La comprensione dell`ironia in persone affette da disturbo
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La comprensione dell`ironia in persone affette da disturbo
Rassegna La comprensione dell’ironia in persone affette da disturbo schizofrenico Irony appreciation in subjects with schizophrenic disorder ILARIA RICCARDI1, PAOLO STRATTA2, DANIELA MIRABILIO1, SILVIA DI TOMMASO1, DANIELA TEMPESTA1, ALESSANDRO ROSSI3 1 3 Unità Operativa di Psicologia Clinica, Villa Serena, Città S. Angelo (PE) 2 Dipartimento di Salute Mentale ASL 4, L’Aquila Dipartimento di Medicina Sperimentale, Università degli Studi, L’Aquila RIASSUNTO. Scopo. Indagare la capacità di comprendere l’ironia in un campione di persone affette da disturbo schizofrenico e valutare associazioni con specifici cluster di sintomi. Metodo. È stato studiato un campione di 20 persone affette da disturbo schizofrenico alle quali sono state presentate trentadue vignette umoristiche per la cui comprensione è indispensabile un’analisi degli stati mentali dei personaggi per comprenderne l’ironia (umorismo che coinvolge la Teoria della Mente – Theory of Mind –, ToM) e altrettante vignette che non richiedono capacità ToM. La sintomatologia è stata valutata con la Positive And Negative Syndrome Scale (PANSS). Il Quoziente Intellettivo (QI) premorboso è stato valutato per mezzo del Test di Intelligenza Breve, versione italiana del National Adult Reading test. Risultati. La capacità di comprendere l’ironia correla negativamente con il punteggio dei sintomi positivi, mentre la difficoltà di comprensione delle vignette con il punteggio del cluster cognitivo. Il QI premorboso correla con i punteggi di Umorismo non-ToM e ToM (più elevato QI, vignette più divertenti) e con il tempo impiegato per la comprensione delle vignette ToM (QI più alto, maggior tempo impiegato). Considerando la condizione non-ToM come riferimento, il punteggio dell’umorismo non-ToM è più elevato del punteggio ToM (condizione non-ToM più divertente di quella ToM) e il punteggio Difficoltà nella condizione non-ToM è maggiore che nella condizione ToM (non-ToM più difficili di quelle ToM). Discussione. I nostri dati evidenziano una compromissione delle capacità di ToM che limita la comprensione dell’ironia, e supportano l’ipotesi che la sintomatologia positiva sia associata a deficit di processamento cognitivo necessario per fare inferenze sugli stati mentali. Questa condizione potrebbe essere collegata a un deficit di allocazione delle risorse cognitive o di attenzione. PAROLE CHIAVE: ironia, teoria della mente, schizofrenia, sintomi positivi, sintomi cognitivi. SUMMARY. Aim. Investigation of the irony appreciation in a sample of subjects with schizophrenic disorder and the association with specific symptom clusters. Methods. Twenty subjects with schizophrenic disorder have been investigated. Two sets of visual jokes were used, thirty-two images in which an appreciation of the mental states of the characters, false belief and deception, were required (humour requiring Theory of Mind, ToM), and the same number of jokes that did not require ToM capabilities to understand the joke contained within the picture. Symptomatology was evaluated by using the Positive And Negative Symptoms Scale (PANSS). Premorbid Intelligence Quotient (IQ) has been measured by the Test di Intelligenza Breve, Italian version of the National Adult Reading test. Results. Average humour score significantly correlated with positive symptoms while difficulty in understanding the jokes was related to the cognitive cluster score. Premorbid IQ is was related with non-ToM and ToM humour score (higher IQ, more funny the jokes) and the time spent in comprehension (higher IQ, more time spent). Considering non-ToM condition as reference, non-ToM was higher than ToM humour score (non-ToM more funny than ToM condition); difficulty score is higher in non-ToM than ToM condition (non-ToM more difficult than ToM condition). Discussion. Our findings show a deficit in ToM capabilities in irony comprehension linked to specific symptomatology, i.e. positive symptoms. This finding underline the role of attention in ToM processing. KEY WORDS: irony, theory of mind, schizophrenia, positive symptoms, cognitive symptoms. E-mail: [email protected] Rivista di psichiatria, 2007, 42, 1 25 Riccardi I, et al. INTRODUZIONE comportamenti degli altri indipendentemente dai loro stati mentali, quindi in maniera inadeguata. Questa ipotesi permette di comprendere meglio alcuni sintomi del disturbo e di effettuare una rilettura di dati clinici e sperimentali. Specifiche caratteristiche della schizofrenia potrebbero trarre origine da anomalie della meta-rappresentazione, che spiegherebbero l’alterata consapevolezza del sé (6). Tra queste vi sono alcuni atti linguistici in cui occorre comprendere ciò che è sotteso al senso letterale di quanto viene detto, cioè il “voler dire” dell’interlocutore. È il caso delle espressioni metaforiche, umoristiche o ironiche, le quali sollecitano, al di là del semplice atto informativo, la capacità di percepire l’intenzione comunicativa. Per comprenderle e apprezzarle non è sufficiente considerarne lo stretto senso letterale, in quanto è necessario inferire lo stato mentale del locutore. La comprensione di metafore, di umorismo e ironia può costituire, dunque, situazioni sperimentali interessanti per testare la capacità di percepire gli stati mentali altrui. La capacità di ridere è una caratteristica peculiare dell’essere umano: soltanto ciò che somiglia all’umano può generare comicità. Basta osservare un qualunque animale per rendersi conto di sorridere quando in esso si coglie un’espressione o un comportamento “umano”. Molti hanno definito l’uomo come l’animale che “sa” ridere e su questa capacità i filosofi avevano posto attenzione; senza risalire ad Aristotele, che verosimilmente per primo si è occupato dell’argomento nella Commedia, testo che non ci è giunto ma citato nella sua Poetica, sul finire dell’Ottocento fiorisce una serie di riflessioni sul comico, tra cui spicca il saggio di Bergson (1). Il pensiero bergsoniano ha esercitato un’importante influenza su alcuni autori fondamentali per la psichiatria: Freud scrive poco tempo dopo Il motto di spirito (2), integrando concetti bergsoniani nella sua teoria psicoanalitica; anche Kraepelin ne scrive, pur brevemente (1903-04) (3), verosimilmente anch’egli influenzato da Bergson. L’ironia e la capacità di ridere viene definita da Bergson come una funzione automatica legata alla capacità di capire un meccanismo nello stesso momento in cui si capisce che l’attore, la fonte dell’elemento comico, non ne è a conoscenza. Il personaggio comico, quindi, è incosciente, ed è tanto più comico quanto più ignora di esserlo: è invisibile a se stesso mentre è visibile a tutti. È interessante notare come questi concetti sembrano precorrere quelli che più recentemente nelle scienze cognitive sono stati considerati alla base del costrutto della Teoria della Mente (Theory of Mind, ToM). Tale termine proposto da Premack e Woodruff (4) designa l’attitudine di un soggetto a spiegare le azioni dell’altro attribuendogli stati mentali – intenzioni, desideri, credenze – diversi dai propri. Il termine si riferisce alla consapevolezza del soggetto che le altre persone possano pensare, nonché alla capacità del soggetto di stabilire inferenze sulle convinzioni, i desideri e le intenzioni di altre persone, così da predire adeguatamente il loro comportamento. Negli ultimi venti anni gli studi dedicati a questa competenza tipicamente umana sono stati numerosi e, inizialmente, accostati alla filosofia e alla psicologia dello sviluppo, più recentemente hanno guadagnato il campo della psicopatologia e delle neuroscienze. Baron-Cohen, et al. (5) hanno validato l’ipotesi di un “deficit della Teoria della Mente” dapprima nell’autismo, in seguito nella schizofrenia, attribuendone alcuni segni e sintomi a tale disfunzione. Molte ricerche hanno dimostrato che alcuni pazienti affetti interpretano i Comprensione delle metafore Gli studi sulla comprensione metaforica nella schizofrenia sono stati realizzati soprattutto all’interno di modelli psicolinguistici. Le ricerche di Chapman (7) hanno dimostrato che i pazienti schizofrenici effettuavano più interpretazioni letterali di metafore piuttosto che interpretazioni figurate, rispetto a soggetti normali e a soggetti cerebrolesi. Questo dato è stato confermato anche da Cutting e Murphy (8), che hanno confrontato soggetti schizofrenici con altri gruppi psichiatrici come pazienti affetti da mania o depressione. De Bonis, et al. (9) hanno confrontato 20 pazienti schizofrenici, 13 pazienti depressi e 20 soggetti normali. Il compito consisteva nell’indicare tra quattro proposizioni quella che corrispondeva all’equivalenza o all’opposto metaforico di un proverbio bersaglio. Il gruppo composto da pazienti affetti da disturbo schizofrenico presentava maggiore difficoltà rispetto agli altri due gruppi; a un’analisi dettagliata, il sottotipo paranoide non mostra tale anomalia. Un ulteriore studio (10) ha messo a confronto 14 soggetti affetti da schizofrenia in fase acuta, 10 soggetti deliranti non schizofrenici e 12 soggetti depressi e ha dimostrato che i tre gruppi sono paragonabili nel completamento di frasi semplici con una parola metaforica o un sinonimo. In compenso, i pazienti schizofrenici non percepivano il senso di espressioni metaforiche di brevi testi, emesse da un soggetto a proposito di un altro. Queste apparenti divergenze potrebbero essere spie- Rivista di psichiatria, 2007, 42, 1 26 La comprensione dell’ironia in persone affette da disturbo schizofrenico gate da un “effetto pavimento” dovuto a compiti troppo semplici che non rivelano il deficit atteso. SCOPO Per approfondire ulteriormente l’argomento, abbiamo indagato la capacità di comprendere l’ironia in un campione di persone affette da disturbo schizofrenico con l’impiego del paradigma sperimentale elaborato da Gallagher, et al. (15) e utilizzato più recentemente da Marjoram, et al. (16). Scopo primario dello studio è la valutazione di associazioni tra specifici cluster di sintomi e capacità di comprendere l’ironia. Comprensione dell’ironia Gli studi che hanno utilizzato il paradigma sperimentale della comprensione dell’ironia e dell’umorismo sono più recenti rispetto a quello delle metafore. L’apprezzamento dell’ironia esige la capacità di comprensione dell’intenzionalità di primo ordine, cioè ciò che l’interlocutore intende, per evitare di interpretare l’ironia in maniera erronea, così come una intenzionalità di secondo ordine riguardo le convinzioni di colui che parla rispetto alle credenze di chi ascolta per evitare di interpretare l’ironia come una menzogna. Anche questi processi che, similmente alla comprensione delle metafore, costituiscono le capacità cognitive più sofisticate collegate alla ToM, sono legati alla capacità di andare al di là del significato letterale delle affermazioni. Sono stati utilizzati come strumenti di valutazione soprattutto brevi racconti con o senza l’ausilio di sequenze di figure o vignette per valutare la capacità di comprendere differenti livelli di “intenzionalità” (11) (Tabella 1). I pazienti schizofrenici avrebbero particolare difficoltà a comprendere espressioni in cui vi sia una certa discrepanza tra il significato letterale e quello inteso da colui che parla (6); questa difficoltà in parte era stata precedentemente rilevata negli anni ’50 da Delay, et al. (12) e da Senf, et al. (13), che notarono come i pazienti schizofrenici mal identificano l’umorismo a causa di difficoltà a “tenere da conto e a comprendere le interazioni sociali”. Corcoran, et al. (14) hanno esplorato l’attitudine a comprendere disegni umoristici in 44 soggetti schizofrenici, 40 soggetti sani e 7 soggetti depressi o ansiosi. Ai soggetti venivano presentati 20 disegni umoristici di cui 10 facevano affidamento su una causalità fisica e gli altri 10 su una causalità mentale, nell’ipotesi che questi ultimi richiedessero l’intervento decisivo della Teoria della Mente. Due sottogruppi di pazienti schizofrenici presentavano difficoltà nella comprensione dell’umorismo, in particolare con quelli basati su una causalità mentale: un gruppo aveva turbe del comportamento (povertà e incoerenza del linguaggio, disturbi formali del pensiero, sindrome negativa), l’altro presentava idee deliranti di persecuzione e di riferimento. Pazienti schizofrenici asintomatici avevano, invece, performance simile a quella del campione di controllo. Anche Drury, et al. (10) hanno esplorato il riconoscimento dell’ironia, ma contrariamente all’ipotesi iniziale non hanno riscontrato differenze significative tra il gruppo schizofrenico e i gruppi di controllo. METODO Soggetti È stato valutato un campione costituito da 20 persone affette da disturbo schizofrenico in fase di stabilizzazione in base ai criteri del DSM-IV, che vivono nella comunità, in terapia antipsicotica. Tutti hanno firmato un consenso informato dopo un’accurata descrizione dello studio. Procedure di valutazione Tutte le procedure di valutazione sono state somministrate in una stanza silenziosa e priva di distrazioni. Valutazione della comprensione dell’ironia Abbiamo utilizzato 64 vignette umoristiche secondo il paradigma di Gallagher, et al. (15) e Marjoram, et al. (16). Al soggetto viene spiegato che verranno mostrate, una alla volta, vignette probabilmente divertenti e che avrebbe dovuto avvertire il valutatore non appena ne avesse colto il significato. Trentadue vignette contengono immagini in cui è indispensabile attribuire ignoranza, falsa credenza o inganno a uno dei personaggi delle vignette ed effettuare un’analisi dei loro stati mentali per comprendere l’ironia sottostante il compito e per dare di conseguenza la risposta corretta. Secondo gli Autori la capacità di fornire risposte corrette alle vignette e correlata all’attività di ToM (umorismo ToM) (16). Trentadue vignette sono, invece, di comicità grossolana (umorismo non-ToM) che non richiedono capacità ToM per essere apprezzate; è sufficiente che il soggetto descriva adeguatamente la scena per considerare corretta la risposta. Il somministratore registra con un cronometro il tempo di risposta necessario al soggetto per dare la spiegazione corretta a ogni vignetta. Subito dopo il soggetto dà una breve spiegazione della sua interpretazione e il somministratore contrassegna con 1 le risposte corrette e con 0 le risposte errate. La loro somma viene registrata e co- Rivista di psichiatria, 2007, 42, 1 27 Riccardi I, et al. Tabella 1. Revisione degli studi sull’ironia in campioni di persone affette da disturbo Studio Corcoran, et al. (14) Mitchley, et al. (28) (N) Criteri di inclusione (44) schizofrenia (DSM-IV) Cluster sintomatologici Età media 16 paranoide 8 passività 13 remissione 7 con disturbi del comportamento 30,1 29,5 32,1 30,9 M:F Terapia + (40) controlli sani (5) depressione (2) ansia 32,2 (18) schizofrenia (13) controlli psichiatrici vari 45,28 15:31 41,31 2:11 Drury, et al. (10) (14) schizofrenia (10) disturbo psicotico (12) depressione Sarfati, HardyBaylé (29) (25) schizofrenia 15 disorganizzati (DSM-IV) 10 non-disorganizzati 35,7 5:10 29,2 2:8 (10) mania (15) controlli 33,9 28,6 6:4 5:10 Sarfati, et al. (30) (26) schizofrenia 13 disorganizzati (DSM-III-R) 13 non-disorga(13) depressione nizzati (13) controlli 35,1 30,3 40,6 33,0 11:2 10:3 4:9 11:2 Sarfati (31) (25) schizofrenia (DSM-IV) (25) controlli Compito ToM Altre valutazioni Conclusioni 20 vignette umoristiche: 10 di comicità fisica, 10 di stato mentale (7 false credenze, 3 inganno) IQ (Quick Test, Ammons and Ammons, 1962), Psicopatologia (PSE) (Wing et al., 1974) Pazienti schizofrenici, soprattutto quelli con disturbi comportamentali e sintomi di passività, presentavano maggior difficoltà nell’apprezzare gli stati mentali. Pazienti in remissione e gruppo di controllo avevano performance normali. I sintomi positivi sono associati a deficit nella comprensione degli stati mentali, non solo in pazienti con disturbi del comportamento. 9 brevi scene scritte che comprendono ironia 9 brevi scenari scritti da interpretare letteralmente IQ premorboso (NART) PANSS Soggetti schizofrenici mostravano compromissione nella comprensione dell’ironia e preferivano interpretare le storie ironiche letteralmente. Il fallimento nella comprensione dell’ironia nei soggetti schizofrenici era associato a IQ più basso e a sintomi negativi. Compiti di false credenze ToM di secondo ordine. Compito di sostituzione di un termine in una descrizione linguistica di un evento Compiti con metafore e ironia Pazienti schizofrenici hanno performance peggiori in alcuni compiti ToM durante l’episodio acuto. Pazienti con deliri di persecuzione e riferimento non avevano performance peggiori dei pazienti senza deliri. Non differenza tra gruppi. Difficoltà nell’interpretare il contesto interpersonale, in alcuni pazienti schizofrenici quale variabile di stato piuttosto che di tratto. + 14 fumetti di giornale composti da 3 figure, una quarta da scegliere tra 4 figure alternative IQ (BPVS) PANSS TLC Pazienti schizofrenici con disorganizzazione hanno prestazioni peggiori nelle prove ToM e più elevati sintomi psicopatologici, rispetto a quelli non disorganizzati, ai pazienti maniacali e ai controlli. I deficit di ToM sarebbero una variabile di stato piuttosto che di tratto. + 28 fumetti di giornali composti da 3 figure, una quarta da scegliere tra 4 alternative; in una seconda valutazione tra 4 frasi alternative IQ (BPVS) PANSS TLC Pazienti schizofrenici disorganizzati avevano prestazioni peggiori alle prove verbali e non-verbali nei compiti ToM rispetto ai pazienti non-disorganizzati e ai controlli. I sintomi positivi e negativi non differivano tra i due gruppi. 28 fumetti di giornale costituiti da 3 figure,una IV da scegliere tra 4 alternative; in una seconda valuta-zione tra 4 frasi alternative IQ (BPVS) PANSS TLC Un sottogruppo di pazienti schizofrenici migliorava nei compiti ToM se invitati a verbalizzare, mentre un altro sottogruppo non migliorava, probabilmente a causa della cronicità del disturbo. 7:18 (Segue Tabella 1) Rivista di psichiatria, 2007, 42, 1 28 La comprensione dell’ironia in persone affette da disturbo schizofrenico (Continua Tabella 1) Studio Langdon, et al. (32) (N) Criteri di inclusione Cluster sintomatologici Età media M:F Terapia Compito ToM Altre valutazioni Conclusioni 4 serie di carte con vignette per valutare la comprensione di false credenze, metafore e ironia Serie di immagini copioni sociali, serie di figure meccaniche, Spot-theWord Test (Baddeley, et al. 1993), memoria verbale (WAIS-R) Tower of London, SANS, SAPS Compromissione selettiva nei compiti ToM nei pazienti. Comprensione di metafore e ironia contruibiscono indipendentemente nel confronto con i controlli, suggerendo differenti meccanismi. La comprensione dell’ironia, ma non delle metafore è associata a capacità ToM. Il disturbo positivo del pensiero è associato a scarse performance nei compiti ToM, quello negativo a scarsa comprensione delle metafore. Deficit ToM è ipotizzato in relazione a scarso uso pragmatico del linguaggio. + 1 compito ToM I ordine, 1 compito ToM II ordine 2 compiti di metafore e 2 di ironia PANSS La maggior differenza tra pazienti e gruppo di controllo era nella capacità di interpretare correttamente l’ironia, che indica compromissione ToM quale variabile di tratto. + 31 vignette umoristiche ToM, 32 vignette non ToM IQ (Quick Test, Ammons and Ammons, 1962) Krawiecka Scale Pazienti schizofrenici presentavano performance peggiori dei controlli soprattutto nell’umorismo Tom. Non è stata trovata alcuna relazione tra sintomatologia e performance nell’apprezzamento dell’umorismo (23) schizofrenia (DSM-IV) (2) schizoaffettivi (20) controlli Herold et al., (22) (26) schizofrenia (DSM-IV) (26) controlli Marjoram, et al. (16) (20) schizofrenia (DSM-IV) (20) controlli 20 tipo paranoide in remissione 39,8 12:8 39,8 11:9 stituisce il punteggio oggettivo (uno per l’umorismo nonToM e uno per quello ToM). Viene, inoltre, richiesto di assegnare un punteggio soggettivo su due analoghi visivi con punteggi da 1 a 5. Il primo analogo visivo descrive il grado di divertimento suscitato da ciascuna vignetta: il punteggio 1 corrisponde a “non divertente” e il punteggio 5 a “molto divertente”. L’altro analogo visivo descrive il grado di difficoltà: 1 “molto semplice”, 5 “molto difficile”. Si ottengono, quindi, quattro punteggi soggettivi: due per l’umorismo nonToM (grado di divertimento e grado di difficoltà) e altrettanti per l’umorismo ToM. Le 34 parole test sono in parte ad accentazione irregolare (sdrucciole) e in minima parte ad accentazione regolare (piane). Il punteggio al TIB è dato dal numero totale di errori commessi nella lettura delle 34 paroletest. Per la stima del QI sono state applicate delle equazioni di regressione che prendono in considerazione il punteggio ottenuto al TIB, il sesso, l’età e la scolarità, come suggerito dagli autori. Tali variabili hanno un peso significativamente diverso nell’elaborazione dei tre QI stimati (17). Positive And Negative Syndrome Scale (PANSS) Test di Intelligenza Breve (TIB) La sintomatologia è stata valutata con la Positive And Negative Syndrome Scale (PANSS) (19). La componente cognitiva della PANSS è stata calcolata sommando 7 item della scala di valutazione: difficoltà nel pensiero astratto, pensiero stereotipato, disorganizzazione concettuale, mancanza di discernimento e di presa di coscienza (insight), compromissione dell’attenzione, tensione, manierismi e atteggiamenti posturali (20,21). Il Test di Intelligenza Breve (TIB), versione italiana del National Adult Reading test (NART), permette una valutazione del Quoziente Intellettivo (QI) premorboso (17,18). Il TIB si compone di 54 parole, di cui 34 parole-test effettive, la lettura delle quali determina il punteggio al test, e 20 parole a elevata frequenza d’uso. Rivista di psichiatria, 2007, 42, 1 29 Riccardi I, et al. RISULTATI ti e con il tempo impiegato per la comprensione delle vignette ToM (QI più alto, maggior tempo impiegato nella comprensione della vignetta). Correlazioni Il punteggio oggettivo non-ToM correla con il punteggio dei sintomi positivi della PANSS in maniera negativa; i punteggi ToM correlano con il punteggio positivo (maggiori sintomi, minor comprensione delle vignette). Il punteggio soggettivo ToM, divertimento suscitato, correla significativamente e negativamente con il punteggio dei sintomi positivi (Pearson r=-.51; p<.05), cioè sintomi più gravi e vignette meno divertenti. La difficoltà di comprensione delle vignette ToM è correlata con il punteggio del cluster cognitivo (r=-.56 p<.01) ovvero più sintomi cognitivi, minor difficoltà di comprensione (Tabella 2). Il QI stimato correla con i punteggi di Umorismo non-ToM e ToM più elevato QI, vignette più diverten- Confronti tra stimoli non-ToM e ToM Le caratteristiche del campione sono riportate nella Tabella 3. Considerando la condizione non-ToM come riferimento, il confronto tra i punteggi delle vignette nonToM e ToM è stato eseguito utilizzando il t-test per dati appaiati. Il confronto dei punteggi oggettivi è altamente significativo (t=6.55; gl 19, p<.0005). Il punteggio Umorismo medio non-ToM soggettivo è più elevato del punteggio ToM corrispondente (t=3.74, p<.001, condizione non-ToM più divertente di quella ToM). Similmente il punteggio Difficoltà nella condizione non-ToM è più elevato che nella condizione ToM (t=4.53, p<.0005, le vignette non-ToM più difficili di quelle ToM). Tra le due condizioni non è stata trovata alcuna differenza nel tempo necessario per dare la risposta corretta (t=.85, NS). Tabella 2. Correlazioni (Pearson product moment) tra i punteggi alle vignette, QI premorboso, punteggi PANSS TIB Vignette nonToM e ToM PANSS Cluster Cluster Positivo Negativo Cluster Cognitivo Punteggi Oggettivi DISCUSSIONE Punteggio non-ToM .17 -.49* -.33 -.30 Punteggio ToM .33 -.48* -.16 -.33 Punteggio medio Umorismo non-ToM .46* -.42 -.22 -.26 Punteggio Difficoltà non-ToM -.02 Tempo per risposta non-ToM corretta .19 -.06 -.24 .01 Punteggio medio Umorismo ToM .47* -.51* -.12 -.20 Punteggio Difficoltà ToM -.00 -.22 -.33 -.56** .59** -.09 -.26 -.13 La metodica di valutazione utilizzata nello studio è risultata ampiamente accettabile da parte dei parteci- Punteggi Soggettivi Tabella 3. Caratteristiche del campione (media ± DS) (n 20) Tempo per risposta ToM corretta -.03 -.33 Età Scolarità QI stimato 38.55±10.94 11.70±2.34 106.40±7.72 PANSS Punteggio Totale Cluster Positivo Cluster Negativo Cluster Generale Cluster Cognitivo 79.00±12.37 17.11±5.67 21.63±4.24 39.89±6.99 18.42±5.00 Vignette non-ToM e ToM Punteggi Oggettivi Punteggi non-ToM Punteggi ToM 22.15±4.56 17.05±4.95 -.37 Punteggi Soggettivi Punteggio medio Umorismo non-ToM Punteggio Difficoltà non-ToM Tempo per risposta non-ToM corretta Punteggio medio Umorismo ToM Punteggio Difficoltà ToM Tempo per risposta ToM corretta *p<.05 **p<.01 Rivista di psichiatria, 2007, 42, 1 30 2.12±0.80 1.83±0.91 488.65±157.30 sec 1.77±0.76 1.36±0.66 462.60±165.28 sec La comprensione dell’ironia in persone affette da disturbo schizofrenico trointuitivo, poiché i pazienti con punteggio più elevato, cioè con più grave sintomatologia, riportano un punteggio medio di difficoltà più basso, così come il risultato della correlazione tra il tempo impiegato per la comprensione delle vignette ToM e il QI premorboso stimato. Una spiegazione conservativa dei dati può essere che i pazienti con maggior compromissione cognitiva alla PANSS mostrano difficoltà nel dispiegamento delle risorse cognitive verso il compito, percependolo come meno difficile (riduzione del tempo di comprensione del compito), mentre i pazienti con TIB più elevato mostrerebbero un dato opposto impiegando più tempo. Questo risultato sottolinea il ruolo dell’attenzione nel processamento della ToM (26). Seppure indirettamente, questa correlazione suggerisce una relazione con capacità precedenti l’esordio del disturbo. In accordo con un modello di alterazione del neurosviluppo, la valutazione degli stati mentali altrui è alterata già prima dell’esordio e può rappresentare una condizione di tratto. Questo dato è in accordo con uno studio di Herold, et al. (22); tuttavia, precedenti studi hanno interpretato, invece, il deficit ToM come una condizione di stato, non trovando alcun deficit durante la fase di remissione (10,27,28). Differente sensibilità dei compiti ToM utilizzati potrebbe spiegare i differenti risultati degli studi. panti e di non difficoltosa somministrazione. Questa modalità sembra ben rispondere alle necessità di una valutazione delle funzioni cognitive sottese alla Teoria della Mente. Il compito risulta soprattutto gradevole e appropriato per l’uso in soggetti adulti, a differenza di altri paradigmi di valutazione della ToM in origine sviluppati per valutare bambini. Rispetto a questi ultimi, un compito di apprezzamento dell’ironia, come le vignette che abbiamo utilizzato in questo studio, richiede più sofisticate capacità di mentalizzazione, richiedendo la comprensione dell’intenzione del personaggio attraverso un processamento del linguaggio che permette di arrivare a un significato che può essere talora anche il contrario del suo significato letterale. Un simile compito può, quindi, risultare più sensibile rispetto ad altri compiti di valutazione della ToM nella valutazione di soggetti adulti (14,22). Correlazioni con i sintomi L’analisi statistica ha fatto rilevare una correlazione tra prestazioni ToM e sintomi positivi. I nostri risultati sono in accordo con altri studi, che mostrano come i deliri paranoidi siano significativamente correlati a una scarsa prestazione in compiti ToM sia di tipo verbale sia visivo (14,23), ma in disaccordo con i recenti risultati di Marjoram, et al. (16). Contrariamente a quanto ipotizzato dagli stessi autori, non è emersa alcuna relazione significativa tra la sintomatologia positiva valutata con la Kraviecka Rating Scale e la prestazione di ToM. Un esame dettagliato dei sintomi non rilevava nessun legame tra deliri, allucinazioni, incoerenza del discorso e prestazione ToM. In un altro più recente studio, Marjoram, et al. (24) stessi riportano la correlazione tra deficit ToM e sintomatologia positiva (deliri e allucinazioni). Le differenze tra questi risultati potrebbero essere dovute alle differenti scale di valutazione utilizzate. Comunque, già originariamente Frith (25) aveva osservato che persone che presentavano deliri di controllo non erano in grado di effettuare un adeguato controllo delle proprie intenzioni nell’azione, così come ipotizzava (6) che persone con deliri di riferimento e di persecuzione fossero quelli con difficoltà nel fare inferenze sugli stati mentali altrui e nel rappresentarsi le loro intenzioni: questa condizione sembrerebbe rilevante nella formazione della sintomatologia delirante e di allucinazioni uditive. Questa alterazione dell’interpretazione della realtà sembrerebbe essere specifica del deficit delle abilità ToM. La correlazione tra il punteggio Difficoltà ToM e il punteggio del cluster Cognitivo della PANSS è con- Confronti tra vignette non-ToM e ToM Il confronto tra i punteggi soggettivi nelle condizioni non-ToM e ToM mostra che le vignette ToM sono meno divertenti e meno difficili da comprendere rispetto alla condizione non-ToM. Inoltre, non viene impiegato più tempo per comprendere e dare la risposta corretta per un compito di maggior complessità, come nel compito di ToM: la media anzi è persino minore in valore assoluto del tempo speso nella comprensione delle vignette non-ToM. Un’interpretazione di queste osservazioni potrebbe essere che non viene impiegato il necessario sforzo cognitivo in compiti che richiedono la comprensione di un discorso indiretto e nell’inferire cosa “passa nella mente” degli altri come nelle vignette ToM. Queste persone, cioè, tendono a processare l’ironia in senso letterale, affrontando le vignette ToM come se fossero non-ToM, senza impiegare quei meccanismi di processamento da utilizzare per risolvere un simile compito. Questo sembra poter spiegare il minor divertimento derivante dalle vignette ToM e la loro maggiore semplicità, rivelabili dai punteggi soggettivi. Questa condizione potrebbe essere collegata a un deficit di alloca- Rivista di psichiatria, 2007, 42, 1 31 Riccardi I, et al. Appliquée, 1954, 4, 297-315. 13. Senf R, Huston PE, Cohen B: The use of comic cartoons for the study of social comprehension in schizophrenia. American Journal of Psychiatry, 1956, 113, 45-51. 14. Corcoran R, Cahill C, Frith CD: The appreciation of visual jokes in people with schizophrenia: a study of ‘mentalizing’ ability. Schizophrenia Research, 1997, 24, 319-327. 15. 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Questo studio pilota dovrà essere seguito da altri in campioni più ampi, associando la valutazione di altri domini cognitivi, quali funzioni esecutive, attentive, memoria di lavoro, che permettano di indagare se la compromissione ToM osservata sia un deficit specifico o secondario a una alterazione cognitiva generalizzata e se specifici sintomi siano correlati a deficit di mentalizzazione o se il disturbo schizofrenico sia di per se stesso una condizione sufficiente ad alterare la capacità di mentalizzazione, indipendentemente dal tipo di sintomi. BIBLIOGRAFIA 1. Bergson H: Le rire: essay sur la signification du comique. Alcan, Paris,1899. 2. Freud S: Der Witz und seine Beziehung zum Unbewussten. S. Fischer, Frankfurt, 1905; trad. it. Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio. Bollati Boringhieri, Torino, 1998. 3. Kraepelin E: (1903-04). Dementia praecox. Trad. it. Editrice Sigma Tau, Pisa, 1989. 4. Premack D, Woodruff G: Does the chimpanzee have a ‘theory of mind’? 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