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La questione israelo palestinese

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La questione israelo palestinese
Breve storia
della questione
israelo-palestinese
Dalla diaspora
alla Road Map
Breve storia della questione
israelo-palestinese
1
Il medio oriente
Breve storia della questione
israelo-palestinese
2
Israele e Territori
oggi
Breve storia della questione
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3
La Palestina attorno al
1000 a.C. (regno di
Salomone)
Breve storia della questione
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4
Premessa: dalla diaspora
al mandato inglese
La Diaspora indica la dispersione nel
mondo degli Ebrei avvenuta a
partire dal 70 d.C. (conquista di
Gerusalemme) e dal 135 d.C.
(soffocamento dei moti ebrei per
l’indipendenza).
A partire dalla conquista romana, la
Palestina fu sempre in mani
straniere:
Bizantini (IV sec. d.C.-636)
Arabi (636-1099)
Crociati (1099-1291)
Mamelucchi (1291-1517)
Ottomani (1517-1917)
Inglesi (1917-1948)
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5
Alla fine del XIX sec., in Palestina
vivevano circa 45.000 Ebrei a
fronte di 450.000 Palestinesi; nel
resto del mondo, pur integrati, gli
Ebrei costituirono una “nazione
nelle nazioni”.
Il giornalista Theodore Hertzl,
inviato a Parigi nel 1894, dopo
avere osservato e descritto
l’antisemitismo che ormai
dominava l’Europa, scrisse un
libro, Lo stato ebraico, che
conteneva un vero e proprio
progetto di creazione di uno stato
ebreo in Palestina.
Breve storia della questione
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Nacque così il Sionismo*,
l’ideologia secondo cui gli Ebrei
avevano il diritto di
riappropriarsi delle terre che
erano appartenute ai loro avi.
T.Herzl (1860-1904)
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Dal 1897 al 1948 giunsero in Palestina
650.000 Ebrei.
Nello stesso periodo, le conquiste
francesi della Tunisia, del Marocco,
dell’Algeria, quelle inglesi dell’Egitto
e del Sudan, quella italiana della
Libia, favorirono la nascita di un
movimento ideologico affine al
Sionismo: il Nazionalismo arabo, che
fu alla base della ribellione araba
contro gli Ottomani durante la Prima
Guerra Mondiale.
Questa ventata nazionalista fu frustrata
dai trattati successivi alla guerra: la
Cis-* e la Transgiordania furono
affidate ad un Mandato Britannico
che causò una serie di violenti
tumulti degli Arabi contro gli
immigrati Ebrei, a tutti gli effetti
degli Occidentali in terra islamica.
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La Palestina* durante il
Mandato Britannico (‘17-’48)
Breve storia della questione
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La nascita della
questione palestinese
Fino al 1948 furono un milione i profughi
palestinesi costretti a lasciare le loro
case e a rifugiarsi nei paesi confinanti
per l’arrivo in massa degli Ebrei.
Questi, a loro volta, erano scampati alla
peggiore mostruosità della storia: il
genocidio nei campi di sterminio. Il
risarcimento della comunità
internazionale (la concessione di una
patria) faceva degli Ebrei degli ex
oppressi che nel contesto specifico
diventavano degli oppressori.
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Dunque:
- gli Ebrei chiedevano all’ONU di
esercitare il proprio diritto a tornare
in quella che era stata la loro patria;
- i Palestinesi chiedevano di rimanere in
quella che da tempo immemorabile
era la loro terra.
Nessuna delle due comunità era
disposta ad essere governata
dall’altra, né a condividere lo stesso
spazio. La contesa avveniva
nell’ambito della spartizione del
globo tra USA e URSS: dietro a
Israele c’era l’America, dietro i paesi
arabi la Russia.
Gli Ebrei ritenevano che il problema
sarebbe stato risolto dall’integrazione
dei Palestinesi nei paesi confinanti.
MA COSI’ NON FU:
Breve storia della questione
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i rifugiati vennero lasciati nei campi
profughi in condizioni spaventose
proprio perché servissero da mezzo
di pressione contro gli Ebrei. Tutti i
finanziamenti e gli aiuti dei paesi
arabi nei confronti dei Palestinesi
non vennero elargiti per migliorare le
condizioni di vita, ma nella
prospettiva di una guerra contro gli
Ebrei ed il loro definitivo
allontanamento.
Le diplomazie internazionali furono
incapaci di risolvere il problema,
anche perché tra le due parti non si
volle scendere a compromessi:
Breve storia della questione
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Secondo gli
Israeliani, toccava
agli Arabi
risolvere il
problema dei
profughi loro
connazionali,
mentre essi
avevano il diritto
a conservare la
biblica Terra
Promessa.
Secondo gli Arabi,
gli Israeliani
erano una potenza
colonizzatrice,
simile ai Francesi
in Algeria, che
doveva essere
semplicemente
cacciata via con
ogni mezzo.
Breve storia della questione
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Il comportamento inglese fu
sostanzialmente ambiguo (doc:
Dichiarazione Balfour): da un lato si
permise agli Ebrei di immigrare
senza limitazione di numero (almeno
fino al 1939); contemporaneamente si
prospettò ai Palestinesi la
costituzione di un loro stato entro
dieci anni.
Incapaci di affrontare la situazione
dopo la Seconda Guerra Mondiale e
il grande afflusso di Ebrei a seguito
della Shoah, gli Inglesi
abbandonarono la zona e affidarono
la questione palestinese all’ONU, che
con la risoluzione 181 (doc.) del 29
novembre 1947 propose il seguente
piano di spartizione:
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Il piano ONU del 1947
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La proclamazione
di indipendenza di Israele
Mentre continuano le violenze e gli
assalti militari da una parte e
dall’altra, e ben 250.000 arabi
emigrano nei paesi confinanti, il
14 maggio 1948 Israele proclama la
propria indipendenza e si costituisce
come stato sovrano.
La reazione dei paesi arabi confinanti è
immediata: il giorno successivo tra
Israele e paesi Arabi scoppia la
prima delle quattro guerre che
contrapporranno il nuovo stato
ebraico ai paesi confinanti (Egitto,
Giordania, Siria, Libano, Arabia) e
limitrofi (Iraq).
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Ben Gurion, “padre” dello
stato di Israele e primo
ministro dal ‘49 al ‘53
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La Lega Araba
all’atto della sua
costituzione (marzo
1945)
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Le guerre arabo-israeliane
(1948-1973)
La Guerra di Indipendenza Israeliana
(maggio’48-primavera ‘49)
Il giorno dopo la proclamazione di
indipendenza, Egitto, Libano, Siria,
Giordania, Iraq attaccano Israele: la
Lega Araba dispone di un esercito
efficiente che inizialmente conquista
Gerusalemme e Tel Aviv;
successivamente, anche a causa della
divisione interna della Lega Araba,
Israele riguadagna i territori perduti
e aumenta la propria estensione di un
terzo rispetto al piano ONU.
La conferenza di Rodi sancisce un
armistizio, non una pace.
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Israele e la Palestina dopo la
guerra di indipendenza (‘49)
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Negli anni successivi Israele consolidò
le proprie strutture istituzionali, fu
ammesso all’ONU, varò la
cosiddetta Legge del Ritorno (1950),
ricevette un sostanzioso indennizzo
dalla Germania sotto forma di
forniture industriali.
Contemporaneamente, l’Occidente
simpatizzava per gli Arabi, sia per
le condizioni dei profughi
palestinesi, sia per l’intenzione di
Israele di spostare a Gerusalemme
la propria capitale; inoltre, i paesi
ospitanti si rifiutarono di integrare
e conferire la cittadinanza ai
profughi, sebbene correligionari.
A questo punto, la questione
palestinese subì una svolta di
carattere internazionale:
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L’URSS di Stalin riprese la politica
antisemita e antisionista (interessato
anche all’espansione nella zona)
appoggiando il Presidente dell’Egitto
Nasser, che non faceva mistero delle
proprie mire espansioniste in medio
Oriente.
Nasser, antioccidentalista e
filosovietico, nel luglio 1956
nazionalizzò il Canale di Suez,
sottraendo di fatto all’Inghilterra e
alla Francia il controllo economico
della regione.
Si costituì così una coalizione tra
Inghilterra, Francia e Israele che
sfociò nell’ottobre 1956 nella
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Il colonnello Gemal A.
Nasser, presidente
dell’Egitto dal 1954 al 1970.
Fu considerato la guida
dell’emancipazione
antimperialista dei paesi
arabi.
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Guerra del Sinai
(29 ottobre-5 novembre 1956)
Il generale Moshè Dayan, coadiuvato da
un giovanissimo Ariel Sharon, dilaga
nel giro di pochi giorni fino al Mar
Rosso, catturando uomini e mezzi
egiziani. Nel giro di diciotto giorni la
guerra termina con un bilancio
positivo per Israele, che ottiene il
porto di Eilath sul Mar Rosso, il
permesso di transito per navi e merci
dirette a Israele sul canale di Suez, la
presenza di forze ONU a Gaza e sul
Sinai.
Israele non allarga il proprio territorio,
ma da questo momento verrà
considerato dagli Arabi come
l’avamposto dell’imperialismo
occidentale.Breve storia della questione
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israelo-palestinese
E i Palestinesi?
Nel 1965 nasce l’OLP*, forza politica e
organizzativa che si prefigge il
compito di dare voce pubblica
all’entità palestinese e combattere con
ogni mezzo Israele. Costituita da
varie anime, l’OLP trova in Yasser
Arafat, leader del movimento AlFatah, il proprio capo carismatico.
Sono gli anni del conflitto vietnamita e
del diffondersi del movimento
antimperialista: Nasser e Arafat
assunsero un ruolo come quello di
Castro e Ho-Chi-Minh, e la
contrapposizione al sionismo divenne
una vera lotta di liberazione,
paragonabile a quella appena
conclusa in Algeria (1962).
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Verso un nuovo conflitto
Nel 1966 URSS, Siria ed Egitto strinsero un
patto politico-militare in funzione
antisraeliana e antioccidentale;
contemporaneamente, dalle Alture del
Golan (confine siriaco-israeliano) i
Palestinesi entravano in Israele per
compiere raid e attentati: Israele
rispondeva bombardando il confine;
Papa Giovanni XXIII aprì il dialogo con
il mondo ebraico abbandonando la
tradizionale accusa del deicidio; a seguito
del golpe dei colonnelli in Grecia (1967),
l’URSS convinse Nasser a porre il blocco
navale sul golfo di Aqaba, strangolando
così Israele da un punto di visto
economico e diplomatico; con l’Egitto e la
Siria si schierarono la Giordania e l’Iraq:
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La guerra dei Sei Giorni
(5-10 giugno 1967)
Una delle guerre più studiate della storia,
per la rapidità tattico-strategica con cui
Israele sconfisse i nemici:
nel giro di una mattinata Israele,
attaccando di sorpresa, distrusse a terra
tutti gli aerei egiziani, siriani e giordani;
nelle operazioni di terra, durate quattro
giorni, Israele conquistò il Sinai fino al
canale di Suez, la Giudea e la Samaria
fino al Giordano, Gerusalemme (che era
per metà israeliana e per metà giordana)
fino al Muro del Pianto e le Alture del
Golan.
Israele perse 700 uomini contro i 15.000
degli avversari; Capo di Stato Maggiore
era Isaac Rabin.
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Moshè Dayan, capo di Stato
Maggiore dal ‘53, ministro
della difesa, protagonista
indiscusso della guerra del
‘67.
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Israele dopo la guerra del’67
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I territori occupati
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A cavallo degli anni ‘70 vanno registrati
alcuni fatti rilevanti:
- 1970, il Settembre Nero: Re Hussein di
Giordania, preoccupato dalla presenza
dei Feddajin dell’OLP nel proprio
territorio, scatena la caccia al
Palestinese: 10.000 morti;
- Nasser muore e gli succede Sadat, il cui
programma è ripristinare l’economia
dell’Egitto e preparare una guerra di
sorpresa a Israele;
- gli USA stanziano fondi a favore di
Israele, mentre l’URSS arma l’Egitto;
- Golda Meir, nuovo primo ministro
d’Israele, allontana dal governo la destra
e si dichiara favorevole al dialogo con gli
Arabi;
- in Israele iniziano nella società civile i
primi dissensi nei confronti della politica
anti-palestinese
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Golda Meir. Ambasciatrice a Mosca, fu ministro
degli Esteri dal ‘56 al ‘66 e primo ministro dal
‘69 al ‘74. Si dimise a seguito della guerra del
Kippur.
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La guerra del Kippur
(6-22 ottobre 1973)
Contemporanea e simile a quella
musulmana del Ramadan, la festa del
Kippur (espiazione) è una delle feste più
importanti dell’ebraismo.
Attaccati di sorpresa dall’esercito siriacoegiziano, gli Israeliani subiscono
l’iniziativa degli avversari, favoriti anche
dal ponte aereo sovietico; dopo sette
giorni di empasse, Israele si riorganizza e
sconfigge nuovamente la Siria sul Golan e
l’Egitto nel Sinai; Sharon è addirittura
pronto ad attraversare il Canale di Suez
ma viene fermato dall’ONU su pressioni
di USA e URSS.
Israele ha perduto il mito dell’imbattibilità,
ma conserva inalterato il proprio
territorio, che verrà restituito all’Egitto
dopo gli accordi di Camp David del 1979.
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I protagonisti di Camp David: da sinistra, il
presidente egiziano Sadat, il presidente
degli U.S.A. Carter (Nobel per la Pace
2002), il primo ministro israeliano Begin.
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Israele dopo Camp David
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Dal dopo-Kippur al Libano
Negli anni ‘70 la destra (il Likud) vince le
elezioni: i cosiddetti Territori Occupati
(Cisgiordania e Gaza) vengono
considerati a tutti gli effetti terre
israeliane: così, il governo aiuta e
finanzia la costruzione di insediamenti di
coloni israeliani e l’avvio di imprese
economiche in territori a maggioranza
palestinese; per proteggere i coloni, la
presenza militare israeliana aumenta,
generando malcontento e numerosi atti
terroristici.
Nel 1980 Gerusalemme viene proclamata
unilateralmente “capitale indivisibile” di
Israele;
nel 1981 le alture del Golan vengono
annesse, con il pretesto che da lì partono
le incursioni palestinesi contro Israele.
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La campagna del Libano
Fatta la pace con l’Egitto, Israele spostò
il centro della propria “politica di
sicurezza” al Nord:occupato il Golan,
l’altro obiettivo israeliano era il
Libano, dove erano attive le basi
dell’OLP. Dopo una serie di attentati
e incursioni terroristiche palestinesi,
il 6 giugno 1982 Begin iniziò
l’operazione Pace in Galilea, di fatto
la quinta guerra di Israele.
Nelle intenzioni di Begin e Sharon,
doveva trattarsi di un’operazione di
polizia, volta ad occupare una fascia
di confine di 40 Km per tutelare le
popolazioni della Galilea, esposte agli
attacchi dei feddayin. Invece:
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già il 14 giugno gli Israeliani stavano
assediando Beirut ovest, sede del
quartiere generale dell’OLP.
L’attacco israeliano si inseriva in una
situazione già caotica: il Libano era
dilaniato da una guerra civile tra le
diverse etnie e componenti religiose
(cristiano-maroniti, drusi, sciiti,
sunniti); gli stessi Siriani erano
intervenuti (1976) con il pretesto
della pace ma avevano bombardato i
quartieri cristiani della capitale
(1978).
Con l’intervento degli Israeliani i
Palestinesi fuggirono nei paesi
confinanti, da dove furono rimandati
nei campi profughi di Beirut.
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A seguito del massacro di Sabra e
Chatila (settembre 1982), e della
corresponsabilità di Sharon nel
massacro, l’opinione pubblica
mondiale e parte di quella israeliana
condannarono la politica aggressiva
di Begin; dopo l’arrivo in Libano
della forza internazionale di pace
(USA, Francia, Italia), Israele si
ritirò dal Libano nel maggio 1983.
Nel frattempo, però, 140.000 Palestinesi
dovettero stabilirsi in Libano sotto il
controllo siriano: l’esasperazione
palestinese favorì l’esplodere del
terrorismo internazionale.
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Nella notte tra il 17 e 18
settembre 1982, i
falangisti cristiani libanesi
penetrarono nel campo
profughi di S. e C. e
massacrarono centinaia
di profughi con il tacito
consenso dei militari
israeliani che avrebbero
dovuto controllare
militarmente la zona.
Breve storia della questione
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Ariel Sharon, ex primo ministro. Contribuì
al successo israeliano durante la guerra
del Kippur; ministro della difesa dal 1981
al 1983, fu costretto a dimettersi per le
sue responsabilità nei massacri in Libano
(per cui è attualmente imputato presso un
Tribunale Internazionale). E’ da sempre
contrario alla restituzione dei Territori
occupati; da due anni è in coma.
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41
Il terrorismo
Il terrorismo mediorientale, a
differenza di tutti gli altri fenomeni
similari, ha un raggio planetario,
colpendo indistintamente tutti gli
obiettivi considerati “sionisti”: dopo
Israele al primo posto tra i paesi
colpiti c’è l’Italia, seguono la Francia,
la Germania, la Grecia, la Gran
Bretagna.
Le tipologie dell’Internazionale del
terrorismo panarabo sono due:
1) un movimento antioccidentale,
antimodernista e antisecolare, che
trae ispirazione dal khomeinismo;
2) un movimento antioccidentale che si
oppone al post-colonialismo
occidentale e teorizza il riscatto del
mondo arabo dalla subordinazione
all’Occidente.
Breve storia della questione
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La differenza tra il rivoluzionario e il
terrorista risiede nella ragione della lotta.
Colui che lotta per una causa giusta, colui
che lotta per ottenere la liberazione del suo
Paese, colui che lotta contro l’invasione e
contro lo sfruttamento, come contro la
colonizzazione, non può mai essere
definito un terrorista. (Y.Arafat all’ONU,
1974)
Breve storia della questione
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Le organizzazioni
terroristiche
Hezbollah (Partito di
Hamas (Ardore):
Dio): fondato dalle
movimento di
Guardie della
resistenza islamica
Rivoluzione Iraniana
sorto a Gaza nel 1988.
e con sede in Libano,
Opera in concorrenza
ha lo scopo di
con l’OLP e, oltre ad
promuovere la
affermare che la
nascita di uno stato
Palestina è sacra
islamico come in
proprietà islamica,
Iran. Contrario agli
teorizza un acceso
accordi israeloantisemitismo e rifiuta
palestinesi, ha come
qualsiasi soluzione
obiettivo la
negoziata della pace;
costituzione di una
fondendo religione e
repubblica panpolitica, Hamas critica
islamica guidata dal
ogni ipotesi di uno
clero. Recentemente
stato palestinese laico e
si è avvicinato ad
democratico. E’ oggi
Hamas.
molto seguito nei
Territori.
Breve storia della questione
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44
Abu Nidal
Organization: creato
nel 1974 da una
scissione da Fatah.
Molto attivo negli
anni '80 e '90, è
conosciuto in Italia
per l'attentato del 27
dicembre 1985 agli
aeroporti di
Fiumicino e Vienna:
16 morti. Entra ben
presto in conflitto
con Fatah, di cui non
approva le aperture
ad Israele, il nemico
da annientare.
Attualmente senza
seguito nei territori.
Fronte Democratico di
Liberazione della
Palestina: di origine
marxista-leninista,
supporta la nascita di
uno Stato palestinese
in un territorio liberato
da Israele. Primo
attentato di rilievo,
quello alla scuola di
Ma'alot: uccise 27
persone (134 i feriti).
Molti sono bambini.
Nel maggio '88, fra
l'altro, organizza un
attentato all'auto
dell'attuale premier
israeliano Ariel
Sharon.
A lungo in aperto
contrasto con Fatah e
vicino all'opposizione
ad Arafat. Ultime
operazioni: 25 agosto
2001, 3 soldati uccisi,
nella Striscia di Gaza.
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Fronte Popolare per la
Liberazione della
Palestina: di
ispirazione marxista
leninista, fondato da
George Habash. Non
ha riconosciuto gli
accordi di Oslo del
'93, allontanandosi
dall'OLP.
Attivissimo negli
anni '70, sia contro
obiettivi israeliani
che contro obiettivi
arabo-moderati.
Ultimo attentato di
rilievo: 17 ottobre
2001, assassinio del
ministro del Turismo
israeliano,
l'ultranazionalista
Rehavam Zeevi.
Jihad islamica:
nasce nel 197980 grazie
all'iniziativa di alcuni
studenti islamici in
Egitto, sulla scia del
successo della
Rivoluzione iraniana
e sotto l'influenza dei
gruppi radicali di
universitari egiziani.
Negli anni '80 il
gruppo si trasforma
in nucleo terrorista
attivo nei territori e
nella Striscia,
protagonista dell'
Intifada . A fine anni
'90, l'organizzazione
è protagonista di una
serie di attacchi
suicidi in Israele.
Breve storia della questione
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Fronte di Liberazione Tanzim:braccio armato
della Palestina: nasce
di Fatah, gioca un
in Libano nell'aprile
ruolo determinante nel
del'77. Il nuovo
salto di qualità
gruppo ha come capo
dell'Intifada 2000: dai
Abu Abbas ma è
diviso al suo interno
sassi ai mortai, alle
in fazioni spesso in
bombe. I Tanzim si
conflitto fra loro: nel
ritengono
1983-1984 si
l'avanguardia del
distaccano altri
futuro Stato
piccoli gruppi. Nel
palestinese, l'esercito
novembre 1989 Abu
non ufficiale che può
Abbas, eletto nel
accentuare la pressione
comitato esecutivo
dell'OLP, traghetta il
sui coloni e i civili
FLP verso Fatah, di
israeliani senza
cui sposa, di fatto,
compromettere troppo
l'analisi politica. Nell'
Arafat e Fatah. Sono
'85, Abu Abbas
gli eroi dell'Intifada,
diventa il terrorista
l'esempio da seguire
più noto al mondo,
per migliaia di
con il dirottamento
adolescenti dei
della Achille Lauro.
Arafat prende le
territori.Leader
distanze dall'attività
riconosciuto, Marwan
del FLP.
Barghouti (agli arresti)
Breve storia della questione
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Il terrorismo senza confini
Luglio 1982: ristorante ebraico a Parigi (6
morti);
Ottobre 1982: sinagoga di Roma (1 morto);
Settembre 1985: Larnaca, tre israeliani
uccisi. Per ritorsione Israele bombarda il
quartiere dell’OLP a Tunisi: 40 morti;
Ottobre 1985: dirottamento della Achille
Lauro e uccisione di un anziano ebreo. I
dirottatori si arrendono alle autorità
egiziane e hanno il salvacondotto verso
Tunisi (episodio di Sigonella);
Dicembre 1985: attentato a Fiumicino (16
morti e 70 feriti);
Settembre 1986: a Karachi muoiono 18
persone, alla sinagoga di Istanbul 23.
Breve storia della questione
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La prima intifada
Breve storia della questione
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49
L’8 dicembre 1988 scoppiò un
movimento popolare di resistenza a
Gaza e in Cisgiordania a sostegno
dell’OLP e contro Israele.
L’Intifada (risveglio), che in tre anni
causò 800 morti, produsse soprattutto
in Israele una riflessione sulla
incongruità politica, sociale e morale di
una vera e propria situazione
colonialista.
Nello stesso tempo, anche la parte più
moderata dell’OLP ritenne opportuno
modificare la propria strategia.
Così, mentre Hussein di Giordania
dichiarava di rinunciare alla sovranità
sulla Cisgiordania,
il 15 novembre 1988
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50
Il Consiglio
Nazionale
Palestinese
proclamò la
creazione
simbolica di uno
stato palestinese
in Cisgiordania
e Gaza con
capitale
Gerusalemme;
accettò la
risoluzione ONU
181, condannò il
terrorismo e
avviò trattative
per una
conferenza
internazionale di
pace.
Lo stesso Arafat
all’ONU
dichiarò di
riconoscere il
diritto di Israele
a vivere in pace
e sicurezza.
Breve storia della questione
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La prima guerra del Golfo
Nell’estate del 1990 l’annessione del
Kuwait da parte dell’Iraq scatenava
l’ennesima crisi: Arafat, nella guerra
irachena contro il Kuwait ma anche
dopo gli attacchi missilistici dell’Iraq
a Israele che non entrò in guerra, si
schierò con Saddam Hussein.
Secondo il leader dell’OLP lo scontro
tra Saddam e le truppe della
coalizione doveva essere il primo
momento di una resistenza del mondo
arabo contro l’Occidente; l’effetto
immediato della scelta di Arafat è la
perdita immediata di appoggi e
simpatie politiche in Occidente.
Breve storia della questione
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Israele non rispose agli attacchi e tutti i
paesi arabi si schierarono a fianco del
Kuwait: per la prima volta la difesa di
Israele era affidata agli altri stati.
Dopo la guerra, alla fine dell’estate
1993, Israele e OLP giunsero ad una
importante svolta politica:
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53
La svolta momentanea: i
trattati di pace fino
all’assassinio di Rabin
Gli accordi di Oslo (1993):
- l’OLP riconosce il diritto di Israele di
vivere in pace e sicurezza;
- Israele riconosce l’OLP come
rappresentante del popolo palestinese;
- viene approvata la Dichiarazione di
princìpi sulla autonomia palestinese;
- ritiro di Israele da Gaza e Gerico e
trasferimento del controllo
all’Autorità Palestinese.
Breve storia della questione
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Oslo, 13 settembre 1993: la storica stretta di
mano tra Rabin e Arafat, alla presenza di
Clinton. Sono stati appena firmati gli accordi
sulla autonomia palestinese; Israele e OLP si
riconoscono formalmente per la prima volta.
L’accordo verrà perfezionato due anni dopo
a Taba, in Egitto:
Breve storia della questione
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Gli accordi di Taba (1995)
Gli accordi
estendono
l’Autorità
palestinese
alle
principali
città della
Cisgiordania
(ivi compresa
la città di
Hebron)
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56
Il 4 novembre 1995 il
primo ministro
israeliano I.Rabin
viene assassinato
da un giovane
ebreo della estrema
destra religiosa
ultraortodossa.
Lo scrittore Amos Oz
disse che la
battaglia non si
combatte più tra
arabi e ebrei ma tra
i fanatismi di
entrambe le parti.
Due immagini di I.Rabin:
sotto, a destra, mentre
entra a Gerusalemme nel
1967
Breve storia della questione
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57
L’omicidio di Rabin fu l’esito violento
dell’opposizione oltranzista
israeliana agli accordi di Taba:
- i coloni;
- il Likud (partito della destra
conservatrice);
- Gush Emunim (Blocco della Fede)
↓
l’autonomia
della Cisgiordania
viene considerata la fine
dell’ideale
Eretz Israel
Breve storia della questione
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58
Le prime libere elezioni palestinesi del gennaio
1996 hanno dato luogo, de facto ad un governo
e, dunque, ad uno stato palestinese.
In Israele:
Spaccatura della
società civile su
temi quali il
sionismo, la laicità
dello stato, lo status
di ebreo;
Inoltre: che rapporti
con la Siria? Con il
Libano del sud
(base degli
Hezbollah)? Con il
jihad di Hamas?
E la non risolta
questione di
Gerusalemme?
I Palestinesi:
frattura tra gli arabopalestinesi che
hanno aderito ai
negoziati di pace e il
radicalismo armato
dei gruppi
oltranzisti (parola
d’ordine: somma
zero – uno vince,
l’altro perde…);
Discussione sulla
necessità di un
rafforzamento della
democrazia
all’interno
dell’OLP contro
l’autocrazia di
Arafat.
Breve storia della questione
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59
1998-2006:
i mutamenti della geografia dello scontro
Israele
• Classe governante
ripiegata sulla
logica della
separazione e
sicurezza
• Spaccatura tra
nazionalisti,
minoranze religiose
da un lato e
moderati dall’altro
• Cesura culturale
tra secolarizzazione
e ortodossia
Palestina
• Fallimento della
gestione politicoeconomica dei
Territori da parte
dell’ANP
• Calo dell’impegno
politico tra le
giovani generazioni
• Spaccatura tra
società civile e
quadri politici
• Clima favorevole
alla guerra santa
degli integralisti
come forma di
riscatto
Breve storia della questione
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Wye Plantation e Camp David II
(1998-2000)
• Ridispiegamento israeliano in Cisgiordania (13% subito, - 14% in seguito);
• Impegno reciproco a contrastare violenza e
terrorismo;
• Obbligo di disarmo da parte dell’ANP di
gruppi o soggetti sospettati di terrorismo;
• Liberazione di 250 detenuti palestinesi al
mese da parte di Israele;
• Cooperazione intensa, continua e completa
contro il terrorismo.
↓
Il trattato resta tuttora lettera morta, poiché
da entrambe le parti vennero accuse di
reciproca inadempienza
In fase di ratifica al CNP fu abrogata la storica
clausola dello statuto che prevedeva la
distruzione dello stato di Israele
Breve storia della questione
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61
Due anni dopo, a Camp David, il capo del
governo israeliano Barak giunge a fare una
proposta storica:
- concessione di Gerusalemme araba agli arabi
palestinesi;
- 90% della Cisgiordania alla sovranità
palestinese;
- Il Recinto Sacro governato congiuntamente
dal Consiglio di Sicurezza ONU, Marocco,
Palestinesi;
- un passaggio riservato alla Spianata delle
Moschee.
La proposta, sorprendente, voleva superare in
un colpo solo 52 anni di ostilità. MA:
alla posizione intransigente di Arafat (o tutto
niente) Barak rispose con un no a
Gerusalemme divisa in due capitali e al ritiro
ai confini antecedenti la guerra del ’67.
Il macigno sui trattati di pace era e resta
Gerusalemme.
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Monte del Tempio, come lo chiamano gli ebrei, ovvero
Spianata delle Moschee, come la chiamano i
musulmani: la collina della discordia nel cuore della
Città Vecchia di Gerusalemme, l'unico vero ostacolo
rimasto sul tavolo delle trattative, ma finora
apparentemente insormontabile.
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E' su quella altura che Abramo, patriarca del "popolo
eletto", offrì a Dio il sacrificio di suo figlio Isacco; è lì che
prima re Davide e poi re Salomone costruirono il grande
Tempio dell'Ebraismo, lo stesso tempio da cui un giorno un
profeta di
nome Gesù scacciò indignato i mercanti che lo affollavano
coi loro traffici; ed è ancora lì che, dopo la distruzione del
tempio ad opera delle legioni dell'Impero Romano nel 70
dopo Cristo, Maometto prese il volo verso il cielo in groppa
ad un cavallo alato.
Tremila anni di storia e tre grandi religioni si incrociano
dunque su questo luogo.
Breve storia della questione
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66
Del Tempio ebraico rimane solo il muro
occidentale, o Muro del Pianto; al di
sopra del quale sorgono da secoli la
splendida Cupola della Roccia rivestita
d'oro e la santa moschea al-Aqsa. Un
poggio divino, che due popoli e due fedi
reclamano come proprio. E dividerlo è
complicato dal fatto che, per l'Ebraismo,
il monte (o spianata che sia) rimane
sacro anche senza il tempio sopra: a
renderlo sacro per sempre bastano le
rovine sotterranee.
Breve storia della questione
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Il rifiuto di Arafat alla proposta di Barak fu
motivato dalla necessità di assicurare la
salvaguardia dei Luoghi sacri in nome di
tutto l’Islam.
Sostanzialmente non si riuscì a sciogliere
l’intricato nodo politica-religione, perché
anche in Israele ci furono proteste all’idea di
un controllo internazionale della zona del
Muro del Pianto.
Gerusalemme, insomma, rimase e rimane
la città contesa, poiché in essa si
incardinano le rappresentazioni
geopolitiche, i simboli metastorici e le
vestigia identitarie degli israeliani e dei
palestinesi, pur con una centralità
strategica inesistente […] il legame
inestricabile di religione e politica che la
caratterizza rende difficile persino una
soluzione con i tradizionali meccanismi
del diritto internazionale. (Codovini)
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A ribadire che la destra nazionalista e
ultraortodossa israeliana non accettava
l’operato di Barak, il
28 settembre 2000 il leader del Likud,
A.Sharon, si recò alla Spianata rivendicando
simbolicamente la sovranità israeliana sul
sito religioso.
Gli scontri che ne nacquero diedero origine alla
seconda Intifada, che nel giro di quindici
mesi fece 1132 morti (872 palestinesi, 238
israeliani)
Breve storia della questione
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Da un punto di vista politico la seconda
Intifada ebbe origine dalla percezione da
parte delle masse palestinesi della mancata
realizzazione delle promesse di Oslo:
Per i Palestinesi e per i loro leader, l’accordo di
Oslo significava una riduzione graduale
dell’occupazione , in cambio della fine
immediata della violenza e del terrorismo.
Sette anni dopo, i Palestinesi si sentono traditi
perché vivono ancora sotto l’occupazione.
Hanno tentato […] di farsi ascoltare dagli
israeliani. Non ci sono riusciti e hanno
appoggiato gli attentati contro Israele.
(A.Hass)
Breve storia della questione
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70
In Israele nel febbraio 2001 Sharon vinse le
elezioni politiche con il maggiore scarto
nella storia democratica del paese e con la
maggiore percentuale di astensionismo
(quasi il 40%): l’opinione pubblica
israeliana ripiegò verso posizioni più
conservatrici nei confronti dell’idea di
negoziato.
Contemporaneamente i Palestinesi si resero
conto che il falco Sharon non avrebbe mai
fatto le stesse offerte della colomba Barak:
l’errore strategico di Arafat a Camp David si
manifestò in tutta la sua gravità, tanto più
che Sharon è considerato come il
responsabile dei massacri di Sabra e Chatila
del 1982.
Su questa situazione di chiusura e ripresa delle
violenza si innesca lo squartamento geopolitico
dovuto all’11 settembre 2001:
Breve storia della questione
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71
Il “dopo 11/9” ha determinato 4 nuove situazioni di
fatto:
1) Gli USA di Bush hanno formalmente
riconosciuto la legittimità dello stato palestinese;
2) Arafat ha condannato il terrorismo di Al Qaeda;
3) I paesi arabi moderati hanno sostenuto il
processo di pace affrancandosi dalle spinte
integraliste;
4) La destra israeliana ha prospettato la possibilità
di uno stato palestinese (proposta Sharon).
Breve storia della questione
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Palestina: lo stato che c’è e non c’è
Dunque, dopo Wye Plantation e la dichiarazione
USA uno stato palestinese esiste de facto; ma
lo status di “autonomia” dei Territori li rende
dipendenti da Israele (soprattutto per la rete
economica delle importazioni): il paradosso è
che lo stato palestinese può realizzarsi
pienamente come tale solo collaborando con
lo stato che è considerato occupante!
Il sospetto che la dirigenza palestinese sia più
interessata ai rapporti economici con Israele
piuttosto che alla liberazione della Palestina è
bene espresso da Edward Said:
Un abisso divide i negoziatori, con i loro abiti
inappuntabili che trasmettono dichiarazioni da
posti lussuosi, dall’inferno polveroso delle
strade di Nablus, Jenin o Hebron.
Questa “asimmetria” nell’identità palestinese
spiega perché Hamas è preferita
politicamente dal 35% dei Palestinesi dei
Territori.
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La Road Map (2003)
Dopo un 2002 all’insegna di attentati e
rappresaglie e nessuna novità politica di
rilievo (se non l’ulteriore rafforzamento del
governo Sharon), nel giugno 2003 a Sharmel-Sheik e Aqaba si tiene un vertice al
termine del quale si approva la cosiddetta
road map, un piano di pace organizzato in tre
fasi:
Aqaba, 4 giugno
2003:Abu Mazen,
Bush e Sharon
chiudono il
vertice.
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1)
2)
3)
Entro giugno 2003:
- riconoscimento inequivocabile del diritto di
Israele a esistere in pace e sicurezza;
- impegno dei palestinesi a combattere il
terrorismo;
- elezioni libere in Cisgiordania e Gaza;
- impegno di Israele a non intraprendere azioni
contro la pace;
- smantellamento delle colonie insediate dopo il
2000.
Entro dicembre 2003:
- costituzione di uno stato di Palestina con
confini provvisori e basato su una nuova
Costituzione;
- conferenza internazionale sul dialogo, risorse
idriche, rifugiati, sicurezza.
Entro il 2005:
- consolidamento delle istituzioni palestinesi;
- fine del conflitto;
- conferenza internazionale su confini e
Gerusalemme.
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Le dichiarazioni
Esiste adesso una
opportunità di pace
tra israeliani e
palestinesi, ma non
ci potrà essere pace
senza l’eliminazione
del terrorismo […]
Israele come gli altri
ha espresso il suo
fermo appoggio alla
visione del
presidente Bush di
due stati, Israele e lo
Stato palestinese che
vivano fianco a
fianco nella pace e
la sicurezza.
A.Sharon
Esiste una nuova
opportunità di pace
che si basa sulla
Road Map, che noio
abbiamo accettato
senza riserve.
L’obiettivo è due
stati […] che vivano
in pace e sicurezza
l’uno accanto
all’altro attraverso
negoziati diretti a
mettere fine al
conflitto […]
risolvere tutte le
questioni sullo
status definitivo e
mettere fine
all’occupazione […]
A.Mazen
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Paci virtuali, muri reali.
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