...

Infermieristica clinica in salute mentale

by user

on
Category: Documents
41

views

Report

Comments

Transcript

Infermieristica clinica in salute mentale
Infermieristica clinica in salute
mentale
Anno accademico 2005-2006
DAI Giulia
Meneghetti
La Salute Mentale è:
“Un processo dinamico di adattamento allo
stress, implicante l’interdipendenza delle
dimensioni biologiche, psicologiche, spirituali
ed ambientali degli individui, in grado di
mantenere uno stato di equilibrio tra le
potenzialità e le vulnerabilità dell’individuo e
le pressioni del suo ambiente” (Comitato
provinciale di salute mentale del Governo del Quebéc)
Salute Mentale è
Star bene con sé stessi e con gli altri (Health
21 OMS)
Qualità dei rapporti interpersonali
Coinvolgimento informato, ponderato e
responsabile dell’umanità nel suo insieme,
basato sul libero consenso e sul rispetto delle
differenze individuali e culturali. (Federaz.
Mondiale per la Salute mentale 1948)
Promozione della salute è:
Identificare e realizzare le proprie
aspirazioni
Soddisfare i propri bisogni
Modificare l’ambiente o adattarvisi
Vedere la salute come risorsa di vita
quotidiana, non come obiettivo
(Carta di Ottawa, OMS, 1986)
Promozione della salute è:
“ per promozione della salute si intende
il processo che consente alle persone di
esercitare un maggiore controllo sulla
propria salute e di migliorarla”
“La salute si crea avendo cura di sé
stessi e degli altri, sapendo controllare e
decidere dei propri comportamenti…….”
(Carta di Ottawa 1986)
Migliorare la salute mentale
consiste nel:
Diminuire la vulnerabilità allo stress
degli individui (meccanismi di
adattamento)
Agire sui fattori ambientali che
aumentano questa vulnerabilità
(pressioni dell’ambiente familiare e
sociale)
È importante quindi…
Aumentare il livello delle
conoscenze
Aumentare il livello di coscienza
Modificare le attitudini (che sono
preliminari essenziali per l’adozione dei
comportamenti)
Per migliorare la salute
mentale…..
“migliorare la salute mentale richiede
attenzione alla promozione ed alla
protezione della salute mentale lungo
tutto il corso della vita, in particolare nei
gruppi svantaggiati sotto il profilo
sociale ed economico”
Per migliorare la salute
mentale:
“ programmi ben costruiti per la salute
nei luoghi di vita e di lavoro possono
aiutare le persone a raggiungere un
senso di coerenza, a costruire e
mantenere relazioni di mutuo sostegno,
ad affrontare le situazioni e gli eventi
che provocano stress”
Obiettivo: Salute mentale
“più di 40 milioni di persone nel
mondo sono messe in pericolo da gravi
forme di disturbo mentale come la
schizofrenia e la demenza, almeno 20
milioni soffrono di disturbi mentali di
media gravità………260 milioni di
persone, una su 16, soffrono di una
grave forma di disturbo mentale,
lasciata spesso senza trattamento”
Comportamenti pericolosi:
Abuso di alcool (aumento di decessi per
crimine, intossicazione, incidente)
Tossicodipendenza (diffusa,espansione
del mercato)
Gusto del rischio (spinge i giovani a
provare alcool e droga, a forzare le
regole di salute e sicurezza)
Comportamenti pericolosi:
Disgregazione della famiglia (riduce il tempo
che le madri passano con i propri figli,
contribuisce alla disorganizzazione della
comunità)
Condizioni di vita (possono condurre alla
malattia per assenza del nucleo familiare,
disoccupazione, migrazioni forzate….)
Violenza (fattori psicosociali giocano un ruolo
scatenante della violenza che provoca
morbilità neuropsichiatrica a sua volta)
Fattori di rischio:
Lutto e perdita
Cambiamenti maggiori di vita (cambiare
casa, lasciare la famiglia, migrazione)
Problemi relazionali o sessuali con il
coniuge o il partner
Difficoltà familiari
Responsabilità di assistenza a lungo
termine
Fattori di rischio:
Malattie fisiche croniche, dolorose, a
rischio di vita
Disabilità fisica, in particolar modo
deterioramento della vista o dell’udito
Isolamento sociale
Problemi correlati al lavoro:
disoccupazione, prepotenze, molestie,
rischio di licenziamento
Fattori di rischio:
Alte difficoltà sociali croniche come
debiti, deprivazioni, problemi di
abitazione
Isolamento sociale
Uso di sostanze
Perdita di rapporti interpersonali
Prevenire i disturbi mentali
I servizi dovrebbero:
Mirare ai soggetti che si conoscono essere più
a rischio di sviluppare un particolare disturbo
Aiutare gli individui a mantenere il controllo
della propria vita senza incrementare la
dipendenza dai servizi di supporto
Utilizzare al massimo il volontariato, la
comunità e la ”rete naturale” di sostegno
Le attività di prevenzione dovranno
aumentare:
La conoscenza sulla nozione di salute mentale
Il livello di conoscenza sulle attitudini e sui
comportamenti che compromettono la salute mentale
Livello di coscienza sulle pressioni del proprio
ambiente
Abilità ad offrirsi condizioni favorevoli alla
valorizzazione personale nei rapporti sociali
Abilità di problem solving
Abilità di aiuto reciproco
Abilità ad offrirsi strumenti per ridurre le proprie
tensioni fisiche e psichiche
Prevenzione:
Primaria: dovrebbe proporsi di
identificare i soggetti che sono ad alto
rischio di sviluppare la malattia e
provvedere loro con un appropriato
aiuto per far fronte alle loro difficoltà
evitando di creare dipendenza
Prevenzione:
Secondaria: dovrebbe riconoscere e trattare
con sollecitudine la malattia con strumenti di
comprovata efficacia
Terziaria: dovrebbe protrarre il trattamento
fino a ridurre le possibilità di ricaduta,
insegnare ai pazienti abilità che li aiutino ad
evitare la ricorrenza, facilitare l’accesso
all’assistenza per i pazienti cronicizzati.
Livelli di prevenzione nella
salute mentale
Primaria
Secondaria
Terziaria
Prima del
disadattamento
Durante la crisi
Dopo l’evento critico
Informazione
Educazione Sanitaria
Azione Politica
Animazione di gruppo
Terapeutico
Intervento di rete
Supporto ed
accompagnamento
Terapeutico
Inquadramento fisico
e sociale
Mass media
Gruppi di discussione
Interventi educativi
Pressione politica
Incontro individuale e Cure professionali
di gruppo
diverse
Gruppi di
Intervento sulla rete
automutuoaiuto
sociale e familiare
In sintesi….
Migliorare la qualità dei rapporti
interpersonali e sociali
Sensibilizzare la popolazione in generale
sul disturbo psichico.
Ruolo dell’Infermiere nel
Dipartimento di Salute Mentale
Evoluzione Storica
Il Dipartimento
Quale ruolo oggi per l’Infermiere?
STIGMA
“ La nozione di stigma è sempre stata
una parte intrinseca della nostra società
e civilizzazione. In tempi moderni, l’era
Vittoriana è stata particolarmente
associata allo stigma sociale” (Witehead E. Nursing
practice )
Stigma….
Dal greco stigma = impronta-marchio
O anche : cicatrice lasciata da malattia
Stigmatizzare= imprimere il marchio
d’infamia, bollare, biasimare.
Cos’è lo stigma?
“attributo che fa apparire un individuo
diverso dagli altri e che può essere
profondamente discreditante”
(Goffman)
Tipi di stigma
“Aspetti abominevoli del corpo che sono
correlati a varie deformità
fisiche”(ripugnanza)
“difetti del carattere dell’individuo che lo
portano ad essere percepito come debole nei
confronti di passioni prepotenti o innaturali”
“stigma tribale associato alla razza, alla
nazione ed alla religione”
La persona stigmatizzata
Non è del tutto umana……
Noi utilizziamo mezzi per discreditare,
discriminare e stereotipare gli individui,
riducendo spesso inconsideratamente le
loro chances di vita
Discriminazione:
Lat. Discriminare=separare-distinguere
“avere un pregiudizio contro un altro
che può apparire diverso”
“discriminare è trattare qualcuno male
semplicemente a causa della sua
appartenenza ad un gruppo
erroneamente svalutato”
È una forma di pregiudizio sociale
Discriminazione e malattia
mentale
L’individuo discriminato si sente svantaggiato
e fallisce nella realizzazione delle sue piene
potenzialità
La mancanza di rispetto degli altri causa
sentimenti di perdita di speranza ed indegnità
L’individuo si sente impotente ed inadeguato
Stigma e malattia mentale
La società non ha mai accettato che si
possa soffrire di disturbi mentali
L’opinione pubblica non scorge alcun
danno morale nell’etichettare questi
individui come diversi
La malattia mentale è ancora avvolta
nel segreto, nella paura e nell’ignoranza
Lo stigma della razza
Difficoltà sul piano mentale ,
emozionale e della salute fisica
Doppia discriminazione in caso di
disagio mentale
Promuovere la salute mentale
e ridurre la discriminazione
Riconoscimento ed accettazione dei
gruppi di minoranza nella società
Riconoscimernto dello stress “da
migrazione” (isolamento-solitudine)
Accrescere la consapevolezza di altre
culture e confrontarsi con esse
Organizzare un servizio di interpreti
Effettuare una valutazione in
relazione alla specificità culturale
Valutare:
Modelli culturali e di vita
Valori culturali, norme de aspettative
Tabù culturali e miti
Cerimonie rituali e riti di passaggio
Sistemi di salute/malattia popolari e
professionali
Criteri per una miglior pratica
professionale
Porre attenzione al nome del paziente
Non essere stereotipati
Cercare di comprendere l’individuo nel
della sua esperienza personale
Ottenere informazioni chiaramente
Ascoltare i problemi del paziente
Sviluppare consapevolezza del proprio
modo di sentire
Criteri per una miglior pratica
professionale
Non sminuire credenze e rituali
Ricorrere ad interpreti quando necessario
Riconoscere che esistono grandi differenze
culturali e linguistiche tra i gruppi di
minoranza etnica
Riconoscere l’importanza delle attitudini della
famiglia e del sistema di valori Criteri per una
miglior pratica professionale
Stigma e differenza di genere
Molte donne si sentono emarginate ed
inferiori nella vita quotidiana
Ricerche hanno evidenziato che
vengono diagnosticate come malate
mentali più donne che uomini
Le donne di minoranza etnica hanno a
che fare sia con lo stigma che con la
discriminazione
Un servizio dovrebbe tenere
presente:
La responsabilità delle donne
nell’accudimento di bambini ed altri soggetti
dipendenti
Il bisogno di spazi e tempi adeguati per
parlare dei propri problemi
La necessità di gruppi di supporto
La possibilità di fornire l’accesso a trattamenti
psicofarmacologici, di terapia familiare e
counselling
La necessità di garantire il contatto con prof.
Di sesso femminile
Migliorare la professione, punti
chiave per trattare lo stigma:
Self Awareness (Sicurezza di sé), capacità di
essere consapevoli di sé stessi e dei propri
limiti
Treatement (trattamento) deve essere
personalizzato
Intuition (Intuizione) non agire d’impulso ma
raccogliere tutti i dati sull’individuo utilizzando
il canale appropriato
Migliorare la professione, punti
chiave per trattare lo stigma:
Gender (Genere) essere consapevoli degli
aspetti legati alla differenza di genere nelle
donne di minoranza etnica
Multicultural (multiculturale) sviluppare le
proprie conoscenze riguardo i bisogni di
salute mentale dei diversi gruppi setnici
Assesment (valutazione) olistica e sensibile,
garantendo interpreti e mediatori culturali,
Evoluzione storica dell’assistenza
psichiatrica: dalle istituzioni totali ai DSM
Guardiano…aguzzino….carceriere….compagno….
padre,madre, fratello,sorella……”assistente sociale”…..
“educatore”….”piccolo psichiatra
Ruolo: “spazio che un operatore occupa nell’ambito
dell’organizzazione definito in termini istituzionali sulla base
Della natura delle prestazioni che offre e delle
responsabilità assegnate”
Funzioni. “insieme di attività che concorrono ad uno scopo
e rappresentano una gamma di responsabilità”
Il ruolo è strettamente legato allo spazio occupato dal
Professionista all’interno dell’istituzione, alle sue responsabilità
ed autonomia,alle prestazioni erogate.
Percorso legislativo dal 1900
al 1990
Legge n° 36 del 14 Febbraio 1904
sanciva
l’obbligo di custodire e curare negli ospedali psichiatrici quei
soggetti affetti da malattie pericolosi per sé o per gli altri o che
dessero pubblico scandalo, che avrebbero potuto essere
convenientemente custoditi e curati solo nei manicomi
Il ricovero avveniva mediante presentazione di certificato
medico ed ordinanza di ricovero emessa dal pretore, o
dall’autorità di pubblica sicurezza o dal sindaco
La dimissione poteva avvenire per guarigione, in via di prova se
il degente appariva migliorato, a custodia familiare con
l’autorizzazione dei familiari
Percorso legislativo dal 1900
al 1990
L’articolo 24 della legge prevedeva inoltre che fossero istituiti
corsi teorico pratici di complessive 308 ore per istruire il
personale
Compiti dell’infermiere erano mantenere l’ordine, assicurare la
pulizia degli ambienti, l’igiene del malato, somministrazione delle
terapie (gli psicofarmaci arriveranno solo negli anni ’50)
L’accettazione del malato era compito del capo reparto che lo
accompagnava nei locali di soggiorno. Agli infermieri non veniva
data alcuna comunicazione, le cartelle cliniche erano custodite
dal capo reparto e non potevano essere consultate. L’infermiere
prestava servizio nei soggiorni-cortili ed in infermeria, non aveva
alcun rapporto con il medico e riceveva gli ordini dal capo
reparto.
La stanza di visita del medico con i
diversi apparecchi per l'elettroshock
La camera della contenzione dove la segregazione e
l'abbandono assumevano le forme più estreme del
vivere in manicomio.
La fagotteria è il luogo in cui il paziente
veniva spogliato dei suoi caratteri di
persona per assumere la veste di ricoverato.
L’insieme delle proprietà personali ha un particolare
rapporto con il sé. L’individuo ritiene di esercitare un
Controllo sul modo in cui appare agli occhi degli altri.
L’uomo ha bisogno di un corredo per la propria identità
per mezzo del quale manipolare la propria facciata personale.
Al momento dell’ammissione nelle istituzioni totali, l’individuo
Viene del suo aspetto abituale, del corredo e degli strumenti
con cui conservarlo…ciò può impedire all’individuo di
presentare la sua usuale immagine di sé…che viene attaccata.
Si genera un sentimento di spoliazione, l’istituzione provvede
al rimpiazzamento con oggetti standardizzati.
(Goffman1968)
Percorso legislativo dal 1900
al 1990
Legge n. 431 del 18.3.1968 determina
un radicale cambiamento nella cura e
nell’assistenza ai malati mentali
Viene quantizzata l’attività assistenziale stabilendo un
minimo di 430 a persona pro die
Si sancisce il diritto della persona al ricovero
volontario
Si definisce il rapporto numerico fra sanitari e pazienti
Il malato può usufruire di brevi permessi d’uscita
Crollo dell’organizzazione verticistica, lavoro d’équipe.
Percorso legislativo dal 1900
al 1990
Legge n. 180 del 03.05.1978 sancisce la
chiusura dei manicomi e la costituzione
degli SPDC.
Il paziente è collocato in ospedale generale non più
segregato in strutture lontane da casa
Ricoveri brevi atti a superare la fase acuta
Strutture territoriali ove opera personale qualificato
per il prosieguo della cura.
Evoluzione del ruolo
infermieristico
1^ fase custodialistica dalle prime forme di
assistenza psichiatrica (1800) alla scoperta
delle prime terapie biologiche (1930-35)
2^ fase terapeutica 1932-1952 dalla
scoperta delle terapie biologiche all’era degli
psicofarmaci-dimissione dei degenti creazione
delle prime strutture territoriali: i dispensari.
Evoluzione del ruolo
infermieristico
3^ fase sociodinamica-istituzionale dal
1960 ad oggi. Ha messo in luce l’importanza
dei rapporti interpersonali e delle dinamiche
di gruppo nella genesi di molti disturbi del
comportamento e l’importanza dei legami tra
l’istituzione ed il paziente per i cambiamenti
che possono determinare in lui. Creazione
dell’unità orizzontale medico-pazienteinfermiere. Si potenziano i servizi territoriali,
nascono i Centri d’Igiene Mentale.
Evoluzione del ruolo
infermieristico
4^ fase sociopsichiatrica è la fase
della deistituzionalizzazione. Nasce
l’idea che un ambiente familiare
protetto può agire significativamente
nei disturbi del comportamento in cui le
cause sociali sono state determinanti. Si
creano reparti per acuti,centri psicosociali, comunità terapeutiche protette.
Strumenti operativi in
psichiatria:specificità del lavoro
infermieristico
Autostima: l’identità dell’Infermiere e la sua
formazione sono polarizzate sul malato che
tende ad occupare tutto il campo della scena
mentale, oscurando la figura di chi si prende
cura di lui. Accade che passi un effetto
distruttivo dell’autostima dell’infermiere che si
sente privo di valore, impotente, soggetto di
potenti meccanismi identificatori e
bombardato da proiezione di vissuti di
impotenza ed incapacità.
Strumenti operativi in
psichiatria:specificità del lavoro
infermieristico
Intervenire in aree intime delle persone:
sia di zone del corpo più private, sia di zone
della psiche L’infermiere tocca il corpo e la
psiche del malato in zone che normalmente
sono accessibili solo tramite la mediazione di
un rapporto affettivo particolarmente
intenso(madre-bambino/amanti).
Rapporto immediato con l’intimità del
paziente, senza difese, tessuti affettivi, che
causa sentimenti di estraneità e di rifiuto.
Strumenti operativi in
psichiatria:specificità del lavoro
infermieristico
Il fare quotidiano: “le cose che sanno fare tutti”. E’
un fare che avviene all’interno di una relazione
asimmetrica, terapeutica.
Differente è il contesto: è una relazione tra una
persona che si attende di essere curata ed un’altra
investita di attese, speranze, timori, ciò trasforma il
carattere apparentemente innocuo delle azioni
quotidiane in una corrente ad alta tensione
“Azioni parlanti”: Interventi nella vita quotidiana
del paziente fatti dai curanti per comunicare qualcosa
che le parole in quel momento non sarebbero in
grado di veicolare.(Racamier)
Strumenti operativi in
psichiatria:specificità del lavoro
infermieristico
La responsabilità verso il paziente come
persona intera: l’infermiere sia per il
carattere complesso delle sue competenze,
sia per il tempo prolungato che condivide con
il paziente, sia per la natura della sua
professione è l’unico che si occupa del
paziente come persona intera.
La sua specificità è proprio nell’approccio
globale al paziente e nel richiamare i membri
dell’équipe a questo livello del bisogno del
malato, coordinando la totalità delle
cure.
Strumenti operativi in psichiatria. La
relazione terapeutica fra infermiere e
paziente.
Le parole curano?
La sopravvalutazione delle “cose”
La sopravvalutazione delle “parole speciali”
Il valore della ”parola quotidiana”
Il rapporto è importante per il significato che
lo costituisce e che molto spesso le parole, i
gesti, le espressioni non verbali, i silenzi, gli
sguardi, i contatti, contribuiscono a creare.
Strumenti operativi in psichiatria. La
relazione terapeutica fra infermiere e
paziente.
La matrice generativa della vita psichica di
un individuo è la relazione madre-bambino
La vita psichica di ogni essere umano dipende
dall’attribuzione di significati al soggetto
ed all’oggetto del rapporto in corso (genitorefiglio), senza la quale è la morte psichica a
prevalere.
Il lavoro dell’infermiere poggia su questo
spesso terreno di significati dati e subiti dal
paziente che possono essere utilizzati in
senso curativo.
Strumenti operativi in psichiatria. La
relazione terapeutica fra infermiere e
paziente.
Come recuperare il ruolo del soggetto nel diventare se
stesso e nel creare il proprio mondo personale?
Winnicott ha descritto il bambino come dotato di capacità
personali che vogliono esprimersi piuttosto che come un
essere inerte, smarrito nel narcisismo primario in attesa passiva
di soddisfazioni pulsionali (Freud)
Nel paziente è presente il bambino che vuol essere sorgente
attiva di significati ed affetti, non solo oggetto di manipolazione.
L’inf. deve avere la capacità di mettersi nella posizione di
imparare, di contribuire alla nascita del sé creativo. Si pone il
problema di non colludere con la follia e non scivolare sul
terreno delle razionalizzazioni e del buon senso adattativo ma
mortificante.
Strumenti operativi in psichiatria. La
relazione terapeutica fra infermiere e
paziente.
La qualità della risposta: ai livelli primari e fondamentali di
ogni relazione avviene un dialogo di scambi affettivi
fondamentali per la salute del bambino e del paziente, che
richiedono la condivisione di emozioni piacevoli e spiacevoli. Ciò
crea dei modelli emotivi che si ripetono e creano la continuità
dell’esperienza e la capacità di comunicare con i nostri simili.
La risposta da dare al paziente deve in parte confermare
modelli comunicativi sperimentati, dall’altra tentare nuove vie
comunicative che permettano una bonifica dei sentimenti
dolorosi sperimentati.
Le parole curano ,offrono altre vie: “aiutare i pazienti ad
esprimere in parole le loro emozioni vuol dire anche offrire una
possibilità di condivisione con un altro e di costruzione di una
propria storia personale” per esistere come capacità
rappresentativa.
Le parole, dunque, curano la morte psichica.
Strumenti operativi in psichiatria: La
relazione terapeutica fra infermiere e
paziente.
Le esperienze di attaccamento e perdita
Sistemi di attaccamento: sistemi regolatori individuali
presenti fin dai primi giorni di vita che hanno lo scopo di
mantenere la vicinanza ed il contatto con una persona specifica,
in modo da garantire un buon livello di sicurezza personale
(base sicura per l’esplorazione e porto di salvezza)
Il paziente psichiatrico grave ha uno spasmodico bisogno di
attaccamento e stabilità, che viene proiettato nei curanti,
che inconsciamente lo fanno proprio e lo esprimono in progetti
“risolutivi” che spesso falliscono
E’ un bisogno vero, che va riconosciuto compreso e
rispettato, organizzando forme di cura stabili e sicure, ma non
mortifere, né per i pazienti, né per i curanti. (reazione di fuga)
Strumenti operativi in psichiatria: La
relazione terapeutica fra infermiere e
paziente.
Funzioni terapeutiche: contenimento, ascolto, rêverie.
Contenimento:perché un funzionamento psichico si attivi,
occorre che esista un contenitore in cui possa essere proiettato
un oggetto (es. madre disponibile ad accogliere il pianto di un
bambino) ed un contenuto (es. Sensazione di disagio) che possa
essere proiettato in un contenitore.
Il contenimento tiene insieme parti di sé che vanno incontro
all’angoscia di frammentazione , fornisce un involucro e senso
del limite ad una persona che non riesce a riconoscere i limiti
del sé (funzione dell’IO pelle – Anzieu parla del “bagno di
parole” che fa da involucro al bambino, come esperienza della
voce della madre che descrivono chi è il bambino e chi è lei)
La funzione di contenimento consiste nel fornire al paziente la
possibilità di essere capito, compreso, contenuto in un pensiero
umano, delimitato, individuato.
Strumenti operativi in psichiatria. La
relazione terapeutica fra infermiere e
paziente.
L’ascolto: sospendere l’azione ed assumere una
dimensione ricettiva di osservatore. Può favorir
l’emergere di zone buie, di aspetti sconosciuti e
fornire al paziente un ambiente emotivo facilitante.
E’ un modo di porsi che attiva la curiosità costruttiva
verso ciò che si pensa e si percepisce
Per ascoltare occorre spazio mentale ed orecchio,
condizioni che attivano le capacità espressive del
paziente che si sente accolto.
L’atteggiamento di ascolto comporta la capacità di
gestire la curiosità ed il desiderio di sapere, senza
colmare il vuoto con anticipazioni affrettate, per
lasciare emergere idee nuove.
Strumenti operativi in psichiatria. La
relazione terapeutica fra infermiere e
paziente.
La rêverie. Funzione mentale svolta dalla madre nel
rispondere alle emozioni del bambino. Vagare
sognante della mente alla ricerca di immagini,
fantasticare senza un obiettivo preciso, in una catena
associativa sollecitata dal rapporto che si sta vivendo
(Bion)
Capacità di lasciarsi andare a questo flusso emotivo,
per fermarsi e valutare quanto le immagini emerse
dipendano dallo stato d’animo contingente e quanto
dal significato del rapporto che si sta svolgendo.
Poter parlare in gruppo del flusso di pensieri fornisce
uno strumento utile per trovare risposte fatte di gesti,
parole, azioni.
Relazione terapeutica
Ha un ruolo centrale nel contesto delle
attività assistenziali specifiche
Atteggiamenti terapeutici:
 Accettazione del comportamento del malato
 Comprensione delle sue modalità relazionali
 Incoraggiamento a fargli assumere il massimo
possibile di responsabilità
 Sostegno nei momenti di crisi
Relazione terapeutica
Atteggiamenti non terapeutici:
 Indifferenza o negligenza
 Atteggiamento impersonale
 Atteggiamento possessivo o emotivo
 Lasciar intendere al soggetto che potrebbe
controllare il proprio comportamento sec solo
lo volesse
Relazione terapeutica
Ristabilire una relazione penetrando
prudentemente nel mondo del paziente
Farsi accettare nel suo mondo
Portarlo ad una modalità di relazione
conforme ai modelli di comportamento
generalmente ammessi
Relazione terapeutica:
osservare
Reazioni del soggetto
 Osservazioni sul
comportamento del
malato
 Reazione del
soggetto alle
osservazioni ed
all’atteggiamento
dell’infermiere
Reazioni proprie
 Emozioni,
sentimenti, pensieri
nei confronti del
malato
 Reazione nei
confronti
dell’atteggiamento
del malato
Relazione terapeutica
Non è un rapporto di forza ma un dialogo
Perchè dia i suoi frutti il malato deve
abbandonare i suoi mezzi di difesa
Accettare il comportamento del malato non
significa approvazione, rassegnazione o
abbandono
All’interno della rel. È necessario
comprendere la richiesta reale celata sotto
l’apparente
Relazione terapeutica
E’ un’esperienza vissuta, un incontro nel
quale il linguaggio si stabilisce su movimenti
affettivi profondi, sull’empatia
L’ultima fase (distacco) avviene quando il
malato non ha più bisogno di un appoggio
intensivo. Il malato prova il bisogno di
sottrarsi alla dipendenza vissuta nelle fasi
precedenti. Può essere caratterizzata dal
termine di un ricovero o da interventi
domiciliari più distanziati.
L’infermiere dovrebbe inoltre
assumere i seguenti ruoli:
Terapista che contribuisce a creare
un’atmosfera in cui tutte le attività ed i
comportamenti sono orientati verso
l’obiettivo terapeutico
Consulente ed insegnante
Collaboratore che contribuisce a
valutare i bisogni e pianificare l’aiuto al
pz ed alla famiglia
L’infermiere dovrebbe inoltre
assumere i seguenti ruoli:
Difensore e rappresentante dei bisogni
psichici, di salute mentale e totali della
persona
Promotore della salute mentale presso
famiglie gruppi e collettività
Partecipante a processi di ricerca, in grado di
operare in base a risultati e scoperte
L’infermiere specializzato….
Terapista in grado di organizzare attività come
psicodrammi, attività di gruppo per individui e
famiglie
Supervisore
Amministratore
Educatore del personale inf. e di supporto
Consulente per singoli e gruppi sulle questioni
concernenti benessere, educazione ed assistenza agli
individui
Ricercatori che contribuiscono alla formulazione
teorica ed all’attuazione delle cure attraverso lavori di
ricerca.
Il lavoro clinico dell’infermiere
SPDC: il ruolo dell’infermiere nella fase di
accoglimento del paziente in crisi acuta è molto
importante. Si tratta di offrire al paziente l’occasione
di utilizzare il distacco dall’ambiente di provenienza e
dal modo di funzionamento consueto della sua
personalità per riorganizzare il suo rapporto con gli
altri e con sé stesso.
Servizi territoriali: prima risposta alle richieste
telefoniche ed in prima persona di pazienti nuovi e
già conosciuti. Ciò richiede una specifica preparazione
alle modalità di primo approccio (ascolto,
contenimento)---Accompagnamento dei pazienti nelle
attività di vita quotidiana (funzione di io ausiliario)--organizzazione della vita quotidiana (tutoring)
Principi di assistenza
psichiatrica
Hildegard H. Peplau “Rapporti interpersonali nell’assistenza
infermieristica”, modello delle relazioni interpersonali. Peplau
basa il proprio modello sull’assistenza psicodinamica che
definisce come l’uso della comprensione del proprio
comportamento per aiutare gli altri ad individuare le proprie
difficoltà.
Modello integrato biopsicosociale: è il tentativo scientifico
di valutare e trattare sinergicamente e coordinatamente i
disturbi psichici tenendo in considerazione anche le componenti
psicologiche e sociali. Il trattamento integrato prevede il ricorso
a modalità terapeutiche che svolgono funzioni diverse
concorrendo insiemealla riabilitazione del soggetti psicotico.
Ruolo dell’infermiere nei
processi riabilitativi
Obiettivo dell’infermiere è aiutare la persona sofferente di
disturbi psichici a recuperare le capacità di soddisfare i propri
bisogni il più autonomamente possibile, facendo leva sulle sue
capacità residue ed attingendo alle risorse del contesto socio
ambientale nel quale è inserito.
Utilizza a pieno la dimensione relazionale ed educativa
intervenendo a sostegno del singolo pz, di gruppi di pz, della
famiglia e del contesto sociale nel quale il soggetto è inserito,
individuando ed attivando le risorse esistenti e ponendo
attenzione riabilitativa alle attività di vita quotidiana
Usa consapevolmente a fine terapeutico, se stesso e le
proprie reazioni controemozionali come veri e propri strumenti
operativi.
Ruolo dell’infermiere nei
processi riabilitativi
Prevenzione della cronicizzazione del paziente
Offre al pz un progetto riabilitativo all’interno
di micro ambienti protetti, nei quali poter
allenare le proprie capacità e sperimentar il
successo nel portare a termine positivamente
le attività programmate, poter recuperare la
stima di sé e valorizzare le parti sane dando
rinforzi positivi sui successi.
Favorire il reinserimento del pz nel contesto
socioambientale
Ruolo dell’infermiere nei
gruppi terapeutici
Attività ludicoricreative/espressive/psicomotorie
Coordina le attività
Osservatore passivo
Osservatore partecipe
Urgenza ed emergenza in
psichiatria
• Urgenza: in psichiatria è una situazione in cui è necessario prendere
una decisione o adottare un intervento tempestivo, sia per la richiesta
del paziente, sia del suo ambiente, anche in assenza di sintomatologia
acuta. ( Non è la patologia a determinare l’urgenza, ma il vissuto e la
soggettività del pz. )
• Emergenza: si caratterizza per la necessità di un intervento pronto, ma
di un’assistenza meno immediata, è una situazione in cui il tempo può
essere maggiormente dilazionato
• Crisi: “scegliere-separare”(etimologia); “ momento del decorso di una
malattia in cui vi è un’esacerbazione dei sintomi che può
preannunciare la possibilità sia di guarigione che di aggravamento”
(Ippocrate); “Fase cruciale, con esito indeterminato che può evolvere
positivamente, con la crescita e la maturazione del soggetto(crisi
emozionale), o negativamente con la regressione e la disgregazione
(malattia), quale ostacolo alla salute ed alla crescita.
Urgenza ed emergenza in
psichiatria
Medicina
Psichiatria
Chi chiede e per chi
Il pz o altri per lui
Raro il pz per sé, più spesso
vicini, parenti, polizia
Problema
Sintomi acuti
Sintomi psichiatrici acuti,
tensioni relazionali, problemi
sociali o di comportamento
Riscontro del problema
oggettivo
soggettivo
Compito dell’intervento
Anamnesi, diagnosi, terapia
Ascolto e comprensione,
valutazione del problema,
delle risorse e delle
aspettative, orientamento
diagnostico, presa di decisione
Operatore
Non si lascia influenzare dalla
propria emotività
Compie operazioni tecniche
Usa la propria emotività per
capire, poi non si lascia
influenzare
Compie operazioni tecniche
Urgenza ed emergenza in
psichiatria
L’organismo umano può venire a trovarsi in
una situazione di squilibrio a seguito di eventi
interni stressanti; l’esistenza di fattori
protettivi interni ed esterni avrà un peso
determinante nell’evoluzione della crisi stessa
La crisi del pz può essere letta in relazione ai
cambiamenti del suo sistema significativo
La crisi può evolvere come maturazione o
come malattia
Urgenza ed emergenza in
psichiatria
Crisi=maturazione Crisi=malattia
Problema
Reazione emozionale a
situazioni di fronte alle
quali le abituali difese
sono travolte
Reazione abnorme,
malattia dovuta ad un
difetto biologico o di
personalità
Obiettivo
Cambiamento, aiuto al
pz affinchè impari dalla
situazione e maturi
Diagnosi e trattamento
della malattia
Sintomi
Segni di disagio e di
difesa
Segni di malattia
Colloquio
Fa emergere l’emotività e Fa emergere
la soggettività delle
cambiamenti oggettivi
persone
riferiti da parenti e
vicini.
Il colloquio nell’emergenza
psichiatrica
Cogliere i segni premonitori di una crisi
Contenere l’ansia del paziente
metabolizzando la propria
Mantenere il controllo della situazione
Essere fermi e convinti
Evitare ambiguità ed incertezze
Nursing nel paziente in crisi:
ansia acuta
Problema: Il pz. È in allarme rispetto ad un
pericolo sconosciuto e le sue difese non sono
efficaci
Obiettivo: contenere, rassicurare-mantenere
il controllo della situazione-tranquillizzare pz
ed ambiente
Interventi: essere tranquilli-smorzare la
tensione- dare spiegazioni chiare-controllare i
parametri vitali-non svalutare ciò che il pz sta
provando-osservare ed intervenire sulle
relazioni del contesto
Nursing nel paziente in crisi:
Agitazione psicomotoria
Problema: il paziente ha perso il controllo del
proprio corpo e dei movimenti che sono eccessivi, vi
può essere paura, aggressività e violenza
Obiettivi: contenere-tentare di utilizzare canali
comunicativi diversi dall’azione fisica-impedire che il
pz faccia del male a sé o ad altri
Inteventi: atteggiamento fermo,calmo,direttivoparlare-rispettare lo spazio del paziente-evitare la
confusione-comunicare le decisioni in modo chiaro
senza aggressività o sensi di colpa-contenzione
farmacologica e fisica.
Nursing nel paziente in crisi:
Crisi dissociativa acuta
Problema: Il paziente vive un’esperienza di
derealizzazione e depersonalizzazione
drammatica
Obiettivi: contenere l’angoscia del pzfungere da io sostitutivo-stabilire una
relazione di fiducia
Interventi: maternage e direttivitàriconoscere e soddisfare i bisogni primari del
pz-far presente la realtà senza imporla e
senza contrastare il delirio-avvicinarsi al pz
trovando la giusta distanza
Nursing nel paziente in crisi:
Episodio confusionale
Problema:Il,pz è meno vigile, è disorientato
temporo-spazialmente, ha lacune nella memoria che
lo portano a non saper distinguere e connettere,
avivere la realtà in modo delirante; può passare dalla
perplessità ansiosa all’agitazione psicomotoria
Obiettivi:aiutare la persona a riconoscer la realtà e
la propria identità-garantire la sicuirezza
Interventi: osservazione e monitoraggio delle
funzioni vitali-utilizzo di oggetti noti al pz-parlare con
il pz spiegando cosa si sta facendo-predisporre
interventi di sussidio al disorientamento
Nursing nel paziente in crisi:
Crisi depressiva
Problema: il paziente arriva ad un punto in
cui la depressione, il “dolore morale” e
l’inibizione sono tali da bloccare il flusso vitale
Obiettivo: evitare il suicidio-mantenere
“vivo” il pz- permettergli un funzionamento
mentale-aiutare i familiari ad interagire
correttamente
Interventi: misure di protezionedecolpevolizzare pz e familiari-elaborare la
propria aggressività-accudimento somatico
del pz-permettere la regressione-informazione
e mediazione con i familiari
Violenza e comportamento
aggressivo:quando il pz fa paura
Momenti acuti di esplosione di impulsività
non contenibile: richiedono un intervento
fermo che non lascia spazio al dialogo
(infermiere come funzione di guida adulta), è
ricercata una distanza a causa di sentimenti
di invasione da parte dell’altro.
Immersione in una paura diffusa di
tutto: atmosfera delirante, garantire al pz la
giusta distanza, utilizzare la mediazione
dell’oggetto concreto.
Il dilemma etico in psichiatria
Diritto alla libertà di scelta dei curanti d parte
del paziente
Adeguamento dell’operatore ai modelli
terapeutici del servizio che possono essere in
contrasto con i suoi vlori personali
Problema dell’abbandono del paziente nei casi
in cui egli vada accudito
Problema del suicidio
Problema del mandato sociale insito nella
psichiatria (aspetto normalizzante)
Il dilemma etico in psichiatria
La terapia farmacologica come “camicia di
forza” chimica
Il Disagio dei familiari (eccessiva delega nella
gestione del pz, colpevolizzazione o
competizione)
Salvaguardia della privacy del pz
Diritto dei pz alla gestione della propria
sessualità-problema della maternità nelle
donne psicotiche , come conciliare il desiderio
della pz con la tutela del bambino?
Il dilemma etico in psichiatria
Uso di se stessi come strumento terapeutico
pone il problema delle caratteristiche
personali dell’operatore
Il TSO può introdurre nella relazione una
componente più o meno aggressiva con
spunti di violenza (mai dimenticare il proprio
ruolo di curanti, evitare le “prove di forza”)
Diritto all’informazione va sempre rispettato
Evitare la contenzione fisica
Disturbi d’ansia
Ansia:vaga e penosa sensazione di disagio,
accompagnata da una risposta neurovegetativa,
l’origine è spesso aspecifica o ignota all’individuo, è
un senso di apprensione causato dalla previsione di
un pericolo incombente.
Paura: è ansia causata da un pericolo riconosciuto
consciamente e realistico. E’ percepita come una
minaccia reale o immaginata. E’ la presenza di un
senso immediato di apprensione e spavento.
Disturbi d’ansia: classificazione
secondo il DSM IV
Disturbo d’ansia non altrimenti specificato: non
realistica o eccessiva preoccupazione rispetto alle
circostanze della vita
Disturbo d’ansia generalizzato: utilizzato nel caso di
disturbi che non siano conformi ai criteri di
classificazione relativi a qualsiasi disturbo d’ansia
specifico.
Disturbo d’ansia da attacchi di panico, fobico,
ossessivo compulsivo, post traumatico da stress
Disturbi d’ansia: accertamento
M.Percezione della salute: apprensione estrema per
lo stato di salute generale, preoccupazione estrema
per le vicende quotidiane, per la gestione della
terapia , numerosi sintomi somatici, ricorso eccessivo
o insufficiente alle strutture sanitarie per alleviare i
sintomi dell’ansia.
M.Nutrizionale metabolico: utilizzo del cibo come
sedativo, aumento o perdita di peso, alterazioni
dell’appetito.
M. Eliminazione: apprensione dovuta a disturbi
dell’apparato gastrointestinale, per l’aumento della
sudorazione, minzione frequente
Disturbi d’ansia: accertamento
M. attività-esercizio: irrequietezza o tremore,
apprensione per l’affaticabilità, difficoltà nel compiere
le normali attività quotidiane, isolamento o
comportamento apatico
M. Riposo-sonno: paura di addormentarsi, di avere
incubi, affaticamento dopo il risveglio, apprensione
per l’uso o abuso di coadiuvanti del sonno
M. Cognitivo-percettivo: difficoltà di concentrazione,
di comprendere o reagire agli stimoli esterni,
preoccupazione per l’incapacità di pensare con
chiarezza, alterazioni percettive
Disturbi d’ansia: accertamento
M. Percezione di sé-concetto di sé:paura di essere dipendenti,
percezione di sé come persona incompetente, impotente ed
ansiosa, apprensione per la propria immagine corporea,
l’autostima ed il proprio valore.
M. di ruolo-relazione: Apprensione riguardo la famiglia e gli
amici, pensieri ossessivi riguardo il coinvolgimento sociale con
parenti ed amici, apprensione per la mancanza di sostegno
riguardo la propria rete sociale, apprensione per la situazione
lavorativa e sociale (risposta alla malattia)
M. di sessualità riproduzione: insoddisfazione riguardo i rapporti
sessuali, difficoltà in situazioni di intimità, apprensione per
comportamenti sessuali o coinvolgimento con partner ad alto
rischio
Disturbi d’ansia: accertamento
M. di adattamento, tolleranza allo stress:tensione
muscolare, irritabilità costante, brividi, tremore,
ipervigilanza, negazione dello stato d’ansia,
incapacità di identificare persone o strategie utili ad
alleviare la condizione, convinzione che importanti
cambiamenti nello stile di vita concorrano alla
sensazione di perdita di controllo.
M. valori-convinzioni: sensazione di impotenza
riguardo il raggiungimento degli obiettivi della vita,
desiderio di aumentare o ridurre il coinvolgimento
nelle attività religiose, apprensione per l’incapacità di
credere in qualcosa o qualcuno.
Disturbi d’ansia
Classe diagnostica di nursing
psichiatrico:ansia
Ansia
Paura
Coping individuale inefficace
Incapacità
Deficit di cura della persona
Ansia: obiettivi
Entro una settimana il pz verbalizzerà
come intervenire all’aumentare
dell’ansia
Alla fine del trattamento il pz sarà in
grado di riconoscere i sintomi di esordio
dell’ansia e di intervenire prima che
raggiunga lo stadio di panico
Ansia: interventi
Mantenere modi calmi, non minacciosi per
sviluppare nel pz un senso di sicurezza
Tranquillizzare il pz sul fatto di essere al
sicuro,la presenza fisica di una persona di
fiducia dà al pz senso di sicurezza e certezza
della propria incolumità
Usare parole semplici, messaggi brevi, voce
calma (il pz comprende solo le comunicazioni
più elementari)
Somministrare i farmaci prescritti
(benzodiazepine)
Ansia: interventi
Quando il livello d’ansia si è abbassato,
esplorarne le possibili cause con il pz
(riconoscimento del fattore precipitante)
Incoraggiare il pz a parlare della sua
esperienza traumatica. Aiutarlo ad elaborare i
sensi di colpa. La verbalizzazione può aiutarlo
a venire a patti con problemi irrisolti
Insegnare segni e sintomi dell’ansia che sta
progredendo e come interromperne la
progressione (tecniche di rilassamento,
attività fisica, camminare, meditazione)
Ansia: criteri di raggiungimento
dell’obiettivo
Il pz è in grado di mantenere l’ansia ad un
livello al quale è possibile risolvere i problemi
Il pz è in grado di verbalizzare segni e sintomi
del progressivo aumentare dell’ansia
Il pz è in grado di dimostrare le tecniche per
interrompere la progressione dell’ansia verso
il livello del panico.
Stati depressivi: classificazione
secondo il DSM IV
Depressione maggiore: disturbo dell’umore i
cui sintomi principali (umore depresso e
perdita di interesse o piacere per le attività)
ricorrono giornalmente per almeno due
settimane
Depressione maggiore, episodio isolato
Depressione maggiore ricorrente (due o più
episodi distanziati da almeno due mesi)
Distimia: depressione dell’umore costante per
un periodo di due anni
Stati depressivi: accertamento
M.Percezione della salute:apprensione
per le sintomatologie somatiche,
aumento dell’irritabilità
M.Nutrizionale metabolico:riduzione o
aumento dell’appetito, acquisto o
perdita di peso
M. Eliminazione:riduzione della motilità
o stipsi
Stati depressivi: accertamento
M. attività-esercizio:aumento dell’affaticabilità,
diminuzione della libido, ritardo psicomotorio,
rinuncia alle attività quotidiane, ridotta capacità di
apprezzare la vita o la funzionalità lavorativa
M. Riposo-sonno:risveglio la mattina presto, difficoltà
ad addormentarsi, ipersonnia, assunzione di alcoolici
per indurre il sonno
M. Cognitivo-percettivo:difficoltà di concentrazione,
difficoltà a prendere decisioni, ruminazione mentale,
impoverimento del pensiero, percezioni distorte.
Stati depressivi: accertamento
M. Percezione di sé-concetto di sé: apprensione per
sé stessi, bassa autostima, senso di inadeguatezza o
di colpa, aumento dell’irritabilità, percezione di essere
inutili o incompetenti
M. di ruolo-relazione: dipendenza dal coniuge o dalla
persona amata, percezione di essere un peso per il
coniuge, senso di inutilità nel lavoro
M. di sessualità riproduzione: diminuzione della libido,
difficoltà in situazioni di intimità, alterazioni della
fertilità, riproduttive o del ciclo mestruale
Stati depressivi: accertamento
M. di adattamento, tolleranza allo
stress: ideazione o gesti suicidi,
difficoltà di coping, incapacità a trovare
una soluzione ragionevole ai problemi.
M. valori-convinzioni:senso di impotenza
o disperazione rispetto al
conseguimento degli obiettivi della vita.
Stati depressivi
Classe diagnostica di nursing psichiatrico: Disturbi
dell’umore
Rischio di suicidio
Lutto disfunzionale
Alterazione dell’autostima
Isolamento sociale
Senso di impotenza
Alterati processi di pensiero
Nutrizione alterata, inferiore al fabbisogno
dell’organismo
Alterazione del quadro del sonno
Stati depressivi: rischio di suicidio ( o
rischio di violenza contro se stessi)
Def. Rischio di lesioni autoinflitte che
mettono in pericolo la vita
Il paziente cercherà il personale quando
avverte lo stimolo a farsi del male
Il pz stipulerà con l’infermiere un
contratto verbale con cui si impegna a
non farsi del male
Stati depressivi, rischio di
suicidio: interventi
Valutare periodicamente il rischio di suicidio. Elementi chiave
sono rappresentati da vaghi riferimenti, equivalenti suicidari,
senso di disperazione, ritiro e comportamenti impulsivi
Porre attenzione a repentine variazioni d’umore
Creare un ambiente che sia sicuro per il paziente, allontanare gli
oggetti potenzialmente pericolosi, somministrare i farmaci in
forma liquida o iniettabile, controllare il pz ogni 15-20 minuti.
Stipulare un contratto verbale con il pz tramite il quale lui si
impegna a non farsi male per un determinato periodo di tempo,
scaduto il quale rinnoverete il contratto.Un contratto fa
emergere il soggetto allo scoperto e lo rende responsabile della
propria sicurezza.
Stati depressivi, rischio di
suicidio: interventi
Ottenere dal paziente la promessa che se emergono
idee suicide cercherà qualcuno del personale.
Discutere con una persona fidata può dargli appoggio
prima della crisi
Incoraggiare la verbalizzazione di pensieri ”buoni”
Spingere il paziente ad esprimere i propri sentimenti
di rabbia così da identificarne le fonti ed elaborare
strategie di coping
Identificare nella comunità le risorse che i pz può
utilizzare come sistema di supporto se compaiono
idee suicide
Orientare il pz alla realtà
Trascorrere del tempo con lui
Stati depressivi, rischio di suicidio: criteri
di raggiungimento dell’obiettivo
Il pz non verbalizza idee suicide
Il pz non compie atti autolesionistici
Il pz è in grado di verbalizzare a quali
risorse esterne all’ospedale può
ricorrere per sollecitare un aiuto se
compaiono idee suicidarie
Disturbi psicotici: Schizofrenia,
classificazione secondo il DSM IV
Gruppo di disturbi che si manifesta attraverso una
serie di sintomi che sfociano in un comportamento
psicotico
Tipo disorganizzato (incoerenza, appiattimento,
inappropriatezza di sentimenti, assenza di deliri
sistemetizzati)
Tipo catatonico ( stupore catatonico, rigidità)
Tipo residuo (anamnesi pregressa di episodi
schizofrenici, appiattimento affettivo, comportamento
introverso o eccentrico)
Tipo indifferenziato (deliri, allucinazioni, incoerenza e
comportamento disorganizzato)
Tipo paranoide
Disturbi psicotici: accertamento
M.Percezione della salute: presenza o gravità
dei sintomi, cattivo stato di salute dovuto a
sintomi psicotici e pensieri disorganizzati,
perdita di peso, carente igiene e cura di sé
M.Nutrizionale metabolico:timore che il cibo
venga adulterato
M. Eliminazione:stipsi dovuta a carente stato
nutrizionale o scorretto uso dei farmaci
Disturbi psicotici: accertamento
M. attività-esercizio:camminare di continuo per
alleviare l’ansia, ipervigilanza, riduzione della
motivazione e dell’interesse rispetto alle attività,
ritardo psicomotorio, irrequietezza legata ad effetti
indesiderati dei farmaci o a sintomi psicotici,
comportamento o atteggiamento bizzarri
M. Riposo-sonno: insonnia dovuta ad allucinazioni o
deliri, sedazione legata alla terapia farmacologica
M. Cognitivo-percettivo: allucinazioni, deliri, riduzione
del tempo di attenzione, difficoltà di concentrazione,
alterazione dei processi cognitivi (blocco
dell’ideazione, allentamento dei nessi associativi, fuga
delle idee…)
Disturbi psicotici: accertamento
M. Percezione di sé-concetto di sé: bassa o
esagerata autostima, senso di persecuzione
M. di ruolo-relazione: difficoltà nei rapporti
interpersonali, incapacità di assumere
responsabilità genitoriali, lavorative o
relazionali, incapacità di provare fiducia nel
prossimo, senso di solitudine
M. di sessualità riproduzione: disfunzione
sessuale legata all’effetto dei farmaci, disagio
rispetto alla masturbazione
Disturbi psicotici: accertamento
M. di adattamento, tolleranza allo
stress:intensificazione dei sintomi dovuta
all’esposizione ad agenti stressanti
M. valori-convinzioni:paranoia o deliri di
grandezza, delirio di possesso di poteri
speciali o di una personalità differente, fiducia
eccessiva nella religione o identificazione con
figure religiose
Disturbi psicotici: schizofrernia
Classe diagnostica di nursing psichiatrico:
Disgregazione della capacità relazionale
Rischio di atti violenti contro se stessi o altri
Isolamento sociale
Coping individuale inefficace
Alterata percezione sensoriale
Alterati processi di pensiero
Alterata comunicazione verbale
Deficit della cura della persona
Alterato quadro del sonno
Disturbi psicotici schizofrenia: rischio
di atti violenti contro se stessi o altri
Def.Comportamenti nei quali un individuo
dimostra di poter essere fiosicamente,
emotivamente e/o sessualmente pericoloso
per sé o per gli altri
Entro…il pz riconoscerà i segni di ansia ed
agitazione aumentate e li segnalerà al
personale perché intervenga in suo aiuto
Il pz non procurerà alcun danno a sé ed agli
altri.
Disturbi psicotici schizofrenia:
interventi
Mantenere basso il livello degli stimoli nell’ambiente
così da ridurre il livello d’ansia e la sensazione di
minacciosità
Tenere il pz sotto stretta osservazione senza che se
ne accorga
Allontanare tutti gli oggetti pericolosi
Reindirizzare il comportamento violento del paziente
facendo sfogare fisicamente la sua ansia
Mantenere e trasmettere al pz un atteggiamento
calmo
Disturbi psicotici schizofrenia:
interventi
Organizzare l’assistenza in modo tale che vi sia personale in
numero sufficiente da dare una dimostrazione di forza al pz ciò
dà anche a lui la sensazione che la situazione è sotto controllo
Somministrare la terapia prescritta e controllare gli effetti
collaterali
Se il pz non si calma né con il supporto relazionale né con i
farmaci (o li rifiuta) può essere necessaria la contenzione fisica
da applicare solo su prescrizione medica e secondo il protocollo
previsto dal reparto.
Il pz assicurato al letto deve essere controllato ogni 15 minuti
per garantire la sua sicurezza
Quando l’agitazione diminuisce la contenzione può essere tolta
(dopo valutazione dello psichiatra), Operare con estrema
precauzione, un arto alla volta valutando la risposta del
paziente.
Disturbi psicotici schizofrenia: criteri
di risultato
L’ansia è mantenuta ad un livello in cui
il pz non sente la necessità di aggredire
Il pz dimostra fiducia negli altri nel suo
ambiente
Il pz mantiene l’orientamento nella
realtà
Disturbi della personalità
Cluster A: (bizzarro, eccentrico)
Paranoide, Schizoide, Schizotipico
Cluster B: (drammatico, emotivo,
irregolare, impulsivo) Istrionico,
Antisociale, Narcisistico, Borderline
Cluster C: ( ansioso, timoroso)
Ossessivo-compulsivo, Dipendente, Di
evitamento, Passivo-aggressivo
Disturbi della personalità:
Cluster B
Istrionico: comportamento vivace, teatrale, di ricerca
dell’attenzione altrui, esigente egocentrico, irriguardoso,
manipolativo, seducente, affascinante,attaccamento superficiale
alle persone; scoppi d’ira o di rabbia
Antisociale: indifferenza per i sentimenti e diritti altrui, scarso
rendimento scolastico o lavorativo, incapacità di mantenere
rapporti stretti, manipolativo e seducente
Narcisistico: percezione esagerata della propria importanza,
egocentrismo, fantasie di potere, successo, benessere, bellezza,
amore, incapacità di empatia, comportamento manipolativo,
esigenza di essere al centro dell’attenzione
Borderline: instabilità nei comportamenti interpersonali
evidenziata da rapporti intensi ed incostanti, comportamento
impulsivo ed irascibile, cambiamenti d’umore e dell’affettività
profondi ed impropri, scarsa identità e incertezze in aree quali
l’immagine di sé, le preferenze sessuali ed i valori.
Disurbi della personalità:
accertamento
M.Percezione della salute:crisi reali o percepite come
tali, abuso di sostanze, timore di perdere il controllo,
di essere abbandonati, irrequietezza o irritabilità,
tendenza ad attribuire le difficoltà ad altri, senso di
frustrazione per la mancanza di comprensione da
parte dei sanitari, negazione della gravità dell’abuso
di farmaci o alcoolici
M.Nutrizionale metabolico: mancanza di interesse per
il cibo, acquisto o perdita di peso, anoressia e/o
bulimia
M. Eliminazione: uso frequente di lassativi, diarrea,
flatulenza o sdr colon irritabile, pollachiuria,
concentrazione eccessiva sul modello di eliminazione
Disurbi della personalità:
accertamento
M. attività-esercizio: riduzione del livello energetico,
eccesso di attività, descrizione dettagliata delle
attività fisiche, senso di ritiro o isolamento, difficoltà
a rilassarsi ed intraprendere attività ricreative
M. Riposo-sonno: insonnia, risveglio precoce al
mattino, incubi, sogni straordinariamente vividi, uso o
abuso di sostanze coadiuvanti del sonno, paure
legate al sonno.
M. Cognitivo-percettivo: alterazione dell’immagine
corporea, difficoltà di concentrazione, problemi di
memoria recente, sospettosità o paranoia nei rapporti
con i sanitari, sintomatologia somatica generica,
alterazione della capacità di giudizio sociale.
Disturbi della personalità:
accertamento
M. Percezione di sé-concetto di sé: scarsa autostima, senso di
inutilità o di vuoto, scarsa tolleranza alle frustrazioni, aumento
dell’irritabilità, aumento dell’ansia, senso di impotenza,
disperazione ed incompetenza, valutazione esagerata delle
proprie capacità, distorsione dell’immagine corporea,
ambivalenza rispetto a se stessi,alla capacità decisionale,
confusione dell’identità sessuale
M. di ruolo-relazione: sensazione di non essere compresisostenuti dalle persone amate, distacco rispetto alle persone
amate, tendenza a minimizzare o negare l’importanza dei
rapporti interpersonali, rapporti plurimi, storia di violenza
sessuale o fisica,coinvolgimento eccessivo o estraniazione dalla
famiglia, senso di oppressione dovuto al lavoro o allo studio,
storia di lavori molteplici, senso di adeguatezza e competenza
solo in situazioni lavorative o scolastiche, ritiro sociale, senso di
isolamento, comportamento sospettoso, circospetto, seducente,
irritabile, condiscendente, di controllo, vittima in rapporti
violenti, crisi frequenti nei rapporti interpersonali.
Disturbi della personalità:
accertamento
M. Sessualità-riproduzione: difficoltà in situazioni di intimità,
attività sessuale indiscriminata con più partner
contemporaneamente ed in situazioni rischiose, uso sporadico o
nessun uso di sistemi contraccettivi, soddisfazione scarsa o nulla
nei rapporti sessuali
M. di adattamento, tolleranza allo stress: tensione muscolare
cronica o acuta alla schiena, al collo, alla nuca; scarsa tolleranza
alle frustrazioni, irritabilità cronica, coinvolgimento impulsivo in
attività ad alto rischio, assunzione di sostanze chimiche e
autolesionismo per alleviare lo stress, incapacità di identificare
la condizione di stress ed il modo per affrontarla, pensieri suicidi
frequenti, ritiro sociale alternato a coinvolgimento eccessivo
M. valori-convinzioni: fanatismo religioso o pensieri magici,
percezione di essere superiori o di non avere bisogno della
religione, disperazione, afflizione spirituale, rabbia legata agli
aspetti spirituali, senso di colpa legato ad afflizione spirituale.
Disturbi della
personalità:disturbo borderline
Classe diagnostica di nursing psichiatrico:
alterazione del concetto di sé
Rischio di autolesionismo/atti violenti contro
se stessi e/o gli altri
Ansia
Lutto disfunzionale
Compromissione dell’interazione sociale
Alterazione dell’identità personale
Alterazione dell’autostima
Disturbo borderline di personalità:rischio
di autolesionismo/rischio di atti violenti
Def. E’ uno stato in cui un individuo è a
rischio di compiere su di sé un atto lesivo,
(non per uccidersi) che provoca danno ai
tessuti ed allevi la tensione. Il rischio di atti
violenti si definisce come: “comportamenti
con i quali un individuo dimostra di poter
essere fisicamente, emotivamente e/o
sessualmente pericoloso per sé o per gli altri
Se dovessero manifestarsi idee lesionistiche il
pz cercherà un membro del personale
Il pz non farà del male a sé o ad altri
Disturbo borderline di
personalità: interventi
Stretta osservanza del comportamento del pz
Ottenere dal pz un contratto verbale con il quale si impegna a
cercare qualcuno del personale qualora dovessero sorgere idee
di automutilazione
Controllare gli effetti personali del pz
Se dovessero verificarsi automutilazioni curare il pz senza dare
rinforzo positivo a questo comportamento
Dare la possibilità al pz di verbalizzare i sentimenti di rabbia così
da identificarli e non rivolgerli contro di sé
Spiegare chiaramente al pz aspettative e regole
Quando il pz è tranquillo cercare di individuare insieme gli eventi
che scatenano i comportamenti lesivi
Disturbi dell’alimentazione:
classificazione secondo il DSM IV
Anoressia nervosa: anoressia restrittiva ,
caratterizzata dalla perdita di peso secondaria alla
riduzione drastica dell’assunzione di cibo in
concomitanza con un intenso esercizio fisico;
bulimaressia, caratterizzata da fasi di assunzione
eccessiva di cibo alternata a fasi in cui l’assunzione è
minima
Bulimia nervosa: caratterizzata da fasi di assunzione
eccessiva di cibo che può essere accompagnata da
un senso di mancanza di controllo, vomito auto
indotto, uso di lassativi o diuretici, dieta rigorosa o
digiuno, esercizio fisico intenso allo scopo di impedire
l’accumulo di peso.
Disturbi
dell’alimentazione:accertamento
M.Percezione della salute: incapacità di controllare i sentimenti,
negazione dell’esistenza di problemi di salute anche di fronte
all’evidenza, ipervigilanza rispetto al peso ed alla forma del
proprio corpo, assunzione di alcool caffeina, nicotina o altre
sostanze
M.Nutrizionale metabolico: riduzione della quantità di cibo
assunta, assunzione di quantità eccessive di cibo, azioni
purgative(vomito, esercizio fisico intenso, digiuno), uso di
diuretici purganti pillole dietetiche, conteggio ossessivo delle
calorie, occultamento o accumulo di cibo, frequenti fluttuazioni
di peso, peso inferiore al 15% del peso normale,perdita dei
capelli, cute secca e giallognola
M. Eliminazione: stipsi o diarrea, uso di purganti e diuretici,
ritenzione di liquidi (reazione al purgante), ostruzione intestinale
Disturbi
dell’alimentazione:accertamento
M. attività-esercizio: esercizio compulsivo,
stile di vita sedentaria, alterazione delle usuali
attività quotidiane
M. Riposo-sonno:incapacità di dormire senza
interruzioni
M. Cognitivo-percettivo: difficoltà di
concentrazione, percezione distorta
dell’immagine corporea
Disturbi
dell’alimentazione:accertamento
M. Percezione di sé-concetto di sé : percepire il mangiare come
comportamento problematico, pensiero costantemente rivolto al
cibo,descrizione di se stessi come persone grasse anche se
sottopeso, paura intensa di accumulare peso, senso di colpa e/o
di vergogna, concetto di sé negativo, ossessione rispetto
all’immagine ed all’aspetto, senso di impotenza
M. di ruolo-relazione: sistema familiare iperprotettivo ,
aspettative familiari elevate ed irrealistiche, inversione di ruolo
caratterizzata da senso di responsabilità verso i genitori,
evitamento di rapporti stretti
M. di sessualità riproduzione: anamnesi di amenorrea, atrofia
mammaria, confusione ed ansia rispetto al ruolo sessuale,
promiscuità, sviluppo psicosessuale fortemente ritardato,
riduzione della libido
Disturbi
dell’alimentazione:accertamento
M. di adattamento, tolleranza allo stress:uso
del cibo e dei comportamenti alimentari come
meccanismo di coping, incapacità di
identificare e definire i sentimenti, ansia,
depressione, abuso sessuale o incesto, bassa
stima di sé, uso o abuso di sostanze
M. valori-convinzioni: incapacità di
raggiungere gli obiettivi, convinzione
dell’impossibilità di raggiungere il
perfezionismo, difficoltà a provare fiducia nel
prossimo
Disturbi dell’alimentazione
Classe diagnostica di nursing prsichiatrico:
comportamento autodistruttivo
Nutrizione alterata, inferiore al fabbisogno
dell’organismo
Deficit del volume di liquidi
Coping individuale inefficace
Ansia
Alterazione dell’immagine corporea/
autostima
Disturbi dell’alimentazione: nutrizione alterata,
inferiore al fabbisogno dell’organismo
Def. Lo stato in cui l’assunzione di
nutrienti è insufficiente a soddisfare le
necessità metaboliche
Il pz aumenterà di x kg la settimana
Alla fine del trattamento il pz non
presenterà segni o sintomi di
malnutrizione
Disturbi dell’alimentazione: nutrizione alterata,
inferiore al fabbisogno dell’organismo, interventi
Identificare in collaborazione con il pz e con l’équipe il peso da
raggiungere e stabilire le calorie necessarie a garantire il
corretto apporto nutrizionale
Stabilire il peso da raggiungere e stipulare un contratto con il pz
Spiegare al pz i benefici dell’osservanza ed i rischi della non
osservanza del programma stabilito
Sedere a tavola con il pz durante i pasti per assisterlo e
controllare la quantità di cibo ingerita, alla durata dei pasti
dovrebbe essere posto un limite di tempo
Il pz dovrebbe essere osservato per almeno un’ora dopo i pasti
Accompagnare in bagno il pz
Disturbi dell’alimentazione: nutrizione alterata,
inferiore al fabbisogno dell’organismo, interventi
Monitorare e limitare l’assunzione di liquidi (non più di 500 ml
per volta)
Monitorare parametri vitali, assunzione ed eliminazione
Pesare il,pz ogni giorno utilizzando la stessa bilancia ed una
procedura costante
Perquisire gli indumenti per individuare oggetti che potrebbero
aumentare il peso
Stabilire una gratificazione comportmentale e mentsociale per
ogni comportamento alimentare corretto
Non parlare di cibo con il pz ma rinforzare positivamente i suoi
comportamenti corretti.
Disturbi dell’alimentazione: nutrizione alterata,
inferiore al fabbisogno dell’organismo, interventi
Spiegare al pz che l’obiettivo non è un
aumento di peso immediato, ma un aumento
graduale e regolato così da attenuare l’ansia
relativa all’aumento di peso
Iniziare ad analizzare la paura del pz di
ingrassare man mano che lo stato
nutrizionale comincia a stabilizzarsi.
Perquisire gli effetti personali del pz per
sottrarre purganti, diuretici e farmaci
Esortare il pz a partecipare alla terapia di
gruppo
Disturbi dell’alimentazione: nutrizione alterata,
inferiore al fabbisogno dell’organismo, criteri di
risultato
Il pz ha raggiunto almeno l’85% del
peso atteso e vi si mantiene
Segni vitali, PA ed esami di laboratorio
risultano nella norma
Il pz verbalizza l’importanza di
un’alimentazione adeguata
Disturbi specifici dell’età
Infanzia e adolescenza:Disturbo
autistico, disturbo della condotta,
disturbo da deficit di attenzione ed
iperattività
Vecchiaia:demenza
Disturbo autistico
Caratterizzato dal ritrarsi del bambino in
se stesso ed in un mondo fantastico di
sua creazione. Attività ed interessi sono
ristretti e possono essere considerati
molto bizzarri.
Disturbo autistico
Rischio di autolesionismo
Compromissione dell’interazione sociale
Alterata comunicazione verbale
Disturbi dell’identità personale
Disturbo autistico:compromissione
dell’interazione sociale
Def. Stato in cui un individuo partecipaagli
scambi sociali in maniera quantitativamente
insufficiente o eccessiva e qualitativamente
inefficace
Entro un determinato periodo di tempo il pz
dimostrerà di avere fiducia in un curante
Prima della fine del trattamento il pz
comincerà ad instaurare rapporti con il
curante
Disturbo autistico:compromissione
dell’interazione sociale, interventi
Operare in modo individuale con il bambino così da
instaurare un rapporto di fiducia
Dare al bambino oggetti familiari così da instaurare
fiducia
Trasmettere calore accettazione e disponibilità
quando il pz cerca di soddisfare le sue esigenze
fondamentali
Procedere lentamente senza forzare le interazioni
Sostenere il pz con la propria presenza quando cerca
di interagire con altri nell’ambiente.
Disturbo autistico:compromissione
dell’interazione sociale: criteri di risultato
Il pz comincerà ad interagire con gli altri
Il pz usa il contatto visivo, la mimica
facciale ed altri comportamenti non
verbali
Il pz non si ritrae dal contatto fisico
Fly UP