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3. fascismo marcia su roma - spagni- prof.spagnuolo

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3. fascismo marcia su roma - spagni- prof.spagnuolo
IL FASCISMO
NASCITA E AFFERMAZIONE
Prof. Antonella Spagnuolo
Classe III B –III A
a.s. 2011-2012
Scuola media “F.lli Casetti”-Preglia
3. IL FASCISMO AL POTERE
(1921-1924) DALLA MARCIA SU
ROMA AL DELITTO MATTEOTTI
IL MOVIMENTO SI TRASFORMA IN
PARTITO
Nel 1921
Mussolini si presentò alle elezioni
Ottenne un risultato mediocre: 35 deputati
Il Partito socialista ebbe 123 seggi e il Partito
Popolare 108.
Mussolini inquadrò i Fasci nel Partito nazionale
Fascista.
I FATTI (1921-1922)
Tra il 1921 e l’estate 1922
Le squadracce attaccarono socialisti, popolari
e gli aderenti allo sciopero proclamato nel
1922 dalla C.G.L.
Mussolini guadagnò sempre più il consenso
dei ceti borghesi e della casa regnante
Mussolini pensò fosse arrivata l’ora di
un’azione eclatante
La Marcia su Roma
LA MARCIA SU ROMA
Mussolini decise la mobilitazione generale dei
fascisti.
Il 28 ottobre 1922 circa 26000 squadristi
armati si radunarono alle porte della Capitale
Il re non firmò lo stato d’assedio proposto dal
Primo Ministro che avrebbe determinato
l’intervento dell’esercito
Il re conferì l’incarico di formare il nuovo
governo a Mussolini.
Mussolini in
posa
O Roma o Morte
Il re Vittorio
Emanuele III
incontra
Mussolini dopo
la Marcia su
Roma
MUSSOLINI AL GOVERNO
Mussolini avvia una graduale trasformazione
dello stato liberale in stato autoritario
Istituzione del
Gran
Consiglio del
Fascismo
Istituzione
della Milizia
e della Ceka
Ha il compito
di modificare
lo Statuto
Servono a
reprimere il
consenso
Legge
elettorale
Premio di
maggioranza
: i 2/3 dei
seggi al
primo partito
Riduzione
dei Ministeri
LE ELEZIONI DEL 1924
Elezioni del 1924
Si registrò
Grande
successo del
Partito fascista
(65%)
Ottenuto però con
Brogli,
irregolarità,
intimidazioni,
violenze
Cartolina di
propaganda del
Partito Fascista
per le elezioni
del 1924
Cartolina di propaganda del Partito
Fascista per le elezioni del 1924
L’ASSASSINIO DI MATTEOTTI
Il deputato socialista
Matteotti denunciò in
Parlamento le irregolarità
delle elezioni
Matteotti venne fatto
sparire e fu ritrovato
dopo qualche tempo
cadavere
L’ULTIMO DISCORSO DI MATTEOTTI
Matteotti: “Contestiamo in tronco la validità delle elezioni di aprile. La
vostra lista ha ottenuto con la forza i voti necessari per far scattare il
premio di maggioranza...".
Dai banchi della destra: "Basta, la finisca! Non possiamo tollerare che
ci insulti".
Matteotti: "Avete sostenuto che le elezioni avevano un valore assai
relativo, perché il governo non si sentiva soggetto al responso
elettorale e era deciso a mantenere il potere anche con la forza...".
Farinacci: "Sì, sì, è così! Noi abbiamo fatto la guerra!".
Matteotti: "...Per vostra stessa conferma, dunque, nessun elettore è
stato libero di decidere".
Voce da destra: "E i due milioni che hanno preso le minoranze?".
"Potevate fare la rivoluzione!", dice Farinacci.
Il presidente della Camera, Alfredo Rocco: "Si attenga
all’argomento!...".
Matteotti: "Presidente, forse ella non m’intende: ma stiamo
parlando di elezioni!".
"Esiste una milizia che durante le elezioni...".
Da destra: "La milizia non si tocca! Viva la milizia fascista!".
Farinacci: "Erano i balilla!".
Matteotti: "E’ vero, onorevole Farinacci: in molti luoghi hanno
votato anche i balilla".
• Ancora da destra: "Per voi hanno votato i disertori! Imboscati!".
•
Il presidente Rocco urla: "Onorevole Matteotti, sia breve e concluda!".
•
Matteotti: "A Napoli, con il ricorso alla milizia armata, fu impedito di
tenere una conferenza all’onorevole Amendola, capo dell’opposizione
costituzionale...".
•
"Ma che costituzionale!", gridano i deputati fascisti. "E’ un sovversivo
come voi!".
•
Matteotti: "Su cento nostri candidati sessanta non potevano circolare
liberamente nella loro circoscrizione!".
• "Per paura, avevano paura!", si grida.
•
Filippo Turati reagisce, tra il commosso e lo sdegnato: "Sì, paura!
Come nella Sila quando c’erano i briganti, avevamo paura!".
•
E Rocco: "Onorevole Matteotti non provochi incidenti e concluda!".
Di rimando Matteotti: "Protesto! Non sono io a provocare, ma
gli altri che m’impediscono di parlare!".
Matteotti scatta: "Ma che maniera è questa! Lei deve tutelare il
mio diritto di parlare!".
Scoppia un vero putiferio, e il presidente della
Camera ammonisce Matteotti: "Se ella vuole parlare, continui,
ma prudentemente!".
Il sottosegretario Finzi, seduto davanti a Mussolini, scatta in
piedi e gli grida: "Le prove! Lei deve provare quando dice!".
E Matteotti: "Tutto documentabile. E non ho parlato ancora
della provincia di Rovigo, che è la mia ed anche la sua,
onorevole Finzi: la vostra responsabilità è gravissima!".
Finzi: "Me ne onoro!".
Matteotti: "Noi difendiamo la libera sovranità popolare: ne
rivendichiamo la dignità chiedendo l’annullamento delle
elezioni inficiate dalla violenza!".
REAZIONI DOPO L’ASSASSINIO
DI MATTEOTTI
Le forze dell’opposizione
non si uniscono per
denunciare il Fascismo
Ma fecero la
Il re non
interviene
Secessione dell’Aventino
Il Parlamento cessò di
funzionare
Mussolini riaprì le camere e
prese la parola per
assumersi la responsabilità
“morale politica e storica”
del delitto
Non ci fu alcuna
reazione
Mussolini iniziò la
sistematica distruzione
dello stato liberale.
Ebbene, dichiaro qui, al cospetto di questa
Assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano,
che io assumo, io solo, la responsabilità
politica, morale, storica di tutto quanto è
avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate
bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e
fuori la corda! Se il fascismo non è stato che olio
di ricino e manganello, e non invece una
passione superba della migliore gioventù italiana,
a me la colpa! Se il fascismo è stato
un'associazione a delinquere, io sono il capo di
questa associazione a delinquere! Se tutte le
violenze sono state il risultato di un determinato
clima storico, politico e morale, ebbene a me la
responsabilità di questo,
(Benito Mussolini, discorso alla Camera,
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