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“Dite: è faticoso frequentare i bambini. Avete ragione. Poi
“Dite:
è faticoso frequentare i bambini.
Avete ragione.
Poi aggiungete:
perché bisogna mettersi al loro livello,
abbassarsi, curvarsi,
inclinarsi, farsi piccoli.
Ora avete torto
Non è questo che più stanca.
E’ piuttosto il fatto di essere
obbligati ad innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti.
Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi.
Per non ferirli”.
(Janusz Korczak)
1
INDICE
PREMESSA
pag. 3
I DIRITTI DEI BAMBINI AL NIDO
pag. 5
IL SERVIZIO
L’organizzazione del servizio
Gli operatori del nido:organizzazioni, ruoli e funzioni
Predisposizione degli spazi
La nostra giornata tipo
Il ruolo dell’educatrice
La figura dell’operatrice ausiliaria
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
FINALITA’
Le iniziative per la valorizzazione delle differenze
Le iniziative a favore dei bambini portatori di handicap
pag. 12
pag. 12
pag. 13
L’ INSERIMENTO DEL BAMBINO AL NIDO
pag. 15
L’ORGANIZZAZIONE DELLA GIORNATA EDUCATIVA:
LE ROUTINE
pag. 18
IL GIOCO
pag. 21
IL COINVOLGIMENTO DELLA FAMIGLIA
Strumenti di comunicazione internet
pag. 23
pag. 25
LE ATTIVITA’ PROFESSIONALI
La progettualità pedagogica e la programmazione didattica
Continuità con la scuola dell’infanzia
Documentazione
Tracce d’infanzia: il diario del bambino
pag.
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pag.
pag.
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PREMESSA
Molti di noi, nei ricordi della prima infanzia, ritroveranno i soffioni,
la brina sospesa in una ragnatela, le pozzanghere ghiacciate, l’erba
inzuppata dalla rugiada del mattino...
Ma i bambini che vivono in città sono spesso privati di queste semplici
esperienze perché passano gran parte del tempo in casa o in ambienti
poco interessanti, costruiti dagli adulti.
Botteghino e i suoi abitanti hanno la fortuna di respirare la vita,
cogliendone i dettagli.
Qui si vive NELLA natura e CON la natura: per grandi e piccini, non è
inusuale infatti, vedere da vicino daini, caprioli, cinghiali, lupi… ascoltare il
fruscio delle foglie mosse dal vento, toccare la terra e sentirne il
profumo.
È in questo paesaggio che abbiamo voluto far nascere il nostro nido,
proprio qui, DENTRO la natura; ed è all'interno del nido che i bambini da
noi accolti cresceranno e faranno propria tale magnifica realtà.
Durante la giornata i bambini apprenderanno le regole dello stare insieme
e del condividere; insieme daremo valore alla parola, attraverso il
racconto, le narrazioni, le fiabe; i bambini e i genitori vivranno il loro
momento di sconforto e di paura, ma saranno prontamente sostenuti e
coccolati, e insieme lo supereremo.
Avremo a disposizione uno spazio aperto e sicuro dove i bambini potranno
sperimentare, scoprire, toccare e sporcarsi: farà da sfondo la natura con
i suoi rumori e i suoi silenzi, i suoi grigiori e i suoi colori.
Abbiamo fortemente desiderato questo nido, spinte dall'idea che il
bambino sia soggetto di diritti; primo fra tutti è il diritto a poter
costruire armonicamente ed integralmente la propria personalità,
soddisfacendo le proprie esigenze. Tali esigenze vanno soddisfatte in un
contesto favorevole, che stimoli e promuova le esperienze relazionali in un
clima affettivo sicuro, positivo, giocoso e gioioso.
I bambini hanno bisogno di quella sicurezza affettiva che gli adulti
riescono a garantirgli attraverso una relazione di ascolto-attenzionefiducia e che all'interno del nostro nido saranno favoriti da:
- conoscenza degli ambienti e giornate scandite da momenti di routine,
quindi riferimenti temporali e spaziali che stimolano l'autonomia del
3
bambino perché determinano un insieme di oggetti, odori, suoni,
persone a lui riconoscibile;
 attenzione, cura disponibilità da parte di pedagogista ed educatrici
che aiutano e sostengono il bambino e la sua famiglia ad affrontare
questa esperienza importante e a superare i momenti più difficili;
- si privilegia e favorisce il gioco spontaneo permettendo al bambino
di scegliere tra diverse opportunità e possibili compagni di gioco.
Il gioco è infatti il mezzo attraverso il quale i bambini apprendono,
conoscono, agiscono, esprimono, essendo un'occasione continua e
sempre nuova per entrare in contatto con la realtà, conoscerla e
magari un po' modificarla.
Questi i principi che ci guidano, perché pensiamo ai bambini come individui
competenti, attivi, protagonisti.
Abbiamo un'immagine forte, ricca e potenziale dell'infanzia con un
corrispondente ruolo dell'adulto che agisce rispettando la singolarità e
l'individualità di ogni bambino.
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I DIRITTI DEI BAMBINI AL NIDO
Diritto di esprimere se stesso
Diritto di sporcarsi
Diritto di parola
Diritto all’autonomia
Diritto di fantasticare
Diritto di esplorare liberamente
Diritto di giocare
Diritto al silenzio
Diritto alla diversità
Diritto di scegliere
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IL SERVIZIO
Il nido aprirà all’utenza nel mese di Agosto 2011; è ubicato in via
Zena n°64 nel Comune di Pianoro, località San Salvatore di Casola
“Botteghino” (BO).
Il micro-nido ospiterà 16 bambini di età compresa tra 12 e 36 mesi.
Spazio interno di 144,31 mq così suddivisi:
- 1 zona attività didattica/pranzo;
- 1 zona attività didattica/movimento/riposo;
- 1 cucina;
- spogliatoio per adulti e servizi igienici annessi;
- ufficio;
- 1 zona servizi igienici/cambio;
 zona di accoglienza.
Spazio esterno di 165,67 mq così suddivisi:
- 104,93 mq pavimentati (pavimentazione in gomma e zona d’ombra a
gazebo);
 60,74 mq giardino
L’organizzazione del servizio
Calendario di apertura del servizio
Il nido d’infanzia è di tipo part-time con possibilità di prolungamento
pomeridiano in modalità di affido; è aperto all’utenza 12 mesi all’anno, dal
lunedì al venerdì con servizio mensa incluso.
Giorni di chiusura: una settimana durante le vacanze natalizie; vacanze
pasquali; le prime tre settimane di agosto.
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Orario di funzionamento
Il micro-nido è aperto: dalle ore 7.30 alle ore 13.30; si prevede l’ingresso
dalle 7.30 alle 9.00 e l’uscita dalle 13.00 alle 13.30.
Il nido dalle ore 13.30 alle ore 17.30/18.00 assumerà la connotazione di
“spazio bambini”.
Gli operatori del nido: organizzazione, ruoli e funzioni
Il personale all’interno del nostro nido comprende figure professionali
diverse: educatrici, ausiliari, pedagogista, educatore motorio, esperti,
psicologi.
L’orario del personale educatore è di 30 ore.
. mattino: dalle ore 7.30 alle ore 13.30 n. 2 educatrici + n. 1 ausiliaria
. pomeriggio: dalle ore 13.30 alle ore 18.00 subentrano educatrici a
progetto ed esperti per le attività dello spazio bambini.
Tali turni permettono la compresenza delle educatrici in tutto l’arco della
giornata.
La pedagogista è presente tutte le mattine con il gruppo dei bambini ed è
a disposizione dei genitori per colloqui individuali dalle ore 13,30 alle ore
15,30 in giornate da concordare.
Predisposizione degli spazi
Spazio accoglienza e uscita
Ingresso allestito con sedie e tappeti colorati, nel quale genitori ed
educatrici si scambiano informazioni sull'andamento della giornata del
singolo bambino; in questo spazio sono inoltre presenti appendini e piccoli
cassetti (contenenti i loro oggetti personali) contrassegnati dal nome e
dal simbolo di ciascun bambino; appesa alla parete una bacheca per gli
avvisi rivolti ai genitori.
Aula di psicomotricità
Gran parte della stanza è occupata da tappeti morbidi e cuscini dove i
bambini possono fare capriole, saltare, coccolarsi ed essere coccolati,
giocare liberamente o anche stare sdraiati a leggere un bel libro.
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Per i più piccoli lo spazio morbido è fornito anche di uno specchio a parete
ed un tappeto tattile.
Sono inoltre messi a disposizione:
-arredi e strutture che aiutano i bambini privi ancora di una buona
motricità a conquistare una maggiore autonomia negli spostamenti e che
stimolano l'esplorazione e la sperimentazione attiva dello spazio in tutta
sicurezza;
-oggetti e materiale ludico che si prestano alla manipolazione,
all’esplorazione, allo sviluppo sensoriale: legnetti con superfici
diversificate, bottiglie di plastica contenenti materiali vari, stoffe,
scatoloni da esplorare, ecc.
- Angoli di gioco allestiti giornalmente che stimolino in modo adeguato la
crescita dei bambini (angolo del gioco simbolico, tappeto psicomotorio,
spazio con i travestimenti ecc.)
-Angolo relax di invito alla nanna e alla lettura di libri.
Aula polifunzionale
All'interno di quest'aula i bambini ritrovano:
 Zona per la pittura: offre un grande pannello in legno dove dipingere
con tempere, colori a dita, acquerelli e dove colorare su grandi fogli
con gessetti e pennarelli; utilizziamo pennelli, spugne, rulli ma anche
mani e piedi.
 Zona dei tavoli: dove i bambini più grandi in gruppo o da soli fanno
disegni, ritagliano, fanno collage; si possono comporre puzzle o svolgere
giochi strutturati; offriamo ai nostri bambini anche la possibilità di
manipolare materiali diversi e di varie consistenze (ad esempio acqua e
farina, oppure pasta, riso, fagioli, lenticchie...)
Le attività che i bambini svolgono al tavolo sono per la maggior parte
realizzate con materiali di recupero (vasetti yogurt, rotoli carta
igienica e carta assorbente, scampoli di stoffe e bottoni, bottiglie di
plastica, tappi in plastica e in sughero...).
In questi stessi tavoli i bambini pranzano: è un momento molto
importante per ritrovarsi tutti insieme, grandi e piccoli.
La strutturazione dello spazio sarà suscettibile a cambiamenti strutturali
durante l’anno a seconda delle esigenze dei bambini.
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Se il numero dei bambini lo permetterà sarà nostra volontà dividerli in
due gruppi omogenei con attività specifiche per le varie età.
La nostra giornata tipo
7,30-9,00
Entrata
9,00-9,30
Accoglienza
9,40-10,00
Facciamo merenda
10,00-11,00
Attività
11,00-11,20
Ci cambiamo, facciamo pipì e laviamo le mani
11,45
Pranzo
12,30-13,00
Gioco libero e momento di lettura
13,00-13,30
Uscita
13,30-15,30
Pedagogista a disposizione dei genitori
per colloqui individuali.
16,00
Merenda
16,30-18,00
Laboratori pomeridiani.
Uscita
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Il ruolo dell'educatrice
“In un contesto educativo tutti gli interventi, anche quelli che
all’apparenza sembrerebbero banali e scontati, sono invece carichi di
significati. Importante è che l’educatore coordini la regia educativa
creando numerose opportunità di apprendimento. Non bisogna tanto
considerare i saperi, quanto promuovere le condizioni per la loro
conquista” (J. Bruner)
L’ambiente educativo del nido deve presentarsi come luogo accogliente,
relazionalmente ricco, capace di sostenere le risorse affettive dei piccoli,
di accogliere e comprendere le difficoltà della separazione, di far fronte
agli inevitabili sentimenti negativi che ad essa si accompagnano.
E’ quindi importante che la relazione con il bambino comunichi
riconoscimento, apprezzamento e incoraggiamento, attraverso un
rapporto personalizzato che consenta capacità di risposta ai bisogni del
bambino.
Ogni educatrice ha il dovere di ricordare che i bambini sono soggetti
attivi nel loro apprendimento, così come nel loro processo di costruzione
di identità e di conoscenza e che hanno grandi capacità; ruolo importante
dell’educatrice è proprio far sì che tali capacità emergano (ci piace
sottolineare che il termine educare deriva da e- ducere cioè “tirare fuori”
e non “mettere dentro”).
Ciò è realizzabile sia se l’educatrice si pone come valido modello educativo
di riferimento, sia se il nido si pone come luogo di relazione, di conoscenza
e di partecipazione, in cui ad ogni singolo bambino viene riconosciuta la
propria individualità.
Questo richiede un continuo lavoro di gruppo, occorre la capacità di
riflettere sui propri vissuti emotivi ed è necessaria la competenza
metodologica nel preparare ambienti e percorsi adeguati alle esigenze dei
bambini. L’educatrice deve agire con intenzionalità, mediante un
atteggiamento disponibile ad accogliere dentro di sé le emozioni del
piccolo, per restituirgliele trasformate in pensiero: tutto ciò è reso
possibile dalla continua ed attenta osservazione dei significati che i
bambini attribuiscono alle azioni e ai segni dell’esperienza al nido.
L’empatia dunque è una dimensione dell’esperienza educativa in cui si
riescono a comprendere i sentimenti e le emozioni di chi ci è vicino;
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l’atteggiamento empatico dell'educatrice consente la valorizzazione delle
azioni dei bambini tradotte in precise strategie: ricche interazioni
verbali, ripetizioni delle attività di gioco, rilancio dell’esperienza in
significati e dialoghi condivisi.
Il nostro collettivo è quindi d’accordo su quale debba essere
principalmente il nostro ruolo: un ruolo di regia educativa, in grado di
ascoltare ed osservare senza necessariamente intervenire, di leggere i
bisogni di ogni singolo per soddisfarli con comportamenti coerenti ma
flessibili, ma soprattutto capace di mettersi in discussione e di
dimenticare le proprie teorie di riferimento per stare veramente con i
bambini.
La figura dell'operatrice ausiliaria
Quella dell’ausiliaria è una figura che entra e partecipa a pieno titolo al
collettivo e all’elaborazione del progetto educativo del nido: alle sue
mansioni di carattere tecnico manuale (garantisce l’igiene e la
sanificazione di ambienti, materiali e oggetti) si affiancano compiti con
funzione educativa(ausilio all’attività in sezione, collaborazione nei
momenti di routine), entrando a far parte di quella rete di relazioni in cui
è immerso il bambino.
I compiti dell’operatrice ausiliaria possono essere così riassunti:
 Garantire la qualità strutturale e igienica degli ambienti;
l’organizzazione e l’allestimento spaziale, sorretto dalle riflessioni
pedagogiche condotte dalle educatrici, viene garantito con il supporto
dell’ausiliaria.
 Garantire l’igiene e la sanificazione di materiali didattici e oggetti
personali dei bambini (es. ciuccio).
 Controllare lo stato di manutenzione delle attrezzature e strumenti di
lavoro.
 Predisporre i materiali e allestire spazi per le attività didattiche
ludiche.
 Garantire il supporto necessario per lo svolgimento delle attività in
sezione.
 Sorveglianza e “intrattenimento dei bambini durante l’attesa del
cambio.
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FINALITA'
Il nido d'infanzia si fonda sull’idea determinante che la prima
infanzia presenta forti potenzialità di sviluppo e che i bambini di questa
età devono essere considerati come soggetti di diritti. Lo sviluppo, inteso
come apprendimento e crescita, può avvenire soltanto attraverso la
relazione con gli “altri significativi” e, in tal senso, il nido ha lo scopo di
aiutare ogni bambina e ogni bambino a crescere in stato di benessere, ad
acquisire le abilità, le conoscenze, le competenze affettive e relazionali
utili per costruirsi un’esperienza di vita ricca, originale ed armonica.
Le principali finalità del nido sono le seguenti:
 conquista dell'autonomia personale;
 contribuire alla socializzazione;
 favorire ed incrementare le capacità psico-motorie;
 favorire lo sviluppo affettivo e sociale;
 favorire lo sviluppo cognitivo;
 favorire la comunicazione verbale e il linguaggio.
- continuare ed integrare l'attività della famiglia.
Essenziale, perciò, risulta concepire ciascun bambino/a come un essere in
continuo cambiamento nei diversi archi temporali che vanno dall’arco della
giornata al corso delle settimane e dei mesi, e al corso degli anni. Sarà
compito delle educatrici adeguare le attività e le routine alle esigenze
mutanti dei piccolissimi.
Il nido, pertanto, intende promuovere il diritto all’uguaglianza delle
opportunità educative, nel rispetto della pluralità e della diversità delle
culture familiari, e quindi, anche, l’accoglienza e l’integrazione di bambine
e bambini che presentano difficoltà e/o disabilità, nella prospettiva della
prevenzione dello svantaggio e della discriminazione.
Le iniziative per la valorizzazione delle differenze
La presenza di bambine e bambini stranieri nelle scuole è quasi sempre
l’evento che fa scattare l’interesse per le tematiche legate all’educazione
interculturale.
Il rapporto con la famiglia proveniente da cultura diversa ha inizio con il
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colloquio preliminare: sono momenti di conoscenza reciproca, terreno su
cui si costruiscono le basi per un rapporto di stima e fiducia.
Al fine di favorire l’integrazione dei bambini “stranieri” il nido pone
l’importanza al valore dell'accoglienza, assumendo un atteggiamento di
ascolto e disponibilità.
La differenza e la diversità sono concepite come criterio valoriale, come
risorsa nella consapevolezza delle specificità culturali.
Il nido d’infanzia diviene il primo luogo di incontro e di confronto, nel
quale i genitori stranieri possono uscire da una condizione di isolamento e
di solitudine.
Le iniziative a favore dei bambini portatori di handicap
I servizi educativi per la prima infanzia, anche in collaborazione con i
servizi sociali competenti delle Aziende Unità sanitarie locali e con i
servizi sociali dei Comuni, garantiscono il diritto all’inserimento e
all’integrazione dei bambini disabili, secondo quanto previsto all’art. 12
della legge 5 febbraio del 1992, n. 104 “Legge quadro per l’assistenza,
l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate” e seguenti
modifiche nonché di bambini in situazione di disagio relazionale e socioculturale.
Il nido di infanzia accoglie tutti i bambini, anche quelli che sono in
situazione di handicap grave o che presentano, comunque, disagi e
difficoltà più o meno intense di adattamento e di apprendimento.
Per essi, oltre che un diritto sociale e civile, costituisce un'opportunità
educativa molto efficace. La presenza nel nido di bambini in situazione di
handicap o di disagio, tuttavia, è fonte di una dinamica di rapporti e di
interazioni così unica e preziosa da costituire, a sua volta, una
significativa e rilevante occasione di maturazione per tutti.
Grazie a questa presenza, infatti, non solo ogni bambino impara a
considerare ed a vivere la diversità come una dimensione esistenziale e
non come una caratteristica emarginante, ma è stimolato a ricercare
inedite soluzioni relazionali, comunicative, didattiche ed organizzative che
vanno a vantaggio di tutti perché ampliano gli orizzonti di possibilità
disponibili a questi diversi livelli.
Il nido offre ai bambini in situazioni di handicap e di disagio adeguate
sollecitazioni educative, realizzando l’effettiva integrazione secondo uno
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specifico progetto educativo e didattico, che costituisce parte integrante
dell'ordinaria programmazione.
L’osservazione attenta e puntuale, il riconoscimento e l’accoglienza del
bambino portatore di handicap e/o disagio, il confronto con il
coordinamento pedagogico, gli incontri con i referenti dell’ASL, gli
incontri con i genitori, la verifica in itinere del lavoro svolto sono le
modalità privilegiate affinché avvenga l’integrazione in un contesto di
autentica relazione.
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L'INSERIMENTO DEL BAMBINO AL NIDO
L'inserimento costituisce l'inizio di un'esperienza complessa per il
bambino, caratterizzata principalmente dal processo di separazione,
dall'elaborazione del distacco dalla figura che fino ad allora si è presa
cura di lui e dall'orientarsi verso nuove figure di riferimento.
Se da un lato pensare al momento dell'ingresso del bambino in un contesto
educativo rimanda ad un'idea di “distacco” dalle relazioni familiari e dalla
sicurezza del proprio ambiente di vita, dall'altro evoca anche un'immagine
di bambino che sperimenta nuovi livelli di autonomia e di indipendenza dai
genitori. Letto in questa chiave, il momento dell'inserimento è allora
un'occasione per il piccolo di misurarsi in un nuovo ambiente, di
relazionarsi anche con altri adulti e con altri bambini.
Non possiamo però non considerare anche la fatica che tutto questo può
comportare per i bambini. Si tratta infatti di un'esperienza nuova che
porta il piccolo a misurarsi con un ambiente poco conosciuto, che gli
chiede di sapersi adattare a nuovi ritmi e nuovi tempi.
Anche la madre d'altro canto, è coinvolta nel processo di inserimento e si
trova nelle condizioni di dover elaborare il distacco, e nel contempo di
costruire un rapporto di fiducia con le educatrici, che a loro volta sono
implicate nella delicata gestione del rapporto con la coppia
madre/bambino.
Sottolineiamo allora, che anche per l'educatrice l'inserimento risulta
essere un'esperienza faticosa da un punto di vista relazionale, difficile
per le implicazioni emotive che la caratterizzano. Nonostante infatti
l'educatrice possa contare su una buona preparazione teorica e su una più
o meno lunga esperienza, resta pur sempre forte il coinvolgimento e
l'emozione al momento dell'accoglienza e durante la gestione della
separazione tra i bambini e i loro genitori. Sentirsi parte di un evento così
emozionante e intenso come quello del distacco tra la mamma e il suo
bambino, è un'esperienza delicata che coinvolge intimamente.
Nell’effettuare l’ inserimento si seguono alcune procedure concordate
collettivamente e condivise con il coordinamento pedagogico:
1. preparazione dell’inserimento in termini di mutua conoscenza tra
nido e famiglie coinvolte, in modo che le reciproche immagini,
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2.
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4.
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6.
7.
esigenze ed aspettative possano già articolarsi su un piano di realtà;
predisposizione dello spazio, attraverso l’ allestimento di “spazi
gioco” contenuti ( nicchie ) ma capaci di sollecitare la curiosità dei
bambini e la loro libera esplorazione;
accoglienza di piccoli gruppi di bambini ( 4 bambini )
presenza del genitore all’ interno della sezione in modo tale da
garantire:
- al bambino sicurezza nell’ esplorazione e conoscenza del nuovo
ambiente e la mediazione con le educatrici;
- alle educatrici, di osservare e conoscere le dinamiche
relazionali che caratterizzano la coppia madre/bambino;
gradualità e rispetto dei tempi di distacco dalla figura familiare e di
permanenza al nido. Solitamente i primi giorni il bambino rimane all’
interno della sezione per circa un ora; gradualmente i tempi di
permanenza si allungano e quando vengono vissuti con tranquillità
tutti i tempi della mattinata, la permanenza del bambino si estende
prima al pranzo poi al sonno se richiesto dalle famiglie;
rispetto e continuità delle abitudini del bambino;
individuazione, da parte dell’educatrice, di momenti regolari ed
individualizzati di intimità o situazioni rassicuranti in modo da farsi
ricordare e riconoscere come figura significativa.
Il modello pedagogico che sorregge le scelte educative e pedagogiche del
servizio non prevede l’ adozione della figura di riferimento unica, ma opta
per un sistema di riferimento multiplo, pur sempre stabile e continuo nel
tempo, identificati primariamente dalle due educatrici sempre in
compresenza.
8. suddivisione del grande gruppo in diversi gruppi ( iniziale che poi si
consoliderà in due gruppi ) per evitare ansie indotte;
9. proposta di attività coinvolgenti e poco direttive che permettano all’
educatrice di essere “dentro e fuori”, di affiancarsi al gruppetto dei
bambini che gioca, ma di poter garantire la opportuna disponibilità
al/i bambino/i in inserimento;
10.
adozione di un atteggiamento empatico con il genitore,
accettando e contenendo le ansie per il distacco dal figlio/a. Il
familiare viene regolarmente informato e rassicurato
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dell'andamento dell'inserimento: ove possibile si invita il genitore ad
osservare alcuni momenti di vita all'interno della sezione
(osservazioni sempre protette dalla visione del bambino); gli si
spiegano le condotte e le strategie che verranno attivate di volta in
volta e durante per sostenere l'inserimento e favorire il distacco
dalla figura familiare.
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L'ORGANIZZAZIONE DELLA GIORNATA EDUCATIVA:
LE ROUTINE
Le routine costituiscono una serie di momenti che si ripetono
nell’arco della giornata in maniera costante e ricorrente.
Attraverso la ripetizione di determinate azioni, viene offerta ai bambini
la possibilità di ritrovarsi in “contenitori”, temporali e spaziali, noti e
rassicuranti che permettono loro di compiere i primi cambiamenti.
I bambini hanno bisogno di ripetitività che dà loro sicurezza e permette
di comprendere la realtà che li circonda.
Le routine sono condizione di rafforzamento di abilità cognitive e
comportamentali.
Obiettivi delle routine:
• Identificare costanti e ripetitività di alcune situazioni
• Identificare spazi e luoghi
• Individuare una sequenza temporale
• Ripetere e riprodurre autonomamente sequenze di azioni
• Soddisfare autonomamente le proprie necessità
I bambini non avendo la concezione del tempo come quella di un adulto,
riescono a capire ciò che accade e ad orientarsi temporalmente solo
attraverso “ciò che accade prima e ciò che accade dopo”.
L’accoglienza
Il bambino, teniamolo ben presente, non decide di andare al nido, non
comprende la scelta dei genitori ed è nostro compito assicurargli
un’esperienza costruttiva che diventi per lui motivo di gioco e di crescita.
L’accoglienza dei bambini e dei genitori viene fatta dalle educatrici in uno
spazio comune, poi vengono lasciati il tempo e lo spazio necessari ad un
distacco sereno. Il delicato passaggio dal genitore all'educatrice è bene
che avvenga con un seppur minimo contatto fisico (dalla carezza
all'abbraccio): ciò sostiene la tensione dovuta alla separazione.
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Il cambio
E' il momento di massima intimità individuale tra il bambino e
l'educatrice; è un'occasione di forte relazione; l'educatrice offre al
bambino la propria disponibilità affettiva attraverso gesti e parole che
comunichino benessere e sicurezza. Giochi e sensazioni che attraverso la
verbalizzazione dell'adulto oppure tramite l'utilizzo di cose (acqua fredda
e calda, crema , sapone) provocano nel bambino varie sensazioni piacevoli e
non , favoriscono una più profonda conoscenza del proprio corpo.
Il pranzo
L’alimentazione ha un ruolo nella vita di ognuno molto più profondo e
complesso che non la soddisfazione di un bisogno primario.
Il rapporto con il cibo deve essere visto, fin da quando il bambino è al
nido, come un rapporto aperto dal quale emergono conflitti, conoscenze,
esperienze e rapporti interpersonali. Infatti il cibo non ha soltanto la
valenza di soddisfare un bisogno fisiologico, ma è anche il modo
privilegiato attraverso il quale un bambino piccolo entra in contatto con la
realtà; per questo è importante che non abbia paura di sporcarsi e ne
sperimenti fin da subito il senso di piacere che ne deriva.
Il sonno
Oltre a preparare i lettini con lenzuolini e coperte adatte alla stagione,
sarà cura dell’educatrice riporre su ciascun lettino ciucci, copertine
personali, orsetti, cuscini portati da casa: questi oggetti, infatti,
rievocano e ripropongono la sensazione di tranquillità e serenità che si può
trovare tra le mura domestiche. Una volta che tutto è pronto, i bambini
possono coricarsi sui propri lettini.
A questo punto le educatrici pongono in essere alcuni piccoli accorgimenti
che favoriscono il pisolino:
- il primo elemento che si cerca di riproporre nella stanza della nanna è un
ambiente tranquillo ed accogliente con temperatura mite, colori tenui, luci
soffuse, lettini comodi e copertine adeguate alla stagione;
- coprire il bambino, appena si corica supino, con la coperta e/ o il
lenzuolino, sia per trasmettergli un senso di protezione rispetto
all’ambiente esterno, sia perché, con il calore creato dal contatto tra il
corpo e la coperta, il bambino riesce a prendere sonno più facilmente;
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- mettere il bambino in una posizione comoda, almeno durante la fase
iniziale del sonnellino. Capire la posizione preferita del bambino è
fondamentale per instaurare con lui un rapporto di fiducia completa e
totale. In questo modo, trovandosi a proprio agio e sentendosi conosciuto,
sarà più propenso a rilassarsi e a fidarsi dell’educatrice anche in questo
momento così delicato.
- cullare il bambino, cantargli una ninna nanna o fargli ascoltare suoni dolci
ed ovattati.
Mettendo in pratica questi comportamenti si ricreano, nei limiti di quanto
concesso all’ambiente nido, abitudini e consuetudini molto simili a quelle
che i bambini vivono nelle proprie case, nell’intimità delle proprie
camerette. È importante inoltre che il momento che precede la nanna sia
caratterizzato da attività che aiutino il bambino a predisporsi, sia
fisicamente sia mentalmente, al riposo; l'attività che sicuramente rilassa i
bambini, specialmente quelli più grandi, è la lettura.
Un’ ultima considerazione va rivolta alla delicata fase del risveglio. Le
educatrici iniziano ad aprire la porta della stanzina e ad aumentarne
l’afflusso di luce al suo interno per far in modo che i suoni dell’ambiente
circostante entrino e li accompagnino nel risveglio; poi chiamandoli per
nome e magari accarezzandoli attendono che si sveglino.
L’uscita
In questo momento della giornata occorre creare un'atmosfera tranquilla
e rilassata per non alimentare nel bambino una sensazione di “ansia da
attesa” del genitore. Il momento dell’ uscita offre la possibilità ad
educatrici e genitori di scambiarsi informazioni e di porre domande sulla
giornata appena trascorsa. L'educatrice deve rispettare il bambino che, in
questo momento di ricongiungimento, ha bisogno di essere al centro
dell'attenzione e di sentire che il genitore è lì per lui.
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IL GIOCO
All'interno del nido vengono accuratamente allestiti gli spazi con
materiali diversi e stimolanti; le varie attività di gioco favoriscono la
libera espressione dei bambini.
GIOCHI PER COMUNICARE
Hanno per obiettivo lo sviluppo del linguaggio.
Filastrocche e canzoncine, che accompagnano gran parte della giornata al
nido, sviluppano il senso del ritmo, la memoria, la socializzazione tra adulti
e bambini e dei bambini tra loro.
GIOCHI PER MANIPOLARE
Aiutano il bambino a sviluppare la sensibilità tattile, ad apprendere come
si modellano forme e si mescolano elementi (es. farina e acqua).
I materiali, scelti in base all'età del bambino, sono diversi: il pongo, la
farina, il sale, la pasta, il riso, la carta, i legumi, l'acqua, la terra; i bambini
fanno travasi servendosi di ciotoline, secchielli, vasetti.
GIOCHI AD INCASTRO
Ci si esercita a :
-sovrapporre, combinare e assemblare
-costruire ciò che la fantasia suggerisce
-riconoscere e mettere ogni pezzo al posto giusto
-sperimentare lo spazio orizzontale accostando e allineando il materiale in
un gioco continuo di linee e percorsi
-conquistare lo spazio verticale, impilando e organizzando gli oggetti, alla
ricerca dell'equilibrio
-acquisire una maggiore abilità nei movimenti della mano afferrando
forme di vario genere.
GIOCHI MOTORI
Danno ai bambini un’occasione speciale per scoprire il proprio corpo e la
propria gestualità in un ambito motorio e comunicativo non abituale.
A seconda delle diverse età dunque, si organizzano spazi e tempi, si
sceglie uno sfondo visivo e uno sonoro; con lo stimolo delle favole e della
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spontanea voglia di abbandonarsi alla fantasia, il bambino imparerà ad
osservarsi e a conoscere il proprio corpo che cresce.
GIOCO LIBERO e GIOCO SIMBOLICO
Il gioco rappresenta un’occasione privilegiata di relazioni e di
apprendimenti, favorisce nei bambini atteggiamenti attivi e creativi.
Infatti, nell’attività ludica, individuale e di gruppo, il bambino sperimenta
percorsi cognitivi, acquisisce abilità, conosce e costruisce il sé e
l’ambiente, intreccia rapporti significativi con i coetanei.
Ai bambini viene lasciata la massima libertà di esplorazione degli ambienti,
oppure li si indirizza verso attività più specifiche (es. gioco euristico, con
oggetti di uso comune, o giochi di costruzione, con cubi, puzzle, incastri).
Nei momenti di gioco libero l'educatrice è presente e si relaziona con i
bambini, permettendo loro allo stesso tempo di auto-organizzarsi,
utilizzando gli ambienti, i materiali e gli oggetti a loro disposizione.
Ci saranno poi momenti in cui il bambino sceglierà i travestimenti (borse,
cappelli, abbigliamento di vario genere) o riprodurrà la vita quotidiana, ad
es. le routine di casa, le attività della mamma, del papà o dei fratelli.
GIOCHI DI PITTURA
Per le attività di pittura vengono utilizzate diverse tecniche e materiali.
Si può colorare con le tempere, i colori a dita, gli acquerelli; useremo i
pennelli di tante misure, pennelli da barba (perché più semplici da
afferrare), spazzole, spugne, rulli, pennarelli.
Attraverso le attività pittoriche i bambini svilupperanno la manualità fine,
impareranno a riconoscere i colori, a combinarli e a creare tante tonalità.
I disegni saranno liberi, con fogli e pennarelli, oppure si coloreremo
forme, oggetti, figure.
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IL COINVOLGIMENTO DELLA FAMIGLIA
Generalmente l'uscita di casa per entrare al nido è la prima vera
avventura istituzionale che la famiglia con un bambino piccolo vive e fa
vivere al figlio. E' un passaggio che inevitabilmente viene caricato da
aspettative, richieste, emozioni. E' anche un'occasione del tutto unica
perché due mondi dapprima separati e sconosciuti si incontrino nei loro
peculiari modi di essere e nel modo di esprimere la loro differente
cultura. I genitori si rivolgono al nido con le motivazioni più varie, immersi
nei loro sistemi familiari, con il cuore spesso pieno di paure e di sensi di
colpa. Il nido quindi si trova ad incontrare una famiglia sempre nuova e
diversa e ad accogliere il bambino e i suoi genitori;permette loro di
esprimere il vissuto dell'esperienza del nido.
La conoscenza del bambino da parte delle educatrici non può quindi
prescindere dalla conoscenza della famiglia, per cui l'impegno primario al
nido è la costruzione del dialogo, quale mezzo per entrare in
comunicazione e riconoscere tutti messaggi possibili.
Il coinvolgimento e la partecipazione delle famiglie contribuisce a
sostenere non soltanto la qualità del servizio ma accompagna e integra
l'opera della famiglia in un rapporto costante di sinergia.
Qui di seguito nostri incontri assembleari:
- Assemblea iniziale finalizzata alla presentazione del servizio e degli
operatori che in esso lavorano. Rappresenta il primo incontro
formale con i genitori. E’ un momento informativo e di conoscenza
reciproca: viene presentato il nido, la sua organizzazione, il progetto
educativo del servizio, le modalità di inserimento; si consegna ai
genitori una dispensa contenente informazioni utili ( numeri di
telefono, orari, rette e regolamento sanitario….). L’ assemblea
avviene in orario serale e si svolge in una sezione opportunamente
destrutturata per consentire la disposizione semicircolare dei
genitori presenti.
- Colloquio preliminare per avere una prima conoscenza del bambino.
E’ il primo momento di conoscenza reciproca tra genitori ed
educatrici; è l'incontro tra due o poche persone che si impegnano
in una relazione dalla quale si attendono sviluppi successivi. E’
indispensabile alle educatrici per conoscere il bambino attraverso le
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-
-
-
parole dei genitori e nel contempo per cogliere alcuni aspetti della
relazione che questi hanno con il proprio figlio. Il colloquio viene
condotto in modo non direttivo utilizzando forme comunicative che
invitano il genitore a sviluppare il discorso, piuttosto che a
censurarlo. Da questa occasione emerge un primo profilo del
bambino: le sue abitudini nel pranzo, nel sonno, nel cambio, le sue
preferenze nei giochi, le intolleranze e/o allergie alimentari, le
esperienze che il bambino ha fatto... Generalmente il colloquio
preliminare è anche un momento di appoggio alla famiglia per aiutarla
ad esplicitare ansie e problemi di fronte a una esperienza di per sé
ansiogena e comunque nuova.
Incontri di gruppo in momenti diversi dell'anno: il primo lo
organizziamo indicativamente nel mese di novembre, dopo il periodo
di inserimento, quando cioè i bambini hanno elaborato il distacco
dalla figura di riferimento e possono cominciare ad impegnarsi
nelle attività educative. Ai genitori quindi, dopo un importante
seppur generico scambio di impressioni, sensazioni e informazioni
circa l'esperienza dei loro bambini durante i primi mesi al nido,
presentiamo la programmazione dei laboratori che intendiamo
svolgere (attività del mattino con i piccoli e del pomeriggio con la
partecipazione dei grandi). Un secondo incontro sarà organizzato
indicativamente nel mese di maggio, quando l'anno scolastico sta per
concludersi e quando “è tempo di bilancio”: ripercorriamo con le
emozioni e i ricordi degli adulti e con le “tracce” lasciate dai
bambini, i momenti importanti vissuti insieme.
Colloqui individuali in corso e a fine anno hanno la finalità della
condivisione e del reciproco ascolto.
Feste: in diverse e numerose occasioni offriamo ai genitori la
possibilità di stare insieme con i propri figli e condividere con loro
per alcune ore gli spazi e i giochi. Allo stesso tempo, essendo
incontri informali, le feste rappresentano per le educatrici e per le
famiglie occasioni per interagire in maniera alternativa, ma
significativa.
La “pizzata”: scambio amichevole di idee ed esperienze.
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Strumenti di comunicazioni internet
Accanto agli incontri fisici, si intende mettere a disposizione delle
famiglie l’utilizzo di strumenti di comunicazione ed accesso alle
informazioni via internet:
-posta elettronica
- sito web informativo
L’attivazione di tali strumenti, consentirà di aumentare le possibilità di
dialogo e partecipazione tra genitore e personale docente, eliminando i
vincoli spazio/temporali imposti dagli incontri e/o colloqui in presenza
fisica che comunque restano i più significativi.
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LE ATTIVITA' PROFESSIONALI
La progettualità pedagogica e la programmazione didattica
Il progetto educativo del nido, nel tener conto che l’azione
educativa è finalizzata alla costruzione, nella bambina e nel bambino,
dell’identità, dell’autonomia, e delle competenze, viene messo a punto dalla
pedagogista del nido, con la partecipazione collegiale delle educatrici.
Il progetto educativo si definisce attraverso:
 l’identificazione di obiettivi specifici;
 la programmazione dei percorsi educativi e degli aspetti organizzativi
necessari per raggiungerli;
 l'osservazione dei processi di interazione e di apprendimento così
sollecitati nei bambini;
 la loro documentazione;
 la verifica dei risultati ottenuti rispetto agli obiettivi prescelti;
 la valutazione della qualità del contesto educativo realizzato.
La programmazione didattica ha lo scopo di organizzare e strutturare
percorsi di attività finalizzati al conseguimento di traguardi di sviluppo, in
termini di abilità e competenze.
Ogni programmazione, seppur differenziata per età, prevede momenti di
incontro e condivisione dei tempi e degli spazi; ciò permette di:
 valorizzare i bambini più grandi che si responsabilizzano verso i più
piccoli;
 facilitare lo sviluppo cognitivo e sociale dei bambini più piccoli
attraverso l'imitazione dei grandi.
Il nostro gruppo di lavoro ritiene indispensabile, nell'elaborazione della
programmazione, considerare l'elemento “flessibilità” rispetto a tempi,
spazi, attività, strumenti, obiettivi; riteniamo infatti, di poter garantire
l'apertura a nuove opportunità anche attraverso la modifica o il
cambiamento giornaliero o settimanale dei percorsi individuati, a favore di
nuove esperienze e occasioni di apprendimento.
Le attività educative riguarderanno diversi contesti di esperienza:
psicomotorie, grafico-pittoriche, di manipolazione e costruzione, di gioco
di finzione e di assunzione di ruoli, di narrazione, al fine di favorire
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l'attivazione integrata di relazioni, affetti, competenze e conoscenze da
parte delle bambine e dei bambini.
Un aspetto che per noi è importante sottolineare è che all’interno del
nostro nido un’ educatrice riveste anche il ruolo di pedagogista.
Questo è, ne siamo convinte, “un valore aggiunto” che offriamo ai
genitori: ciò consentirà di cogliere maggiori dettagli, di fare
osservazioni più mirate sul gruppo e sul singolo, di guardare il bambino
da più punti di vista.
Continuità con la scuola dell'infanzia
Il passaggio dal nido alla scuola dell'infanzia è una fase di crescita molto
importante; di conseguenza cerchiamo di creare continuità attraverso
gesti che, soprattutto nel momento del passaggio, diventino reali. I
bambini di due o tre anni che frequentano il nido hanno occasione ad
esempio di visitare le loro future scuole, vedere i nuovi ambienti e le
nuove maestre. Le educatrici del nido e gli insegnanti delle scuole
dell'infanzia si scambiano informazioni sui bambini che compiranno il
passaggio.
La filosofia è quella della continuità e in questi incontri si parla
dell'esperienza dei bambini al nido non come una fase conclusa, ma come
qualcosa che avrà seguito. La nostra immagine di bambino infatti, non è
una visione frammentata per livelli di età o stadi di apprendimento, ma è
quella di un bambino nella sua interezza e complessità.
Pensiamo ad un progetto educativo capace di accogliere l'individualità di
ogni bambino, la varietà di esperienze e culture nella vasta rete di
relazioni con la realtà circostante.
Documentazione
Documentare le esperienze, i percorsi e la vita in un servizio per
l'infanzia significa rendere visibile e leggibile la prassi didattica e il
modello pedagogico adottato, quindi raccontare e raccontarsi.
Parliamo di documentazione al nido e ci riferiamo ai lavori dei bambini,
quelli portati a casa da mamma e papà o quelli attaccati alle pareti della
sezione; progetti archiviati come memoria di un programma educativo o
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dati relativi alle attività che le educatrici conservano e periodicamente
consultano. Nella documentazione rientrano anche foto e video, che
testimoniamo laboratori realizzati, attività svolte o anche semplicemente
piccoli stralci di vita dei bambini al nido.
La documentazione è il racconto didattico di ciò che si fa con i bambini,
che narra la storia del percorso di lavoro che rientra nel progetto
educativo. E' nello scambio e nella messa in comunione della propria
esperienza che la documentazione acquista una validità pedagogica.
Chi lavora nei servizi educativi ha imparato che si può, attraverso la
documentazione delle esperienze del bambino, fare educazione,
trasmettere all'esterno i saperi, le sensibilità che si sono accumulate al
loro interno. E' certo che l'educatrice, attraverso il suo pensiero e le sue
riflessioni, aiuta i genitori a pensare e capire meglio il proprio bambino.
Documentazione come scambio quindi, che prevede anche interlocutori
esterni alla realtà educativa, come le altre agenzie educative del
territorio, oltre le famiglie e gli altri ordini scolastici, prima fra tutti la
scuola dell'infanzia.
Tracce d'infanzia: il diario del bambino
“Raccontare storie, su se stessi e sugli altri, a se stessi e agli altri è il
nostro modo più naturale e più precoce di organizzare l'esperienza e la
conoscenza” (J. Bruner)
Crescere un bambino all'interno di un servizio educativo richiede la
propensione preziosa a riconsegnare al singolo bambino e ai suoi genitori i
fatti, i sentimenti, le emozioni, le idee che hanno costituito la trama dei
suoi giorni al nido; richiede la capacità di raccontare piccole storie
individuali , che riconsegni a ciascuno un “ricordo” d'infanzia.
Costruire una documentazione relativa al singolo bambino permette
inoltre di offrire a ciascuno un'attenzione specifica, cogliendo le
differenze e gli stili individuali.
Il lavoro inizia quando il bambino con i suoi genitori fa il suo ingresso al
nido e termina con la fine dell'anno.
Costruire un diario richiede tempi lunghi e una costanza assidua nel
raccogliere il materiale (parole, immagini, riflessioni). Si tratta di
costruire un archivio; di avere ad esempio cartelle per ogni bambino dove
raccogliere le foto, le annotazioni, le osservazioni, di avere cartelle dei
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dipinti e dei disegni e contenitori invece dove riporre i vari lavori.
L'impegno finale degli educatrice è quello di raccogliere il materiale e dar
vita a veri e propri “libri biografici” per ciascun bambino; l'intento è
quello di offrire ai genitori uno strumento di ricordo della vita sociale del
loro figlio fuori dalle mura domestiche; pur essendo per eccellenza la
testimonianza di una storia individuale, mostra come la storia del singolo
bambino si intrecci con quella del gruppo dei compagni e degli adulti al
nido. Ciò che emerge da queste pagine preziose è la forza della
quotidianità e della normalità; ciò che scorre sono le parole del quotidiano,
conservate e restituite ad un livello più alto, perché mediate dal pensiero
e dalla sensibilità di adulti attenti.
LA PEDAGOGISTA
Federica Finocchio
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