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i fattori che hanno favorito il processo di integrazione volontà degli

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i fattori che hanno favorito il processo di integrazione volontà degli
Università di Pavia
I FATTORI CHE HANNO FAVORITO IL PROCESSO
DI INTEGRAZIONE
VOLONTÀ DEGLI EUROPEI DI TROVARE UNA SOLUZIONE CHE
ASICURASSE LA PACE DOPO LE DUE GUERRE MONDIALI
PROBLEMA TEDESCO
VOLONTÀ DEGLI STATI UNITI DI CREARE UNA ZONA DI
STABILITÀ (PIANO MARSHALL)
IL PROCESSO DI INTEGRAZIONE EUROPEA COSTITUISCE IL
TENTATIVO DI RISOLVERE I PROBLEMI MANIFESTATISI GIÀ
DOPO IL PRIMO CONFLITTO MONDIALE CON STRUMENTI
DIFFERENTI
Università di Pavia
ELEMENTI CHE HANNO INFLUENZATO IL
PROCESSO DI INTEGRAZIONE
FATTORI ESTERNI:
EQUILIBRIO DI POTERE A
LIVELLO MONDIALE
INFLUENZA DEGLI STATI
UNITI COME OCCASIONE
E LIMITE DEL PROCESO
DI INTEGRAZIONE
FATTORI INTERNI:
ALLARGAMENTO DELLA
COMUNITÀ E INGRESSO DI
STATI CON UNA VISIONE
PIÙ ECONOMICA CHE
POLITICA DEL PROCESSO
Università di Pavia
LE GRANDI FASI DEL PROCESSO DI
INTEGRAZIONE EUROPEA
1) ANNI ’50: FORTE IMPRONTA POLITICA.
2) DAL TRATTATO CEE A MAASTRICHT: FASE EVOLUTIVA, MA
GRADUALISMO. L’ATTO UNICO ACCENTUA LE FORME DI
INTEGRAZIONE “NEGATIVA”
3) DA MAASTRICHT IN POI: CRISI
CONTEMPORANEAMENTE: PROGRESSIVO AUMENTO DEI
MEMBRI DELL’UE. DIALETTICA
APPROFONDIMENTO/ALLARGAMENTO (N. B. NECESSARIO
L’ACCORDO DI TUTTI GLI STATI MEMBRI)
Università di Pavia
LA PRIMA FASE: CECA E CED
JEAN MONNET: PROPOSTA DI PORRE LE RISORSE CARBOSIDERURGICHE FRANCO-TEDESCHE SOTTO IL CONTROLLO DI
UN’ AUTORITÀ SOVRANAZIONALE
TRATTATO ISTITUTIVO DELLA COMUNITÀ EUROPEA
DEL CARBONE E DELL’ACCIAIO, ENTRATO IN VIGORE
NEL 1952 (FRANCIA, GERMANIA, ITALIA, OLANDA,
BELGIO, LUSSEMBURGO)
NASCE IL COSIDDETTO METODO COMUNITARIO (ORGANI DI
INDIVIDUI, DECISIONI VINCOLANTI E A MAGGIORANZA,
CONTROLLO GIURISDIZIONALE)
CONTEMPORANEAMENTE: PROGETTO DI UNA COMUNITÀ
EUROPEA DI DIFESA (CED), CHE FALLISCE NEL 1954
LA SECONDA FASE: I PICCOLI PASSI
Università di Pavia
1957: FIRMATI I TRATTATI ISTITUTIVI DI COMUNITÀ ECONOMICA
EUROPEA E DI EURATOM (ENTRATI IN VIGORE NEL 1958 TRA
FRANCIA, GERMANIA, ITALIA, BELGIO, OLANDA E
LUSSEMBURGO)
INTEGRAZIONE ECONOMICA COME VIA PER GIUNGERE
ALL’INTEGRAZIONE POLITICA. MISURE DI INTEGRAZIONE
POSITIVA E DI INTEGRAZIONE NEGATIVA
SI MANIFESTA LA PRIMA CONTRADDIZIONE: NON
C’ È VERA INTEGRAZIONE SE NON SI CREA UN
MERCATO UNICO NEL QUALE SIANO ELIMINATI
TUTTI GLI OSTACOLI AGLI SCAMBI
LA SECONDA FASE: L’ATTO UNICO
Università di Pavia
FIRMATO NEL 1986 E RATIFICATO NEL 1987
RAPPRESENTA LA PRIMA FASE DELL’APPROFONDIMENTO (V.
ART. 48 TUE)
SEGUE IL PROGETTO DI TRATTATO DEL 1984 CHE AVREBBE
DETERMINATO UNA SVOLTA NEL PROCESSO DI INTEGRAZIONE
SI FONDA SOPRATTUTTO SU MISURE DI INTEGRAZIONE
NEGATIVA
NEL FRATTEMPO (1973, 1981 E 1986): INGRESSO NELLA CEE DI GRAN
BRETAGNA, IRLANDA, DANIMARCA, GRECIA, SPAGNA, PORTOGALLO
(EUROPA A 12)
Università di Pavia
LA SECONDA FASE: IL TRATTATO DI
MAASTRICHT
CONTRADDIZIONE: NON ESISTE UN VERO MERCATO UNICO SE
GLI SCAMBI SONO OSTACOLATI DALL’ESISTENZA DI 12
MONETE NAZIONALI
TRATTATO DI MAASTRICHT: FIRMATO NEL 1992 ED ENTRATO IN
VIGORE NEL 1993
FISSA LE TAPPE PER GIUNGERE ALLA MONETA UNICA
DÀ VITA ALL’UNIONE EUROPEA (CE + PESC + GAI)
INTRODUCE LA CITTADINANZA EUROPEA
ACCRESCE I POTERI DEL PARLAMENTO EUROPEO
L’UNIONE EUROPEA
Università di Pavia
COMUNITÀ
EUROPEA
POLITICA ESTERA E DI
SICUREZZA COMUNE
GIUSTIZIA E
AFFARI INTERNI.
OGGI
COOPERAZIONE
DI POLIZIA E IN
MATERIA PENALE
TRATTATO SULL’UNIONE EUROPEA + TRATTATO ISTITUTIVO
DELLA COMUNITÀ EUROPEA
Università di Pavia
LE TAPPE DELL’UNIONE ECONOMICA E
MONETARIA
FASE 1: LIBERALIZZAZIONE DEI MOVIMENTI DI CAPITALI
FASE 2: RAFFORZAMENTO DELLA COOPERAZIONE TRA BANCHE
CENTRALI NAZIONALI E COORDINAMENTO DELLE POLITICHE
MONETARIE NAZIONALI
FASE 3: PASSAGGIO ALLA MONETA UNICA: IN UN PRIMO
MOMENTO RIMANGONO FUORI GRAN BRETAGNA, SVEZIA,
DANIMARCA E GRECIA. LA GRECIA IN UN SECONDO MOMENTO
VIENE AMMESSA
L’EURO INIZIA A CIRCOLARE IL 1.1.2002
OGGI FANNO PARTE DELLA ZONA EURO ANCHE SLOVENIA,
MALTA, CIPRO E SLOVACCHIA
LA TERZA FASE: LA CRISI
Università di Pavia
1995: INGRESSO DI AUSTRIA, SVEZIA, FINLANDIA (EUROPA
A 15)
TRATTATO DI AMSTERDAM (1997-1999) E TRATTATO DI NIZZA
(2001-2003): NON AFFRONTANO I NODI ANCORA DA
SCIOGLIERE (POLITICA ECONOMICA E FISCALE …)
PASSI AVANTI MINIMI (ES. COOPERAZIONI RAFFORZATE)
TRATTATO CHE ADOTTA UNA COSTITUZIONE PER
L’EUROPA E TRATTATO DI LISBONA: NON ENTRANO IN
VIGORE A CAUSA DEL RISULTATO NEGATIVO DEI
REFERENDUM FRANCESE, OLANDESE E IRLANDESE.
Università di Pavia
IL PASSAGGIO DAL TRATTATO CHE ADOTTA UNA
COSTITUZIONE PER L’EUROPA AL TRATTATO DI
LISBONA
TRATTATO CHE ADOTTA UNA COSTITUZIONE PER L’EUROPA:
CONVENZIONE + CONFERENZA INTERGOVERNATIVA.
SOSTITUIVA INTERAMENTE I TRATTATI PREESISTENTI
NEL FRATTEMPO: INGRESSO DI REPUBBLICA CECA,
SLOVACCHIA, UNGHERIA, POLONIA, LETTONIA, ESTONIA,
LITUANIA, MALTA, CIPRO, SLOVENIA (2004) + ROMANIA E
BULGARIA (2007)
TRATTATO DI LISBONA: NON SI UTILIZZA IL METODO DELLA
CONVENZIONE E NON SI CHIAMA COSTITUZIONE UNO
STRUMENTO CHE IN REALTÀ È UN TRATTATO.
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