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Introduzione ai metodi ottici
INTRODUZIONE AI METODI OTTICI prof. FABIO TOTTOLA IPSIA E.FERMI, Verona 2008 1 SPETTROFOTOMETRIA Una parte molto importante della moderna Chimica Analitica Strumentale è basata sullo studio dello scambio di energia (interazioni) tra la radiazione elettromagnetica e la materia. Questo tipo di interazioni sono evidenti ad occhio nudo nel caso di radiazioni che cadono nel campo visibile. Per esempio, quando un fascio di luce bianca attraversa una soluzione di solfato di rame(II) appare blu. Questo succede perché gli ioni rame interagiscono, assorbendole, con alcune radiazioni. Il fascio di luce riemerge mancante di tali radiazioni, e apparirà del colore ad esse complementari (blu). 2 In linea generale si può dire che un corpo, che non emetta luce propria, appare di un colore che dipende dalla luce con cui è investito. Esso tratterrà alcune lunghezze d’onda e rifletterà quelle che non può assorbire. 3 4 Sono esempio i pigmenti fotosintetici, primo tra tutti la clorofilla. Le piante appaiono verdi perché la clorofilla assorbe i fotoni nel rosso e nel blu, riflettendo quelli del giallo e del verde. Il nostro occhio fa il resto dato che è più sensibile al verde che al giallo. 5 Sappiamo che negli atomi gli elettroni hanno la massima probabilità di trovarsi in certe zone che chiamiamo orbitali. Un buon modo per rappresentare un orbitale è immaginare di fotografare molte volte l’elettrone attorno al nucleo, utilizzando sempre la stessa pellicola: otterremmo un risultato rappresentabile come in figura con tanti puntini, uno per ogni istantanea dell’elettrone. La “nuvola” elettronica che viene così a formarsi rappresenta la distribuzione della probabilità di trovare l’elettrone. L’insieme delle zone dove i punti sono più fitti è l’orbitale. 6 Gli orbitali si differenziano per energia, forma e orientazione. 7 8 Alcuni poi sono particolarmente complessi Per una galleria completa degli orbitali vai a http://winter.group.shef.ac.uk/orbitron/AO-hybrids/dsp3/index.html 9 7p 6d 7s 6p 5d Energia crescente 6s 5p 4d 4p 3d 5f 4f 5s 4s 3p 3s 2p 2s 1s Gli orbitali sono frequentemente rappresentati con dei quadratini. Qui sono raffigurati gli orbitali normalmente utilizzati, in ordine di energia crescente. Si deve sottolineare che al crescere di n le differenze energetiche divengono sempre più piccole. 10 L’energia di un atomo è dovuta •alle interazioni nucleari •al movimento e alle repulsioni degli elettroni negli orbitali •alla velocità con cui l’atomo si sposta nello spazio 11 Quando si considera lo spostamento di elettroni in un atomo ci accorgiamo che sono possibili solo variazioni di energia ben definite, quantizzate, perché sono possibili solo salti elettronici da un orbitale all’altro (e neanche tutti quelli teorici). 4d 3d 3p 2p 2s 12 Quando due atomi si legano sovrappongono i loro orbitali secondo due modalità: •frontale, forte detta di tipo s •laterale, debole detta di tipo p 13 • Si formano così dei nuovi orbitali, detti orbitali molecolari, rispettivamente di tipo s e di tipo p 14 • La realtà è però un po’ più complessa perché due orbitali atomici che si combinano formano due orbitali molecolari (indipendentemente dal tipo s o p): uno è detto di legame e uno di antilegame 15 s di antilegame s di legame p di antilegame p di legame 16 • Per i nostri scopi e’ sufficiente rappresentare gli orbitali molecolari in modo simbolico, soprattutto quando sono molti gli orbitali che si sovrappongono 17 • Anzi, quello che ci interessa è ancora meno. Basta ricordare che in una molecola i livelli energetici degli orbitali sono nella sequenza riportata a fianco. Purtroppo però… s di antilegame (s*) p di antilegame (p*) di non legame (n) p di legame (p) s di legame (s) 18 • …il fatto che una molecola possa ruotare e i suoi legami possano vibrare, fa sì che i livelli energetici degli orbitali interessati vengano disturbati. 19 • Ogni livello energetico elettronico è suddiviso in livelli vibrazionali a loro volta suddivisi in livelli rotazionali 20 200 1 • Attenzione! Il disegno non è in scala. Se poniamo 1 la distanza tra 40000 due livelli rotazionali, vale 200 quella tra due livelli vibrazionali e 40000 quella tra due elettronici 21 L’energia di una molecola è dunque dovuta •alle interazioni nucleari •al movimento e alle repulsioni degli elettroni negli orbitali •alla vibrazione dei legami •alla rotazione della molecola •alla velocità con cui la molecola si sposta nello spazio 22 • I livelli energetici di una molecola sono dunque di gran lunga superiori a quelli di un atomo isolato… Livelli energetici atomici Livelli energetici molecolari 23 • …e molte di più sono le transizioni energetiche. Non ci sono solo salti elettronici, come in un atomo. Le transizioni interessano tutti i livelli di energia della molecola. Qui viene esemplificato il caso di un atomo con soli due livelli elettronici confrontato con una molecola con due livelli elettronici, due vibrazionali e due rotazionali. torna a 90 24 • In realtà le transizioni energetiche di una molecola sono in numero inferiore a quelle teoricamente possibili perché alcuni “salti” sono vietati dalle regole di selezione. Tali regole sono molto complesse e tratteremo qui solo quella più semplice in base alla quale “sono possibili solo quelle transizioni che provocano una distribuzione degli elettroni differente rispetto a quella di partenza in modo da causare una variazione del momento di dipolo.” 25 Le radiazioni elettromagnetiche • Le radiazioni elettromagnetiche possono essere rappresentate come onda elettromagnetiche (natura ondulatoria) e come una serie di pacchetti discreti di energia, i fotoni (natura corpuscolare). • Le due rappresentazioni non sono in contrasto: una si adatta bene al mondo macroscopico (onda) e l'altra al mondo atomico e molecolare (fotoni). • Come fenomeno ondulatorio la luce è un dovuta alla propagazione simultanea di un campo magnetico (M) e di uno elettrico (E) tra di loro perpendicolari. 26 • Poiché, però, per le sue interazioni con la materia è importante solo la componente del campo elettrico l’onda elettromagnetica viene rappresentata nel modo semplificato qui riportato. 27 28 n = 2 Hz am pie zza tempo 1s tempo am pie zza l 1s n = 4 Hz am pie zza l spazio l am pie zza l spazio • E'importante ricordare che frequenza e lunghezza d’onda non si possono confrontare sullo stesso grafico • Lunghezza d’onda, frequenza e velocità di una qualsiasi onda elettromagnetica sono correlate dalla relazione c =l n • Le lunghezze d'onda delle radiazioni elettromagnetiche vanno da 1/10000 di nm per i raggi cosmici fino alle migliaia di metri per alcuni tipi di onde radio. La luce visibile è dunque solo una piccola frazione dello spettro elettromagnetico. 29 L’energia di un’onda è proporzionale alla sua frequenza secondo l'equazione: E = h .n dove h è la costante di Planck che vale 6,63.10-34 J.s. Esempio Per una radiazione di l=600nm calcolarne il valore in m e mm. 600 nm = 6,00.10-7 m = 0,600 mm La frequenza di tale radiazione si ricava da c= l. n n = c /l = 3.108m.s-1/ 6,00.10-7m= 5.1014 Hz L’energia dell’onda è proporzionale alla sua frequenza E = h . n = 6,63.10-34 J.s E= 6,63.10-34 J.s . 5.1014s-1 30 31 Ancora lo spettro elettromagnetico con le principali applicazioni delle diverse onde 32 Radiazioni policromatiche e monocromatiche Avremo spesso osservato il fenomeno che si verifica in natura quando la luce del sole, passando attraverso goccioline d’acqua, dà luogo all’arcobaleno. Analoga scomposizione della luce si verifica, anche se con un meccanismo diverso, osservando la superficie 33 di un CD. Lo spettro continuo che si ottiene ci mostra che la luce del sole, di una lampadina, o di un qualsiasi altro solido riscaldato è policromatica, cioè composta da molte frequenze. Essa ci appare normalmente bianca perché si presenta sempre come somma di tutte le frequenze. 34 Anche elementi in fase gassosa, se vengono eccitati con il riscaldamento o con scariche elettriche, sono in grado di emettere luce, come verifichiamo tutti i giorni nei tubi al neon. 35 Nei saggi alla fiamma osserviamo la produzione di luce e sul loro stesso principio funzionano, in modo più spettacolare, i fuochi artificiali. Ciò che distingue queste sorgenti è che la loro luce ha colore diverso a seconda dell’elemento che la produce. 36 • Ma in che cosa si differenziano queste due sorgenti luminose… …il Sole e una lampada al neon? 37 Scomponendo la luce emessa nei due casi si nota: •per il Sole uno spettro continuo •per il neon (o per le fiamme colorate dai sali) uno spettro con poche frequenze 38 Trattando opportunamente una luce composta da radiazioni elettromagnetiche di poche frequenze è possibile ottenere una radiazione monocromatica caratterizzata da una ben definita frequenza (e quindi lunghezza d’onda) 39 Alcune interazioni luce-materia Rifrazione Quando una radiazione luminosa attraversa la superficie di separazione di due mezzi trasparenti, il raggio rifratto si piega verso la normale alla superficie se questo è il più denso 40 E’ per la rifrazione dei raggi luminosi che gli oggetti immersi in acqua ci sembrano spezzati 41 Per ogni mezzo trasparente si definisce un indice di rifrazione assoluto c n= v dove c= la velocità della luce nel vuoto e v= la velocità della luce nel mezzo La determinazione dell’indice di rifrazione di un corpo viene effettuata con il rifrattometro. 42 L’utilizzo di un prisma per separare i componenti della luce policromatica consente una separazione più spinta perché il fascio subisce due rifrazioni. 43 L’angolo di rifrazione è tanto più marcato quanto più alta la frequenza: il viola è più deviato del rosso. Questa è una tecnica per ottenere radiazioni monocromatiche. 44 La scomposizione della luce solare con la rifrazione attraverso minute goccioline di acqua è responsabile del fenomeno dell’arcobaleno. 45 Anche l’arcobaleno doppio ha la stessa origine. Le diverse riflessioni che si hanno sulle goccioline sono responsabili dell’inversione dei colori nei due archi. 46 A una combinazione di riflessione e separazione della luce bianca operata dalla rifrazione sono dovuti i riflessi colorati del diamante che accentua molto la separazione della luce a causa dell’elevato indice di rifrazione Lo zircone, che ha un più elevato indice di rifrazione, è caratterizzata da una più spinta separazione della luce 47 Diffusione Consiste nella riemissione in molte direzioni di una radiazione incidente su un sistema costituito da particelle di varie dimensioni. Il comportamento della diffusione dipende dalla lunghezza d’onda della luce incidente e dalle dimensioni delle particelle disperse. 48 a.Diffusione di Rayleigh Si verifica quando la radiazione incidente attraversa un sistema costituito da particelle di diametro molto minore della propria lunghezza d’onda (<1/10). L’intensità della luce diffusa è proporzionale alla quarta potenza della frequenza della luce incidente per cui in un fascio policromatico le radiazioni a frequenza più alta vengono diffuse maggiormente. 49 Azoto e ossigeno dell’aria hanno le dimensioni adatte per dare questa diffusione con la luce del sole. Verrà diffusa maggiormente le componenti viola e azzurre che danno così il colore al cielo. 50 Quando il sole viene osservato direttamente si colgono le componenti che sono meno diffuse per cui ci appare giallo o rosso se lo strato atmosferico attraversato è maggiore come all’alba o la tramonto. 51 a.Diffusione di Mie Si verifica quando la radiazione incidente attraversa un sistema costituito da particelle di diametro relativamente grande, superiori a 1/10 della propria lunghezza d’onda. L’intensità della luce diffusa è meno dipendente dalla frequenza della luce incidente per cui in un fascio policromatico le radiazioni vengono diffuse abbastanza omogeneamente. 52 E’ il caso delle nuvole che ci appaiono bianche perché diffondono in maniera abbastanza omogenea tutte le radiazioni della luce solare. 53 Una situazione particolare si verifica con il fumo delle sigarette. Appare azzurro quando si forma ma diviene bianco quando viene emesso. Nel primo caso le particelle di catrame sono molto piccole e danno la diffusione di Rayleigh mentre poi divengono più grandi e danno la diffusione di Mie. 54 a.Effetto Tyndall Si verifica quando la radiazione incidente attraversa un sistema costituito da particelle di diametro approssimativamente uguale alla sua lunghezza d’onda. E’ la tipica diffusione della luce che attraversa una soluzione colloidale (nella foto a destra viene diffusa una luce monocromatica rossa) 55 Si veridica anche quando le particelle di polvere disperse nell'aria sono investite da un raggio di luce solare che penetra attraverso le fessure di una finestra: esse diventano visibili ed appaiono come punti brillanti. Anche le goccioline di vapore provocano lo stesso effetto. 56 Utilizzo della diffusione per tecniche analitiche • Turbidimetro: si misura la luce che torna indietro o quella che passa nella direzione della luce incidente 1.SORGENTE 2.CELLA PER IL CAMPIONE 3.RIVELATORI (FOTOTUBI) 4.SISTEMA DI ELABORAZIONE DEL SEGNALE 5.DISPLAY ANALOGICO O DIGITALE 57 • Nefelometro: misura a 90° la luce riflessa. Nello schema accanto è riportato quello usato per la birra che però usa tutti e due i raggi. 58 Interferenza Quando due onde della stessa frequenza si incontrano possono rinforzarsi o annullarsi a vicenda a seconda della fase con cui si presentano. interferenza distruttiva. interferenza costruttiva 59 Questa proprietà delle onde è utilizzata per monocromare una radiazione policromatica utilizzando una sottile lamina di materiale trasparente delimitata da due specchi semitrasparenti: si tratta di un filtro interferenziale. La luce entra e, in parte, è riflessa dagli specchi per cui in uscita verranno a incontrarsi più raggi che, se in fase, si rinforzano. Secondo raggio diretto Raggio diretto 60 Può però succedere anche i due raggi non essendo in fase si annullino. Secondo raggio diretto Raggio diretto Ogni raggio ha percorso più dell’altro un spazio pari a due volte lo spessore (s) del filtro e potranno emergere dal filtro solo quelle radiazioni che rispettino la relazione 2s = n l 61 Se il filtro è fatto a cuneo, con uno spessore variabile, nelle diverse zone ci saranno condizioni di interferenza costruttiva per differenti radiazioni. Spessore filtro l radiazioni uscenti 300 nm 350 nm 400 nm 300, 150, 100 nm 350, 175, 117 nm 400, 200, 133 nm Dopo lastra vetro 300 350 400 Tutte quelle radiazioni sono ovviamente solo teoriche perché bisogna anche vedere se erano contenute nella sorgente 62 All’interferenza sono dovuti i colori delle bolle di sapone. Quando la luce colpisce la superficie più esterna di una bolla, parte di essa viene riflessa, parte riesce ad attraversarla giungendo sulla superficie più interna da cui a sua volta viene quasi completamente riflessa. Questa seconda luce riflessa attraversa nuovamente il velo d’acqua e, arrivata alla superficie esterna, incontra la luce riflessa dalla lamina anteriore. Lo spessore della bolla condiziona quale colore potrà avere interferenza costruttiva ed elimina gli altri. I colori al passare del tempo variano perché varia lo spessore della lamina saponosa; la bolla infatti sgocciola e l'acqua da essa evapora facendola via via assottigliare. 63 Diffrazione Il fenomeno si verifica quando un’onda incontra fessure o ostacoli con spaziatura dello stesso ordine di grandezza della sua lughezza d’onda. Una radiazione monocromatica produce un alternarsi di zone luminose e zone scure la cui intensità decresce rapidamente andando verso l’esterno 64 Ciò si verifica perché ogni fessura funge da nuova sorgente: solo in alcune zone le onde arrivano in fase e si sommano. Come sappiamo due onde sono in fase se la differenza del loro cammino è pari a un numero intero di lunghezze d’onda. 65 Lo stesso fenomeno visto con uno schema diverso. Sono evidenti le zone di interferenza costruttiva, luminose, e quelle con interferenza distruttiva, buie. 66 Se la sorgente è invece policromatica (come accade in realtà) si deve tener conto le singole lunghezze d'onda saranno diffratte in tutte le direzioni ma avranno differenti angoli per i quali si ha interferenza costruttiva. Si formano delle frange, suddivise in bande, dovute all'accostamento delle differenti l. 67 Si deve sottolineare che: -anche in questo caso l'intensità delle righe diminuisce rapidamente al crescere dell’ordine dello spettro -gli spettri del 1° e 2° ordine sono ben separati solo nel VIS. L’altezza dei picchi indica l’intensità della banda 68 Anche in questo caso gli spettri dei vari ordini sono parzialmente sovrapposti. Infatti hanno interferenza costruttiva radiazioni con l che rispettino la relazione d senq = n l passo angolo di ordine dello del reticolo diffrazione spettro 69 q 0 1° ord 2° ord 3° ord 4° ord 0 200 300 400 500 600 700 800 900 1000 0 100 150 200 250 300 350 400 450 500 0 67 100 133 167 200 233 267 300 333 0 50 75 100 125 150 175 200 225 250 11,53 17,46 23,58 30,00 36,87 44,27 53,13 64,15 90,00 Nella tabella sono riportati i valori delle l per i quali si hanno interferenze costruttive agli stessi angoli rispetto alla perpendicolare, per un reticolo di passo 1 mm (1000 nm) 70 Quello che abbiamo appena visto è lo schema su cui funziona un monocromatore basato su un reticolo di diffrazione in trasmissione: la luce policromatica passa attraverso esso e arriva dall’altra parte suddivisa nelle sue componenti. 71 Alcune considerazioni sugli spettri così ottenuti: •l'estensione è proporzionale al loro ordine, visto che si allargano all'aumentare dell'ordine; si veda a tale proposito come nel 4° ordine per la differenza tra 11,53° e 17,46 si abbia una banda di 100 nm, mentre per il 1° ordine la banda sia di 25 nm •non si vede dalla tabella, ma l'intensità è inversamente proporzionale all'ordine •nel campo del VIS gli spettri del 1° e del 2° ordine sono nettamente separati, mentre IR e UV sono invece sovrapposti già nei primi due ordini. Si capisce allora come sia necessario abbinare filtri appositi per tagliare via le lunghezze d'onda indesiderate, specialmente quelle degli ordini superiori la cui intensità, molto bassa, è significativa soprattutto come disturbo e non per l'utilizzo primario. 72 Un altro tipo di reticoli utilizzati sono quelli in riflessione. Sono ottenuti ricoprendo con uno strato riflettente (un velo di alluminio) un sistema contenente minutissime incisioni (anche 2000/mm). In corrispondenza dei gradini il sistema perde le sue capacità riflettenti. Le zone rimanenti, distanziate dello stesso ordine di grandezza della lunghezza d'onda della luce incidente, assumono l'identico ruolo delle fenditure nei reticoli a trasmissione. In questo caso, però, le figure di diffrazione si formano dalla stessa parte della luce incidente. 73 Attualmente tutti i reticoli in uso sono in riflessione e a gradinata. Essi consentono di concentrare l'80% dell'energia raggiante diffratta nello spettro di un dato ordine prestabilito, il che significa che si riesce a fare in modo che gli ordini diversi da quello voluto abbiano una intensità molto bassa. Reticoli concavi I reticoli a riflessione concavi associano le proprietà dispersive dei reticoli con quelle focalizzanti delle lenti (che negli altri sistemi sono sempre necessarie). Le bande dei diversi ordini vengono focalizzate su zone diverse di una circonferenza (cerchio di Rowland) che ha lo stesso raggio del raggio di curvatura del reticolo. 74 La diffrazione abbinata all’interferenza è responsabile dell’apparire di iridescenza in molti oggetti, tutti caratterizzati dalla presenza di una spaziatura regolare come un CD… 75 …l’opale… 76 …le ali delle farfalle… 77 Per atomi e molecole l’assorbimento di radiazioni del campo UV-Visibile provoca l’eccitazione di degli elettroni con passaggio di essi a un livello a energia superiore. La transizione avviene se • la radiazione ha l’esatta energia per coprire il salto • si verifica una variazione del momento di dipolo E’ inevitabile, per le molecole, avere delle transizioni anche nei livelli vibrazionali e rotazionali dello stato elettronico eccitato. 78 Fotoluminescenza Quando una molecola assorbe può assorbire solo onde elettromagnetiche di frequenza tale da portarlo a un livello eccitato. Da questo punto può ritornare al livello fondamentale per tre differenti strade 79 1) Fluorescenza di risonanza La molecola torna allo stato fondamentale emettendo, quasi istantaneamente, radiazioni con energia uguale a quelle che hanno prodotto l’eccitazione. 80 2) Rilassamento vibrazionale E’ molto più probabile che la molecola passi al più basso livello vibrazionale del livello eccitato perdendo energia grazie a urti con le molecole circostanti. Da questo punto possono succedere, a seconda dei livelli energetici della molecola, diverse cose. 81 2-a) Conversione interna E’ l’evento più probabile se i livelli vibrazionali del livello elettronico fondamentale sono sovrapposti con quelli dello stato eccitato. Non è radiativo, il che significa che anche in questo caso sono gli urti con le molecole vicine a far perdere energia. 82 2-b) fluorescenza Se non c’è sovrapposizione dei livelli l’energia viene restituita in un’unica volta con un processo radiativo; la frequenza della radiazione emessa è inferiore a quella della radiazione assorbita perché una parte dell’ energia è già stata liberata sotto forma di urti 83 I corpi che mostrano questo comportamento si presentano colorati se illuminati con luce UV che assorbono ma riemettono con frequenza minore e quindi nel visibile 84 2-c) Conversione intersistema Alcune molecole sono in grado di riarrangiare i loro elettroni, portandoli a un differente stato caratterizzato da una variazione di spin (da singoletto a tripletto). La transizione è proibita per cui richiede tempo ad avvenire. L’elettrone passa ai nuovi livelli vibrazionali… 85 …da lì l’elettrone perde energia per rilassamento vibrazionale e successivamente emette una radiazione di frequenza più bassa di quella inizialmente assorbita 86 L’emissione di luce per fosforescenza, poiché implica una transizione proibita e quindi poco probabile, avviene in tempi molto più lunghi rispetto alla fluorescenza e può durare anche per alcuni minuti. 87 Un altro modo per rappresentare i fenomeni che avvengono nella fluorescenza e nella fosforenza 88 Assorbimento Le radiazioni possono essere assorbite da atomi o molecole e indurre diversi fenomeni a seconda della frequenza (e quindi dell’ energia) della radiazione stessa. E' stato scoperto che diversi nuclei atomici (tra cui 1H, 13C ) immersi in un forte campo magnetico possono variare il loro 'momento magnetico', e le energie connesse a tali transizioni sono invece basse, e corrispondono a quelle delle onde radio. La tecnica basata su tale principio si chiama spettroscopia di risonanza magnetica nucleare (NMR) ed ha notevolissime applicazioni nello studio ed identificazione di molecole organiche (nonché di imaging in campo medico). Le microonde inducono rotazioni nelle molecole mentre le radiazioni infrarosse (spettrofotometria IR) amplificano le oscillazioni dei legami. La radiazioni nel campo dell’ U.V.-visibile riescono a eccitare gli elettroni più esterni (elettroni di legame) degli atomi o delle molecole. Anche l'energia degli elettroni interni è quantizzata e le radiazioni in grado di effettuare le relative transizioni cadono nel lontano ultravioletto o addirittura nei raggi X. 89 Le frequenze che vengono assorbite sono determinate da come sono disposti i livelli energetici e quindi da come è fatta una molecola. Ogni molecola ha un caratteristico spettro di assorbimento che assicura l’analisi qualitativa, mentre l’intensità delle bande può essere sfruttata nell’analisi quantitativa. 90 Inoltre ogni raggruppamento di atomi (gruppo funzionale) assorbe con buon approssimazione a una lunghezza d’onda caratteristica, indipendentemente dalla molecola di cui fa parte. Gruppo Frequenza (cm−1) C–H stretching 2700 – 3100 CH3 bending 1375 – 1450 CH2 scissor ~ 1465 CH2 rocking 720 C–C double bond 1640 – 1670 C–C triple bond 2100 – 2260 C–C skeletal vib. aromatics 1000 – 1300 O–H stretching 3200 – 3600 C–O (alcohols, phenols) 1000 – 1260 C–O double bond 1500 – 1870 C–Cl stretching 660 – 690 N–H strecthing 3100 – 3500 91 Le stesse considerazioni possono essere fatte con gli spettri di assorbimento degli atomi che però risulteranno più semplici e caratterizzati solo da righe perché le transizioni non sono complicate dai livelli vibrazionali e rotazionali. Torna a 22 92 Negli spettri atomici, le righe tendono ad accumularsi verso le lunghezze d’onda più piccole (cui corrispondono le energie più alte), ciò è dovuto al fatto che gli orbitali più esterni sono via via energeticamente più vicini tra di loro. Le righe appaiono anche meno intense, perché la corrispondente transizione risulta meno probabile via via che la popolazione degli orbitali si dirada. 93 Emissione Quando l’energia viene somministrata alla materia sotto forma di calore o di elettricità, la liberazione di radiazioni elettromagnetiche è detta emissione. L’interpretazione è simmetrica a quella vista per l’assorbimento tanto che i due psttri possono essere considerati uno il “negativo” dell’altro 94 95