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Presentazione BES

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Presentazione BES
Dall’integrazione
All’inclusione
BES (Special Educational Needs)
1
Premessa
I principi che sono alla base del nostro modello di
integrazione scolastica (assunto a punto di riferimento per le
politiche di inclusione in Europa e non solo) hanno
contribuito a fare del sistema di istruzione italiano un luogo di
conoscenza, sviluppo e socializzazione per tutti,
sottolineandone gli aspetti inclusivi piuttosto che quelli
selettivi.
Forte di questa esperienza, il nostro Paese è ora in grado,
passati diversi decenni dalla Legge n. 517 del 1977, che diede
avvio all’integrazione scolastica, di considerare le criticità
emerse e di valutare, con maggiore cognizione, la necessità di
ripensare alcuni aspetti dell’intero sistema.
2
Gli alunni con disabilità si trovano inseriti all’interno di un
contesto sempre più variegato, dove la discriminante
tradizionale (alunni con disabilità /alunni senza disabilità)
non rispecchia pienamente la complessa realtà delle
nostre classi.
Anzi, è opportuno assumere un approccio decisamente
educativo, per il quale l’identificazione degli alunni con
disabilità non avviene sulla base della eventuale
certificazione, che certamente mantiene utilità per una
serie di benefici e di garanzie, ma allo stesso tempo
rischia di chiuderli in una cornice ristretta.
3
A questo riguardo è rilevante l’apporto, anche sul piano
culturale, del modello diagnostico ICF (International
Classification of Functioning) dell’OMS, che considera la
persona nella sua totalità, in una prospettiva bio-psicosociale.
Fondandosi sul profilo di funzionamento e sull’analisi del
contesto, il modello ICF consente di individuare i Bisogni
Educativi Speciali (BES) dell’alunno prescindendo da
preclusive tipizzazioni.
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I Bisogni Educativi Speciali
L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di
quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit.
In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta
di speciale attenzione per una varietà di ragioni:
svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di
apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici,
difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e
della lingua italiana perché appartenenti a culture
diverse.
Nel variegato panorama delle nostre scuole la
complessità delle classi diviene sempre più evidente.
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Alunni con disturbi specifici
Gli alunni con competenze intellettive nella norma o anche
elevate, che, per specifici problemi, possono incontrare
difficoltà a Scuola, devono essere aiutati a realizzare
pienamente le loro potenzialità.
Fra essi, alunni e studenti con DSA (Disturbo Specifico
dell’Apprendimento) sono stati oggetto di importanti
interventi normativi, che hanno ormai definito un quadro
ben strutturato di norme tese ad assicurare il loro diritto
allo studio. La Legge n. 170/2010, in tal senso,
rappresenta un punto di svolta poiché apre un diverso
canale di cura educativa, concretizzando i principi di
personalizzazione dei percorsi di studio enunciati nella
Legge n. 53/2003,
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Perché parliamo di BES ?
Perché c’è una normativa ben precisa
che… ci fa capire che è ora di attuare una
SCUOLA INCLUSIVA
Direttiva MIUR del 27 Dicembre
2012
“Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può
manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici,
biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali,
rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano
adeguata e personalizzata risposta.
Va quindi potenziata la cultura dell’inclusione, e ciò anche
mediante un approfondimento delle relative competenze
degli insegnanti curricolari, finalizzata ad una più stretta
interazione tra tutte le componenti della comunità
educante.”
Chi sono i BES?
Dalla direttiva del 27 dicembre 2012
“... ogni alunno, in continuità o per determinati
periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o
per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per
motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario
che le scuole offrano adeguata e personalizzata
risposta.”
Cosa dice la normativa ?
 Costituzione Italiana
art. 34 “La scuola è aperta a tutti”
 Direttiva MIUR del 27 Dicembre 2012
“Strumenti di intervento per alunni con Bisogni
Educativi Speciali e organizzazione territoriale
per l’inclusione scolastica”
 C.M. n.8 del 6 marzo 2013
Indicazioni operative
Cosa dice la normativa ?
Direttiva MIUR del 27 Dicembre
2012
“Strumenti di intervento per alunni con Bisogni
Educativi Speciali e organizzazione territoriale per
l’inclusione scolastica”
C.M. n.8 del 6 marzo 2013
specifica che:
La Direttiva del 27 dicembre 2012 estende a tutti gli
studenti in difficoltà il diritto alla personalizzazione
dell’apprendimento, richiamandosi espressamente
ai principi enunciati dalla Legge 53/2003.
C.M. n.8 del 6 marzo 2013
specifica che:
La Direttiva del 27 dicembre 2012 ridefinisce e completa
il tradizionale approccio all’integrazione scolastica,
basato sulla certificazione della disabilità, estendendo il
campo di intervento e di responsabilità di tutta la
comunità educante all’intera area dei Bisogni
Educativi Speciali (BES), comprendente:
svantaggio sociale e
- culturale,
disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi
evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non
conoscenza della cultura e della lingua italiana perché
appartenenti a culture diverse.
C.M. n.8 del 6 marzo 2013
prefigura:
Strumento privilegiato è il percorso individualizzato e
personalizzato, redatto in un Piano Didattico Personalizzato (PDP),
che ha lo scopo di definire, monitorare e documentare,
secondo un’elaborazione collegiale, corresponsabile e
partecipata, le strategie di intervento più idonee e i criteri di
valutazione degli apprendimenti.
C.M. n.8 del 6 marzo 2013
prefigura:
 L’attivazione del Gruppo di lavoro e di studio
d’Istituto (GLHI) che assume la denominazione di
Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI), con il
preciso compito di elaborare una proposta di Piano
Annuale per l’Inclusione (PAI) riferito a tutti gli alunni
con BES
 L’inserimento nel
POF della scuola di
un concreto impegno programmatico per l’inclusione
C.M. n.8 del 6 marzo 2013
prefigura:
 Il compito doveroso dei Consigli di classe è indicare
in quali altri casi sia opportuna e necessaria l'adozione
di
una personalizzazione della didattica ed
o
eventualmente
di misure compensative
dispensative, nella prospettiva di una presa in carico
globale ed inclusiva di tutti gli alunni.
I BES
Possiamo distinguere tre grandi
categorie:
DISABILITÀ (L. 104/1992)
DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI ( da distinguere in
DSA/deficit del linguaggio, delle abilità non verbali della
coordinazione motoria, disturbo dell’attenzione e dell’
iperattività)
SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO, LINGUISTICO E
CULTURALE
“Disturbi evolutivi specifici”
Intendiamo, oltre i disturbi specifici dell’apprendimento,
anche i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali,
della coordinazione motoria, ricomprendendo, per la
comune origine nell’età evolutiva, anche quelli
dell’attenzione e dell’iperattività, mentre il
funzionamento intellettivo limite può essere considerato
un caso di confine fra la disabilità e il disturbo specifico.
18
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Tutte queste differenti problematiche, ricomprese nei
disturbi evolutivi specifici, non vengono o possono non
venir certificate ai sensi della Legge n. 104/92, non dando
conseguentemente diritto alle provvidenze ed alle misure
previste dalla stessa legge quadro, e tra queste,
all’insegnante per il sostegno.
La Legge n. 170/2010, in tal senso, rappresenta un punto di svolta
poiché apre un diverso canale di cura educativa, concretizzando i
principi di personalizzazione dei percorsi di studio enunciati nella
Legge n. 53/2003,
nella prospettiva della “presa in carico” dell’alunno con BES da parte
di ciascun docente curricolare e di tutto il team di docenti coinvolto,
non solo dall’insegnante per il sostegno.
19
15
Tuttavia, è bene precisare che alcune tipologie di disturbi,
non esplicitati nella Legge n. 170/2010, danno diritto ad
usufruire delle stesse misure ivi previste in quanto
presentano problematiche specifiche in presenza di
competenze intellettive nella norma.
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17
Si tratta, in particolare, dei disturbi con specifiche problematiche
nell’area del linguaggio (disturbi specifici del linguaggio o, più in
generale, presenza di bassa intelligenza verbale associata ad alta
intelligenza non verbale) o, al contrario, nelle aree non verbali (come
nel caso del disturbo della coordinazione motoria, della disprassia, del
disturbo non-verbale o, più in generale, di bassa intelligenza non
verbale associata ad alta intelligenza verbale, qualora però queste
condizioni compromettano sostanzialmente la realizzazione delle
potenzialità dell’alunno) o di altre problematiche severe che possono
compromettere il percorso scolastico (come per esempio un disturbo
dello spettro autistico lieve, qualora non rientri nelle casistiche
previste dalla Legge 104).
21
18
Alunni con deficit da disturbo dell’attenzione e
dell’iperattività
L’acronimo A.D.H.D. (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è
corrispondente all’acronimo che si usava per l’Italiano di D.D.A.I. –
Deficit da disturbo dell’attenzione e
dell’iperattività.
L’ADHD, che si può riscontrare anche spesso associato ad un DSA o ad
altre problematiche, ha una causa
neurobiologica e genera difficoltà di pianificazione, di apprendimento
e di socializzazione con i coetanei.
Si è stimato che il disturbo, in forma grave tale da compromettere il
percorso scolastico, è presente in circa l’1% della popolazione
scolastica, cioè quasi 80.000 alunni [fonte Istituto Superiore di Sanità
(I.S.S.)]
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19
Alunni con deficit da disturbo dell’attenzione e
dell’iperattività
Con notevole frequenza l'ADHD è in comorbilità con uno o
più disturbi dell’età evolutiva:
-disturbo oppositivo provocatorio;
-disturbo della condotta in adolescenza;
-disturbi specifici dell'apprendimento;
-disturbi d'ansia;
-disturbi dell'umore, etc.
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Alunni con deficit da disturbo dell’attenzione e
dell’iperattività
Il percorso migliore per la presa in carico del bambino/ragazzo con
ADHD si attua senz’altro quando è presente una sinergia fra
famiglia, scuola e clinica.
Le informazioni fornite dagli insegnanti hanno una parte
importante per il completamento della diagnosi e la collaborazione
della scuola è un anello fondamentale nel processo riabilitativo.
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Funzionamento cognitivo minimo
Anche gli alunni con potenziali intellettivi non ottimali, descritti
generalmente con le espressioni di funzionamento cognitivo
(intellettivo) limite (o borderline), ma anche con altre espressioni
(per es. disturbo evolutivo specifico misto, codice F83) e specifiche
differenziazioni, qualora non rientrino nelle previsioni
delle Leggi 104/92 o 170/2010, richiedono particolare considerazione.
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Adozione di strategie di intervento per i BES
È evidente la necessità di elaborare un percorso
individualizzato e personalizzato per alunni e studenti con
bisogni educativi speciali, anche attraverso la redazione di
un Piano Didattico Personalizzato, individuale o anche
riferito a tutti i bambini della classe con BES, ma
articolato, che serva come strumento di lavoro in itinere
per gli insegnanti ed abbia la funzione di documentare alle
famiglie le strategie di intervento programmate.
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Adozione di strategie di intervento per i BES
Le scuole, con determinazioni assunte dai Consigli di
classe, risultanti dall’esame della documentazione clinica
presentata dalle famiglie e sulla base di considerazioni di
carattere psicopedagogico e didattico, possono avvalersi
per tutti gli alunni con bisogni educativi speciali degli
strumenti compensativi e delle misure dispensative
previste dalle disposizioni attuative della Legge n.
170/2010 (D.M. 12 luglio/2011), meglio
descritte nelle allegate Linee guida.
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Cosa è richiesto alla scuola?
Come individuare un alunno con BES?
In base ad una diagnosi
Decisione del C.d.C. o team docenti, partendo
dalle informazioni fornite dalla famiglia
attraverso una diagnosi o attraverso altra
documentazione clinica.
Su decisione della scuola (senza diagnosi)
La scuola si attiva autonomamente, con
decisione del C.d.C. o team docenti, partendo
dai bisogni educativi emersi e dalla necessità
di formalizzare un percorso personalizzato.
Cosa è richiesto alla scuola?
• Per gli altri alunni con B.E.S. i Consigli di Classe hanno
l’obbligo di personalizzare la didattica, anche
misure
compensative
e/o dispensative
adottando
 STRUMENTO PRIVILEGIATO E’ IL P.D.P., inteso come
 percorso individualizzato che consente di:
 definire,
monitorare,
documentare
le
strategie
di
intervento più idonee,
sulla base di una elaborazione
collegiale, corresponsabile e partecipata
Cosa è richiesto alla scuola?
Collaborazione con le FAMIGLIE
« È necessario che l’attivazione di un percorso
individualizzato e personalizzato per un alunno con
Bisogni Educativi Speciali sia deliberata in Consiglio di
classe - ovvero, nelle scuole primarie, da tutti i
componenti del team docenti - dando luogo al PDP,
firmato dal Dirigente scolastico (o da un docente da questi
specificamente delegato), dai docenti e dalla famiglia.
Nel caso in cui sia necessario trattare dati sensibili per
finalità istituzionali, si avrà cura di includere nel PDP
apposita autorizzazione da parte della famiglia.»
Cosa è richiesto alla scuola?
Istituzione del GLI (gruppo di lavoro per
l’inclusione)
Gruppo allargato che non comprenderà
solo i docenti di sostegno, ma anche
funzioni strumentali, docenti
disciplinari, assistenti educativi –
culturali
Cosa è richiesto alla scuola?
Il GLI dovrà
•Trattare le questioni relative a tutti gli alunni
con BES certificati e non.
•Programmare un utilizzo funzionale delle
risorse presenti nella scuola (laboratori,
strumenti, risorse umane..) per la
realizzazione di un progetto di inclusione
condiviso con docenti, le famiglie e i servizi
socio sanitari
Cosa è richiesto alla scuola?
...il GLI dovrà
•Predisporre un piano di intervento per gli alunni con
disabilità
•Predisporre un piano di intervento per gli alunni con
DSA
•Predisporre un piano di intervento per gli alunni con
DDAI (disturbi di attenzione e iperattività – inglese
ADHD)
•Coordinarsi con i vari Consigli di classe per stendere
un piano di intervento per gli alunni con BES non
certificati o certificabili.
Cosa è richiesto alla scuola?
Compiti dei Consigli di classe:
•Individuare gli alunni con BES nell’area dello
svantaggio socio-economico, linguistico, culturale.
Nella circ.8/13 si legge “tali tipologie di BES
dovranno essere individuate sulla base di elementi
oggettivi (ad es. segnalazioni da parte dei servizi
sociali, ma anche su ben fondate considerazioni
pedagogiche e didattiche”
Predisporre un piano didattico personalizzato
Cosa è richiesto alla scuola?
Come predisporre un PDP ?
Il consiglio di classe, individuati gli alunni con BES,
collegialmente :
 individua le carenze/problemi/bisogni educativi
dell’alunno
• programma gli interventi/attività/laboratori Ogni
docente si impegna per quanto riguarda la sua area
disciplinare e per quanto riguarda gli
obiettivi trasversali a “attivare” quanto programmato e
nei tempi previsti.
Cosa è richiesto alla scuola?
Il Consiglio di classe verifica e valuta l’efficacia degli
interventi programmati e di
conseguenza prosegue o modifica e/o amplia la
tipologia di interventi.
Il GLI incontrerà, periodicamente, i
coordinatori/docenti delle classi con alunni con BES per
una verifica e valutazione su quanto fatto e sui risultati
degli interventi relativi agli alunni con disabilità/ con
DSA/ con altri bisogni
speciali.
Quali strategie adottare?
Le metodologie e le strategie didattiche devono essere volte a:
 ridurre






al minimo i modi tradizionali “di fare scuola”
(lezione
frontale, completamento di
schede che richiedono
ripetizione di nozioni o applicazioni di regole memorizzate,
successione di spiegazione-studio interrogazioni …)
sfruttare i punti di forza di ciascun alunno, adattando i
compiti agli stili di apprendimento degli studenti e dando varietà
e opzioni nei materiali e nelle strategie d’insegnamento
utilizzare mediatori didattici diversificati (mappe, schemi,
immagini)
collegare l’apprendimento alle esperienze e alle conoscenze pregresse
degli studenti
favorire l’utilizzazione immediata e sistematica delle conoscenze e
abilità, mediante attività di tipo laboratoriale
sollecitare la rappresentazione di idee sotto forma di mappe da
utilizzare come facilitatori procedurali nella produzione di un compito
far leva sulla motivazione ad apprendere
Torniamo ai DSA…e
approfondiamo
Cosa si intende per DSA?
E’ un Disturbo che determina difficoltà
a volte molto rilevanti nell’acquisizione
delle cosiddette abilità scolastiche
(difficoltà negli automatismi):
 lettura
 scrittura
 calcolo
ovvero di quelle abilità che costituiscono
il nucleo principale dell’istruzione, almeno
nei primi anni di scolarizzazione
Nello specifico…
Dislessia Evolutiva: quando un
bambino, esposto a normale
iter scolastico, non sviluppa o
sviluppa in maniera molto
incompleta o con grandi
difficoltà la capacità di
identificare in modo
automatico la parola scritta.
Nello specifico…
Disortografia Evolutiva: quando
un bambino, dopo un congruo
tempo di istruzione continua,
non apprende o apprende in
maniera incompleta o con
grandi difficoltà la capacità di
scrivere correttamente in modo
automatico.
Nello specifico…

Discalculia Evolutiva: quando
un bambino, dopo un tempo
elevato di istruzione continua,
non raggiunge o raggiunge in
maniera incompleta livelli di
rapidità e di correttezza in
operazioni di calcolo e di
processamento numerico.
Le disabilità d’apprendimento
provocano, in bambini
intellettualmente vivaci,
DEI CONTRACCOLPI PSICOLOGICI:
Perdita dell’autostima
Tendenza ad assumere ruoli aggressivi
per compensare la difficoltà
Regressione
………………………
I DSA spesso sono accompagnati da
manifestazioni psicologiche..
..in particolare da
ANSIA DA PRESTAZIONE
FOBIA SCOLASTICA
EVITAMENTO DELL’ATTIVITA’
DISTURBI DEL COMPORTAMENTO
DEPRESSIONE INFANTILE
Le cause:
Lo sviluppo delle conoscenze scientifiche ha permesso di stabilire che si
tratta di una caratteristica costituzionale, determinata biologicamente
e non dovuta a problemi psicologici o a disagio socio-culturale
Se prendiamo un alunno dalla mente
sveglia e
non gli permettiamo di imparare, lui è preso
dal desiderio di dimostrare che non è l’unico
a fare fatica…è subito pronto a sottolineare
gli errori degli altri…a ridere…a fare il
pagliaccio
CI SONO SOSPETTI DI DISLESSIA
…
Cosa fare
- PARLARE CON I GENITORI
- PARLARE CON IL DIRIGENTE SCOLASTICO
- RIVOLGERSI ATTTRAVERSO LA FAMIGLIA AGLI
SPECIALISTI per:
 UNA DIAGNOSI
-
UNA EVENTUALE TERAPIA LOGOPEDICA
-
UNA TERAPIA DI SOSTEGNO PSICOLOGICO (utile per i
ragazzini più grandi)
INDICATORI PER GLI
INSEGNANTI
Elementi da osservare nella Scuola dell’Infanzia:
 Disturbo del linguaggio;
 Inadeguatezza nei giochi metafonologici;
 Difficoltà a memorizzare filastrocche;
 Difficoltà nella manualità fine;
 Goffagine nel vestirsi, allacciarsi le scarpe,
ecc..;
 Inadeguato riconoscimento destra / sinistra
INDICATORI PER GLI
INSEGNANTI
Elementi da osservare nella Scuola Primaria:
 Difficoltà a memorizzare sequenze ( mesi, giorni, ordine
alfabetico,…);
 Difficoltà a copiare dalla lavagna;
 Utilizzo difficoltoso dello spazio-pagina;
 Lentezza nell’acquisizione del codice alfabetico e della
corrispondenza grafema/fonema;
 Scrittura speculare di grafemi e numeri;
 Errori fonologici nella fase alfabetica della scrittura
(inversioni, sostituzioni, omissioni, intrusioni);
 Difficoltà con i digrammi e trigrammi;
 Scarsa competenza metafonologica ;
 Difficoltà grafo-motorie;
INDICATORI PER GLI
INSEGNANTI
 Lettura lenta con errori (salti di riga, ripetizione di riga,
confusione tra grafemi p/b/d; a/e/o; u/n; m/n);
 Difficoltà di calcolo a mente entro il 10;
 Lentezza ed errori nella enumerazione all’indietro da 20 a 0;
 Difficoltà nella lettura e scrittura dei numeri ad una cifra;
 Difficoltà a memorizzare le procedure delle operazioni
aritmetiche;
 Difficoltà di attenzione;
 Racconta i fatti quotidiani con occhi particolari e in tempi
lunghi perdendo spesso l’uso di termini anche di uso
quotidiano (disnomia);
 Difficoltà nella lettura dell’orologio;
INDICATORI PER GLI
INSEGNANTI
 Difficoltà nel ricordare le date importanti o il
proprio numero di telefono;
 Difficoltà nel pianificare ed organizzare le
proprie attività;
 Difficoltà nella gestione del tempo;
 Ha poca autostima e sicurezza di sé.
STRUMENTI COMPENSATIVI
E MISURE DISPENSATIVE
Nei confronti degli alunni con Disturbi Specifici
dell’Apprendimento (segnalati dagli specialisti)
STRUMENTI COMPENSATIVI E
DISPENSATIVI
Proprio per tutte le difficoltà che deve vivere un
alunno con DSA nelle varie attività scolastiche
esistono degli strumenti COMPENSATIVI che lo
possono rendere autonomo. Questo è un
obiettivo importante perché se riesce “a far da
solo” si sentirà come gli altri aumentando la sua
autostima e migliorando così le prestazioni.
STRUMENTI
COMPENSATIVI
 Computer: + controllo sintattico






+ controllo ortografico
+ sintesi vocale
tabella dei mesi, tabella dell’alfabeto e dei vari
caratteri
tabella delle misure, tabella delle formule
geometriche
tavola pitagorica
calcolatrice
audio registratore o lettore MP3 (con cuffia)
vocabolario multimediale
STRUMENTI COMPENSATIVI
 enciclopedia informatica multimediale su
CD ROM
 Libro parlato (centri)
 Audiolibro
 testi scolastici con allegati CD ROM
 testi in formato PDF – Biblioteca Digitale
A.I.D.
 scanner - OCR
 internet
STRUMENTI DISPENSATIVI
Parallelamente, in maniera commisurata alle
necessità individuali e all’entità del disturbo
di apprendimento, si dovrà garantire la
dispensa da alcune attività:
 Lettura a voce alta;
 scrittura veloce sotto dettatura;
 ricopiare dalla lavagna;
 uso del vocabolario;
 uso mnemonico delle tabelline;
STRUMENTI DISPENSATIVI
 dispensa, ove necessario, dallo studio delle
lingue straniere in forma scritta;
 programmazione di tempi più lunghi per prove
scritte ;
riduzione del carico di lavoro;
 interrogazioni programmate;
 valutazione delle prove scritte ed orali che
tengano conto del contenuto e non della forma.
E adesso proviamo noi a redigere un PdP…
simulando un reale CdC o team di docenti
SINTESI NORMATIVA
Riferimenti:
1. DIRETTIVA MINISTERIALE del 27 dicembre 2012;
2. CIRCOLARE MINISTERIALE n.8 del 6 marzo 2013;
3. NOTA prot.1551 del 27 giugno 2013 Piano Annuale per l’Inclusività-
Direttiva 27 dicembre 2012 e CM n.8/2013;
4. BOZZA DI CIRCOLARE DEL 20 SETTEMBRE 2013 Strumenti di intervento
per alunni con BES. Chiarimenti
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