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A Carnevale ogni scherzo vale?
13 La gioventù dibatte sabato 6 febbraio 2016 A cura di Chino Sonzogni OSPITI Gli allievi della classe 3ªE della Sme di Bellinzona 1 (insegnante: Sultan Filimci). Protagonisti del dibattito in classe: Noah Talarico e Valentina Anfora (Pro), Alice Bernasconi e Shana Turba (contro). “A carnevale ogni scherzo vale?” “Ci sono dei limiti oppure tutto è consentito nascosti da una maschera e un costume eccentrico?” Questi gli interrogativi – in sintonia con il periodo che stiamo vivendo – ai quali hanno cercato di rispondere gli allievi della terza E della Scuola media 1 di Bellinzona. Guidati dalla loro insegnante, i giovani hanno cercato le possibili argomentazioni a sostegno delle tesi “Pro” e “Contro”. Il frutto di questo lavoro, svolto indivi- dualmente e a gruppi, si è poi trasformato in un dibattito al quale ha partecipato con grande interesse anche il curatore della pagina, che ha lodato gli allievi per l’interessante scambio di opinioni. VUOI PARTECIPARE ANCHE TU? Docenti e allievi interessati a collaborare a questa pagina per il dibattito o per la presentazione di libri, film, musica sono invitati a prendere contatto con [email protected]. A Carnevale ogni scherzo vale? FAVOREVOLI CONTRARI Allievi della 3ªE della Sme di Bellinzona 1 Allievi della 3ªE della Sme di Bellinzona 1 Una festa che unisce piccoli, adolescenti e adulti Il Rabadan è una festa che caratterizza la nostra città sin dal 1843. Si tratta di uno degli eventi più attesi dal popolo ticinese e di uno dei pochi appuntamenti in grado di unire piccoli, adolescenti e adulti. Non è un caso che il carnevale Rabadan di Bellinzona sia stato inserito fra le tradizioni viventi del patrimonio mondiale UNESCO a testimonianza del fatto che resta una manifestazione culturale vissuta con allegria in una società in cui siamo chiamati a essere sempre vigili, controllati, chiusi in noi stessi e in preda alla scarsità del tempo. Durante la settimana grassa c’è l’opportunità di “uscire dalle righe” e divertirsi con persone di ogni ceto ed estrazione sociale – sono circa 170’000 le persone che ogni anno riempiono le strade della nostra città. È difficile non farsi affascinare dai cortei, dalla musica e dal sorriso delle persone che ci raggiungono da ogni angolo della Svizzera. Oltre al fattore culturale e sociale, il Rabadan permette, grazie alla vendita delle tessere, di contribuire all’economia della nostra città. Nonostante nel 2015 gli incassi abbiano subito una diminuzione di 90’000 franchi, in altre edizioni il Radadan ha incassato cifre importanti per le casse del nostro Comune. Il carnevale rappresenta per i bambini un momento di felicità e di condivisione, un’occasione per stare insieme ad altri loro coetanei di altre scuole. Pensiamo anche ai mesi di lavoro e preparazione, di alunni e docenti, che precedono la tradizionale sfilata del venerdì in viale Stazione e che contribuiscono a colorare e vivacizzare Bellinzona. È vero, la cronaca infiamma di notizie riguardanti i consumi di alcolici da parte dei minorenni durante i festeggiamenti notturni, ma la percentuale di giovani che risultano essere ubriachi è sempre più bassa e servizi come “Nez Rouge” contribuiscono a garantire una maggiore sicurezza sulle strade, accompagnando a casa i singoli sotto effetto dell’alcol. Sono, inoltre, presenti misure di sicurezza elevate, basti ricordare che la somma di denaro investita dalla società organizzativa, ogni anno, è pari a mezzo milione di franchi. È un evento che favorisce il turismo, di cui Bellinzona ha bisogno, e di conseguenza anche alberghi e ristoranti possono trarne un vantaggio finanziario non indifferente. Le Ffs nel 2015 hanno messo a disposizione 82 treni supplementari per favorire gli spostamenti di ben 72’000 persone provenienti non solo dal Cantone Ticino, ma anche da oltre frontiera. Il Rabadan è il mitico carnevale di Bellinzona: maschere, coriandoli, sfilate di carri, capannoni, musica e allegria sono i tratti che caratterizzano la nostra città. Vogliamo bocciare una festività secolare per via di persone che non hanno la consapevolezza del limite (tutto l’anno di solito)? Vogliamo vivere in malo modo un evento che ci permette di rimanere ancorati alle nostre tradizioni? Non vogliamo, semmai, complimentarci per le qualità organizzative di tutti i responsabili e dei lavoratori che cercano di rendere sempre più sicuro un evento che attira più di 150’000 persone all’anno? Non dimentichiamo, infine, la responsabilità individuale di tutti noi – festeggianti e non. È essenziale dare il buon esempio, soprattutto ai più giovani, rendendoli consapevoli dei gravi errori commessi in passato, e insegnare loro a festeggiare in modo intelligente, impedendo che accadano errori irreparabili. Il Rabadan può essere vissuto nella maniera corretta a una sola condizione: niente violenza. È ciò che dovrebbero promettersi tutti all’entrata della nostra città. Tra scherzi e maschere che cosa ne è di una città? Se il detto “a carnevale ogni scherzo vale” fosse davvero preso alla lettera, questa festa secolare sarebbe divertimento puro, per una settimana volutamente leggera, senza pensieri. Purtroppo, e lo diciamo con una vena di tristezza e senza indossare maschere, la realtà che ci circonda è ben diversa. Ogni anno, nel periodo carnevalesco, si sente sempre più spesso parlare di atti di vandalismo, di bullismo, di risse oltre che di sporcizia che rovina le strade e l’arredo delle nostre città. Gli scarsi controlli nei negozi e negli spazi previsti per il carnevale fanno sì che i giovani riescano a procurarsi bevande alcoliche – la tendenza generale è quella del consumo di superalcolici – senza troppe difficoltà e che ne facciano un consumo esagerato, convinti che il carnevale serva proprio a questo, ovvero a ubriacarsi in massa e a lasciarsi andare agli effetti di una sostanza che li rende confusi e irrazionali. Stiamo parlando di ragazzi minorenni che, per la scarsa conoscenza dei problemi connessi al consumo di alcol, finiscono nelle corsie dell’ospedale in preda al coma etilico. Il consumo eccessivo di alcol è il nemico numero uno da combattere per avere un carnevale sensato e che differisca dalle feste tipiche del weekend in cui i ragazzi vanno già oltre le righe. Il consumo inconsapevole di alcol durante i festeggiamenti del carnevale causa diversi atti vandalici che vanno a intaccare non solo la salute delle persone, ma anche le buone iniziative come quella promossa dal Rabadan in collaborazione con le Ffs. Infatti, i treni speciali che vengono organizzati per il trasporto delle persone da tutto il cantone fino a Bellinzona, con lo scopo di sollecitare i festeggianti a lasciare a Il libro consigliato da Sultan e Noah Giuseppe Catozzella, ‘Non dirmi che hai paura’, Feltrinelli, 2014 Giuseppe Catozzella ci dona un romanzo che affronta un tema delicato e attualissimo. Si tratta del viaggio devastante che compiono molti africani (ma potrebbe essere anche il viaggio dei rifugiati siriani in fuga dall’Isis) per raggiungere l’agognata Europa. L’autore, dopo aver compiuto un lavoro minuzioso di raccolta di dati e dopo aver ascoltato alcune testimonianze, è riuscito a proporci la storia (vera!) di una ragazza coraggiosa, determinata e abituata a correre, ma che è nata nella parte sbagliata del mondo, in Somalia. Come accade per molti africani, anche Samia ha un’unica via d’uscita: affrontare il “Viaggio”, il grande viaggio, nel tentativo di approdare in Europa e cercare finalmente di concretizzare il suo sogno: partecipare alle Olimpiadi di Londra e lottare per la liberazione delle donne somale. Sfuggendo alle vaste e sconfinate dune del Sahara, ai maledetti “trafficanti di uomini” e giungendo infine a Tripoli, si imbarcherà, pronta per rincontrare il mare, il suo amato mare. Questo libro non solo descrive abilmente la storia di una guerriera, che fino all’ultimo respiro non si è arresa, ma ci rende attenti a tutte le atrocità, tutti i conflitti e tutte le ingiustizie che oggi sconvolgono in modo particolare l’Africa e la Siria, contribuendo ad alimentare quelle riflessioni e quelle domande che il mondo non deve mai smettere di porsi. Perché permettiamo che ci siano guerre di potere? Perché alziamo i muri a coloro che chiedono disperatamente il nostro aiuto? Perché permettiamo che muoiano bambini innocenti? ‘Non dirmi che hai paura’ è un bestseller che solo in Italia ha venduto 150’000 copie per 14 edizioni, ed è in corso di pubblicazione dai più grandi editori in tutto il mondo. È vincitore del Premio Strega Giovani 2014 e finalista al Premio Strega 2014. È in lavorazione un film di produzione internazionale tratto da ‘Non dirmi che hai paura’. Giuseppe Catozzella è nato nel 1976 a Milano, dove si è laureato in filosofia all’Università degli Studi. Dopo la laurea si è trasferito per un lungo periodo in Australia, a Sydney, e poi è tornato a vivere a Milano. Ha pubblicato i racconti ‘Il ciclo di vita del pesce’ (Rizzoli, 2011), ‘Fuego’ (Feltrinelli, 2012) e i romanzi ‘Espianti’ (Transeuropa, 2008), ‘Alveare’ (Rizzoli, 2011), ‘Non dirmi che hai paura’ (Feltrinelli, 2014) e ‘Il grande futuro’ (Feltrinelli, 2016). casa l’automobile ed evitare così incidenti, sono spesso danneggiati da vandali o persone in preda ai fumi dell’alcol. L’edizione scorsa del Rabadan ha avuto, per motivi legati in primis a fattori climatici, un calo d’entrate di circa 90’000 Chf. Pertanto quest’anno i prezzi subiranno un aumento per coprire i costi e uscire dalle cifre rosse. Il pass settimanale (e non si scherza con i prezzi!) si alza da 40 a 60 franchi. Questo cambiamento potrebbe, sì, tenere distante molti giovani dalle numerose serate, diminuendo in tal modo i problemi legati al consumo di alcol abusivo e alle risse, ma bisognerà valutare se l’entrata singola, non disponibile fino all’anno scorso, non porti per contro a un aumento di adolescenti, anche per una sola serata, desiderosi di vivere il carnevale in maniera totalmente irresponsabile. Oltre ai problemi connessi al consumo di alcolici, non dimentichiamo la sporcizia che rimane nelle vie della nostra città dopo ogni notte: bicchieri, lattine, mozziconi di sigarette e vetri rotti pullulano nelle strade, creando una quantità enorme di rifiuti. Anche considerando il solo corteo dei bambini, il viale Stazione è ricoperto di coriandoli, cartacce, schiume varie che rendono il carnevale una festività priva di senso ecologico. Il Rabadan dovrebbe essere rivisto e organizzato in un’altra maniera: i controlli devono aumentare ed essere più efficaci, ma occorre soprattutto che si promuova nel nostro cantone una campagna di sensibilizzazione tra i giovani per cambiare loro la visione che hanno del divertimento. Non si tratta di bocciare una festività che fa parte della nostra tradizione (e dei nostri punti forti per l’economia e il turismo), bensì di trovare delle soluzioni per festeggiare con intelligenza e avere un carnevale basato sul puro divertimento e non sul puro danno a oggetti, persone e ambiente.