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Lezione 7
Sorgenti di elettroni • Abbiamo visto lenti e loro aberrazioni. Sappiamo che, soprattutto a causa dell’aberrazione sferica siamo costretti ad diaframmi che limitano l’apertura del fascio (a scapito della risoluzione). Limitare il fascio significa perdere corrente importanza in M.E. di avere sorgenti molto intense • Il concetto chiave però non è la intensità (densità di corrente) ma la brillanza (brightness), cioè la densità di corrente per unità di angolo solido. i corrente del fascio d0 diametro del fascio 0 angolo di divergenza Area i 2 d 0 02 2 4i 4d 0 0 2 [A cm-2ster-1] Angolo solido • La brillanza non può essere mai maggiore della brillanza della sorgente in nessun punto lungo la colonna del M.E. Sorgenti termoioniche J = AT2 e-F /kT Filamento di W alta temperatura Cristallo LaB6 orientato <110> bassa funzione lavoro Φ Sorgenti a emissione di campo amplificazione del campo elettrico sulle punte (E=V/r) effetto tunnel A freddo dev’essere operato in ultra alto vuoto (UHV) per non avere ossidi o contaminanti A caldo (emissione assistita) W (orientato <310>) trattato superficialmente con ZrO2 Thermoionic W Thermoionic LaB6 Thermal FEG ZrO-W Cold FEG (200 kV) [A/cm2 ster] ~ 5x105 ~ 5x106 ~ 5x108 ~ 5x108 Source size [mm] 50 10 0.1-1 0.01-0.1 Energy spread [eV] 2.3 1.5 0.6-0.8 0.3-0.5 Operating Pressure [Pa] 10-3 10-5 10-7 10-8 Operating Temperature [K] 2800 1800 1800 300 100 500 Lifetime [hr] >1000 Sorgenti termoioniche Wehnelt: lente elettrostatica (collettore) Wehnelt Anodo bias alto senza bias bias intermedio corrente massima brillanza massima nessuna corrente Valore ottimale Brillanza corrente -100 -200 Tensione di bias (V) Self-bias: corrente maggiore bias maggiore Saturazione compromesso tra emissione (temperatura) e durata max = Jc eV/πkT Jc densità di corrente aumenta linearmente con V Interazione elettrone-materia La radiazione elettromagnetica interagisce con: • nuvola elettronica •Gli elettroni interagscono con: • nuvola elettronica • nucleo cariche negative !! diffusione (scattering) per interazione coulombiana I neutroni (particelle neutre) interagiscono con: • nucleo Gli elettroni vengono diffusi molto di più rispetto a raggi X e neutroni SCATTERING (DIFFUSIONE) elettrone come Ein,in centro diffusore particella (energia E) onda (fase ) Elastico E ~ 0 1-10° in avanti >10° fino a retrodiffusi Eout ,out Anelastico E > 0 < 1° < 90° diffusione in avanti (TEM) Coerente ~ 0 1-10° in avanti Incoerente 0 > 90° diffusione all’indietro (SEM) scattering multiplo: 1) campione spesso 2) grande ma c’è dell’altro … Microscopia elettronica in trasmissione (TEM) Microscopia elettronica a scansione (SEM) e- e- primari e- retrodiffusi (BSE): pochi Auger e- secondari (SE) raggi X caratteristici (microanalisi) 10-200 nm Campione sottile (“trasparenza elettronica”) raggi X ee continuo diffusi Volume di interazione (contrasto Z) “trasmessi” (immagini/diffrazione/ Energy Loss) e- retrodiffusi e primari (BSE): tanti (immagini) e- Auger e- secondari (SE) (immagini) raggi X caratteristici (microanalisi) e continuo Volume di interazione Campione massivo Meccanismi di contrasto: Microscopia elettronica Trasmissione Imaging Technique Brightfield (contrasto di ampiezza) Darkfield (contrasto di diffrazione) Scansione Imaging (mapping) Technique Eletroni secondari (contrasto topografico) Elettroni retrodiffusi HRTEM (contrasto di fase) HAADF (contrasto Z) STEM (scansione) Molte tecniche complementari (non di immagine): Cristallografiche e spettroscopiche alcune mappabili mediante scansione TEM: Contrasto di ampiezza (massa-spessore) E’ legato allo scattering incoerente elastico alla Rutherford (proporzionale a Z, alla densità r e allo spessore t, piccato in avanti – < 5°) ed è presente anche in campioni amorfi. Spessore maggiore significa scattering multiplo quindi zone a Z maggiore diffondono di più di quelle a Z minore. low Z high Z obiettivo diaframma Però in campioni cristallini è “concorrenziale” con la diffrazione schermo I2 I In realtà raccogliendo anche i pochi elettroni diffusi incoerentemente ad angoli > 5° si ha il cosiddetto contrasto Z (HAADF) in cui non è presente il contributo della diffrazione neanche in campioni cristallini. I1 Diffrazione Geometricamente controllata dalla legge di Bragg 2 d sin = n 2d tan 2 ~ 2 ~ L L = lunghezza di camera R = distanza dal trasmesso R λ molto piccoli angoli di diffrazione molto piccoli R L R L dR L d Es.: per Au(311), d(311) = a/(32+12+12)1/2 = 0.123 nm ~ 0.002 nm (e, 300kV) ~ 0.46° ~ 0.1 nm (raggi X, 12.4 keV) ~ 23.9° Formazione della figura di diffrazione campione Lente obiettivo SAED= Selected Area Electron Diffraction Si seleziona la parte del campione desiderata con una apertura apposita situata in un piano coniugato del campione (sotto l’apertura dell’obiettivo) Piano focale Asse ottico SAED da cristallo singolo (SPOT) g ( h, k , l ) (h k l) trasmesso SAED da poli-cristallo (anelli Debye-Scherrer) TEM: Contrasto di diffrazione E’ legato allo scattering coerente elastico alla Bragg ed è presente in campioni cristallini. Se un dominio o una zona del campione di trova in condizione di Bragg e un altro no ho contrasto legato agli elettroni rimossi dal fascio trasmesso (isolato con un diaframma) Per formare l’immagine posso selezionare o il fascio trasmesso (immagine in campo chiaro o bright-field - BF) o un diffratto (immagine in campo scuro o dark-field – DF) non in Bragg in Bragg obiettivo diaframma schermo I2 I I1 Formazione dell’immagine in campo chiaro (BF) e campo scuro (DF) Bright-Field (BF) Contrasto di massa-spessore e di diffrazione: le parti con Z più alto o quelle cristalline in Bragg sono più scure. diaframma Dark-Field (DF) Contrasto dovuto alla diffrazione: la parte che diffrange secondo lo spot isolato è chiara, il resto è scuro diaframma Particelle di Au su C Campo scuro (DF) I tot I g Campo chiaro (BF) I tot I 0 Fin qui abbiamo visto lo scattering degli elettroni incidenti … TEM: Contrasto di fase E’ legato alla interferenza tra fasci diffratti i quali portano una differenza di fase fra loro da cui si ottengono informazioni sulle distanze interplanari (TEM in alta risoluzione) Formazione dell’immagine in Alta Risoluzione (HRTEM) Faccio interferire molti fasci diffratti diaframma T T D Figure di diffrazione di un monocristallo di GaAs (f.c.c. a=0.565 nm) in condizioni di asse di zona [001] e di due fasci. Alta Risoluzione (HREM) (sezione trasversale di multistrato InP/InGaAs) 001 110 Zincblende (cubic) GaAs: a = 0.565 nm InP: a = 0.587 nm Preparazione campioni TEM Sezione Planare (a) campione massivo 200 nm 2 mm Slot Cu o Mo (b) • assottigliamento meccanico • eventuale incollaggio slot metallica 200 nm 20 mm 3 mm (c) 3 mm rotazione (d) Ar+ 5keV assottigliamento ionico fascio e- sezione planare Preparazione campioni TEM (a) Sezione Trasversale (b) 200 nm 2 mm C campione massivo Supporto (S) • incollaggio supporto • taglio con sega diamantata (spessore ~ 1 mm) •assottigliamento meccanico • incollaggio slot metallica (c) Campione (C) slot Cu o Mo 20 mm S S C C 3 mm (d) assottigliamento ionico Ar+ 5 keV 3 mm (e) fascio e- sezione trasversale