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i vulcani - Liceo Jacopone da Todi
I VULCANI Che cos’è un vulcano Componenti di un vulcano Forma del vulcano Tipi di eruzione Materiali emessi da un eruzione Distribuzione dei vulcani sulla terra Attività vulcanica Fenomeni legati all’ attività vulcanica Distribuzione dei vulcani in Italia Che cos’è un vulcano I vulcani sono fessure della crosta terrestre da dove escono masse incandescenti allo stato liquido, allo stato solido o allo stato gassoso. Il materiale eruttato si ammassa ai lati della fessura formando a poco a poco una montagna (cono vulcanico), ma vi sono dei casi in cui ciò non avviene o perché la violenza delle eruzioni è tanta che anche la zona circostante viene fatta saltare via oppure perché vi sono forze esterne (come le correnti del mare in certi vulcani sottomarini) che disperdono le sostanze espulse. Componenti di un vulcano Un vulcano è formato da: -una camera magmatica o bacino magmatico, alimentata dal magma; quando questa si svuota in seguito ad un'eruzione, il vulcano può collassare e dar vita ad una caldera. Le camere magmatiche si trovano tra i 2 e i 10 km di profondità nella litosfera . -un camino o condotto vulcanico principale, luogo di transito del magma dalla camera magmatica verso la superficie. -un cratere è l’estremità dal quale fuoriesce la lava -uno o più condotti secondari, i quali, sgorgando dai fianchi del vulcano o dalla stessa base, danno vita a dei coni secondari. -delle fessure laterali, fratture longitudinali sul fianco del vulcano, provocate dalla pressione del magma. Esse permettono la fuoriuscita di lava sotto forma di eruzione fessurale. LA FORMA DEI VULCANI Vulcani a scudo Un vulcano a scudo presenta fianchi con pendenza moderata, ed è costruito dall'eruzione di lava basaltica fluida. La lava basaltica tende a costruire enormi coni a bassa pendenza, in quanto la sua scarsa viscosità le consente di scorrere agevolmente sul terreno o sotto di esso, nei tubi di lava, fino ad arrivare a molti km di distanza senza consistente raffreddamento. I maggiori vulcani del pianeta sono vulcani a scudo. Il nome viene dalla geometria degli stessi, che li fa assomigliare a scudi appoggiati al terreno. Il più grande vulcano a scudo del mondo si trova nelle Hawaii, il suo nome è Mauna Loa. È alto circa 4000 m s.l.m. ma la sua base è situata 5000 metri sotto il livello del mare, perciò la sua altezza effettiva è di 9000 metri, mentre il suo diametro alla base è di circa 250 km. LA FORMA DEI VULCANI Vulcani a cono o stratovulcano Troviamo un vulcano a cono quando le lave sono acide. In questi casi il magma è molto viscoso e trova difficoltà nel risalire, solidificando velocemente una volta fuori. Alle emissioni laviche si alternano emissioni di piroclastiti, materiale solido che viene sparato fuori e che, alternandosi con le colate, forma gli strati dell'edificio. Eruzioni di questo tipo possono essere molto violente (come quella del Vesuvio che seppellì Pompei), poiché il magma tende ad ostruire il camino vulcanico creando un “tappo”; solo quando le pressioni interne sono sufficienti a superare l'ostruzione l'eruzione riprende (eruzione di tipo vulcaniano), ma nei casi estremi ci può essere un'esplosione che può arrivare a distruggere l'intero vulcano (eruzione di tipo peleèano). Il vulcanismo di questo tipo è presente lungo il margine continentale delle fosse o dei sistemi arco-fossa, dove il magma proviene dalla crosta, dove le rocce sono di composizione più esogenea. LA FORMA DEI VULCANI Le caldere Una caldera è un'ampia depressione, di forma grosso modo circolare, che solitamente si forma dopo un'imponente eruzione vulcanica. Il termine caldera è stato preso in prestito della lingua spagnola, dove significa "caldaia". Una caldera deriva dal collasso di parte dell'edificio vulcanico all'interno della camera magmatica una volta che questa si è svuotata del magma interno. Ciò che fa collassare il vulcano è l'intenso svuotamento della camera magmatica che a causa della pressione persa dopo l'eruzione non riesce più a sostenere l'edificio vulcanico. TIPI DI ERUZIONE TIPO HAWAIIANO Sono caratterizzate da abbondanti effusioni di lava molto fluide che danno origine ai tipici vulcani a scudo. Dalle lave fluide si liberano in genere gas che possono trascinare getti di lava fusa che si innalzano e formano fontane di lava. TIPO ISLANDESE In questo caso la lava fuoriesce da lunghe fessure invece che da un edificio. Questo porta alla formazione di vasti espandimenti lavici basaltici quasi orizzontali. TIPI DI ERUZIONE TIPO STROMBOLIANO La lava ristagna periodicamente nel cratere, dove inizia a solidificare. Si forma cosi una crosta solida dove si vanno ad accumulare i gas. Nel giro di poco tempo la pressione dei gas cresce fino a far saltare la crosta. TIPO VULCANIANO Dal nome dell'isola di Vulcano nell'arcipelago delle Eolie. Sono eruzioni esplosive nel corso delle quali vengono emesse bombe di lava e nuvole di gas cariche di ceneri. Le esplosioni possono produrre fratture, la rottura del cratere e l'apertura di bocche laterali. TIPI DI ERUZIONE TIPO PLINIANO La colonna di vapori e gas fuoriesce dal condotto con tale forza e velocità da salire verso l’alto per alcuni kilometri, prima di perdere energia ed espandersi in una grande nuvola. Dalla nuvola ricadono grandi quantità di frammenti di lava,sottoforma di pomici. TIPO PELEEANO Le eruzioni sono prodotte da magma molto viscoso. Si formano frequentemente nubi ardenti, formate da gas e lava polverizzata. Sono eruzioni molto pericolose che si concludono generalmente con il collasso parziale o totale dell'edificio vulcanico o con la fuoriuscita di un tappo di lava detto spina vulcanica o duomo. TIPI DI ERUZIONE TIPO IDROMAGMATICO Questo tipo di vulcanismo è dovuto all’interazione tra un magma che si trovi a modesta profondità e l’acqua che permea le rocce nella falda. Il brusco passaggio dell’acqua allo stato di vapore genera forti pressioni, aprendo un condotto verso l’esterno. Dal cratere esce una colonna di vapore e dalla base di tale colonna parte una specie di onda d’urto che da origine a una nuvola di vapore e materiali solidi, a forma di anello, chiamata base-surge. MATERIALI EMESSI DA UN ERUZIONE Le eruzioni vulcaniche emettono materiale dall’interno della Terra alla sua superficie. Questo materiale chiamato lava, si trova in genere allo stato fluido. Oltre a questo materiale i vulcani emettono anche materiali solidi e aeriformi. MATERIALI FLUIDI I prodotti fluidi delle eruzioni vulcaniche sono le lave. Le lave si distinguono in: granitiche o acide o sialiche, nel caso abbiano un elevato tenore di silice; andesitiche o neutre, nel caso abbiano un tenore medio di silice; basaltiche o basiche o femiche, nel caso abbiano un basso tenore di silice. Le lave basaltiche possono, solidificando, portare a molteplici strutture: lave a corda cioè lave molto basaltiche che scorrono a fiumi, uno strato sopra l'altro; basalti colonnari che formano ampi prismi colonnari per contrazione termica della massa raffreddata; lave a cuscino quando la lava fuoriesce a grandi profondità, nel mare, raffredda velocemente ma i gas sgorgano liberandosi molto lentamente. MATERIALI EMESSI DA UN ERUZIONE MATERIALI SOLIDI I frammenti solidi che vengono scagliati all’esterno da un vulcano durante le fasi esplosive si accumulano presso le sue pendici e formano le piroclastiti. Le piroclastiti hanno dimensioni molto variabili e si distinguono in: - ceneri vulcaniche, polveri molto fine; - i lapilli, hanno dimensioni molto piccole; - le bombe vulcaniche, blocchi che possono raggiungere grandi dimensioni. MATERIALI EMESSI DA UN ERUZIONE MATERIALI AERIFORMI Il magma può contenere fino al 5% di gas e di vapori. La composizione chimica delle emissioni aeriformi è caratterizzata dall’abbondanza di vapore acqueo e dall’anidride carbonica; meno abbondanti sono lo zolfo, il cloro e l’azoto. I gas emessi dai vulcani hanno contribuito alla formazione dell’atmosfera terrestre. Dopo l’eruzione il condotto da cui fuoriesce il magma si ostruisce e il vulcano resta quiescente, fino a quando altro materiale risalendo non “ricarica” il meccanismo. Un esempio di tutto ciò è il monte St. Helens negli Stati Uniti. DISTRIBUZIONE DEI VULCANI SULLA TERRA L´immagine evidenzia che i vulcani sono distribuiti principalmente lungo i margini delle zolle (come le aree a maggior sismicità) e in pochi casi in regioni interne alle zolle, nei cosiddetti hot spot, o punti caldi, dove sono collocati alcuni vulcani allineati, come le isole Hawaii. Si ritiene che in alcune regioni del mantello, che rimangono fisse, ci siano dei punti ad alta temperatura con materiale fuso che si origina da pennacchi, i plume, provenienti dal nucleo: via via che le placche si spostano si genera un nuovo vulcano e il precedente 'invecchia'. ATTIVITA’ VULCANICA i vulcani possono essere: -attivi, attualmente in eruzione o che lo sono stati fino a tempi recenti e che possono riprendere l’eruzione in qualsiasi momento, come l´Etna, in Sicilia; -quiescenti, non danno segni di attività eruttiva da tempi abbastanza lunghi da essere considerati non pericolosi, i vulcani quiescenti possono però emettere gas o vapori, come il Vesuvio, in Campania; -spenti, se non manifestano alcuna attività da molti secoli, come quelli laziali, i cui crateri sono occupati da laghi (laghi di Bolsena, di Vico, di Bracciano, di Albano e di Nemi). Fenomeni legati all’attività vulcanica Il lahar è una colata di fango composta di materiale piroclastico e acqua che scorre lungo le pendici di un vulcano, specialmente lungo il solco di una valle fluviale.Il termine lahar proviene dall'Indonesia e in Javanese significa lava.I Lahar hanno la consistenza del cemento: umidi quando sono in movimento e solidi quando si fermano.I lahar hanno diverse possibili cause:Neve e ghiacchiai possono essere fusi da una colata piroclastica durante un'eruzione. Un'inondazione causata da un ghiacciaio o da un lago presenti all'interno di un cratere vulcanico. Pioggia causata da un'eruzione vulcanica esplosiva che produce grandi quantitativi di vapore, creando così temporali di origine vulcanica, che si riversano sulle pendici del vulcano creando valanghe di fango. Fenomeni legati all’attività vulcanica Le emissioni di gas vulcanici accompagnano quelle di lava, ma può accadere che esse si verifichino anche durante le fasi di quiescenza di un vulcano. I gas, infatti, possono liberarsi sul fondo del cratere anche terminata l’eruzione. Questi gas sono più pesanti dell’aria e tendono quindi a ristagnare. Sempre a causa del proprio peso, il gas non si libera nell’aria, ma si muove al livello del terreno formando una sorte di “fiume” tossico. Quando le dimensioni di questo flusso sono molto grandi, esso può uccidere per soffocamento gli esseri viventi che incontra. Fenomeni legati all’attività vulcanica Il geyser è una tipologia di sorgente di acqua calda che ha delle eruzioni periodiche che creano delle colonne di acqua calda e vapore. Il nome geyser deriva da Geysir che è il nome del più noto geyser islandese.Essi sono una manifestazione del vulcanismo secondario, che si ha quando è presente una caratteristica struttura a sifone. In essa ci sono rocce permeabili, nelle quali circola l'acqua, dirette prima verso il basso e poi verso l'alto, circondate da rocce impermeabili, e nelle vicinanze è poi posta una camera magmatica. L'acqua entra nella struttura a sifone ed è riscaldata a causa della vicina camera magmatica, ma la profondità e la conseguente pressione litostatica impediscono che essa diventi vapore. In seguito risale in superficie e, con una pressione minore, l'acqua e il vapore sono liberi di esplodere in getti periodici. Il periodo è dovuto proprio al tempo necessario affinché il sifone si riempia. Fenomeni legati all’attività vulcanica Le fumarole sono emanazioni di vapore e altri gas vulcanici presenti generalmente in prossimità dei crateri o dei fianchi di vulcani attivi, nonché in aree idrotermali in cui i centri vulcanici non sono più attivi.Le fumarole sono piccole ma profonde fessure nel suolo nelle quali si ha una risalita di gas emessi a temperature che, a seconda del tipo di attività vulcanico-idrotermale, vanno da circa 100 fino a 900 °C. A contatto con l'aria, a causa della sensibile diminuzione di temperatura, i gas condensano formando i caratteristici "fumi", da cui deriva il nome del fenomeno. In Italia è famosa la Solfatara di Pozzuoli,nella regione vulcanica campana dei Campi Flegrei, in Toscana sono osservabili nel "Parco tematico delle fumarole di Sasso Pisano". Fenomeni legati all’attività vulcanica I soffioni boraciferi sono emissioni violente di vapore acqueo ad alta pressione e temperatura, che fuoriescono da spaccature del suolo o perforazioni artificiali. Sono strutture legate al vulcanismo secondario che si sviluppano durante la fase di stasi tra un'eruzione e la successiva oppure durante le ultime fasi di vita del vulcano. Essi permettono ai gas che si sprigionano all'interno della camera magmatica come vapore acqueo, acido borico e ammoniaca, di salire in superficie. Queste emissioni di gas e vapori possono raggiungere i 230 °C e una pressione di 20 atmosfere e avviene in modo continuo.In Italia i soffioni boraciferi sono diffusi a Larderello, in Toscana, vicino a Volterra, dove sono presenti anche centrali elettriche per il relativo sfruttamento come energia geotermica. Fenomeni legati all’attività vulcanica Con il termine sorgente termale si intende un affioramento di acqua sotterranea, la cui temperatura supera i 20°C. Le sorgenti sono situate o lungo le linee di frattura o in prossimità di crateri spenti. I componenti delle sorgenti termali sono i seguenti: - acque meteoriche -gas sprigionati dal raffreddamento del bacino magmatico Terremoti, mutamenti delle condizioni metereologiche e l'attività edilizia possono modificare la portata delle sorgenti termali e le loro proprietà. Vulcani in Italia L'Italia è un paese ancora attivo dal punto di vista vulcanologico. Sebbene non siano pochi coloro che considerano spenti i nostri vulcani, tuttavia essi non mancano, periodicamente, di attirare l'attenzione con manifestazioni più o meno evidenti e macroscopiche. I più importanti vulcani in Italia sono: -Etna.La sua attività inizia fra i 700.000 e i 500.000 anni fa, con eruzioni sottomarine in un golfo ora scomparso, riempito dai materiali vulcanici. L'Etna è situato a nord di Catania, la sua ultima eruzione è avvenuta nel maggio 2008, che ha prodotto emissione di ceneri e fontane di lava. L'Etna è quindi un vulcano attivo. E' uno dei più grandi vulcani della terra ed il più alto d'Europa. La sua attività continua con manifestazioni stromboliane e lanci di materiale piroclastici. -Stromboli Le sue attività hanno inizio circa 200.000 anni fa, con l'emersione di un vulcano, di cui ora resta soltanto il condotto eruttivo (lo Strombolicchio). Il vulcano è perennemente attivo, con continue manifestazioni, sia esplosive, con lanci di materiale piroclastico e ceneri, che sottoforma di colate laviche. Con la sua persistente attività, lo Stromboli è considerato uno dei più attivi vulcani della terra. Vulcani in Italia -Vesuvio.Il Vesuvio è il risultato del collasso di un edificio vulcanico ben più grande, il monte Somma, che ha portato alla formazione di una caldera e, successivamente, del monte Vesuvio. L'attività della zona risale a circa 400.000 anni fa. Il vulcano, situato sulla costa est del golfo di Napoli, è divenuto celebre per la distruttiva esplosione avvenuta nel 79 d.C., che ha sepolto le città di Ercolano e Pompei. La sua ultima eruzione si è verificata nel 1944. Attualmente si trova in fase di quiescenza, ma dal momento che è stato scoperto un fiume di lava recentemente il vulcano è monitorato continuamente. -Vulcano. L'attività ha inizio circa 120.000 anni fa, con eruzioni che hanno portato alla formazione di una caldera. Si susseguono quindi attività eruttive che portano alla formazione di altri edifici vulcanici e caldere. Altra isola delle Eolie, Vulcano ha avuto l'ultima eruzione nel 1888-1890. La sua attività era caratterizzata prevalentemente da fasi esplosive con abbondanza di materiale piroclastico. Oggi le manifestazioni di Vulcano si esplicano sottoforma di fumarole, ossia attraverso l'emissione di gas e vapori. Vulcani in Italia Continua l' attività del vulcano più alto d' europa Continua l’attività stromboliana sull’Etna innevato, con l’emissione di boati e il lancio di brandelli di lava incandescente, dal «pit-crater» del fianco orientale del cono del Cratere di Sud-Est del vulcano attivo più alto d’Europa. Il fenomeno, ripreso pochi giorni fa, si presenta di debole energia e discontinuo, e non dovrebbe causare rischi per la popolazione. Secondo gli esperti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania, lo sciame sismico rilevato la scorsa notte non sarebbe da mettere in relazione con l’attività vulcanica dell’Etna, che è ritenuta nella norma. Fonti: Wikipedia Immagini da internet