Presentazione di PowerPoint - Benvenuto nell`istituto comprensivo
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Presentazione di PowerPoint - Benvenuto nell`istituto comprensivo
IL DISTURBO PERVASIVO DELLO SVILUPPO DI COSA PARLIAMO? L’AUTISMO VIENE COSI’ DEFINITO DISTURBO PERVASIVO DELLO SVILUPPO (ICD10:F84.0) DISTURBO GENERALIZZATO DELLO SVILUPPO (DSMIV) DEFINIZIONE DEL DISTURBO • Il Disturbo Pervasivo dello sviluppo (DPS) è una sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo biologicamente determinato, con esordio nei primi tre anni di vita. • Interazione sociale reciproca (capacità di stabilire relazioni con gli altri) • Comunicazione • Comportamento (interessi e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati) • Disabilità “permanente” che accompagna il soggetto nel suo ciclo vitale, anche se le caratteristiche del deficit sociale assumono un’ espressività variabile nel tempo. MECCANISMI EZIOPATOGENETICI • Le cause sono a tutt’oggi sconosciute. • Non è possibile oggi un modello sequenziale etiopatogenetico , comunemente adottato nelle discipline mediche: etiologia -- > anatomia patologica -- > patogenesi -- > sintomatologia • Sindrome definita in termini esclusivamente comportamentali: via finale comune di situazioni patologiche di svariata natura e con diversa etiologia EPIDEMIOLOGIA • Non presenta prevalenze geografiche e/o etniche • Prevalenza genere maschi:femmine = 3(4):1 • Prevalenza casi : 10 casi per 10000 (attualmente autismo sembra essere 3 /4 volte più frequente rispetto a 30 anni fa ) • Il Disturbo Autistico viene riconosciuto come una sindrome a genesi multifattoriale , a forte componente multigenica , nel determinismo della quale concorrono, in misura diversa e variamente intrecciati tra loro , in epoca prenatale e postnatale , agenti costituzionali e ambientali • Le patologie dello spettro autistico determinano gravi disabilità sul versante sociale e permangono per tutta la vita. • Soggetti molto diversi tra loro, con gradi di disabilità sociale e cognitiva estremamente diversificati • Ritardo mentale • Disturbi neurologici • Difficoltà comunicative (espressione e comprensione) • Difficoltà nell’interazione sociale Ritardo Mentale • 50% ritardo mentale grave o gravissimo • 25-30% ritardo mentale lieve e medio • 20% funzionamento cognitivo di tipo borderline o nella norma • Se ne deduce che circa 3 bambini autistici su 4 presentano anche un ritardo mentale. • All’altra estremità della curva di distribuzione del QI (verso i valori più alti) si collocano i casi abitualmente definiti come autismo ad alto funzionamento o sindrome di Asperger (con necessità di DD con disturbi dell’umore, d’ansia, organizzazione patologiche della personalità, etc.). • Nel ritardo mentale le abilità sociali e comunicative sono corrispondenti al livello di sviluppo globale del bambino. • Socievolezza, disponibilità allo scambio relazionale, piacere di essere e di partecipare: presenti in R.M. Incapacità di padroneggiare i codici della comunicazione • Incapacità da parte del soggetto autistico di appropriarsi di quei codici che servono per la comunicazione. • Tali codici si riferiscono non solo al linguaggio verbale, ma anche alla componente posturo-cinetica (posture, sguardo,atteggiamenti mimici, gesti) e alla componente non verbale del linguaggio (intonazione, prosodia, pause) • Il deficit del padroneggiamento dei codici della comunicazione investe sia il versante ricettivo sia quello espressivo: il bambino autistico non riesce a “capire” quello che gli altri vogliono comunicargli e, nello stesso tempo, non riesce a “farsi capire” Modalità di Comportamento, Interessi e Attività Ristretti, Ripetitivi e Stereotipati • Movimenti , gesti e/o azioni che per la loro frequenza e la scarsa aderenza al contesto assumono la caratteristica di comportamenti atipici e bizzarri • Ritualizzazione di alcune abituali routine quotidiane, quali il mangiare, il lavarsi, l’uscire, che devono svolgersi secondo sequenze rigide ed immutabili . • Bisogno di immutabilità e frustrazione in occasione di variazioni (abilità del soggetto nel cogliere anche minime variazioni del set percettivo e le reazioni di profondo disagio quando ciò avviene ) • Povertà di contenuti ideativi, dalla ripetitività di quelli presenti e da una scarsa flessibilità degli schemi mentali che risultano pertanto rigidi, perseveranti e poco modificabili “dall’esterno”. Riassumendo……. • È un disturbo cerebrale complesso che sembra condizionare ed alterare profondamente l’utilizzazione corretta delle informazioni che giungono dall’esterno associata ad altre difficoltà • Molti livelli psicologico-neuro -funzionali sembrano disfunzionali ed incongrui rispetto alle classiche tappe dello sviluppo psicologico • Il soggetto non è in grado di comprendere, distinguere, codificare spontaneamente, oppure utilizzare in modo coerente, le informazioni che gli giungono dall’ambiente. E’ confuso e invaso da un intricato e spesso intollerabile insieme di sensazioni difficilmente gestibili. • Caos sensoriale: gli impedisce di partecipare, relazionarsi, capire, apprendere, avere iniziative ed elaborare i dati conseguenti a queste esperienze come succede normalmente agli altri bambini così da preferire il permanere in un sorta di basso e ripetitivo livello esecutivo e recettivo. PROGNOSI • • • • • • • • Il soggetto cresce con il suo disturbo anche se nuove competenze vengono acquisite con il tempo, “modellate” da e sul disturbo nucleare ed avranno comunque una qualità “autistica”. Fortemente condizionata dal grado di funzionamento cognitivo I bambini che sviluppano il linguaggio entro i 5 anni sembrano avere prognosi migliore, ma occorre ricordare che il linguaggio, sia in comprensione che in produzione, appare anche esso fortemente condizionato dal livello di funzionamento cognitivo. QI di 70 o più (almeno nei test non verbali) non protegge con certezza da uno scarso adattamento sociale in età adulta Nell’ età adulta condizioni di disabilità, con gravi limitazioni nelle autonomie e nella vita sociale 60% - 90% non autosufficienti; possibile assistenza domiciliare o strutture residenziali 15 - 20% è in grado di vivere e lavorare all’interno della comunità, con vari gradi di indipendenza alcune persone con autismo possono arrivare a condurre una vita normale o quasi normale Dopo il sesto anno di vita • il 50% dei casi riesce ad accedere al linguaggio verbale, qualitativamente inadeguato (mancato riconoscimento dell’altro come partner conversazionale, argomenti favoriti) • frequente è l’uso di uso frasi bizzarre, spesso associate in, maniera illogica, ad alcuni eventi (espressioni idiosincratiche) • raramente vengono usati quei gesti e quelle pantomime che solitamente accompagnano il messaggio verbale per arricchirne il significato • sul piano della comprensione del linguaggio, vengono segnalati alcuni deficit molto particolari, quali • incapacità di riconoscere i motti di spirito, i doppi sensi, le metafore …. Ne deriva una comprensione cosiddetta letterale. (Pragmatica: linguaggio in rapporto a scopi, bisogni,intenzioni,ruoli) Adolescenza Periodo di stress e confusione : anche per i soggetti autistici (incapacità di comprendere e comunicare nuove sensazioni psicofisiche e bisogni, problemi di comportamento, maggior sensibilità e coscienza sociale per alcuni - depressione, per esempio diversità dai compagni,mancanza di amici, crisi epilettiche) • L’aumento di un comportamento autistico od aggressivo può essere un modo per esprimere le tensioni e le confusioni nuove • Per alcuni la tristezza che accompagna tale presa di coscienza è una spinta ad imparare nuovi comportamenti: possono fare nuovi progressi e trarre vantaggio da un insegnamento specializzato, adeguato alla loro possibilità, mirato all’acquisizione di competenze sociali e lavorative (presa in carico educativa) • Molti dei comportamenti disadattivi rilevati sembrano assumere una funzione comunicativa: essi, cioè, esprimono , una situazione di forte attivazione emotiva di segno negativo (disagio) o di segno positivo (euforia). → sarà necessario “insegnare”al bambino forme espressive maggiormente congruenti ed esplicite • In tutti i casi, quando i comportamenti disadattivi assumono particolare rilevanza, va presa in considerazione l’opportunità di un trattamento farmacologico E adesso che si fa? Abbiamo detto che • L’Autismo è un disordine dello sviluppo biologicamente determinato che si traduce in un funzionamento mentale atipico che accompagna il soggetto per tutto il suo ciclo vitale. • quindi • La finalità a lungo termine del progetto terapeutico è quella di favorire l’adattamento del soggetto al suo ambiente , il migliore adattamento possibile in rapporto alle specifiche caratteristiche del suo essere autistico. Ciò, al fine di garantire una soddisfacente qualità di vita al soggetto e all’intero sistema famiglia. Ricordando il dr. Micheli Dovremmo • Fare una scelta di mete rilevanti per la persona e realistiche • Individuare obiettivi raggiungibili • Fornire ampie possibilità organizzate di esercizio delle abilità possedute • Operare una verifica costante ed un aggiustamento • Fare un passo alla volta, affrontare una difficoltà alla volta È necessaria una valutazione educativa funzionale • Sintesi di ciò che il soggetto è in grado di fare e di apprendere (risorse più che limiti) (DIFFERENZIARE) • Come funziona il soggetto in un certo contesto (risorse e limiti del contesto) (SUGGERIRE) • Obiettivi realistici di intervento (cosa insegnare,come insegnare) (ORIENTARE) • Permette di verificare gli esiti del lavoro svolto (VALUTARE) • Permette di comunicare tra i diversi referenti (maggiore oggettività dei dati raccolti) Per definire un Programma Educativo Individualizzato Dobbiamo • Definire dei contenuti dell’intervento globale • Definire delle modalità di strutturazione dell’ambiente • Età precoci : sviluppo delle capacità di attenzione, di comunicazione (verbale non verbale), di utilizzo di simboli e di modulazione degli stati emotivi • Età successive : miglioramento dell’interazione sociale, arricchimento della comunicazione funzionale,differenziazione di interessi ed attività L’intervento educativo Dovrà essere finalizzato a favorire nel tempo • Una migliorare interazione sociale e arricchimento della comunicazione • Un ampliamento degli interessi ed una maggiore flessibilità degli schemi di azione • La correzione dei comportamenti disadattivi e lo sviluppo di un soddisfacente adattamento emozionale (controllo degli impulsi, modulazione degli stati emotivi, immagine di sé) • Lo sviluppo di capacità percettive e di esplorazione dell’ambiente • L’emergenza di competenze (sociali, comunicativo-linguistiche, cognitive) che possano favorire il futuro adattamento del soggetto all’ambiente in cui vive (N.B: gli apprendimenti accademici (lettura, scrittura, calcolo), che comunque vanno sollecitati, assumono una valenza abilitativa non di per se stessi, ma per le facilitazioni di tutta una serie di funzioni ad essi associate (attenzione, percezione, controllo motorio, aderenza a specifiche richieste , rinforzo intrinseco) ) • La socializzazione in ambienti interni ed esterni Ricordando che attualmente • ………non esiste un intervento che va bene per tutti i soggetti autistici • non esiste un intervento che va bene per tutte le età • non esiste un intervento che può rispondere a tutte le molteplici esigenze direttamente e indirettamente legate all’Autismo L’EDUCAZIONE STRUTTURATA • si è scoperto che i soggetti con autismo sono favoriti più da un ambiente educativo strutturato piuttosto che da approcci liberi. • La persona con autismo ha necessità di una strutturazione dell'ambiente per orientarsi e per rassicurarsi • È importante sapere esattamente che cosa ci si aspetta da noi in un certo momento e in un certo luogo, che cosa succederà in seguito, e chi sarà presente. Strutturare significa: • Rendere chiara e comunicativa la struttura delle attività e delle richieste • Trasformare le indicazioni verbali e astratte in indicazioni concrete, fatte di arredi, oggetti, materiali; Strutturare significa dare risposta alle domande: • • • • • Cosa devo fare? Dove? Per quanto tempo? Con chi? E dopo? Esempio di strutturazione dell’aula Strutturazione dello spazio. Strutturare lo spazio significa rispondere alla domanda "Dove?" esempio Strutturazione del tempo • Strutturare il tempo significa rispondere alla domanda "Quando? Per quanto tempo?" esempio Strutturazione del materiale di lavoro Strutturare il materiale di lavoro significa rispondere in modo chiaro e concreto alla domanda "Che cosa?" esempi Anelli o dischi da mettere attraverso una fessura in un contenitore sono eccellenti attivita' iniziali di coordinamento oculo-manuale. La fessura orizzontale e' di piu' semplice utilizzo rispetto a quella verticale. Mettere un oggetto in un foro con la stessa forma puo' essere un po' difficoltoso all'inizio per alcuni studenti, per cui in questo esempio si e' provveduto a ad assegnargli un colore distinto per facilitarlo. Il contenitore di legno e' stato nastrato alla scatola di scarpe per una maggiore stabilita' ed inoltre, poiche' alcuni bambini sono abbastanza bassi, ho tagliato un lato della scatola affinche' possano vederci dentro. Le attivita' possono essere realizzate con materiali comuni. L'obbiettivo di questo compito e' che l'alunno tolga il coperchio dal portarullino e poi ponga ciascuno dei due pezzi nella fessura corretta. I coperchi possono essere difficili da rimuovere, per cui essi possono essere parzialmente aperti. esempio Garantire il successo con gli aiuti • l’aiuto risponde in modo chiaro e concreto alla domanda "come?“ • Guida fisica • Indicazione gestuale • Aiuto verbale • Suggerimenti • Prevenzione delle risposte sbagliate • Materiali – stimolo facilitanti Il rinforzo • Il rinforzo risponde in modo chiaro e concreto alla domanda “Perché?” • Infatti può essere difficile per il bambino, all’inizio di un programma educativo, comprendere per quale motivo debba eseguire dei compiti. La generalizzazione • il bambino autistico tende ad associare l’apprendimento con una specifica situazione o un ambiente, mentre ha difficoltà a generalizzare il suo comportamento. • Sarà necessario quindi prevedere una coerenza educativa di tutti i care giver (genitori, insegnanti, terapisti…)