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Le caratteristiche del Suono

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Le caratteristiche del Suono
Prof. Antonello D’Amico [email protected]
LE CARATTERISTICHE DEL SUONO
CHE COSA È IL SUONO?
per suono s’intende una nostra percezione
emozionale decodificata secondo dei canoni
prestabiliti quali: ritmo, melodia, armonia,ecc… per
mezzo del nostro orecchio umano. Il cervello
interpreta un determinato spostamento di
molecole attraverso l’aria, l’acqua o altro
elemento, “giudicandolo” attraverso la nostra
cultura bello o brutto.
 Un qualsiasi corpo elastico può produrre questa
oscillazione di cui noi diamo un valore: suono se ci
risulta gradevole o rumore nel senso opposto.

LE QUALITÀ PRINCIPALI DEL SUONO
Altezza
 Intensità
 Timbro

LE QUALITÀ SECONDARIE DEL SUONO
Durata
 Spazializzazione

ALTEZZA SONORA



In acustica i suoni vengono principalmente identificati a partire dalla loro frequenza
(che nella maggior parte delle condizioni d'ascolto e di emissione è invariante, al
contrario ad esempio della lunghezza d'onda che dipende dal mezzo trasmissivo - le
due entità sono legate in maniera inversamente proporzionale con la velocità di
propagazione dell'onda nel mezzo considerato). Ogni oggetto ha una serie di
frequenze caratteristiche determinate dalla sua struttura fisica: queste sono le
frequenze alle quali il corpo tende a vibrare con maggior facilità. L'insieme di queste
frequenze è detta degli armonici naturali: l'armonico naturale di frequenza inferiore
viene anche detto armonico fondamentale o nota fondamentale. Queste
osservazioni sono alla base della costruzione dei diversi tipi di strumenti musicali.
In musica alla frequenza si sostituisce normalmente l'altezza di un suono, data dalla
sua distanza da un suono di riferimento o da quella di un altro suono d'interesse.[1] Il
suono di riferimento adottato dalle orchestre moderne corrisponde alla nota "La" alla
frequenza di 442 Hz.
Accordare significa assegnare un preciso valore di frequenza alle varie note. Il
rapporto tra la frequenza di due note (che nella nostra percezione corrisponde alla
differenza tra le loro altezze) è chiamato intervallo. Le note possono essere disposte
in scale musicali e modi musicali. Le scale che si incontrano più spesso nella musica
occidentale moderna sono la scala maggiore e la scala minore.
ALTEZZA SONORA

L'altezza è la qualità che permette di distinguere i suoni secondo la diversa
acutezza e gravità; essa dipende dalla frequenza delle vibrazioni: un suono
è tanto più acuto quando è maggiore il numero delle vibrazioni; o viceversa.
I limiti dell'orecchio umano vanno da un minimo di 32 frequenze semplici al
minuto ad un massimo di 40.000; la pratica musicale tuttavia si serve di
suoni la cui frequenza è compresa in limiti più ristretti, e precisamente tra
64 e 8000 vibrazioni semplici al minuto.
Allo scopo di uniformare l’altezza dei suoni in tutti i paesi, dal 1859 in poi
sono stati convocati a più riprese dei congressi internazionali con il compito
di stabilire la frequenza di un suono base detto diapason, che è il la3 (nel
secondo spazio in chiave di violino) alla quale tutti si attengano. Il più
recente è stato il congresso di Londra (1951) che ha fissato la frequenza del
la3 in 880 vobrazioni semplici (440 vibrazioni doppie) al minuto secondo.
L'unità di misura della frequenza è l'hertz, dal nome di un noto fisico
tedesco. Si abbrevia Hz ed equivale ad un periodo.
INTENSITÀ SONORA


L'intensità è il volume del suono ed è proporzionale al quadrato dell'ampiezza di oscillazione
dell'onda sonora
L'intensità è la qualità che distingue i suoni in deboli o forti. Si spiega con la diversa forza con cui i
corpi sonori vengono eccitati e con la distanza dell'ascoltatore dalla fonte sonora; acusticamente,
dipende dall'ampiezza delle vibrazioni.
L'unità di misura dell'intensità del suono è il decibel
Le intensità udibili

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

La soglia di udibilità
Si definisce soglia di udibilità la minima intensità sonora che l'orecchio umano è in grado di
percepire. L'esperienza mostra che tale soglia varia da individuo a individuo (per esempio si innalza
all'aumentare dell'età del soggetto), e, soprattutto, che, anche per un singolo individuo, essa dipende
dalla frequenza del suono ascoltato.
La soglia del dolore
All'altro estremo del campo di intensità udibili si trova la soglia del dolore, cioè la massima intensità
sonora che l'orecchio umano è in grado di percepire e oltre la quale il suono viene sostituito da una
sensazione di dolore (si osservi però che il suono può nuocere in modo permanente all'udito anche
ad intensità inferiori dipendentemente dalle condizioni di esposizione)
IL TIMBRO SONORO
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
Il timbro è la forma, il profilo dell'onda sonora, quella
caratteristica del suono che permette, a chi ascolta, di
distinguere le diverse fonti: un do suonato da un violino
è diverso dallo stesso do suonato da un pianoforte, in
termini più precisi è la diversa composizione in armonici
del suono.
Il timbro è la qualità che individua lo strumento o la voce
che ha generato un suono. è in relazione alla materia e
alla forma dello strumento stesso; acusticamente
dipende dalla forma delle vibrazioni; ed è direttamente
collegato aon il fenomeno dei suoni armonici
LA DURATA
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

Per durata si intende quanto ogni suono si prolunga nel
tempo. Per rappresentare la durata dei suoni si usano
dei simboli grafici posti sul pentagramma. La parte della
teoria musicale che si occupa dello studio di questi
simboli è la semiografia (o notazione musicale).
Nella notazione musicale, il valore di una nota indica la
durata relativa di una nota musicale. Il valore è indicato
per mezzo di una simbologia grafica che modifica le
parti di una nota: testa, gambo e coda. La coda viene
più propriamente definita "cediglia" o "virgola".
Vi sono altresì simboli grafici che indicano il valore di
una pausa.
LA SPAZIALIZZAZIONE


La spazializzazione di una o più sorgenti audio consiste nella
simulazione di un paesaggio sonoro (soundscape¹) tridimensionale.
All'interno del paesaggio, una vera e propria "scena" da ascoltare, le
sorgenti assumeranno una posizione virtuale rispetto all'ascoltatore
e potranno anche "muoversi" intorno a lui più o meno velocemente.
Nel processo di localizzazione di un suono da parte del nostro
cervello, la vista riveste un ruolo molto importante anche se non
fondamentale. Abbiamo l'impressione che un suono provenga da una
parte, la nostra memoria ci dice che potrebbe essere un tuono,
guardiamo da quella parte e soltanto quando vediamo il classico
lampo di luce siamo perfettamente certi che di un tuono si trattava.
Risultano subito evidenti le analogie ed integrazioni tecniche possibili
tra le arti visive e la spazializzazione del suono, questa nuova
evoluzione dell'arte musicale, un ampliamento della stessa volto ad
includere nel novero dei suoni utilizzabili anche il rumore.
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