Corso di Alta Formazione Universitaria “Integrazione Socio
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Corso di Alta Formazione Universitaria “Integrazione Socio-sanitaria” I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale Prof. Dr. Antonio MAGI Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” PREMESSA OMS - 1978 primary healtH care dichiarazione di alma ata • L’assistenza sanitaria di base è quella assistenza sanitaria essenziale, fondata su metodi pratici e tecnologie appropriate, scientificamente valide e socialmente accettabili, resa universalmente accessibile agli individui e alle famiglie nella collettività, attraverso la loro piena partecipazione, a un costo che la collettività e i paesi possono permettersi ad ogni stadio del loro sviluppo nello spirito di responsabilità e di autodeterminazione………. • ………L’assistenza sanitaria di base fa parte integrante sia del sistema sanitario nazionale, di cui è il perno e il punto focale, sia dello sviluppo economico e sociale globale della collettività. E’ il primo livello attraverso il quale gli individui, le famiglie e la collettività entrano in contatto con il sistema sanitario nazionale, avvicinando il più possibile l’assistenza sanitaria ai luoghi dove le persone vivono e lavorano, e costituisce il primo elemento di un processo continuo di protezione sanitaria. OMS - 1978 primary healtH care dichiarazione di alma ata RIFLESSIONI •Erano già chiare nell’ormai lontano 1978 le caratteristiche del servizio di assistenza sanitaria primaria e le esigenze alle quali i servizi avrebbero dovuto rispondere con riferimento sia alla parte sanitaria sia al concetto ben più ampio di sviluppo economico e sociale. •In quella dichiarazione c’era un’impronta forte che richiamava l’esigenza di un’offerta sanitaria improntata su servizi diversi da quelli ospedalieri, tradizionalmente di attesa, e che vedeva nel processo di avvicinamento al cittadino, quindi all’assistenza domiciliare oppure presso strutture di maggiore prossimità alternative a quelle ospedaliere in luoghi idonei (appropriati), dove garantire la prevenzione, l’assistenza e le cure necessarie. OMS - 1986 carta di ottawa sulla promozione della salute • “ Attivare un processo che mette in grado le persone e le comunità di avere un maggior controllo sulla propria salute e di migliorarla”. • “ Riorientare i servizi sanitari, al fine di creare sistemi centrati sui bisogni della popolazione e creare una reale partnership tra i servizi e con gli utenti, la persona diventa più importante della malattia e diventa co-artefice della sua cura/assistenza”. Il nuovo orientamento dei servizi sanitari si sintetizza nello spostamento dal concetto di “malattia” a quello di “salute”. In tale ottica, le organizzazioni sanitarie devono passare dalla frammentarietà delle specializzazioni alla globalità dell’approccio, per garantire la continuità assistenziale tra le diverse componenti della comunità. OMS - 2008 “The World Health Report - Primary Health Care – Now more than ever“ • Il rapporto dell’OMS rivisita la visione delle cure sanitarie primarie come un insieme di valori e principi per guidare lo sviluppo dei sistemi sanitari, sottolineando come, in estrema sintesi, le cure primarie costituiscono l’Hub attraverso il quale gli individui vengono “guidati nell’intero servizio sanitario e garantiscono la continuità longitudinale delle cure”. OMS - 2008 “The World Health Report - Primary Health Care – Now more than ever“ • Alla definizione segue la raffigurazione dei quattro elementi che compongono la nuova visione di Primary Health Care: Riforme dell’Universalità della Copertura: migliorare l’equità Riforma dell’erogazione dei servizi: Sistemi centrati sulla persona Riforma della leadership: per rendere le autorità sanitarie più affidabili Riforma della politica pubblica: promuovere e proteggere la salute della comunità Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” NORMATIVA DI RIFERIMENTO normativa nazionale di riferimento • Legge n. 833 del 23.12.1978 • Decreto Legislativo n. 502 del 30.12.1992 • D.P.R. 1.3.1994 “Approvazione del Piano Sanitario Nazionale 1994-96” • Legge n. 419 del 30.11.1998 • D.P.R.23.7.1998 “Approvazione del Piano Sanitario Nazionale 1998-2000 • Decreto legislativo n. 229 del 19.6.1999 • Proposta di Piano sanitario nazionale 2001-2003 “Dalla Sanità alla Salute” • Piano sanitario nazionale 2003-2005 • Piano sanitario nazionale 2006-2008 normativa nazionale di riferimento Legge n. 833 del 23.12.1978 Articolo n. 10 “Sulla base dei criteri stabiliti con legge regionale, i comuni singoli o associati, o le comunità montane articolano le unità sanitarie locali in distretti sanitari di base, quali strutture tecnico-funzionali per l’erogazione dei servizi, di primo livello e di pronto intervento”. normativa nazionale di riferimento Legge n. 833 del 23.12.1978 Articolo n. 11 “Alle Regioni viene richiesto di esercitare le funzioni di assistenza sanitaria ed ospedaliera nel rispetto dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi dello Stato.” normativa nazionale di riferimento Risultato L’ idea di avvicinare l’organizzazione sanitaria ai reali bisogni dei cittadini attraverso i Distretti inizia a farsi strada nel dibattito culturale della sanità italiana e trova la sua prima collocazione normativa nella L. 833/78 ma la scarsa autonomia assegnata ai Distretti e la debolezza dei contenuti legislativi, di fatto, ha impedito la loro reale istituzione, con poche eccezioni. normativa nazionale di riferimento 12 anni dopo… normativa nazionale di riferimento Decreto Legislativo n. 502 del 30.12.1992 Articolo n. 2 “Spettano alle Regioni e alle Provincie Autonome, nel rispetto dei principi stabiliti dalle leggi nazionali, le funzioni legislative ed amministrative in materia di assistenza sanitaria ed ospedaliera”. normativa nazionale di riferimento Decreto Legislativo n. 502 del 30.12.1992 Articolo n. 3 “Le regioni disciplinano, entro il 31.3.1994 nell’ambito della propria competenza, le modalità organizzative e il funzionamento delle USL prevedendo tra l’altro: l’articolazione delle Unità Sanitarie Locali in Distretti”. normativa nazionale di riferimento Decreto Legislativo n. 502 del 30.12.1992 Il Distretto deve quindi assicurare i servizi di assistenza primaria relativi alle attività sanitarie e sociosanitarie nonché il coordinamento delle proprie attività con quella dei dipartimenti e dei servizi aziendali, inclusi i presidi ospedalieri. normativa nazionale di riferimento Decreto Legislativo n. 502 del 30.12.1992 Nasce quindi una delle tre “colonne” del Sistema Sanitario Nazionale: -Ospedale, -Distretto - Dipartimento di Prevenzione. normativa nazionale di riferimento Risultato I Distretti sono individuati quindi come autentiche “Articolazioni delle Unità Sanitarie Locali” e più in particolare come una delle tre Colonne del Sistema Sanitario Nazionale. Anche questa volta, però, la genericità del disposto normativo ha limitato lo sviluppo dei Distretti ad una semplice istituzione formale. normativa nazionale di riferimento Piano Sanitario Nazionale 1998 – 2000 Vengono individuate tre principali funzioni del Distretto: -Governo ed organizzazione dei servizi di assistenza sanitaria territoriale; -Integrazione dei servizi di assistenza sanitaria territoriale; -Punto di riferimento del cittadino per la risposta ai bisogni di salute, per ricondurre l’assistenza distrettuale ad un unitario “livello di assistenza” normativa nazionale di riferimento 7 anni dopo…… normativa nazionale di riferimento Decreto legislativo n. 229 del 19.6.1999 Articolo 3-quater comma 2 Il Distretto assicura i servizi di assistenza primaria relativi alle attività sanitarie e sociosanitarie………Al Distretto sono attribuite risorse definite in rapporto agli obiettivi di salute della popolazione di riferimento. Nell’ambito delle risorse assegnate, il Distretto è dotato di autonomia economico-finanziaria, con contabilità separata. normativa nazionale di riferimento Decreto legislativo n. 229 del 19.6.1999 Art. 3-quater, comma 3 Il Distretto definisce il “Programma delle attività territoriali” coi Sindaci. normativa nazionale di riferimento Decreto legislativo n. 229 del 19.6.1999 Art. 3-quinquies Il Distretto ha assegnate “funzioni e risorse” normativa nazionale di riferimento Decreto legislativo n. 229 del 19.6.1999 Art. 3-sexies Il Distretto è governato da un “Direttore di Distretto” (art. 3-sexies). normativa nazionale di riferimento Decreto legislativo n. 229 del 19.6.1999 Art. 3-septies Il Distretto garantisce la piena “integrazione sociosanitaria” normativa nazionale di riferimento Conclusioni Il Distretto viene dotato finalmente di una sua forte connotazione economico-organizzativa. normativa nazionale di riferimento Evoluzione federalista della sanità evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Negli anni successivi alla Riforma Ter, l’avvio dei processi devolutivi regionali derivanti dalla modifica al titolo V della Costituzione ha favorito una forte diversificazione nelle organizzazioni sanitarie delle Regioni. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa • Accordo Stato e Regioni dell’8 Agosto 2001: Piena autonomia delle Regioni nel settore della organizzazione sanitaria e responsabilità sul contenimento della spesa • Legge Costituzionale n. 3 del 18 Ottobre 2001 recante “Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione” varata dal Parlamento l’8.3.2001 e approvata con referendum confermativo il 7.10.2001” evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Conclusioni I Distretti sono rimasti sempre presenti nelle organizzazioni sanitarie regionali, finendo col divenire la migliore soluzione organizzativa per i nuovi modelli territoriali di gestione in rete delle malattie croniche evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa D.P.C.M. 29 novembre 2001 “Definizione dei livelli essenziali di assistenza (LEA)” Allegato 1: “la classificazione dei livelli e le prestazioni di assistenza sanitaria garantite dal servizio sanitario nazionale in quanto riconducibili ai cosiddetti Livelli Essenziali di Assistenza, suddivisi in tre categorie”: 1. Assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro ( poi modificata in Prevenzione collettiva e sanità pubblica con il D.P.C.M. dell’aprile 2008) 2. Assistenza Distrettuale 3. Assistenza Ospedaliera evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa D.P.C.M. 29 novembre 2001 “Definizione dei livelli essenziali di assistenza (LEA)” A. Assistenza sanitaria di base - medicina di base in forma ambulatoriale e domiciliare - continuità assistenziale notturna e festiva - guardia medica turistica (su determinazione della Regione) evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa D.P.C.M. 29 novembre 2001 “Definizione dei livelli essenziali di assistenza (LEA)” B. Attività di emergenza sanitaria territoriale C. Assistenza farmaceutica erogata attraverso le farmacie territoriali D. Assistenza integrativa E. Assistenza specialistica ambulatoriale F. Assistenza protesica - fornitura di protesi e ausili a favore di disabili fisici, psichici e sensoriali evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa D.P.C.M. 29 novembre 2001 “Definizione dei livelli essenziali di assistenza (LEA)” G. Assistenza territoriale ambulatoriale e domiciliare - assistenza programmata a domicilio (assistenza domiciliare integrata, assistenza programmata domiciliare comprese le varie forme di assistenza infermieristica territoriale) - attività sanitaria e sociosanitaria rivolta alle donne, alle coppie e alle famiglie a tutela della maternità, per la procreazione responsabile e - l'interruzione della gravidanza - attività sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone con problemi psichiatrici e alle loro famiglie - attività riabilitativa sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone con disabilità fisica, psichica e sensoriale evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa D.P.C.M. 29 novembre 2001 “Definizione dei livelli essenziali di assistenza (LEA)” G. Assistenza territoriale ambulatoriale e domiciliare (Continua) - attività sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone dipendenti da sostanze stupefacenti o psicotrope o da alcool - attività sanitaria e sociosanitaria rivolta a pazienti nella fase terminale - attività sanitaria e sociosanitaria ricolta alle persone con infezione da HIV H. Assistenza territoriale residenziale e semi-residenziale I. Assistenza termale evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Piano Sanitario Nazionale 2003-2005 Richiede la realizzazione di un sistema assistenziale territoriale avente quale punto di avvio la valorizzazione della medicina primaria, individuando in particolare due progetti prioritari: - promuovere il territorio quale sede primaria di assistenza e governo dei percorsi sanitari e sociosanitari; - promuovere una rete integrata di servizi sanitari e sociali per l'assistenza ai malati cronici, agli anziani e ai disabili. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Intesa Stato-Regioni del 29 luglio 2004 Promuove una ‟Organizzazione Distrettuale e Territoriale integrata per l'assistenza primaria con lo sviluppo della medicina associativa prevedendo, in via sperimentale e con partecipazione volontaria dei medici e degli altri operatori sanitari, la costituzione delle Unità di Assistenza Primaria (UTAP), per il superamento dello "studio individuale del medico" e per favorire l’associazionismo in quelle zone dove, per caratteristiche geografiche (aree non urbane, zone montane ed isole minori), non sia possibile l'uso di sedi uniche e che quindi presuppongono l’utilizzo di sistemi di telemedicina. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Piano Sanitario Nazionale 2006 – 2008 Considera determinante la riorganizzazione delle cure primarie attraverso un "processo di riassetto organizzativo e funzionale che comporti un maggiore coinvolgimento dei MMG, dei PLS e degli Specialisti Ambulatoriali nel governo della domanda e dei percorsi sanitari, sperimentando nuove modalità di erogazione per favorire l'integrazione con le altre professionalità sanitarie del territorio" evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Legge Finanziaria 2007 (legge 296 del 27 dicembre 2006) “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato" ai commi 805 e 806 dell'art. 1, l’istituzione di un fondo per il cofinanziamento dei progetti attuativi del PSN fra i quali anche la sperimentazione del modello assistenziale "Case della Salute". La realizzazione delle forme aggregate delle cure primarie è vista quindi come facilitatore delle continuità assistenziale tra i diversi livelli, preventivo, ospedaliero, territoriale. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Piano Sanitario Nazionale 2011- 2013 Riprende le definizioni di Alma Ata e dell’OMS, identifica per le cure primarie, e più in particolare per la medicina generalista e le altre componenti dell’assistenza convenzionata, in una logica di rete, i seguenti principali obiettivi: - “Promuovere il benessere e affrontare i principali problemi di salute nella comunità, ...”; - “Coinvolge tutte le aree determinanti della salute, come indicato dall’OMS…”; - “Prendere in carico i pazienti in modo globale e completo …” evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Piano Sanitario Nazionale 2011- 2013 Il medico (MMG, PLS, Specialista Ambulatoriale) e le altre professionalità della rete si assumono la responsabilità, in modo organico e progettuale, della salute dei pazienti e delle loro famiglie lungo due direttrici: - una multi-dimensionale (farsi carico della salute nella sua dimensione fisica, psicologica, sociale, culturale e ed esistenziale) - una temporale (farsi carico della domanda del paziente nelle diverse fasi di evoluzione della sua salute). evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Piano Sanitario Nazionale 2011- 2013 Sviluppare di un tipo di assistenza basata su un rapporto multidisciplinare (coinvolgimento e corresponsabilizzazione dei professionisti) che promuove meccanismi di integrazione delle prestazioni sociali e sanitarie, di cura e riabilitazione; “Favorire la continuità assistenziale” tramite il coordinamento dell'assistenza nel tempo dei professionisti, in modo che non si abbiano interruzioni dell'assistenza e/o cambiamenti ingiustificati del trattamento o dei professionisti che assistono il paziente. I professionisti condividono con il Distretto la responsabilità circa l'accessibilità alle cure sanitarie, commissionando e coordinando queste cure quando impossibilitati a fornirle personalmente; evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Piano Sanitario Nazionale 2011- 2013 “Concorrere ai processi di governo della domanda mediante l'azione di gatekeeping del MMG” che consiste nel conoscere i bisogni autentici di salute della popolazione (intesa a livello di sistema), anche quelli non espressi; valutare la migliore risposta clinico-terapeutica, in termini di efficacia e di appropriatezza; scegliere il percorso assistenziale più conveniente in rapporto ai costi e ai risultati; “Valutare gli esiti di salute generata”; “Favorire l'empowerment” dei pazienti ossia il loro pieno e diretto coinvolgimento nel processo di cura”. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Legge 189 dell’8 novembre 2012 (Legge Balduzzi) Le AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali) e le UCCP (Unità Complesse Cure Primarie) erogano l‟assistenza primaria attraverso personale convenzionato con il SSN, costituto principalmente da: - MMG, - PLS, - Specialisti ambulatoriali convenzionati interni. Queste sono sviluppate nell'ambito dell'organizzazione distrettuale. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Legge 189 dell’8 novembre 2012 (Legge Balduzzi) - Responsabilità organizzativa regionale finalizzata a promuovere l’integrazione con il sociale e i servizi ospedalieri - Integrazione mono-professionale e multi-professionale - Articolazione “h24” della rete assistenziale socio sanitaria territoriale, nell’ambito dell’organizzazione distrettuale del servizio - Ruolo unico ed accesso unico per tutti i professionisti medici nell'ambito della propria area convenzionale (medicina generale, pediatri di libera scelta e specialisti ambulatoriali) -Possibilità di finanziamento a budget per talune prestazioni delle forme organizzative multiprofessionali UCCP evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Legge 189 dell’8 novembre 2012 (Legge Balduzzi) - Identificazione, da parte delle aziende sanitarie locali, sulla base della programmazione regionale e nell'ambito degli indirizzi nazionali, degli obiettivi e definizione di programmi concordati di attività in forme aggregative - Introduzione di standard relativi all’erogazione delle prestazioni assistenziali, all’accessibilità ed alla continuità delle cure - Adesione obbligatoria dei medici all’assetto organizzativo, al sistema informativo definito da ciascuna Regione e al sistema informativo nazionale compresi gli aspetti relativi al sistema della tessera sanitaria nonché la partecipazione attiva all’applicazione delle procedure di trasmissione telematica delle ricette mediche - Rinvio al Patto per la salute evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 5 (Assistenza Territoriale) Comma 1: “Al fine di promuovere un modello multiprofessionale ed interdisciplinare, le Regioni, nell’ambito della propria autonomia decisionale ed organizzativa, istituiscono le Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP) e le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) quali forme organizzative della medicina convenzionata, integrate con personale dipendente del SSN come previsto dal comma 2 dell’art.1 della legge 189/2012, per l’erogazione delle cure primarie. Esse perseguono obiettivi di salute e di attività definiti dall’Azienda sanitaria del Distretto, secondo un modello-tipo coerente con i contenuti degli ACN e definite dale Regioni al fine di garantire uniformità assistenziale.” evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 5 (Assistenza Territoriale) Comma 2: Le UCCP costituiscono forme organizzative complesse, che operano in forma integrata all’interno di strutture e/o presidi individuati dalle Regioni, con una sede di riferimento ed eventuali altre sede dislocate sul territorio. Il carattere multiprofessionale delle UCCP è garantito dal coordinamento tra le diverse professionalità, con particolare riguardo all’integrazione tra la medicina specialistica e la medicina generale. Le UCCP possono avvalersi, qualora previsto dalla programmazione regionale, di professionisti accreditati ai sensi della normativa vigente, nei limiti dei contratti stipulati dalla Regione e dalle ASL ai sensi dell’art.8 quinquies del D.Lvo 502/92 e s.m.i. e nel rispetto dei vincoli di spesa previsti dalle disposizioni vigenti”. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 5 (Assistenza Territoriale) •Comma 3: “Ogni AFT della medicina generale e della pediatria è funzionalmente collegata ad una UCCP. Le AFT della medicina generale, che coprono un bacino di utenza riferito a non più di 30.000 abitanti, rappresentano l’insieme dei professionisti che hanno in carico il cittadino che esercita la scelta nei confronti del singolo medico. •Entro sei mesi dalla stipula dei nuovi ACN, e comunque non oltre la vigenza del presente Patto, le AFT e le UCCP costituiscono le uniche forme di aggregazione dei Medici di Medicina Generale e Pediatri di libera scelta, sostituendo le diverse tipologie di forme associative della medicina generale e le altre tipologie di aggregazioni funzionali e/o strutturali realizzate nelle varie Regioni (di cui all’art.54 dell’ACN 2009)” evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 5 (Assistenza Territoriale) •Comma 4: “La UCCP è una forma organizzativa complessa ed è strutturata come un sistema integrato di servizi che concorre alla presa in carico della comunità di riferimento, in continuità con le AFT e i medici di Medicina Generale nonché i Pediatri di Libera Scelta che le compongono, garantendo: l’accoglienza, la collaborazione e l’integrazione tra i professionisti e gli operatori (sanitari, sociosanitari e sociali), la condivisione e l’applicazione dei percorsi assistenziali, l’autonomia e la responsabilità professionale, un approccio proattivo e di iniziativa nei confronti dei malati cronici, la partecipazione responsabile dei Medici di Medicina Generale ed i Pediatri di Famiglia nel governo della domanda e nell’organizzazione dei servizi, alla sostenibilità economica”. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 5 (Assistenza Territoriale) Comma 5 “La UCCP è di norma organizzata in sede unica, pur potendo prevedere sedi accessorie opportunamente collegate attraverso un’adeguata rete telematica. E’ integrata nella rete telematica aziendale e/o regionale. Le UCCP e le AFT hanno come compiti essenziali: - assicurare l’erogazione delle prestazioni territoriali (medicina generale tramite le AFT, assistenza infermieristica, attività territoriale ambulatoriale e domiciliare, attività specialistica, servizi di supporto), - garantire la continuità dell’assistenza mediante l’utilizzo della ricetta elettronica dematerializzata e il continuo aggiornamento della scheda sanitaria individuale informatizzata e del FSE; - garantire l’accessibilità all’assistenza territoriale per tutto l’arco della giornata per tutti i giorni della settimana, avvalendosi dei professionisti del ruolo unico della Medicina Generale. - garantire la continuità dell’assistenza nelle tre declinazioni (relazionale, gestionale ed informativa) prevedendo l’applicazione di percorsi assistenziali condivisi e l’integrazione informativa tra le componenti della medicina convenzionata e la rete distrettuale ed ospedaliera”. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 5 (Assistenza Territoriale) Comma 6 “La UCCP ha un assetto organizzativo definito ai sensi delle disposizioni nazionali e regionali in materia, è parte fondamentale ed essenziale del Distretto, integrandosi all’interno della rete dei servizi distrettuali ed aziendali e permettendo una relazione diretta tra l’assistenza territoriale e gli altri nodi della rete assistenziale”. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 5 (Assistenza Territoriale) Comma 7 “In continuità con quanto previsto nell’Accordo Stato Regioni del 20 febbraio 2014, le Regioni provvedono a definire con specifici atti di indirizzo la promozione della medicina di iniziativa e della Farmacia dei servizi, quale modello assistenziale orientato alla promozione attiva della salute, anche tramite l’educazione della popolazione ai corretti stili di vita, nonché alla assunzione del bisogno di salute prima dell’insorgere della malattia o prima che essa si manifesti o si aggravi, anche tramite una gestione attiva della cronicità”. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 5 (Assistenza Territoriale) Comma 8 “Sono definiti tramite Accordi Stato-Regioni i nuovi standard organizzativi del Distretto in grado di orientare il suo ruolo strategico nella costruzione delle reti assistenziali a baricentro territoriale, e di facilitatore dei processi di integrazione e di tutela della salute dei cittadini al fine di assicurare la qualità delle prestazioni erogate dai professionisti convenzionati nell’ambito delle UCCP e AFT e degli altri servizi territoriali, consentendo di assicurare una migliore risposta assistenziale ai bisogni delle persone affette da patologie croniche, contribuendo così a ridurre i tassi di ricovero e gli accessi impropri al DEA”. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 5 (Assistenza Territoriale) Comma 9 “Nell’ambito dei processi di attivazione delle AFT e delle UCCP, alla luce di quanto sancito dall’intesa Stato-Regioni del 25 luglio 2012, dovrà essere prevista a livello distrettuale una figura medica formata ed esperta sulle tematiche legate alla terapia del dolore”. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 5 (Assistenza Territoriale) Comma 10 “In continuità con quanto previsto nell’Accordo Stato Regioni del 20 febbraio 2014 e in riferimento all’Accordo Stato Regioni del 5 maggio 2011 (Rep. Atti N.44/CU), al fine di migliorare la qualità dell’assistenza delle persone in condizione di Stato Vegetativo e Stato di Minima Coscienza nella fase degli esiti, le Regioni provvedono a definire soluzioni sia di assistenza domiciliare integrata, che di assistenza residenziale in Speciali Unità di Accoglienza Permanente”. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 5 (Assistenza Territoriale) Comma 11 “Per la verifica della reale attuazione della riorganizzazione delle cure primarie e per il monitoraggio della appropriatezza, qualità, efficacia ed efficienza dell’erogazione dell’assistenza, la Cabina di regia del NSIS, ai sensi dell’art.3 dell’intesa sancita dalla Conferanza permanente tra lo Stato, le Regioni e le Procincie Autonome di Trento e di Bolzano nella seduta del 23 marzo 2005, determina le modalità e i tempi di realizzazione, i contenuti informativi, il periodico aggiornamento nell’ambito del Nuovo Sistama Informativo Sanitario (NSIS), del sistema informativo per il monitoraggio delle prestazioni erogate nell’ambito delle cure primarie, anche attraverso l’utilizzo delle infrastrutture del sistema Tessera sanitaria, di cui all’articolo 50 del decreto legge 30 settembre 2003, n.269, convertito con modificazioni di legge 24 novembre 2003 n.326, senza ulteriori oneri a carico della contrattazione nazionale per la medicina generale, per la pediatria di libera scelta e per la specialistica ambulatoriale, nonché dei pertinenti accordi integrativi. Resta fermo quanto previsto in materia di interconnessione a livello nazionale dei flussi informativi su base individuale dell’art. 15, comma 25-bis, del decreto legge 6 luglio 2012, n.95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n.135” evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 5 (Assistenza Territoriale) Comma 12 “l’attivazione di un numero di telefono unico il 116.117 dedicato al servizio di cure mediche non urgenti per il Servizio di Guardia medica non urgente”. Comma 13 “le Regioni adottino specifici provvedimenti per assicurare percorsi differenziati per l’assistenza in emergenza urgenza e per la gestione dei codici di minore gravità ai sensi dell’accordo Stato Regioni del 7 febbraio 2013”. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 5 (Assistenza Territoriale) Comma 12 “l’attivazione di un numero di telefono unico il 116.117 dedicato al servizio di cure mediche non urgenti per il Servizio di Guardia medica non urgente”. Comma 13 “le Regioni adottino specifici provvedimenti per assicurare percorsi differenziati per l’assistenza in emergenza urgenza e per la gestione dei codici di minore gravità ai sensi dell’accordo Stato Regioni del 7 febbraio 2013”. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 5 (Assistenza Territoriale) Comma 14 “Le Regioni, sulla base della propria programmazione e tenendo conto dei diversi livelli di servizio, provvedono alla dotazione struturale, strumentale e di forme organizzative di cui alla lettera b-bis), dell’articolo 1, comma 4 della legge n.189 del 2012 sulla base dell’ACN e dei conseguenti accordi regionali ed aziendali, anche riutilizzando le risorse precedentemente destinate alla remunerazione dei fattori produttivi”. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 5 (Assistenza Territoriale) Comma 15 “Per un efficientamento del settore delle cure primarie, si conviene che è importante una ridefinizione dei ruoli, delle competenze e delle relazioni professionali con una visione che assegna a ogni professionista responsabilità individuali e di equipe su compiti, funzioni e obiettivi, abbandonando una logica gerarchica per perseguire una logica di governance responsabile dei professionisti coinvolti prevedendo sia azioni normativo/contrattuali che percorsi formativi a sostegno di tale obiettivo”. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 5 (Assistenza Territoriale) Comma 16 “Al fine assicurare la progressiva qualificazione ed efficientamento delle reti di assistenza territoriale, le Regioni sviluppano indicatori di processo, che tengano comunque conto della specificità di contesto delle singole realtà locali”. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 5 (Assistenza Territoriale) Comma 17 “Al fine di promuovere la riduzione dei ricoveri inappropriati ed i percorsi di deospedalizzazione, garantendo un’omogenea risposta assistenziale territoriale in tutto il territorio nazionale, si fa riferimento a quanto rappresentato al punto 10.1 Ospedali di comunità di cui allo schema di regolarmento recante – Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera, in attuazione dell’art.1, comma 169 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, e dell’articolo 15, comma 13, lettera c) del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 convertito con modificazioni della legge 7 agosto 2012, n. 135, e si conviene di stipulare, entro il 31 ottobre 2014, un’intesa tra lo Stato, le Regioni e le Provincie autonome di Trento e di Bolzano per la definizione dei requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi di tali presidi, in cui l’assistenza medica è assicurata dai medici di medicina generale o dai PLS o da altri medici dipendenti o convenzionati con il SSN e che effettuano ricoveri brevi per casi non complessi, che necessitano: evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 5 (Assistenza Territoriale) Comma 17 (Continua) -di interventi sanitari potenzialmente erogabili a domicilio, ma che necessitano di ricovero in queste strutture in mancanza di idoneità del domicilio /strutturale e familiare); -di assistenza / sorveglianza sanitaria infermieristica continuativa, anche notturna, non erogabile a domicilio. L’intesa definisce altresì gli appropriati percorsi clinico-assistenziali, autorizzativi e tariffari di tali strutture, nonché gli standard dei posti letto territoriali”. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 5 (Assistenza Territoriale) Comma 18 “Si demanda alla cabina di regia del NSIS il monitoraggio delle prestazioni erogate nell’ambito appunto dei Presidi Residenziali di Assistenza Primaria e Ospedali di Comunità”. Comma 19 “In vista dell’adozione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri di aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza (LEA) nei termini fissati dal comma 2 dell’articolo 1 del DPCM 29 novembre 2001 è integrata dalle regioni e Provincie Autonime in base alla lista contenuta negli elenchi A e B allegati al Patto della Salute 2010-2012”. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 5 (Assistenza Territoriale) Comma 20 “Il Ministero della Salute ed il Ministero dell’economia e delle finanze e le Regioni istituiscono un tavolo di lavoro con lo scopo di rendere omogenea la codifica delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e per aggiornare ed ottimizzare il sistema di rilevazione e trasmissione delle informazioni delle prestazioni erogate per consentire la corretta lettura ed interpretazione dei dati relativi all’assistenza specialistica ambulatoriale inseriti dalle Regioni nel Sistema tessera Sanitaria”. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 5 (Assistenza Territoriale) Comma 21 “Al fine di definire le principali linee di intervento nei confronti delle principali malattie croniche, il Ministero della Salute, entro il 31 dicembre 2014, predispone il “Piano nazionale della cronicità” da approvare con Accordo sancito dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Provincie Autonome di Trento e Bolzano”. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 5 (Assistenza Territoriale) Comma 22 “La cabina di regia del NSIS determina le modalità e i tempi di realizzazione, i contenuti informativi ed il periodico aggiornamento del sistema informativo per il monitoraggio delle prestazioni di riabilitazione effettuate in strutture territoriali nell’ambito del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS)”. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 5 (Assistenza Territoriale) Comma 23 “Per dell’assistenza sanitaria nelle isole minori è previsto che entro il 31 dicembre 2014, con specifico Accordo Stato Regioni venga istituito l’Osservatorio Nazionale per la verifica ed il monitoraggio dei livelli di assistenza sanitaria erogata appunto nelle isole minori”. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 5 (Assistenza Territoriale) Comma 24 “Affida all’AGENAS la definizione del bacino di utenza delle centrali operative in relazione alla disponibilità delle nuove tecnologie informatiche e telefoniche”. Comma 25 “Determina l’attivazione, su tutto il territorio nazionale, del numero unico Europeo di Emergenza 112”. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 5 (Assistenza Territoriale) Comma 26 “Definisce i criteri di accreditamento dei servizi di trasporto e soccorso sanitario e definizione la dotazione di attrezzature e dei presidi, l’allestimento dei mezzi di soccorso e i requisiti di dotazione organica quali-quantitativa del personale mediante stipula di un Accordo Stato-Regioni”. Comma 27 “Prevede l’attuazione delle disposizioni riguardanti l’emergenza territoriale che non deve far derivare nuovi oneri a carico della finanza pubblica”. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 6 (Assistenza Socio-Sanitaria) Comma 3 “Si definiscono i criteri di accesso alla rete integrata dei servizio socio-sanitari attraverso il “Punto Unico” che indirizza il cittadino al percorso sociosanitario e socioassistenziale adeguato alle sue condizioni e necessità”. Comma 4 “Per l’individuazione del setting di erogazione delle prestazioni sociosanitarie (domiciliare, territoriale ambulatoriale, semiresidenziale o residenziale) e l’ammissione ad un livello appropriato di intensità assistenziale si fa ricorso alla valutazione multidimensionale effettuata con uno strumento valutativo del quale sia stata verificata la corrispondenza con gli strumenti già concordati dalle Regioni con il Ministero della Salute “. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 6 (Assistenza Socio-Sanitaria) Comma 5 “La valutazione multidimensionale accerta la presenza delle condizioni cliniche e delle risorse ambientali, familiari e sociali, incluse quelle rese disponibili dal Sistema dei servizi sociali, che possano consentire la permanenza al domicilio della persona non autosufficiente”. Comma 6 “Il piano di prestazioni personalizzato, formulato dall’equipe responsabile della presa in carico dell’assistito, individua gli interventi sanitari, sociosanitari e sociali che i servizi sanitari territoriali e i servizi sociali si impegnano a garantire, anche in modo integrato, secondo quanto previsto per le rispettive competenze (DPCM 29 novembre 2001 e s.m.i)”. evoluzione federalista del sistema sanitario in italia - normativa Patto della Salute 2014 – 2016 ( Siglato il 10 luglio 2014) Articolo 6 (Assistenza Socio-Sanitaria) Comma 7 “ Le Regioni e le Provincie Autonome, al fine di promuovere una più adeguata distribuzione delle prestazioni assistenziali domiciliari e residenziali rivolte ai malati cronici non autosufficienti, a conferma ed integrazione di quanto già stabilito dal precedente Patto della Salute 2010-2012 ciascuna in relazione ai propri bisogni territoriali rilevati, adotta o aggiorna i progetti di attuazione dei precedenti commi dando evidenza: - del fabbisogno dei posti letto, espresso in funzione della popolazione da assistere presso le strutture residenziali e semiresidenziali destinate ai malati cronici non autosufficienti, ai disabili, alle persone con disturbi psichiatrici, ai minori e alle persone con dipendenze, articolato per intensità assistenziale e per durata e con evidenza di proporzione tra assistiti in regime residenziale e in regime domiciliare; - del fabbisogno, espresso in funzione della popolazione da assistere e l’organizzazione delle cure domiciliari sanitarie e socio-sanitarie articolate per intensità, complessità e durata dell’assistenza; - delle modalità di integrazione nelle Unità Valutative Multi Dimensionali (UVMD) di tutte le professionalità, anche al fine di garantire una gestione integrata delle risorse impiegate nel progetto assistenziale.” Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” IL DISTRETTO Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” IL DISTRETTO - Definizioni - Il Distretto • Rappresenta il luogo di offerta dei servizi sociosanitari territoriali, dove la domanda di salute è affrontata in modo unitario e globale con integrazione delle diverse politiche per la salute; • È la struttura gestionale e organizzativa del Servizio Sanitario Nazionale per l’offerta delle assistenze primaria e intermedia. Il Distretto • Rappresenta una struttura/articolazione territoriale dell’ASL alla quale si attribuisce una responsabilità complessiva sulla tutela della salute delle popolazioni in un preciso ambito territoriale di riferimento • Organizzazione basata fisicamente su una pluralità di presidi, che fungono da momento di erogazione decentrato di quest’unica struttura Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” IL DISTRETTO - Organizzazione - Il Distretto • Il Distretto comprende una popolazione minima di almeno sessantamila abitanti, salvo che la regione, in considerazione delle caratteristiche geomorfologiche del territorio o della bassa densità della popolazione residente, disponga diversamente • E’ individuato mediante Atto Aziendale • Nell'ambito delle risorse assegnate, il Distretto è dotato di autonomia tecnico-gestionale ed economico-finanziaria, con contabilità separata all'interno del bilancio della unità sanitaria locale Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” IL DISTRETTO - Funzioni - Il Distretto • Le regioni disciplinano l’organizzazione del distretto in modo da garantire: • l’assistenza primaria, ivi compresa la continuità assistenziale. • il coordinamento dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e Specialisti Ambulatoriali con le strutture operative a gestione diretta, con i servizi specialistici territoriali e le strutture ospedaliere ed extraospedaliere accreditate; • l’erogazione delle prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, nonché delle prestazioni sociali di rilevanza sanitaria se delegate dai comuni. Il Distretto • Il Distretto quindi garantisce: • • • • • • • assistenza primaria compresa continuità assistenziale assistenza specialistica ambulatoriale; attività o servizi per la prevenzione e la cura delle tossicodipendenze; attività o servizi consultoriali per la tutela della salute dell’infanzia, della donna e della famiglia; attività o servizi rivolti a disabili e anziani; attività o servizi di assistenza domiciliare integrata; attività o servizi per le patologie da HIV e per le patologie in fase terminale. Il Distretto • Trovano inoltre collocazione funzionale nel distretto le articolazioni organizzative del dipartimento di salute mentale e del dipartimento di prevenzione, con particolare riferimento ai servizi alla persona. Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” IL DISTRETTO - Articolazione ed Attività - DISTRETTO CURE PRIMARIE DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE Assistenza di medicina e pediatria generale (MMG, PlS) e CA Assistenza pediatrica di Comunità Assistenza specialistica ambulatoriale Assistenza infermieristica domiciliare Assistenza residenziale (RSA, RP) Assistenza semiresidenziale (CD) Assistenza consultoriale Assistenza farmaceutica, integrativa e protesica Assistenza psichiatrica ambulatoriale (CSM), domiciliare Assistenza psichiatrica residenziale (RSA) Assistenza psichiatrica semiresidenziale (CD) Assistenza alle tossicodipendenze (SERT) Assistenza di Neuropsichiatria infantile Assistenza di Psicologia clinica Igiene e sanità pubblica. Settori: vaccinazioni, alimenti, edilizia, medicina dello sport Medicina del lavoro Medicina legale Veterinaria Il Distretto Direttore Distretto Ufficio Coordinamento Attività Distrettuali Unità Operativa Unità Operativa Unità Operativa Unità Operativa Il Distretto Direttore Distretto Ufficio Coorinamento Attività Distrettuali UOC Cure Primarie UOS Medicina Generale UOS Assistenza Domiciliare UOS Medicina Specialistica UOC Materno Infantile UOS Consultoriale UOS Vaccinazioni UOS TSRMEE UOC Disabili Adulti UOS Protesica UOC Amministrativa UOS Medicina Legale Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” IL DISTRETTO - Il Direttore - Il DIRETTORE DI Distretto Il Direttore di Distretto è responsabile della realizzazione, nell’ambito territoriale di competenza, degli indirizzi strategici della Direzione Generale nonché della gestione delle risorse attribuite e dell’attività svolta dal personale assegnato per il perseguimento di precisi obiettivi programmatici ed è responsabile della gestione, organizzazione e coordinamento delle risorse tecnico-professionali amministrative, patrimoniali e finanziarie assegnate al Distretto. Il DIRETTORE DI Distretto Il Direttore di Distretto esercita la vigilanza e il coordinamento del personale incardinato e assegnato al distretto ed è responsabile delle funzioni organizzative del distretto. Il DIRETTORE DI Distretto La definizione delle responsabilità a livello distrettuale è tale che il garante dell’appropriatezza tecnico-professionale delle prestazioni è il Direttore del Dipartimento o di U.O., mentre il garante della tempestività dell’intervento e della continuità delle cure è il responsabile del Distretto o suo delegato nelle sedi distrettuali. Il DIRETTORE DI Distretto Il Direttore di Distretto opera l’analisi del fabbisogno e della domanda di assistenza sanitaria e socio-sanitaria della popolazione al fine di garantire percorsi diagnostico-terapeutici con tempi adeguati alle necessità dell’utenza, nell’ambito della programmazione distrettuale. Il DIRETTORE DI Distretto Il Direttore di Distretto ha la responsabilità della qualità dei servizi territoriali , per garantire il miglioramento continuo dei servizi erogati e la salvaguardia degli standard assistenziali. Il DIRETTORE DI Distretto Al Direttore di Distretto compete la responsabilità dell’integrazione orizzontale dei servizi territoriali erogati dai diversi dipartimenti e UU.OO., funzione per la quale sono preminenti le esigenze di tempestività dell’intervento e di continuità dell’assistenza. Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” IL DISTRETTO - UCAD - UFFICIO DI COORDINAMENTO DELLE ATTIVITA’ DISTRETTUALI L’Ufficio di Coordinamento ex art.3 sexies D.Lgsl.229/99 assume funzioni propositive e consultive rispetto alla attività distrettuali ; esso è composto dai referenti di ciascuna area di attività del Distretto come MMG, PLS, Specialisti Ambulatoriali e dal responsabile dei Servizi Sociali del comune sede del Distretto; è presieduto dal Direttore di Distretto UFFICIO DI COORDINAMENTO DELLE ATTIVITA’ DISTRETTUALI Il Direttore di Distretto coinvolge nell’Ufficio di Coordinamento, di volta in volta, i Responsabili dei Dipartimenti e delle UU.OO. Aziendali o loro delegati su tematiche specifiche dell’area specialistica di appartenenza, sia nella fase di programmazione dell’offerta che in sede di verifica dei risultati. UFFICIO DI COORDINAMENTO DELLE ATTIVITA’ DISTRETTUALI L’Ufficio di Coordinamento esprime proposte ed osservazioni al P.A.T. prima che esso sia sottoposto al Comitato dei Sindaci , rappresentando la sede di elezione dove avviene la valorizzazione del contributo dei Medici di Medicina Generale, Pediatri di libera scelta, Medici della continuità assistenziale, Specialisti Ambulatoriali, ecc. e dove sono trasformate in decisioni le istanze e le proposte che scaturiscono direttamente dall’interazione fra gli operatori operanti sul territorio e gli utenti. UFFICIO DI COORDINAMENTO DELLE ATTIVITA’ DISTRETTUALI L’Ufficio di Coordinamento, avvalendosi anche dei dipartimenti aziendali e delle UU.OO., propone e collabora all’implementazione di linee guida , fra gli operatori del territorio e fra questi e gli operatori dell’ospedale, finalizzati al contenimento della spesa farmaceutica, alla condivisione di protocolli di presa in carico per determinate patologie , all’individuazione di percorsi diagnostico-terapeutici , alla redazione di atti di indirizzo finalizzati a rendere uniformi i livelli di assistenza, alla razionalizzazione della spesa distrettuale, al perseguimento dell’ appropriatezza delle prestazioni. UFFICIO DI COORDINAMENTO DELLE ATTIVITA’ DISTRETTUALI L’Ufficio di Coordinamento può proporre forme innovative di gestione e di erogazione dell’assistenza primaria su base distrettuale, valorizzando il ruolo assegnato dal D.lgsl.229/99 ai MMG e PLS e Specialisti Ambulatoriali, quali referenti diretti per la salute delle persone e delle famiglie , guida alla utilizzazione dei servizi e agenti delle funzioni educative e di promozione della salute. Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” IL DISTRETTO - Comitato dei Sindaci - COMITATO DEI SINDACI Il Comitato dei Sindaci è composto da tutti i sindaci dei Comuni ricadenti nell’ambito distrettuale ed è presieduto da un sindaco eletto a maggioranza assoluta. Alle sedute del Comitato dei Sindaci partecipa il Direttore Generale o un suo delegato ed il Direttore di Distretto. Il Comitato dei Sindaci , ai sensi del comma 3 punto c e comma 4 dell’art.3-quater del D.Lgsl.229/99, esprime parere sul Programma delle Attività Territoriali prima che sia sottoposto all’approvazione del Direttore Generale, e concorre alla verifica del raggiungimento dei risultati di salute definiti nel PAT . Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” IL DISTRETTO - Dirigenza - DIRIGENZA I Dirigenti di tutti i profili professionali operanti nelle strutture territoriali distrettuali ,eccetto quelli appartenenti al Dipartimento di Prevenzione che costituisce una macro-area a se stante ai sensi del D.Lgsl.229/99 , si rapportano ai Direttori di Distretto per gli aspetti organizzativo-funzionali e ai Dipartimenti e UU.OO. di riferimento per gli aspetti tecnico-professionali , sulla base di protocolli operativi condivisi con i Dipartimenti e UU.OO. Aziendali. DIRIGENZA I Dirigenti devono agire secondo una organizzazione distrettuale che prediliga le reti integrate di servizi, instaurando relazioni funzionali fra équipes multiprofessionali orientate agli utenti e per processo di cura, guidati da criteri di massima flessibilità e mobilità rispetto al territorio aziendale. Questo si realizza introducendo uno stile di lavoro per programmi / progetti specifici sia all’interno dei dipartimenti che nelle aree interdipartimentali, definendo comunque chiaramente le responsabilità. Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” IL DISTRETTO - Dipartimento di Prevenzione - RAPPORTI CON IL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE I rapporti tra Distretto e Dipartimento di Prevenzione che rappresentano, nonostante agiscano entrambi a livello territoriale, due diverse macroaree assistenziali con autonomia organizzativa ed economicofinanziaria ai sensi del D.Lgsl.229/99, si concretizzano nell’integrazione delle loro azioni erogando il Distretto prevalentemente prestazioni all’individuo mentre il Dipartimento di Prevenzione rivolge il proprio prodotto soprattutto alla collettività. RAPPORTI CON IL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE Il raccordo comporta la condivisione di risorse come le sedi edilizie , il personale e i processi informativi ; le sedi e il personale del Distretto vengono utilizzati previo accordi fra i Direttori delle due strutture mediante protocolli d’intesa che dovranno prevedere a) le procedure di rapporto con l’utenza ( sportello unico distrettuale) b) l’organizzazione del lavoro e gli orari dei dirigenti ed altro personale c) i flussi informativi e l’utilizzo di strumenti informatici Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” IL DISTRETTO - Ospedale Distrettuale - RAPPORTI CON L’OSPEDALE DISTRETTUALE L’Ospedale Distrettuale , nella sua funzione di “ Struttura Intermedia ” tra l’Ospedale per acuti ed altre forme di assistenza come la domiciliare e la residenziale , trova collocazione nella Macro-area Assistenziale Distrettuale la quale è in condizione di garantire i percorsi assistenziali per specifiche tipologie di patologie che necessitano di un continuum assistenziale tra: · il ricovero in regime ordinario o in regime di day-hospital / day surgery · l’assistenza in struttura residenziale o semi-residenziale · l’assistenza specialistica ambulatoriale · l’assistenza del MMG ,PLS e MCA · l’assistenza domiciliare RAPPORTI CON L’OSPEDALE DISTRETTUALE Il Direttore di Distretto sovraintende, orienta ed integra la produzione dell’Ospedale Distrettuale, sulla base dei dati epidemiologici del territorio rappresentati nel Programma delle Attività Territoriali ( P.A.T.) e condivisi nel Comitato dei Sindaci. RAPPORTI CON L’OSPEDALE DISTRETTUALE L’obiettivo è che questo modello organizzativo di integrazione ospedale distrettuale-territorio porti la massima efficienza nella modalità di erogazione delle cure secondo la maggiore modularità possibile di approccio al paziente, anche consentendo alla funzione socio-sanitaria e socio-assistenziale di completare il ventaglio delle risposte assistenziali con la sua integrazione all’interno dell’Ospedale Distrettuale. Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” IL DISTRETTO - Personale - GESTIONE DEL PERSONALE DISTRETTUALE Secondo il modello che si intende adottare il personale del comparto impegnato nelle attività distrettuali risponde ai Direttori di Distretto per quanto concerne gli aspetti organizzativi , mentre per gli aspetti tecnico-professionali risponde alle direttive dei Dipartimenti o UU.OO. di appartenenza . L’assenza del personale, a qualsiasi titolo, sarà approvata dal Distretto che provvederà a informarne il Dipartimento e l’ U.O. competente. GESTIONE DEL PERSONALE DISTRETTUALE Il personale suddetto si rapporta al Direttore di Distretto per tutto quanto concerne la rilevazione dei dati, l’organizzazione dell’offerta di servizi e la programmazione concernente il territorio di competenza. Questo tipo di gestione introduce aspetti innovativi determinati dall’esigenza di separare i ruoli cosiddetti organizzativi (distretto) da quelli tecnicoprofessionali (Dipartimenti/ UU.OO.) con l’obiettivo di governare la complessità tipica delle organizzazioni sanitarie. GESTIONE DEL PERSONALE DISTRETTUALE I Medici Medicina Generale, i Pediatri Libera Scelta e i Medici Continuità Assistenziale, pur non essendo dipendenti dal punto di vista strettamente contrattuale, nondimeno sono risorse professionali con valenza strategica del territorio e devono pertanto essere coinvolti nei processi decisionali distrettuali ; il Direttore di Distretto metterà in campo tutti gli strumenti per ottenere una vera integrazione operativa di tali operatori. GESTIONE DEL PERSONALE DISTRETTUALE I Medici Specialisti Ambulatoriali, i Medici Veterinari, gli Psicologi, i Biologi Convenzionati interni, in quanto parasubordinati dal punto di vista strettamente contrattuale, sono anch’esse risorse professionali con valenza strategica del territorio più facilmente integrate, rispetto alle altre figure Convenzionate, in quanto già operanti nei Presidi a diretta gestione e devono pertanto sono coinvolti nei processi decisionali distrettuali, il Direttore di Distretto metterà in campo tutti gli strumenti per ottenere una vera integrazione operativa di tali operatori. Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” IL DISTRETTO - Produzione - PRODUZIONE DISTRETTUALE La produzione delle prestazioni e servizi è attestata ai Dipartimenti Aziendali e alle Unità Operative unici titolari delle competenze tecnico-professionali e scientifiche, mentre il Distretto, nella fase di erogazione, rende disponibili i fattori produttivi ed organizzativi necessari ( le strutture, la logistica e , ove necessario, il personale ). PRODUZIONE DISTRETTUALE I Dipartimenti e le Unità Operative, operanti istituzionalmente all’interno del Distretto, assicurano le funzioni di produzione, di seguito elencate in maniera esemplificativa : 1. UO Cure Primarie (Assistenza Primaria, Specialistica, ADI, Assistenza Socio-sanitaria) 2. Dipartimento di Prevenzione ( Prevenzione Collettiva e Tutela della Salute Umana ed Animale ) 3. Dipartimento Salute Mentale ( Assistenza Residenziale, Semiresidenziale, Specialistica ) 4. Dipartimento Farmaceutico ( UO Farmaceutica Territoriale Convenzionata ) 5. U.O. Materno-Infantile ( Percorsi nascita, Salute della Donna e dell’Infanzia ) 6. Servizio per le Tossico-dipendenze ( Ser.T.) Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” IL DISTRETTO - Strutture e Logistica - STRUTTURE E LOGISTICA DISTRETTUALI Il Direttore di Distretto supportato dagli uffici competenti della ASL e con l’assegnazione di risorse economico-finanziarie dedicate, si fa carico del perfetto stato di conservazione, manutenzione e sicurezza delle strutture, delle attrezzature e della logistica complessiva delle sedi distrettuali e delle strutture erogatrici di servizi, messe a disposizioni dei Dipartimenti E UU.OO. per la loro funzione di produzione di servizi e prestazioni . STRUTTURE E LOGISTICA DISTRETTUALI Le strutture edilizie delle sedi territoriali devono essere in possesso dei requisiti minimi strutturali e della sicurezza degli impianti in rapporto alle prestazioni da erogare; devono inoltre essere dotati delle tecnologie idonee per l’erogazione dei servizi ed in possesso dei requisiti organizzativi nel rispetto della normativa autorizzativa nazionale e regionale. I costi diretti della produzione delle attività da parte dei Dipartimenti e UU.OO. aziendali, sia relative all’utilizzo del personale che della logistica sulla base del loro reale utilizzo, sono ribaltati dal Distretto sui Dipartimenti e sulle UU.OO. In qualità di produttori , fermo restando la remunerazione delle prestazioni da parte del Distretto. STRUTTURE E LOGISTICA DISTRETTUALI Lo “ Sportello Unico “ sanitario-socio-assistenziale (PUA) nasce dall’esigenza di individuare una unica porta d’ingresso per tutte le istanze sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali dell’utenza, con l’obiettivo di una presa in carico “ globale ” del bisogno complessivo dell’utenza , con l’attivazione della rete dei servizi idonea a dare la risposta più immediata ed appropriata . Detto strumento costituisce comunque il punto d’arrivo di un processo d’integrazione e di raccordo fra servizi, enti , agenzie pubbliche e private che forniscono risposte unitarie all’utenza. Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” IL DISTRETTO - Enti Locali - ENTI LOCALI I rapporti istituzionali esterni vengono tenuti dal Direttore del Distretto per le funzioni operative , mentre quelli che attengono alle linee strategiche e alla programmazione generale sono tenuti dalla Direzione Strategica Aziendale. Il Direttore del Distretto supporta la Direzione Generale nei rapporti coi i Sindaci e interagisce con i Comuni , titolari della funzione sociale e socioassistenziale, per l’implementazione degli strumenti operativi dei Piani Sociali di Zona. Al Comitato dei Sindaci il Direttore di Distretto propone il Piano delle Attività Territoriali ( P.A.T ) prima di sottoporlo per l’approvazione al Direttore Generale. Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” IL DISTRETTO - Integrazione Socio-Sanitaria - INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA Compete ai Distretti la funzione di erogatori diretti e gestione delle attività di Integrazione Socio-Sanitaria, la cui funzione prevalente è il raccordo tra le diverse attività interessate e i vari soggetti istituzionali e professionali coinvolti, tale da garantire agli utenti una riposta completa e soddisfacente sia di tipo sanitario che di tipo sociale-assistenziale. INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA Il Direttore del Distretto concerta con gli organi Tecnici e Direzionali degli Enti gestori delle funzioni socio-assistenziali per la definizione delle modalità operative di integrazione rispetto alle attività socio-sanitarie. Il Direttore di Distretto all’interno del Comitato dei Sindaci propone gli strumenti idonei per una reale partecipazione da parte dei Comuni alla attività di rilevazione dei bisogni , di pianificazione dei servizi e verifica dei risultati raggiunti. Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” IL DISTRETTO - P.A.T. - PROGRAMMA DELLE ATTIVITA’ TERRITORIALI (P.A.T.) Il Programma delle Attività Territoriali è approvato dal Direttore Generale, su proposta del Direttore di Distretto, sentito il Comitato dei Sindaci di Distretto. PROGRAMMA DELLEATTIVITA’ TERRITORIALI (P.A.T.) Il PAT definisce gli obiettivi da perseguire in attuazione delle indicazioni della Direzione Aziendale …nonché le attività da svolgere, le modalità operative e la distribuzione delle risorse assegnate dalla Direzione Generale tra i vari settori. Il Direttore di Distretto acquisisce sullo schema di programma e prima del parere del Comitato dei Sindaci, le osservazioni e proposte dell’Ufficio di Coordinamento Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” IL DISTRETTO - UVMD - L’unita’ di valutazione sanitaria geriatrica distrettuale (UVMD) L’attività di valutazione multidimensionale e di presa in carico consiste nell’accogliere la domanda espressa e nell’individuare e offrire l’attuazione della migliore soluzione possibile per la persona e la famiglia riconosciuta in stato di bisogno sociosanitario complesso/multiproblematico, che incontri il gradimento della stessa e ne rispetti la libertà di scelta. La domanda di intervento può venire presentata dalla persona in stato di bisogno socio sanitario ovvero dal tutore (in caso di interdizione), da un familiare, dall’assistente sociale interessato al caso, dal medico di medicina generale, in ogni caso garantendo il consenso informato della persona interessata (salvo le eccezioni previste dalla legge). La domanda, opportunamente motivata, può essere presentata in qualsiasi punto della rete dei servizi del Distretto socio sanitario. Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” IL DISTRETTO - Controllo e Verifica - CONTROLLO E VERIFICA Il Distretto esercita funzioni di controllo e verifica su tutte le attività svolte a livello distrettuale e, con il coinvolgimento dei responsabili dei Dipartimenti e UU.OO. , sulle restanti attività territoriali , al fine di evidenziare la loro corrispondenza con gli obiettivi della programmazione, di valutare l’efficienza dei servizi resi nonché l’efficacia delle prestazioni erogate con una costante e puntuale verifica dei risultati ottenuti , con finalità correttive rispetto alle scelte programmatiche. CONTROLLO E VERIFICA Parimenti i Distretti esercitano azione di controllo e verifica quali-quantitativa delle prestazioni e servizi erogati in termini di qualità globale con il coinvolgimento ed il costante confronto con i produttori ( interni ed esterni). Per tale scopo i produttori di prestazioni comunicano ai Direttori dei Distretti i dati di attività relativi alle prestazioni erogate a livello territoriale. Per tali azioni i Distretti si avvalgono anche dell’Ufficio di Coordinamento. Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” IL DISTRETTO - Produttori Esterni - PRODUTTORI ESTERNI I rapporti con i soggetti privati accreditati e l’allocazione delle risorse relative, vengono tenuti dal Direttore del Distretto e dai Dipartimenti e UU.OO. aziendali tramite gli uffici ed il personale dedicato . Il Direttore di Distretto, è responsabile della gestione del rapporto con i soggetti convenzionati e con le strutture accreditate presenti sul territorio del distretto e dell’allocazione delle risorse assegnate , esercitando i suoi doveri di committenza-programmazione , mentre i Dipartimenti/UU.OO. curano l’applicazione delle norme contrattuali sia dal punto di vista della tipologia delle prestazioni che per gli aspetti economico-finanziari . PRODUTTORI ESTERNI Operativamente, il Distretto decide cosa acquisire ( o comprare ) per quale territorio e per quale utenza, mentre i Dipartimenti/UU.OO. propongono le soluzioni, interne od esterne , per soddisfare la richiesta del Distretto. I volumi di prestazioni da reperire vengono stabiliti ogni anno dal Direttore di Distretto, compatibilmente con le esigenze assistenziali del territorio ed in linea con gli obiettivi di salute ed i vincoli economico-finanziari stabiliti dalla Direzione Strategica Aziendale. PRODUTTORI ESTERNI Il Distretto opera un monitoraggio sia dei volumi che della qualità delle prestazioni delle strutture private accreditate utilizzando gli uffici e le professionalità aziendali dei Dipartimenti e delle UU.OO. Obiettivo prioritario deve essere il riequilibrio del sistema dell’offerta sul territorio, che porti a medesime opportunità di accesso ai servizi da parte di tutti gli utenti residenti all’interno dell’Azienda Sanitaria . Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” IL DISTRETTO - Appropriatezza Prescrittiva - MONITORAGGIO APPROPRIATEZZA PRESCRITTIVA Il Comitato per il monitoraggio della appropriatezza prescrittiva ha la finalità di valutare l'appropriatezza nell'utilizzo delle risorse messe a disposizione dalla Azienda per l'erogazione dei livelli essenziali ed appropriati di assistenza, di favorire la riduzione degli sprechi nell'uso delle risorse disponibili mediante adozione di principi di medicina basata sulle evidenze scientifiche. Partecipano al Comitato i MMG, i PLS, gli Specialisti Ambulatoriali, i Responsabili U.O. Cure Primarie e del Servizio Farmaceutico. Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” IL DISTRETTO - Risorse economico-finanziarie - RISORSE ECONOMICO FINANZIARIE Afferiscono ai Distretti le risorse finanziarie relative al personale ad essi assegnato, nonché specifiche risorse finanziarie relative alla gestione dei beni mobili e immobili e relative a materiale e prodotti di consumo utilizzati per la gestione delle attivita’ e l’erogazione delle prestazioni; a tale scopo gli Uffici Ragioneria e di Controllo Strategico assegnano specifico ed idoneo budget ai Distretti Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” IL DISTRETTO SOCIO-SANITARIO - Zona Sociale - DISTRETTO – ZONA SOCIALE Le leggi vigenti delineano una Zona sociale coincidente con il Distretto sanitario in modo da poter disporre di importanti risorse finanziarie, professionali e tecnologiche e in cui le varie forme di partecipazione e le diverse soggettività sociali possano concorrere alla determinazione delle scelte di politica sanitaria, sociale e sociosanitaria territoriale e alla realizzazione degli obiettivi. DISTRETTO – ZONA SOCIALE Piano Di Zona Area Socio Sanitaria Piano Attività Territoriali Prestazioni/Attività sociali L 328/2000 - Attività di sostegno (supporti economici, abitativi, di aiuto alla persona) alle aree sociali deboli in difficoltà: famiglie problematiche, bambini, adolescenti, adulti, anziani, disabili, dipendenti, immigrati, emarginati sociali... - Le prestazioni sociali sono finanziate dai Comuni con eventuale partecipazione alla spesa da parte dell’Utente Prestazioni/Attività socio-sanitarie DPCM 14.2.2001 DPCM 29.11.2001 -Attività nei confronti di pazienti non autosufficienti per i quali risulta inscindibile la assistenza sanitaria da quella sociale. Sono erogate in regime domiciliare (ADI), Residenziale (RSA, CP) e semiresidenziale (CD) -Le prestazioni socio-sanitarie sono finanziate in parte dalle ASL e in parte dai Comuni (con eventuale partecipazione alla spesa da parte degli Utenti), secondo criteri prestabiliti in ambito regionale DISTRETTO – ZONA SOCIALE IL PIANO DI ZONA Il Piano di zona per gli interventi sociali e socio-sanitari emanato a tutela dei diritti della popolazione viene elaborato dal Comune o dai Comuni associati o dal Municipio nelle Aree Metropolitane secondo le indicazioni del piano regionale e d’intesa con le aziende unità sanitarie locali Il Piano ha durata triennale con aggiornamenti annuali Per la sua realizzazione è indispensabile la collaborazione con tutte le istituzioni (Regione, provincia, comuni) dalla elaborazione alla realizzazione e al controllo dei risultati DISTRETTO – ZONA SOCIALE IL PIANO DI ZONA Il Piano di zona individua: 1.obiettivi strategici e le priorità di intervento nonché gli strumenti e i mezzi per la relativa realizzazione; 2.modalità organizzative dei servizi, le risorse finanziarie, strutturali e professionali, i requisiti di qualità in relazione alle disposizioni regionali 3.forme di rilevazione dei dati nell’ambito del sistema informativo 4.modalità per garantire l’integrazione tra servizi e prestazioni 5.modalità per realizzare il coordinamento con gli organi periferici delle amministrazioni statali (amm.ne penitenziaria e della giustizia) 6.modalità per la collaborazione dei servizi territoriali con i soggetti operanti nell’ambito della solidarietà sociale a livello locale e con le altre risorse della comunità 7.forme di concertazione con l’azienda unità sanitaria locale STRUTTURE ASSISTENZIALI Luoghi fisici in cui è erogata assistenza sanitaria e socio-sanitaria Domicilio Ambulatorio Assistenza ad anziani, disabili, malati cronici, malati psichiatrici, malati terminali Assistenza medica e pediatrica di base + Assistenza specialistica ambulatoriale + Assistenza alle aree materno-infantile, anziani, disabili, malati psichiatrici, tossicodipendenti Residenze RSA, CP, Hospice per l’assistenza ad anziani, disabili, malati psichiatrici, tossicodipendenti, malati terminali Semi-Residenze Ambulanze Ospedali CD per l’assistenza ad anziani, disabili, tossicodipendenti, malati psichiatrici CURE INTERMEDIE 118, Ambulanze, Elicotteri di trasporto, PS, Reparti, DH, DS PROFESSIONISTI DELL’ASSISTENZA Integrazione multiprofessionale Professionisti con titolo di studio appropriato per svolgere Funzioni, Attività e Compiti di assistenza nel SSN Medici MMG, PLS, MCA Medici di Distretto • specialisti ambulatoriali • specialisti servizi territoriali (ginecologi del Consultorio, geriatri delle RSA, pediatri della Pediatria di Comunità, psichiatri della Salute Mentale…) • specialisti Direzione Distretti /DCP Prof. Sanitarie Prof. Sociali Infermieri Assistenti sociali Fisioterapisti Assistenti tutelari Dietisti Ostetriche Logopedisti Ortottisti Farmacisti Psicologi Educatori 3° Settore LA NUOVA VISION DELLA ASSISTENZA Continuità delle Cure: Successione delle prestazioni sanitarie e delle azioni di protezione sociale erogate da Servizi fra loro collegati (Servizi in rete) per rispondere ai bisogni sociali e sanitari del Paziente, dal momento della emergenza del bisogno fino all’esaurimento dello stesso Integrazione sociosanitaria: Integrazione fra attività sanitarie e attività di protezione sociale attuate da Equipe socio-sanitarie nei confronti di pazienti non autosufficienti per i quali risultano inscindibili cura e assistenza Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” IL DISTRETTO SOCIO-SANITARIO - I Modelli - MODELLO DEI SERVIZI IN RETE Servizi sanitari e socio-sanitari di 1° livello (servizi distrettuali), di 2° e 3° livello (servizi ospedalieri) e servizi sociali fra loro collegati in modo funzionale (Procedure) SCOPO Garantire continuità assistenziale ai pazienti ed appropriatezza delle prestazioni erogate da professionisti diversi ed a diversi regimi assistenziali UTENTI Pazienti che mostrano bisogni complessi di salute di tipo acuto o cronico ORGANIZZAZIONE •Modello “Nodi e Maglie” per tutti i servizi •Modello “Hub-Spoke” per Ospedali MODELLO NODI A MAGLIE NODI Centri di produzione delle prestazioni: servizi degli Ospedali (Hub-Spoke) e servizi dei Distretti (118, servizi ambulatoriali, domiciliari, residenziali, semiresidenziali, Case della Salute) MAGLIE Collegamenti funzionali: mobilità dei pazienti e degli operatori secondo Procedure Residenza AD Distretto 118 H Spoke H Hub MODELLO hub e spoke ospedali in rete HUB Ospedali di eccellenza (3° livello): elevata tecnologia e bassi volumi di attività. Sono in numero limitato e in ambito Regionale Aree: Cardiochirurgia, Neurochirurgia, Trapianti, Grandi ustioni, Traumi, Cure intensive perinatali, Emergenze-Urgenze, Riabilitazione SPOKE Ospedali di minore specializzazione (2° livello): tecnologia normale e alti volumi di attività. Sono in numero più elevato e in ambito Provinciale Servizi in rete Emergenza sanitaria territoriale Assistenza primaria ambulatoriale (MG, PLS) Cittadino Assistenza specialistica ambulatoriale (MS) Assistenza farmaceutica, integrativa e protesica Assistenza ospedaliera Assistenza Residenziale e Semiresidenziale Assistenza Domiciliare (ADP, ADI,SADI,SAD) OSPEDALE DELLA RETE Ricovero da Medico di Assistenza primaria (MG, PLS) o di Specialistica ambulatoriale (SERT…..) Assistenza ospedaliera (Reparti per acuti, Diagnosi e Cura) Ricovero da Emergenza sanitaria territoriale, TSO LungodegenzaDegenza Post Acuzie Ricovero autonomo Assistenza territoriale residenziale e semiresidenziale Assistenza Domiciliare (ADP, ADI,SADI,SAD) Assistenza farmaceutica, integrativa e protesica Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” IL DISTRETTO SOCIO-SANITARIO - I Modelli Operativi- DISTRETTO – MODELLI MODELLO SETTORIALE FUNZIONALE MODELLO DIVISIONALE DISTRETTO MODELLo SETTORIALE FUNZIONALE Responsabilità per materie e discipline sanitarie (prevale la logica dell’offerta) OFFERTA DISTRETTO – MODELLo SETTORIALE La ricomposizione delle prestazioni specialistiche in un unico e coordinato processo pesa interamente sull'utente, che per ricostruire il percorso è costretto a passare da un servizio all'altro, perché sono i Servizi a detenere il potere gerarchico sui fattori produttivi DISTRETTO – MODELLo SETTORIALE Linea funzionale debole Linea gerarchica forte: SERVIZI OFFERTA D I S T R E T T I D O M A N D A Servizio Medicina Di Base Servizio Ass. Spec. Consult. Servizio Med. Riab. e N.P. Inf. Percorso A.D.I. M.M.G. Special. Geriatra Terapista Riabilit. Percorso Infanzia P.L.S Consultori NeuroPsich. Inf. Percorso Terminali Inferm. Special. Oncologo Psicologo DISTRETTO – MODELLo SETTORIALE Nel Modello Settoriale i Distretti dovrebbero garantire i percorsi, ma ciò non avviene perché sono collocati nella linea funzionale debole, il cittadino è abbandonato a se stesso DISTRETTO MODELLo DIVISIONALE Responsabilità per Servizi e Percorsi (prevale la logica dell’DOMANDA) DOMANDA DISTRETTO – MODELLo DIVISIONALE Linea funzionale debole Linea gerarchica forte: DISTRETTI DOMANDA S E R V I Z I O F F E R T A Percorso A.D.I. Percorso Infanzia Percorso Terminali Medicina Di Base M.M.G. P.L.S Inferm. Ass. Spec. Consult. Special. Geriatra Consultori Special. Oncologo Med. Riab. e N.P. Inf. Terapista Riabilit. NeuroPsich. Inf. Psicologo 90° DISTRETTO – MODELLo DIVISIONALE Nel Modello Divisionale i Distretti garantiscono i percorsi perchè sono lungo la linea forte. I servizi danno linee guida ecc., il cittadino è guidato nel percorso DISTRETTI E CURE PRIMARIE CRITICITA’ Le forti resistenze al cambiamento, nel passaggio dai vecchi modelli settoriali ai nuovi modelli divisionali, ha favorito lo sviluppo di una modellistica variegata, non uniforme e spesso contraddittoria. DISTRETTI E CURE PRIMARIE CRITICITA’ Ed a tal proposito, uno degli aspetti più critici è stato rappresentato in passato proprio dai rapporti tra le vecchie organizzazioni settoriali dei Servizi di Cure Primarie da un lato e le nuove organizzazioni divisionali dei Distretti dall’altro, che vedevano, e vedono tuttora, le Cure Primarie come parte integrante e fondamentale dei Distretti stessi. DISTRETTI ….DAL PARADIGMA DELL’ATTESA…. Con l’aumento della vita media, è risaputo ormai che ci si ammala e si muore soprattutto di malattie croniche ma il Sistema Sanitario in Italia ha finora investito quasi soltanto nel settore delle malattie acute per riequilibrare il Sistema occorre modificare il paradigma su cui finora si è basata la medicina, anche territoriale: il paradigma dell’attesa (m. acute) Applicare alle malattie croniche il paradigma assistenziale delle malattie acute provoca danni incalcolabili. Significa che il “sistema” si mobilita solo quando il paziente cronico si aggrava, si scompensa, diventa “finalmente” un paziente acuto (rinuncia a prevenzione e trattamento malattia cronica) DISTRETTI ….a quello dell’ iniziativa…. Il paradigma dell’iniziativa, invece, è quello che più si adatta alla gestione di malattie croniche, perchè i suoi attributi sono: 1. La valutazione dei bisogni della comunità e l’attenzione ai determinanti della salute (anche quelli socio-economici, causa di diseguaglianze nella salute dei malati cronici) 2. La propensione agli interventi di prevenzione, all’utilizzo dei dati epidemiologici, alle attività programmate (es: costruzione di registri di patologia, stratificazione del rischio, richiamo programmato dei pazienti, etc) 3. Il coinvolgimento e la motivazione degli utenti, l’attività di counselling individuale e di gruppo, l’interazione con le risorse della comunità (volontariato, etc.) DISTRETTI ….a quello dell’ iniziativa…. La medicina d’iniziativa è anche quella che meglio si adatta alla gestione delle cure primarie, dove: 1. l’assistenza è per la gran parte “estensiva” e caratterizzata dalla presa in carico a lungo termine, 2. il valore aggiunto dei processi di cura è rappresentato dalla capacità di presidiare la continuità delle cure 3. e dalla capacità di rispondere alla cronicità attraverso team multiprofessionali che gestiscono sul territorio più problemi sanitari e socio-assistenziale evitando ricoveri ospedalieri. Un modello di Distretto che, di fronte all’aumento delle malattie croniche, attraverso attività di prevenzione rivolte al singolo e alla collettività, riduce al massimo gli sprechi, strutturando una rete di servizi vicini alla popolazione Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” IL DISTRETTO SOCIO-SANITARIO - UCCP ed AFT - DISTRETTI LA CASA DELLA SALUTE E’ un presidio del Distretto, la cui gestione complessiva è affidata al Dipartimento di Cure Primarie, che coordina le attività erogate e cura le interfacce con gli altri Dipartimenti È la sede di accesso e di erogazione dei servizi sanitari, sociosanitari e socioassistenziali, rivolti alla popolazione dell’ambito territoriale di riferimento del Unità Complessa Cure Primarie DISTRETTI LA CASA DELLA SALUTE Rappresentano il completamento di un percorso progettuale che racchiude tutti gli elementi utili alla realizzazione di una rete per facilitare l’accesso ai servizi di assistenza territoriale: 1. Intercettazione della domanda 2. Continuità delle cure 3. Gestione della cronicità DISTRETTI LA CASA DELLA SALUTE DISTRETTI LA CASA DELLA SALUTE Sviluppo dell’integrazione Percorso di innovazione culturale condiviso ed agito dai professionisti che si trovano ad operare nelle Case della Salute Promozione dell’integrazione e del coordinamento tra tutti i professionisti: - aspetti clinici - aspetti organizzativi DISTRETTI LA CASA DELLA SALUTE Sviluppo dell’integrazione Cambiamento culturale radicale che consenta un efficace sviluppo delle reti organizzative attraverso: •L’integrazione - Professionale (lavoro d’equipe, sviluppo dei percorsi, ….) - Gestionale (lavoro per obiettivi) •La valorizzazione delle autonomie e delle competenze •Gli strumenti del Governo Clinico - Miglioramento continuo, formazione, DISTRETTI LA CASA DELLA SALUTE Sviluppo dell’integrazione L’integrazione professionale e la gestione della casistica complessa all’interno delle reti organizzative di assistenza e cura trovano i loro fondamenti nei principi del • Chronic Care Model DISTRETTI LA CASA DELLA SALUTE Chronic Care Model DISTRETTI LA CASA DELLA SALUTE Percorso formativo Case della Salute •Formazione mirata alla definizione di un background comune per i diversi team distrettuali che consentirà di implementare e consolidare i processi di integrazione, nelle specifiche realtà locali, utilizzando un omogeneo linguaggio interpretativo •Individuati dai 5 ai 7 facilitatori per struttura, rappresentativi delle diverse aree dipartimentali coinvolte: - un ruolo strategico nell’organizzazione - in grado di supportare la successiva fase di coinvolgimento e formazione degli altri professionisti operanti nella struttura stessa DISTRETTI LA CASA DELLA SALUTE Lo sviluppo delle competenze nella Casa della Salute DISTRETTI LA CASA DELLA SALUTE Lo sviluppo delle competenze nella Casa della Salute DISTRETTI LA CASA DELLA SALUTE Lo sviluppo delle competenze nella Casa della Salute DISTRETTI LA CASA DELLA SALUTE Lo sviluppo delle competenze nella Casa della Salute DISTRETTI LA CASA DELLA SALUTE Lo sviluppo delle competenze nella Casa della Salute DISTRETTI UCCP - AFT UCCP - AFT - OSPEDALE AFT MMG UCCP AFT PLS AFT Specialisti OSPEDALE DISTRETTI UCCP - AFT AFT SPECIALISTICHE - UCCP - OSPEDALE AFT HUB Multibranca AFT SPOKE Multibranca AFT SPOKE Monobranca UCCP OSPEDALE Corso di Alta Formazione Universitaria “I Distretti Socio-Sanitari nell’intergrazione tra Sanità e Sociale” GRAZIE PER L’ATTENZIONE