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Diapositiva 1 - Università degli Studi Roma Tre

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Diapositiva 1 - Università degli Studi Roma Tre
Corso di Laurea Scienze della Formazione Primaria
Università degli Studi Roma Tre
IV Anno
a. a. 2012/2013
2° incontro
- la programmazione
- le unità didattiche
- le verifiche
- le note sul campo
SINTESI MODELLI DI PROGRAMMAZIONE
PROGRAMMAZIONE PER
OBIETTIVI O LINEARE
-Tassonomie:
da obiettivi più semplici
a
obiettivi più complessi
- Apprendimento cumulativo
- Serie di unità didattiche in
sequenza lineare
PROGRAMMAZIONE PER
SFONDO INTEGRATORE
Costruire uno sfondo ovvero un contesto
contenitore che metta in relazione i
bisogni/segnali espressi dai bambini con le
proposte dei docenti
- Osservazione sistematica del contesto
educativo
- Identificazione di una serie di obiettivi
finali, suddivisibili in obiettivi intermedi
- Individuazione dello sfondo
- Realizzazione di una unità didattica
modificabile in seguito a nuove osservazioni
- Nuovo ciclo di osservazione per verifica
Programmare nella scuola
dell’infanzia
Un esempio di programmazione
per sfondo integratore
PROGRAMMARE PER SFONDO INTEGRATORE
5
FASI
1. ANALISI DELLA SITUAZIONE
2. DEFINIZIONE MAPPA DEGLI OBIETTIVI
3. DEFINIZIONE DELLO SFONDO
4. ELABORAZIONE DEI NUCLEI PROGETTUALI
5. CONTROLLO E FEEDBACK
CUCINA
INTERNAZIONALE
LABORATORIO DI
MANIPOLAZIONE
LE RICORRENZE:
TRADIZIONI
CULINARIE
GLI ALIMENTI
NELLA PUBBLICITÀ
LABORATORIO DI
PSICOMOTRICITÀ
DAI QUATTRO
ELEMENTI
AI MILLE
ALIMENTI
LABORATORIO DI
ANIMAZIONE TEATRALE
IL SÉ E L’ALTRO
CREATIVITÀ
…IN CUCINA
TANTI ESPERIMENTI
…PER TANTE RICETTE
I DISCORSI E LE PAROLE
LINGUAGGI, CREATIVITÀ, ESPRESSIONE
MANGIARE
SANO CI FA
STARE BENE
LABORATORIO
LINGUISTICO
LA CONOSCENZA DEL MONDO
IL CORPO IN MOVIMENTO
DAI QUATTRO ELEMENTI . . . AI MILLE ALIMENTI
MANGIARE SANO
CI FA STARE BENE
•La giornata del bambino. I
momenti del pasto a casa e a
scuola.
•Il menù a scuola: cosa preferisco.
•Cosa mangio abitualmente a casa.
•Cibi sì cibi no. Le buone abitudini
alimentari.
•Racconti di… cibo.
•Collaborazione espertI YOGA.
TANTI ESPERIMENTI
…PER TANTE RICETTE
•Cos’è una ricetta.
•Analisi degli ingredienti.
•Dove si comprano gli ingredienti.
•Quali utensili servono.
•Visita ai negozi del quartiere.
•Sperimentiamo, pasticciamo e
produciamo … dolci, tartine, ecc.
LE RICORRENZE:
TRADIZIONI CULINARIE
•Le feste nel corso dell’anno.
•Ricette legate alle ricorrenze.
•I nonni raccontano … I cibi
consumati nelle feste
•Collaborazione eventuale con
associazioni presenti sul territorio
CUCINA
INTERNAZIONALE
• Ricette dal mondo (con
riferimento ai paesi di origine dei
bambini stranieri inseriti)
• Collaborazione con i genitori dei
bimbi stranieri
CREATIVITÀ IN CUCINA
GLI ALIMENTI NELLA
PUBBLICITÀ
Attività grafico pittoriche e
manipolative dei diversi ingredienti
•Stampa con frutta e verdura
•Ritratti con ingredienti (vedi per
es. Arcimboldo).
•Invenzione di ricette.
•Poesie e filastrocche
‘mangerecce’.
• Analisi della pubblicità relativa al
cibo in tv, sulle riviste, al
supermercato
• Quali messaggi corretti e quali
falsi?
LA PROGRAMMAZIONE
PER OBIETTIVI
O
LINEARE
Risultati
Sequenzialità
preventivati
lineare
con precisione
delle fasi
La programmazione per
OBIETTIVI o LINEARE
CLASSIFICAZIONI
TASSONOMICHE
(Bloom, ecc.)
STRUTTURA DELLE
DISCIPLINE
(Bruner)
Fasi della programmazione per obiettivi
 Finalità
 Obiettivi
 Individuazione delle esigenze del contesto e delle
condizioni di partenza
 Scelta dei contenuti
 Individuazione della metodologia: strategie,
tecniche, attività, mezzi, strumenti e materiali
 Sistematica osservazione dei processi di
apprendimento
 Processo valutativo
FINALITÀ
Le finalità sono
direzioni generali verso le quali tutti si
devono orientare,
dichiarazioni di intenzioni concernenti gli
scopi dell’attività educativa
(Azzali F., Cristanini D., Programmare Oggi, Milano, Fabbri 1995)
FINALITÀ
Quando si parla di fini, finalità, scopi, intenti, mète
si fa riferimento a qualcosa che attiene
ai risultati che l’istituzione e per essa gli insegnanti
si propongono di conseguire
OBIETTIVI
quando si parla di obiettivi, invece, ci si riferisce ai
risultati di apprendimento dell’allievo.
(Fontana L., Le fasi della programmazione, in Ballanti G., Fontana L., Discorso e azione nella
pedagogia scientifica, Teramo, Lisciani e Giunti, 1989)
FINALITÀ
OBIETTIVI
entrambi si possono esprimere con un verbo
scrivere, elencare,
risolvere, fare, ecc.
promuovere, sviluppare,
permettere, ecc.
criterio di distinzione:
per le finalità
Il
SOGGETTO
per gli obiettivi
E’
E’
L’ISTITUZIONE
L’ALUNNO
fini e valori dello Stato
FINALITÀ
fini e valori dell’istruzione scolastica
fini e valori del POF
OBIETTIVI GENERALI
FINI E VALORI DEL PROGETTO
DIDATTICO
i traguardi che tutti gli alunni
mediante un intervento educativo
devono raggiungere
in un DATO periodo di tempo
Gli OBIETTIVI GENERALI sono posti nei programmi
della scuola e nella programmazione educativodidattica del docente
OBIETTIVI SPECIFICI
i comportamenti
osservabili
misurabili
verificabili
relativi al conseguimento
dell’obiettivo generale.
Gli obiettivi specifici si definiscono
nella progettazione delle Unità didattiche
La verifica degli OS consente di inferire
SE l’obiettivo posto è stato raggiunto da ciascun
alunno
SE e in quale misura si è realizzato un apprendimento
Definire gli obiettivi significa
Tradurli nei termini operativi
più adatti e opportuni
per la loro realizzazione
in ambito scolastico
rendendoli significativi
per gli alunni
cioè
rendendo chiaro agli alunni
che cosa ci si attende da loro
al termine di un insegnamento
La PROGRAMMAZIONE
del PROGETTO EDUCATIVO-DIDATTICO
è un percorso formativo
compiuto e concluso in se stesso
che viene scandito e strutturato
in unità didattiche
L’UNITÀ DIDATTICA
è
l’ unità minima di apprendimento
le UNITÀ DIDATTICHE
sono programmate e proposte in ordine sequenziale
Gli Obiettivi specifici sono obiettivi intermedi e finali
o definiscono quali capacità si attendono dagli alunni
al termine dell’insegnamento o segmenti di esso
o si esprimono in termini operazionali o comportamentali
o si definiscono indicando abilità osservabili, performance attese
Traduzione
Leggere
criticamente
un testo
in termini
Operativi =
saper fare
Elencare affermazioni che si ritengono
positive/negative
Distinguere nel testo l’espressione di
opinioni personali dell’A. e quella di
giudizi oggettivi
Enumerare eventuali errori e inesattezze
TASK DESCRIPTION
descrizione del compito
Obiettivo specifico
deve essere definito con linguaggio operativo che
specifichi le azioni richieste:
la formulazione deve utilizzare un verbo, evitando tutti i verbi
di azione non osservabile (capire, sapere, intuire, cogliere);
Deve essere osservabile dall’esterno e in modo
oggettivo;
deve essere verificabile :
le azioni osservabili che l’alunno deve compiere per
conseguire un OS sono la prova del conseguimento di
quell’obiettivo
TASK ANALYSIS
analisi del compito
Analisi della situazione didattica: descrizione dei comportamenti +
descrizione delle operazioni e quindi le capacità che consentono le
manifestazioni osservabili poste
 si correlano le capacità e i comportamenti specifici
le capacità si dispongono in tassonomie che elencano in ordine
gerarchico le abilità
i comportamenti osservabili ne ripetono l’ordine consequenziale:
non si considera un’abilità se non si è accertato il possesso delle
precedenti
le prestazioni richieste devono far capo ad abilità da apprendere e
dimostrare
Tassonomia degli obiettivi del settore cognitivo di
Bloom - Enghelhart – Furst – Hill – Krathwohl (I parte)
1. Conoscenza
(Capacità di rievocare
materiale
memorizzato)
Esempi di verbi
Esempi di oggetti
riconoscere,
identificare,
descrivere,
elencare,
definire,
nominare,
ripetere,
rievocare,
distinguere,
citare
vocaboli, terminologie, significati,
dati, definizioni, nomi, date,
avvenimenti, personaggi, luoghi,
fenomeni, informazioni, fonti,
caratteristiche, proprietà
2.1 Trasposizione
tradurre, trasformare, riassumere,
rappresentare, modificare,
riscrivere, ridefinire
significati, definizioni, astrazioni,
rappresentazioni, parole, frasi,
concetti
2.2 Interpretazione
interpretare, riorganizzare
risistemare, distinguere, stabilire,
spiegare, dimostrare
pertinenze, relazioni, fatti, aspetti,
opinioni, conclusioni, metodi teorie,
astrazioni
2.3 Estrapolazione
inferire, prevedere, differenziare,
determinare, estendere, dedurre,
completare, stabilire
conseguenze , implicazioni,
conclusioni, sviluppi, significati,
corollari, effetti, probabilità
3.1 Applicazione
applicare, generalizzare, collegare,
sviluppare, organizzare, utilizzare,
impiegare, trasferire, eseguire
principi, leggi, regole, metodi,
sistemi, relazioni, teorie, modelli,
criteri, tecniche, procedimenti,
astrazioni, mezzi
1.1 Conoscenza di
elementi specifici
1.2 Conoscenza di
modi e mezzi per
usare gli elementi
specifici
1.3Conoscenza di dati
universali e astrazioni
2.
Comprensione
(Facoltà di afferrare il
senso di una
informazione e di
saperla trasformare)
3. Applicazione
(Impiego di materiale
conosciuto per
risolvere problemi
nuovi)
(Azzali F., Cristanini D., Programmare Oggi, Milano, Fabbri, 1995, p. 86)
forme, convenzioni, usi, regole,
metodi, mezzi, simboli, processi,
sviluppi, relazioni, categorie, criteri,
tecniche, procedimenti
principi, leggi, enunciati, formule,
generalizzazioni, implicazioni, teorie,
interrelazioni, strutture, modelli
Tassonomia degli obiettivi del settore cognitivo
di Bloom - Enghelhart – Furst – Hill – Krathwohl (II parte)
4. Analisi
5. Sintesi
6.
Valutazione
Esempi di verbi
Esempi di oggetti
4.1 Analisi di elementi
distinguere, scoprire, identificare,
discriminare, riconoscere, separare,
scomporre, individuare
elementi, ipotesi, conclusioni, enunciati,
particolarità, proprietà, aspetti,
caratteristiche
4.2 Analisi di relazioni
analizzare, scoprire, identificare,
distinguere, dedurre, riconoscere
relazioni, cause, assunti, effetti pertinenze,
errori, funzioni
4.3 Analisi di principi
organizzativi
analizzare, scoprire, identificare,
distinguere, dedurre, riconoscere
forme, scopi, tecniche, leggi, principi,
costanti, metodi, sistemi, teorie, modelli,
criteri, procedimenti, organizzazioni
5.1 Produzione di
comunicazioni uniche
scrivere, raccontare, riferire,
documentare, produrre, costruire,
creare, riassumere, comporre
prodotti, esecuzioni, comunicazioni, lavori,
composizioni, opere
5.2 Elaborazione di
paini di azione
proporre, pianificare, organizzare,
produrre, creare, costruire,
progettare, elaborare, formulare
piani, obiettivi, operazioni, progetti,
specificazioni, metodi, soluzioni,
procedimenti, tecniche
5.3 Derivazione di
insiemi di relazioni
astratte
produrre, derivare, sviluppare,
organizzare, elaborare, sintetizzare,
formulare, generalizzare, combinare,
ricavare
classificazioni, concetti, schedmi,
generalizzazioni, teorie, relazioni, modelli,
astrazioni, ipotesi, siostemi, criteri, leggi
6.1 Valutazione in
termini di evidenza
interna
valutare, determinare, giudicare,
decidere, stimare, misurare,
individuare, correggere
esattezze, pertinenze, correttezze, errori,
incongruenze,m difetti, imprecisioni, sofismi
6.2 Valutazione in
funzione di criteri
esterni
giudicare, considerare, valutare,
decidere, stimare, misurare,
correggere, determinare, criticare
fini, mezzi, procedimenti, efficienza,
economia, validità, attendibilità, utilità, piani
di azione, teorie, modelli, progetti
(Azzali F., Cristanini D., Programmare Oggi, Milano, Fabbri, 1995, p. 86)
Obiettivi relativi al triangolo rettangolo
1 conoscenza
L’alunno, posto di fronte a 3 definizioni
pone la crocetta accanto a quella
corretta
2 comprensione
È in grado di identificare con un segno
convenzionale il triangolo rettangolo tra altri
triangoli utilizzando un goniometro, una
squadra e una riga
3 applicazione
Disegna almeno 3 triangoli rettangoli disposti
in modo differenti avendo a disposizione carta
quadrettata, riga….
4 analisi
È in grado di individuare l’altezza relativa
all’ipotenusa in 3 triangoli rettangoli disegnati
in 3 posizioni spaziali diverse
5 sintesi
Sa dimostrare la regola per il calcolo dell’area
relativa al triangolo rettangolo,con ipotenusa
coma base, disegnando su carta quadrettata
con riga e squadra i rapporti geometrici ed
aritmetici tra triangolo rettangolo e rettangolo.
6 valutazione
Recepisce ed utilizza la strategia economica
nella soluzione di un problema sul calcolo
dell’area del triangolo rettangolo
GAGNÉ
I 9 momenti dell’istruzione
Attirare e controllare l’attenzione
Comportamenti
di stimolazione
Informare il soggetto dei risultati
attesi
Stimolare il ricordo delle capacità
prerequisite apprese
Presentare stimoli interenti al
compito
Fare da guida all’apprendimento
Momento
critico
Fase
di rinforzo
Fornire il feedback
Valutare la performance
Provvedere al transfer degli
apprendimenti
Assicurare la ritenzione
METODOLOGIA
Schema
procedurale
applicativo
METODO
Schema fisso
di
riferimento

 strategie
mezzi
tecniche
tempi
 contenuti
strumenti
 attività
IL PROGETTO EDUCATIVODIDATTICO IV ANNO
a) MOTIVAZIONI DEL PROGETTO
b) FINALITA’ EDUCATIVE CHE IL PROGETTO SI PROPONE DI
RAGGIUNGERE
C) SINTESI DISCORSIVA DEL PERCORSO DIDATTICO, basata sui
nuclei progettuali
LA PROGRAMMAZIONE DELL’INTERVENTO
a) DESTINATARI
b) TEMPI DI ATTUAZIONE (n° 60 ore tot., nel periodo dal …. al… )
c) OBIETTIVI GENERALI (al termine del percorso i bambini saranno in
grado di: …. )
d) METODOLOGIE DIDATTICHE, LE STRATEGIE, GLI APPROCCI:
motivare le scelte in base all’analisi del contesto ed alle finalità del
progetto
e) STRUMENTI (TECNICI E TECNOLOGICI) E MATERIALI
f) SPAZI
g) VERIFICA E VALUTAZIONE DEL PERCORSO DIDATTICO
UNITA’ DIDATTICA
a) TITOLO, CHE DIA UN’IDEA DEL PERCORSO
b) TEMPI PRESUNTI ATTUAZIONE
n° ore totali;
n° ore per incontro: DI NORMA 2 ORE, ECCEZIONALMENTE 3 ORE;
n° incontri a settimana, DI NORMA 3.
c) OBIETTIVO/I SPECIFICO/I
d) PROVE DI ACCERTAMENTO DELLE CAPACITA’ PREGRESSE
e) CONTENUTI, TEMPI, STRATEGIE, DESCRIZIONE
DETTAGLIATA DELLE ATTIVITA’ , MEZZI, STRUMENTI, SPAZI E
MATERIALI: analisi GIORNO PER GIORNO del percorso da
proporre in classe (vedi schema a seguire)
f) VERIFICA UNITA’ DIDATTICA
- PROTOCOLLO DI VERIFICA;
- PRESENTAZIONE DATI;
- ANALISI DEI RISULTATI RAGGIUNTI
Un esempio:
le motivazioni del progetto
Il motivo per il quale ho scelto di progettare questo percorso
educativo-didattico risiede nella difficoltà che hanno i bambini
nell’utilizzare correttamente l’italiano standard sia nella lingua
parlata che in quella scritta. Nel nostro paese l’apprendimento
della lingua avviene in uno spazio caratterizzato dalla
persistenza, anche se quanto mai ineguale e diversificata, della
dialettofonia. Il dialetto viene utilizzato dai bambini in contesti
diversi della loro vita ed esercita un’influenza sull’ortografia.
Molto spesso i bambini nel momento in cui scrivono pensano
in dialetto, commettendo in questo modo errori ortografici.
Attraverso il mio percorso educativo-didattico mi propongo di
intervenire sugli errori ortografici dovuti al dialetto, dedicando
uno spazio anche all’ortoepia per le sue naturali connessioni
con la correttezza dello scrivere.
Un esempio:
le finalità educative
• Il mio progetto educativo – didattico, incentrato sugli errori
ortografici dovuti a cadenze dialettali, si propone di mettere a
confronto il dialetto con la lingua italiana.
A tal proposito, una delle finalità del progetto è quella di
promuovere la riflessione linguistica sulla lingua standard e sul
dialetto.
In particolar modo, il percorso educativo – didattico si pone
come fine quello di favorire nei bambini la consapevolezza
della varietà dialettale.
Trattandosi di un progetto che riserva attenzione anche
all’ortoepia, un’ulteriore finalità che esso si pone è quella di
promuovere la capacità di parlare correttamente in lingua
nazionale, al fine di una corretta esecuzione scritta.
Un esempio: ob. generali
Destinatari
I destinatari del mio progetto educativo- didattico sono gli alunni della classe IIIC
del 102° Circolo Didattico “Mar Dei Carabi”. La classe è composta da
ventiquattro bambini, di cui quattordici maschi e dieci femmine. Non sono
presenti alunni con disabilità, né alunni segnalati per il sostegno.
Tempi di attuazione
Il monte ore previsto per l’attuazione dell’intervento è sessanta ore totali, nel
periodo compreso tra febbraio ad aprile 2011.
Obiettivi generali
Al termine del percorso i bambini saranno in grado di:
• conoscere che cosa si intende per lingua locale e nazionale
• discriminare la lingua italiana dal dialetto romano
• discriminare le tipologie di errori dovuti al dialetto
• usare una corretta dizione italiana
• scrivere in modo corretto senza compiere errori dovuti a
cadenze dialettali
Un esempio:
l’unità didattica
U.D. 1: Lingua e dialetto
Tempi presunti di attuazione: 18 ore
•
3 ore per la presentazione del progetto, la somministrazione e lo svolgimento del test
•
2 ore per ogni incontro, dal 2° al 7°
•
1 ora per la prova di verifica in itinere
Saranno previsti un massimo di tre incontri a settimana.
Obiettivi specifici
•
•
•
•
individuare la definizione di “dialetto”
definire la differenza tra lingua italiana e dialetto
riconoscere la varietà e diversità dei dialetti italiani
riconoscere i contesti d’uso della lingua e del dialetto
Un esempio:
l’unità didattica
2.1.1 Prima unità didattica: Le tabelline canterine dello zero e dell’uno
Tempi presunti di attuazione: 15 ore
Verranno effettuati sette incontri totali di cui:
• Sei incontri della durata di due ore ciascuno
• Un incontro finale della durata di tre ore
Saranno previsti un massimo di tre incontri a settimana.
Obiettivi specifici
• Comprendere il significato di moltiplicazione come addizione ripetuta
• Operare moltiplicazioni con gli schieramenti
• Ripetere e applicare
la tabellina dello zero
•
la tabellina dell’uno
• Utilizzare sequenze ritmiche
• Utilizzare abilità motorie di base per eseguire gli schieramenti
Schema unità didattica
•
Giorno (1° o …, n° ore previste)
Contenuti
disciplinari
Att. insegnante
Att. apprendenti
Invito i bambini a prendere il loro quaderno di Gli alunni prendono il loro quaderno di
italiano e a ritrovare le frasi scritte la
italiano e cercano le frasi scritte la scorsa
scorsa lezione, ciascuna contenente un
lezione.
termine romanesco.
Partecipano alla discussione,
Chiedo ai bambini se ricordano il lavoro
comunicando alla maestra il lavoro svolto
svolto la volta precedente, riguardante
la volta precedente.
l’individuazione dei termini romaneschi
Ciascun alunno cerchia sul proprio
presenti nelle diverse frasi.
quaderno i termini romaneschi presenti in
Ascolto i contributi degli alunni ed in
ciascuna frase.
seguito chiedo loro di cerchiare in rosso, per Successivamente comunicano alla
ciascuna frase, il termine romanesco in essa maestra i termini cerchiati.
presente. Successivamente invito i bambini I bambini tentano di trovare per ciascun
I bambini ascoltano le diverse registrazioni contenenti termini romaneschi.
a comunicarmi i termini che hanno
termine romanesco il corrispettivo termine
Rispondono alla domanda dell’insegnante, comunicandole quale dialetto parlano i vari personaggi delle registrazioni.
cerchiato e insieme li ripetiamo ad alta
in italiano, aiutati dall’insegnante.
Gli alunni partecipano alla discussione collettiva, elencando alla maestra quelle vicende raccontate che ricordano
voce.
maggiormente.
Focalizzo l’attenzione su ciascun termine
I bambini riascoltano ogni singola registrazione e, dopo ognuna di esse, sintetizzano oralmente l’accaduto.
romanesco e invito gli alunni a trovare il
Gli alunni osservano alla lavagna le frasi scritte dalla maestra per riassumere le diverse vicende raccontate, ognuna
corrispettivo termine in italiano.
contenente un termine romanesco.
Invito la classe a partecipare attivamente e
Ciascun bambino scrive tali frasi sul proprio quaderno.
ascolto i contributi dei bambini.
Lessico
romanesco
VS lessico
•
italiano
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Gli alunni cercano di individuare, insieme all’insegnante, i termini romaneschi presenti in ciascuna frase scritta alla lavagna.
Schema unità didattica
Contenuti Att. insegnante
disciplinari
Att. apprendenti
Lessico
romanesco
VS lessico
italiano
La classe osserva la tabella
disegnata alla lavagna dalla
maestra, contenente i termini in
romanesco e i corrispettivi termini in
italiano.
Ciascun alunno ricopia la tabella sul
quaderno.
I bambini si recano, due coppie
per volta, alla cattedra per
effettuare il gioco di ruoli.
Alla fine dei vari sketchs gli alunni
riflettono insieme alla maestra
sui contesti d’uso dei termini
romaneschi, facendo riferimento ai
ruoli ricoperti nella recitazione .
Alla fine della discussione, troviamo
insieme i corrispettivi termini in italiano
standard.
Disegno alla lavagna uno schema contenente
nella colonna di sinistra i termini in romanesco
e in quella di destra i termini in italiano trovati
insieme agli alunni. Invito gli alunni a ricopiare
lo schema sul quaderno.
Successivamente comunico ai bambini che
faremo un gioco di ruoli…..
- signor Maurizio, parla in romanesco
- giornalista che racconta l’accaduto al
telegiornale, parla in italiano corretto.
Discussione su uso dei termini romaneschi.
Insieme deduciamo che l’utilizzo del termine
“mozzico” non è appropriato nel caso del
giornalista televisivo, perché si tratta di un
termine romanesco non adatto ad un contesto
formale.
VALUTAZIONE
accerta
 la qualità dell’istruzione
 le prestazioni finali dell’allievo
è l’interpretazione dei risultati conseguiti dal gruppo classe
sulla base di dati oggettivi (rilevati con la verifica)
esprime
 un giudizio sull’efficacia (qualità) e sull’efficienza (quantità)
sia dell’apprendimento che dell’insegnamento
GLI OBIETTIVI SPECIFICI SONO ESPRESSI
IN TERMINI DI PRESTAZIONI /COMPORTAMENTI
OSSERVABILI E MISURABILI
LE PRESTAZIONI SONO SOGGETTE A
VERIFICA
mediante la misurazione
accertamento preciso e valido della
modificazione del comportamento degli allievi
in relazione agli obiettivi prefissati.
La valutazione
si fonda su criteri di
•
CORRESPONSABILITÀ (nel team docente)
•
COERENZA (con gli obiettivi e le attività programmate)
•
TRASPARENZA (chiarezza, semplicità,
esplicitazione dei percorsi)
ha carattere
•
PROMOZIONALE (pieno sviluppo della personalità
dell’alunno)
•
FORMATIVO (concorre a modificare e rendere
efficace il percorso didattico)
•
ORIENTATIVO (stimola la consapevolezza
degli stili di apprendimento di
ciascun alunno)
La valutazione
Strumento della programmazione
consente di
regolare
• i processi di apprendimento-insegnamento
FUNZIONE
FORMATIVA
rilevare
•la qualità del servizio scolastico DA VALUTAZIONE DEGLI ESITI
A
•il miglioramento dell’efficacia
VALUTAZIONE DEI PROCESSI
dell’azione didattica
QUALI FUNZIONI ASSOLVE?
regolazione
comunicazione
certificazione
Durante una giornata scolastica l’insegnante
verifica in più modi
OSSERVANDO
l’attenzione
la partecipazione
la relazionalità
ASCOLTANDO
la lettura
gli interventi spontanei o su domanda
le esposizioni
PROPONENDO ESERCITAZIONI
esercizi applicativi
soluzione di problemi
PONENDO DOMANDE
controllo della comprensione
inferenze
INTERVENENDO DURANTE IL LAVORO DI GRUPPO
rilevando difficoltà
aiutando la risoluzione delle difficoltà
reperendo dati sull’interazione all’interno del
gruppo
LA VALUTAZIONE
NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA
NON DEVE
• assumere
DEVE
• correlarsi
rigidi criteri di tipo quantitativo
in termini di prestazioni verificabili
alle variabili di contesto,alla
processualità del rapporto
potenzialità-competenze-traguardi-sviluppo
• salvaguardare l’interconnessione dei
diversi campi di esperienza
SCHEMA DI BATTERIE DI PROVE DI VERIFICA
Cinque tipi di prove
•prova a scelta binaria
si dà uno stimolo il bambino risponde vero o falso-sì o no
•prova a scelta multipla
scelta tra più possibilità
•prova a corrispondenza
scelta di corrispondenza tra un dato e un altro
•prova a completamento
enunciato con termini assenti
•prova a saggio breve
istruzioni per inventare o comporre qualcosa
Esempi dei cinque tipi di batteria
Prova a scelta binaria
• L’eruzione di un vulcano è un fenomeno geologico?
• Con il calore il corpo si restringe?
• La scuola è vicina alla stazione?
Prova a scelta multipla
• Nelle famiglie del quartiere prevalgono quelle con
2
vero
vero
vero
3
falso
falso
falso
4 o più figli?
Prova a corrispondenza
Metti in corrispondenza ambiente e abitatore
Cielo
Sole
Mare
Fedeli
Terra
Airone
Casa
Famiglia
Chiesa
Lucertola
Rana
Prova a completamento
• Secondo i documenti del………… la costruzione più antica
del………………………………………..è…………………………
Prova a saggio breve
• Descrivi il ciclo biologico, con tutte le fasi, di una rana o di una gallina
(può essere anche un’esposizione orale)
tabella raccolta dati
Alunni
Obiettivi
Obiettivo
1
Obiettivo
2
Obiettivo
3
Obiettivo
4
Obiettivo
5
Obiettivo
6
……...
……...
……...
……...
……...
totali in %
Osservazioni:………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………
…………………………….
• Un esempio:
IL PROTOCOLLO DI VERIFICA di
ogni singola prova
• Obiettivo della verifica (correlato con gli obiettivi
specifici dell’Unità)
• tempo concesso per lo svolgimento della
prova
• descrizione della prova (allegato in bianco)
• criteri di attribuzione del
punteggio/valutazione
• griglia per la raccolta dei risultati
• scala di valutazione (passaggio dal punteggio
grezzo al giudizio)
• Un esempio: Obiettivi della verifica
I bambini dovranno essere in grado di:
•
•
•
•
•
•
•
Muoversi e posizionarsi nello spazio fisico seguendo
indicazioni che usino i concetti polari di dentro/fuori,
sopra/sotto, davanti/dietro e destra/sinistra
Individuare la posizione di un punto sul piano cartesiano date
le coordinate
Indicare le coordinate di un punto dato sul piano cartesiano
Tracciare su un foglio quadrettato un semplice percorso
partendo dalla descrizione verbale
Descrivere un semplice percorso tracciato su un foglio
quadrettato
Eseguire un semplice percorso partendo dalla descrizione
verbale
Dare istruzioni a qualcuno per compiere un semplice percorso
Un esempio: descrizione della prova
2 schede con esercizi sulle coordinate cartesiane:
• nel primo i bambini devono individuare la posizione di alcuni
oggetti sul piano cartesiano e disegnarli nella casella
corrispondete in base alle coordinate date;
• nel secondo devono indicare le coordinate di alcuni oggetti
disegnati su un piano cartesiano. (vedi allegato)
• 1 percorso da tracciare su un foglio quadrettato secondo le
indicazioni date (vedi allegato)
• 1 percorso da descrivere osservando un percorso già
tracciato su un piano quadrettato (vedi allegato)
• attività motorie in palestra monitorate attraverso delle Checklist
Un esempio: criteri di attribuzione del
punteggio/valutazione
Prova 1.a. , 1.b.
Ad ogni istruzione eseguita correttamente viene dato 1 punto per un massimo di 5 punti.
La prova si ritiene superata con punteggio di 3/5.
Prova 2. , 3
Ad ogni istruzione eseguita correttamente viene dato 1 punto per un massimo di 7 punti.
La prova si ritiene superata con punteggio di 5/7.
Prova 4.a.
Ad ogni abilità eseguita correttamente viene dato 1 punto per un massimo 8 punti.
La prova si ritiene superata con punteggio di 5/8.
Prova 4.b.
Ad ogni abilità eseguita correttamente viene dato 1 punto per un massimo di 4 punti per
la capacità di eseguire un percorso e 4 punti per la capacità dare istruzione per compiere
un percorso. La prova si ritiene superata, in entrambe i casi, con punteggio di 2/4.
Prova 4.c.
Ad ogni abilità eseguita correttamente viene dato 1 punto per un massimo di 13 punti.
La prova si ritiene superata con punteggio di 7/13.
Ogni obiettivo specifico
deve essere valutato singolarmente
Un esempio: scala di valutazione (passaggio dal
punteggio grezzo al giudizio)
Se un obiettivo fosse valutato con diverse prove,
i dati quantitativi ottenuti (punteggio grezzo)
rispetto al punteggio raggiunto da ogni bambino
a tutte le prove vengono poi tradotti in giudizi
rispettando i seguenti parametri
0/5 = non valutabile
6/10 = molto scarso
11/15 = scarso
16/20 = molto insufficiente
21/25 = insufficiente
26/29 = appena insufficiente
30 = sufficiente
31/35 = discreto
36/40 = buono
41/45 = distinto
45/50 = ottimo
Un esempio:
presentazione dei risultati
I risultati delle prove vengono
presentati attraverso tabelle a
doppia entrata, istogrammi a
colonne verticali
e diagrammi a torta.
60
50
40
30
20
0
A
Al
AN
C
E
F
FR
G
L
M
MA
MI
M…
M…
N
R
S
SI
T
J
10
Un esempio: valutazione e riflessione
Analisi quantitativa
Osservando i dati raccolti nella griglia dei risultati dell’Ob. 1,
rileviamo che i bambini hanno totalizzato, su una scala di
punteggio che va da 0 a 50, un punteggio compreso tra 38 e 50
e che la maggior parte di loro ha totalizzato, addirittura,
un punteggio tra 46 e 50.
I dati percentuali infatti riportano che il 70% dei bambini
totalizza un punteggio tra 46 e 50; il 25% un punteggio tra 41 e
45 e solo il 5% un punteggio di 38.
Se andiamo ad osservare i punteggi di ogni singola prova
rileviamo che i punteggi più bassi e più disomogenei sono stati
ottenuti nelle prove relative al percorso….Il massimo punteggio è
stato, invece, ottenuto da tutti …………….
Un esempio: valutazione e riflessione
Analisi qualitativa
Volendo fare un’analisi qualitativa dei risultati ottenuti osserviamo che il
70% dei bambini ha ottenuto un giudizio di ottimo, il 25% di
distinto e il 5% di buono. Risulta, quindi, che non si presenta nessuna
insufficienza e che i risultati sono molto soddisfacenti.
Andando a esaminare i risultati disomogenei e meno positivi
ottenuti nelle prove sul percorso scopriamo che qualche bambino ha
ancora difficoltà nel discriminare la destra dalla sinistra ma, soprattutto,
che per loro girare significa non solo ruotare il corpo ma anche
camminare; in questo modo, quindi, non riescono a rispettare il
numero dei passi da eseguire dopo l’istruzione di girare. Per questo
motivo, al termine delle prove, ho ribadito ai bambini che girare non
significa anche procedere in avanti ma soltanto ruotare il corpo.
Per concludere possiamo affermare che la prova è stata ampiamente
superata da tutti i bambini e che è stato raggiunto in modo molto
soddisfacente l’obiettivo.
FASE 3 - IL PROGETTO IN ATTO: LA REALIZZAZIONE
Durante lo svolgimento di tutto il progetto si
utilizzeranno le Note sul campo di Corsaro, come
osservazione partecipante.
Solo prima di iniziare il progetto
NOTA METODOLOGICA
Ogni incontro, al termine dello stesso
NOTE SUL CAMPO
NOTE PERSONALI
Conclusione di ogni unità
RIFLESSIONI METODOLOGICO-DIDATTICHE
sull’andamento del percorso PER BILANCIO
INTERMEDIO ED EVENTUALI AGGIUSTAMENTI IN
ITINERE, tramite la lettura critica delle note sul campo.
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