei frammenti Fab della immunoglobulina che interessa la reattività con l'epitopo dell'Ag. Alcune caratteristiche e ruolo delle classi Ig nella difesa dell'ospite IgM : ca 5% caratteristici della risposta primaria; nel siero sono sotto forma pentamerica; fissano efficacemente le proteine del complemento, agglutinazione di batteri, opsonine. IgD : <1% espresse come immunoglobuline di membrana IgG : 85% indicano (anche) riesposizione all’antigene; nel siero sono in forma monomerica; antitossine, opsonine, fissano efficacemente il complemento; neutralizzazione dei virus nel sangue; possono attraversare la barriera placentare (protezione del feto e del neonato); sono suddivise in sottotipi. IgE : mediano le risposte allergiche (ipersensibilità di tipo I) e asmatiche, antiparassitarie (induzione della degranulazione dei mastociti e opsonizzante per gli eosinofili). IgA: 10-15% dimeriche; si trovano in elevata concentrazione nelle secrezioni mucose, prevengono l'adesione batterica alle membrane mucose, antivirali, antitossine. CINETICA DELLA RISPOSTA ANTICORPALE CINETICA DELLA RISPOSTA ANTICORPALE VERSO ANTIGENI TD Risposta immunitaria primaria In seguito a una prima immunizzazione con un antigene, si osserva una lag fase, durante la quale non si riscontrano, nel siero di un soggetto, anticorpi specifici per quell’antigene. Dopo questa fase, l’antigene viene riconosciuto, processato e presentato alle cellule T appropriate, che a loro volta, sono state attivate, hanno proliferato e si sono differenziate in linfociti TH maturi e attivati. Tali linfociti TH possono allora aiutare la completa attivazione dei linfociti B in plasmacellule producenti anticorpi. Solitamente dopo 7-10 giorni nel siero è possibile riscontrare anticorpi specifici per l’antigene. Nella prima fase della risposta primaria compaiono nel siero le IgM, successivamente le IgG. La produzione di Ig decresce in seguito alla scomparsa dell’antigene. Risposta immunitaria secondaria Quando un soggetto incontra nuovamente lo stesso antigene, la sua risposta immunitaria risulta più efficace e più veloce. I livelli anticorpali nel siero incrementano rapidamente e la quantità di anticorpi totali prodotti è maggiore. Inoltre, gli anticorpi presentano: una maggiore affinità per l’antigene; i vari isotipi (IgG, IgA, IgE) in quanto si è verificato lo switch isotipico; un’ampia gamma di funzioni effettrici. FUNZIONI EFFETTRICI DEGLI ANTICORPI Neutralizzazione di microbi e tossine bloccando il loro legame alle cellule. Attivazione della via classica del complemento da parte delle IgM e delle IgG. Opsonizzazione dei microbi come stimolo per la fagocitosi. Citotossicità cellulare anticorpo-dipendente mediata da cellule NK Immunità a livello delle mucose mediata da IgA. Immunità neonatale mediata da IgG materne che attraversano la placenta e l’epitelio intestinale nel circolo del feto e del neonato Ipersensibilità mediata da IgE. Immunità delle mucose mediata dalla secrezione di IgA