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simulazione di lezione alternativa alla lezione frontale

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simulazione di lezione alternativa alla lezione frontale
Simulazione di lezione alternativa alla lezione frontale
Pensiamo ad una classe con "normale" distribuzione di rendimento ( secondo le curve gaussiane),
ma questa presunta normalità è caratterizzata da molti casi individuali ed ogni individuo ha i suoi
problemi, tipicamente adolescenziali. In determinati casi si avverte però anche l'incidenza di
problemi familiari, cui si aggiungono "normali" e diffuse difficoltà di concentrazione e di
apprendimento.
L'obiettivo sarà dunque quello di:
scolarizzare al massimo grado questi studenti: la scuola deve poter acquistare per loro un
interesse molto, molto forte, finendo per coincidere con il luogo dove i problemi forse non si
risolvono, ma certo si affrontano e forse si possono condividere con altri: si scopre che alcuni
soffrono in modo simile e i1 confronto può risultare utile, altri possono aiutare a "leggerli" e
così sostenere nell'individuare una via di uscita o di... sopportazione. In questo modo l'ambiente
scolastico può diventare anche i1 luogo della ripresa o della riscossa.
In ogni caso una bella sfida, per noi e per loro, ma questo è quello che dà spesso senso alle cose.
Fasi dell’esercitazione
I. Esame della situazione.
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Si avverte la necessità di definire meglio la classe, per avere davvero il quadro della
situazione, poter programmare g1'interventi da attuare a seconda delle situazioni, sfruttare al
meglio le risorse di tutti, anche degli studenti non problematici, che possono risultare di aiuto
ai compagni nel complesso processo di apprendimento.
Si osserva come sia importante "avere lo sguardo largo" nello stabilire gli obiettivi da
raggiungere a brevissimo (= 1 settimana), breve (= I mese), medio (= 6 mesi-1 anno), lungo
(= 3 anni) termine.
Ci si impegna a descrivere, simulando, una situazione che sia davvero parallela alla realtà,
cioè che risulti del tutto realistica nelle attività di insegnamento-apprendimento, che non si
possono considerare indipendenti e slegate l'una dall'altra.
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II. Definizione dí alcuni particolari imprescindibili
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Si tratta di una classe che frequenta il primo anno di un Istituto superiore
Siamo nel primo mese dell’anno scolastico e si sono già svolte alcune attività nell'ambito
dell'accoglienza e dell'orientamento, mentre altre sono in corso.
Consideriamo una sola lezione, che si svolge in un'unica giornata, eventualmente anche per
due ore successive.
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III. Tecniche adottate
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Dalla discussione collettiva si propende per la lezione dialogata e si sottolinea come
essa richieda che si parli "in due": inizialmente è l'insegnante a porre le domande, ma
poi bisogna fare in modo che gradualmente il dialogo si sposti agli alunni e che si
svolga tra loro. Non sembra superfluo ricordare il principio (l'insegnamento
differenziato) che regola tale tipologia di lezione, la quale si svolge, per così dire, “in
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orizzontale" : il dialogo è, infatti, fra gli studenti; il docente svolge ruolo di guida per
ciascuno studente, che compie un "suo" percorso di apprendimento.
Si sarà opportunamente scelto, ad esempio, un brano che offra anche un forte impatto
emotivo; l'argomento deve essere tale da motivare i ragazzi, magari facendo loro
sentire l'importanza o l'incidenza dell'istruzione o dell'esperienza scolastica, anche in
senso negativo, perché ne sia facilitata la discussione, che bisogna promuovere e
stimolare con particolare attenzione e sensibilità, facendo in modo da coinvolgere
quanto più possibile tutti gli studenti.
Il brano potrà essere letto a voce alta dall'insegnante, che così facendo potrà forse
regalare un momento di magia, la magia della parola letta e sentita, attraverso il
sentire e vivere determinate emozioni. Gli studenti ascolteranno e/o seguiranno
silenziosamente la lettura sul testo che sarà stato loro consegnato (Sarebbe il caso di
provare entrambe le situazioni, in due momenti diversi, ovviamente). A titolo di
esempio si suggerisce, in base ad esperienze precedentemente realizzate, di proporre
testi come:
Storia di un ragazzo e del suo gatto (Dickens)
La lezione di canto
(Mansfield)
La biblioteca di Babele
(Borges)
Simplicitas (Balzac)
Mary per sempre ...
ma si tratta solo di alcuni dei moltissimi esempi che si potrebbero proporre.
Seguirà la discussione: l'insegnante può attirare l'attenzione su alcuni aspetti o elementi
della narrazione, come se da quelli fosse stata/o colpita/o, per avviare il dibattito; porrà
dunque delle domande agli studenti, invitandoli ad esprimere il loro punto di vista. Si
suggerisce di iniziare, chiedendo la partecipazione dei più disponibili, ma se il docente
è abile guida o "regista", la partecipazione crescerà e si allargherà quasi
spontaneamente... Naturalmente deve poter disporre di materiali e strumenti e tutto
deve essere stato preparato, anche se poi è d’obbligo un margine per l'imprevisto, che
favorisce la creatività e l’originalità.
Sarà importante stabilire prima le regole, possibilmente condivise e motivate: si tratta di
rispettare l'ordine degli interventi, ma anche il rispetto delle idee, delle precedenze, dei
tempi, e si dovrà annotare sinteticamente quanto viene esposto e per questo l'insegnante
potrà chiedere presto la collaborazione di qualche studente.
Sembra importante a quasi tutti i docenti utilizzare, nel corso di quest'esperienza, sia
l'oralità sia la scrittura, perché è proprio la tipologia di lezione stessa a consentire di
sfruttare questa costante tra la prima, che è collettiva, e la seconda, che è individuale.
La lezione dovrà essere breve; sarà così più facilmente motivante e potrebbe spingere
meglio gli studenti a questa particolare attività di apprendimento partecipativo che, non
separando il momento della spiegazione da quello dello studio, può anche abbassare la
differenza tra chi studia a casa e chi tende a non farlo o lo fa poco.
Potrà poi seguire un lavoro di confronto fra le diverse opinioni espresse o tra diversi testi
Si ricorda come sia importante, trattandosi di una classe prima e dei primo periodo
dell'anno scolastico, l'osservazione: essa dovrà essere rigorosa, sistematica,
"scientifica”. Bisognerà a questo scopo aver prima predisposto, magari attraverso un
lavoro collegiale, delle particolari griglie, con indicatori ben definiti. Ad esempio, si
possono scegliere: l'atteggiamento nei confronti dell'ambiente, l'attenzione, la
partecipazione, la capacità di espressione, la propositività... Esse andranno usate
regolarmente soprattutto nel primo mese, per essere poi verificate a metà anno e a metà
del II quadrimestre. Questa sistematicità dell'osservazione, che deve essere
opportunamente documentata, magari attraverso simboli predefiniti, consente, fra le
altre cose, un'importante verifica:
Quali competenze hanno sviluppato gli studenti?
Si sono verificati dei cambiamenti?
Risulta possibile avere un quadro generale articolato, in cui collocare i singoli casi e
decidere i particolari interventi?
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