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Le slides della Presentazione Giovani ad Arezzo.
PROVINCIA DI AREZZO ASSESSORATO ALLE POLITICHE GIOVANILI I GIOVANI NELLA PROVINCIA DI AREZZO Venerdì 24 NOVEMBRE 2006 Sala dei Grandi – Provincia di Arezzo, P.zza Libertà 3 Arezzo I GIOVANI NELLA PROVINCIA DI AREZZO La realtà giovanile in provincia di Arezzo I dati della ricerca Marco La Mastra GLI AUTORI E LE COLLABORAZIONI Giovanni Ralli Silvia Barbiera Lorenza Caon Marco La Mastra FINALITA’ 1. descrivere la realtà vissuta dai giovani aretini, interpretarne i bisogni e fornire un contributo alle politiche sociali e giovanili degli enti del territorio, attraverso anche il rilevamento della conoscenza, della fruizione e della valutazione di alcuni servizi; 2. monitorare la condizione giovanile, cercando di rilevare gli atteggiamenti e i modi di pensare delle nuove generazioni, cercando dove possibile di contestualizzarli rispetto a quanto emerso nelle analoghe rilevazioni condotte in Toscana da IARD nel 1999 e nel 2003; 3. analizzare le aree tematiche quali la transizione verso i ruoli adulti, i valori e gli orientamenti al futuro, le scelte scolastiche e le strategie occupazionali, la partecipazione e l’identità collettiva, la cultura e il tempo libero, l’area del rischio e della trasgressione, i rapporti con i genitori e con gli amici; 4. indagare sfere quali il mondo associativo, la creatività e l’impegno giovanile, con l’idea di sviluppare nuovi spazi e nuovi canali privilegiati di comunicazione e dialogo tra gli attori di questa analisi e quanti si occupano di loro. METODOLOGIA Il metodo di campionamento Campione: 200 giovani residenti nella provincia di Arezzo di età tra i 19 e i 25 anni. Variabili di stratificazione: l’anno di nascita, il sesso, il comune e la zona di residenza. I nominativi dei giovani da intervistare sono stati estratti casualmente dalle liste anagrafiche di ciascun comune campionato. Lo strumento di rilevazione Questionario strutturato, costruito sulla base di quello utilizzato dall’Istituto IARD nella seconda indagine sulla condizione dei giovani toscani, e modificato con la consulenza dello stesso Istituto. Le domande contenute sono in totale 64. La somministrazione del questionario La somministrazione dei questionari è stata “diretta personale” ed è avvenuta nei mesi di giugno, luglio e settembre 2005, presso i domicili degli intervistati o, su esplicita richiesta di questi, presso altre sedi. L’equipe di rilevazione era composta da 2 giovani intervistatori residenti nella provincia di Arezzo, L’attività di indagine di campo è stata organizzata e gestita da Focus Marketing. L’ universo di riferimento è stato costituito da una lista di 1.041 nominativi di cui: 200 sono stati intervistati - 525 non si sono dichiarati disponibili – 316 irreperibili INDICE 1. Il lento passaggio all’età adulta 2. I percorsi dell’istruzione e dell’occupazione 3. La permanenza nella famiglia d’origine 4. Tempo libero e vita associativa 5. Sfera pubblica e privata 6. La percezione della Provincia di Arezzo 7. Una lettura trasversale dei risultati dell’indagine e delle possibili ricadute sulle politiche giovanili a livello provinciale Il lento passaggio all’età adulta Tra i principali fattori che, direttamente o indirettamente, possono collegarsi all’allungamento dei tempi di transizione ci sono : a. l’aumento della permanenza all’interno del circuito scolastico, b. un mercato del lavoro poco disponibile ad agevolare i nuovi ingressi, c. lo scarso orientamento del welfare a favorire la formazione di nuovi nuclei familiari d. il cambiamento di relazione che è intervenuto all’interno delle famiglie tra genitori e figli La transizione all’età adulta viene analizzata considerando cinque tappe di passaggio: 1. uscita dal circuito scolastico; 2. entrata nel mondo del lavoro in una posizione relativamente stabile; 3. uscita definitiva dalla casa dei genitori; 4. inizio di una convivenza – sancita o meno dal matrimonio – con un partner; 5. nascita di un figlio. Il numero delle tappe di transizione ai ruoli adulti superate Tappe di Passaggio Età (21-24) Nessuna tappa superata Toscana (1999) 43,4 Toscana (2002) 40,8 Arezzo (2005) 68,3 1-2 tappe superate Toscana (1999) 53,9 Toscana (2002) 51,9 Arezzo (2005) 31,6 3-5 tappe superate Toscana (1999) 2,7 Toscana (2002) 7,3 Arezzo (2005) 0,0 I giovani aretini si caratterizzano per alcune peculiarità: - la percentuale di studenti che vivono con i genitori è maggiore nella provincia rispetto al dato regionale; - il gruppo dei lavoratori che permangono in coabitazione con la famiglia d’origine mostra una incidenza superiore; - per la quasi totalità degli aretini non si prevede che il processo possa essere concluso in tempi brevi, poiché la percentuale di coloro che lo hanno intrapreso è inferiore rispetto ai coetanei toscani. Il lento passaggio all’età adulta 2 Uno degli elementi caratterizzanti la popolazione giovanile aretina è il numero di coloro che, pur lavorando, rimangono in casa con i propri genitori. Così come per il resto della regione, sono in prevalenza maschi, appartenenti a famiglie con un background culturale non particolarmente elevato (nel 58,1% dei casi i genitori non hanno conseguito il diploma di scuola superiore). Questa prolungata permanenza è dovuta a necessità o è una scelta ??? Mentre per gli studenti, o i giovani che faticano a trovare un’occupazione, il permanere con i genitori sembra essere condizione imprescindibile, per coloro che sono già entrati stabilmente nel mercato del lavoro le cause appaiono, infatti, molto meno evidenti. Con quanto guadagna, Lei potrebbe vivere per conto suo? Per quale motivo vive con la sua famiglia d'origine? - 1° priorità STO BENE COSÌ, CONSERVO COMUNQUE LA MIA LIBERTÀ SONO ANCORA TROPPO GIOVANE PER LASCIARE LA CASA DEI MIEI GENITORI NON POTREI MANTENERMI AUTONOMAMENTE NON TROVO UN LAVORO STABILE STO ANCORA STUDIANDO LA MIA FAMIGLIA HA BISOGNO DI ME ASPETTO DI SPOSARMI NON HO TROVATO UN AMICO/A CON CUI ANDARE AD ABITARE I MIEI GENITORI SI DISPIACEREBBERO SE ME NE ANDASSI NON HO TROVATO IL RAGAZZO/A CON CUI ANDARE A CONVIVERE/SPOSARMI Totale complessivo SI 48,3% 17,2% 10,3% 10,3% 3,4% 3,4% 3,4% 3,4% 0,0% 0,0% 100,0% ……e tra 5 anni ??? 45) Tra gli eventi che sono elencati ci può indicare quali le sono già accaduti e quali prevede che Le possano accadere nei prossimi 5 anni? - Valori Percentuali di riga Finire gli studi Trovare un lavoro stabile Andare a vivere per conto proprio (lasciare la famiglia di origine) Si sposerà/andrà a convivere Avere dei figli Situazione già concretizzata 31,5% 20,5% Situazione da concretizzare nei prossimi 5 anni 61,0% 45,0% Situazione che non verrà concretizzata nei prossimi 5 anni 4,5% 21,5% Non so, non posso prevedere 3,0% 13,0% Totale 100,0% 100,0% 47,7% 32,7% 19,6% 100,0% 19,0% 9,5% 45,0% 59,0% 36,0% 31,5% 100,0% 100,0% La popolazione giovanile aretina esprime una certa difficoltà a prefigurare i propri percorsi futuri: poiché le previsioni coprono l’arco temporale del quinquennio successivo al momento dell’intervista, nella percezione di questi giovani gli eventi ora elencati hanno scarsa probabilità di verificarsi entro i 25-30 anni. La famiglia “lunga” La permanenza prolungata in famiglia trae origine non solo da fattori strutturali, ma determinanti appaiono anche quelli culturali, il clima familiare sereno e accogliente, il grado elevato di libertà di cui i giovani godono e le richieste assai limitate di collaborare alle attività domestiche e alle spese familiari, nel caso in cui abbiano un proprio reddito. La vita indipendente richiederebbe dei sacrifici e la rinuncia ai vantaggi conseguenti all’appoggio economico dei genitori: ne deriva probabilmente che i costi del raggiungimento dell’autonomia vengano valutati superiori ai benefici. In generale le ragazze, molto probabilmente sottoposte ad un controllo familiare maggiore, prolungano la loro permanenza all’interno del nucleo originario per motivi legati al lungo percorso di studio intrapreso, posticipando il raggiungimento dell’autonomia: esse sembrano infatti soffrire, in misura maggiore rispetto ai maschi, della mancanza di libertà, ed allo stesso tempo si considerano già sufficientemente adulte per poter vivere da sole. Tempo libero I ragazzi della provincia di Arezzo sembrano avere a disposizione, durante i giorni feriali, diverse ore libere da impegni scolastici o lavorativi, dato che il 44,5% dichiara che riesce a ritagliarsi almeno cinque ore per le proprie attività e che una minoranza (13,5%) dispone di meno di due ore al giorno. Le ragazze mediamente hanno una quantità inferiore di tempo libero e, conseguentemente, una percentuale maggiore rispetto agli uomini lo considera quantitativamente scarso. I giovani e il tempo libero: quanto ne hanno e come le considerano Quantità tempo libero Lo considera …. Meno di 2 ore 3-4 ore al giorno 5-6 ore al giorno Oltre 6 ore al giorno Totale Scarso Adeguato Eccessivo Totale complessivo 59,3% 40,7% 0,0% 100,0% 17,9% 82,1% 0,0% 100,0% 15,1% 81,1% 3,8% 100,0% 0,0% 69,4% 30,6% 100,0% 19,5% 74,0% 6,5% 100,0% Dove si incontrano Nel tempo libero i giovani aretini si incontrano preferibilmente all’esterno delle mura domestiche soprattutto nei bar, o in altri locali pubblici (49,5%); pure la strada, la piazza o il giardino pubblico sono considerati luoghi di ritrovo comuni (28,1%). Anche se in misura molto minore (15,3%) la casa è uno spazio che si apre alla cerchia di amici dei figli venendo a rappresentare un ambito di incontro e di socializzazione. Perdono sempre più la funzione di luogo aggregante la parrocchia (2,6%) e i punti di incontro a carattere più strutturato quali il circolo/centro sociale (2%). Irrilevante il dato dei giovani del nostro campione che si ritrovano all’interno dei centri commerciali (0,5%). Dove vi incontrate in un bar o altri locali in strada, in piazza o nei giardini in casa di uno di noi in parrocchia in un Circolo/Centro sociale in altri luoghi in un centro commerciale Totale complessivo ARETINA 37,8% 36,5% 20,3% 1,4% 2,7% 1,4% 100,0% CASENTINO 77,3% 13,6% 9,1% 100,0% Zona residenza VALDARNO VALDICHIANA 54,0% 59,4% 18,0% 25,0% 14,0% 9,4% 6,0% 6,0% 3,1% 2,0% 3,1% 100,0% 100,0% VALTIBERINA 33,3% 44,4% 16,7% 5,6% 100,0% Totale 49,5% 28,1% 15,3% 2,6% 2,0% 2,0% 0,5% 100,0% Partecipazione Coloro che partecipano ad almeno una associazione sono quasi uno su due (43%), anche se la quota dei non associati è comunque maggioritaria: il 39,5% ha in passato partecipato attivamente, ma oggi non più. Si registra un’elevata intensità del coinvolgimento nelle attività, che dimostra un consistente investimento in termini di tempo ed energie individuali: la maggior parte degli intervistati partecipa agli incontri una o più volte a settimana (oltre nove intervistati su dieci). ASSOCIAZIONI/GRUPPI Associazioni sportive (di praticanti) Associazioni di volontariato sociale e assistenziale Club di tifosi Associazioni culturali Gruppi parrocchiali Org. per la difesa dei diritti dell’uomo o di soccorso umanitario (Amnesty, Emergency, Croce Rossa) 1 Ho partecipato in Attualmente passato ma non Non ho mai partecipo attualmente partecipato Totale 18,5% 47,0% 34,5% 100,0% % principale su quelle partecipate 97,3% 10,0% 9,5% 7,0% 6,0% 14,0% 9,5% 22,0% 23,0% 76,0% 81,0% 71,0% 71,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 40,0% 57,9% 50,0% 66,7% 4,5% 8,5% 87,0% 100,0% 44,4% Associazioni/movimenti religiosi (Azione Cattolica, Comunione e Liber.…) Partiti, movimenti politici, sindacati 4,0% 3,0% 10,0% 6,0% 86,0% 91,0% 100,0% 100,0% 37,5% 100,0% Organizzazioni per la tutela dell’ambiente (WWF, Lipu, Greenpeace..) Gruppi scout 1,5% 1,0% 3,5% 9,5% 95,0% 89,5% 100,0% 100,0% 33,3% 100,0% Le motivazioni • La modalità di risposta prevalente è il desiderio di farsi nuovi amici (47,1%), testimoniando il forte potenziale di socializzazione attribuito ai gruppi formali. • In seconda istanza emerge il bisogno di incidere concretamente e positivamente nella società, volendo fare qualcosa per gli altri e per la comunità (42,4%): a rafforzare questa motivazione si pone anche la terza risposta che esprime il desiderio di “cambiare la società”, espressa da più di un intervistato su cinque. • Rilevante è anche la percentuale di coloro che partecipano per migliorare le proprie conoscenze e incontrare persone qualificate, mettendo in luce anche la funzione, che attualmente svolgono alcune organizzazioni, di luogo di apprendistato per una futura professione, sostituendosi ad altre realtà nel ruolo di mediazione nell’accesso al mondo del lavoro. Le motivazioni Confrontando i dati rispetto al genere, si evince che solitamente le ragazze sono spinte verso tale impegno dal desiderio di promuovere il cambiamento della società e, quindi, partecipano più frequentemente all’attività di associazioni in cui prevalgono i valori della solidarietà, mentre gli uomini sono maggiormente attenti alla sfera personale e si rivolgono ad organizzazioni che permettono un percorso di autorealizzazione e favoriscono momenti di relazionalità. MOTIVAZIONI PRINCIPALI - 1° PRIORITA' Voglia di fare qualcosa per gli altri e per la comunità Farsi nuovi amici Partecipare al cambiamento della società Per migliorare le mie conoscenze professionali e culturali Possibilità d'incontrare gente qualificata Amore per lo sport/tenersi in forma Altro Ottenere un riconoscimento sociale Totale complessivo F M Totale 38,5% 37,3% 37,6% 23,1% 37,3% 32,9% 19,2% 5,1% 9,4% 11,5% 6,8% 8,2% 3,8% 6,8% 5,9% 3,8% 5,1% 4,7% 0,0% 1,7% 1,2% 0,0% 0,0% 0,0% 100,0% 100,0% 100,0% I motivi del “non impegno” Il 57% del campione attualmente non partecipa a nessuna associazione, ed in particolare il 17% di questi non lo ha fatto neppure in passato. Ci potrebbe dire perché ha deciso di non impegnarsi o di interrompe ? Perché ho preferito dedicare il mio tempo ad altre attività Perché avevo timore che l'impegno fosse troppo grosso per me Perché non avevo nessuno che mi aiutasse ad inserirmi in in una organizzazione Perché il volontariato non fa per me Perché non avevo sapevo come fare a contattare un un gruppo di volontariato Perché nessuno dei miei amici fa volontariato Perché tali attività non servono a cambiare realmente lo stato delle cose Non credo nelle organizzazioni di volontariato somma due proirità 55,3% 36,5% 12,9% 11,8% 9,4% 8,2% 5,9% 2,4% - il volontariato viene considerato una modalità troppo vincolante in termini di investimento di risorse personali - si considera difficile accedere alle organizzazioni. Fiducia nelle istituzioni Per ciascuna di queste istituzioni, Lei dovrebbe dirmi se ha fiducia in essa ed in che misura. Molta/Abbastanza Scienziati Sacerdoti Insegnanti Magistrati Forze ordine ONU Unione Europea Governo Amm. Provinciale Amm. Comunali Industriali Sindacalisti 91,0% 36,7% 63,3% 58,8% 67,3% 64,3% 57,3% 14,6% 68,3% 42,2% 51,8% 34,2% Poca/per niente Non so 8,5% 61,8% 35,2% 39,2% 32,2% 35,2% 42,2% 84,9% 28,1% 55,3% 44,7% 61,3% 0,5% 1,5% 1,5% 2,0% 0,5% 0,5% 0,5% 0,5% 3,5% 2,5% 3,5% 4,5% Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% Fiducia nelle istituzioni 2 Rispetto all’indagine toscana, emerge un affidamento maggiore da parte dei giovani aretini verso molte istituzioni. Categorie Scienziati Amministrazione Provinciale Forze ordine ONU Insegnanti Magistrati UE Industriali Amministrazioni Comunali Sacerdoti Sindacalisti Governo Toscana Arezzo 2002 2005 88,2 91,0 68,3 66,3 67,3 62,6 64,3 68,6 63,3 53,4 58,8 65,8 57,3 38,7 51,8 39,2 42,2 46,9 36,7 29,2 34,2 18,7 14,6 Interesse per la politica Sembra che questi ultimi siano in una fase di studio della politica e che non abbiamo ancora assunto in merito delle decisioni definitive. Mi considero politicamente impegnato Mi tengo al corrente della politica, ma senza parteciparci personalmente La politica è importante, ma non mi ci sento portato La politica non mi interessa/ mi lascia indifferente Totale complessivo F M Totale 4,1% 4,9% 4,5% 59,2% 53,9% 56,5% 25,5% 30,4% 28,0% 11,2% 10,8% 11,0% 100,0% 100,0% 100,0% Il confronto con la situazione regionale evidenzia come i giovani aretini esprimano mediamente una maggiore propensione a interessarsene: rispetto ai toscani nel loro complesso, sembrano più inclini a tenersi informati sui temi politici, pur senza un impegno concreto (+6 punti percentuali). Il disgusto per la politica appare invece più diffuso fra i giovani a livello regionale (+7 punti percentuali). Appartenenza territoriale 1. 2. 3. Si evidenzia un certo “localismo”: oltre sei su dieci si sentono fortemente legati al luogo in cui vivono e messi di fronte alla possibilità di una scelta, preferirebbero continuare a risiedere nel proprio comune. Questa affermazione appare rafforzata dal fatto che un’ulteriore quota del 12,5% (ottenuta sommando chi sceglierebbe un altro comune aretino o, al massimo, toscano) si identifica con un contesto geografico che ha i suoi confini all’interno della Toscana. Considerando queste voci come parte di un unico indicatore, possiamo affermare che tre giovani su quattro esprimono un sentimento di benessere vivendo nella regione, e il radicamento, che da questo deriva, è più diffuso tra i maschi che non tra le femmine. Va comunque evidenziato che un giovane su cinque, ed è la seconda entità territoriale scelta, pone la propria attenzione verso realtà più ampie e lontane, quali Nazioni diverse dall’Italia; questi ragazzi si dirigerebbero fuori dai confini nazionali, testimoniando forte spirito di iniziativa, che potrebbe nascondere anche la volontà di svincolarsi dal nucleo originario Zona residenza Nel comune dove vive Se potesse scegliere preferirebbe vivere? In un’altro comune In un’altra In un’altra della stessa Provincia Regione provincia toscana d’Italia In un altro Totale Stato complessivo ARETINA CASENTINO VALDARNO VALDICHIANA VALTIBERINA 63,2% 63,6% 51,9% 75,0% 61,1% 7,9% 9,1% 5,8% 0,0% 0,0% 5,3% 4,5% 13,5% 3,1% 5,6% 5,3% 9,1% 7,7% 0,0% 11,1% 18,4% 13,6% 21,2% 21,9% 22,2% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% Totale complessivo 62,0% 5,5% 7,0% 6,0% 19,5% 100,0% Vivere in provincia di Arezzo Per quel che riguarda i principali aspetti del vivere nella provincia di Arezzo, emerge un livello medio di soddisfazione. Notiamo che il benessere economico vede il favore della gran parte dei rispondenti, ma anche le qualità dell’ambiente (84,8%) e la sicurezza sociale (73,2%) sono molto apprezzate. Pur ricevendo una sostanziale approvazione, la presenza di attività commerciali e la qualità delle strutture scolastiche sono aspetti che riscuotono minor assenso (rispettivamente 63,6% e 52,5%) tra quelli che vengono giudicati positivamente da almeno la metà del campione. La soddisfazione generale è mitigata dai timori legati al proprio futuro (l’ingresso nel mondo del lavoro e l’offerta di formazione) e dal giudizio espresso nei confronti del funzionamento dei servizi pubblici. I giovani non sono completamente soddisfatti dalle possibilità di svago e di divertimento e da alcune peculiarità della società che li circonda, quali la mentalità della popolazione e la mancanza di solidarietà tra le persone. Nel complesso, analizzando brevemente questo indice, i più soddisfatti risultano essere i maschi, coloro che abitano nelle Zone Casentino, Valdarno e Valdichiana e, logicamente, coloro che desiderano continuare ad abitare nel luogo dove attualmente risiedono. La Provincia di Arezzo vorrebbe raccogliere più spesso il parere dei giovani. Quale pensa possa essere il modo migliore? sommando tre priorità Creare iniziative (concerti, spettacoli,....) che contengano spazi di confronto Utilizzare le scuole/università come fonte di informazioni per il mondo giovanile Utilizzare servizi frequentati dai giovani (informagiovani, CIAF,......) Utilizzare il sito web Organizzare incontri periodici tra i giovani e gli amministratori Creare spazi appositi nei quotidiani Utilizzare la radio e la televisione 66,2% 55,6% 54,0% 35,9% 33,3% 20,2% 16,2% Quali iniziative dalla Provincia di Arezzo 1° priorità Somma tre priorità Creare spazi dedicati ai giovani (per attività di relazione, sport, svago) 22,5% 46,0% Aumentare l’offerta di corsi di formazione professionale Finanziare progetti per favorire un ruolo attivo dei giovani rispetto alle tematiche/iniziative che li riguardano Aumentare le possibilità di stage presso enti e aziende Promuovere l’imprenditoria giovanile Sostenere giovani gruppi musicali Sostenere i gruppi e le associazioni di giovani Contrastare fenomeni di “bullismo” e violenza giovanile Aiutare i giovani nella ricerca di una propria abitazione Organizzare eventi musicali Offrire opportunità di partecipazione al servizio civile volontario Totale complessivo 17,5% 43,0% 16,0% 45,5% 14,5% 11,5% 4,5% 4,5% 3,0% 3,0% 2,5% 0,5% 100,0% 41,5% 38,5% 9,5% 17,5% 16,5% 16,0% 18,0% 7,0% Secondo il suo parere, in futuro, la Provincia di Arezzo quali iniziative dovrebbe intraprendere per i giovani? Nella Zona Aretina e in Valtiberina è particolarmente sentita la mancanza di spazi dedicati ai giovani, mentre in Valdarno e in Casentino tale esigenza è marginale rispetto a quella di servizi per lo sviluppo di iniziative economiche o per la crescita professionale (stage e corsi di formazione). In sintesi …..