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degrado_legno_2015 - Università Kore di Enna
CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA A CICLO UNICO IN
ARCHITETTURA AA. 2014-2015
LABORATORIO DI RESTAURO DELL’ARCHITETTURA
AA. 2014-15
Docente – Arch. M. Teresa Campisi
Collaboratore al corso Arch. Giuseppe Giugno
FENOMENOLOGIE E PROCESSI DI DEGRADO
LEGNO
Enna – 12 .05. 2015
PATOLOGIE (LESSICO UNI 11300)
Dal punto di vista dei processi, il danneggiamento può classificarsi come :
•Degrado
Modificazione del legno, di diversa origine, che in qualsiasi modo ne peggiora le
caratteristiche (in particolare, ma non esclusivamente, quelle meccaniche). In generale
può essere causato da agenti chimici, fisici, meccanici, biotici e/o loro combinazioni.
•Biodegradamento
Degradamento causato da agenti biologici (funghi, insetti, batteri, organismi marini).
•Alterazione
Qualsiasi tipo di modificazione del legno intervenuta dopo che il manufatto ligneo è stato
messo in opera o ha iniziato a svolgere la sua funzione. Può essere principalmente di
origine biologica, meccanica, o chimica. Non implica necessariamente un peggioramento
delle caratteristiche del materiale.
BIODEGRADAMENTO
Dal punto di vista dei processi, il biodegradamento può avvenire
attraverso due processi:
•Meccanico
Operato dagli insetti, che scavando gallerie all’interno del materiale
compromettendone le caratteristiche tecnologiche (variazioni di colore, massa e
caratteristiche fisico-meccaniche), in alcuni casi in modo significativo (carie,
marciume);
•Chimico
Causato dall’attività di funghi conducenti alla distruzione dei costituenti
principali della parete cellulare (cellulosa, lignina, emicellulose) e/o delle
sostanze presenti nelle cellule parenchimatiche del legno (amido, zuccheri
semplici, aminoacidi) - (alterazione cromatica, azzurramento)
DEGRADO PER ATTACCO FUNGINO
Ispezione macroscopica
Il degrado per attacco fungino è favorito dalla presenza di umidità concentrandosi
spesso nelle parti fisse (strutture di solai e coperture), le quali laddove murate e non
aerate possono subire incrementi del tenore di umidità favorevoli all’insediamento di
tali biodeteriogeni.
Ad un primo accertamento visivo è bene che si liberino le testate, e che non si
rimuovano eventuali elementi sintomatici, come cordoni miceliali e corpi
fruttiferi, utili ad identificare la specie.
Elementi indicativi di vulnerabilità o presenza di attacco fungino
- Umidità del legno con valori superiori al 20% (misurabile tramite igrometri da
legno);
-Variazione di colore, con presenza di zone o strisce più scure o chiare, rispetto il
colore del legno;
-Diminuizione di consistenza, verificata facendo penetrare un oggetto appuntito,
e verificando la maggiore o minore facilità a rimuovere schegge dalla superficie;
-- Variazione della risonanza del legno, laddove si presenti un suono smorzato e
sordo, anziché chiaro e sonoro;
FUNGHI XILOFAGI
Morfologia
Ciclo Vitale
Fattori di sviluppo
Tipologie di degrado
Morfologia
I funghi presentano i seguenti elementi costitutivi:
-Una parte vegetativa, le ife,
organi filamentosi,
tubulari, svilupantesi sia apicalmente che lateralmente, ed
insieme costituenti il Micelio. Il Micelio colonizza il legno,
all’interno degli elementi legnosi, causandone
la
degradazione per effetto degli enzimi prodotti.
-Una parte riproduttiva, le spore, che germinando
producono le ife; queste sono prodotte all’interno o sulla
superficie dei corpi fruttiferi;
-Le principali famiglie dei funghi xilofagi sono costituite dai
Basidiomiceti ed Ascomiceti, con riproduzione sessuata
(meiosi) con corpi fruttiferi che si sviluppano sulla superficie
del legno, e dai Deuteromiceti o funghi imperfetti
(riproduzione agamica).
Ciclo Vitale
-Produzione delle spore da
un corpo fruttifero;
-- Trasporto delle stesse, per
azione dell’acqua, vento, pioggia
od insetti su substrati legnosi;
-- Germinazione delle spore e
produzione delle ife;
-- Accrescimento delle ife
dapprima a danno delle cellule
parenchimatiche del legno, e
successivamente degli elementi
legnosi;
-- Formazione, nelle condizioni
favorevoli, di corpi fruttiferi,
con generazione di nuove spore
e ripetizione del ciclo;
Fattori di sviluppo
•Fattori fisici: Umidità, Temperatura, Luce
Umidità: per ciascuna specie fungina, esiste un grado di umidità minimo e massimo;
Serpula Lacrymans attorno al 22%. Altre specie, attorno al 30% (punto di saturazione delle fibre
legnose). Nessuna specie tuttavia può svilupparsi in legni saturi d’acqua, perché i funghi sono
organismi aerobici. Alcuni funghi possono persistere per lunghi periodi in legni essiccati, e riattivarsi,
laddove questi siano riumidificati (p.e. Serpula Lacrymans).
Temperatura: Per ogni specie esiste una T min e T max. Le specie possono sopravvivere per valori
prossimi a quelle, ma non eccessivamente distanti. I funghi xilofagi si accrescono a T fra i 5 e 45°C,
con optimum fra i 25-35°C.
Luce: non necessaria allo sviluppo del Micelio, ha tuttavia azione ritardante della crescita, ed
influisce sulla formazione dei corpi fruttiferi.
•Fattori chimici: Ossigeno, fattori di crescita, pH
Ossigeno: indispensabile per lo sviluppo di questi organismi.
pH: i funghi xilofagi attecchiscono in ambienti leggermente acidi; alcune specie, come la Serpula
Lacrymans, possono tollerare condizioni alcaline. L’azione dei funghi, nel produrre acidi organici,
aumenta l’acidità del legno.
Fattori di crescita: L’azoto è indispensabile per la vita cellulare. Altre vitamine e sostanze minerali
lo sono altrettanto (Fosforo, Potassio, Ferro e Zinco).
•Fattori biologici: tipo di substrato
Legni di conifera o latifoglia.
Tipologie di degrado
Possono essere di natura cromatica (funghi cromogeni); di natura strutturale
(funghi da carie)
Tipologia delle carie
-Carie bruna
Degradazione: cellulosa ed emicellulosa con modifiche, ma non degrado della
lignina. Manifestazioni di degrado: colorazione bruna, con profonde fessurazioni
long. e trasv. (carie cubica), friabilità al tatto, e notevole riduzione della resistenza
meccanica.
Specie biodeteriogene: Basidimioceti, privilegiano legno di conifera, e necessitano
di un UR non elevato (22-25%) e T fra 23 e 25°C.
-Carie bianca
Degradazione: cellulosa e lignina.
Manifestazioni di degrado: colorazione chiara, aspetto fibroso, mantenimento
esteriore della forma originaria, e notevole riduzione della resistenza meccanica. .
Specie biodeteriogene: Basidiomiceti ed alcune funghi imperfetti, privilegiano il
legno di Latifoglia, e si riscontrano maggiormente in legni posti in opera all’esterno,
necessitando di T elevate (p.e. 28°C).
-Carie soffice
Degradazione: cellulosa ed emicellulosa con modifiche, ma non degrado della
lignina.
Manifestazioni di degrado: colorazione grigio-scura e consistenza molle allo stato
umido; allo stato secco si evidenziano fessurazioni, long. e trasversali poco profonde..
Specie biodeteriogene: Ascomiceti e funghi imperfetti, con sviluppo in legni molto
umidi, a contatto con il terreno,e limitazione del degrado alla parte più superficiale
del legno a contatto diretto con l’acqua. La loro azione privilegia le Latifoglie.
Tipologie di degrado
e specie biodeteriogene
PRINCIPALI SPECIE FUNGINE
ALTERATIVE DEL LEGNO
IN OPERA
Schede
SERPULA LACRYMANS
Specie legnosa preferita: Preferibilmente conifere
Caratteristiche micelio: bianco-cotonoso (ambiente umido);
grigio-argento (ambiente secco)
Caratteristiche cordoni miceliari: lunghi anche m e spessi
anche fino a 6-8 mm, colore bianco-grigiastro, presenti anche
nelle murature
Corpo fruttifero: a mensola, carnoso, color rosso ruggine
per presenza delle spore
Effetti di degrado: Carie bruna, colorazione bruno chiara,
presenza di fessurazioni profonde trasv. e long.
Condizioni ambientali: intorno a 22-23°C, UR da 22%,
optimum 35%
CONIOPHORA PUTEANA
Specie legnosa preferita: Conifere
e latifoglie
Caratteristiche micelio: raramente
presente
Caratteristiche cordoni miceliari:
Molto sottili, bruno-neri con aspetto
ramificato
Corpo fruttifero: raro, bruno
violaceo per presenza delle spore
Effetti di degrado: Carie bruna,
color bruno scuro, fessurazioni trasv,
e long. poco profonde
Condizioni ambientali: intorno a
22-25°C, UR optimum 40-60%
POIRA VAILLANTI
Specie legnosa preferita: Conifere
Caratteristiche micelio: Bianco neve
Caratteristiche cordoni miceliari: sottili, fino a 3 mm,
flessibili allo stato secco
Corpo fruttifero: coriaceo, bianco, a pori
Effetti di degrado: Carie bruna, color bruno chiara,
fessurazioni trasv, e long. poco profonde
Condizioni ambientali: ottime da 27 a 35°C, scarse sui
10°C, UR optimum 30-50%
DONKIOPORIA EXSPANSA
Specie legnosa preferita: Latifoglie (Querce e
Castagno)
Caratteristiche micelio: bianco-giallastro, a cuscinetti
poroide
Caratteristiche cordoni miceliari: sottili, fino a 3
mm
Corpo fruttifero: coriaceo, da fulvo a bruno scuro
Effetti di degrado: Carie bianca, colorazione
biancastra, aspetto fibroso
Condizioni ambientali: ottime da 27 a 35°C, scarse
sui 10°C, UR optimum 30-50%
FUNGHI CROMOGEN I
Producono solamente alterazioni cromatiche superficiali o
profonde, generalmente su legno di conifere europee
(pioppo, faggio, p.e.). Si nutrono di sostanze facilmente
assimilabili (amido, proteine, zuccheri), che si trovano
nelle cellule dell’alburno, senza attaccare la parete
cellulare del legno. Su legno in opera attecchiscono
solamente con condizioni di UR > 30%.
Non causano danni di tipo meccanico.
Specie che producono colorazioni superficiali:
Aspergillus, Peniciulium, Gliocladium
Specie che
(cromogeni):
producono
colorazioni
Ceratostomella, Ophiostoma, Pullularia
profonde
DIAGNOSTICA
Diagnosi dei degradi
Accertamento di iniziale attacco fungino
Osservazione macroscopica e/o rilevamento strumentale dei seguenti dati:
•Variazione di colore del legno (per zone o strisce di colore più chiaro o scuro di quello
naturale);
•Umidità superiore al 20% (rilevabile strumentalmente con trivella di Pressler –
distruttiva -, o con igrometri da legno);
•Diminuzione di consistenza del legno (prova di penetrazione con attrezzo appuntito –
chiodo da cantiere -, o valutazione allo strappamento di schegge);
•Variazione di risonanza (al suono con martello suono cupo e sordo, anziché chiaro);
Strumenti e prove per la diagnosi in opera
• Metodi non distruttivi
rilevamento di umidità di superficie o dell’ambiente (Igrometri elettrici da legno,
termoigrografi, Sonde termoigrometriche);
•Metodi distruttivi (prelievo di campioni o strumenti a penetrazione)
Strumenti e prove per sondaggi in profondità del legno (Trivella di Pressler, carotatori,
endoscopio, penetrazione dinamica del legno, resistenza all’estrazione della vite)
Rilevamento della percentuale di Umidità
Metodi indiretti (non distruttivi o poco distruttivi)
•Igrometri elettrici (affidabilità per valori di UR entro il 30%)
- a resistenza (a chiodi)
- dielettrici o a radiofrequenza (a contatto)
I. a resistenza impiegano elettrodi infissi nel legno che stimano
l’umidità in prossimità degli stessi. Se attrezzati con particolari chiodi
isolati, questi strumenti possono essere impiegati anche per la
valutazione di gradienti di umidità.
Vantaggi: immediatezza della misurazione, con errori di massimo 1-2 punti
percentuali, portatili per alimentazione a batteria.
Limiti: non affidabile per tenori di UR non compresi fra il 6-7% ed il 25-30% ; in
presenza di trattamenti con soluzioni saline; per elementi con elettrodi di
lunghezza troppo ridotta; per presenza di tasche di umidità. Maggiore affidabilità
con elettrodi a stelo isolato.
I. dielettrici o a radiofrequenza impiegano elettrodi a contatto e non
(non necessitano la penetrazione nel materiale) e possono stimare l’umidità
anche di legno molto secco.
Vantaggi: Assoluta non distruttività della prova (ideali su opere pregevoli);
misurazione affidabile anche oltre il 30% di UR.
Limiti: Incertezze di misura, nel caso di esistenza di gradienti di UR, e quindi
meno affidabili su legname in opera rispetto ai precedenti; nel caso di elementi
metallici presenti.
Rilevamento dell’umidità e T ambientale in continua
•Termoigrografo
Rilevazione in continua tramite un grafico, della variazione nel tempo di T ed UR dell’aria. La
valutazione nel tempo può essere impostata su periodi settimanali o giornalieri. Lo strumento
disegna un diagramma su carta, che registra ,su carta graduata , i valori di T ed UR ambientale.
Tramite una correlazione definita da tabelle parametriche, correlate alle specie legnose presenti,
può essere utile a determinare e/o a controllare l’umidità tendenziale di equilibrio del legno.
Rilevamento della percentuale di umidità in profondità
Metodi diretti (distruttivi o parzialmente distruttivi)
Rilevamento dell’UR del legno in profondità
•Carota di Pressler
Trivella manuale carotatrice, costituita da un tubo di acciaio
temperato, con bordo affilato e filettatura per penetrare il legno
senza distruggerlo.
Su questa viene montata una sezione quadrata che serve da
impugnatura.
La penetrazione avviene manualmente e quindi senza eccessive
pressioni.
Il distacco della carota interna viene ottenuto inserendo all’interno
fra tubo e carota lignea un’asticella concava.
Esistono trivelle di diverse misure. La più generalmente adoperata è
quella per diam di 5 mm, che lasciano fori di circa 12 mm.
In alcuni casi può essere necessario adoperare carotatrici
meccaniche, che hanno lo svantaggio di lasciare fori maggiori.
Misurazione dell’Umidità del legno in profondità
La carota di legno prelevata, fornisce già, in relazione alla diversità di
colore e consistenza, prime informazioni qualitative dello stato del
legno a diverse profondità. Misurazioni di precisione possono essere
poi effettuate in laboratorio, a seguito di conservazione in involucro a
tenuta.
In laboratorio può essere divisa in sezioni sequenziali, pesate a peso
umido e poi essicate.
Rilevamento della resistenza
Metodi diretti (distruttivi o parzialmente distruttivi)
•Penetrazione dinamica del legno
•Resistenza al’estrazione della vite
Penetrazione dinamica del legno
Si basa sul principio della proiezione istantanea di una sottile ounta cilindrica d’acciaio, mandata a
presisone da pochi millimetri dalla superficie.
Può fornire valori immediati e quantitativi della densità e resistenza del materiale.
Resistenza all’estrazione della vite
INSETTI XILOFAGI
Gruppi
Rilevamento e diagnosi
Tipologie di degrado
Caratteristiche delle famiglie di xilofagi
I principali aggressori delle specie lignee sono costituiti da due
artropodi:
gruppi di insetti,
•Coleotteri (famiglie dei Cerambicidi, Lictidi, Anobiidi);
•Isotteri o Termiti
Caratteristiche generali
Gli artropodi costituiscono famiglie di insetti esapodi, con scheletro esterno costituito da chitina,
spesso dotati di ali. Il corpo è costituito da tre parti: testa (con occhi composti, antenne, ed apparato
boccale); torace (distinto in prototorace, mesotorace, metatorace); addome (in cui risiede l’apparato
riproduttivo). Hanno dimensioni medie da 0,5 a 25 mm ca.
Riproduzione
La riproduzione è effettuata per deposizione di uova, da cui si sviluppano le larve.
A seguito dello scheletro rigido, lo sviluppo provede per mute successive fino allo sviluppo dell’insetto
adulto.
Lo sviluppo da larva ad insetto adulto è diverso per le specie, distinguendosi tre casi:
•forme
giovanili larvali molto simili all’insetto adulto senza ali, privi di apparato riproduttore e di
minori dimensioni ;
•forme giovanili analoghe, ma privi di ali, presenti nell’insetto adulto;
•larve vermiformi e stadio di formazione intermedio dell’individuo, simile all’adulto (pupa), fino alla
formazione dell’insetto adulto.
Coleotteri
Tre famiglie principali :
Cerambicidi, Anobiidi, Lictidi
Caratteri generali del gruppo:
-Due coppie di ali (le funzionali al volo al di sotto delle prime); prototorace mobile,
meso e metatorace saldati; notevole apparato masticatore, esoscheletro spesso e
duro.
-Riproduzione con ciclo completo: larva, pupa, insetto adulto.
Ciclo biologico:
Uovo: di varie forme, e dimensioni da 0,5 a 2 mm a seconda della specie, di colore
ialino, deposto nei fori di sfarfallamento e nelle fessurazioni del legno, o nei vasi
legnosi, a schiusura di 1 o più settimane;
Larva: vermiforme, biancastra di dimensioni da 5-5 a 22-25 mm, che scava gallerie
nel legno, per nutrirsi di sostanze delle pareti cellulari (cellulosa, emicellulosa) e/o
nelle sostanze presenti nelle cellule parenchimatiche (amido, zuccheri, vitamine,
etc…). In alcuni casi il nutrimento può essere dato dai funghi.
Sviluppo: la larva si sviluppa scavando gallerie dopo all’incirca 1 anno dalla
deposizione, in prossimità della maturità scava in prossimità della superficie , una
cella pupale, trasformandosi in pupa (stadio di alcune settimane); formatosi l’adulto
questo scava un foro per fuoriscire dal legno (foro di sfarfallamento).
Danneggiamento del legno: scavo di gallerie con riduzione della massa legnosa,
sottrazione di elementi della parete cellulare (emicellulose, cellulosa), con
Isotteri o Termiti
Comprendono 6 famiglie e sono diffusi soprattutto nei paesi tropicali.
In Italia le famiglie presenti sono costituite da:
-Rinotermiti, reticulitermes lucifugus (rosse); Kalotermiti, Kalotermes
flavicollis . Sono anche state riscontrate le specie di altre kalotermiti,
Criptotermes brevis, anche se isolate
Tipologie:
-Termiti sotterranee (Rinotermitidi). Fondano il termitaio nel terreno,
nutrendosi di legno e materiali cellulosici anche a molta distanza dal nido.
-Termiti del legno secco (kalotermitidi). Fondano il termitaio nel legno,
non avendo bisogno di mantenere il contatto con il terreno.
Organizzazione sociale:
Esistono individui diversi, con diverse morfologie e diversi compiti
-operai, privi di colorazione ed occhi, sterili con funzione di nutrizione
delle larve;
-soldati, a difesa del nido, presentano forti mandibole e testa chitinizzata;
-Riproduttori, primari, maschi e femmine, con ali, perdute subito dopo
l’accoppiamento, corpo pigmentato ed occhi composti;
Ciclo biologico:
Insetti a metamorfosi incompleta, attraverso gli stadi di uovo, neanide,
ninfa ed insetto perfetto. Il nido viene fondato da una coppia di
riproduttori. La regina depone un iniziale numero limitato di larve, cui
provvede la coppia, nutrendoli attraverso la saliva. Una volta differenziate
in operai ,ect.., rilevano i compiti assegnati. La colonia continua a crescere
per deposizione continua di uova da parte della regina e dei riproduttori
successivi.
Riconoscimento e diagnostica del degrado
Dal momento che gli insetti sono presenti solamente durante lo
sfarfallamento, il riconoscimento di un possibile attacco deve basarsi
sull’osservazione dei:
-Fori di sfarfallamento (forma e dimensioni, e pulizia del doro);
-Gallerie larvali (dimensioni);
-presenza di rosume ed escrementi (forma e colore; attacco attivo
colore chiaro e forma a cono);
-presenza di gallerie di aspetto terroso nel terreno e nel legno
(ispezione delle gallerie, per verificare la presenza di operai sottostanti);
- rumori, prodotti dalle larve di alcuni coleotteri;
Le varie osservazioni vanno inoltre inerrelate alle specie legnose indagate.
Classificazione delle specie infestanti
Le specie infestanti possono dividersi in tre gruppi in relazione se infestino:
-Legno stagionato (UR 8-15%). Insetti del legno secco, causano gravi danni
al legno in opera;
-Legno con alto tenore di UR (UR > 30%). Generalmente insediano legno in
bosco, ma possono completare lo sviluppo su legno in opera, pur non potendo
deporre uova nel manufatto da cui fuoriescono;
-Legno a solo scopo riproduttivo. Soprattutto su legname già infestato da
funghi.
Insetti su legno stagionato in opera
Anobiidi
più diffuse in Italia: Anobium
Punctatum (tarlo dei mobili; su conifere e
latifoglie), Oligomerus Ptilinoides (su legni di
Pioppo, faggio ed Acero), Ptlinus pecticornis,
Famiglie
Nicobium Castaneum, Xestobium rufovillosum
(orologio della morte; su legni duri)
Dimensioni: 2,5 – 9 mm
Caratteristiche: Antenne filiformi, e larve con parte
posteriore ingrossata ed arrotondata
Specie legnosa preferita: Conifere e latifoglie
Caratteri infestazione: a modeste profondità
(non oltre i 4-5 cm), con infestazione dell’alburno,
ed in alcuni casi, anche del durame
Danneggiamenti: non gravi sulle strutture non
decorate. Gravi su quelle decorate proprio per il
danneggiamento superficiale.
Fori di sfarfallamento: circolari, da 1 a 3,5 mm
Condizioni ambientali: T da 22- a 30°C , UR da
11 ad una media di 25%
Insetti su legno stagionato in opera
Lictidi
Famiglie più diffuse in Italia: Lyctus Linearis
Lyctus Bruneis
Dimensioni: 3 – 7 mm
Caratteristiche: Forma allungata ed appiattita,
ali molto lunghe.
Specie legnosa preferita: latifoglie
Caratteri infestazione: su legnami con
contenuto di amido non minore di 1,5%, e con
vasi, non inferiori a 0,07 mm (per la deposizione
delle uova). Presenza di rosume sulla superficie
del legno anche in assenza di fori.
Danneggiamenti: sempre molto gravi con
polverizzazione del legno, che fuoriesce in
rosume., generalmente su manufatti posti in
opera recentemente. E’ raro nelel travature,
spesso su infissi e suppellettili.
Fori di sfarfallamento: circolari, da 1 a 3,5 mm
Condizioni ambientali: T da 22- a 30°C , UR da
11 ad una media di 25%
Insetti su legno in bosco o appena abbattuto
Cerambicidi
Famiglie più diffuse in Italia: Hylotrupes
bajulus (Capricorno delle case, su legno di
conifere); Trichopherus Holosericeus
Dimensioni: 10-25 mm
Caratteristiche: testa ben distinta dal dorso,
antenne filiformi, molto allungate.
Specie legnosa preferita: latifoglie
Caratteri infestazione: su legnami con
contenuto di amido non minore di 1,5%, e con
vasi, non inferiori a 0,07 mm (per la deposizione
delle uova).
Danneggiamenti: sempre molto gravi con
polverizzazione del legno, che fuoriesce in
rosume., generalmente su manufatti posti in
opera recentemente.
Fori di sfarfallamento: ovali, da 8-10 x 6-6,5
mm
Condizioni ambientali: T da 18 a 38°C , UR da
11 ad una media di 25%
Insetti su legno stagionato in opera
Rinotermitidi
Famiglie più diffuse in Italia: La più presente in Italia è la Reticulitermes lucifugus
Dimensioni: e caratteristiche da 6-8 a 12 mm con le ali; soldati 6-8 mm, di colore
biancastro, con testa bruna; operai 4-6 mm, colore biancastro con addome leggermente
colorato.
Specie legnosa preferita: Conifere e latifoglie
Caratteri infestazione: Nidi nel terreno, con realizzazione di gallerie (ca 5-10 mm)
fino ed internamente alla fonte legnosa. Superficie apparentemente integra all’esterno,
con difficoltà di diagnosi.
Danneggiamenti: gravissimi, su quasi tutte le specie legnose delle zone temperate, con
danneggiamento sia dell’alburno che del durame.
Presenza di legno di ‘sostituzione’.
Elemento diagnostico: gallerie
Insetti su legno stagionato in opera
Kalotermiti
Famiglie più diffuse in Italia: La più presente in Italia è la Kalotermes Flaviccolis
Dimensioni: e caratteristiche: adulti di colore bruno-nero, con dorso giallo, lunghezza
da 10-12 mm con le ali; soldati 5-8 mm, con testa e torace color giallo-ocra;
Specie legnosa preferita: Conifere e latifoglie
Caratteri infestazione: In legno secco senza nessuna correlazione con il terreno, con
colonie limitate.
Danneggiamenti: gravissimi, su quasi tutte le specie legnose delle zone temperate, con
danneggiamento sia dell’alburno che del durame. Presenza di legno di ‘sostituzione’, e
superficie apparentemente integra
Elemento diagnostico: gallerie
Fly UP