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PRESENTAZIONE del lavoro di diploma

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PRESENTAZIONE del lavoro di diploma
Il Tecnico di Sala
Operatoria e la
psicotraumatologia
Formazione TSO, Corso 2
LAVORO DI DIPLOMA
Incontro di presentazione e valutazione
< Giugno 2007 >
Autori: Guzmán Almada
Emanuele Moranda
Relatore: Dott.essa Cornelia Klauser
Incontro di presentazione e valutazione:
Lunedì 18 giugno 2007, ore 08:00
SSMT, Trevano.
Commissione scientifica: Prof.
G.Palo; P.Pirotta; J.Bizzarro
PRESENTAZIONE DEL LAVORO DI DIPLOMA
In questa presentazione seguiremo, a grandi lineamenti, l’ordine proposto nel
nostro lavoro già consegnato ‘Il tecnico di sala operatoria e la psicotraumatologia’.
 Spiegheremmo le idee preconcepite e le procedure eseguite nei capitoli più
importanti, e come siamo arrivati alle diverse conclusioni.
 Elenchiamo, in seguito, i capitoli che tratteremmo:

1.
2.
3.
4.
5.
6.
Informazioni generali.
Ipotesi: costruzione e motivazione.
Approccio teorico al trauma: strutturazione e
finalità della scelta tematica.
Materiali, metodi e percorso scientifico:
formulazione dei questionari.
Presentazione e discussione dei risultati: le
risposte dei TSO e le risposte dei capi sala,
raggruppamento e interpretazione.
Conclusioni.
1. INFORMAZIONI GENERALI
▶ Nel mese di marzo 2006 ci siamo incontrati
con la commissione scientifica per
presentare il nostro progetto.
▶ Oltre al materiale cartaceo, ci siamo valsi
della ricerca in rete, riuscendo a trovare un
gran quantitativo di materiale.
▶ Il titolo provvisorio era “Debriefing in sala
operatoria” e rilasciava le prime linee della
nostra idea.
▶ Oltre ai siti ticinesi e italiani, abbiamo anche
ricorso a siti spagnoli, argentini, e della
svizzera interna, approfittando le madrelingue
dei componenti del gruppo (tralasciando il
dialetto ticinese)
▶ Prima, ma ancora durante il mese di marzo,
abbiamo contattato e poi avuto il primo
incontro con la nostra relatrice, la Dr med
Cornelia Klauser-Reucker (med gen FMH).
▶ Il nome ci fu raccomandato dalla docente di
psicopedagogia della SSMT, dott.essa.
Daniela D’Ottavio Del Priore.
▶ Dal primo incontro nel mese di marzo, ci
siamo ritrovati praticamente una volta al
mese, fino l’ultima riunione avuta durante il
mese di febbraio del corrente anno. Le
sedute, di una durata media di circa due ore,
hanno avuto luogo nell’ufficio della
dottoressa dell’OTAF (Montagnola) le prime
volte, e al consultorio personale di Agno,
nella seconda metà del periodo.
▶ Abbiamo constatato che al di fuori dell’ambito
della sala operatoria, la psicotraumatologia
suscita interesse e curiosità.
▶ Curiosità: si conosce poco il p-trauma, e
invece è più “sentito” l’OUTBURNING.
2. IPOTESI
Abbiamo conosciuto la teoria
dello psicotrauma e i problemi
che ne conseguono durante
delle ore di lezione, e ci ha
interessato la proiezione di
questo nella nostra
professione.
Data la vastità del tema ci siamo
posti tre grandi interrogativi come
punto di partenza per costruire
l’ipotesi:
IN SALA OPERATORIA
COSA SI FA ?
COSA SI DOVREBBE FARE ?
COSA SI POTREBBE FARE ?
Per arrivare all’idea di…
ABBIAMO INOLTRE
CONSIDERATO:
▶ Semplificare l’obiettivo del nostro lavoro
giacché inizialmente avevamo due o tre
‘ipotesi’dentro della ipotesi (per esempio:
oltre alla idea di studiare la conoscenza e
sensibilizzazione sullo psicotrauma del
team di sala operatoria, avevamo
pensato in descrivere o rittratare un caso
di debriefing vissuto in una struttura di
sala operatoria… )
▶ L’efficacia del debriefing in sala
operatoria, che era un’altro tema che
avevamo considerato, offriva degli spunti
interessanti ma una difficoltà maggiore
nella stesura : trovare casi di debriefing
eseguiti, e riuscire a dimostrare
effettivamente che ciò aveva avuto
determinati risultati.
▶ La partenza dell’ipotesi comprende una
nostra opinione (“Pensiamo che…”), o
sensazione, prodotto della nostra piccola- esperienza in sala operatoria.
IPOTESI:

Pensiamo che la sala operatoria è un luogo in
cui si è a rischio di subire l’effetto dello
psicotrauma e la struttura dei Blocchi
Operatori non è ne sensibilizzata ne preparata
al decorso di un processo
psicotraumatologico: possibilità che lo
psicotrauma colpisca il TSO (o un’altro
addetto alla sala operatoria).

Occorre aiutare la cura dello stato di salute
dell’operatore (TSO) migliorando la
conoscenza delle eventuali conseguenze di
uno psicotrauma.
3. APPROCCIO TEORICO AL TRAUMA
Strutturiamo l’approccio teorico
definendo i seguenti punti:
Trauma
Definizione scientifica
Definizione etimologica e
letteraria
Elementi dello
psicotrauma
Forme e tipi di reazioni
(specifiche e non)
Forme di prevenzione
Debriefing, Defusing e
Salutogenesi
Breve storia della
psicotraumatologia
Abbiamo utilizzato la bibliografia menzionata nel capitolo 9 per
approfondire le definizioni, ma ha sicuramente pesato tanto nel
nostro approccio le conoscenze che avevamo presso nel corso
di psicopedagogia.
Ci siamo avvicinati ai concetti di salutogenesi tramite materiale
consigliato dalla nostra relatrice.
4. MATERIALE, METODI E
PERCORSO SCIENTIFICO
Questionari ai
TSO e
strumentisti
(16 domande)
Questionari ritornati:
62, su un totale di 93
TSO - strumentisti
(67%)
•Risposte a scelta multipla per facilitare
l’analisi.
•Richiesta di alcuni dati personali per
eventuali collegamenti dei risultati agli
anni di esperienza, al sesso
dell’inchiestato o al luogo di lavoro.
•Lettera accompagnatoria senza
spiegazioni teoriche voluta.
Formulazione
dei questionari
•Risposte aperte ma suggerendo un
limite (anche per facilitare l’analisi).
Questionari ai
capi-sala (5
domande)
•Domande riguardanti l’organizzazione
della sala riferito allo psicotrauma.
•Domande per capire il pensiero di ogni
incaricato della sala.
Questionari
ritornati: 7, su un
totale di 9 capi sala (78%)
4.1. STRUTTURA DEL QUESTIONARIO
PER TSO E STRUMENTISTI
Le 5 fasi del
questionario
Abbiamo
strutturato il
questionario in
quattro gruppi
principali più le
domande sui dati
personali.
Il vissuto e la tipologia del
trauma
Le reazioni causate da un
trauma
Questa struttura
rispecchia, nelle
prime quattro voci,
l’ordine
sequenziale delle
fasi scatenate da
un evento
psicotraumatico, e
favorisce l’analisi
delle risposte.
L’elaborazione della
reazione
I mezzi d’aiuto davanti ad
un problema
psicotraumatologico
Dati personali
•La Carità (Locarno)
Ospedali dell’EOC (4)
L’OSGBV, OBV e
ODL, hanno avuto un
feed-back importante
nello qualitativo e
tempistico.Gli
ospedali del
Luganese hanno
messo più tempo del
termine pre-fissato
per il ritorno.
•Partecipazione: 10 / 11
•San Giovanni (Bellinzona)
•Partecipazione: 12 / 24
•Civico (Lugano)
•Partecipazione: 11 / 14
•Italiano (Lugano)
•Partecipazione: 05 / 07
•Beata Vergine (Mendrisio)
Ospedali e
cliniche
inchiestate
•Partecipazione: 10 / 10
•Moncucco (Lugano)
Cliniche private (4)
La C. Moncucco e
l’Ars Medica hanno
consegnato le
risposte anche dopo
del termine prefissato per il ritorno.
•Partecipazione: 08 / 08
•Ars Medica (Gravesano)
•Partecipazione: 06 / 07
•Santa Chiara e Cardiocentro
•Non pervenute
4.2. STRUTTURA DEL QUESTIONARIO PER I CAPI
SALA
OBIETTIVO
▶Vedere come la struttura gestisce
lo psicotrauma.
▶Vedere se c’è una determinata
corrispondenza tra le risposte date
dagli strumentisti e i capi della
rispettiva struttura.
▶ Composto da cinque domande aperte ma
limitate.
▶ Le domande chiedono, in sintesi, sulla
situazione dei blocchi operatori davanti allo
psicotrauma; la gestione dei problemi
derivati; questa gestione e la qualità del
lavoro del personale di sala; l’opinione del
capo sala su questi avvenimenti.
▶ In queste domande diamo più enfasi al
debriefing e alle lienee guide ad esso
riferito, rispetto che nel questionario per gli
strumentisti.
5. PRESENTAZIONE E
DISCUSSIONE DEI RISULTATI




Il capitolo ha due parti: domande agli strumentisti, domande ai capi-sala
La presentazione riguardante gli strumentisti segue la sequenza dei gruppi
di domande elencata precedentemente.
Utilizzo di grafici a torta, con i percentuali delle risposte date.
Partecipazione alle inchieste: quantità degli strumentisti e capi-sala
coinvolti.
5.1. Prima parte: domande ai TSO e/o strumentisti
Il vissuto e la
tipologia del trauma
(2 domande)
Le reazioni causate
dal trauma
(3 domande)
L’elaborazione della
reazione (stress
management)
(7 domande)
Dati personali
(2 domande)
I mezzi d’aiuto davanti
ad un problema
psicotraumatologico
(4 domande)
Il vissuto e la
tipologia del
trauma
OBIETTIVO
•Sapere se l’intervistato ha subito uno o più
psicotraumi sul lavoro, e di che tipo si tratta.
3/4 : si ha vissuto dei
traumi
Psicotrauma più scelto:
la morte in sala.
2%
24%
Sì
No
Non risponde
74%
PROCEDIMENTO
•Abbiamo domandato se la persona aveva subito
dei psicotraumi nel ruolo di TSO o di personale di
sala e, davanti alla risposta affermativa, abbiamo
elencato quattro tipi di traumi che possono capitare
in sala operatoria.
•In quest’analisi abbiamo voluto considerare la
differenza tra il lutto e lo psicotrauma causato da
una morte.
•Alla fine facciamo una piccola sintesi di questi
risultati, in cui notiamo che c’è un’importante
attenzione o sensibilità al tema del trauma da parte
di nostri colleghi, ma ci chiediamo se i concetti di
trauma siano per tutti simili.
Le reazioni
causate dal
trauma
OBIETTIVO
•Vogliamo conoscere le reazioni che i nostri
inchiestati hanno vissuto, nel contesto delle
esperienze psicotraumatiche, sia quelle
specifiche come quelle non specifiche.
PROCEDIMENTO
Ti è capitato di rimuginare degli episodi
disturbanti o traumatici la sera a casa?
5%
10%
Mai capitato
Capita raramente
32%
53%
Alcune volte
Capita troppo
spesso
•Formulare delle domande in maniera di
raggruppare, da una parte, quelle che sono le
reazioni specifiche ai traumi, e da un’altra, quelle
che non lo sono
•Nelle domande definiamo l’elenco delle possibili
reazioni.
•Nelle risposte a scelta multipla proposte chiediamo
in che frequenza si è verificato.
•La specificità o meno delle reazioni viene definita
nel capitolo dell’approccio teorico al trauma.
•Alla fine facciamo una piccola sintesi di questi
risultati, constatando che gli inchiestati hanno
riconosciuto di aver esperimentato normali reazioni a
traumi, anche se in molti casi non hanno saputo
identificare un vissuto traumatico come origine.
Ripensamento.
Reazione non specifica.
Si vedono più reazioni
che traumi
La frequenza di questa
reazione è bassa
Tutte le persone che
hanno sofferto un trauma
rimuginano questi
episodi la sera a casa:
alcune volte nel 64% ,
raramente nel 34% e
spesso soltanto nel 6%
Disturbi del sonno, incubi,
flashback’s. Reazione specifica.
34% ha vissuto la reazione
specifica contro 74% che
dice di aver sofferto un
trauma: c’è un 40% di
differenza che ha discorde
interpretazione del trauma
o assimila velocemente
Disagi psicologici.
Reazione non specifica.
55% ha vissuto la reazione
non specifica.
74% MAI ha avuto questa
reazione.
Disinformazione.
•Dopo facciamo un nuovo analisi discriminato in reazioni specifiche e non specifiche, in
cui di nuovo vediamo delle basse frequenze.
•Tra le persone che dicono di non aver vissuto un trauma, quasi il cinquanta percento
concede di aver avuto delle reazioni specifiche. Questa inclinazione implica che
l’importante percentuale che ha avuto esperienze traumatiche nell’arco della vita
lavorativa in sala operatoria, non le ha riconosciute come tali.
L’elaborazione della
reazione (stress
management)
80% condivide l’emozioni.
OBIETTIVO
•Verificare se e come viene utilizzato lo stress
management, nelle sue diverse forme.
92% parla su loro psicotraumi.
40% “tenersi dentro la cose può
solo far peggiorare”
57% non cambia atteggiamento
32% si cambia: passo
salutogenetico (aumento della
sensibilità)
Stress management: maggior
parte sa che condividere è buono.
Scarsa importanza alle attività del
corpo.
10) Ti sembra di essere cambiato nel tuo modo di
pensare ed agire dopo aver superato un evento
traumatico?
11%
NO
SÌ
Non risponde
32%
57%
PROCEDIMENTO
•In una prima fase indaghiamo sulla condivisione
dell’emozioni provate dopo uno psicotrauma e se
vi sono stati dei cambiamenti nel modo di agire o
pensare.
•Alcune domande si articolano tra di loro
offrendo delle diverse possibilità di risposte
concatenate.
•Nella seconda fase chiediamo le strategie usate
da nostri inchiestati; proponiamo diverse
possibilità dello stress management.
I mezzi d’aiuto
davanti ad un
problema
psicotraumatologico
18% non conosce il
debriefing
OBIETTIVO
•Vedere se sono a conoscenza dei
principali mezzi di prevenzione e
aiuto davanti ai psicotraumi e a chi
dirigersi in caso di bisogno.
45% non conosce la
salutogenesi
74% non sa a chi chiedere
aiuto davanti problemi
psicotraumatologici
Solo il 27% è interessato in
sapere più sul tema.
13) Conosci il concetto di debriefing?
No
4%
3%
3%
Sì, serve ad esternare le proprie
emozioni dopo un trauma psicologico
18%
Sì, serve a riordinare le idee su un
vissuto traumatico al fine di elaborarlo
Sì, è una pratica che è rivolta solo al
personale sanitario
È una psicoterapia
44%
28%
Non risponde
PROCEDIMENTO
•Domande dirette con scelta multipla,
sul debriefing e la salutogenesi.
•Dentro delle scelte di risposta
abbiamo volutamente introdotto delle
definizioni del tutto inappropriate nel
contesto del tema, per testare
l’attenzione della persona.
•Abbiamo sottolineato la poca
conoscenza di queste procedure
esistente nei blocchi operatori.
5.1. Seconda parte: domande ai capi sala
• Le domande ai capi presentano una interpretazione e
visualizzazione dei risultati più semplice che nei questionari
precedenti.
• Abbiamo raggruppato le risposte per ogni domanda, con dei
commenti che danno una panoramica di tutti i pareri.
• Crediamo che ciò che appare dopo queste interviste funziona
come una fotografia della situazione attuale nei blocchi
operatori.
• Avevamo l’idea di vedere se c’era una corrispondenza tra le
risposte del capo e quelle degli strumentisti: abbiamo
comprovato che nel caso di uno degli ospedali si verifica una
speciale attenzione alla tematica in ambedue componenti.
• Dopo dell’analisi delle risposte facciamo un piccolo elenco di
alcuni concetti che sono stati maneggiati in maniera poco
chiara da parte dei capi sala, e facciamo le rispettive
precisazioni :
Reinserimento; debriefing quotidiano; rara
frequenza degli eventi traumatici
• Le risposte complete le trascriviamo nel capitolo degli allegati.
1.
Come affronta uno
psicotrauma la
struttura ?
2.
C’è un debriefer?
Conosce i compiti di
uno d… ?
3.
Importanza della
gestione dello p. e
influenza
sull’assenteismo.
4.
Il debriefer come
figura ‘fissa’ nel
blocco. Influenza
sulla qualità.
5.
Abbandono della
professione dopo
uno psicotrauma.
6/7 riconoscono
l’importanza
della gestione
del problema.
7/7 conoscono la
figura del
debriefer.
7/7 riconoscono
l’importanza della
tempestività nella
gestione del
problema.
1/7 menziona la
fede - religione.
3/7 forte
adesione al
debriefer.
1/7 conosce un
caso di
abbandono della
professione per
una situazione del
genere.
1/7 menziona il
debriefing.
1/7 vede
importante
conoscere o
avere più
conoscenze per
aiutare il
personale.
3/7 dicono della
esistenza del
debriefer nella
struttura.
1/7 descrive
l’importanza
dell’esistenza di
una figura del
genere (ma senza
specificare che
figura)
1/7 importanza
sul assenteismo /
invalidità.
3/7 ridonda in
beneficio alla
struttura.
1/7 solidità /
empatia del team
come aiuto.
1/7 adesione
meno forte.
2/7 esprime dei
dubbi sulla figura
del debriefer.
1/7 critica aperta
al debriefer.
6. CONCLUSIONI
Mettiamo l’accento su alcuni punti
usciti durante il lavoro e l’analisi
dei risultati da noi ritenuti
importanti.
Contengono anche delle
autocritiche ed infine esprimiamo
la nostra soddisfazione finale
ritenendo di aver imparato molte
cose nuove.

I rusultati che ci portano a dire che l’ipotisi di
partenza è verificata.

Alcune risposte date dai nostri inchiestati
facevano sorgere altre domande.

Da questo lavoro abbiamo potuto imparare
molte cose nuove che hanno arrichito in
modo positivo le nostre conoscenze di base
che avevamo.

Ringraziamo chi ci ha aiutato nel lavoro, in
particolar modo la nostra relatrice,
Dott.essa Cornelia Klauser
Grazie per l’attenzione !
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