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Piccerillo lascia «Ma sarò sempre un carabiniere»
27 LA PROVINCIA VENERDÌ 19 FEBBRAIO 2016 Focus Una vita per l’Arma Piccerillo lascia «Ma sarò sempre un carabiniere» In pensione. Il maresciallo luogotenente a Chiavenna Arrivato a 65 anni ha salutato colleghi, amici e cittadini Per trentatré anni è stato al fianco dei valchiavennaschi CHIAVENNA STEFANO BARBUSCA Trentatré anni in riva alla Mera. Ieri Pietro Piccerillo, maresciallo luogotenente dei carabinieri impegnato dal 1982 nella Compagnia di Chiavenna, ha salutato la comunità locale con un incontro al caffè Mastai di piazza Donegani. Nel giorno del sessantacinquesimo compleanno è arrivato il momento del congedo. E la città della Mera, dalle autorità civili, militari ed ecclesiastiche ai cittadini passando per gli ex colleghi, ha risposto con un grande “grazie” e tante altre parole cariche di stima e affetto. Dal ’78 in Valtellina La “vita in divisa” di Piccerillo è iniziata a Macerata Campania, borgo di diecimila anime alle porte di Caserta. «Ricordo con immensa tenerezza il giorno in cui ho presentato la mia richiesta per arruolarmi. Non saprei dire se si sono realizzati tutti i miei sogni, ma so di aver ricevuto molto di più. Questo non è un mestiere che si fa, io non ho fatto il carabiniere: senza presunzione, sono stato carabiniere e lo sarò per sempre nel più profondo del mio animo». La prima esperienza da carabiniere vide impegnato per tre anni Piccerillo in Sicilia. Poi arrivò il momento della Scuola sottufficiali a Firenze e Velletri, seguita dalla prima chiamata nel ruolo di comandante, alla stazione di San Severo di Foggia. In Lombardia cominciò da Tirano nel 1978. Poi, dopo due anni, si spostò a Sondrio e a Morbegno dove guidò la stazione per altri due anni. Nel maggio del 1982, dopo il matrimonio con la signora Marina Spandrio di Cosio Valtellino, iniziò il lavoro a Chiavenna. Ha guidato la stazione e il Nucleo operativo radiomobile e dal 2000 è vicecomandante della compagnia. C’è da ipotizzare che Piccerillo sia la persona che conosce il maggior numero di valchiavennaschi. «Sicuramente - sorride con orgoglio -, in questi trentatré anni c’è stato modo di conoscere moltissime famiglie, quasi casa per casa, soprattutto negli anni della leva obbligatoria. Ora c’è più tecnologia, ma i compiti del carabiniere e il rapporto umano restano sempre gli stessi. Quante lacrime, in questi decenni, ma anche quante storie di riconciliazione, di situazioni risolte nel migliore dei modi. Con la vicinanza alla gente si co- 12 1 In questi lunghi anni ho conosciuto molte famiglie, sono molto legato a questa valle 12 1 Fra i delitti più dolorosi quello di suor Maria Laura è una ferita aperta struiscono grandi cose». Il dolore per suor Maria Laura È stato inevitabile, nel giorno dei saluti, un riferimento ai tanti fatti di cronaca, spesso purtroppo carichi di dolore, che il maresciallo ha vissuto in prima linea. «Fra tutti quello che mi ferisce ancora il cuore è l’omicidio di suor Maria Laura. Ancora oggi non riesco a pensarla senza che mi si gonfino gli occhi di lacrime. Ogni tanto passo da Poiatengo e le chiedo che da lassù continui a proteggere la mia famiglia e quei ragazzi e ragazze che sono riuscito a re- stituire alla società come cittadini liberi e onesti». Ci sono stati tanti risultati significativi, in questi anni, su vari altri fronti, ad esempio la prevenzione degli incidenti stradali, la lotta alla droga e il contrasto dei furti. «Ricordiamo, purtroppo, anni molto difficili su questi fronti. Sulla sicurezza stradale, sul fronte degli stupefacenti e della prevenzione del crimine sono stati intensificati i servizi e possiamo riscontrare dei risultati importanti. Per quanto riguarda le tragedie della strada, ad esempio, c’è stato un netto calo, mentre a livello di furti la costanza nei controlli ha determinato dei segnali importanti». Dopo trentatré anni in Valchiavenna Pietro Piccerillo, maresciallo luogotenente, va in pensione FOTO LISIGNOLI «Mi sento a casa» Non sono mancati i ringraziamenti ai colleghi, quelli del passato e i militari di oggi guidati dal capitano Lorenzo Lega, e a tutte le persone che hanno collaborato per raggiungere lo stesso obiettivo. Ma il maresciallo - la domanda Piccerillo se l’è sentita fare spesso - si sente chiavennasco? Il militare capace di far prevalere la calma anche nelle situazioni più difficili, quello a cui moltissimi cittadini hanno affidato paure e speranze, di fronte a questa domanda lascia spazio alla commozione. La rapidità di risposta e di sorriso che ben si conoscono, per una volta, s’interrompono, c’è persino qualche lacrima. Ma poi le parole sono chiarissime. «Sì, sì, sicuramente. Se la Terra, come dice Papa Francesco, è la nostra madre, la Valchiavenna è stata la mia seconda madre che ho imparato a conoscere, rispettare e amare. Alla popolazione di questa zona sono molto legato: un particolare ringraziamento va a queste valli che mi hanno sempre fatto sentire a casa». Politici e amministratori pubblici hanno salutato il maresciallo luogotenente Pietro Piccerillo FOTO LISIGNOLI In ufficio gli encomi per due atti di coraggio Nel corso della sua lunga carriera, Piccerillo si è anche distinto per atti di coraggio. Sicilia, 27 agosto 1971. Nell’ufficio del maresciallo Pietro Piccerillo, per molti anni, è stato esposto l’encomio solenne firmato dal colonnello comandante della Legione carabinieri di Palermo, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. «In occasione di un violento incendio, con alto rischio personale e alto senso del dovere, traeva in salvo una giovane donna già svenuta in area ormai investita dalle fiamme», si legge nel documento dedicato al salvataggio avvenuto a Scopello, in provincia di Trapani. La medaglia d’argento al valore civile esposta di fronte alla scrivania è legata a un soccorso avvenuto in circostanze segnate, purtroppo, da conseguenze molto più tragiche. Il 14 agosto del 1979 a Tirano, Pietro Piccerillo si buttò nelle acque del torrente Poschiavino, dopo una piena improvvisa, per salvare una giovane donna con la propria figlia. «Non esitava, benché inesperto del nuoto, a slanciarsi nelle acque vorticose riuscendo a trarre sulla sponda la bambina alla quale praticava la respirazione artificiale e successivamente la donna - si legge nelle motivazioni -. Mirabile esempio di alto senso del dovere e umana solidarietà». Nonostante l’azione di Piccerillo e colleghi, la vicenda si concluse in modo tragico. L’omaggio al militare dalle istituzioni locali Ma anche dall’amico don Ambrogio Balatti «L’esempio da seguire? Sicuramente i tenenti e capitani che hanno guidato la Compagnia di Chiavenna in questi trentatré anni, ma non vorrei dimenticare il nostro arciprete don Ambrogio Balatti. Abbiamo preso servizio quasi insieme e ora siamo qui vicini». Fra gli amici che hanno preso parte alla festa dedicata a Pietro Piccerillo c’era anche il sacerdote che, da quasi ventidue anni, guida la comunità chiavennasca. E ieri il don, figura di riferimento per moltissimi cittadini, ha ringraziato il maresciallo. «Ho sempre ammirato il buon senso, l’intuito, la discrezione e il rispetto di Piccerillo», ha spiegato il parroco di San Lorenzo. Poi è toccato a Luca Della Bitta nel triplice ruolo di sindaco di Chiavenna, presidente della Provincia e genero del maresciallo luogotenente Piccerillo. Ma qui la parentela non c’entra: le parole sono sta- te espressione del sentimento di tanti amministratori e, più in generale, della comunità chiavennasca. «Oggi abbiamo di fronte un vero esempio di militare che incarna l’Arma dei carabinieri: di lui mi ha sempre colpito la grande volontà di andare incontro alle persone. Ho sempre riconosciuto la sua conoscenza delle famiglie della Valchiavenna e la capacità di essere vicino alle persone nei momenti più difficili. Lo ringraziamo per quello che ha fatto da carabiniere e quello che in futuro potrà fare per la nostra valle». Cinzia Capelli, presidente della Comunità montana, ha rilevato che «le forze di polizia sono un prezioso supporto per le amministrazioni e la figura del maresciallo Piccerillo è un chiaro esempio di questa importanza». Il ruolo di Piccerillo alla guida del Norm, da oggi, è stato affidato al maresciallo Alberto D’Orazio. S. Bar. Il maresciallo Piccerillo con il sindaco di Chiavenna Luca Della Bitta