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linguistica generale LM 2016
LINGUISTICA GENERALE LM Prof.ssa Stefania Cavagnoli [email protected] La varietà come principio di analisi ■ http://labs.play4science.org/accentiurbani/accenti.html sociolinguistica ■ Nasce negli Stati Uniti negli anni Sessanta ■ Linguisti Weinreich Labov, antropologo Hymes, sociologo Fishmann ■ Rapporti fra lingua e società ■ Dimensioni di analisi della lingua ■ Rapporto centro periferia ■ Città campagna ■ standard - varietà Sociolinguistica italiana ■ Giovan Battista Pellegrini, Tra lingua e dialetto in Italia, 1960 ■ Tullio de Mauro , Storia linguistica dell’Italia unita, 1963 ■ Dialettologi , scuola di Torino (Terracini, Grassi, Sobrero, Berruto, Telmon, Canobbio) e di Padova (Cortelazzo, Zamboni, Mioni, Trumper) sociolinguistica ■ Statuto della disciplina; coesistenza di più anime, discipline di riferimento, tecniche differenziate ■ Questionari, interviste, statistiche ■ Intuizione, empatia antropologica ■ Generalizzazioni e particolarità ■ Idea di modello di analisi: lingua come modello di analisi ■ «la lingua basta a comunicarsi e in più può comunicare quanto altro stia a cuore alla comunità» Cardona, 2009, h13 Linguaggio e pensiero ■ Rapporto fra linguaggio, pensiero, e visione del mondo ■ Acquisizione di forme storiche del linguaggio e della lingua da parte del singolo in un contesto ■ Elementi arbitrari ma il modo in cui sono strutturati in sistema non è arbitrario (interesse sociale) – LESSICO – DIFFERENZE DI GRAMMATICA (STRUTTURA DELLA FRASE, Più O MENO DIRETTA ■ Lingua come sistema: il valore è dato dal gioco delle relazioni (stesse categorie, ruolo diverso in lingue diverse) Lingua come convenzione ■ Concetto politico di lingua: proiezione sociale, meccanismo di identificazione, somma di astrazioni ■ Lingua convenzione necessaria: mobile, i confini culturali vanno rinegoziati, rimessi a fuoco ■ Lingua come competenza – Grammatica del parlante – Grammatica dell’ascoltatore (in parte coincidono) Ipotesi di interpretazione ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ Ha un fiammifero? Non ce n’ho Non ne ho Non ce ne ho Nun ce n’ho Nun ne ho Nun ce l’ho ‘n ce ll’ho ■ Tipo di parlante, contesto, educazione, classe sociale, corpo. Si parla a chi sa interpretare ■ L’ascoltatore acquisisce istruzioni per l’uso nel tempo, socializzazione ■ Le possibilità si restringono, e quindi si può interpretare (pratica, contesto, elementi condivisi) CHE COS’è LA VARIETA’? ■ Definizione: La varietà è un’espressione di un tipo di lingua con precise caratteristiche. ■ Concetto generale e generico, utilizzato per differenziare, all’interno di una lingua, diverse manifestazioni, che al loro interno rappresentano a loro volta un sistema. Adamzik (1998, p. 181) ■ Lingua come insieme di sottosistemi (Coseriu) ■ la sociolinguistica – Potrebbe gentilmente aprire la finestra? – La apri quella finestra che si schiatta? Classificazione delle varietà ■ la variazione diatopica – determinata in base al luogo, allo spazio geografico ■ la variazione diastratica - determinata in base ai gruppi, alle classi sociali, ■ la variazione diafasica – determinata dal contesto, dal grado di formalità e dai rapporti fra i parlanti ■ la variazione diamesica - determinata dal mezzo che si usa per comunicare ■ la variazione diacronica – determinata dal tempo che passa Importanza delle varietà ■ Perché sono importanti le varietà ■ Perché sono importanti nell’educazione linguistica e nella didattica delle lingue ■ Variazione di genere ■ Variazione libera ■ Variazione di età/ generazione Variabili e varianti ■ Un elemento della lingua che presenta variazione, cioè che si può manifestare in due o più forme, è detto variabile ■ Ognuna delle forme in cui la variabile si può presentare è detta variante ■ participio passato del verbo vedere è una variabile visto e veduto sono le sue varianti ■ Le varianti si indicano tra parentesi quadre: ■ [visto] ■ [veduto] Atteggiamento sociolinguistico ■ In italiano, ad esempio, si osserva variazione tra forme come siedo e seggo, visto e veduto, apparve e apparse, obiettivo e obbiettivo, col e con il ■ La lingua utilizzata è una scelta: spesso automatica, per il contesto sociale nel quale si trova Lingua e valutazione uso della lingua da parte dei parlanti e degli ascoltatori =comportamenti linguistici ■ serie di valutazioni, positive o negative, basate sul modo in cui il parlante usa la lingua ■ Lingua e pregiudizi ■ comportamento linguistico che classifica la persona in base a giudizi basati solo su singoli usi linguistici, cioè a pregiudizi ■ Esempio del rapporto insegnante alunno VARIETA’ dell’italiano Formale aulico Mi pregio di informarla che la nostra venuta non rientra nell’ambito del fattibile Tecnico-scientifico Trasmettiamo a lei destinatario l’informazione che la venuta di chi sta parlando non avrà luogo Burocratico Vogliate prendere atto dell’impossibilità della venuta dei sottoscritti Standard letterario La informo che non potremo venire Parlato colloquiale Sa, non possiamo venire Popolare Ci dico che non possiamo venire Informale trascurato Mica possiamo venire, eh! Gergale Ehi, apri ‘ste orecchie, col cavolo che ci si trasborda! Esempi di lessico e varietà Meno formale Più formale Capo Superiore dirigente Tirar su Costruire edificare Purtroppo Disgraziatamente malauguratamente Braccia e gambe Arti Speciale peculiare Comprare acquistare Per + infinito Perché + congiuntivo affinché L‘italiano come gamma di varietà 7. it. formale aulico 8. it. tecnicoscientifico 9. it. burocratico (CENTRO) (PERIFERIA) 1. it. standard letterario 2. it. neo-standard (it. regionale colto medio) (Asse diamesico) 3. it. parlato colloquiale 4. it. regionale popolare (Sub-standardità) (PERIFERIA) Berruto, 1990 (Asse diafasico): (Sottocodici Registri) (Asse diastratico) 6. it. gergale 5. it. informale trascurato 19 Varietà di genere Care colleghe, ringrazio molto per la comunicazione e le preziose indicazioni. Un cordiale saluto porgiamo i saluti più cordiali. Cristina B. e Stefania C. Gentili Colleghi, ecco qui la mia bozza rivista. Cordiali saluti e buon lavoro porgiamo i saluti più cordiali. Cristina B. e Stefania C. “Il viaggiatore è ancora ciò che più conta in un viaggio. Comunque la si pensi, il valore dell’uomo è direttamente proporzionale a quella dell’uomo stesso. Perché in fondo cos’è l’oggetto senza l’uomo?” A. Suares, Voyage du Coundottière, citato in F. Michel, Altrove,Il settimo senso, Antropologia del viaggio, trad it., Mc, Milano, 2000, 8 Dalla stampa… Orribili neologismi del politicamente corretto L’Adige, 26.7.12 La mania di leggere tutto in chiave sessista e bisognosa di pari opportunità fa compiere abomini arbitrari e intollerabili sulla lingua italiana, scardinandone le forme e le regole, con l’introduzione di orripilanti neologismi, ma anche inesistenti femminili e maschili «politicamente corretti». … Perché altrimenti, di orrore in orrore, bisognerà maschilizzare il farmacista e il vigile, trasformandoli in mostruosi «farmacisto» e «vigilo». Fermiamoci fin che siamo in tempo. ■ [email protected] Perché non è questione marginale ■ Tutti sanno che i termini «generici» si riferiscono a donne e uomini. Cosa significa generici? ■ E’ davvero così? «L’uomo è un mammifero perché allatta il suo piccolo» Anderson 1988 ■ Rievocazione di immagini maschili Costruzionismo sociale ■ «il modo in cui comprendiamo il mondo e i nostri simili è una costruzione sociale prodotta dalle interazioni interpersonali e in particolare dalle interazioni linguistiche» Burr 2000 ■ Importanza del cambiamento del linguaggio con il cambiamento sociale ■ I comportamenti reciproci si influenzano anche attraverso la lingua che viene usata Genere grammaticale Non è una categoria universale ■ alcune lingue bantu: oltre 12 generi; ■ lingue indoeuropee: al più tre generi (femminile, maschile e neutro); ■ lingue semitiche: maschile e femminile; ■ lingue senza genere: ungherese e turco. Genere grammaticale (referenti animati e inanimati) ■ nomi, pronomi, articoli, aggettivi, participi e alcuni numerali; singolare/plurale ■ Es.: Quella sedia è comoda / I libri sono stati aperti (accordo) ■ Es.: Amic-o /amic-a (derivazione) ■ Es.: Leone / leon-essa (affissi derivazionali) Lingua e linguaggio linguaggio lingua lingua Linguaggi specialistici (giuridico, economico..) ling. specialistici Lingua di genere nel linguaggio giuridico Il contributo della linguistica ■ ■ ■ – Che cos’è la lingua? La norma? A cosa servono le parole? La lingua non è neutra, è una scelta Genere maschile: il maschile è maschile. Maschile inclusivo, non neutro – Il neutro non esiste ■ La lingua come sistema ■ Lingua come strumento di potere – prestigio della lingua, definizione di ruoli, formalismo e riti E’ una questione di scelta Dissimmetrie grammaticali • I testimoni e l’accusata sono entrati in aula (concordanza al maschile) • Gli avvocati sono stati convocati dal giudice (maschile inclusivo) Consapevolezza necessaria per il cambiamento Mostrare le donne attraverso la lingua: usare la lingua in modo adeguato Dissimmetrie semantiche «La lingua non è neutra non soltanto perché ogni parlante lascia nel discorso tracce della propria enunciazione, rivelando così la propria esperienza soggettiva, ma anche perché la lingua iscrive e simbolizza all'interno della sua struttura la differenza sessuale, in forma già gerarchizzata e orientata» (Patrizia Violi 1986: 40). • Buon uomo • Titolo buona donna (polarizz. sem.) uso del nome proprio - diminutivo Trovare soluzioni ad hoc - attenzione alla chiarezza e alla leggibilità Esempi ■ a. Nel vertice con le parti sociali di giovedì 23 febbraio, il ministro Elsa Fornero è andato su tutte le furie. ■ b. … la ministro Elsa Fornero è andata su tutte… ■ c. … la ministra Elsa Fornero è andata su tutte… La soldata innamorata Nel suo romanzo … una militare italiana, torna a casa… Il maresciallo Paris è reduce all’Afghanistan. Ha una ferita grave … si è fatta sei mesi di ospedale… Il maresciallo Manuela Paris, è confusa e molto arrabbiata. Manuela Paris è un militare. E’ stata ferita in Afghanistan 31 marzo 2012, D-La repubblica Esempi die Bundeskanzlerin Il cancelliere tedesco • Problema della comprensione e della precisione: Due questioni: una legata al ruolo e al riconoscimento del ruolo rappresentato da una donna L’altra legata ai principi della comunicazione: manca la vera comprensione Problema della visibilità: suffragio universale! INVISIBILITA’ LINGUISTICA ■ “Come avrai il coraggio di andare, domani, allo Yad Vashem (il mausoleo della Shoa)? Chiedeva, gelido, un colono a una ufficialessa della polizia nata a Nevh Dekalim” (la Repubblica, 17/8/2005); ■ “E così, nottetempo come un topo di appartamento, la nostra giudicessa penetra negli uffici dove sono custodite le prove scritte, riapre la busta della candidata bocciata e inserisce alcuni fogli” (Corriere della Sera, 12/7/2005). Ministro o ministra? ■ “Eliminerei ministra. Suona male ed è accompagnata da una sottile ironia che sembra indicarla come un incidente della politica (Corriere Sera. Magazine, 14/10/2004); ■ “Quando era Ministro preferiva essere chiamata così piuttosto che Ministra. Perché? ■ “Perché ritengo che il titolo riguardi il ruolo e non la sua connotazione sessuale. Penso che possano esserci signori Ministro e signore Ministro. E poi Ministra, diciamocelo francamente, suona molto male”. Stefania Prestigiacomo Ministro o ministra? ■ Intanto c’è da dire che i grandi cambiamenti avvenuti in questi anni nel rapporto tra i sessi non sono ancora rispecchiati nella lingua. C’è molto da cambiare. Quella del Ministro è una funzione e dunque, se viene svolta da una donna, si concorda al genere, quindi Ministra. Del resto è una forma che esite nella lingua italiana e quindi non capisco perché non usarla. Ministra “non suona”, come mi dicono tanti? Neanche senatrice o deputata suonavano, venti anni fa…C’è un legame tra le discriminazioni culturali e le discriminazioni semantiche. La lingua è il mezzo di trasmissione di una visione del mondo ed ha un’importanza socio-politica. Da qui la rilevanza dei linguaggi usati nei programmi televisivi e nella carta stampata. Sappiamo bene quanto questi linguaggi siano determinanti nella formazione del sesno comune e quanto influiscano sul costume e sul civismo. Barbara Pollastrini Incertezza che aleggia sull’uso del femminile, specialmente per quanto attiene alla vita pubblica (lavorativa e professionale). Ne sono un esempio i titoli dei giornali • • • • • • Dopo ministra e sindaca ecco “maggiordoma” (Il Corriere della Sera, 12.3.2000) Si dice “ingegnera” o “signora ingegnere”? (Il Corriere della Sera, 28.9.2000) Tanta fatica e poi ti chiamano dottora. Il vocabolario al femminile non piace a tutte (Il Corriere della Sera, 31.8.2000) “Il giudice di Parmalat: siamo più brave” (Il Corriere della Sera, 8.12.07) “Il marito dell’assessore sarà presidente” (la Repubblica, 10.3.05) “Il sindaco di Cosenza: aspetto un figlio! Il segretario DS: il padre sono io” (La Repubblica, 10.8.2005) Il presidente ha gli occhi azzurri. Capita che, incontrandolo per strada, anche chi non è interessato alla sua disciplina si volti. Lo fanno più le donne degli uomini, in quanto ormai si voltano più loro per una bella donna che i maschi. Il presidente è stato votato da un terzo degli 8570 iscritti all’ordine degli architetti di Milano e adesso, con i suoi ricci neri e i suoi occhi mare d’atollo siede sorridendo dietro un’immensa scrivania. Ha un figlio, Nicola, e un’amata nipote, Valentina, un marito lontano ma vicino con cui non vive insieme, ma si vede. Al presidente, che ha lavorato a lungo con Zanuso, piacciono i grandi spazi vuoti, ma soprattutto piace stare sul cantiere. Daniela Volpi, ragazza di 52 anni, è il nuovo presidente degli architetti (Lina Sotis, Il presidente ha gli occhi azzurri, in “Il Corriere della Sera”, 4.11.1999) esempi La capitana Giannandré (Esercito) interviene: «Dire 'la' o 'il' non è importante: io sono 'il capitano', e in quanto tale rivesto un ruolo, svolgo determinati compiti e ho diritti e doveri. Se mi chiamo 'la capitana' la cosa non cambia (...) » Presidente Zanone: «Se la senatrice BM insistesse sulla questione sollevata, credo potremmo esaminare l'utilità di adottare un codice di linguaggio all'interno delle pubbliche amministrazioni per tenere conto delle differenze di genere. Non credo però si tratti di un punto cruciale per l'ordinamento delle Forze Armate». Diminutivi e antroponimi nella comunicazione istituzionale e politica • Non si permetta di mettere come bandiera alle sue parole quella sua faccina educata … la sua faccettina educata! Si tappi la bocca con un turacciolo, vergogna! Concitina! (Ignazio La Russa, SkyNews24, 28/10/2008) • Nathalie, Natalì, China, Brenda, Brendona, Blenda Esempio: Il trans Josè Alexander Vidal Silva, 37 anni brasiliana, testimonia davanti al GIP. È indagato per droga (Corriere della sera online, 17/5/2010) Donna ■ 1 FO essere umano adulto di sesso femminile: una d. giovane, vecchia, una bella d.; essere, diventare d., raggiungere la pubertà | con valore collettivo: i diritti della d., la condizione della d. ■ 2 moglie, compagna, donna che si ama, spec. preceduto da agg.poss.: la mia, la tua d. ■ 3 in funz. agg.inv., spec. con nomi di professione o cariche tradizionalmente maschili: sindaco d., medico d. | funziona da aggettivogeno, spec. davanti a nomi di professioni o cariche tradizionalmente maschili che non presentano un femminile regolare: d. sindaco, d. poliziotto, d. manager. ■ 4 fam., colloq., donna di servizio: cercare, trovare una d. Donna ■ 5a LE (signora, dama: le donne, i cavallier, l'arme, gli amori, / le cortesie, l'audaci imprese io canto (Ariosto) | padrona: a li miei occhi apparve prima la gloriosa d. de la mia mente (Dante); anche fig.: ahi serva Italia, di dolore ostello, / ... / non d. di provincie, ma bordello! (Dante). ■ 5b LE (spec. con iniz. maiusc., come appellativo della Madonna: Donna se' tanto grande e tanto vali (Dante) | monaca, religiosa: essi lavorano nel monistero delle Donne di Faenza (Boccaccio). ■ 6 CO titolo di riguardo anteposto al nome di nobildonne, mogli di alte personalità dello stato e sim. | RE merid., titolo anteposto a nome femminile, signora: d. Concetta; TS giochi, nelle carte da gioco francesi, la regina: la d. di cuori | negli scacchi, la regina (abbr. D). Uomo ■ 1a FO essere vivente altamente evoluto dotato della capacità di sviluppare il pensiero logico e il linguaggio articolato, la scelta morale e la distinzione tra il bene e il male | TS paleont., antrop. -> homo sapiens. ■ 1b con valore collettivo, la specie umana: l'u. e la natura; i diritti dell'u.; l'u. medievale, l'u. moderno. ■ 2a essere umano adulto di sesso maschile: un u. giovane, vecchio, un bell'u.; essere, diventare u., raggiungere la pubertà, l'età adulta, la maturità anche intellettuale morale | funziona da aggettivogeno: u. immagine, u. massa, u. rana. ■ 2b persona indeterminata di sesso maschile: ha risposto un u. al telefono, è venuto un u. a cercarti. Uomo ■ 3 operaio, addetto a un particolare servizio; dipendente, incaricato: l'u. del gas, della luce. ■ 4 marito, amante, convivente, spec. con agg.poss. o compl. di specificazione: vive con il suo u., l'u. di Claudia. ■ 5a membro di una formazione militare, di un equipaggio: un reparto di cinquemila uomini | componente di una squadra sportiva maschile: gli uomini della nazionale italiana. ■ 5b complice, affiliato: gli uomini della mafia. ■ 6 in funzione di pron.pers. o di pron.dimostr., per indicare un individuo particolare di cui sono note le caratteristiche, le qualità, le abitudini ecc.: conosco l'u. di cui avete bisogno, è l'u. giusto per te | anche in funzione di pron.indef.: quando un u. arriva a questo punto, finisce per arrendersi. ■ 7 LE in costrutti impersonali, e solo nella forma tronca om, uom uno, ognuno: ti farà piacere la mia città come ch'om la riprenda (Dante). Lingua e realtà http://www3.lastampa.it/costume/sezioni/artico lo/lstp/454834/ È l'ora della sindaca e dell'architetta Secondo l'Accademia della Crusca, poiché l'italiano non ha genere neutro, è corretto concordare al femminile il nome di cariche pubbliche fino a ora coperte unicamente da maschi Il Comune di Firenze con l'Accademia della Crusca: "Cambiamo i documenti" Le regole in italiano – le norme Accordo referenziale verso accordo grammaticale Il giudice è uscito con l’avvocato Il giudice è uscita con l’avvocato La giudice è uscita con l’avvocato Il giudice è uscito con l’avvocata La giudice è uscita con l’avvocata… 4 norme di base Evitare il maschile non marcato • Uomo verso persona • Evitare l’articolo al femminile davanti al nome proprio • La Fornero, Monti • Accordare il genere degli aggettivi ai nomi in maggioranza • Gli imputati, le giudici, le avvocate convocate • Usare titoli professionali al femminile • La giudice, la procuratrice, la cancelliera, la presidente • Sostantivi epiceni: articolo • NORMALE è CIO’ CHE NON SI DISCOSTA DALLA NORMA: ma la norma si adegua alle esigenze della realtà Differenziare i ruoli con la lingua? magistrato magistrata; avvocato avvocata; deputato deputata attore attrice; senatore senatrice. medico medica; sindaco sindaca. l’allarme grammaticale con funzioni “alte” Non usare –essa, che mette in evidenza la stranezza dell’espressione Non usare termini mimetici, «donna giudice» Proposte italiane e EU Sabatini, A., (1987), Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana, Pres. Cons. dei Min. http://www.innovazionepa.gov.it/media/277361/linguaggio_non_sessista.pdf Fioritto, A. (a cura di) (1997), Manuale di stile, strumenti per semplificare il linguaggio della pubblica amministrazione, Bologna, il Mulino ( 37-38) http://www.innovazionepa.gov.it/media/277365/manuale_di_stile.pdf La neutralità di genere nel linguaggio usato al Parlamento europeo http://ec.europa.eu/dgs/translation/rei/documenti/rete/neutralitagenere.pdf Direttiva Alto Adige http://www.regione.taa.it/bu/2012/S1041201.pdf Cancelleria federale http://www.bk.admin.ch/dokumentation/sprachen/04850/05005/index.html ?lang=it Qualità fisiche Donna bella, giovane e prosperosa acqua e sapone (s.v acqua), al naturale, atomica (sost.), atomico/a (agg.), bambola, bambolina, bambolona (cui si affianca il verbo bamboleggiare), bella, bellona, ben equipaggiata e ben messo/a, biondona, bocciolo di rosa (s.v. bocciolo), bona, fica, figurina, gingillino, gnocca, granatiera, granito (cioè ‘di donna, che ha forme prosperose’), maggiorata, matrona, multipopputo/a, opulento/a, pastoso/a, piacevole, polpettona, pupa, pupattola, regina, rosa, semidea, siliconato/a, steatopigo, strafica, stuzzicante, stuzzichino, superdotata, superfiga, supermaggiorata, sventola, tettona, tipetto, tipino, tocco, valchiria, venere tascabile (s.v. tascabile) Qualità fisiche ■ Donna sofisticata ■ principessa ■ Donna brutta, grassa (o magra) e matura ■ carnesecca, chitarrone, demonia, orchessa, palo, panciona, pialla, piallato, piatto, pulcellona, racchia, scapolona, scarpa vecchia (s.v. scarpa), senzamarito, sfiorito/a, smamellato/a, spampanarsi, strega, tardona, tartana, versiera, zitella, zitellona Qualità morali ■ donna onesta (o presunta tale) ■ casta Susanna (s.v. casta), santarellina, santessa, torre d’avorio ■ donna timida (o presunta tale) ■ monachella, monachina ■ donna energica e autoritaria ■ bersagliera, capitana, colonnella, gendarme, generalessa, marescialla, matronessa, soldatessa, virago ■ donna pettegola e saccente ■ avvocata, ciabattina, cicisbea, comare, filosofessa, pepia, portinaia, suocera, vesciaia Qualità morali ■ donna capricciosa e frivola ■ fantoccia, fraschetta, gergolina, madama, madame, salsicciona, smorfiosa, spuzzetta, testina ■ donna disinvolta e spregiudicata ■ esplosivo/a, fatale, maga, maliarda, mangiatrice di uomini, mano, nave scuola (cioè ‘donna che inizia alle esperienze sessuali ragazzi più giovani’), navigato/a, odalisca, ragazzaccia, ragazzaccio, sculetta, sgallettata, sgonnellona (cf. anche il verbo sgonnellare), vampira, vampiressa Qualità morali ■ donna volgare e ignorante ■ lavandaia, pescivendola ■ donna trasgressiva o di dubbia moralità ■ fante, landra, porca, porcona, troietta, troiona ■ donna aggressiva e malvagia ■ brigantessa, diavolessa, ramba, strega, versiera, zarina ■ lavori femminili (s.v. femminile) che allude ad un insieme di occupazioni tradizionalmente considerate tipiche della donna come il cucito e il ricamo ■ portadote che designa ironicamente una donna in età da marito, fornita di dote (lemma di basso uso) ■ pronuba che, tra le varie accezioni, indica la donna che si adopera nel combinare un matrimonio o nel favorire un rapporto amoroso ■ sepolta viva (s.v. sepolta) che si attribuisce alla donna che non esce mai di casa ■ trinunzia, ovvero la donna che si è sposata tre volte (lemma obsoleto) Sinonimi di ‘prostituta’: adescatrice, baldracca, battona, bella di notte, buona donna, cocotte, donnaccia, donna da marciapiede, donna di malaffare, donna di strada, donna di vita, donna perduta, lucciola, mignotta, passeggiatrice, peripatetica, puttana (cui aggiungiamo i derivati puttanona e puttanone), ragazza squillo, squillo, troia, una di quelle e zoccola. Seguendo altri ‘percorsi’ abbiamo rintracciato: ‘accompagnatrice’, ‘bagascia’, ‘bagasciona’, ‘baldraccona’, ‘belle-dejour’, ‘brescialda’, ‘bresciana’, ‘briffalda’, ‘poco di buono’ (s.v. buono), ‘cagna’, ‘cortigiana’, ‘donna di facili costumi’ (ss.vv. ‘costume’ e ‘facile), ‘entraîneuse’, ‘etera’, ‘falena’, ‘femmina da guadagno’ e ‘femmina di mondo’ (s.v. ‘femmina’), ‘femminarda’, ‘donna galante’ (anche s.v. galante), ‘geisha’, ‘libera professionista’ (s.v. ‘professionista’), ‘lupa’, ‘malafemmina’, ‘marchettara’, ‘meretrice’, ‘mina’, ‘musume’, ‘donna di partito’ (anche s.v. ‘partito’), ‘peccatrice’, ‘pubblica peccatrice’ (s.v. ‘peccatrice’), ‘putta’, ‘puttanella’, ‘ragazza di strada’ e ‘ragazza di vita’ (s.v. ‘ragazza’), ‘sacerdotessa’, ‘sgualdrina’, ‘sgualdrinella’, ‘signorina’, ‘vacca’, ‘Venere’. Prostituto ■ Parallelamente abbiamo svolto la stessa indagine per prostituto, ma la ricerca ha rimandato a un solo sinonimo, cioè gigolò (che a sua volta rinvia a mantenuto), ma c’è da osservare che il prostituto è in realtà un ‘uomo che esercita la prostituzione, spec. in pratiche omosessuali’, come del resto anche il marchettaro. Abbiamo comunque approfondito la ricerca e abbiamo aggiunto puttano, ragazzo di strada e ragazzo di vita (s.v. ragazzo). Moglie vs Marito ■ moglie: donna sposata, considerata rispetto al marito: Maria è la m. di Franco; essere marito e m., essere sposati; cercare, trovare m.; avere per m.; dividersi, separarsi dalla m.; prendere m., sposarsi; chiedere in m., avanzare formale richiesta di avere in sposa; promettere in m., sancire una promessa di matrimonio; ecc. ■ marito: uomo sposato, considerato rispetto alla moglie: Franco è il m. di Maria, ha un m. gentilissimo; essere m. e moglie, essere sposati; cercare, trovare m.; dividersi, separarsi dal m.; prendere m., sposarsi; è in vacanza col m., con suo m.; ecc. ■ s.v splendido: che si distingue per singolari qualità, capacità, virtù: un marito splendido ■ s.v. micidiale: di qcn. che provoca infelicità, tormenti: è una donna m., guarda come tratta il marito. ■ s.v. femmina: … una moglie estremamente femmina Per riflettere… ■ Un cortigiano - Una cortigiana ■ Un massaggiatore - Una massaggiatrice ■ Un professionista - Una professionista ■ Un uomo di strada - Una donna di strada ■ Un uomo del popolo - Una donna del popolo ■ Un uomo senza morale - Una donna senza morale ■ Un uomo pubblico - Una donna pubblica ■ Un segretario particolare - Una segretaria particolare ■ Un uomo facile - Una donna facile ■ Un intrattenitore - Un’intrattenitrice ■ Un adescatore - Un’adescatrice ■ Un uomo disponibile - Una donna disponibile ■ Un uomo sportivo - Una donna sportiva ■ Un cubista - Una cubista ■ Un uomo d’alto bordo - Una donna d’alto bordo ■ Un tenutario - Una tenutaria ■ Un passeggiatore - Una passeggiatrice Per continuare a riflettere… ■ Un battistrada - Una battistrada ■ Un uomo con un passato - Una donna con un passato ■ Un maiale - Una maiala ■ Un cane - Una cagna ■ Un lupo - Una lupa ■ Uno squillo - Una squillo ■ Un maître - Una maîtresse ■ Un uomo da poco - Una donna da poco ■ Un uomo di vita - Una donna di vita ■ Un uomo perduto - Una donna perduta ■ Un uomo di mondo - Una donna di mondo ■ Un mondano - Una mondana ■ Un toro - Una vacca ■ Un peripatetico - Una peripatetica ■ Uno che batte - Una che batte ■ Un uomo che batte la strada - Una donna che batte la strada Per continuare a riflettere… ■ Uno steward - Una hostess ■ Un uomo che ha un protettore - Una donna che ha un protettore ■ Un accompagnatore - Una accompagnatrice ■ Un uomo di malaffare - Una donna di malaffare ■ Un mercenario - Una mercenaria ■ Uno prezzolato - Una prezzolata ■ Un buon uomo - Una buona donna ■ Un uomo allegro - Una donna allegra ■ Un rimorchiatore - Una rimorchiatrice ■ Un escort - Una escort ■ Un uomo-immagine - Una donna-immagine ■ Un omaccio - Una donnaccia ■ Un ometto - Una donnina ■ Un gatto morto - Una gatta morta ■ Un etero - Una etèra ■ Un putto - Una putta ■ Uno zoccolo - Una zoccola ■ Un amichetto - Una amichetta ■ Un uomo leggero - Una donna leggera Comunicazione specialistica come varietà Per lingua speciale si intende una varietà funzionale di una lingua naturale, dipendente da un settore di conoscenze o da una sfera di attività specialistici, utilizzata, nella sua interezza, da un gruppo di parlanti la lingua di cui quella speciale è una varietà, per soddisfare i bisogni comunicativi di quel settore specialistico Cortelazzo, 1994, 8 LS come varietà ricerca italiana: varietà diafasica, caratterizzata dalla situazione, dal contesto sociale e dal ruolo dei parlanti in una data situazione, considerando i rapporti esistenti fra parlanti. Intreccio dimensione verticale con dimensione orizzontale Lavinio (2004, p. 90), dimensione diastratica, cioè verticale; strumenti comunicativi fra gruppi professionali, o in una comunicazione verticale fra esperti e non esperti. Comunicazione specialistica Le varietà specialistiche rientrano nelle varietà situativefunzionali, Funzione: di apprendimento, di elaborazione del sapere, di applicazione del sapere Situatività: constatare se la situazione comunicativa sia o meno accessibile ad un vasto pubblico. Caratteristiche dei LS 3 criteri (Saager 1980) ■ economia ■ precisione ■ appropriatezza 2 criteri (Sobrero 1993) precisione e neutralità emotiva (carattere denotativo) 11 criteri (Hoffmann 1984) 1. esattezza, semplicità, chiarezza 2. oggettività 3. astrattezza 4. generalizzazione 5. densità di informazione 6. brevità 7. naturalità emotiva 8. mancanza di ambiguità 9. impersonalità 10.coerenza logica 11.uso di terminologia/simbologia Dimensione orizzontale ■ Discipline diverse ■ Scienze naturali e scienze sociali/umanistiche ■ Ogni linguaggio specialistico non è un sistema chiuso (infrasettorialità) Dimensione verticale ■ Lingua in uso ■ Contesto culturale e sociale della comunicazione ■ Attori della comunicazione ■ Stratificazione della lingua Livelli di comunicazione, LS 3 livelli di microlingua (Freddi 1988) ■ descrizione generica ■ descrizione specifica ■ formulazione e formalizzazione 3 tipi di discorso (Ciliberti 1981) • argomentativo-scientifico • didattico-scientifico • divulgativo-scientifico (Widdowson 1979 e Gotti 1991) • esposizione scientifica • istruzione scientifica • giornalismo scientifico “Livelli sociolinguistici“ (Cortelazzo 1994) • quello altamente specializzato fra esperti, massima distanza dalla lingua comune • diretto fra tecnici • contatto esperto-profano, nella divulgazione Comunicazione specialistica: denominazioni■ Berruto, Sobrero, ■ lingua speciale Cortelazzo, Mengaldo ■ microlingua ■ linguaggi settoriali ■ Balboni, Freddi ■ Beccaria, Bertinetto, Rossini Favretti ■ Porcelli, Cambiaghi ■ lingue di specializzazione ■ linguaggi speciali ■ lingue per scopi speciali/sottocodice ■ linguaggi specialistici ■ comunicazione specialistica ■ De Mauro, Cecioni ■ Balboni, Porcelli, Ciliberti, Titone ■ Gotti, Cavagnoli ■ Kalverkämper, Cavagnoli Il testo specialistico Testo l'unità costituente del LS generi testuali con caratteristiche ben definite ■ diverse classificazioni ■ il genere testuale (rilevanza fondamentale per lo specialista) ■ il riconoscimento immediato La sua specificità deriva da … • strutture tipiche del genere • alto grado di specializzazione del contenuto • conoscenze comuni ai destinatari Caratteristiche comuni • precisa definizione • registro formale • funzione referenziale • utilizzo anche di rappresentazioni non verbali •Diversi da lingua a lingua e all'interno della stessa lingua (dipendenti dalla disciplina) •Il numero dei generi testuali è definito (con possibili aperture) Caratteristiche testuali ■ ■ ■ rigidità dell'organizzazione testuale: testo come sequenza di istruzioni per il destinatario. Schemi vincolanti, con un alto grado di prevedibilità, con conseguente massima organizzazione della struttura testuale referenza:uso di connettivi e di riferimenti sia espliciti che impliciti forma grafica: regole più o meno rigide che hanno una funzione sia di riconoscimento che di formulazione chiara (e quindi permettono una comprensione più efficace e diretta) Caratteristiche testuali ■ ■ regole retoriche molto strette, permettono anch'esse un riconoscimento più diretto definizioni presenti, ben individuabili ■ esempi presenti in modo differenziato a seconda della disciplina ■ struttura tema/rema comune uguale alla lingua ■ ■ ■ ■ Caratteristiche differenza di applicazione di regole tipiche della morfosintattiche lingua comune sul piano quantitativo. nominalizzazione: trasformazione del sintagma verbale in nominale (non esistono controindicazioni= nessuna controindicazione) forme impersonali: uso della forma impersonale o della terza persona singolare, uso di verbi tipici del ls che spersonalizzano (dimostrare, indicare, suggerire, evidenziare, confermare)mancanza di pronomi personali passivazione: uso del passivo per spersonalizzare ■ ■ ■ ■ Caratteristiche Deagentivazione: mancanza del complemento d'agente morfosintattiche Paratassi:frasi brevi, coordinate piuttosto che subordinate Ellissi: articoli e preposizioni, mancanze ricostruibili dalle conoscenze comuni Forme verbali: uso del presente, dell'indicativo, legato alle funzioni comunicative tipiche di questi linguaggi (definire, descrivere, osservare, esplicitare, affermare...).Forte uso della copula essere, poche forme verbali ■ Caratteristiche morfosintattiche Forme verbali infinite: uso di participi presenti al posto di frasi relative, gerundio causale ■ Struttura frasale ridotta: SN+V+SN, con uso di forme implicite che apparentemente semplificano la frase, in realtà possono complicare la comprensione per i profani Caratteristiche lessicali ■ aspetti quantitativamente rilevanti, caratterizzanti i ls ■ monoreferenzialità: unico significato attribuito ad un termine ■ non-emotività: scopo denotativo, informazione e quindi chiarezza del termine ■ sinteticità: alleggerimento del discorso con la fusione di due lessemi (banca dati, estratto conto) ■ precisione: diversi livelli di precisione di un termine: (reato/omicidio/omicidio premeditato...) Caratteristiche lessicali ■ ■ ■ Tradizionalismo: riferimento a termini classici, greci e latini o loro derivazioni, con funzione di riconoscimento in molte lingue (ius soli, Sistematicità: sistema di formazione dei termini stabile, che permette il riconoscimento di una categoria e la formazione illimitata di altri termini (ato in chimica=sale) Produttività: – prefissazione dotta: iper, para, meta, sub...unità lessicali superiori: morbo di Basedow – suffissazione (riconducibile a classi concettuali ben definite) – rideterminazione semantica dalla l.c. e da altri l.s. (diverso significato di forza, di tribunale) – uso di tecnicismi collaterali (il paziente accusa un dolore) Aspetti pragmatici, disciplinari, culturali ■ Legame con la situazione ■ Legame con la disciplina ■ Legame con la cultura scientifica di riferimento Fine della comunicazione specialistica ■ Comunicazione o discriminazione? ■ Rapporto con la lingua comune ■ Rapporto con la disciplina di riferimento ■ Verticalizzazione della comunicazione LS – Lingua comune ■ La lingua veicola una visione del mondo, anche di quello specialistico ■ Uso adeguato della lingua ■ Lingua flessibile e modificabile ■ Differenza fra produzione di lingua comune e linguaggio istituzionale Il linguaggio burocratico ■ Tecnicismi ■ Periodare complesso ■ Strutture ellittiche ■ Pluralità di pubblici (interno ed esterno) ■ Frutto di negoziazioni ■ Circolarità ■ Regole e formalità ■ http://www.francescobianco.net/linguistica/corsi/20132014_italianoburocratico.htm Linguaggio delle istituzioni ■ Tipologie testuali diverse: leggi, bandi, avvisi, comunicati stampa, moduli, ecc. ■ Media diversi: newsletter, web, ecc. ■ Stili comunicativi diversi (lettera vs. manifesto) ■ Destinatari diversi: utenti specialisti, utenti profani, interni ed esterni L’antilingua Caratteristica principale dell'antilingua è quello che definirei "terrore semantico", cioè la fuga di fronte a ogni vocabolo che abbia di per se stesso un significato. Nell'antilingua i significati sono costantemente allontanati, relegati in fondo a una prospettiva di vocaboli che di per se stessi non vogliono dire niente o vogliono dire qualcosa di vago e sfuggente. Perciò dove trionfa l'antilingua - l'italiano di chi non sa dire "ho fatto" ma deve dire "ho effettuato" - la lingua viene uccisa. Italo Calvino , Una pietra sopra, 1965 Il brigadiere è davanti alla macchina da scrivere. L’interrogato, seduto davanti a lui, risponde alle domande un po’ balbettando, ma attento a dire tutto quello che ha da dire nel modo più preciso e senza una parola di troppo: “Stamattina presto andavo in cantina ad accendere la stufa e ho trovato tutti quei fiaschi di vino dietro la cassa del carbone. Ne ho preso uno per bermelo a cena. Non ne sapevo niente che la bottiglieria di sopra era stata scassinata”. Impassibile, il brigadiere batte veloce sui tasti la sua fedele trascrizione: “Il sottoscritto essendosi recato nelle prime ore antimeridiane nei locali dello scantinato per eseguire l’avviamento dell’impianto termico, dichiara d’essere casualmente incorso nel rinvenimento di un quantitativo di prodotti vinicoli, situati in posizione retrostante al recipiente adibito al contenimento del combustibile, di aver effettuato l’asportazione di uno dei detti articoli nell’intento di consumarlo durante il pasto pomeridiano, non essendo a conoscenza dell’avvenuta effrazione dell’esercizio soprastante”. Varietà giovanili ■ http://temi.repubblica.it/espresso-slangopedia/ ■ http://www.maldura.unipd.it/linguagiovani/ Lingua o gergo? • • • • Legami con i gerghi storici: Alcuni termini L’idea di gruppo L’idea di «piazza» Tutte le estrazioni sociali, trasversale Finalità: Ludiche Rafforzamento della coesione del gruppo Contrapposizione ad altri gruppi (adulti) caratteristiche ■ Instabilità e transitorietà: alcuni elementi restano stabili, ma quelli lessicali variano ■ Dimensione diatopica ■ Riferimenti culturali (musica, internet) ■ Varietà diafasica (molte varietà) ■ Ristretta gamma di argomenti e domini caratteristiche ■ Abbreviazioni ■ Alterazioni ■ Suffissazioni ■ Forme verbali in –arsela ■ Disfemismi ■ Usi figurativi ■ Italiano colloquiale informale ■ Dialetti ■ Lingue straniere