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Macroeconomia
Big events Politica ed economia (Economia finanziaria) Laboratorio di Macroeconomia lezione 6 Big Events • Economia della Depressione • Iperinflazione • “Come vincere le elezioni politiche e fare vivere felici i nipoti” (capitolo da Luigi Campiglio, Tredici idee per ragionare di economia, Il Mulino, Universale Paperbacks) Come è nata la macroeconomia? • Grande depressione: ¼ della forza lavoro USA disoccupata • Iperinflazione: in molti paesi i prezzi raddoppiavano ogni mesi • Sopravviverà il sistema di sicurezza sociale nel ventunesimo secolo? Grande depressione negli Stati Uniti • Settembre 1929: crollo in borsa (-85% in 3 anni) • Depressione e crollo in borsa sono fatti diversi • La depressione economica cominciò prima (giugno 1929) e finì dopo (1933) • Il PNL diminuì in termini reali del 30% • La disoccupazione salì dal 3% al 25% • Tra il 1931 e il 1940 la disoccupazione era ancora al 18.8% • Dopo la Seconda Guerra Mondiale scese sotto l’11% • Gli investimenti netti sono stati negativi tra il 1931 e il 1935 • I prezzi diminuirono (indice dei prezzi in calo del 25% tra il 1929 e il 1933) • Nel periodo di recupero il PNL reale cresceva quasi al 9% annuo (1933-1937), ma la disoccupazione rimaneva • Nel 1937-38 ci fu una nuova crisi (disoccupazione 20%) • I tassi di interesse di breve periodo erano vicini allo 0 Guerre e politiche economiche • Lee E. Ohanian “The Macroeconomic Effects of War Finance in the United States: World War II and the Korean War”, The American Economic Review, Vol. 87, No. 1. (Mar., 1997), pp. 23-40. Fallimento sistema bancario e riduzione offerta di moneta • Crollo nell’offerta di moneta – Fallimento banche – Mancanza riserve per soddisfare i prelievi dei clienti – Distruzione depositi attraverso fallimento – Riduzione offerta di moneta – Perdita di fiducia dei correntisti, aumento del tasso contanti/depositi – Le banche non fallite aumentano le riserve per prepararsi alla crisi Contromisure politiche • Scarse misure della Banca Centrale – Operazioni di mercato aperto (acquisto titoli) • Politiche fiscali – Obiettivo: pareggio di bilancio – Aumento tasse nel 1932-33 – Politiche espansive a partire dal 1933 Aspetti internazionali • La Grande Depressione era già “globale” • Adozione di politiche protezionistiche (tariffe) • Politiche “frega il tuo vicino” ed esportazione disoccupazione • Diminuzione scambi internazionali e contrazione economia mondiale • Gli stati che hanno intrapreso una politica espansionistica in anticipo si sono ripresi prima (Svezia) • La Gran Bretagna svalutò la sterlina • La Germania crebbe rapidamente grazie alla spesa pubblica di Hitler Cause e interpretazioni della Grande Depressione • Keynes (1930): “The general theory of employment, interest and money” • Rivoluzione keynesiana: il modello keynesiano ha spiegato le cause e i rimedi della Grande Depressione – Domanda aggregata alla base della crescita degli anni ‘20 • Produzione di massa di automobili e radio • Boom del mercato immobiliare – Calo della crescita negli anni ’30 • Riduzione delle opportunità di investimento e calo domanda investimenti – Politiche fiscali inadeguate (misurate attraverso il surplus di piena occupazione, cioè il surplus che si avrebbe in piena occupazione mantenendo le stesse politiche fiscali). Quando il dato è negativo, la politica è espansionistica. Durante la crisi sono state adottate politiche restrittive – Le politiche fiscali dovevano essere “contro-cicliche” – Politiche monetarie: i tassi erano già al minimo – poco da fare Inflazione e moneta nei cicli economici ordinari p m yv • Un aumento prolungato dell’offerta di moneta produrrà un pari incremento nell’inflazione • Nel lungo periodo l’aumento dell’offerta non avrà impatto sul livello di reddito • Monetaristi: nel lungo periodo l’aumento dell’offerta di moneta causa inflazione Iperinflazione • Inflazione al 1000% annuo (o più del 25% mensile) – Argentina 2314% nel 1990 – Bolivia 11750% nel 1989 – Brasile 2076% nel 1994 – Romania 231% nel 1991 – Russia: 875% nel 1993 (21% nel 2001) • “Doubling time”: 15 ore in Ungheria nel 1946 Le situazioni di iperinflazione • La vita economica quotidiana dipende completamente dall’iperinflazione • Bisogna acquistare con la massima frequenza possibile • Vengono ridotti i beni non monetari (es. investimenti soggetti a forti tasse inflazionistiche), ma bisogna recarsi frequentemente in banca • In Germania nel periodo di iperinflazione i salari venivano pagati diverse volte nello stesso giorno Iperinflazione: • Dopoguerra • Distruzione di imperi • Germania 1922-23 – 322% mensile – Ottobre 1923: inflazione al 29000% (un caffè costa € 1 il primo di ottobre, € 290 il 31 ottobre…) • Record: Ungheria luglio 1946, • 41 900 000 000 000 000% in un mese • Birra in Austria (Keynes, 1923) – Riscaldamento birra più lento crescita prezzi = 2 birre per volta – Taxi pagato alla fine della corsa (più conveniente) American Economic Review, 1997 - 87(2) Problemi alla base dell’iperinflazione • Enorme crescita dell’offerta di moneta • Ampi deficit di bilancio • Interazione a due vie – Deficit di bilancio – Stampa di moneta per finanziare il deficit – L’inflazione aumenta il deficit • Attraverso deficit nelle entrate fiscali (ritardi temporali nel calcolo e nella riscossione delle tasse, per cui il valore reale delle tasse è molto inferiore al previsto, mentre la spesa pubblica è corrente…) – Il deficit include il pagamento degli interessi sul debito • I tassi di interesse nominali crescono con l’inflazione • Il deficit aumenta Come si ferma l’iperinflazione • Introduzione di una nuova moneta • Riforma del sistema fiscale • Ancoraggio del tasso di cambio ad una moneta straniera per stabilizzare prezzi e aspettative • Congelamento stipendi/prezzi (income policy) – Ha funzionato in Israele (austerity fiscale) – Non ha funzionato in Argentina e Brasile Come vincere le elezioni e fare vivere felici i nipoti • Potere politico vs. potere economico • “Potere” come facoltà di controllo delle decisioni di altri soggetti • “Tirannia” della maggioranza in democrazia e politiche economiche • Coesione socio-economica • Problema del “ciclo politico” come determinante del “ciclo economico” Problemi economici del “buon governo” • Orizzonte temporale – Legislatura vs. debito pubblico • Effetti redistributivi e pareto-efficienza – Efficenza paretiana – Criterio della compensazione • Partecipazione elettorale e spesa sociale – Europa vs. USA e ruolo dello Stato • Trade-off tra priorità politiche e compromessi economici Trade-off interni • Inflazione e disoccupazione • Efficienza ed equità • Occupazione e salari PIL/AB=(PIL/LAV)*(LAV/AB) L’”impossibile trinità” • Tre strumenti 1. Tasso di cambio fisso 2. Libertà di movimento dei capitali 3. Politica monetaria interna • • • • Si possono scegliere due strumenti, il terzo è automaticamente determinato 1 e 2: la politica monetaria dipende dal tasso di cambio 2 e 3: il tasso di cambio deve essere flessibile 1 e 3: controllo dei capitali per evitare pressioni sul tasso di cambio BCE e tassi di interesse (2008) • Tra il giugno 2003 e il giugno 2007 il costo del denaro (“main refinancing operations”) è passato dal 2 al 4% • Nello stesso periodo il tasso di sconto USA è passato dal 2 al 2.25%, attualmente al minimo dal 2004 (ma con una maggiore variabilità, e.g. picco del 6.25% nel 2006 • L’euro si apprezza sul dollaro • Il tasso è più alto in Europa, l’inflazione più alta negli Stati Uniti – Vantaggio Europa su flussi capitali – Vantaggio US su competitività (inflazione) • Il rialzo dei tassi è dovuto al fatto che si vuole tenere sotto controllo l’inflazione • Se però la crescita rallenta potrebbe essere necessario un rallentamento • Il differenziale US/Europa è troppo alto? Taglio dei tassi in Europa? Aumento USA? Tassi di interesse e denaro • Il principio è che tassi bassi incentivano aumenti dell’offerta di moneta, mentre tassi alti la riducono • Il taglio dei tassi è una politica monetaria restrittiva (si diminuisce M) P = MV/Y Il costo del denaro (marzo 2008) • • • • USA Euro UK Jap 2,25 4,00 5,00 0,50 Alternative di politica fiscale (espansiva) Tasso d’interesse Consumi Investimenti PIL Riduzione tasse + + - + Aumento spesa pubblica + + - + Sussidi per gli investimenti + + + + Politica fiscale vs politica monetaria Reddito di equilibrio Tasso di interesse di equilibrio Politica monetaria espansiva + - Politica fiscale espansiva + + Debito pubblico • Motivi dell’aumento del debito pubblico: – Caso di pareggio primario (Gp=T) e assenza di finanziamento monetario • Il rapporto tra debito pubblico e PIL cresce se il tasso di interesse reale (es. CCT, BOT…) e’ piu’ grande del saggio di crescita del PIL (nominale) – Caso di deficit primario • Finanziato con emissione di moneta – si torna al caso precedente (il deficit primario non influisce) • Non completamente finanziato da emissione di moneta – Il rapporto B/Y puo’ crescere comunque a causa del deficit primario Ma qual e’ il rischio di un debito pubblico costantemente crescente? • Rischio di insolvenza (concentrazione dei debitori) – Fallimento dello stato – Razionamento del credito da parte del mercato L’Unione Monetaria e il debito pubblico • I parametri di Maastricht per entrare nell’Euro – Inflazione non superiore all’1,5% rispetto ai 3 paesi meno inflazionistici (circa 2,7%) – Rapporto deficit/PIL sotto il 3% – Rapporto Debito pubblico PIL al di sotto del 60% o comunque in diminuzione (obiettivo lungo termine pareggio/avanzo di bilancio) – Tassi di interesse nominali a lungo termine non superiori al 2% rispetto ai 3 paesi con i tassi piu’ bassi (circa l’8%) – Rispetto della banda stretta di fluttuazione per il tasso di cambio (±15%) Il patto di stabilita’ • Procedura di infrazione se il deficit eccede il 3% – Sanzioni: deposito senza interessi per 2 anni, convertito in multa se il deficit non rientra (in proporzione al deficit e fino ad un massimo dello 0,5% del PIL) – Deroghe permesse per eventi economici eccezionali – Italia 2005 / aperta procedura di infrazione, chiusa la settimana scorsa (deficit 1.9%) Politiche di rientro • Sviluppo del reddito (PIL) – Difficile (servono risorse per le politiche espansive) • • • • Miglioramento in termini di efficienza (allocazione spesa pubblica) Politica monetaria espansiva Deprezzamento del cambio Moderazione salariale • Politiche sul saldo primario – Avanzo primario • Riduzione della spesa pubblica • Politica delle entrate • Abbassamento del tasso di interesse • Diversificazione caratteristiche titoli • Allungamento scadenze • Vincolo di portafoglio per le banche (costrette ad acquistare obbligazioni) • Riduzione mobilita’ dei capitali, e.g. Tobin tax • Rafforzare la stabilita’ del cambio (afflusso dei capitali) Tobin Tax • Tassare tutte le transazioni sui mercati valutari • Si stabilizzano i mercati (vengono scoraggiate le transazioni speculative), si riduce la volatilità • Si procurano (ingenti) entrate – Allo 0,25% si avrebbero 250 miliardi di dollari all’anno (il budget delle Nazioni Unite è di circa 10 miliardi all’anno) • La tassa (es. 0,25%) è sufficientemente bassa da non scoraggiare investimenti Tobin tax (2) • Europarlamento • THE FEASIBILITY OF AN INTERNATIONAL "TOBIN TAX" Economic Affairs Series, ECON 107 EN (PE 168.215) - March 1999 • http://www.europarl.eu.int/workingpapers/e con/107_en.htm Tobin tax (3) • COMMENT & ANALYSIS: Misplaced hopes in Tobin's tax: The proposed levy on currency trading may be feasible. But it is an erroneous attempt at helping the world's poor By MARTIN WOLF Financial Times, Mar 20, 2002 • http://search.ft.com/searchArticle?id=020320002 356 Tobin Tax (4) • The free market tide has turned This crisis is fuelling economic activism and a Keynesian revival Larry Elliott Thursday September 20, 2001 The Guardian http://www.guardian.co.uk/wtccrash/story/0,1300,5 54867,00.html Tobin tax • Belgio: documento in cui il Belgio è disponibile a introdurre la tassa se gli altri paesi accettano • Canada – Nel 1999 “intenzione di introdurla” • Inghilterra – dibattito su una currency tax I mercati finanziari • Tre mercati finanziari – Il mercato dei titoli – Il mercato azionario – Il mercato delle valute straniere • Principi – I mercati sono “forward-looking” (guardano al futuro) – Le relazioni chiave dipendono dall’idea di arbitraggio: al prezzo di equilibrio, la volontà di vendere o comprare un asset per l’investitore è la medesima; a prezzi diversi, tutti sarebbero dalla stessa parte, vendere o comprare I tassi di interesse di lungo e breve periodo • Fino ad ora si è assunto un unico tasso di interesse i • In realtà, quando viene concesso un credito, il tasso dipende anche da: – livello di fiducia che il creditore ripone nell’avere il credito ripagato – Livello di imposizione fiscale – La distanza temporale coperta dal tasso di interessa (la scadenza del titolo) • La banca centrale controlla i tassi di breve periodo muovendo la curva LM • Gli investimenti dipendono però dai tassi di lungo periodo (lungo la curva IS) • Generalmente gli interessi di lungo periodo sono più alti di quelli di breve La struttura dei tassi di interesse • I tassi di breve e di lungo periodo tendono a muoversi insieme • La distanza tra i due tipi di tasso varia nel tempo • Esempio: – Scegliere tra un tasso a 3 anni o tre tassi consecutivi di 1 anno – Se i tassi fossero noti, dovrebbe essere la stessa cosa (i profitti dovrebbero essere uguali) – In pratica il tasso a tre anni dovrebbe essere la somma dei tre tassi di un anno Tassi di interesse nel 2010 (1 3 i2010)3 (1 1 i2010 )(1 1i2011 )(1 1i2012 ) • Se vale la condizione di arbitraggio, il tasso di interesse di lungo termine è uguale alla media (geometrica) dei tassi di interesse di breve periodo dell’anno corrente e di quelli successivi • I tassi del 2011 e del 2012 non sono noti, ma “attesi”, per cui viene anche conteggiato un “rischio” al tasso PR (1 3 i2010)3 (1 1 i2010 )(1 1 i2011 )(1 1i2012 )(1 PR) La curva delle rendite i Recessione imminente? Si prevede un calo dei tassi di interesse (curva IS a sinistra) Curva standard Scadenza Tasso di interesse e prezzo dei titoli • C’è una relazione inversa tra il prezzo dei titoli e il suo tasso di interesse • Dato il prezzo del titolo Y alla scadenza, il prezzo attuale P sarà • Y=(1+i)P quindi P=Y/(1+i) • Per cui al crescere di P deve calare i e viceversa • Per i titoli di stato generalmente c’è una rendita pagata periodicamente, nell’ultimo periodo oltre all’interesse viene pagata la somma finale Mercato ed evoluzione nel prezzo dei titoli • Se i tassi di interesse salgono, i titoli esistenti perdono valore (perché i nuovi titoli rendono di più) • Inoltre, più è distante la scadenza del titolo, più ampia è la perdita di valore I prezzi delle azioni • Devono essere non-prevedibili (efficienza dei mercati finanziari) • Pt=a+Pt-1+et con a molto piccolo • a rappresenta il profitto atteso per detenere l’azione • Quindi: – L’andamento non è prevedibile – Gli shock non sono riassorbiti Mercato efficiente • Il prezzo di un’azione è il valore netto attuale dei dividendi attesi • Nuove informazioni cambiano il valore dei dividenti attesi, ma solo a sorpresa (altrimenti non sono nuove informazioni) • Imprevedibilità – Investimenti meno “volatili” sono meno rischiosi di quelli volatili, ma hanno rendimenti inferiori in media – Però è imprevedibile quando quelli volatili sono redditizi e quando sono rischiosi – Le previsioni sono possibili nel brevissimo periodo e nel periodo molto lungo (una settimana o dieci anni) Prezzi e distribuzione dei redditi • Aumento dei prezzi come risultato di competizione tra i diversi agenti del mercato (imprenditori, salariati, proprietari ecc.) • La politica dei redditi ha l’obiettivo di controllare tale “competizione” – Controllo dei salari – Controllo dei profitti – Controllo delle rendite Distribuzione e politica dei redditi Salario nominale • Equazione di mark-up (principio del costo pieno) • In termini dinamici (inflazione) • Condizioni sufficienti (ma non necessarie) all’assenza di inflazione p w (1 g ) w Cioè: e p w Margine lordo di profitto (1 g ) Produttività del lavoro (1 g ) 0 1) I salari variano allo stesso ritmo della produttività 2) Il margine di profitto non muta La (1) da sola non è né sufficiente, né necessaria. La (1) e la (2) garantiscono anche che la quota di Reddito da Lavoro Dipendente/PIL sia costante wN w pY p Osservazioni • Se non c’è competizione tra salariati e imprenditori non c’è inflazione – Ma il modello è limitato ad un solo bene e con un’industria senza capitale fisso – La produttività è diversa da industria ad industria – Nell’equazione di mark-up bisogna considerare anche altri costi variabili (materie prime) – Il margine di profitto considerato è lordo (include i costi di ammortamento del capitale fisso) – Non si sono considerati i percettori di rendite (proprietari terrieri, ecc.) – Esistono anche prelievi indiretti (es. IVA) da parte dello Stato, che possono cambiare i prezzi – Anche le tasse dirette provocano variazioni nella distribuzione dei redditi e quindi, potenzialmente nei prezzi – L’economia è aperta, l’inflazione si può anche importare Tipo di politiche • Dirigistiche – Non c’è competizione tra le parti sociali, le decisioni vengono imposte (es. blocco dei salari) • Politiche dei redditi di mercato – C’è competizione, ma il governo usa incentivi per favorire soluzioni antinflazionistiche (es. sgravi fiscali) • Politiche istituzionali – Il governo cerca di trasformare la competizione in un dialogo cooperativo tramite: • Arbitrati • Scambio economico (interventi in cambio di un accordo antinflazionistico) • Scambio politico (patto sociale) Politiche dei redditi in Italia • Scala mobile (1984) – Salari legati all’inflazione • Accordo 1993 sindacati, industria governo – Contrattazione nazionale ogni 2 anni – Salari legati al tasso di inflazione programmata – Adeguamento dei minimi contrattuali se l’inflazione effettiva supera quella programmata – A livello aziendale le integrazioni al minimo nazionale sono legate ai differenziali di produttività – Se il contratto nazionale non viene firmato esistono adeguamenti provvisori legati all’inflazione programmata – Scadenze Conclusioni corso… • C’è ancora molto da capire in macroeconomia • Ci sono nuove teorie – Equilibrio di aspettative razionali (Lucas) – Neokeinesiani • Attese razionali • Vischiosità dei prezzi e aggiustamenti lenti (anche all’offerta di moneta) • Informazione (Akerlof) – Teoria del ciclo economico