“Dite: è faticoso frequentare i bambini. Avete ragione. Poi
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“Dite: è faticoso frequentare i bambini. Avete ragione. Poi
“Dite: è faticoso frequentare i bambini. Avete ragione. Poi aggiungete: perché bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, curvarsi, inclinarsi, farsi piccoli. Ora avete torto Non è questo che più stanca. E’ piuttosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti. Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi. Per non ferirli”. (Janusz Korczak) 1 INDICE PREMESSA pag. 3 I DIRITTI DEI BAMBINI AL NIDO pag. 5 IL SERVIZIO L’organizzazione del servizio Gli operatori del nido:organizzazioni, ruoli e funzioni Predisposizione degli spazi La nostra giornata tipo Il ruolo dell’educatrice La figura dell’operatrice ausiliaria pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. FINALITA’ Le iniziative per la valorizzazione delle differenze Le iniziative a favore dei bambini portatori di handicap pag. 12 pag. 12 pag. 13 L’ INSERIMENTO DEL BAMBINO AL NIDO pag. 15 L’ORGANIZZAZIONE DELLA GIORNATA EDUCATIVA: LE ROUTINE pag. 18 IL GIOCO pag. 21 IL COINVOLGIMENTO DELLA FAMIGLIA Strumenti di comunicazione internet pag. 23 pag. 25 LE ATTIVITA’ PROFESSIONALI La progettualità pedagogica e la programmazione didattica Continuità con la scuola dell’infanzia Documentazione Tracce d’infanzia: il diario del bambino pag. pag. pag. pag. pag. 2 6 6 7 7 9 10 11 26 26 27 27 28 PREMESSA Molti di noi, nei ricordi della prima infanzia, ritroveranno i soffioni, la brina sospesa in una ragnatela, le pozzanghere ghiacciate, l’erba inzuppata dalla rugiada del mattino... Ma i bambini che vivono in città sono spesso privati di queste semplici esperienze perché passano gran parte del tempo in casa o in ambienti poco interessanti, costruiti dagli adulti. Botteghino e i suoi abitanti hanno la fortuna di respirare la vita, cogliendone i dettagli. Qui si vive NELLA natura e CON la natura: per grandi e piccini, non è inusuale infatti, vedere da vicino daini, caprioli, cinghiali, lupi… ascoltare il fruscio delle foglie mosse dal vento, toccare la terra e sentirne il profumo. È in questo paesaggio che abbiamo voluto far nascere il nostro nido, proprio qui, DENTRO la natura; ed è all'interno del nido che i bambini da noi accolti cresceranno e faranno propria tale magnifica realtà. Durante la giornata i bambini apprenderanno le regole dello stare insieme e del condividere; insieme daremo valore alla parola, attraverso il racconto, le narrazioni, le fiabe; i bambini e i genitori vivranno il loro momento di sconforto e di paura, ma saranno prontamente sostenuti e coccolati, e insieme lo supereremo. Avremo a disposizione uno spazio aperto e sicuro dove i bambini potranno sperimentare, scoprire, toccare e sporcarsi: farà da sfondo la natura con i suoi rumori e i suoi silenzi, i suoi grigiori e i suoi colori. Abbiamo fortemente desiderato questo nido, spinte dall'idea che il bambino sia soggetto di diritti; primo fra tutti è il diritto a poter costruire armonicamente ed integralmente la propria personalità, soddisfacendo le proprie esigenze. Tali esigenze vanno soddisfatte in un contesto favorevole, che stimoli e promuova le esperienze relazionali in un clima affettivo sicuro, positivo, giocoso e gioioso. I bambini hanno bisogno di quella sicurezza affettiva che gli adulti riescono a garantirgli attraverso una relazione di ascolto-attenzionefiducia e che all'interno del nostro nido saranno favoriti da: - conoscenza degli ambienti e giornate scandite da momenti di routine, quindi riferimenti temporali e spaziali che stimolano l'autonomia del 3 bambino perché determinano un insieme di oggetti, odori, suoni, persone a lui riconoscibile; attenzione, cura disponibilità da parte di pedagogista ed educatrici che aiutano e sostengono il bambino e la sua famiglia ad affrontare questa esperienza importante e a superare i momenti più difficili; - si privilegia e favorisce il gioco spontaneo permettendo al bambino di scegliere tra diverse opportunità e possibili compagni di gioco. Il gioco è infatti il mezzo attraverso il quale i bambini apprendono, conoscono, agiscono, esprimono, essendo un'occasione continua e sempre nuova per entrare in contatto con la realtà, conoscerla e magari un po' modificarla. Questi i principi che ci guidano, perché pensiamo ai bambini come individui competenti, attivi, protagonisti. Abbiamo un'immagine forte, ricca e potenziale dell'infanzia con un corrispondente ruolo dell'adulto che agisce rispettando la singolarità e l'individualità di ogni bambino. 4 I DIRITTI DEI BAMBINI AL NIDO Diritto di esprimere se stesso Diritto di sporcarsi Diritto di parola Diritto all’autonomia Diritto di fantasticare Diritto di esplorare liberamente Diritto di giocare Diritto al silenzio Diritto alla diversità Diritto di scegliere 5 IL SERVIZIO Il nido aprirà all’utenza nel mese di Agosto 2011; è ubicato in via Zena n°64 nel Comune di Pianoro, località San Salvatore di Casola “Botteghino” (BO). Il micro-nido ospiterà 16 bambini di età compresa tra 12 e 36 mesi. Spazio interno di 144,31 mq così suddivisi: - 1 zona attività didattica/pranzo; - 1 zona attività didattica/movimento/riposo; - 1 cucina; - spogliatoio per adulti e servizi igienici annessi; - ufficio; - 1 zona servizi igienici/cambio; zona di accoglienza. Spazio esterno di 165,67 mq così suddivisi: - 104,93 mq pavimentati (pavimentazione in gomma e zona d’ombra a gazebo); 60,74 mq giardino L’organizzazione del servizio Calendario di apertura del servizio Il nido d’infanzia è di tipo part-time con possibilità di prolungamento pomeridiano in modalità di affido; è aperto all’utenza 12 mesi all’anno, dal lunedì al venerdì con servizio mensa incluso. Giorni di chiusura: una settimana durante le vacanze natalizie; vacanze pasquali; le prime tre settimane di agosto. 6 Orario di funzionamento Il micro-nido è aperto: dalle ore 7.30 alle ore 13.30; si prevede l’ingresso dalle 7.30 alle 9.00 e l’uscita dalle 13.00 alle 13.30. Il nido dalle ore 13.30 alle ore 17.30/18.00 assumerà la connotazione di “spazio bambini”. Gli operatori del nido: organizzazione, ruoli e funzioni Il personale all’interno del nostro nido comprende figure professionali diverse: educatrici, ausiliari, pedagogista, educatore motorio, esperti, psicologi. L’orario del personale educatore è di 30 ore. . mattino: dalle ore 7.30 alle ore 13.30 n. 2 educatrici + n. 1 ausiliaria . pomeriggio: dalle ore 13.30 alle ore 18.00 subentrano educatrici a progetto ed esperti per le attività dello spazio bambini. Tali turni permettono la compresenza delle educatrici in tutto l’arco della giornata. La pedagogista è presente tutte le mattine con il gruppo dei bambini ed è a disposizione dei genitori per colloqui individuali dalle ore 13,30 alle ore 15,30 in giornate da concordare. Predisposizione degli spazi Spazio accoglienza e uscita Ingresso allestito con sedie e tappeti colorati, nel quale genitori ed educatrici si scambiano informazioni sull'andamento della giornata del singolo bambino; in questo spazio sono inoltre presenti appendini e piccoli cassetti (contenenti i loro oggetti personali) contrassegnati dal nome e dal simbolo di ciascun bambino; appesa alla parete una bacheca per gli avvisi rivolti ai genitori. Aula di psicomotricità Gran parte della stanza è occupata da tappeti morbidi e cuscini dove i bambini possono fare capriole, saltare, coccolarsi ed essere coccolati, giocare liberamente o anche stare sdraiati a leggere un bel libro. 7 Per i più piccoli lo spazio morbido è fornito anche di uno specchio a parete ed un tappeto tattile. Sono inoltre messi a disposizione: -arredi e strutture che aiutano i bambini privi ancora di una buona motricità a conquistare una maggiore autonomia negli spostamenti e che stimolano l'esplorazione e la sperimentazione attiva dello spazio in tutta sicurezza; -oggetti e materiale ludico che si prestano alla manipolazione, all’esplorazione, allo sviluppo sensoriale: legnetti con superfici diversificate, bottiglie di plastica contenenti materiali vari, stoffe, scatoloni da esplorare, ecc. - Angoli di gioco allestiti giornalmente che stimolino in modo adeguato la crescita dei bambini (angolo del gioco simbolico, tappeto psicomotorio, spazio con i travestimenti ecc.) -Angolo relax di invito alla nanna e alla lettura di libri. Aula polifunzionale All'interno di quest'aula i bambini ritrovano: Zona per la pittura: offre un grande pannello in legno dove dipingere con tempere, colori a dita, acquerelli e dove colorare su grandi fogli con gessetti e pennarelli; utilizziamo pennelli, spugne, rulli ma anche mani e piedi. Zona dei tavoli: dove i bambini più grandi in gruppo o da soli fanno disegni, ritagliano, fanno collage; si possono comporre puzzle o svolgere giochi strutturati; offriamo ai nostri bambini anche la possibilità di manipolare materiali diversi e di varie consistenze (ad esempio acqua e farina, oppure pasta, riso, fagioli, lenticchie...) Le attività che i bambini svolgono al tavolo sono per la maggior parte realizzate con materiali di recupero (vasetti yogurt, rotoli carta igienica e carta assorbente, scampoli di stoffe e bottoni, bottiglie di plastica, tappi in plastica e in sughero...). In questi stessi tavoli i bambini pranzano: è un momento molto importante per ritrovarsi tutti insieme, grandi e piccoli. La strutturazione dello spazio sarà suscettibile a cambiamenti strutturali durante l’anno a seconda delle esigenze dei bambini. 8 Se il numero dei bambini lo permetterà sarà nostra volontà dividerli in due gruppi omogenei con attività specifiche per le varie età. La nostra giornata tipo 7,30-9,00 Entrata 9,00-9,30 Accoglienza 9,40-10,00 Facciamo merenda 10,00-11,00 Attività 11,00-11,20 Ci cambiamo, facciamo pipì e laviamo le mani 11,45 Pranzo 12,30-13,00 Gioco libero e momento di lettura 13,00-13,30 Uscita 13,30-15,30 Pedagogista a disposizione dei genitori per colloqui individuali. 16,00 Merenda 16,30-18,00 Laboratori pomeridiani. Uscita 9 Il ruolo dell'educatrice “In un contesto educativo tutti gli interventi, anche quelli che all’apparenza sembrerebbero banali e scontati, sono invece carichi di significati. Importante è che l’educatore coordini la regia educativa creando numerose opportunità di apprendimento. Non bisogna tanto considerare i saperi, quanto promuovere le condizioni per la loro conquista” (J. Bruner) L’ambiente educativo del nido deve presentarsi come luogo accogliente, relazionalmente ricco, capace di sostenere le risorse affettive dei piccoli, di accogliere e comprendere le difficoltà della separazione, di far fronte agli inevitabili sentimenti negativi che ad essa si accompagnano. E’ quindi importante che la relazione con il bambino comunichi riconoscimento, apprezzamento e incoraggiamento, attraverso un rapporto personalizzato che consenta capacità di risposta ai bisogni del bambino. Ogni educatrice ha il dovere di ricordare che i bambini sono soggetti attivi nel loro apprendimento, così come nel loro processo di costruzione di identità e di conoscenza e che hanno grandi capacità; ruolo importante dell’educatrice è proprio far sì che tali capacità emergano (ci piace sottolineare che il termine educare deriva da e- ducere cioè “tirare fuori” e non “mettere dentro”). Ciò è realizzabile sia se l’educatrice si pone come valido modello educativo di riferimento, sia se il nido si pone come luogo di relazione, di conoscenza e di partecipazione, in cui ad ogni singolo bambino viene riconosciuta la propria individualità. Questo richiede un continuo lavoro di gruppo, occorre la capacità di riflettere sui propri vissuti emotivi ed è necessaria la competenza metodologica nel preparare ambienti e percorsi adeguati alle esigenze dei bambini. L’educatrice deve agire con intenzionalità, mediante un atteggiamento disponibile ad accogliere dentro di sé le emozioni del piccolo, per restituirgliele trasformate in pensiero: tutto ciò è reso possibile dalla continua ed attenta osservazione dei significati che i bambini attribuiscono alle azioni e ai segni dell’esperienza al nido. L’empatia dunque è una dimensione dell’esperienza educativa in cui si riescono a comprendere i sentimenti e le emozioni di chi ci è vicino; 10 l’atteggiamento empatico dell'educatrice consente la valorizzazione delle azioni dei bambini tradotte in precise strategie: ricche interazioni verbali, ripetizioni delle attività di gioco, rilancio dell’esperienza in significati e dialoghi condivisi. Il nostro collettivo è quindi d’accordo su quale debba essere principalmente il nostro ruolo: un ruolo di regia educativa, in grado di ascoltare ed osservare senza necessariamente intervenire, di leggere i bisogni di ogni singolo per soddisfarli con comportamenti coerenti ma flessibili, ma soprattutto capace di mettersi in discussione e di dimenticare le proprie teorie di riferimento per stare veramente con i bambini. La figura dell'operatrice ausiliaria Quella dell’ausiliaria è una figura che entra e partecipa a pieno titolo al collettivo e all’elaborazione del progetto educativo del nido: alle sue mansioni di carattere tecnico manuale (garantisce l’igiene e la sanificazione di ambienti, materiali e oggetti) si affiancano compiti con funzione educativa(ausilio all’attività in sezione, collaborazione nei momenti di routine), entrando a far parte di quella rete di relazioni in cui è immerso il bambino. I compiti dell’operatrice ausiliaria possono essere così riassunti: Garantire la qualità strutturale e igienica degli ambienti; l’organizzazione e l’allestimento spaziale, sorretto dalle riflessioni pedagogiche condotte dalle educatrici, viene garantito con il supporto dell’ausiliaria. Garantire l’igiene e la sanificazione di materiali didattici e oggetti personali dei bambini (es. ciuccio). Controllare lo stato di manutenzione delle attrezzature e strumenti di lavoro. Predisporre i materiali e allestire spazi per le attività didattiche ludiche. Garantire il supporto necessario per lo svolgimento delle attività in sezione. Sorveglianza e “intrattenimento dei bambini durante l’attesa del cambio. 11 FINALITA' Il nido d'infanzia si fonda sull’idea determinante che la prima infanzia presenta forti potenzialità di sviluppo e che i bambini di questa età devono essere considerati come soggetti di diritti. Lo sviluppo, inteso come apprendimento e crescita, può avvenire soltanto attraverso la relazione con gli “altri significativi” e, in tal senso, il nido ha lo scopo di aiutare ogni bambina e ogni bambino a crescere in stato di benessere, ad acquisire le abilità, le conoscenze, le competenze affettive e relazionali utili per costruirsi un’esperienza di vita ricca, originale ed armonica. Le principali finalità del nido sono le seguenti: conquista dell'autonomia personale; contribuire alla socializzazione; favorire ed incrementare le capacità psico-motorie; favorire lo sviluppo affettivo e sociale; favorire lo sviluppo cognitivo; favorire la comunicazione verbale e il linguaggio. - continuare ed integrare l'attività della famiglia. Essenziale, perciò, risulta concepire ciascun bambino/a come un essere in continuo cambiamento nei diversi archi temporali che vanno dall’arco della giornata al corso delle settimane e dei mesi, e al corso degli anni. Sarà compito delle educatrici adeguare le attività e le routine alle esigenze mutanti dei piccolissimi. Il nido, pertanto, intende promuovere il diritto all’uguaglianza delle opportunità educative, nel rispetto della pluralità e della diversità delle culture familiari, e quindi, anche, l’accoglienza e l’integrazione di bambine e bambini che presentano difficoltà e/o disabilità, nella prospettiva della prevenzione dello svantaggio e della discriminazione. Le iniziative per la valorizzazione delle differenze La presenza di bambine e bambini stranieri nelle scuole è quasi sempre l’evento che fa scattare l’interesse per le tematiche legate all’educazione interculturale. Il rapporto con la famiglia proveniente da cultura diversa ha inizio con il 12 colloquio preliminare: sono momenti di conoscenza reciproca, terreno su cui si costruiscono le basi per un rapporto di stima e fiducia. Al fine di favorire l’integrazione dei bambini “stranieri” il nido pone l’importanza al valore dell'accoglienza, assumendo un atteggiamento di ascolto e disponibilità. La differenza e la diversità sono concepite come criterio valoriale, come risorsa nella consapevolezza delle specificità culturali. Il nido d’infanzia diviene il primo luogo di incontro e di confronto, nel quale i genitori stranieri possono uscire da una condizione di isolamento e di solitudine. Le iniziative a favore dei bambini portatori di handicap I servizi educativi per la prima infanzia, anche in collaborazione con i servizi sociali competenti delle Aziende Unità sanitarie locali e con i servizi sociali dei Comuni, garantiscono il diritto all’inserimento e all’integrazione dei bambini disabili, secondo quanto previsto all’art. 12 della legge 5 febbraio del 1992, n. 104 “Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate” e seguenti modifiche nonché di bambini in situazione di disagio relazionale e socioculturale. Il nido di infanzia accoglie tutti i bambini, anche quelli che sono in situazione di handicap grave o che presentano, comunque, disagi e difficoltà più o meno intense di adattamento e di apprendimento. Per essi, oltre che un diritto sociale e civile, costituisce un'opportunità educativa molto efficace. La presenza nel nido di bambini in situazione di handicap o di disagio, tuttavia, è fonte di una dinamica di rapporti e di interazioni così unica e preziosa da costituire, a sua volta, una significativa e rilevante occasione di maturazione per tutti. Grazie a questa presenza, infatti, non solo ogni bambino impara a considerare ed a vivere la diversità come una dimensione esistenziale e non come una caratteristica emarginante, ma è stimolato a ricercare inedite soluzioni relazionali, comunicative, didattiche ed organizzative che vanno a vantaggio di tutti perché ampliano gli orizzonti di possibilità disponibili a questi diversi livelli. Il nido offre ai bambini in situazioni di handicap e di disagio adeguate sollecitazioni educative, realizzando l’effettiva integrazione secondo uno 13 specifico progetto educativo e didattico, che costituisce parte integrante dell'ordinaria programmazione. L’osservazione attenta e puntuale, il riconoscimento e l’accoglienza del bambino portatore di handicap e/o disagio, il confronto con il coordinamento pedagogico, gli incontri con i referenti dell’ASL, gli incontri con i genitori, la verifica in itinere del lavoro svolto sono le modalità privilegiate affinché avvenga l’integrazione in un contesto di autentica relazione. 14 L'INSERIMENTO DEL BAMBINO AL NIDO L'inserimento costituisce l'inizio di un'esperienza complessa per il bambino, caratterizzata principalmente dal processo di separazione, dall'elaborazione del distacco dalla figura che fino ad allora si è presa cura di lui e dall'orientarsi verso nuove figure di riferimento. Se da un lato pensare al momento dell'ingresso del bambino in un contesto educativo rimanda ad un'idea di “distacco” dalle relazioni familiari e dalla sicurezza del proprio ambiente di vita, dall'altro evoca anche un'immagine di bambino che sperimenta nuovi livelli di autonomia e di indipendenza dai genitori. Letto in questa chiave, il momento dell'inserimento è allora un'occasione per il piccolo di misurarsi in un nuovo ambiente, di relazionarsi anche con altri adulti e con altri bambini. Non possiamo però non considerare anche la fatica che tutto questo può comportare per i bambini. Si tratta infatti di un'esperienza nuova che porta il piccolo a misurarsi con un ambiente poco conosciuto, che gli chiede di sapersi adattare a nuovi ritmi e nuovi tempi. Anche la madre d'altro canto, è coinvolta nel processo di inserimento e si trova nelle condizioni di dover elaborare il distacco, e nel contempo di costruire un rapporto di fiducia con le educatrici, che a loro volta sono implicate nella delicata gestione del rapporto con la coppia madre/bambino. Sottolineiamo allora, che anche per l'educatrice l'inserimento risulta essere un'esperienza faticosa da un punto di vista relazionale, difficile per le implicazioni emotive che la caratterizzano. Nonostante infatti l'educatrice possa contare su una buona preparazione teorica e su una più o meno lunga esperienza, resta pur sempre forte il coinvolgimento e l'emozione al momento dell'accoglienza e durante la gestione della separazione tra i bambini e i loro genitori. Sentirsi parte di un evento così emozionante e intenso come quello del distacco tra la mamma e il suo bambino, è un'esperienza delicata che coinvolge intimamente. Nell’effettuare l’ inserimento si seguono alcune procedure concordate collettivamente e condivise con il coordinamento pedagogico: 1. preparazione dell’inserimento in termini di mutua conoscenza tra nido e famiglie coinvolte, in modo che le reciproche immagini, 15 2. 3. 4. 5. 6. 7. esigenze ed aspettative possano già articolarsi su un piano di realtà; predisposizione dello spazio, attraverso l’ allestimento di “spazi gioco” contenuti ( nicchie ) ma capaci di sollecitare la curiosità dei bambini e la loro libera esplorazione; accoglienza di piccoli gruppi di bambini ( 4 bambini ) presenza del genitore all’ interno della sezione in modo tale da garantire: - al bambino sicurezza nell’ esplorazione e conoscenza del nuovo ambiente e la mediazione con le educatrici; - alle educatrici, di osservare e conoscere le dinamiche relazionali che caratterizzano la coppia madre/bambino; gradualità e rispetto dei tempi di distacco dalla figura familiare e di permanenza al nido. Solitamente i primi giorni il bambino rimane all’ interno della sezione per circa un ora; gradualmente i tempi di permanenza si allungano e quando vengono vissuti con tranquillità tutti i tempi della mattinata, la permanenza del bambino si estende prima al pranzo poi al sonno se richiesto dalle famiglie; rispetto e continuità delle abitudini del bambino; individuazione, da parte dell’educatrice, di momenti regolari ed individualizzati di intimità o situazioni rassicuranti in modo da farsi ricordare e riconoscere come figura significativa. Il modello pedagogico che sorregge le scelte educative e pedagogiche del servizio non prevede l’ adozione della figura di riferimento unica, ma opta per un sistema di riferimento multiplo, pur sempre stabile e continuo nel tempo, identificati primariamente dalle due educatrici sempre in compresenza. 8. suddivisione del grande gruppo in diversi gruppi ( iniziale che poi si consoliderà in due gruppi ) per evitare ansie indotte; 9. proposta di attività coinvolgenti e poco direttive che permettano all’ educatrice di essere “dentro e fuori”, di affiancarsi al gruppetto dei bambini che gioca, ma di poter garantire la opportuna disponibilità al/i bambino/i in inserimento; 10. adozione di un atteggiamento empatico con il genitore, accettando e contenendo le ansie per il distacco dal figlio/a. Il familiare viene regolarmente informato e rassicurato 16 dell'andamento dell'inserimento: ove possibile si invita il genitore ad osservare alcuni momenti di vita all'interno della sezione (osservazioni sempre protette dalla visione del bambino); gli si spiegano le condotte e le strategie che verranno attivate di volta in volta e durante per sostenere l'inserimento e favorire il distacco dalla figura familiare. 17 L'ORGANIZZAZIONE DELLA GIORNATA EDUCATIVA: LE ROUTINE Le routine costituiscono una serie di momenti che si ripetono nell’arco della giornata in maniera costante e ricorrente. Attraverso la ripetizione di determinate azioni, viene offerta ai bambini la possibilità di ritrovarsi in “contenitori”, temporali e spaziali, noti e rassicuranti che permettono loro di compiere i primi cambiamenti. I bambini hanno bisogno di ripetitività che dà loro sicurezza e permette di comprendere la realtà che li circonda. Le routine sono condizione di rafforzamento di abilità cognitive e comportamentali. Obiettivi delle routine: • Identificare costanti e ripetitività di alcune situazioni • Identificare spazi e luoghi • Individuare una sequenza temporale • Ripetere e riprodurre autonomamente sequenze di azioni • Soddisfare autonomamente le proprie necessità I bambini non avendo la concezione del tempo come quella di un adulto, riescono a capire ciò che accade e ad orientarsi temporalmente solo attraverso “ciò che accade prima e ciò che accade dopo”. L’accoglienza Il bambino, teniamolo ben presente, non decide di andare al nido, non comprende la scelta dei genitori ed è nostro compito assicurargli un’esperienza costruttiva che diventi per lui motivo di gioco e di crescita. L’accoglienza dei bambini e dei genitori viene fatta dalle educatrici in uno spazio comune, poi vengono lasciati il tempo e lo spazio necessari ad un distacco sereno. Il delicato passaggio dal genitore all'educatrice è bene che avvenga con un seppur minimo contatto fisico (dalla carezza all'abbraccio): ciò sostiene la tensione dovuta alla separazione. 18 Il cambio E' il momento di massima intimità individuale tra il bambino e l'educatrice; è un'occasione di forte relazione; l'educatrice offre al bambino la propria disponibilità affettiva attraverso gesti e parole che comunichino benessere e sicurezza. Giochi e sensazioni che attraverso la verbalizzazione dell'adulto oppure tramite l'utilizzo di cose (acqua fredda e calda, crema , sapone) provocano nel bambino varie sensazioni piacevoli e non , favoriscono una più profonda conoscenza del proprio corpo. Il pranzo L’alimentazione ha un ruolo nella vita di ognuno molto più profondo e complesso che non la soddisfazione di un bisogno primario. Il rapporto con il cibo deve essere visto, fin da quando il bambino è al nido, come un rapporto aperto dal quale emergono conflitti, conoscenze, esperienze e rapporti interpersonali. Infatti il cibo non ha soltanto la valenza di soddisfare un bisogno fisiologico, ma è anche il modo privilegiato attraverso il quale un bambino piccolo entra in contatto con la realtà; per questo è importante che non abbia paura di sporcarsi e ne sperimenti fin da subito il senso di piacere che ne deriva. Il sonno Oltre a preparare i lettini con lenzuolini e coperte adatte alla stagione, sarà cura dell’educatrice riporre su ciascun lettino ciucci, copertine personali, orsetti, cuscini portati da casa: questi oggetti, infatti, rievocano e ripropongono la sensazione di tranquillità e serenità che si può trovare tra le mura domestiche. Una volta che tutto è pronto, i bambini possono coricarsi sui propri lettini. A questo punto le educatrici pongono in essere alcuni piccoli accorgimenti che favoriscono il pisolino: - il primo elemento che si cerca di riproporre nella stanza della nanna è un ambiente tranquillo ed accogliente con temperatura mite, colori tenui, luci soffuse, lettini comodi e copertine adeguate alla stagione; - coprire il bambino, appena si corica supino, con la coperta e/ o il lenzuolino, sia per trasmettergli un senso di protezione rispetto all’ambiente esterno, sia perché, con il calore creato dal contatto tra il corpo e la coperta, il bambino riesce a prendere sonno più facilmente; 19 - mettere il bambino in una posizione comoda, almeno durante la fase iniziale del sonnellino. Capire la posizione preferita del bambino è fondamentale per instaurare con lui un rapporto di fiducia completa e totale. In questo modo, trovandosi a proprio agio e sentendosi conosciuto, sarà più propenso a rilassarsi e a fidarsi dell’educatrice anche in questo momento così delicato. - cullare il bambino, cantargli una ninna nanna o fargli ascoltare suoni dolci ed ovattati. Mettendo in pratica questi comportamenti si ricreano, nei limiti di quanto concesso all’ambiente nido, abitudini e consuetudini molto simili a quelle che i bambini vivono nelle proprie case, nell’intimità delle proprie camerette. È importante inoltre che il momento che precede la nanna sia caratterizzato da attività che aiutino il bambino a predisporsi, sia fisicamente sia mentalmente, al riposo; l'attività che sicuramente rilassa i bambini, specialmente quelli più grandi, è la lettura. Un’ ultima considerazione va rivolta alla delicata fase del risveglio. Le educatrici iniziano ad aprire la porta della stanzina e ad aumentarne l’afflusso di luce al suo interno per far in modo che i suoni dell’ambiente circostante entrino e li accompagnino nel risveglio; poi chiamandoli per nome e magari accarezzandoli attendono che si sveglino. L’uscita In questo momento della giornata occorre creare un'atmosfera tranquilla e rilassata per non alimentare nel bambino una sensazione di “ansia da attesa” del genitore. Il momento dell’ uscita offre la possibilità ad educatrici e genitori di scambiarsi informazioni e di porre domande sulla giornata appena trascorsa. L'educatrice deve rispettare il bambino che, in questo momento di ricongiungimento, ha bisogno di essere al centro dell'attenzione e di sentire che il genitore è lì per lui. 20 IL GIOCO All'interno del nido vengono accuratamente allestiti gli spazi con materiali diversi e stimolanti; le varie attività di gioco favoriscono la libera espressione dei bambini. GIOCHI PER COMUNICARE Hanno per obiettivo lo sviluppo del linguaggio. Filastrocche e canzoncine, che accompagnano gran parte della giornata al nido, sviluppano il senso del ritmo, la memoria, la socializzazione tra adulti e bambini e dei bambini tra loro. GIOCHI PER MANIPOLARE Aiutano il bambino a sviluppare la sensibilità tattile, ad apprendere come si modellano forme e si mescolano elementi (es. farina e acqua). I materiali, scelti in base all'età del bambino, sono diversi: il pongo, la farina, il sale, la pasta, il riso, la carta, i legumi, l'acqua, la terra; i bambini fanno travasi servendosi di ciotoline, secchielli, vasetti. GIOCHI AD INCASTRO Ci si esercita a : -sovrapporre, combinare e assemblare -costruire ciò che la fantasia suggerisce -riconoscere e mettere ogni pezzo al posto giusto -sperimentare lo spazio orizzontale accostando e allineando il materiale in un gioco continuo di linee e percorsi -conquistare lo spazio verticale, impilando e organizzando gli oggetti, alla ricerca dell'equilibrio -acquisire una maggiore abilità nei movimenti della mano afferrando forme di vario genere. GIOCHI MOTORI Danno ai bambini un’occasione speciale per scoprire il proprio corpo e la propria gestualità in un ambito motorio e comunicativo non abituale. A seconda delle diverse età dunque, si organizzano spazi e tempi, si sceglie uno sfondo visivo e uno sonoro; con lo stimolo delle favole e della 21 spontanea voglia di abbandonarsi alla fantasia, il bambino imparerà ad osservarsi e a conoscere il proprio corpo che cresce. GIOCO LIBERO e GIOCO SIMBOLICO Il gioco rappresenta un’occasione privilegiata di relazioni e di apprendimenti, favorisce nei bambini atteggiamenti attivi e creativi. Infatti, nell’attività ludica, individuale e di gruppo, il bambino sperimenta percorsi cognitivi, acquisisce abilità, conosce e costruisce il sé e l’ambiente, intreccia rapporti significativi con i coetanei. Ai bambini viene lasciata la massima libertà di esplorazione degli ambienti, oppure li si indirizza verso attività più specifiche (es. gioco euristico, con oggetti di uso comune, o giochi di costruzione, con cubi, puzzle, incastri). Nei momenti di gioco libero l'educatrice è presente e si relaziona con i bambini, permettendo loro allo stesso tempo di auto-organizzarsi, utilizzando gli ambienti, i materiali e gli oggetti a loro disposizione. Ci saranno poi momenti in cui il bambino sceglierà i travestimenti (borse, cappelli, abbigliamento di vario genere) o riprodurrà la vita quotidiana, ad es. le routine di casa, le attività della mamma, del papà o dei fratelli. GIOCHI DI PITTURA Per le attività di pittura vengono utilizzate diverse tecniche e materiali. Si può colorare con le tempere, i colori a dita, gli acquerelli; useremo i pennelli di tante misure, pennelli da barba (perché più semplici da afferrare), spazzole, spugne, rulli, pennarelli. Attraverso le attività pittoriche i bambini svilupperanno la manualità fine, impareranno a riconoscere i colori, a combinarli e a creare tante tonalità. I disegni saranno liberi, con fogli e pennarelli, oppure si coloreremo forme, oggetti, figure. 22 IL COINVOLGIMENTO DELLA FAMIGLIA Generalmente l'uscita di casa per entrare al nido è la prima vera avventura istituzionale che la famiglia con un bambino piccolo vive e fa vivere al figlio. E' un passaggio che inevitabilmente viene caricato da aspettative, richieste, emozioni. E' anche un'occasione del tutto unica perché due mondi dapprima separati e sconosciuti si incontrino nei loro peculiari modi di essere e nel modo di esprimere la loro differente cultura. I genitori si rivolgono al nido con le motivazioni più varie, immersi nei loro sistemi familiari, con il cuore spesso pieno di paure e di sensi di colpa. Il nido quindi si trova ad incontrare una famiglia sempre nuova e diversa e ad accogliere il bambino e i suoi genitori;permette loro di esprimere il vissuto dell'esperienza del nido. La conoscenza del bambino da parte delle educatrici non può quindi prescindere dalla conoscenza della famiglia, per cui l'impegno primario al nido è la costruzione del dialogo, quale mezzo per entrare in comunicazione e riconoscere tutti messaggi possibili. Il coinvolgimento e la partecipazione delle famiglie contribuisce a sostenere non soltanto la qualità del servizio ma accompagna e integra l'opera della famiglia in un rapporto costante di sinergia. Qui di seguito nostri incontri assembleari: - Assemblea iniziale finalizzata alla presentazione del servizio e degli operatori che in esso lavorano. Rappresenta il primo incontro formale con i genitori. E’ un momento informativo e di conoscenza reciproca: viene presentato il nido, la sua organizzazione, il progetto educativo del servizio, le modalità di inserimento; si consegna ai genitori una dispensa contenente informazioni utili ( numeri di telefono, orari, rette e regolamento sanitario….). L’ assemblea avviene in orario serale e si svolge in una sezione opportunamente destrutturata per consentire la disposizione semicircolare dei genitori presenti. - Colloquio preliminare per avere una prima conoscenza del bambino. E’ il primo momento di conoscenza reciproca tra genitori ed educatrici; è l'incontro tra due o poche persone che si impegnano in una relazione dalla quale si attendono sviluppi successivi. E’ indispensabile alle educatrici per conoscere il bambino attraverso le 23 - - - parole dei genitori e nel contempo per cogliere alcuni aspetti della relazione che questi hanno con il proprio figlio. Il colloquio viene condotto in modo non direttivo utilizzando forme comunicative che invitano il genitore a sviluppare il discorso, piuttosto che a censurarlo. Da questa occasione emerge un primo profilo del bambino: le sue abitudini nel pranzo, nel sonno, nel cambio, le sue preferenze nei giochi, le intolleranze e/o allergie alimentari, le esperienze che il bambino ha fatto... Generalmente il colloquio preliminare è anche un momento di appoggio alla famiglia per aiutarla ad esplicitare ansie e problemi di fronte a una esperienza di per sé ansiogena e comunque nuova. Incontri di gruppo in momenti diversi dell'anno: il primo lo organizziamo indicativamente nel mese di novembre, dopo il periodo di inserimento, quando cioè i bambini hanno elaborato il distacco dalla figura di riferimento e possono cominciare ad impegnarsi nelle attività educative. Ai genitori quindi, dopo un importante seppur generico scambio di impressioni, sensazioni e informazioni circa l'esperienza dei loro bambini durante i primi mesi al nido, presentiamo la programmazione dei laboratori che intendiamo svolgere (attività del mattino con i piccoli e del pomeriggio con la partecipazione dei grandi). Un secondo incontro sarà organizzato indicativamente nel mese di maggio, quando l'anno scolastico sta per concludersi e quando “è tempo di bilancio”: ripercorriamo con le emozioni e i ricordi degli adulti e con le “tracce” lasciate dai bambini, i momenti importanti vissuti insieme. Colloqui individuali in corso e a fine anno hanno la finalità della condivisione e del reciproco ascolto. Feste: in diverse e numerose occasioni offriamo ai genitori la possibilità di stare insieme con i propri figli e condividere con loro per alcune ore gli spazi e i giochi. Allo stesso tempo, essendo incontri informali, le feste rappresentano per le educatrici e per le famiglie occasioni per interagire in maniera alternativa, ma significativa. La “pizzata”: scambio amichevole di idee ed esperienze. 24 Strumenti di comunicazioni internet Accanto agli incontri fisici, si intende mettere a disposizione delle famiglie l’utilizzo di strumenti di comunicazione ed accesso alle informazioni via internet: -posta elettronica - sito web informativo L’attivazione di tali strumenti, consentirà di aumentare le possibilità di dialogo e partecipazione tra genitore e personale docente, eliminando i vincoli spazio/temporali imposti dagli incontri e/o colloqui in presenza fisica che comunque restano i più significativi. 25 LE ATTIVITA' PROFESSIONALI La progettualità pedagogica e la programmazione didattica Il progetto educativo del nido, nel tener conto che l’azione educativa è finalizzata alla costruzione, nella bambina e nel bambino, dell’identità, dell’autonomia, e delle competenze, viene messo a punto dalla pedagogista del nido, con la partecipazione collegiale delle educatrici. Il progetto educativo si definisce attraverso: l’identificazione di obiettivi specifici; la programmazione dei percorsi educativi e degli aspetti organizzativi necessari per raggiungerli; l'osservazione dei processi di interazione e di apprendimento così sollecitati nei bambini; la loro documentazione; la verifica dei risultati ottenuti rispetto agli obiettivi prescelti; la valutazione della qualità del contesto educativo realizzato. La programmazione didattica ha lo scopo di organizzare e strutturare percorsi di attività finalizzati al conseguimento di traguardi di sviluppo, in termini di abilità e competenze. Ogni programmazione, seppur differenziata per età, prevede momenti di incontro e condivisione dei tempi e degli spazi; ciò permette di: valorizzare i bambini più grandi che si responsabilizzano verso i più piccoli; facilitare lo sviluppo cognitivo e sociale dei bambini più piccoli attraverso l'imitazione dei grandi. Il nostro gruppo di lavoro ritiene indispensabile, nell'elaborazione della programmazione, considerare l'elemento “flessibilità” rispetto a tempi, spazi, attività, strumenti, obiettivi; riteniamo infatti, di poter garantire l'apertura a nuove opportunità anche attraverso la modifica o il cambiamento giornaliero o settimanale dei percorsi individuati, a favore di nuove esperienze e occasioni di apprendimento. Le attività educative riguarderanno diversi contesti di esperienza: psicomotorie, grafico-pittoriche, di manipolazione e costruzione, di gioco di finzione e di assunzione di ruoli, di narrazione, al fine di favorire 26 l'attivazione integrata di relazioni, affetti, competenze e conoscenze da parte delle bambine e dei bambini. Un aspetto che per noi è importante sottolineare è che all’interno del nostro nido un’ educatrice riveste anche il ruolo di pedagogista. Questo è, ne siamo convinte, “un valore aggiunto” che offriamo ai genitori: ciò consentirà di cogliere maggiori dettagli, di fare osservazioni più mirate sul gruppo e sul singolo, di guardare il bambino da più punti di vista. Continuità con la scuola dell'infanzia Il passaggio dal nido alla scuola dell'infanzia è una fase di crescita molto importante; di conseguenza cerchiamo di creare continuità attraverso gesti che, soprattutto nel momento del passaggio, diventino reali. I bambini di due o tre anni che frequentano il nido hanno occasione ad esempio di visitare le loro future scuole, vedere i nuovi ambienti e le nuove maestre. Le educatrici del nido e gli insegnanti delle scuole dell'infanzia si scambiano informazioni sui bambini che compiranno il passaggio. La filosofia è quella della continuità e in questi incontri si parla dell'esperienza dei bambini al nido non come una fase conclusa, ma come qualcosa che avrà seguito. La nostra immagine di bambino infatti, non è una visione frammentata per livelli di età o stadi di apprendimento, ma è quella di un bambino nella sua interezza e complessità. Pensiamo ad un progetto educativo capace di accogliere l'individualità di ogni bambino, la varietà di esperienze e culture nella vasta rete di relazioni con la realtà circostante. Documentazione Documentare le esperienze, i percorsi e la vita in un servizio per l'infanzia significa rendere visibile e leggibile la prassi didattica e il modello pedagogico adottato, quindi raccontare e raccontarsi. Parliamo di documentazione al nido e ci riferiamo ai lavori dei bambini, quelli portati a casa da mamma e papà o quelli attaccati alle pareti della sezione; progetti archiviati come memoria di un programma educativo o 27 dati relativi alle attività che le educatrici conservano e periodicamente consultano. Nella documentazione rientrano anche foto e video, che testimoniamo laboratori realizzati, attività svolte o anche semplicemente piccoli stralci di vita dei bambini al nido. La documentazione è il racconto didattico di ciò che si fa con i bambini, che narra la storia del percorso di lavoro che rientra nel progetto educativo. E' nello scambio e nella messa in comunione della propria esperienza che la documentazione acquista una validità pedagogica. Chi lavora nei servizi educativi ha imparato che si può, attraverso la documentazione delle esperienze del bambino, fare educazione, trasmettere all'esterno i saperi, le sensibilità che si sono accumulate al loro interno. E' certo che l'educatrice, attraverso il suo pensiero e le sue riflessioni, aiuta i genitori a pensare e capire meglio il proprio bambino. Documentazione come scambio quindi, che prevede anche interlocutori esterni alla realtà educativa, come le altre agenzie educative del territorio, oltre le famiglie e gli altri ordini scolastici, prima fra tutti la scuola dell'infanzia. Tracce d'infanzia: il diario del bambino “Raccontare storie, su se stessi e sugli altri, a se stessi e agli altri è il nostro modo più naturale e più precoce di organizzare l'esperienza e la conoscenza” (J. Bruner) Crescere un bambino all'interno di un servizio educativo richiede la propensione preziosa a riconsegnare al singolo bambino e ai suoi genitori i fatti, i sentimenti, le emozioni, le idee che hanno costituito la trama dei suoi giorni al nido; richiede la capacità di raccontare piccole storie individuali , che riconsegni a ciascuno un “ricordo” d'infanzia. Costruire una documentazione relativa al singolo bambino permette inoltre di offrire a ciascuno un'attenzione specifica, cogliendo le differenze e gli stili individuali. Il lavoro inizia quando il bambino con i suoi genitori fa il suo ingresso al nido e termina con la fine dell'anno. Costruire un diario richiede tempi lunghi e una costanza assidua nel raccogliere il materiale (parole, immagini, riflessioni). Si tratta di costruire un archivio; di avere ad esempio cartelle per ogni bambino dove raccogliere le foto, le annotazioni, le osservazioni, di avere cartelle dei 28 dipinti e dei disegni e contenitori invece dove riporre i vari lavori. L'impegno finale degli educatrice è quello di raccogliere il materiale e dar vita a veri e propri “libri biografici” per ciascun bambino; l'intento è quello di offrire ai genitori uno strumento di ricordo della vita sociale del loro figlio fuori dalle mura domestiche; pur essendo per eccellenza la testimonianza di una storia individuale, mostra come la storia del singolo bambino si intrecci con quella del gruppo dei compagni e degli adulti al nido. Ciò che emerge da queste pagine preziose è la forza della quotidianità e della normalità; ciò che scorre sono le parole del quotidiano, conservate e restituite ad un livello più alto, perché mediate dal pensiero e dalla sensibilità di adulti attenti. LA PEDAGOGISTA Federica Finocchio 29