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Unitre Saronno - A.A. 2014- 2015 LE DONNE DELL'ASTRONOMIA "...occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono" (Galileo Galilei) L'universo femminile all'interno della storia, della cultura, della vita civile, ha da sempre ricoperto un ruolo molto diverso da quello maschile e, nei paesi occidentali, fino alla metà del Novecento la donna aveva non poche difficoltà a far valere i propri diritti. Fin dalle epoche preistoriche la forza fisica era necessaria per sopravvivere, le numerose gravidanze, l'allattamento e la cura della prole hanno portato alla differenziazione dei compiti e alla emarginazione delle donne, ma oggi i grandi progressi della scienza e della medicina e le conseguenti applicazioni tecnologiche le hanno permesso di esprimere tutte le proprie potenzialità. Per secoli le donne che potevano avere accesso all'istruzione erano quelle rinchiuse nei conventi e forse per questo erano soprattutto umaniste, pittrici, scrittrici, poetesse, ma molto più raramente scienziate. Chi ha attitudini artistiche o letterarie può emergere anche senza una preparazione specifica, invece le scienze "dure" come matematica e fisica richiedono una preparazione di base, senza la quale è impossibile progredire. Solo quelle poche, favorite, che avevano un padre, un fratello, un tutore o un marito scienziato, disposto a condividere le proprie cognizioni, potevano farsi una cultura scientifica. In molti paesi europei ancora all'inizio del XX secolo alle ragazze non era permesso l'accesso alle università e ai licei, perciò, escluse dall'educazione scientifica, si dedicavano alle materie letterarie e linguistiche anche contro le loro naturali inclinazioni, comunque oggi cresce sempre di più il numero di ragazze che scelgono materie ritenute tipicamente maschili come ingegneria. Malgrado le difficoltà incontrate, sono molte le scienziate che hanno portato importanti contributi allo sviluppo della scienza. In astronomia le donne fanno la loro comparsa abbastanza presto e la storia ci tramanda i nomi di alcune famose scienziate, ce ne furono una ventina nell'antichità, fra queste emerge il nome della matematica Ipazia, solo una decina nel medioevo, soprattutto nei conventi, 16 nel 1600, 24 nel 1700, 108 nel 1800. Oggi solo nel campo dell'astronomia sono più di 2000, ed in ogni campo del sapere le ricercatrici universitarie superano il 50%, con punte dell'80% nelle facoltà umanistiche, più dei 50% nelle matematiche, mentre sono ancora al di sotto del 20% in facoltà come ingegneria e agraria. Le prime donne che si dedicarono all'astronomia furono essenzialmente delle osservatrici, si occupavano della catalogazione degli astri e redigevano tavole astronomiche, dei loro nomi non c'è traccia, ma quella di cui si ha notizia è En-Edu-Anna vissuta intorno al 2350 a.C. a Babilonia, figlia di Re Sargon di Akkad. Venne nominata alta sacerdotessa della dea della luna della città. I sacerdoti e le sacerdotesse assiro-babilonesi nei loro templi sacri dirigevano ogni attività essenziale come i commerci, l'agricoltura e le arti ed avevano creato una rete di osservatori per esaminare i movimenti delle stelle, infatti, il calendario che hanno creato è ancora usato per fissare le data di certi eventi religiosi come la Pasqua cristiana e la Pasqua ebraica. In Egitto intorno al 1900 a.C. troviamo Aganice, figlia del faraone Sesostri I, che si occupò dello studio degli astri in funzione delle predizioni che erano in uso all'epoca. In Grecia troviamo Aglaonice di Tessaglia vissuta nel 500 a.C. al tempo della Scuola filosofica ionica, era un'abile osservatrice, ma soprattutto celebre per la corretta previsione di eclissi di Sole e di Luna, essendo in grado di stabilire con esattezza i tempi e i luoghi delle eclissi lunari. Le sue eccezionali capacità di predizione furono attribuite all'arte magica, piuttosto che a competenze scientifiche, il fatto di essere donna, rendeva tutto ciò ancora più incredibile e straordinario, pertanto il popolo la considerava come una strega capace di esercitare un potere sugli astri (durante le eclissi la luna scompariva) e sulle persone. Segue un faro dell'antichità: Ipazia di Alessandria d'Egitto vissuta tra il 375 e il 415 d.C. , figlia del matematico Teone, di rara bellezza, intelligenza ed eloquenza, studiò ad Atene e a Roma e alla morte del padre gli successe nella direzione del museo di Alessandria d'Egitto, affiancata alla leggendaria Biblioteca. Il suo sapere spaziava dalla filosofia alla matematica, dall'osservazione degli astri alla compilazione dei Commentari cioè dell'aggiornamento delle opere degli antichi. L’opera monumentale di Claudio Tolomeo: l’Almagesto, venne commentata con il padre. Ipazia scrisse opere autografe che sono scomparse: un commentario a Diofanto, il padre dell'algebra, in 13 volumi, il Canone astronomico e un commentario alla Coniche di Apollonio, trattato di geometria, di 8 volumi e opere di Euclide e di Archimede, opere che presero la via dell'Oriente durante i secoli, e tornarono in Occidente in traduzione araba, dopo un millennio. I suoi studi non erano solo teorici, si occupò anche di meccanica e di tecnologia applicata, in particolare le vengono attribuite tre invenzioni: l'idroscopio, uno strumento che serviva per misurare il diverso peso specifico dei liquidi, un aerometro e un astrolabio piatto. L'astrolabio perfezionato e progettato da Ipazia era formato da due dischi metallici forati, ruotanti uno sopra l'altro mediante un perno rimuovibile: veniva utilizzato per calcolare il tempo, per definire la posizione del Sole, delle stelle e dei pianeti; pare che mediante questo strumento, abbia risolto alcuni problemi di astronomia sferica. In filosofia fu una seguace del pensiero di Platone, ma piuttosto eclettica. L'insegnamento e la diffusione delle conoscenze matematiche, astronomiche e filosofiche fu uno dei suoi principali impegni: a buon diritto possiamo quindi considerarla come una pioniera della moderna divulgazione scientifica. E' triste constatare che di una scienziata tanto rinomata al suo tempo, non rimangono altro che i titoli di alcune sue opere. Ipazia morì tragicamente in seguito ad una oscura e cruenta aggressione da parte dei cristiani su mandato del vescovo Cirillo di Alessandria. Con la sua morte la scuola di Alessandria si disperde ed il sapere passerà in mano ad istituzioni ecclesiastiche. Nell'affresco della "Scuola di Atene" (1509-1511, Palazzi Vaticani) Raffaello Sanzio ce ne tramanda l'immagine: è l'unico personaggio che guardi verso lo spettatore, quasi un atto di sfida. Con una scelta singolare, il Planetario di Torino ha scelto lei come rappresentante dell'astronomia antica: è Ipazia ad accogliere i visitatori e a raccontare la cosmologia delle sfere di cristallo in armoniosa rotazione intorno alla terra immobile. Fatima di Madrid visse tra il X e l'XI secolo. Lavorò con suo padre, l'astronomo e scienziato arabo musulmano Maslama al Mayriti (il cui nome significa uomo da Madrid) che era conosciuto come "l'Euclide spagnolo". I due assieme calcolarono la posizione di alcuni corpi celesti come il Sole, la Luna e i pianeti. Calcolarono inoltre le parallassi e le eclissi e scrissero molti trattati di astronomia. Nei monasteri e in ambito religioso vi furono badesse eminenti, la più celebre è Ildegarda di Bingen. Nata in Sassonia nel 1098 e, decima figlia di una famiglia aristocratica, venne rinchiusa giovanissima in convento dove ebbe l'opportunità di studiare e lavorare, scrisse vari trattati di medicina e di cosmologia. Soprannominata la Sibilla del Reno per le sue profezie, si impegnò in campo politico e culturale. Il suo concetto di struttura del cosmo: una Terra a forma di sfera, circondata da involucri concentrici che trasportavano i corpi celesti, il tutto illustrato da miniature esplicative molto dettagliate. Morì nel 1179 all’età di 81 anni. Fu proclamata Santa e Dottore della Chiesa il 7 ottobre 2012 da Papa Benedetto XVI°. Sophie Brahe rappresenta il modello delle scienziate al femminile che operarono più o meno silenziosamente, ma con grande dedizione apportando contributi in un'epoca dove nel campo dell'astronomia vennero sviluppate nuove concezioni rivoluzionarie: _ Il polacco Copernico ribaltò le teorie geocentriche-tolemaiche affermando che il Sole è al centro dell'universo. _ Galileo Galilei fisico ed astronomo, ideatore del moderno metodo scientifico appoggiò questo nuovo sistema eliocentrico, ma venne costretto dall'Inquisizione ad abiurarlo. _ Keplero sviluppò ulteriormente il modello eliocentrico e, basandosi sulle ricerche dei fratelli Tyco e Sophie Brahe, potè calcolare le orbite ellittiche dei pianeti. Nacque in Danimarca nel 1556 in una famiglia della piccola nobiltà, studiò da sola dai libri del fratello maggiore ed insieme calcolarono l'eclissi lunare dell'8 dicembre 1573. Il re di Danimarca Federico II donò a Tyco l'isola di Heveen vicino a Copenaghen sulla quale venne eretto il famoso castello-osservatorio dove i fratelli Brahe poterono studiare la posizione di oltre 1000 stelle fisse e dei pianeti tramite sestanti, quadranti, sfere armillari e strumenti di osservazione da loro ideati, dato che il telescopio non era ancora stato inventato. Nel 1572 osservarono una stella "nova" che aumentava fortemente la propria luminosità e nel 1577 identificarono una cometa. Il contributo di Sophie Brahe purtroppo non venne mai riconosciuto autonomamente, morì nel 1653. Maria Cunitz (1610-1664). Nacque a Swidnica, sud ovest della Polonia, da una famiglia molto colta, il padre le insegnò il latino, parlava sei lingue, poetessa, pittrice, musicista con conoscenze matematiche, mediche, storiche; e il marito (astronomo professionista) le trasmise la passione per l'astronomia. Calcolò, grazie alla sua dedizione alla matematica, le posizioni dei pianeti trascrivendole su delle tavole con lo scopo di modificare le complesse tavole di Keplero e correggendone anche una serie di errori. I risultati furono pubblicati nel 1650, nell'opera "Urania Propizia“ stampata in latino e in tedesco. Le tavole del’’Urania Propizia” hanno certamente avuto il pregio di essere semplici da usare e più precise rispetto a quelle di Keplero. Il libro delle tavole è stato dedicato all'imperatore Ferdinando III e conteneva una prefazione del marito di Cunitz: Elias von Löwen nella quale ha riconosciuto che il lavoro non era dovuto a lui, ma a sua moglie. Altra astronoma polacca è Elisabetha Koopman-Hevelius (1647-1693), nata a Danzica da una ricca famiglia di mercanti. Già da bambina si appassionò all'astronomia. Assieme al marito Johannes Hevelius , astronomo di fama internazionale, fu costruito un osservatorio privato che purtroppo fu distrutto da un incendio assieme a tutti i loro documenti. Solo due opere ci sono giunte con la sua firma: il Firmamentum sobieskanum e Prodromus astronomie, il più vasto catalogo astrale ottenuto senza l'ausilio del telescopio, che conteneva la posizione esatta di quasi 2000 stelle. La duchessa Margaret Cavendish (1623-1673). Ultima di 8 figli. A soli due anni le muore il padre: la madre le da un grande esempio di indipendenza. Nel 1642 si trasferisce con la famiglia a Oxford e l'anno dopo diventa damigella di compagnia della regina Enrichetta Maria. Fuggita a Parigi con la regina durante la rivoluzione inglese, conobbe William Cavendish, duca di Newcastle, che sposò in seconde nozze nel 1645. Scrisse 15 opere scientifiche e nel suo salotto fondò il Circolo Newcastle per la discussione scientifica di cui fece parte anche Cartesio, ma le fu impedito di assistere alle sessioni dei lavori della Royal Society e di altre Società scientifiche e Accademie di frequentazione esclusivamente maschile. Maria Winchelmann Kirh (1670-1720), nata a Lipsia. Educata dalla più tenera età dal padre, un ministro luterano , che credeva lei meritasse una formazione equivalente a quella data ai giovani ragazzi del tempo. Dopo la morte di suo padre, la sua educazione fu continuata da suo zio. Divenne apprendista e assistente di Christopher Arnold, un astronomo autodidatta. Attraverso Arnold conobbe e sposò il famoso astronomo Gottfried kirch. Scoprì la "Cometa del 1702 e scrisse diversi trattati scientifici. Analizzò le aurore boreali e la congiunzione dei pianeti Giove e Saturno con il Sole. Maria Clara Eimmart (1676-1707) di Norimberga, imparò il mestiere dal padre, pittore di successo, incisore ed astronomo dilettante. Divenne disegnatrice minuziosa di tavole astronomiche, in particolare di comete, macchie solari, eclissi e montagne lunari che furono frutto di accurate osservazioni e che divennero ben presto strumenti di vitale importanza per la comunità scientifica che non aveva ancora a disposizione la fotografia. Nel 1706 sposò Johann Heinrich Muller , allievo di suo padre e successore. Muller ha insegnato fisica al Gymnasium di Norimberga e la Eimmart gli faceva da assistente. Gabrielle-Emilie du Chatelet (1706-1749) Nasce a Parigi, in una famiglia di rango sociale molto elevato: il padre è un uomo di grande considerazione presso la corte di Re Luigi XIV. Riceve un’ottima istruzione scientifica e linguistica. Nel1725 sposa il marchese Florent Claude du Châtelet: le nozze, più che da cause sentimentali, sono motivate da ragioni politiche. La sua storia d'amore più importante, però, è quella con Voltaire. conosciuto nel 1733. Ha il merito di aver determinato in Francia il passaggio dalla scienza cartesiana alla fisica di Newton traducendo in francese la "Philosophiae naturalis principia matematica", traduzione attribuita al suo amante. Nicole-Reine Lepaute (1723-1788) nata a Parigi nel Palazzo del Lussemburgo da genitori al servizio della famiglia reale d’Orleands a Versailles. Nel 1749, sposò Jean André Lepaute, che era un reale orologiaio. Nel 1753 Nicole Lepaute studiò e costruì insieme allo sposo un orologio con funzione astronomica. Collaborò ai lunghi e difficili calcoli astronomici per la riapparizione della cometa di Halley del 1758, fu una delle migliori calcolatrici astronomiche. Calcolò la durata e le dimensioni di un eclisse solare anulare che si sarebbe verificata nel 1764 in Europa. Nel 1774 si occupò di effemeridi calcolando la posizione del Sole, dei pianeti, della luna, in ogni giorno dell'anno, fino al 1792. Carolina Lucrezia Herschel (1750-1848) nacque in Germania, ad Hannover, da una famiglia di lavoratori. A 21 anni si trasferì in Inghilterra dal fratello William (astronomo, aveva scoperto il pianeta Urano) per lavorare da lui come governante, divenne invece la sua assistente e scoprì 8 comete e 13 oggetti dal profondo cielo. Ricevette numerose onorificenze, tra le quali, assieme ad un'altra astronoma Mary Sommerville, quella di membro onorario della Royal Society nel 1835 e furono le prime donne a ricevere questo titolo. Scrisse in una lettera all'amica Mary tutta la stima e l'affetto per il fratello :.... "Qualche volta quando sono sola nell'oscurità e l'universo rivela ancora un altro segreto, dico i nomi delle mie lontane, perdute sorelle, dimenticate nei libri che registrano la nostra scienza - Aganice, Ipazia, Ildegarda di Bingen, Caterina Hevelius, Maria Agnesi - come se le stelle stesse potessero ricordarle. Sapevi che Ildegarda di Bingen propose un universo eliocentrico trecento anni prima che lo facesse Copernico? Che scrisse della gravitazione universale cinquecento anni prima di Newton? Ma chi l'avrebbe ascoltata? Era solo una monaca, una donna. Quale sarebbe la nostra era, se quella era oscura? Così il mio nome, anch'esso sarà dimenticato, ma io non sono accusata di essere una strega, come Aganice, e i cristiani non minacciano di condurmi alla chiesa, di uccidermi, come fecero ad Ipazia di Alessandria, l'eloquente, giovane donna che ideò gli strumenti atti a misurare accuratamente la posizione e il movimento dei corpi celesti" In suo onore fu assegnato il nome di "Lucretia" ad un asteroide nel 1889 e quello di "Caroline Herschel" ad un cratere lunare nel 1935. Festeggiò i suoi 97 anni suonando per i principi reali un pezzo di musica scritto dal fratello William. Morì l'anno dopo. Wang Zhenyi (1768-1797), nata nella provincia di Anhui (Cina). La sua famiglia è composta da suo nonno, nonna e suo padre. Suo nonno Wang Zhefu era un ex governatore di Fengchen contea di Xuanhua. Aveva ampia e profonda intelligenza, con un profondo amore per la lettura, possedeva una collezione di oltre settanta libri. Suo nonno era il suo primo maestro in astronomia, la nonna era la sua insegnante di poesia, e suo padre le insegnò medicina, geografia e matematica. Anche se morì molto giovane (29 anni) ebbe modo di studiare le eclissi lunari e scrivere 12 libri di astronomia e matematica. Si dedicò anche alla raccolta di informazioni per prevenire la siccità e le inondazioni sul nostro pianeta. Porta il suo nome un cratere di Venere. Marie-Jeanne Amélie Harlay (1768-1832). Nata a Stockport (GB). Era la figlia illegittima dell'astronomo Joseph-Jérôme de Lalande Lefrançais. Ha sposato nel 1788 l'astronomo Michel Lalande Lefrançais cugino del padre, che la presenta di solito come sua nipote. Si dedicò all'astronomia insegnandola a Parigi e nel 1791 pubblicò le tavole per determinare l'ora in mare sulla base della posizione del Sole e delle stelle, mentre nel 1799 pubblicò un catalogo di 10.000 stelle. Caterina Scalpellini (1808-1873) è nata a Foligno. Nel 1826, appena diciottenne, si trasferisce dallo zio Feliciano Scalpellini, già professore di "fisica sacra" e di astronomia all’Università dal 1816, e appena nominato direttore dell’osservatorio la Specola del Campidoglio dell’Università La Sapienza di Roma. Si dedicò a numerose osservazioni di eclissi di Sole e di Luna, di comete (ne scoprì una nel 1854), di stelle cadenti, di maree, di terremoti, di meteorologia e di ozonometria, tanto da far costruire una stazione meteorologica chiamata "Stazione Meteorologica Scalpellini". Fondò una rivista dal titolo "Corrispondenza Scientifica in Roma per l'avanzamento delle scienze". Nel 1872 venne coniata una medaglia d'oro per onorare i suoi contributi nel campo statistico. Maria Mitchell (1818-1889), nata a Nantucket (Massachusetts), figlia dell’astronomo William Mitchell, era cugina di quinto grado di Benjamin Franklin. Ricevette un’educazione e la stessa qualità di istruzione che ricevevano i ragazzi. Il padre di Maria le insegnò l'astronomia con il suo telescopio personale. Fu la prima astronoma statunitense. Nel 1847 scoprì una cometa a cui fu dato il suo nome. Nel 1848 divenne la prima donna membro dell'American Academy of Arts and Sciences. Fu anche professoressa e direttrice del Vassar College Observatory che ora porta il suo nome, come anche il cratere lunare Mitchell. Williamina Paton Stevens Fleming (1857-1911), Nata a Dundee, in Scozia, da Robert Stevens e Mary Walker Stevens. Sposò James Orr Fleming che la abbandonò con un figlio. Fu assunta da Edward Charls Pickering come collaboratrice presso l’Osservatorio di Harward. In nove anni di lavoro catalogò circa 10.000 stelle, individuò 59 nebulose (tra cui anche la famosa "Testa di Cavallo" in Orione), 310 stelle variabili e 10 novae. Vista la sua bravura la mise a capo di altre donne che eseguivano il suo stesso compito di classificazione. Nel 1906 divenne socia onorario della Royal Astronomical Society di Londra (la prima donna a ricevere tale riconoscimento). Dedicato a lei il cratere Fleming sulla luna. Annie Jump Cannon (1863-1941), nata a Dover, nel Delaware, figlia dell'armatore e senatore Wilson Lee Cannon e Mary Elizabeth Jump. Si laureò in fisica nel 1886 e tenne corsi di astronomia all'università di Wellesley. Nel 1896 fu assunta da Pickering all'Osservatorio di Harward, qui catalogò oltre 225.000 stelle che furono inserite nel catalogo Henry Draper, tutt'ora utilizzato dagli astronomi. Nel 1925 l'università di Oxford le assegnò il dottorato onorario, fu la prima donna a ricevere tale onore. Ebbe poi molti altri riconoscimenti e le fu dedicato il cratere lunare Cannon e l'asteroide 1120 Cannonia. Antonia Maury (1866-1952), nata a Cold Spring (New York), in una nobile famiglia di origini portoghesi. Suo nonno e suo zio erano astronomi, si laureò in fisica e poi lavorò all'Osservatorio di Harward dove studiò spettrografia stellare. Durante lo studio notò che oltre al colore era importante controllare lo spessore e la nitidezza delle linee spettrali, tutto ciò comportava ulteriori suddivisioni nelle classificazioni, Pickering, in disaccordo, la portò alle dimissioni. Il suo catalogo di oltre 600 stelle apparve nel 1897 nel volume 28 degli Annali di Harvard. Nel 1908 fu riassunta e studiò la binaria spettroscopica Lyrae beta pubblicando nel 1933 un trattato con le sue conclusioni sullo spettro analizzato. Henrietta Swan Leawitt (1868-1921), nata a Lancaster, nel Massachusetts, da George Roswell Leavitt e Henrietta Swan. Era sorda. Studiò astronomia prima al college e poi all'università. Iniziò a lavorare all'Osservatorio di Harward, assunta da Edward Pickering per misurare e catalogare la luminosità delle stelle nelle fotografie dell'osservatorio. Tra queste quelle della Piccola Nube di Magellano e scoprì che molte stelle in essa presentavano un periodo di pulsazione tanto più lungo quanto più apparivano brillanti al massimo dello splendore. Queste stelle oggi sono chiamate Cefeidi e attraverso questa scoperta è stato possibile comprendere le distanze dell'universo, scoprì anche 5 stelle nove e individuò 2400 variabili. La sua scoperta permise di capire che le "nebulose" che si intravedevano con i telescopi di allora, non facevano parte della nostra Galassia, la Via Lattea, ma erano invece lontanissime galassie: miliardi di galassie, ognuna con miliardi di stelle. Mileva Maric (1875-1948) nasce a Titel, nell’Impero austro-ungarico (oggi Serbia) in una famiglia benestante da Miloš Marić e Marija Ružić. Fin da piccola rivela spiccate capacità nello studio della matematica e delle scienze. Il padre la incoraggia permettendole di frequentare il liceo. Per proseguire gli studi è costretta a recarsi in Svizzera, poiché le università dell'Impero austro-ungarico erano interdette alle donne. Era amica di Nikola Tesla e compagna di studi, nonchè prima moglie di Albert Einstein. Si dice che Mileva abbia contribuito, con il marito, ad elaborare la teoria della "relatività ristretta", anche se non c'è traccia del suo nome nei documenti scritti. Einstein le donò il ricavato del Premio Nobel vinto nel 1921. Cecilia Helena Payne Gaposchkin (1900-1979), nata a Wendover (Utah-USA) Nel 1925 si laureò in astronomia all'Università di Harward con una tesi sull'atmosfera delle stelle. La tesi sosteneva che l'idrogeno e l'elio sono gli elementi più abbondanti nella composizione di una stella (fino ad allora si pensava che le stelle contenessero una prevalenza di ferro). Individuò inoltre uno stretto legame tra la classe spettrale e la temperatura della stella. Le fu dedicato un asteroide: 2039 Payne Gaposchkin. Durante un viaggio in Europa nel 1933, Cecilia Payne incontrò l'astrofisico russo Sergei Gaposhkin, che sposò l'anno successivo negli Stati Uniti. Ellen Dorrir Hoffleit (1907-2007), nata a Firenze, figlia di Fred e Kate Hoffleit, due immigrati tedeschi espatriati poi negli Stati Uniti. Ricevette il dottorato di ricerca in astronomia nel 1938 e lavorò ad Harward College Observatory e a Yale fino al 1975 quando andò in pensione. Autrice del "Bright Star Catalogue" che conteneva le informazioni delle stelle più luminose dell'universo e coautrice di "The General Catalogue of Trigonometric Stellar Parallaxes" contenente delle misure precise per calcolare la distanza delle stelle. Assieme a Harlan J. Smith studiò la variabilità ottica del primo quasar scoperto. Nel 1987, un asteroide è stato chiamato "Dorrit" in suo onore, e nel 1998, fu inserito nella Hall delle donne Connecticut of Fame. Nel 1998 le fu assegnato il premio George Van Biesbroeck per una vita dedicata all'astronomia. Paris Pismis (1911-1999), nata a Ortaköy, Istambul Fu la prima donna che studiò in una università in Turchia ottenendo, nel 1937, un dottorato in matematica. Sposata con un matematico messicano, fu anche la prima insegnante di astronomia in Messico. Scoprì 23 ammassi stellari e studiò la cinematica di galassie e la struttura di ammassi stellari aperti e nebulose planetarie lavorando all'osservatorio internazionale di Tacubaya pubblicando un centinaio di articoli scientifici. Margaret Burbidge (1919- ), nata a Davenport (stato di Iowa-USA) Dal 1948 è sposata all’astrofisico americano Geoffrey Burbidge. Ha lavorato all'osservatorio Yerkes e al California Institute of Tecnology e all'università di California a San Diego, fino al 1962. Ha analizzato i diversi spettri delle galassie, determinando la loro rotazione, massa e composizione chimica. Ha studiato i quasar e ha contribuito alla realizzazione del telescopio spaziale Hubble. Le è stato dedicato l'asteroide 5490 Burbidge e le sono state conferite diverse medaglie. E’ stata inclusa nel consiglio direttivo del Royal Greenwich Observatory e è stata direttrice del Center for Astrophysics and Space Sciences. Margherita Hack (Firenze 1922- Trieste 2013) Il padre di Margherita, Roberto Hack, era un contabile di origini svizzere e di religione protestante. La madre, Maria Luisa Poggesi, toscana, era di religione cattolica e diplomata all'Accademia di Belle Arti e miniaturista alla Galleria degli Uffizi. Nel 1945 Margherita si è laureata in fisica con una tesi di astrofisica sulle Cefeidi, realizzata sempre a Firenze presso l'osservatorio di Arcetri quando ne era direttore Giorgio Abetti, che per lei restò sempre un modello di scienziato, insegnante e gestore di un centro di ricerca scientifica. Il 19 febbraio 1944 sposò con cerimonia religiosa, nella chiesa di San Leonardo in Arcetri, Aldo De Rosa. Margherita è stata insegnante di astronomia all'Università di Trieste per circa 30 anni, dal 1964 al 1992, e collocata "fuori ruolo" per anzianità. E’ stata la prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia, quello di Trieste dal 1964 al 1987, portandolo a rinomanza internazionale. Ha collaborato con numerosi osservatori europei e americani e anche con le agenzie spaziali ESA e NASA. Ha fondato nel 1978 la rivista bimensile "L'Astronomia" e scritto numerosi articoli e libri e ottenuto moltissimi premi e riconoscimenti. Ha diretto il "Centro Interuniversitario Regionale per l'Astrofisica e la Cosmologia" (CIRAC) di Trieste e tenuto molte conferenze per diffondere le sue conoscenze di astronomia. Margherita Hack è stata anche direttore del Dipartimento di Astronomia dell'Università di Trieste dal 1985 al 1991 e dal 1994 al 1997. È stata un membro dell'Accademia Nazionale dei Lincei (socio nazionale nella classe di scienze fisiche matematiche e naturali; categoria seconda: astronomia, geodesia, geofisica e applicazioni). A lei è dedicato un asteroide "8558 Hack". Vera (Cooper) Rubin (1928- ), nata a Filadelfia da una famiglia di immigrati ebrei. Il padre Philip Cooper era un ingegnere elettrico nato a Vilnius in Lituania e la madre, Rose Applebaum, era nata in Ucraina. Rubin è il cognome del marito Robert. Nel 1948 si laureò in astronomia al Vassar College e lavorò poi alla Cornell University dove si dedicò principalmente allo studio dei moti delle galassie scoprendo che le stelle che si trovavano più esterne alla galassia si muovevano troppo rapidamente, segno che ci doveva essere un'altra forza a noi invisibile che le muoveva, scoprì quindi la materia oscura. Sono numerose le sue pubblicazioni e i premi di riconoscimento ottenuti. Da ricordare è anche Valentina Vladimirovna Tereskova, nata in Russia nel 1937. La sua infanzia fu difficile perchè perse i genitori nella seconda guerra mondiale. Si appassionò di paracadutismo e nel 1962 passò l'esame per diventare cosmonauta. E' stata la prima donna ad andare nello spazio (e rimanerci per 3 giorni), il 16 giugno 1963 con il Vostok 6. Ha ricevuto diverse onorificenze e a lei è dedicata una valle lunare "valle Tereskova". Beatrice Tinsley (1941-1981), nata a Chester (GB) ed emigrata in Nuova Zelanda con la sua famiglia dopo la seconda guerra mondiale. Sposò il fisico Brian Tinsley che le impedì di lavorare nell’università in cui insegnava lui, a causa delle rigide restrizioni dell’epoca. Nel 1978 diventò professoressa di astronomia all'università di Yale. I suoi studi hanno dimostrato come le galassie si evolvono e quali popolazioni di stelle ci sono al loro interno. Il suo ultimo articolo scientifico fu pubblicato nel "Astrophysical Journal" dieci giorni prima della sua morte. Jocelin Bell Burnell (1943-), nata nell’Irlanda del nord. Ottenne il dottorato all'università di Cambridge dove lavorò con un team di altri scienziati (tra cui anche Hewish) per costruire un radiotelescopio per lo studio dei quasar. Scandagliando il cielo e ascoltando il rumore di fondo la Bell trovò un segnale pulsante regolare: aveva scoperto una stella Pulsar. Hewish si prese però il merito della scoperta e per questo gli fu perfino assegnato il Premio Nobel. La Bell ottenne comunque molti altri premi e ricevette molte lauree Honoris Causa. Attualmente è professoressa all'università di Oxford. Giovanna Tinetti nata a Torino nel 1972. Laureata all'Università di Torino in Fisica teorica occupandosi di particelle atomiche, si trasferisce ben presto al California Institute of Tecnology e successivamente al Jet Propulsion Laboratory della Nasa. Attualmente è professore ordinario di astrofisica allo University College London, dove coordina un gruppo di ricerca sui pianeti extrasolari finanziato dalla Royal Society e dall'European Research Council. Nel 2011 ha vinto la medaglia Moseley dell'Istituto di Fisica per la scoperta di acqua, metano e altre molecole nell'atmosfera di pianeti al di fuori del sistema solare. Nel 2013 è uscito il suo primo libro di divulgazione scientifica in italiano "I pianeti extrasolari" edito dalla casa editrice "Il Mulino". Ha pubblicato più di 100 articoli e libri scientifici ed è uno degli editori della rivista "Icarus" della Società Astronomica Americana-Divisione Scienze Planetarie. Il 14 maggio 2014 al Planetario di Milano, ha tenuto una interessante conferenza: "Alla scoperta di nuovi mondi nella nostra galassia". Nonostante la scarsa [se non assente] documentazione scritta nel campo della storia dell’astronomia, lo studio dei documenti custoditi in diversi osservatori e università mostra che è esistito un buon numero di donne che con il loro lavoro, retribuito o gratuito, hanno contribuito in modo efficace alla concezione che noi oggi abbiamo dell’universo osservato. Con questa presentazione si contribuisce ad aggiungere un tassello per costruire il passato delle donne astronome che, come in altri ambiti del sapere, è poco conosciuto. Ci siamo soffermate sui profili di 34 astronome eccezionali di differenti epoche e paesi e che per il loro contributo all’avanzamento della scienza hanno meritato di uscire dall’anonimato e avere uno spazio nella storia, molte ne rimangono da riscoprire e apprezzare per il loro lavoro e il loro contributo. Ringrazio tutte le donne che hanno avuto il coraggio di perseguire i loro desideri e i loro sogni, con la costanza, la dedizione e l'esempio per le future generazioni. Maria Rosa CAMPI Un particolare ringraziamento al nostro Prof. Luigi FERIOLI per l'idea di questa presentazione. Informazioni e foto attinte da vari siti di Astronomia e Wikipedia