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MOLESTIE E RICATTI SESSUALI SUL POSTO DI LAVORO Le
MOLESTIE E RICATTI SESSUALI SUL POSTO DI LAVORO Le molestie e i ricatti sessuali sono comportamenti che ledono la dignità, la libertà e il decoro della persona e possono provenire anche da colleghi e dal datore di lavoro. Simili atteggiamenti indesiderati a connotazione sessuale sono espressi in forma fisica, verbale o non verbale, aventi lo scopo o l’effetto di violare il rispetto della persona e di creare un clima intimidatorio, degradante, umiliante ed offensivo. Sul luogo di lavoro, questi “sgraditi gesti” riguardano soprattutto le donne e meno frequentemente gli uomini. Secondo un’indagine Istat effettuata nel 2008-2009, circa la metà delle donne in età 14-65 anni (10 milioni 485 mila) hanno subito nel corso della loro vita ricatti sessuali o molestie in senso lato sul posto di lavoro. Prendendo in esame gli ultimi tre anni, 3 milioni e 864 mila donne in età 14-65 anni hanno subito almeno una molestia o un ricatto sessuale sul lavoro: la fascia di età 14-24 anni è quella più colpita (38,6%), seguita da quella 25-34 (29,5%); alle laureate e alle diplomate spettano le percentuali più elevate, rispettivamente il 26,1% e il 22,3%. Inoltre, il 21% delle vittime risiede al Sud, un valore in aumento e in controtendenza con quanto registrato negli anni scorsi: la differenza è motivata da diversi fattori, tra i quali, la maggiore partecipazione delle donne del Mezzogiorno al mercato del lavoro. Tabella 1. Donne da 14 a 65 anni che hanno subito molestie sessuali o ricatti sessuali sul lavoro nel corso della loro vita e negli ultimi 3 anni per ripartizione geografica - Anni 2008-2009 (Valori percentuali) Molestie sessuali o ricatti sessuali sul lavoro Ripartizione geografica Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole Nel corso della vita Negli ultimi tre anni 57,2 54,3 52,4 47,3 44,1 19,9 17,7 18,1 21,0 17,5 Restringendo il campo alle sole molestie fisiche, ossia le situazioni in cui la donna è stata avvicinata, toccata e baciata contro il suo volere, subito dopo i mezzi di trasporto pubblici (28,8%) e la strada (18,8%), il posto di lavoro è uno dei luoghi più frequenti dove esse si verificano (12,6%). I ricatti sessuali riguardano principalmente la disponibilità sessuale al momento dell’assunzione (52,6%), seguiti da quelli messi in essere per mantenere il posto di lavoro o avanzare di carriera (24,4%) e da quelli per essere assunti (23%). Nel corso della vita, la stragrande maggioranza delle donne che subisce un ricatto sessuale sul posto di lavoro non ne parla con nessuno, parliamo dell’81,7%, contro il 18,3% che fortunatamente racconta la sua esperienza. Quasi nessuna vittima denuncia l’episodio alle forze dell’ordine. La spiegazione più frequente per non denunciare il ricatto subito nella propria vita è la scarsa gravità del fatto oppure che l’episodio si è verificato una sola volta, seguita dall’essersela cavata da sola o con l’aiuto dei familiari, dalla mancanza di fiducia nell’operato delle forze del’ordine o dalla loro impossibilità di agire e dalla paura di essere giudicate e trattate male al momento della denuncia. Tra le donne che hanno risposto al quesito circa l’esito del ricatto sessuale sul posto di lavoro, i risultati più significativi sono i seguenti: il 57,2% ha cambiato volontariamente lavoro o rinunciato alla carriera, il 4,5% ha chiarito e risolto tutto, il 3,8% ha avuto il trasferimento di ufficio, il 3,3% ha continuato a lavorare nello stesso posto, il 2,5% è stata licenziata, lo 0,3% è sottostata alle richieste e nell’0,2% dei casi ci è stato un processo. Numeri davvero inquietanti che minano il diritto al lavoro di molte donne, la loro serenità e di conseguenza il benessere delle loro famiglie. Da donna mi rendo conto che è problematico e complesso portare alla luce tali soprusi, condividerli e denunciarli, richiede coraggio e tenacia ma è un nostro dovere non permettere a nessuno di abusare della nostra dignità e di cancellare tutti i nostri obiettivi, progetti e sogni!!!! I complimenti educati sono ben accetti, altro no!!!!! Angela Lillo