il diavolo era talmente stanco da lasciar tutto agli uomini
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il diavolo era talmente stanco da lasciar tutto agli uomini
“... il diavolo era talmente stanco da lasciar tutto agli uomini, che sapevano fare meglio di lui.” Leonardo Sciascia, 1988 2014 Palazzo Re Enzo - BOLOGNA 22-23-24 NOVEMBRE 2014 Salone del vino e del prodotto tipico dell’Emilia-Romagna www.enologica.org Orari sabato 22 novembre 2014: 11.00 - 22.00 domenica 23 novembre 2014: 11.00 - 21.00 lunedì 24 novembre 2014: 11.00 - 20.00 Ingresso intero 20,00 Euro Il biglietto di ingresso è personale, non cedibile e dà diritto all’accesso alla manifestazione per tutte e tre le giornate. Calice degustazione e catalogo compresi nel costo del biglietto. Programma Il programma potrà subire delle variazioni che, nel caso, saranno riportate sul nostro sito. La giornata “Aspettando Enologica” del 18 Novembre 2014 che ha coinvolto più di 30 tra locali ed enoteche del centro di Bologna è stata organizzata da AMO (Associazione Mescitori Organizzati) in collaborazione con Ascom Bologna. Si ringrazia tutto lo staff di Enoteca Regionale Emilia Romagna, Annalisa Vallicelli, Carlo Bozzo, Francesca Arcuri, Pierluigi Papi, Cecilia Bortolotti, Enrico Vignoli, Marco Tonelli, Lorenzo Rondinelli, Carla Capalbo Stampa Litografia Fabbri - Modigliana (FC) Grafica Laura Staderini Illustrazioni Irene Spallanzani Allestimenti Davide Cristofani e Valentina Mazzotti Architetti Carlo Losi, Cardo Reggio Emilia Organizzazione Piazza Rocca Sforzesca - 40060 Dozza CONTATTI [email protected] Curatore GIORGIO MELANDRI Enologica è un marchio registrato. «Non voglio persone che facciano cose giuste, voglio gente che faccia cose ispirate.» Bill Bernbach, 1947 Bill Bernbach ha rivoluzionato negli anni ’50 e ’60 del novecento la comunicazione pubblicitaria ed è ancora oggi considerato un maestro insuperato. A lui la Apple ha dedicato la campagna “Think different.” ispirata alla sua provocatoria campagna “Think Small.” ideata in pieno boom economico per il maggiolone Volkswagen nel 1959. Ho pensato molto a Bernbach lavorando a questa edizione 2014 di Enologica, alla sua idea dell’uomo come centro di tutto. Di fatto una battaglia contro i burocrati, contro l’idea di un dominio dei tecnici, degli esperti, della sicurezza figlia di un approccio tutto dati e tabelle. La promozione non è una scienza e l’unica possibilità che ha oggi un territorio è raccontare la sua comunità attraverso personaggi visionari, storie autentiche e incontrovertibili verità. Per dirla in altre parole, per comunicare oggi bisogna correre dei rischi e allontanarsi più possibile da un rassicurante e inutile conformismo. Per questo tutta la comunicazione di Enologica 2014 è stata impostata sul racconto dei 10 personaggi che nel novecento hanno cambiato l’enogastronomia emiliano-romagnola, uno per ogni provincia più uno per Bologna città. Un vero e proprio viaggio lungo la Via Emilia, la trama di un racconto che trova la sua anima nella diversità dei paesaggi e dei territori. Il vino viene di conseguenza, molto oltre i pedantissimi elenchi delle denominazioni, a quel punto carico dei valori che questa terra riesce ad esprimere attraverso la sua filiera. I contenuti, ancora una volta, sono al centro del nostro lavoro, e questa volta viaggiano su una strada che da 2200 anni attraversa e unisce le città e i territori rispettandone e valorizzandone le identità e le tipicità, la vetrina di un popolo che esprime nel vino e nel cibo i valori profondi del suo essere comunità. Le 10 vite raccontate sono esperienze uniche e complesse, irripetibili e importanti, assolutamente originali. Rendere omaggio a questi personaggi significa raccontarsi, prendere coscienza della nostra storia e capire quanto sia stata difficile la conquista della tradizione. Oggi il compito di Enologica è a metà tra la lucidità della consapevolezza di questo processo storico e la necessità di progettare il futuro. Esattamente come hanno fatto questo 10 giganti della ristorazione. Senza i loro sogni oggi questa regione non avrebbe in mano la possibilità di futuro che invece può regalare ai suoi figli. Benvenuti ad Enologica 2014! Giorgio Melandri Curatore Enologica CON IL CONTRIBUTO E IL PATROCINIO DI Comune di Bologna IN COLLABORAZIONE CON www.autori.it STUDIO DI ARCHITETTURA COMUNICAZIONE IN COLLABORAZIONE CON Enologica, alla sua diciasettesima edizione, dal 22 al 24 novembre 2014, ritorna ad occupare il palazzo di Re Enzo a Bologna con una manifestazione tutta dedicata ai vini della nostra regione. Oltre 120 espositori saranno presenti per raccontare e far conoscere i loro prodotti in un ambiente raffinato ed elegante. La realizzazione della manifestazione quest’anno è interamente affidata ad Enoteca Regionale Emilia Romagna che da sempre si occupa della promozione e della divulgazione dei vini della regione. Enologica completa la nostra attivita’ di “contatto con il consumatore”, che durante l’anno si svolge in modo continuativo e sotto la guida di esperti, all’interno della prestigiosa Rocca sforzesca di Dozza. L’evento avrà come tema conduttore la via Emilia, un progetto che ci sta particolarmente a cuore in quanto lungo questa strada, che compie 2200 anni, è possibile esplorare una regione ricchissima di cose da vedere e da assaporare. I vini che si ottengono dai vigneti che vanno da Rimini a Piacenza hanno via via delle caratteristiche completamente diverse per storia, tradizioni e ambiente. Tutti però hanno in comune numerosi esempi di grande successo e una qualità riconosciuta da consumatori ed esperti. Il Sangiovese, l’Albana, il Pignoletto, come pure il Lambrusco, la Malvasia e il Gutturnio costituiscono l’asse portante della nostra enologia e su questi vini si sta investendo per accrescere ulteriormente la nostra presenza in Italia e all’estero. Il vino quindi quale traino di un progetto che vede coinvolto tutto il territorio, le migliori produzioni, il turismo e la ristorazione. La nostra regione è estremamente ricca di prodotti, frutto di un’agricoltura di eccellenza, che vanno raccontati e che meritano una scoperta, un viaggio. L’incontro con il produttore davanti a un bicchiere di vino è un’esperienza unica perchè in quel bicchiere si raccolgono le passioni, le esperienze, le storie di chi lo ha prodotto. Enologica è tutto questo, un incontro, un viaggio, un confronto con uno dei prodotti più nobili e antichi: il vino. Pierluigi Sciolette Presidente Enoteca Regionale Emilia Romagna Programma Il Teatro dei Cuochi di Enologica è organizzato in collaborazione con Caravanserraglio Quest’anno il programma del caravanserraglio ha un filo conduttore, una trama che attraversa tutti i 10 appuntamenti che lo compongono. Racconteremo 10 personaggi dell’Emilia-Romagna (uno per provincia, più uno per Bologna città) che hanno fatto la storia dell’enogastronomia regionale nel novecento. Una grande lezione di storia della nostra identità. Coordina e presenta gli incontri il giornalista Marco Tonelli. SABATO 22 NOVEMBRE 2014, Caravanserraglio Ore 15.00 - Mirella e Peppino Cantarelli. Con Andrea Grignaffini. Una delle grandi storie dell’Emilia, una trattoria che ha segnato un’epoca, protagonista di una indimenticabile tappa del viaggio televisivo di Mario Soldati nella valle del Po. Ne scrisse Stefano Bonilli “Cantarelli in realtà non fu una semplice trattoria o ristorante ma l’incubatore di tutto ciò che di nuovo è poi apparso nella ristorazione degli anni ‘70 e 80’ in Italia. Chiunque fosse nella ristorazione guardava a Samboseto come a un faro della cucina, della cantina e dell’accoglienza.” Ore 16.30 - Gianfranco Bolognesi. Con Giulia Sampognaro Gianfranco Bolognesi aprì la Frasca nell’ottobre del 1971, con il nome dell’insegna dei posti di ristoro lungo le vie di comunicazione: esporre una “frasca” indicava che il vino nuovo era pronto. L’idea maturò con la lettura di un vecchio libro di Domenico Lanzoni sulle osterie romagnole. Il vino ha sempre avuto un posto importante in questo locale e Gianfranco fu uno dei primi sommelier italiani, campione nazionale nel 1974. Cominciò lui a raccontare il vino romagnolo. Nel 1986 arrivarono le due stelle Michelin, la consacrazione di un lavoro che per anni è stato un faro in Romagna. Se ne era già ampiamente accorto Gino Veronelli nei primi anni ’70. Ore 18.00 - Elio Tosi. Con Carlo Bozzo. Villa Cacciaguerra, costruita originariamente come residenza privata attorno al 1870, rappresenta una delle prime e più importanti testimonianze dell’architettura Liberty in Riviera. Elio Tosi ne fece negli anni ’60 uno dei locali più importanti in Italia: “Eravamo a fine anni ‘50, inizio anni ‘60. L’Embassy era inizialmente una tavola calda con 16 posti con annesso un American bar, aperta solo l’estate.” Racconta. Poi nel 1968 la ristrutturazione e l’Embassy diventa un ristorante. Ci sono passati Mina e Celentano, Federico Fellini, Gino Bramieri e Renato Zero. Un’idea di ristorante che puntava tutto sull’atmosfera, per anni uno dei punti di riferimento della mondanità italiana. DOMENICA 23 NOVEMBRE 2014, Caravanserraglio Ore 11.00 - Nerio e Tarcisio Raccagni. Con Giorgio Melandri, Gian Matteo Baldi ed Eros Palmirani. Presso Ristorante Diana Via dell’Indipendenza 24 - Bologna. Un piccolo paese di provincia, Brisighella, e due fratelli eredi di una bella tradizione familiare. La straordinarietà di questa storia è nel doppio successo delle loro visioni del ristorante, così lontane e così vicine nei valori fondamentali. Tradizionale e territoriale la proposta di Tarcisio al Gigiolé, aperta al mondo e moderna quella di Nerio a La Grotta. Una stagione incredibile che ha portato Brisighella sulle rotte dei gourmet italiani esaltando una filiera che ancora oggi è riconosciuta nel mondo, a partire da quell’olio extravergine che fu la prima DOP italiana dell’olio. Ore 15.00 - Giorgio Fini. Con Arianna Gandolfi. Giorgio Fini (Modena, 19 giugno 1925 – Roma, 18 dicembre 1995) è stato un imprenditore italiano. Figlio dell’imprenditore modenese Telesforo, Fini fu l’artefice della crescita e della fama dell’azienda di famiglia. Negli anni ’50 capendo le potenzialità di sviluppo della rete autostradale strinse un accordo con Agip per la gestione dei punti di ristoro che nel giro di breve divennero numerosi. Negli anni settanta le attività di Fini occupavano ormai oltre 600 dipendenti, di cui circa 500 impegnati nella produzione degli alimenti. Nonostante questo successo l’attività emotivamente più importante per lui rimase sempre la gestione del ristorante, che mantenne una grande cucina legata alla tradizione e al territorio, arrivando nel 1969 ad ottenere il riconoscimento della guida Michelin con due stelle. Il suo locale resta una tappa importante della riqualificazione della cucina della tradizione e del suo ingresso al ristorante, luogo fino a quel momento riservato alla cucina della tradizione borghese e agli “standard” dei grandi alberghi. Ore 16.30 - Giacinto Rossetti. Con Enzo Vizzari. Giacinto Rossetti, classe 1947, è uno dei grandi personaggi dell’enogastronomia italiana. Con il suo Trigabolo, aperto nel 1979 ad Argenta, ha scritto una delle pagine più belle della ristorazione italiana lanciando tra l’altro una serie di giovani diventati poi grandi professionisti: Igles Corelli, Bruno Barbieri, Pierluigi Di Diego, Mauro Gualandi, Italo Bassi e i fratelli Marcello e Gianluca Leoni. Giacinto Rossetti ha il merito di avere rivoluzionato il settore studio di architettura di davide cristofani valentina mazzotti elisa grossi andrea casali via giangrandi, 2 faenza 0546 668176 [email protected] introducendo tra i primi il concetto di territorio e filiera. Nonostante la creatività e un’energia da rock band di una brigata straordinaria e di una sala guidata da Giacinto stesso e da Bruno Biolcati, la protagonista del Trigabolo era una materia prima di livello assoluto, figlia di una cultura e di un impegno fuori dal comune. Ore 18.00 - Gianluigi Morini. Con Elisia Menduni. Una fanciullezza e una giovinezza vissute all’ombra del padre, per compiacere il quale il giovane Gianluigi completa gli studi da ragioniere, coltivando, tuttavia, nel frattempo la propensione naturale all’arte con attività teatrale da dilettante e una fuga a Roma, dove lavora per qualche tempo al Centro Sperimentale di cinematografia. Il cinema resta uno dei suoi hobby preferiti, assieme a quello della cucina, che coltiva invitando a cena gli amici e sperimentando su di loro le sue abilità di cuoco, di sommellier e di … regista. Comincia a documentarsi sui ristoranti d’Italia e di altri paesi e matura la convinzione di costruire un locale “su misura”; lo fa verso la fine degli anni ‘60 nei locali della casa paterna, realizzando un ristorante da venti tavoli, del quale cura tutti i particolari: le pareti ricoperte di tela di lino, i soffitti di tessuto decorato, con i quali ricopre i paralumi appesi su ciascun tavolo. Le tovaglie di lino pesante colore fucsia, i bicchieri di cristallo, i sottopiatti d’argento, come i candelieri, le posate e i portafiori, pieni ogni giorno di fiori freschi. L’impressione che il San Domenico suggerisce è quella di un circolo, privato ed esclusivo, che apre i battenti il 7 marzo 1970. Le scelte gastronomiche dapprima tendono a contemperare i sapori della tradizione con la cura e il gusto della cucina di casa; in seguito, su consiglio di Luigi Veronelli, Gianluigi Morini si rivolge all’esperienza di Nino Bergese, grande cuoco che vantava una carriera di prestigio nelle cucine di re e potenti italiani e stranieri. Bergese imposta la cucina del San Domenico con lo stesso stile delle cucine delle grandi case in cui aveva lavorato, scegliendo sempre gli ingredienti migliori e preparando “in casa” tutto, dal pane ai dolci. Da allora il San Domenico è il custode della cucina borghese italiana. LUNEDÌ 24 NOVEMBRE 2014, Caravanserraglio Ore 15.00 Arnaldo Degoli. Con Bruno Damini. Arnaldo Degoli nasce a Rubiera il 28 ottobre del 1907 da genitori custodi di un podere di contadini. Appassionato di musica fin da bambino, decide di imparare a suonare il violino per poi formare un complessino con alcuni amici. Per qualche tempo suonano nelle sale da ballo di Rubiera e dintorni, ma non soddisfatti decidono di partire in cerca di fama e fortuna nei “cafes” della Francia. Dopo aver girovagato un po’ Arnaldo ritorna in M DE OD PO ELL SIT O AT O IMBALLO PROFESSIONALE PER LA SPEDIZIONE DI BOTTIGLIE DI VINO RESISTENZA URTO TERMOISOLANTE ADATTO A VARIE TIPOLOGIE DI BOTTIGLIE PERSONALIZZABILE ERREVI srl Via Biban, 41 - 31030 CARBONERA (TV) tel. 0422 690711 - fax 0422 690796 www.errevieps.it - [email protected] Italia e decide di mettersi a lavorare seriamente! A Rubiera trova lavoro come garzone presso il negozio della casa accanto all’attuale ristorante. Li conosce Lina , che insieme alla mamma e alle sorelle, aveva preso in gestione la locanda “Aquila D’Oro”. Qua comincia la loro storia. Arnaldo ha già in mente il suo progetto del ristorante e, sposata Lina nel 1936, comincia a realizzarlo acquistando la locanda e dandole il suo nome proprio per segnare l’inizio della nuova attività. Arnaldo e Lina iniziano a lavorare insieme nel ristorante, creano un nuovo menù dove le ricette sono in parte tramandate dalla mamma e dalle sorelle di Lina e in parte inventate e elaborate da Arnaldo, che ha fatto tesoro del suo viaggio in Francia. La loro è una delle prime trattorie italiane che esalta la tradizione con un lavoro di qualità, dalla cucina alla spesa. Ore 16.30 George Cogny. Con Marco Tonelli. Lo chef Georges Cogny, francese di nascita e piacentino per amore di Lucia Cavanna, è stato colui che ha portato a Piacenza e nel piacentino la nouvelle cuisine, adattandola alle materie prime del nostro territorio. Già chef affermato, nel 1965 arrivò a Farini alla Locanda Cantoniera dove per alcuni anni propose agli avventori del ristorante, turisti e gente del luogo, una cucina semplice e tradizionale con qualche incursione francese. Nel 1976 lasciò la Val Nure per aprire l’Antica Osteria del Teatro, il ristorante destinato a diventare l’emblema dell’alta cucina a Piacenza. Dopo dieci anni, tornato alla Cantoniera, con la sua arte culinaria contribuì a rendere famosa la Val Nure in tutto il mondo. Con lui la tradizione piacentina si confrontò con il mondo e, necessariamente, con una modernità che aveva cambiato tutto. Il risultato è stata una consapevolezza che ancora oggi si può leggere nel lavoro degli allievi Carla Aradelli, Filippo Chiappini Dattilo, Isa Mazzocchi. Ore 18 Renato Gualandi. Con Alberto Fabbri. Renato Gualandi è nato a San Lazzaro di Savena il 15 marzo 1921 ed è stato uno dei cuochi più importanti del 900 bolognese. Nel settembre del 1952 apre in via Nazario Sauro il suo ristorante, il 3G, un grande successo che durerà fino al 1971. Il 3G è una delle punte di diamante della ristorazione bolognese e qui, come anche al Pappagallo dei fratelli Zurla, la cucina della tradizione bolognese trova un palcoscenico che le alza rango e fama. Quando nel 1971 il ristorante chiuse a servizio c’erano ben 7 sfogline. Gualandi ricostruisce la cucina bolognese ricombinando i codici di una cultura che attinge a eredità francesi e cultura popolare. Come scrive Piero Camporesi, “reinventare la tradizione come sintesi”, con la coerenza che Gualandi ha sempre dimostrato. Per Enologica lo ha scelto per rappresentare Bologna in un viaggio sulla via 0@>OF@>¿FI¿MAC¿AF¿ “cuochi” FI¿IF?OL¿@EB¿O>@@LDIFB¿ QRQQB¿IB¿FKQBOSFPQB¿ AF¿IBPP>KAO>¿*BIALIBPF¿ >F¿@RL@EF¿MOLQ>DLKFPQF¿ ABI¿M>I@L¿ABI¿ `1B>QOL¿ABF¿ RL@EFf ДДД ЌЏЄ Emilia che dedica un tributo ai grandi personaggi della ristorazione emiliano-romagnola del 900. Teatro dei Cuochi La promozione di un territorio e dei suoi prodotti enogastronomici ha bisogno di riferimenti, di luoghi speciali, di personaggi e di storia: in poche parole di modelli. L’Emilia-Romagna in particolare è un territorio che deve riconoscere il ruolo dei ristoratori che rappresentano la tradizione e la capacità di testimoniarla. La personalità dei cuochi è lo strumento per proporre il territorio, quella entità complessa che deve essere promossa in modo complesso (prodotti, vini, paesaggi, esperienze, accoglienza). Le esibizioni sono aperte a tutti e non sono prenotabili. Coordina e presenta gli incontri Enrico Vignoli. Il Teatro dei Cuochi è realizzato in collaborazione e con il contributo dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna. Il Tema 2014: La sapienza delle mani. La frase di Sciascia che accompagna tutta la comunicazione di Enologica 2014 rimanda direttamente al tema della sapienza delle mani, quel patrimonio di gesti e sensibilità che rende unico un prodotto: nello stile, nel racconto, nella capacità di rappresentare la cultura di una comunità. I gesti sono custoditi dagli artigiani, ma sono patrimonio di tutti, prezioso bagaglio di tutta la comunità che condivide l’identità. Come una lingua questa sapienza ha bisogno di confrontarsi con il tempo, quel contemporaneo che diventa il laboratorio della tradizione e del nostro futuro. SABATO 22 NOVEMBRE 2014, Teatro dei Cuochi Ore 12.00 Luigi Sartini. Ristorante Righi, Repubblica di San Marino. Presso Enoteca Storica Faccioli, via Altabella 15/B Bologna Righi è in alto, in cima alla città stato, in mezzo a silenzi che l’inverno diventano purissimi, fuori dalle rotte dei turisti, un custode della storia e, soprattutto, della classicità che è diventata la cifra del locale. Il risultato è figlio di questo stile, affidabile e rassicurante, che chiede tempi lunghi e fondi, materie prime all’altezza e un’idea di artigianato che non media mai sulle preparazioni a regola d’arte. Luigi Sartini è un cuoco che non ha mai inseguito vanità personali, ma piuttosto coltivato le regole del buon artigianato. Presenta Laura Franchini. Ore 15.30 - Gianluca Gorini. Le Giare, Montiano (Cesena). Presso Via con me - via S. Gervasio 5/D Bologna È la provincia il regno di Gianluca Gorini, il luogo italiano per eccellenza dove la filiera è a portata di mano, dove se ti affacci alla finestra rivedi lo stesso panorama che hai per le mani in cucina. In provincia Gianluca è anche nato nel 1983, in quelle dolci colline marchigiane che insieme ai profumi e ai sapori della trattoria di famiglia hanno segnato il suo gusto e i suoi sogni. Come nell’imprinting scoperto da Konrad Lorenz, Gianluca riconosce questo tratto italiano come l’anima vera della sua cucina e ritorna sempre a quelle origini anche quando le esprime attraverso il sapere maturato in un percorso a livelli altissimi: Paolo Teverini, Gualtiero Marchesi e Paolo Lopriore. Quel bagaglio di nitidezze e precisioni, tecniche e disciplina gli è oggi utile a realizzare una regia dove i prodotti e la tradizione sono al servizio di una trama. La cifra di Gianluca è tutta qui, in un contemporaneo che esprime valori solidi e invenzioni che mai tradiscono la tradizione, una lingua nuova che rielabora e usa i vecchi codici con grande libertà. Presenta Lorenza Fumelli (www.agrodolce.it) . Foodboard live con Luca Laurenti (www.mklane.com) in collaborazione con frizzifrizzi.it. Evento inserito nel calendario di Bilbolbul (www.bilbolbul.net) Ore 17.00 - Matteo Aloe. Berberè www.berbere.it, Bologna, Castel Maggiore, Firenze. Presso Berberè - via Giuseppe Petroni 9 Bologna La pizza finalmente liberata dalla mediocrità di materie prime scadenti e restituita alla sua dimensione popolare di cibo simbolo della filiera. È il ritratto di Berberè, un pensiero profondo che a Bologna ha trovato il modo di svilupparsi e crescere. Matteo Aloe, calabrese a Bologna da qualche anno, è un pizzaiolo-intellettuale capace di cucire il racconto degli artigiani che stanno dietro le sue pizze con quello di una esperienza sempre più a fuoco e sempre più vicina all’idea di cibo per tutti. Una esperienza militante, pura e ostinata. Presenta Michela Pallonari. Ore 18.30 - Le Sorelle Vignoli. Tommasa, Giuliana, Lidia, Arietta. Presso RoManzo - Mercato Di Mezzo/Via Clavature 12 Bologna C’era una volta la trattoria, quella sulla via Emilia, con la tabaccheria e i tavoli per giocare a carte. E magari con una famiglia impegnata a coprire tutti i ruoli, tutti gli orari. Sempre lo stesso menù, spesso le stesse facce. “È cambiata tanto la trattoria, è un locale che ha attraversato il tempo trasformandosi completamente senza perdere quello spirito d’altri tempi. Dovremmo parlarne.”. La riflessione è di Eugenio Signoroni, curatore della guida Osterie d’Italia di Slow Food Editore, che sarà ad Enologica per incontrare le Sorelle Vignoli, storiche titolari della trattoria Selva, sulla via Emilia, in località Selva tra Faenza e Imola. Presenta Eugenio Signoroni. DOMENICA 23 NOVEMBRE 2014, Teatro dei Cuochi Ore 16.00 Valentino Marcattilii e Massimiliano Mascia. San Domenico, Imola. Presso Libreria Coop Ambasciatori – Eataly, via degli Orefici 19 Bologna Il San Domenico è dagli anni ’70 il custode della cucina borghese italiana, un’esperienza consegnata a Valentino Marcattilii da Nino Bergese al termine della sua eccezionale carriera. Oggi al San Domenico si lavora ad un passaggio generazionale che vede crescere con grandi risultati il giovane Massimiliano Mascia. Una stagione bellissima per questo ristorante attraversato da un’energia nuova a disposizione dei vecchi valori di un impianto affidabile e di un’atmosfera irripetibile. Il San Domenico è un locale senza tempo, contemporaneo nella sua inimitabile classicità. Presenta Marco Bolasco. Ore 17.00 Daniele Minarelli. Osteria Bottega, Bologna. Presso Osteria Bottega, via Santa Caterina 51 Bologna La comanda di Minarelli è ormai un pezzo di teatro. Lui parla e scrive, sul foglio non si capisce nulla, ma la cucina misteriosamente esegue senza sbagliare un passaggio. A voi sembra di avere scelto, ma non è così. Il risultato è straordinario, anche da un punto di vista teatrale. L’osteria forse è questa commedia dell’arte, dove il mestiere, l’arte appunto, ha tali sicurezze da potere improvvisare ogni volta. In questi anni l’Osteria Bottega è diventata importante nella scena bolognese, un vero e proprio riferimento per tutti, un tempio della tradizione cucinata a regola d’arte, un’esperienza estrema nella qualità delle materie prime. E anche un’idea di mondo… Presenta Carlo Spinelli. Ore 18.30 Aurora Mazzucchelli. Ristorante Marconi, Sasso Marconi (Bologna) Presso Re Sole Bistrot www.resolebistrot.com, via San Mamolo 14/c Bologna Aurora Mazzucchelli è una cuoca originale, metà candore e tratti naïf e metà sapere artigianale, gesti e soluzioni. Un crocevia di sensibilità diverse che regala soluzioni inaspettate e sintesi fulminanti. Piatti come immagini, immagini come sapori, sapori come consistenze. E via daccapo, come guardare un paesaggio ruotando su se stessi. Un mare di dettagli in “movimento”, una sbornia di mondo. La filiera, guardandola dal piatto, sembra un luogo ogni volta più magico. Con Aurora, il fratello Massimo, in sala al Marconi. Presenta Martina Liverani LUNEDÌ 24 NOVEMBRE 2014, Teatro dei Cuochi Ore 12.00 - Massimiliano Poggi (Al Cambio, Bologna) e Mario Ferrara (Scacco Matto, Bologna). Presso Scacco Matto, via Broccaindosso 63/B Bologna Max Poggi e Mario Ferrara si divertono a lavorare. E questo amore per il loro lavoro è contagioso e riempie di vita i loro piatti. Sono due tra i migliori cuochi di Bologna, protagonisti dell’associazione Tourtlen che sta movimentando la scena cittadina, due amici che amano giocare e, come succederà in questo teatro dei Cuochi, addirittura scambiarsi i piatti. Il gioco, una delle cose più serie del mondo. E per citare Bruno Munari: «Capire che cos’è l’arte è una preoccupazione (inutile) dell’adulto. Capire come si fa a farla è invece un interesse autentico del bambino.». Presenta Enrico Vignoli. Ore 15.00 - Piergiorgio Parini. Osteria del Povero Diavolo, Torriana (Rimini). Presso Pescheria del Pavaglione, via Pescherie Vecchie 14 Bologna Piergiorgio Parini è un cuoco che sa improvvisare, entra in un fosso e ne esce con un piatto, incrocia un pescatore al mercato e ne racconta l’anima con qualche irriverenza, prende in mano un animale della corte e lo porta dove nessuno lo aveva mai portato. Questo istinto è nel suo repertorio e qui, alla Pescheria del Pavaglione, potrà improvvisare e divertirsi. Le erbe le porterà da casa, vediamo cosa succede con il mare… Presenta Gabriele Zanatta. Ore 16.30 - Massimo Spigaroli. Antica Corte Pallavicina, Polesine Parmense (Parma) Presso Camera a Sud, via Valdonica 5 Bologna Quel grande ritratto della famiglia Spigaroli che è su una delle pareti della sala dell’Antica Corte Pallavicina racconta il progetto di Massimo meglio di migliaia di parole, in modo emozionante e discreto. Massimo è riuscito a mettere al centro di tutto la magia e l’intimità di quel clima familiare e la sua costruzione ne rispetta sempre l’anima. L’incanto ha attraversato il tempo ed è oggi miracolosamente intatto, credibile dentro ad un progetto di adulti, condiviso da chi arriva qui. Il segreto di Massimo Spigaroli è questo: avere lavorato, inventato, sognato, costruito, nel rispetto di quella atmosfera. E di averla resa leggibile a tutti. Presenta Alessandro Bocchetti. Ore 18.00 - Gianni e Federico D’Amato. Caffè Arti e Mestieri, Reggio Emilia. Presso Sette Tavoli (www.settetavoli.it), via Cartoleria, 15 Bologna La cucina di Gianni e Federico, strepitosa coppia di interpreti, è sempre più solida e affidabile e mescola i fondamentali della cucina italiana con incursioni spettacolari che contaminano di sapori e gioia i classici della nostra identità. Gianni D’Amato può improvvisare con la sicurezza di una esperienza straordinaria e il risultato è sempre garantito. Sapori, netti e precisi, e abbinamenti folgoranti. Senza mai uscire dalle regole del buono e senza mai tradire i codici della nostra identità, quelle regole non scritte che significano cucina italiana senza incertezze. La maturità di un grande cuoco e la promessa del giovane Federico che si divide tra sala e cucina con sempre più personalità. Presenta Anna Morelli. Cook Inc. (www.vandenbergedizioni.it) Ore 21.00 - Cena di chiusura con Matteo Aloe, Fabio Fiore, Franco Aliberti. Presso Berberè - via Giuseppe Petroni 9 - Bologna La festa di chiusura di Enologica 2014, una cena a 6 mani, una festa come ultima tappa del viaggio in EmiliaRomagna, un omaggio allo spirito conviviale e alla capacità di ospitalità della regione. Matteo Aloe, padrone di casa a Berberè, Fabio Fiore titolare del ristorante Quanto Basta di via del Pratello, Franco Aliberti, pasticcere dal curriculum impressionante oggi a Evviva di Riccione. Prenotabile direttamente a Berberè Tel. 051-2759196 Genius Loci Il viaggio sulla via Emilia è fatto di tappe - comunità, città, storie, tradizioni - ed anche, come è ovvio, di prodotti. Il genius loci è la sintesi dell’interazione tra luogo e identità, l’insieme delle caratteristiche socio-culturali, di linguaggio e di abitudini che caratterizzano un luogo. Oggi questa locuzione, nell’intendere comune definisce il carattere unico ed irripetibile di un luogo. Per noi, ad Enologica 2014, genius loci diventa un’area tematica che traccia il percorso sulla via Emilia con le tappe definite dai prodotti regionali. In pratica l’area Genius loci propone ogni giorno un’offerta di prodotti e una presenza di cuochi che interpretano in un panino un prodotto della regione abbinando i vini dell’Emilia-Romagna. SABATO 22 NOVEMBRE 2014, Genius Loci Per tutto il giorno, dalle 12.00 alle 19.00 i panini a cura di RoManzo, Bologna, il progetto di macelleria Zivieri Monzuno e Quanto Basta Bologna Ore 13.00 - Fabrizio Mantovani, FM Faenza. Panino a tema squacquerone. In abbinamento Romagna Albana. Ore 15.00 Gianluca Esposito, Eataly Bologna. Panino a tema pesce dell’Adriatico. In abbinamento Fortana del Bosco Eliceo. Ore 17.00 Pierluigi Di Diego, Il Don Giovanni - La Borsa Wine Bar Ferrara. Panino a tema mora romagnola. In abbinamento Romagna Sangiovese superiore. DOMENICA 23 NOVEMBRE 2014, Genius Loci Per tutto il giorno, dalle 12.00 alle 19.00 i panini a cura di RoManzo, Bologna, il progetto di macelleria Zivieri Monzuno e Quanto Basta Bologna Ore 13.00 Agostino Iacobucci, I portici Bologna. Panino a tema amarene brusche di Modena. In abbinamento pignoletto classico dei Colli Bolognesi. Ore 15.00 Carlo Alberto Borsarini, La Lumira Castelfranco Emilia. Panino a tema Parmigiano reggiano delle vacche bianche modenesi. In abbinamento Lambrusco Grasparossa di Castelvetro. Ore 17.00 Alberto Bettini, Amerigo 1934 Savigno. Panino a tema cotechino di Modena. In abbinamento Lambrusco di Sorbara. LUNEDÌ 24 NOVEMBRE 2014, Genius Loci Per tutto il giorno, dalle 12.00 alle 19.00 i panini a cura di RoManzo, Bologna, il progetto di macelleria Zivieri Monzuno e Quanto Basta Bologna Ore 13.00 Dario Picchiotti, Antica trattoria di Sacerno Calderara di Reno. Panino a tema Parmigiano reggiano delle vacche rosse reggiane. In abbinamento Colli Piacentini Malvasia frizzante. Ore 15.00 Carla Aradelli, Ristorante Riva Ponte dell’Olio Piacenza. Panino a tema pomodoro di Piacenza. In abbinamento Reggiano lambrusco. Ore 17.00 Marcello e Gianluca Leoni, Leoni Bologna. Panino a tema maiale nero di Parma. In abbinamento Gutturnio frizzante Alla Rocca Sforzesca di Dozza la mostra permanente dei vini dell’Emilia-Romagna Qui sono raccolte, e disponibili all’acquisto, oltre 1000 etichette di 260 produttori della regione selezionate da una speciale commissione tecnica; sommelier professionisti sono a disposizione per consigli, suggerimenti e per condurre i visitatori alla scoperta del patrimonio vinicolo di questa terra; nel wine bar di Enoteca Regionale sono poi organizzati lungo tutto l’arco dell’anno banchi d’assaggio tematici, corsi e numerose iniziative. ORARI DI APERTURA Lunedì chiuso Dal martedì al venerdì 09.30-13.00 / 14.30-18.00 Sabato 10.00-13.00 / 14.30-18.00 Domenica 10.00-13.00 / 15.00-18.30 CONTATTI Enoteca Regionale Emilia Romagna Rocca Sforzesca 40060 Dozza (BO) Italia Tel. 0542 678089 - Fax 0542 678073 [email protected] www.enotecaemiliaromagna.it Il viaggio sulla Via Emilia in 10 personaggi Elio Tosi Rimini Format è una parola inglese. Da qualche tempo la usiamo spesso, probabilmente troppo e non sempre a proposito. Letteralmente è formato, un contenitore/formula all’interno del quale si trovano diverse cose. A Rimini Elio Tosi, 84 anni portati in modo impeccabile, un “format” dell’accoglienza e dell’ospitalità se lo è inventato in tempi non sospetti. Più di cinquant’anni fa, nel 1952, in uno dei locali icona dell’intrattenimento del nostro Paese, l’Embassy. Villino Cacciaguerra, la costruzione Liberty più bella di Rimini, deve il suo nome all’avere ospitato per qualche mese l’ambasciata USA in Italia agli inizi del ‘900, era sta il primo dancing club dello stivale. Abiti da sera, gardenie all’occhiello musica e bollicine francesi. Quando Tosi ne diventa direttore, ospita concerti, spettacoli e un ristorantino con bar. La sua intuizione, semplice e di successo: unire a quanto c’è già l’alta ristorazione. “Siamo partiti con 20 coperti e siamo arrivati a 250, sempre affollati”, ricorda Elio Tosi. In cucina c’è sua moglie, prepara la pasta fresca: tagliatelle, taglioni, strozzapreti. Si usa solo il mattarello, nessuna macchina e bisogna cucinarla in giornata. Altrimenti mica è fresca. In sala camerieri dagli abiti perfetti e perfettamente rasati. Accoglievano con un sorriso, spostando la sedia alle signore e portavano subito il menù. Mai fare aspettare un ospite, ma farlo sentire accolto e benvenuto. Per Tosi i segreti del suo lavoro erano “volontà e amore”. “ Per un paio di decenni sono andato ogni giorno a fare la spesa. Alle 6 di mattina il pesce e poi le verdure. Nel pomeriggio arrivavo fino a Cesenatico perché i calamaretti per la frittura li trovavi li, dove avevano barche più piccole, adatte a quella pesca. Se non hai un grande volontà e non ti piace quello che fai, credo sia possibile riuscirci”. E la sua cucina all’Embassy trova nel pesce la sua materia prima d’elezione. “Per me un rombo in crosta è e rimane in piatto buonissimo. Deve avere una bella pezzatura ed essere freschissimo. Ogni volta che arrivavo davanti all’Embassy scaricavo le cassette davanti al locale e le lasciavo lì una decina di minuti. Un sacco di gente si fermava a vedere conocchie e mazzancolle che si muovevano e i rombi che saltavano ancora. Mi chiedevano ma si mangiano qui questi pesci? Rispondevo certo! Ho conquistato più clienti il loro passa parola che con una campagna pubblicitaria”. Nel 1962 Tosi inizia a dirigere un altro locale storico della “dolce vita” della riviera riminese, il “Paradiso”, in cima alla collina di Covignano e con terrazza a picco sul mare. Ripropone la formula, i tavoli sono meno ma “curati maniacalmente”: regina della sala è la lampada. Si preparano in sala piatti flambé, filetti e crepes suzette. “Offrivamo un servizio veramente innovativo: per la prima volta si poteva mangiare, ballare e ascoltare l’orchestra nello stesso spazio”. Il ritorno all’Embassy è nel 1968 e da lì una lunga volata fino al 2009, anno in cui Tosi decide di chiudere. Ma qualcosa di lui evidentemente in famiglia è passato. Il figlio Marco è stato il Patron dell’Acero Rosso”, il primo locale riminese a portarsi a casa la stella della Guida Michelin. Oggi l’Embassy ha riaperto. Il format è diverso un po’ negozio, un po’ bar e ristorante. A pensarlo sono stati alcuni giovani imprenditori riminesi. Formula differente ma stesso obiettivo: accogliere bene e soddisfare il tuo ospite. Il Dna di Rimini. Carlo Bozzo RITRATTO DEL TERRITORIO La via Emilia finisce a Rimini. Il suo “finis terrae” è la spiaggia. Davanti c’è l’altra metà dell’Emilia Romagna: l’Adriatico. Impossibile separare la città dal suo mare. Rimini è icona dell’Italia che negli anni ‘60 va finalmente, allegramente e in massa, in vacanza. I riminesi sono straordinari inventori di formule e modi d’accoglienza. Coniugano locali come Savioli, Embassy o Paradiso che negli anni del “boom” se la giocano con la Bussola e i luoghi più chic del nostro Paese, con le pensioni dove il turista italiano o straniero un piatto di tagliatelle fette in casa, le trovava disponibili “h 24”. Il riminese ha un’innata capacità di aprire le porte di casa sua agli altri. È ospitale per natura, intuisce prima di altri cosa le persone cercano e glielo fa trovare pronto. In tutto questo, tavola e cucina hanno sempre giocato un ruolo importante. Sono un punto d’osservazione che può aiutarci a capire la città e chi la abita. L’espressione tipica del riminese dopo il pranzo domenicale è: “Abbiamo mangiato tanto e speso pochissimo”. Lui è, in parte ancora oggi, un vero quantitativo. Le porzioni devono essere abbondanti, le “rostide” ovvero le grigliate pantagrueliche. È l’appetito di chi ha ancora memoria della povertà del pescatore o del contadino. La cancella andando a mangiare il cibo che considera più buono “e pes”, il pesce. Ma, da una quindicina d’anni a questa parte, la deriva quantitativa comincia a smorzarsi. Il Sangiovese giovane e sfuso, il vino della casa, si sposta nelle bottiglie di produttori che dimostrano come anche da queste parti se ne possano fare di ottimi. Nei ristoranti appiano cuochi, i loro locali sono in città o a pochi kilometri di distanza, che di “stelle” “forchette” e punteggi delle guide ne hanno raccolti tanti. In ordine sparso: Luigi Sartini, Vincenzo Cammerucci, Gian Paolo Raschi, Stefano Ciotti, Fabio Rossi, Silver Succi, Gregorio Grippo, Pier Giorgio Parini, Raffaele Liuzzi, Riccardo Agostini, Albero Faccani. Il maestro di molti di loro è un cuoco 100% riminese: Gino Angelini. Lui l’America l’ha trovata a Los Angeles. Nelle suo osterie serve ai divi di Hollywood lasagne, tagliatelle e piada con sardoncini. Le cose preferite dai suoi concittadini. Carlo Bozzo ELIO TOSI, BIOGRAFIA Ottantaquattro anni d’età indossati in modo impeccabile, almeno quanto la giacca e la cravatta con cui ha sempre accolto il clienti del suoi locali, ha cominciato la sua avventura nel mondo della ristorazione e dell’intrattenimento con gli studi all’istituto alberghiero Savioli di Riccione. Nel 1952 entra all’Embassy di Rimini, il locale icona della “dolce vita” della riviera Romagnola , nelle cui sale si sono esibiti i grandi nomi dello spettacolo italiano degli anni ’50 e ’60: Mina, Fred Buscaglione, Gino Bramieri, Gianni Morandi, Mike Bongiorno e tantissimi altri. La sua idea, rivelatasi subito di successo, è integrare a concerti, ballo, intrattenimento, l’alta ristorazione. Parte con pochi tavoli e arriva in poco tempo 200 coperti sempre affollati. Dal 1962 al 1968 passa a un altro locale storico di Rimini, il “Paradiso”, posto sulla colline di Covignano, con terrazza a picco sul mare e sulla città di Rimini. Anche qui l’inserimento nella formula spettacolo/ ballo della ristorazione, si rivela un successo. Pochi e curatissimi tavoli, sempre prenotati con mesi d’anticipo. Dal 1968 Torna all’Embassy che dirige fino alla sua chiusura nel 2009. Al centro della cucina di Elio Tosi il pesce dell’adriatico, famoso il suo rombo in crosta, e soprattutto una straordinaria attenzione al servizio. Accoglienza e ospitalità sempre perfette, le vere cifre del suo modo di proporre la tavola ai clienti. Gianfranco Bolognesi Forlì-Cesena C’è un periodo ben preciso nella nostra storia in cui prende corpo una nuova disciplina, l’enogastronomia: negli anni ‘70 cibo e vino cominciano infatti ad essere indissolubilmente legati in un matrimonio che dura tuttora. Se il vino assume pari dignità rispetto agli alimenti, senza essere relegato ad un ruolo di comprimario, lo si deve all’intuizione di quanti osarono, allora, intraprendere una via nuova. Fra questi c’è senza ombra di dubbio Gianfranco Bolognesi, che, proprio agli inizi di quel decennio, decise di aprire – anche con un briciolo di incoscienza, come dice lui – un ristorante a Castrocaro Terme, a cui diede il nome de La Frasca, a simboleggiare l’insegna – fatta di fronde di qualche albero – che tradizionalmente, non solo in Romagna, veniva apposta sulle strade, là dove c’erano luoghi di ristoro. Nel nome c’è tutto un programma verrebbe da dire e la bontà della scelta riceve conferma qualche anno dopo, nel 1974, quando Gianfranco viene premiato quale miglior sommelier d’Italia. Nel suo ristorante il vino diviene protagonista, ma non prevarica mai il cibo. Va piuttosto a fondersi mirabilmente ad esso, dando vita ad una proposta nuova, godibile, contemporanea. Non tarda ad accorgersene la critica: già nel 1975 arriva la prima prestigiosa stella Michelin (la seconda arriverà 11 anni dopo). La Frasca ha abbattuto il muro della normalità e si pone ormai sul terreno dell’eccellenza: grazie a Gianfranco certo, ma anche ad un team affiatato, tra cui spiccano la moglie Bruna e un allora giovane chef che si chiama Marco Cavallucci. Tutti insieme, ognuno per la propria parte e con le proprie competenze e sensibilità, non smettono mai di sperimentare, con pazienza e con rigore, ricercando sempre attualità ed innovazione, senza mai tradire i principi immutabili della semplicità e del sapore naturale dei piatti, in un processo in cui Bolognesi (che non è chef) recita fino in fondo il ruolo più delicato, quello del cliente. De La Frasca lui è il primo e più attento avventore, sempre. In questo suo empirismo ragionato Gianfranco non può non ricordare il romagnolo più illustre che l’ha preceduto, il forlimpopolese, fiorentino d’adozione, Pellegrino Artusi. Anche perché al centro della proposta enogastronomica di Bolognesi c’è la consapevolezza che l’alimentazione costituisce il fondamento indispensabile per una vita sana, dove la ricchezza e la varietà delle materie prime a disposizione si traducono in preparazioni semplici e fresche, che guardano alla tradizione rivisitandola ed aggiornandola in coerenza con mutate esigenze e condizioni di vita. Quella di Bolognesi è una parabola di successo che prosegue ininterrotta e che regge anche al trasferimento de La Frasca da Castrocaro a Milano Marittima dove Gianfranco sbarca nel 2004 insieme al suo staff. Cambia la cornice, dalla quieta cittadina termale alla “movida” dell’Adriatico, ma intatto è il consenso da parte delle guide gastronomiche e, soprattutto, identico è l’apprezzamento che la clientela riserva. Nel 2011 Bolognesi decide di lasciare la Frasca e di concedersi del tempo per sé da dedicare alle sue grandi passioni: l’arte, le amicizie e la ricerca del bello ovunque si trovi (per citare ancora l’Artusi). Ma la passione per il suo lavoro, quella che l’ha attraversato tutta la vita è ancora lì, intatta. Non può ignorarla, non può starle lontana. Ed ecco che gli ambienti di Castrocaro, la sua terra, e che hanno conosciuto e vissuto il miracolo della Frasca rivivono con la figlia Melania e diventano Osteria Bolognesi, luogo ove il canone dell’eccellenza enogastronomica diviene accessibile a tanti, spogliando l’offerta del superfluo e concentrandola sulla sola qualità. E lui, oggi come ieri, è sulla soglia di casa (perché la Frasca è sempre stata la casa dei Bolognesi), ad accogliere con l’eleganza che l’ha sempre contraddistinto gli amici e clienti e a dispensare il suo sapere, la sua esperienza e l’arte raffinata del ricevere. Maria Vittoria Andrini RITRATTO DEL TERRITORIO Se chiedete informazioni su Forlì a chi da queste parti ci è nato e mastica nozioni di cultura generale la prima cosa che citerà a compendio e specificazione è “Forum Livii”, il foro romano di Livio da cui la città prese forma e nome. Una partenza un po’ alla lontana per raccontare la storia del “Zitadon”, il “cittadone”, soprannome dialettale che ancora persiste, con il suo duplice significato di comunità grande ma anche un po’ provinciale. E forse è proprio per scrollarsi di dosso questo provincialismo che ogni forlivese sente pesare sulle proprie spalle che l’incipit della storia riporta quasi sempre alla via Emilia, alle glorie degli antichi e alle loro vestigia in terra di Romagna. Per arrivare fino a quelle, più recenti, di una romanità idealizzata, simbolica e razionalista insieme, che dalla vicina Predappio ha finito per segnare la prima metà del Novecento in Italia e non solo, lasciando tracce indelebili nell’architettura, nell’arte e nella cultura di quella che fu la “città del Duce”. In mezzo a questi due paletti piantati dalla Storia c’è lo sviluppo di un centro divenuto più volte protagonista come crocevia di eventi, eserciti, signori, papi. Una città apparentemente periferica salita alla ribalta con idee patriottiche e iniziative rivoluzionarie soprattutto in epoca risorgimentale, a cominciare dalla Repubblica Romana del 1849 guidata da Mazzini, Armellini e Saffi, forlivese, il cui monumento oggi svetta sulle piazza centrale. Le stratificazioni lasciate dal tempo sono ancora ben leggibili nelle piazze, nelle vie, nei palazzi della città: dall’antico campo dell’Abate (oggi piazza Saffi) su cui si affaccia l’abbazia romanica di San Mercuriale a Caterina Sforza e alla sua rocca, invincibile fino all’arrivo di Cesare Borgia; dagli austeri palazzi signorili al cui interno sbocciano raffinati cortili alle facciate neoclassiche di corso della Repubblica, che riportano la memoria al passaggio delle truppe napoleoniche. Così come neoclassica è l’Ebe del Canova, simbolo artistico di Forlì conservata nei musei San Domenico, convento duecentesco divenuto oggi contenitore all’avanguardia di pinacoteca civica e mostre temporanee. Fino a giungere alla modernità, allo sviluppo agricolo del suo circondario - con risultati eccellenti sotto il profilo enogastronomico, un universo di profumi e sapori che il forlimpopolese Pellegrino Artusi ha saputo raccontare come nessun altro nel suo celebre manuale di cucina - e a quello artigianale, con piccole imprese e tante cooperative, ancora oggi alla base del tessuto economico della città e del suo circondario. Roberta Brunazzi GIANFRANCO BOLOGNESI, BIOGRAFIA Nell’ottobre del 1971 un dinamico trentaduenne romagnolo, Gianfranco Bolognesi, con varie esperienze, da apprendista a cameriere a maître nella hotellerie, rileva a Castrocaro Terme, a pochi chilometri da Forlì (località allora conosciuta solo per le Terme, non certamente per la ristorazione), un piccolo locale, chiuso dopo soli due anni di apertura “con pochi spiccioli, tanti debiti e tanta incoscienza”. Lo chiama ‘La Frasca’ cioè con il nome dell’insegna dei posti di ristoro lungo le vie di comunicazione; esporre una “frasca”, ovvero un ramo di cipresso, di quercia o di pino, indicava che il vino nuovo era pronto; l’idea venne, a Gianfranco, da un vecchio libro di Domenico Lanzoni, sulle osterie romagnole, che aveva messo il Nostro sulla buona strada; l’esercizio, quindi, era nato per il vino; il “food” veniva di conseguenza. Nasce, e si consolida, quel connubio inscindibile tra cibo e vino che, allora, ben difficilmente era valorizzato anche in ristoranti di alto nome e prezzo e che ha caratterizzato e continua ad essere un segno distintivo della Frasca. Il “Gino” nazionale del vino, ossia Luigi Veronelli, nelle sue peregrinazioni enogastronomiche, capita più volte alla Frasca e conosce questo forse “pazzo” (per quei tempi) patron sommelier, ossia Gianfranco, e ne parla, nel 1973, in due servizi su Epoca e Panorama. Nel ‘74 G. Franco si aggiudica a Palermo il titolo di Primo Sommelier d’ Italia; ne consegue una notevole risonanza per la Frasca in patria. Nel 1975, inaspettatamente, la Guida Michelin attribuisce la sua prima stella al locale. E arriviamo al 1977, anno di svolta per la cucina della Frasca: un giovane diciottenne romagnolo di San Piero in Bagno, fratello di quel grande chef che risponde al nome di Paolo Teverini appunto da Bagno di Romagna, Marco Cavallucci, assume la funzione di aiuto; dopo 25 anni, fatto pressoché incredibile nel mondo della ristorazione, atteso che Marco non è uno chef patron, Cavallucci è ancora lì, al suo posto, di conduttore equilibrato della cucina. Nel 1986 arriva la seconda stella Michelin, e les deux etoiles Michelin brillano tuttora in capo alla Frasca, oramai trasferita a Milano Marittima. Ma non vanno dimenticati Ornella, la preziosa sfoglina, Bruno Renna, il maître che è l’esempio del raffinato, ma non affettato maggiordomo delle case patrizie dei bei tempi andati. Nerio e Tarcisio Raccagni Brisighella Nel 1956 Luigi Raccagni, proprietario di una osteria in via Fossa rilevata dallo zio Giuseppe, Brisighella, realizzò il sogno di aprire un albergo, con ristorante al piano terra ovviamente, lo chiamò Gigiolè, esattamente come il paese chiamava lui affettuosamente. I figli adolescenti crebbero in quel “centro del mondo”, tra pentole e camere, in uno dei borghi più belli d’Italia, in mezzo ad una valle, quella del Lamone, che da sempre nascondeva tesori come un olio d’oliva incredibile e viaggiava verso la Toscana grazie ad una ferrovia ottocentesca che suggellava e alimentava lo speciale rapporto di Faenza, a qualche chilometro, con Firenze. Un piccolo paese, due fratelli, un albergo, una famiglia di ristoratori. Ce ne saranno stati a migliaia in giro per l’Italia e invece quella storia divenne importante come poche altre e ad un certo punto tra gli anni ’70 e gli ’80 qualsiasi appassionato di cucina sarebbe arrivato in questo angolo di paradiso. Le storie, come abbiamo detto, sono due, diverse come erano diversi i due fratelli. Gigiolè è la storia di Tarcisio (Nerio aveva lasciato il ristorante di famiglia nel 1976) che continua la tradizione di famiglia custodita dalla madre, e maestra, Maddalena Guerrieri. Un locale semplice, ma profondamente innovativo in alcune intuizioni che Tarcisio ha portato avanti con discrezione, quasi mimetizzandole in una cucina che cercava di essere soprattutto rassicurante. La prima è quella di attingere ad una filiera locale ricca e originale, ancora contaminata dai prodotti selvatici come caccia, erbe, funghi, tartufi. I raccoglitori e i contadini passavano da Gigiolè prima di proporre a qualsiasi altro la loro merce, a volte anche semplicemente con un cesto di uova, due galletti o un coniglio. La giornata di Tarcisio iniziava così, con una spesa che in parte arrivava “da sola” al ristorante. La seconda è quella di avere nobilitato alcune preparazioni di casa, piatti semplici serviti in un a,mbiente e in stoviglierie che ne esaltavano le qualità. Il mitico Capocollo con scalogno, Spoia lorda (piatto del buon ricordo dell’82) e la costata di castrato con gnocchetti (piatto del buon ricordo dal ’93), i mitici crostini di porcini serviti con la fiammella sotto per tenerli in caldo. Nel 1992 arrivò anche la stella Michelin, ma in realtà qui tutto era già successo. Tra i tavoli di Gigiolè, dal ’90 al ’94 lavorò Remo Camurani che ha in qualche modo portato avanti l’idea della trattoria “alta” con la trattoria di Strada Casale prima e con Cà Murani oggi a Faenza. La Grotta fu invece un locale completamente diverso, un locale che ha rinnovato il linguaggio del ristorante con una forza straordinaria, un posto talmente innovativo che in tanti provarono ad imitare, ovviamente senza successo alcuno. L’idea di Nerio era una sintesi geniale di ospitalità, contemporaneità, imprenditorialità. L’idea era semplice, rinunciare alla pesantezza del ristorante senza rinunciare alla sua qualità. Ci si poteva sedere ai tavoli e mangiare un grande salame, ma anche due fette di arrosto, alle cinque del pomeriggio. Le tovaglie erano a quadretti rossi e tutto il linguaggio parlava di qualità viaggiando lontano dal peggior repertorio della formalità. Grandi vini, cose belle, un istinto infallibile del patron, prezzi abbordabili. Si mangiava in una sala bellissima scavata nel gesso, con i sottopiatti in maiolica, con le brocche della bottega Gatti, con un enorme quadro di Mattia Moreni illuminato a regola d’arte nell’angolo più buio della “grotta”. Un racconto tutto linguaggio e ritmo, una sala sempre piena e una cucina sempre affidabile. Il locale aprì con un giovanissimo Antonio Casadio in cucina (oggi a La Baita a Faenza) e nel tempo vide avvicendarsi nomi importanti come Bruno Barbieri e Vincenzo Cammerucci. La gente non poteva scegliere (c’era un solo menù che cambiava settimanalmente) e i n tavola arrivavano grandi vini comprati a prezzi eccezionali da Nerio che garantiva alle aziende una straordinaria vetrina. Anche le grandi firme del vino italiano facevano a gara a rifornire la Grotta e non era difficile bere Sassicaia, Tignanello, Solaia e i brunello di Soldera. In sala, dal ’90 al ’96, Daniela Pompili, figura mitica del locale, citata più volte nelle schede della guida dell’Espresso firmate da Paolo Scotto e una volta addirittura paragonata ad una pantera nera per l’eleganza e la bellezza. Aneddoti a parte, Daniela, che aveva l’ordine tassativo di non parlare, è stata una figura importante della Grotta. A Nerio, che abbandonò la gestione alla fine degli anni ’90 va anche riconosciuto il merito di avere lavorato per la filiera del suo territorio “inventando” l’olio brisighello e promuovendo il carciofo ancestrale Moretto, che lui sostiene prenda il nome proprio dal suo soprannome di bambino. Giorgio Melandri RITRATTO DEL TERRITORIO Ogni sera, sotto ai portici della piazza di Faenza, arriva l’aria fredda che scende dalla Valle del Lamone e attraversa i corsi e la piazza schivando le sempre numerose biciclette. È una presenza quella corrente d’aria che scende, l’anima di un legame che unisce questa piccola città e quella valle mitica che sale verso l’Appennino e scende poi a Firenze. Un piccolo viaggio che alla fine dell’800 diventò una linea ferroviaria inerpicata sui monti, bellissima e quasi avventurosa in quel tracciato che ogni tanto scappa tra i boschi. Su, a pochi chilometri dalla via Emilia, c’è uno dei borghi più belli d’Italia, Brisighella. Un piccolo borgo sovrastato da tre colli che ne caratterizzano il paesaggio, circondato dai terrazzamenti di ulivi che ne segnano la filiera. Ci sono anche le vigne, i calanchi con le carciofaie di Moretto, i boschi che regalano tartufi, ma l’olio qui è protagonista, magicamente complesso e sfaccettato. Brisighella è abituata ad essere speciale, romagnola eppure al confine con la toscana, un legame fortissimo con il vaticano e otto cardinali nati in paese, protagonista della gastronomia del ‘900 con due ristoranti fuori dal comune, Gigiolé e la Grotta, gestiti da due fratelli dal carattere opposto, entrambi straordinari. Tutto questo è sempre sembrato normale, a stupirsi erano solo i “forestieri”. Oggi questa valle, e quella accanto che scende a Faenza da Modigliana, sono ancora il laboratorio intellettuale dell’enogastronomia romagnola, complice una vocazione territoriale che non ha paragoni. Brisighella è pura come lo era cento anni fa, gelosa della sua filiera speciale, dei suoi personaggi, del rapporto con Faenza, dell’essere Romagna di confine, di quella linea ferroviaria che si arrampica in alto. Non a caso il talento dei fratelli Raccagni ha potuto esprimersi con quella forza. Giorgio Melandri NERIO E TARCISIO RACCAGNI, BIOGRAFIA I fratelli Nerio e Tarcisio Raccagni nascono a Brisighella, rispettivamente nel 1940 e nel 1942, in una famiglia di ristoratori. Il padre Luigi aveva infatti aperto un’osteria a Brisighella e i giovanissimi fratelli avevano un permesso speciale per uscire in anticipo da scuola ed andare a servire nell’attività di famiglia. Gli insegnanti della scuola alberghiera, soprattutto Luigi goni, avranno un ruolo importante nella formazione di Tarcisio e l’esperienza in cucina della madre Maddalena Guerrieri diventò la solidissima base di una cucina sempre più raffinata. Anche per Nerio l’esperienza e la visione della madre furono importanti, tanto che negli anni ’70 Nerio venne iscritto al primo corso AIS. Qui Nerio ebbe modo di sviluppare la didattica ancora oggi in uso e diventare uno dei pionieri del mondo del vino di qualità italiano. Dopo avere condiviso la gestione dell’attività di famiglia Gigiolè, aperta nel 1956, i due prendono strade diverse. Tarcisio resta da Gigiolè affermando un modello ristorativo tutto tradizione e territorio, una sorta di trattoria evoluta che anticipava di 30 anni il momento attuale della cucina italiana. Nerio, dopo diverse esperienze, apre a Brisighella nel 1982 Il ristorante La Grotta, anche lui inventando una formula imitata da tutti in quegli anni: un menù fisso con vini abbinati e un ambiente di qualità senza i formalismi del ristorante. Un successo nazionale che portò a Brisighella tutto il mondo del cibo e del vino italiano. Nerio lasciò la Grotta negli anni ’90 per dedicarsi al suo progetto di ospitalità relais Torre Pratesi. Tarcisio chiuse il Gigiolè nel 2006 dopo cinquant’anni di attività per ritirarsi a vita privata. Gianluigi Morini Imola L’ho sempre visto all’ingresso del ristorante, impeccabile, ironico, tagliente, intelligente già nello sguardo. Una figura importante per il San Domenico, un padrone di casa necessario in un ristorante che della cucina di casa ha fatto la cifra stilistica del locale. Sono due anni che Morini ha abbandonato il locale, due anni che manca a tutti quanti noi nonostante l’atmosfera di casa e lo stile di accoglienza perfettamente in equilibrio tra il formale e il familiare sia rimasto lo stesso. Gianluigi Morini è nato a Imola nel 1935, nella stessa casa dove avrebbe poi aperto il ristorante. La casa era stata acquistata dal nonno nel Luigi che vi aveva aperto una bottega, di generi alimentari ovviamente. Lui, ancora bambino, si ritrovò garzone a familiarizzare con vini e salumi, le specialità della famiglia. La vera passione del giovane Gianluigi Morini fu però il cinema e fu così che dopo il diploma in ragioneria, con in mano una lettera di raccomandazione indirizzata a Federico Fellini, il nostro partì per Roma. Rientrato ad Imola, Morini si impiegherà in banca come era desiderio del padre. Appassionato di cucina, ma soprattutto di ospitalità, Morini cominciò ad accarezzare l’idea di aprire un ristorante nella vecchia casa di famiglia. Il progetto prese forma e il 7 marzo del 1970 il San Domenico aprì i battenti. L’idea che affascinava Gianluigi era quella di una cucina familiare, una cucina di casa come si era fatta nelle grandi case borghesi e nobili italiane. Su consiglio di Luigi Veronelli si rivolge a Nino Bergese, il “cuoco dei re”, piemontese, ma ligure d’adozione, ormai ritirato a vita privata dopo una vita di straordinari successi. Bergese aveva cominciato la sua carriera giovanissimi a casa del conte Bonvicino accanto a Giovanni Bastione, futuro cuoco della famiglia Agnelli. A sedici anni è aiuto cuoco del conte Costa Carrù della Trinità e cucina per ospiti importanti, dai Savoia a re Faud d’Egitto, passando per il duca d’Aosta e il duce di genova. Nel 1926, a soli ventidue anni, è primo cuoco dai Wild, una ricca famiglia di cotonieri. Lavora poi per il conte Arborio Mella di Sant’Elia, cerimoniere di Casa Savoia. A Villa Crocetta prepara il pranzo per un’ospite d’eccezione, Umberto di Savoia che il 15 settembre compie 22 anni. In questa occasione Nino prepara la Torta Fiorentina che è ancora oggi un grande classico del San Domenico. Poi altri palazzi, altre casate insigni fra cui i marchesi medici del Vascello e i marchesi Baldi. Con la seconda guerra mondiale dove Bergese presta servizio nella cavalleria, l’arma tradizionale dei nobili, finisce un’epoca. Bergese apre allora a Genova, in un antico carrugio, Vico Indoratori, un piccolo ristorante, La Santa. Anche qui arriva un certo mondo e presto addirittura due stelle Michelin. Tra i frequentatori c’è Giangiacomo Feltrinelli che convince Bergese a raccogliere in un libro più di 500 delle sue famose ricette. Nasce così mangiare da Re, ancora oggi un libro fondamentale per chi vuole capire la cucina borghese italiana. Bergese si era già ritirato quando Gianluigi Morini lo andò a cercare e al primo incontro rifiutò l’offerta di lavorare ad Imola. Morini insistette e finalmente Bergese arrivò a Imola. Ci restò diversi anni ed ebbe modo di formare un giovanissimo Valentino Marcattilii con quale nacque subito una intesa perfetta. Fu sempre Bergese a spingere Valentino a fare esperienze in Francia, a roanne dai fratelli Troigros e poi alla Pyramide con Guy Thivard, erede della tradizione di Fernand Point. Siamo nel 1979 e Valentino è ormai un cuoco maturo. Anche il San Domenico è oramai come Morini e Bergese l’avevano voluto, praticamente perfetto. È un successo straordinario e Gianluigi Morini, con Natale Marcattili in sala e il fratello Valentino in cucina, si leva parecchie soddisfazioni. Il successo è tale che addirittura, nel 1988, il San Domenico apre un locale gemello a New York, al 240 di Central Park South. Una storia straordinaria, una specie di arca di noè del buon gusto borghese, un custode di una tradizione che forse sarebbe rimasta nella categoria della memoria e che invece è oggi più viva che mai. Giorgio Melandri RITRATTO DEL TERRITORIO Imola è provincia in purezza, un paesone sulla via Emilia come ce ne sono tanti in Emilia-Romagna, facciate di case in mattoni arroventate dal caldo in estate, nascoste dalle nebbie serali in inverno. Negli anni questa città, Romagna in provincia di Bologna, si è sempre più legata al capoluogo regionale rinunciando all’idea di confine per lavorare su una continuità che letta a ritroso dimostra semplicemente quanto sia “romagnola” la città delle due torri. Per i faentini, cugini e vicini di casa, gli imolesi sono sempre stati i comunisti inquadrati e obbedienti, operosi artefici di una crescita industriale che ha stupito tutti nel dopoguerra. Si è pensato in grande ad Imola, incuranti della dimensione di paese nella quale venivano cullate le idee. Questa cifra è forse la più bella dimostrazione di come la provincia in Italia abbia avuto un ruolo unico e di come sia stata laboratorio di idee ed esperienze, non una macchina per spegnere i talenti, ma piuttosto un incubatoio di pensatori e sognatori. Come quel Massimo Montanari, medievalista e uno dei più autorevoli storici dell’alimentazione in Italia, che ancora oggi abita ad Imola e per il quale, ci piace pensare, quella vicinanza con la campagna è un’occasione di confronto continua, lo stimolo a considerare sempre la cultura materiale nel rapporto con i suoi bisogni veri. Chissà se la sua tesi sull’identità italiana della cucina sarebbe stata così lucida senza quella casa in provincia. Montanari scrive che “non è mai esistito da noi un modello unitario, nazionale, di cucina. E non esistono in realtà neppure le cucine regionali quanto uno “stile culinario italiano” che procede per reti di città, fatto di passaggi, contaminazioni, frontiere.” Un viaggio in una provincia che cambia, ma resta sempre paese. Imola rappresenta bene tutto questo, l’idea che la provincia italiana non sia periferia delle città, ma piuttosto la protagonista di una rete che si esprime ad altissimi livelli fuori dalle rotte metropolitane che oggi sembrano fagocitare ogni cosa. Gianluigi Morini, fondatore e patron del San Domenico, è un grande personaggio con una grande storia e a lui guardiamo come interprete della sua città e della provincia in generale. Giorgio Melandri GIANLUIGI MORINI, BIOGRAFIA Gianluigi Morini è nato a Imola nel 1935, nella stessa casa dove avrebbe poi aperto il ristorante. La casa era stata acquistata dal nonno nel Luigi che vi aveva aperto una bottega, di generi alimentari ovviamente. Lui, ancora bambino, si ritrovò garzone a familiarizzare con vini e salumi, le specialità della famiglia. Appassionato di cucina, ma soprattutto di ospitalità, Morini cominciò ad accarezzare l’idea di aprire un ristorante nella vecchia casa di famiglia. Il progetto prese forma e il 7 marzo del 1970 il San Domenico aprì i battenti. L’idea che affascinava Gianluigi era quella di una cucina familiare, una cucina di casa come si era fatta nelle grandi case borghesi e nobili italiane. Su consiglio di Luigi Veronelli si rivolge a Nino Bergese, il “cuoco dei re”, piemontese, ma ligure d’adozione, ormai ritirato a vita privata dopo una vita di straordinari successi. Bergese arriva ad Imola e si trova a lavorare accanto a Natale e Valentino Marcattilii e con loro fa crescere il progetto del San Domenico. Il successo è tale che addirittura, nel 1988, il San Domenico apre un locale gemello a New York, al 240 di Central Park South. Dal 1970 il locale è uno dei ristoranti più prestigiosi d’Italia e continua a lavorare con la filosofia di sempre: “accontentarsi” del meglio per offrire al cliente che sceglie il San Domenico un servizio accogliente e per occuparsi della sua felicità. L’ironia, la qualità, la grande classe di Gianluigi Morini. Renato Gualandi Bologna Salutate la capitale!! Battiti di mani e urla dell’arena non celebrano il cuore sportivo ma quello gastronomico di una città, Bologna, che oggi, pare, aver perso la testa, il caput appunto, di quel ‘mundo’ gastronomico un tempo lontano da spume e sferificazioni. Tortellini torri e qualcos’altro, erano invece le fondamenta di un primato epicureo cittadino, in cui cultura faceva rima con cottura e chiudere i ristoranti troppo presto voleva dire affamare gli appetiti; persino quelli che arrivavano da lontano. A Bologna un tempo approdavano tutti, compreso quel bel mondo che lasciava scodelle vuote ma che alla fine rendeva la città cosmopolita nell’animo e persino nella pancia. Lo dimostra il fatto che nelle cucine dei grandi alberghi erano presenti influenze transalpine, anglofile, e persino quelle che si potevano contrarre lasciando aperte le finestre con i paesi d’oltrecortina; latitudini, un tempo, da queste parti molto stimate. La capitale gastronomica ammetteva solo il meglio, per questo anche gli influssi d’oriente, la Cina non era ancora così vicina, avevano un timbro nobile, zarista. Non mancò neppure la rivoluzione condotta, da dietro i fornelli, in prima linea dal bolognesissimo cuoco Renato Gualandi. Sin da piccolo, classe 1921, mostra talento per i fornelli. Il padre sarto vorrebbe che studiasse, ma lui ‘sarta’ la scuola, va a lavorare da uno dei più famosi rosticcieri della città e in pieno fascismo vince un premio legato al lavoro e nello specifico alla cucina. Ambiente, quest’ultimo, che non abbandonerà mai neppure in tempo di guerra. Quando nel cielo volano alti i bombardieri che di lì a poco ci libereranno dai tedeschi, la sua creatività si libra ancora più in alto, facendogli inventare quella carbonara cucinata, in quel di Riccione, con spaghetti, bacon, burro, crema di latte, pepe, e rosso d’uovo in polvere. Piatto simbolo della capitale, Roma questa volta, pare sia nato proprio dall’estro di quel Renato che nel tempo cucinò per famiglie reali, capitani d’industria e grandi uomini, fondendo esperienze gastronomiche internazionali e sapori di casa. Cuoco del cambiamento non solo per l’avanguardia dei piatti ma soprattutto per un differente modo di pensare, iniziò, quando la bilancia si usava ancora soltanto per pesare gli ingredienti e non le persone, a comprendere non solo la salubrità delle erbe -le spezie di casa nostra - ma anche quella di alimentarsi, altro titolo di un suo libro, con legumi e frutta. Gualandi ha il merito storico, insieme alla famiglia Zurla – il capostipite Giovanni e i figli Vittorio, Guido e Mario– de Il pappagallo, di avere portato la cucina bolognese dentro al ristorante e averle dato in questo modo rango. Quando il suo ristorante, il 3G, chiuse nel 1971 c’erano ben 7 sfogline a servizio. Scrive Alberto Capatti nell’introduzione al libro che Slow Food editore gli ha dedicato nella collana Assaggi: «Ad aver divulgato il buon gusto bolognese, con tecnica e arte, erano stati i cuochi di casa, d’albergo, di bottega, di ristorante e di osteria, dando una immagine di grande operosità e di ampia cultura. Quando Gualandi inizia il suo mestiere non c’è offerta regionale che appaia più raffinata e appetibile ai palati italiani.». Gualandi ricostruisce la cucina bolognese ricombinando i codici di una cultura che attinge a eredità francesi e cultura popolare. Come scrive Piero Camporesi, “reinventare la tradizione come sintesi”, con la coerenza che Gualandi ha sempre dimostrato. Sceglierlo per rappresentare Bologna è naturale, anzi doveroso. Marco Tonelli RITRATTO DEL TERRITORIO Bologna è una vecchia signora dai fianchi un po’ molli col seno sul piano padano ed il culo sui colli, Bologna è una ricca signora che fu contadina: benessere, ville, gioielli... e salami in vetrina. Bologna ombelico di tutto, mi spingi a un singhiozzo e ad un rutto. Così Francesco Guccini, il Maestrone venuto da Modena per aiutare i bolognesi a osservare la propria città con nuovi occhi. Bologna oggi multietnica, per cause ben diverse da quelle che fin dal XI secolo richiamarono intelligenze da ogni nazione d’Europa a renderla “Dotta” coi i primi nuclei dell’Alma Mater Studiorum, nata in veste di libera e laica organizzazione fra studenti. Città delle torri che sfidavano il cielo a celebrare le glorie terrene delle schiatte nobiliari, dei canali che dal XIII secolo fecero nascere l’industria della seta più fiorente d’Europa. La più parte delle prime fu demolita all’inizio del XX secolo assieme alle mura che abbracciavano il centro storico. L’urbanistica si liberava del passato lasciando come traccia le dodici antiche porte d’accesso alla città. I canali vennero ricoperti per fare posto all’automobile, ma i quaranta chilometri di portici rimangono a emblema di un’idea di socialità, protezione, condivisione civica. Anche “La Rossa” è un reperto storico ormai archiviato, e “La Grassa” un luogo comune svaporato come le “3T” delle cartoline illustrate. Città etrusca e romana, papalina e giacobina, Medaglia d’Oro al Valor Militare per la Resistenza e la Liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo, culla della cooperazione e della rinascita industriale nel dopoguerra, protagonista della Motor Valley, cardine di quella via Emilia che è da sempre l’anima della regione a doppio-nome da Piacenza a Rimini. Tradizionalista e d’avanguardia, nella cultura, nel sociale e in cucina. Qualcosa dovette assorbirne Pellegrino Artusi che la città e la sua università frequentò a metà ottocento. Nota nel mondo anche per gli inesistenti “Spaghetti Bolognese Sauce”. Capace di depositare alla Camera di Commercio la “Misura Aurea” delle tagliatelle e la ricetta immutabile del ragù tradizionale. Tanto le “zdàure” e le sfogline (che animano il movimento di resistenza delle botteghe artigiane all’invadenza dei mutandifici multinazionali) lasciano alla precisione dell’occhio e del gesto la stesura della sfoglia e il taglio della tagliatella, mentre di ragù non ne trovi uno uguale all’altro. Così come i tortellini del cui rilancio sono protagonisti cuoche e cuochi del capoluogo e della provincia. Sul vino dei colli bolognesi poi, superate da anni antiche pratiche di produzioni massive, si muove anche il riscatto di un’agricoltura che si riafferma come movimento culturale. Bologna City of Food proietta oggi il suo futuro verso un’economia rinnovata da una nuova concezione dell’accoglienza turistica capace di valorizzare le ricchezze agro-alimentari e le loro innumerevoli elaborazioni nelle arti eno-gastronomiche. Al riallacciarsi di un legame fra città e campagna ci richiamava da tempo il poeta Roberto Roversi “Bologna è una città profondamente drammatica, sicuramente ricca, ma in una maniera irregolare e un po’ smodata. Godereccia, in modo abbastanza perfido, e non più nel modo aperto, un po’ sbracato, ma sostanzialmente corretto che poteva avere al tempo della sua cultura contadina, quando la città era collegata direttamente con la sua campagna e della campagna assumeva e succhiava proprio gli umori fertili della cultura. Sapiente e dotta, penso ancora di sì...” Bruno Damini Renato Gualandi, BIOGRAFIA Renato Gualandi è nato a San Lazzaro di Savena il 15 marzo 1921 ed è stato uno dei cuochi più importanti del 900 bolognese. Inizia giovanissimo come fattorino presso le macellerie Michelini dove impara a conoscere i tagli delle carni. Nel 1932 lascia Michelini e accetta la proposta di Giuseppe Palmirani, proprietario dell’omonima rosticceria all’angolo tra via Ugo Bassi e via Gervasio e dove resterà fino al 1940. Nel 1939 partecipa a Catania ai littoriali del lavoro e trionfa con i suoi piatti. In giuria c’era addirittura il più famoso maître italiano, Luigi Carnacina e il riconoscimento regala fama a Gualandi. Nel 1945 è al Baglioni, sede del comando alleato della città di Bologna. Dopo la guerra lavora a Imola all’albergo Grand’Italia, poi nelle marche nel ristorante dell’albergo San Carlo a Civitanova Marche. Dal 1950 per due anni ritornerà poi a Bologna rientrando alla rosticceria di Palmirani. Nel settembre del 1952 apre in via Nazario Sauro il suo ristorante, il 3G, un grande successo che durerà fino al 1971. Il 3G è una delle punte di diamante della ristorazione bolognese e qui, come anche al Pappagallo dei fratelli Zurla, la cucina della tradizione bolognese trova un palcoscenico che le alza rango e fama. Quando nel 1971 il ristorante chiuse a servizio c’erano ben 7 sfogline. Al 3G, dopo la ristrutturazione del 1959, i coperti diventarono 150 e nel locale ebbe un successo straordinario anche il banco da asporto costruito davanti ad un gigantesco spiedo che divenne la caratteristica del locale. Nel 1958 Gualandi ricevette a Digione un prestigioso riconoscimento, la Commanderie des Cordons Blues. Gualandi ha il merito di avere portato la cucina della tradizione bolognese dentro alla ristorazione di qualità, fino a lì presidiata dagli standard internazionali codificati dalla cucina dei grandi alberghi europei. Gualandi ricostruisce la cucina bolognese ricombinando i codici di una cultura che attinge a eredità francesi e cultura popolare. Come scrive Piero Camporesi, “reinventare la tradizione come sintesi”, con la coerenza che Gualandi ha sempre dimostrato. Per Enologica lo ha scelto per rappresentare Bologna in un viaggio sulla via Emilia che dedica un tributo ai grandi personaggi della ristorazione emiliano-romagnola del 900. Giacinto Rossetti Argenta, Ferrara “Arrivai al mercato del pesce di Chioggia e c’era nel bel mezzo di uno spazio aperto un uomo, teneva le gambe larghe e le braccia conserte. Aveva tra i piedi gli scampi più belli e grossi che avevo mai visto in vita mia. Non rispose a nessuno di quelli che gli chiedevano il prezzo di quella cassa, sapeva che non li avrebbero comprati. E sapeva che avrebbero riso in paese di quel prezzo astronomico. Io lo guardai, feci il giro del mercato due volte e poi, inevitabilmente, comprai quel ben di Dio uscendo da lì.” Quando Giacinto racconta mi sembra sempre di stare lì in quel mondo fatto di personaggi incredibili, mai completamente veri e mai completamente falsi. Sono contadini, pastori, commercianti, contrabbandieri, cacciatori, pescatori. Sono un mare di storie, sempre meravigliose e qualche volta difficili. Collegano tutte le strade del cibo, si incrociano, si perdono, sbucano all’improvviso, spesso sono al confine tra quello che si può fare e quello che si fa, ma non si dice. Quasi come se la purezza di quelle materie prime richiedesse e giustificasse qualsiasi follia, qualsiasi gesto. Giacinto, romagnolo “di valle”, è l’uomo che negli anni ’80 ha inventato il Trigabolo, il ristorante italiano più famoso di sempre, l’esperienza che ha formato fior di professionisti e che è finita con uno spettacolare capitombolo. “Non c’erano più le condizioni.”, mi ha detto una volta, “ Le grandi materie prime non c’erano più e noi fummo costretti a chiudere.”. Poco importa se le complicazioni furono anche altre, per lui alla fine l’essenza di tutta la storia è quella. E in fondo a me piace pensare che la faccenda sia andata così. Il pensiero di Giacinto, umanità e intelligenza straordinarie, è in fondo tutto lì, in un’idea di assoluto che passa per il cibo e che nel cibo cerca una trama, un racconto dell’uomo. Pregi e difetti. Una originale indagine sulla nostra umanità che divide il mondo esattamente in due: quelli che hanno la sensibilità per condividere e capire e poi tutti gli altri, quelli che mangiano senza sapere. Questa ricerca disposta a tutto è stata l’anima del Trigabolo ed è ancora oggi la vita di Giacinto che guarda il mondo con quegli occhi profondi e ancora si entusiasma, veloce come un cacciatore deve essere. E quando scopre qualcuno non si limita a comprare, ma torna e ritorna. Cerca di sapere tutto e di entrare nell’intimità di quella materia prima. “L’uomo è attratto dalla sua rovina”, ripete sempre. Forse, penso io, ci sono delle volte in cui l’uomo ha consapevolezza della sua rovina e però sente ancora più forte la necessità di andare avanti e dare un senso ad una esperienza. È forse una delle storie più ricorrenti del cibo e Giacinto ama quel confine tra la tragedia della vita e i suoi privilegi, tra i le sconfitte e i momenti di gioia. Diciamo, e l’ho capito negli anni, che Giacinto è interessato a tutto quello che è autentico e quella è una zona di verità forti. Per questo non ama i borghesi, e forse per questo non ama le ipocrisie in generale. Un anno, a Natale, cucinò un cappone. A tavola, mentre lo mangiavamo, mi disse che per farlo non aveva dormito per due giorni. Io pensai subito a Garcia Marquez e ai quei personaggi incredibili. A Cent’anni di solitudine. “Il colonnello Aureliano Buendia promosse trentadue sollevazioni armate e le perse tutte. Ebbe diciassette figli a diciassette donne diverse, che furono sterminati in una sola notte prima che il maggiore avesse compiuto trentacinque anni. Sfuggì a quattordici attentati, a settantatré imboscate e a un plotone d’esecuzione. Sopravvisse ad una dose di stricnina nel caffè che sarebbe bastata ad ammazzare un cavallo. Respinse l’Ordine del Merito che gli conferì il presidente della repubblica.” Quelle iperboli, quella sconfinata umanità, quel gusto dell’invenzione, mi ricordano Giacinto e la sua fantastica ricerca di materie prime e uomini eccezionali. Il Trigabolo è stata solo una tappa di questo grande viaggio, una tappa importante dove tutto il mondo di Giacinto si è confrontato con il contemporaneo. È uscito allo scoperto, ha stravinto il confronto che a quel punto forse non serviva più. Un gesto che nel momento in cui raggiunge la sua perfezione diventa inutile, non si deve più fare. Lo farà qualcun altro che comincia una rincorsa lunga una vita. Giacinto lo pensa anche dei piatti. Una volta andammo a camminare insieme, come facciamo ogni tanto, e lui mi disse “Il Trigabolo non era un ristorante, come molti hanno pensato, ma un modo di vivere, il confine della perdizione. Abbiamo condiviso tutto. Ma sapevamo tutti che non sarebbe durata.” Giacinto ancora cucina, e lo fa con i riti tutti francesi dei fondi, con i tempi della tradizione e la pazienza delle grandi attese. Per lui la tavola è un luogo di incontro e su una cosa è moderno più di tutti gli altri. Giacinto non ha mai diviso quelli del vino da quelli del cibo come fanno oggi, forse per difesa, i più. Lui è un esperto di cibo e di vino, con una continuità che è necessaria se si ha l’ambizione di costruire una trama che racconti l’uomo. “In questo piatto ci sono delle verità”, questo è il suo commento più bello. Buono è molto più indietro, lontanissimo da lì. Talmente lontano che nella cucina di Giacinto si conciliano Italia e Francia, in un abbraccio che non snatura i pensieri e non tradisce né l’una né l’altra identità. C’è forse un’idea di Europa in tutto questo, qualcosa che somiglia all’idea di civiltà come l’abbiamo sempre pensata noi. La grande modernità di Giacinto è anche nel suo aver viaggiato da solo, senza cadere in nessun luogo comune della gastronomia. Anche la cucina del Trigabolo fu diversa da tutto, forse ha anticipato qualche tema, ma Giacinto non ha seguito nessuna moda, mai. Anche nel rapporto con la tradizione c’è un pensiero sano. “I piatti della tradizione,”, ripete spesso, “sono un passato con un po’ di futuro. Perché la tradizione è una cosa che deve ancora succedere.”. Eccola qui la modernità, un’idea di libertà che non accetta compromessi, un modo per prendere le cose più classiche e impedire che invecchino, ripensarle per non ripensarle mai. Giorgio Melandri RITRATTO DEL TERRITORIO Acqua protagonista, nelle presenze e nelle assenze, nei segni, nel grande fiume. È il territorio di Ferrara, qualche metro sotto il mare, tanta storia e un rapporto tra uomo e acque che non ha paragoni. Le terre del delta del Po sono una invenzione dell’uomo e se non fosse per quelle idrovore che pompano l’acqua incessantemente giorno e notte qui non ci sarebbero campi e argini, ma valli e mare. I bambini imparano da piccoli a fare i conti con una paura del fiume che nella storia è stata più che giustificata e crescono nell’idea, e nella sensibilità, di una lotta senza fine. Tra uomo e natura. Tra terra e mare. Tra uomini anche, ripensando alle leggendarie storie degli scontri tra guardie vallive e fiocinini, i contrabbandieri che nelle notti più nere solcavano le acque della valle di Comacchio per portare a casa anguille e spigole per sfamare i propri figli. Spesso gli uomini che erano contro in valle condividevano la famiglia: cugini, fratelli, amici. Era il destino, e spesso la fame, che li portavano da una parte o dall’altra nell’intima convinzione che queste terre, ma soprattutto queste acque, sono vita e morte insieme. Tutto nascondono e tutto regalano in un viaggio che attraversa mare e valle passando per canali, argini, chiari, canneti, campi segnati da pioppi maestosi e case perdute in mezzo la nulla. Ferrara dunque è una città di confine, tra terra e mare, ma anche tra sogno e realtà, tra quello che si può fare e quello che non si deve fare, tra notti invernali di nebbie e giornate estive di caldo insopportabile, tra le invenzioni dell’uomo e i limiti di una natura ostica e generosa. A due passi da qui, ad Argenta, Giacinto Rossetti immaginò e realizzò un ristorante che rompeva tutti gli schemi, un progetto visionario che cambiò l’idea di ristorante in Italia. Territorio senza provincialismi, libertà e un’idea di ristorazione che mescolava ambizioni e invenzioni. Una storia irripetibile, un gruppo che ha volato davvero. Per questo abbiamo scelto Giacinto Rossetti come personaggio simbolo della provincia di Ferrara. Giorgio Melandri GIACINTO ROSSETTI, BIOGRAFIA Giacinto Rossetti, classe 1947, è uno dei grandi personaggi dell’enogastronomia italiana. Con il suo Trigabolo, aperto nel 1979 ad Argenta, ha scritto una delle pagine più belle della ristorazione italiana lanciando tra l’altro una serie di giovani diventati poi grandi professionisti: Igles Corelli, Bruno Barbieri, Pierluigi Di Diego, Mauro Gualandi, Italo Bassi e i fratelli Marcello e Gianluca Leoni. Giacinto Rossetti ha il merito di avere rivoluzionato il settore introducendo tra i primi il concetto di territorio e filiera. Nonostante la creatività e un’energia da rock band di una brigata straordinaria e di una sala guidata da Giacinto stesso e da Bruno Biolcati, la protagonista del Trigabolo era una materia prima di livello assoluto, figlia di una cultura e di un impegno fuori dal comune. In pochi anni il ristorante divenne il più importante in Italia e tutto il mondo dell’enogastronomia viaggiava per andarci a mangiare, anche dalla Francia. L’idea dell’alta cucina come interprete del territorio e della sua filiera maturò proprio con questa esperienza terminata nel 1993. Giacinto Rossetti è ancora oggi un riferimento per il mondo dell’enogastronomia per la incredibile competenza e per la sua lucidità intellettuale. Giorgio Fini Modena Modena è una città di nebbia, canali nascosti e gente che lavora in maniera solida. Modena è in Emilia che è agli antipodi della Romagna, nel mezzo c’è un intero mondo di differenze infatti. Da romagnolo che ha vissuto per molto tempo a Modena non posso dire che l’ombra di Giorgio Fini non sia percepibile sotto i porticati, lungo le strade o nelle parole della gente. Lo è tuttora francamente, l’idea della trattoria di lusso che Fini considerava casa, credo che possieda stabilmente uno spazio dell’immaginario di molti modenesi. Io ho la fortuna di conoscere bene una persona che ha lavorato con Giorgio Fini e che è stato il Maitre del ristorante Fini di Modena, Denis Bretta, ed è attraverso i suoi racconti che mi sono fatto un idea di quello che il ristorante Fini significasse per Giorgio e di riflesso di ciò che quel tempio della gastronomia del novecento ha significato per i modenesi e per tutti i gourmet italiani. Giorgio Fini era un uomo sicuramente pratico, figlio di quel Telesforo che aveva ricavato su un retrobottega un ristorante e pian piano allargato la produzione a dimensioni industriali già prima del vero boom economico. Giorgio fu uno di quei figli d’arte che proseguì sempre sulle orme del padre, alzando poca polvere rispetto al tracciato originario, portando il suo cognome sulle aree di sosta delle austostrade e ancora aumentando le dimensioni del marchio. Il percorso della sua famiglia lo si vive chiaramente entrando in una qualsiasi gastronomia modenese, ma anche solo facendo un giro in periferia dove sono numerosi gli stabilimenti per insaccare le carni o per la lavorazione dei salumi. La specchiata aura di benessere che si trova lungo i muri di questa città profondamente emiliana ha radici nella gastronomia collagenosa, dolciastra e meravigliosamente autunnale di questi contadini arricchiti. Lo dico con stima e riguardo perché ovunque nel mondo il frutto del lavoro agricolo di questa terra è riconosciuto e mitizzato, dall’aceto balsamico al parmigiano reggiano. Il ristorante Fini negli anni divenne l’icona di questo modo di vivere. Il ristorante di lusso dove i modenesi andavano nei giorni di festa, per il carrello dei bolliti, degli arrosti o per le paste fatte in casa. Quello che Telesforo aveva creato divenne il gonfalone di Giorgio e di tutta una città, al punto che il cavalier Fini lo usava quasi come un ufficio nonostante ne avesse uno vero al piano superiore. Il suo tavolo era accanto alla cucina e per lui accogliere ogni cliente come se fosse a casa sua era il marchio dell’ospitalità emiliana. Una grande casa, non una maison. Il ristorante era l’unica attività che, soprattutto negli anni ’90, non chiudeva con bilanci postivi, ma era un orgoglio personale di Fini tenere i conti in pari e la qualità inalterata sia nel servizio che nella cucina. Sicuramente è il ristorante che più i modenesi hanno amato per le loro feste e per le loro ricorrenze. Quello che i modenesi hanno sentito più loro. La cosa di lusso in cui allo stesso tempo sentirsi a proprio agio e dei signori. Attenzione, dei “signori”, non dei principi. Io credo che ostentare le proprie possibilità economiche per sentirsi “signori” esuli totalmente dalla definizione stessa, mentre pagare i conti del proprio stesso ristorante a fine anno è tremendamente signorile. Giorgio Fini era indubbiamente un signore, così come tutti lo ricordano, un uomo pratico e solido che teneva vivo un sogno con tutte le sue forze, generoso con la sua città che ancora lo ricorda senza che davvero ne evidenzi la mancanza. Enrico Vignoli RITRATTO DEL TERRITORIO Modena: le province, le storie, il viaggio. Modena confina al nord con il Lambrusco, al sud con l’Aceto Balsamico, a est con i tortellini a ovest con il Parmigiano(Modenese)Reggiano, passando per il Centro si può vivere un’esperienza unica all’Osteria Francescana. Un cammino per strette stradine di campagna con fossi che cospargono il terreno di fumana in un viaggio quasi fluviale tra itinerari enogastronomici che stimolano i sensi, questa è Modena un viaggio emozionale nel mar del Lambrusco nell’arcipelago delle terre emerse modenesi. Una fertile “Mesopotamia” tra i fiumi Secchia e Panaro alla scoperta di luoghi secolari, anfratti poetici, profumi ancestrali, prodotti della tradizioni che grazie alla passione della gente continuano a vivere evolvendosi fino ai giorni nostri. Modena conosciuta nel mondo per i propri prodotti e personaggi e quando un modenese si trova all’estero e racconta di venire da Modena l’interlocutore mostra un’espressione perplessa ripetendo la parola con l’accento immancabilmente sbagliato e con il punto interrogativo, viene completamente illuminato nominando Ferrari, Pavarotti, l’Aceto Balsamico, il lambrusco... Emblema di Modena sono le trivelle, attrezzi usati per scavare pozzi segno della ricchezza d’acqua nel territorio hanno il curioso aspetto che ricorda cavaturaccioli, curioso anche che in terra di motori la parola pistone significhi anche bottiglia una probabile unità di misura marinara che corrisponde ai due litri, di vino naturalmente, poi abbiamo uno slogan modernissimo risalente alla seconda metà del ‘500 una dicitura in latino che recita: “Avia Pervia” che significa: “Rendiamo facili le cose difficili” l’unica cosa che manca è l’inno anche se pensandoci bene il Maestro Luciano Pavarotti incidendo a New York la canzone ”Ghirlandeina” nell’album “Mamma” accompagnato dalla Corale Rossini ha sicuramente regalato un’opera d’arte geminiana che inorgoglisce la città. Terra dalle infinite definizioni: di motori, della lirica, del beat, dei “rossi” sempre più rosè come la Vitis labrusca Sapiens, la Modena a Tavola che riscopre lo slang municipale, quel punto esclamativo tra la via Emilia e il West come cantava Francesco Guccini. Paride “il Lambruscologo” Rabitti GIORGIO FINI, BIOGRAFIA Giorgio Fini (Modena, 19 giugno 1925 - Roma, 18 dicembre 1995) è stato un imprenditore italiano. Figlio dell’imprenditore modenese Telesforo, Fini fu l’artefice della crescita e della fama dell’azienda di famiglia. Negli anni ’50 capendo le potenzialità di sviluppo della rete autostradale strinse un accordo con Agip per la gestione dei punti di ristoro che nel giro di breve divennero numerosi. Negli anni settanta le attività di Fini occupavano ormai oltre 600 dipendenti, di cui circa 500 impegnati nella produzione degli alimenti (salumi, paste e aceto balsamico), ed in particolare nell’attorcigliatura a mano dei tortellini (si trattava delle cosiddette “sfogline”, nome derivato dalla lavorazione della pasta sfoglia). Lo stabilimento dei Mulini Nuovi divenne una delle principali aziende alimentari italiane. Nonostante questo successo l’attività emotivamente più importante per lui rimase sempre la gestione del ristorante, che mantenne una grande cucina legata alla tradizione e al territorio, arrivando nel 1969 ad ottenere il riconoscimento della guida Michelin con due stelle. Il suo locale resta una tappa importante della riqualificazione della cucina della tradizione e del suo ingresso al ristorante, luogo fino a quel momento riservato alla cucina della tradizione borghese e agli “standard” dei grandi alberghi. Arnaldo Degoli Reggio Emilia “Mi sembra che ogni giorno della mia vita sia iniziato nello stesso modo. Il silenzio delle ampie stanze che comincia a crepitare verso le sei del mattino, l’odore di pasta fresca e fiori al primo piano, l’atmosfera andalusa del portico, con le travi di legno e i ferri per attaccare i cavalli, le cuoche con il vestito bianco e nero, le mie figlie che mi vengono a salutare, la mattina, sorridenti, rifugiandosi tra le mie braccia. L’organizzazione del lavoro, le abitudini che si rincorrono, la colazione tutti assieme attorno al tavolo ovale dell’ingresso. E poi le serate, piene di ospiti, quelli nuovi e quelli affezionati, il violino, le signore in pelliccia che piano piano si lasciano sedurre dal calore della mia musica, della mia voce, e cominciano a ballare. La notte che giunge sempre troppo presto, le voci che piano piano si spengono, il sonno nella grande casa che è cambiata di continuo, in questi settantacinque anni, come fosse uno di noi. Ho fatto tante cose nella vita, ma soprattutto ho amato la musica e mia moglie Lina, senza la quale nulla di ciò che oggi vedo, sarebbe stato. Da qui, da noi, inizia la storia”. “Se guardo le vite che scorrono ancora nel mio ristorante mi sento fiero di aver dato origine, assieme alla Lina, a questa famiglia: l’Anna e la Franca, custodi dei segreti del posto assieme ai rispettivi mariti, Mauro e Romano, anche loro diventati profondamente parte di questa avventura che porta il mio nome. E poi Roberto e la Francesca, i loro figli, ai quali è stato tramandato lo stesso segreto. Roberto, figlio di Anna e Mauro, si occupa dei vini e osserva, con espressione laconica, tutto quello che succede in sala. É riservato, Roberto, avvinto da quel mondo interiore che io intuisco e che pochi, forse, sanno cogliere. E poi Francesca, figlia della Franca, con lo sguardo fiero e risoluto che è parte del nostro sangue, i capelli neri e folti delle donne emiliane, il carattere capace di conciliare gli umori altrui, di mediare, di accogliere. É lei che, oggi, riceve gli ospiti, nello stesso angolo del bancone del bar dove ho visto prima la Lina, poi l’Anna e la Franca. «Se volete accomodarvi…», «Prego, le giacche potete lasciarle di lì», «Ecco il vostro tavolo, buona serata». Mi rendo conto che ogni vita ha i suoi riti. E noi abbiamo i riti di famiglia”. “Una sera, erano giusto giusto cinquant’anni fa, venne qui a cena un ragazzone dalla faccia aperta, gioviale e i modi risoluti e “guasconi” di chi è nato in queste terre. Era il 29 aprile del 1961. Luciano, modenese, era pieno di vita, voglia di conoscere e scoprire. Mi attirò immediatamente per il carisma e l’energia che da lui emanava, ma anche per il grande petto, il vocione profondo e i modi d’altri tempi. Scoprii subito che avevamo qualcosa che ci univa: la passione per la musica. Mi raccontò che la sera stessa debuttava al Teatro Valli di Reggio Emilia ed era, com’è giusto, un po’ teso per la grande prova che si accingeva a sostenere. Questo non gli impedì di dilungarsi in chiacchiere perché, come ogni uomo con una grande passione, non poteva esimersi dal raccontarla. Del resto aveva trovato un buon orecchio… Se ne andò presto, alla volta del suo debutto. Io, per incoraggiarlo e portargli fortuna, gli offrii il pasto; non ho mai saputo resistere ai giovani pieni di trasporto e gioia di vivere. Venni a sapere che la sua Boheme andò più che bene e che quel ragazzo, si chiamava Pavarotti, ha fatto tanta strada…”. Estratti dal libro “Arnaldo: una storia di famiglia” La Clinica gastronomica Arnaldo prima di essere un ristorante, una stella Michelin, un albergo… è una famiglia. Dal 1936 è infatti la stessa famiglia Degoli che gestisce il locale, prima con Arnaldo e Lina, i fondatori, poi con le figlie Anna e Franca e infine coi nipoti Roberto e Francesca. Per questo, per il settantacinquesimo compleanno dell’attività è uscito il libro Arnaldo, che racconta la storia della famiglia Degoli: un affresco che racconta i cambiamenti nel paesino di Rubiera, l’evolversi della locanda, le centinaia di personaggi che hanno vissuto parte della loro vita tra le mura del locale. Ognuno lascia un ricordo, un motto, un vezzo, una caratteristica… tutti assieme narrano una favola corale, un racconto di provincia che affonda in quasi ottant’anni di storia locale. Ci sono tanti personaggi e tanti volti in questa storia che è la storia di tante famiglie della provincia reggiana. Su tutti spicca però Arnaldo, una eccentrico sognatore, musicista e oste, uno ‘zingaro’, come spesso amava definirsi. “Ho fatto tante cose nella vita, ma soprattutto ho amato la musica e mia moglie Lina, senza la quale nulla di ciò che oggi vedo, sarebbe stato. Da qui, da noi, inizia la storia”. Inizia così il libro, ed è lo stesso Arnaldo, scomparso nel 1982, a narrarla. Il prezioso volume, scritto dalla giornalista Agnese Spinelli, raccoglie, assieme al testo, una selezione di fotografie d’epoca, riguardanti la famiglia, il paese di Rubiera ed alcuni personaggi “famosi” che hanno frequentato il locale nei settantacinque anni di storia, da Luciano Pavarotti a Enzo Ferrari. Il volume si completa con alcune delle ricette che hanno reso celebre il ristorante (il più longevo d’Italia per presenza sulla guida Michelin): la spugnolata, i bolliti e le pere con lo zabaione. Il libro è in vendita presso la Clinica Gastronomica Arnaldo, in piazza XXIV maggio 3 a Rubiera oppure online: http://www. clinicagastronomica.net/products-page/libro-anniversarioclinica-gastronomica-arnaldo-2/ Agnese Spinelli RITRATTO DEL TERRITORIO Di Reggio Emilia colpiscono i colori. Il bianco del latte appena munto, il rosso del lambrusco, rubino e spumeggiante, il verde della pianura Padana, o meglio della “Bassa” padana, che tanto ha ispirato il Mondo piccolo di Guareschi. Il cuore dell’Emilia batte così, attraverso i colori. Quelli che contraddistinguono le eccellenze alimentari del suo territorio, dal Parmigiano Reggiano al lambrusco, all’aceto balsamico, quelli che hanno fatto la storia d’Italia, con il primo Tricolore nato a Reggio quel lontano 7 gennaio 1797, quelli che trovi ancora nelle vecchie case dei contadini, con la loro mentalità schietta, genuina, leale e, soprattutto, semplice. Gli antichi valori della famiglia contadina di un tempo li respiri ancora. Se è vero che sono scomparse le dimore patriarcali dove coabitavano anche tre o quattro generazioni, nel tempo si è radicato e definito uno spirito di collaborazione, solidarietà e presenza per l’altro che prepotentemente emerge nei momenti di crisi o di emergenza. Non a caso quello reggiano fu il terreno giusto per la maturazione di quello spirito cooperativo che Camillo Prampolini dipinse così: «Fate che nella cooperativa il lavoratore trovi la propria integrazione morale». Così, guardando indietro e proiettando quel passato nel mondo di oggi, vedi come il rosso, il bianco e il verde dell’agricoltura, della buona cucina, del Tricolore, dei valori morali, dei buoni sentimenti, dei nuovi inizi, delle speranze per il futuro improvvisamente perdono i propri contorni e si fondono in un tutt’uno. Il loro raccoglitore è un territorio vasto, aperto, multiforme, dove convivono pianura, collina, montagna, il passaggio del Grande fiume e qualche piccolo specchio d’acqua. Ma, soprattutto, è un territorio a cui tutto torna, a cui tutto viene riferito. Perché il legame col territorio è anche una certezza. I suoi valori ricordano costantemente a chi abita questi luoghi quali sono le proprie radici. I suoi colori rappresentano ancora la speranza: quella del contadino che aspetta cinque anni per veder fruttare la propria vigna, del casaro che cura ogni forma di formaggio nei magazzini di stagionatura, dell’orizzonte indefinito che la nebbia umida della “Bassa” tutto circonda, tutto sospende. Alessandra Ferretti ARNALDO DEGOLI , BIOGRAFIA Arnaldo Degoli nacque nell’ottobre 1907, ottavo figlio di una famiglia contadina di umili origini, come la maggior parte degli abitanti di Rubiera, una piccola stazione di posta che mai seppe decidersi se essere Modenese o Reggiana. Musicista prima che oste si dedicò con la stessa passione alla cucina e al suo violino, col quale era solito intrattenere gli ospiti della Clinica gastronomica fino a tarda notte. Istrionico, testardo e profondo Arnaldo aprì il locale che porta il suo nome nel 1936, subito dopo aver sposato “la Lina” di cui, pare, si fosse innamorato a prima vista. Nata come osteria per birocciai, negli anni ’50 inizia a proporre un menù e un servizio di alto livello, attirando l’attenzione di clienti e critici gastronomici. E’ Arnaldo che si occupa di definire il menù, profondamente emiliano quanto rivoluzionario ai tempi, e reinventa il servizio al tavolo con i celebri “carrelli” diventati oramai il simbolo del locale. Sua l’intuizione che la cucina emiliana “popolare” reggiana potesse ambire a uscire dalle cucine di casa e diventare quella che oggi è riconosciuta come una delle migliori del mondo. Da sempre stellato - è il ristorante più longevo della guida Michelin - deve il nome Clinica gastronomica al fatto che fosse spesso frequentato dai medici del Policlinico di Modena che, in un’epoca in cui non esistevano nè cellulari nè cercapersone - davano la reperibilità al numero del locale. Arnaldo era solito scherzare con loro dicendo che la genuinità della sua cucina e l’accoglienza dello staff fossero curative per l’animo e lo stomaco: un concetto di cibo salutare molto avanguardistico per i tempi. Grande appassionato di pesca elaborò la ricetta della spugnolata, piatto tipico del locale, dopo una giornata poco fruttuosa: non avendo pescato neppure un pesce si mise a raccogliere le spugnole, un fungo primaverile che cresceva lungo le rive nei fossi e, tornato a casa cucinò una sorta di lasagna a base di funghi. Tuttora la spugnolata rimane il piatto più famoso della Clinica gastronomica Arnaldo. Mirella e Peppino Cantarelli Parma 1965: la scoperta della Trattoria Cantarelli Esterno giorno, piove. Un fabbro sta martellando sull’incudine un pezzo di ferro. Mario Soldati, basco, mantella e un grande ombrello per ripararsi dalla pioggia dice: “Siamo a Samboseto, non San Bosseto, tutto attaccato, Samboseto, una frazione del comune di Busseto…” Inizia così la puntata di Viaggio nella Valle del Po dedicata alla Trattoria Cantarelli, è il 1957 e Soldati racconta in televisione la storia di questa trattoria da favola, persa com’è nella Pianura Padana, fuori dalle grandi vie di comunicazione eppure già un mito. La Trattoria Cantarelli l’aveva scoperta Pietro Bianchi, critico cinematografico del Giorno, che ne aveva parlato sulla Gazzetta di Parma e Soldati era rimasto folgorato da questo racconto e aveva incluso la Trattoria Cantarelli in una delle puntate della sua trasmissione televisiva Viaggio nella Valle del Po che narrava un’Italia del cibo e del vino tutta da scoprire e allora sconosciuta agli italiani. Era il 1957, la guerra era finita da poco e l’Italia era ancora a metà strada tra il paese agricolo e la nazione in via di sviluppo. Facciamo un salto temporale di otto anni, fino all’autunno del 1965. Era un’altra Italia quella di 45 anni fa, per molti di voi un’Italia sconosciuta che si può scoprire solo leggendo libri di storia contemporanea. Il Presidente della Repubblica nel 1965 è Giuseppe Saragat, il Presidente del Consiglio è Aldo Moro e il suo vice è Pietro Nenni. I socialisti sono al governo e la destra, politica e militare, è nervosa, socialisti e comunisti crescono alle elezioni e da qualche parte, in Italia e all’estero, si stanno mettendo le basi per la strategia della tensione la cui data di nascita ufficiale coinciderà con le bombre alla Banca Nazionale dell’Agricoltura di Milano, il 12 dicembre 1969. L’università nel 1965 è in fermento ma ancora si procede secondo le vecchie regole, i vecchi baroni universitari sono ancora lì, ancora regge il sistema di sempre. Nell’autunno del 1965 il sindaco di Bologna era Giuseppe Dozza. Lo era da circa vent’anni, il sindaco della ricostruzione era chiamato, perché aveva retto il comune negli anni dell’immediato dopoguerra portando la città ad avere servizi come asili nido, scuole, ospedali, trasporti pubblici, nettezza urbana, acqua e gas tra i più avanzati non solo in Italia ma rispetto alla media europea. A Bologna si viveva bene e io, studente universitario, alternavo allo studio i viaggi gastronomici. Non immaginate chissà che, allora non c’erano riviste gastronomiche, non c’era Internet, erano tutte cose che neppure la fantascienza raccontava, allora ci si muoveva sulla base del passaparola. Eravamo un gruppo di amici e giravamo sui colli di Bologna e nei paesi della cintura alla ricerca di buone trattorie, di tagliatelle e lasagne da tramandare, alla ricerca dei migliori tortellini in brodo. Giravamo a bordo della mia 500. E così a bordo della mia 500 blu quel giorno di autunno del 1965 mi stavo dirigendo a Samboseto, a circa 120 chilometri da Bologna. Facevo quel viaggio per capire se il racconto che un amico mi aveva sussurrato come si fa con i segreti: ”… Guarda, ti assicuro che è un posto magico, la favola che ci diciamo sempre di una trattoria come non se ne sono mai viste…”. Si sarebbe rivelato una realtà oppure, ancora una volta, una esagerazione come avveniva spesso tra noi appassionati, un po’ come capita ai pescatori e ai cacciatori per le prede catturate, che nei loro racconti diventano carpe gigantesche e fagiani mitologici. Per noi gourmet i racconti erano sempre affollati da trattorie ricche di cornucopie colme di ogni ben di Dio. C’era allora la voglia di scoprire il sacro Graal gastronomico, la trattoria dei sogni perché, passata la grande fame del dopoguerra e in pieno boom economico, si voleva scoprire cosa c’era fuori dalle città dove abitavamo e i racconti che si facevano di questa trattoria emiliana dalle parti di Parma inducevano al viaggio. Eravamo in tre quel giorno a bordo della mia vettura blu e chi conosce la Fiat 500 sa che non è un bel viaggiare, almeno per il passeggero che sta dietro, ma noi eravamo giovani, curiosi e poi avevamo una meta da sogno. Chi non ha mai viaggiato a bordo di una 500 deve immaginare di essere dentro una scatola di metallo che procede a 90 chilometri l’ora in autostrada, vibra tutta e ha un rumore come l’essere dentro a un frullatore che gira alla massima velocità. Ma allora questo era il meglio che il mercato offriva in fatto di utilitarie a un ragazzo di belle speranze e pochi soldi come me e così viaggiavamo parlando a voce alta per superare il rumore del motore e, superata Parma e in vista del casello di Fidenza, eravamo tutti e tre molto eccitati al pensiero di scoprire qualcosa che nessuno dei nostri amici conosceva, un indirizzo segreto, la trattoria che tutti sognano, figurarsi se un po’ di rumore e qualche vibrazione potevano attirare la nostra attenzione o disturbarci. La strada, subito dopo l’uscita di Fidenza, superata la periferia, corre quasi subito nella campagna. Ci sono pochi cartelli, il ricordo dell’indicazione che ci avevano dato era decisivo: ”a un certo punto prendete la strada a sinistra dove c’è il cartello che indica…” e così in venti minuti eravamo davanti a una casa, all’ingresso del paese di Samboseto, con l’insegna di un negozio di alimentari in bella vista, come ricordavamo dalle mille spiegazioni meticolose. Sono entrato per primo io, il campanello che scattava all’apertura della porta ha tintinnato, dlin dlin, e ho subito capito di essere entrato in un negozio di alimentari e generi vari come ce n’erano molti nei paesi e nelle piccole città di provincia ma anche in un negozio, non so perché, diverso, fin dall’odore. Forse erano quelle bottiglie con l’etichette scritte in francese Chateau Lafite-Rothschild… Chateau Ausone messe accanto al sapone di Marsiglia, forse erano quelle bottiglie dietro al banco che avevano nomi sconosciuti a noi universitari di belle speranze. Si leggevano delle marche ignote su etichette misteriose tipo Lagavulin… Ardberg o forse ci colpivano quelle palle ovoidali di insaccato dentro una legatura di spago, appese a una parete laterale che non erano prosciutti ma, a vederne una aperta, col maiale avevano sicuramente a che fare. E poi c’era lui dietro al banco. Capelli a spazzola cortissimi, sguardo ironico, una erre molto pronunciata. “Giovani, cosa vi posso offrire?” è stata la sua accoglienza, mentre ci scrutava bonario e curioso. “Noi vorremmo pranzare – dico io – ma forse è presto”. “Non è mai presto se il mangiare è buono – dice lui – e poi sono le 12 e in campagna da noi si mangia a quest’ora” e si avvia verso una porta a vetri accanto al banco ed entriamo nella trattoria Cantarelli di Samboseto e da quel momento la mia vita gastronomica è cambiata. Trattoria lo era certamente, non c’erano dubbi, ma l’insieme aveva come un che di sospeso, di indefinito che ci faceva sentire in un luogo diverso, unico, senza capirne il perché. Poi lui è tornato al tavolo e ha preso in mano la situazione. Lui era Peppino Cantarelli, in cucina c’era la moglie Mirella e insieme formavano la formidabile coppia che gestiva la Trattoria Cantarelli di Samboseto, allora, senza alcun dubbio, la più buona tavola d’Italia. “Allora cosa diamo da bere a questi ragazzi” ha detto, guardandoci sorridente e arrotando quella sua erre intrigante, e noi lo abbiamo guardato indifesi e imbarazzati, cosa mai avremmo potuto chiedere noi a lui senza fare la figura dei polli. Tanto valeva giocare a carte scoperte. “Cominciamo con un millesimato” ha detto lui e alla nostra faccia perplessa ha continuato “ma allora, ragazzi miei, se non mi sapete cosa è un millesimato dobbiamo iniziare dalle basi”. Ed è iniziato il viaggio nell’universo parallelo della cucina e cantina della Trattoria Cantarelli di Samboseto, un viaggio che si è arrestato solo quando, nel 1982, Peppino e Mirella hanno chiuso bottega perché stanchi e senza eredi, ché i figli il mestiere del trattore non lo volevano proprio fare. Stefano Bonilli (22 novembre 2011) RITRATTO DEL TERRITORIO Parma o la sintesi del bello. Crocevia d’arte tra musica, architettura, scultura, pittura, teatro, gastronomia, l’eleganza che impregna questa città affonda le radici in un tempo molto lontano, all’epoca del ducato dei Farnese, dei Borbone e di Maria Luigia d’Austria, seconda moglie di Napoleone Bonaparte. Parma ducale è rimasta una sorta di piccola capitale, che però non si esaurisce nella sua storia. Il ponte ideale che domina il territorio tra passato e futuro è testimoniato da uno slancio vitale sempre acceso. Il suo essere territorio d’innovazione, ad esempio, con industrie che hanno avuto momenti di grande prosperità, quella casearia, della conserva di pomodoro, dei salumi, con il prosciutto crudo in testa a tutti, e che ancora oggi innovano, pur restando nella tradizione. E non dimentichiamo il respiro cosmopolita, rinnovato quotidianamente dal lavoro dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare e dai numeri dell’esportazione dei prodotti made in Parma che raggiungono ormai tanti angoli di mondo. Tutto questo, condito dal fascino dell’antico, un abito mai sgualcito indossato dai castelli dislocati sulle colline del parmense, da Torrechiara a Compiano, alla rocca di Fontanellato, alla fortezza dei Bardi. E così, tra una musica di Verdi, un affresco del Correggio e uno del Parmigianino, un parco ducale che regala ossigeno al cuore della città, un teatro Regio nel cui loggione ancora siedono le voci più critiche che ancora oggi incutono grande timore agli artisti, il bello si estrinseca, si diffonde, anima l’atmosfera, la città, la sua gente. Gente che lavora, si appassiona, si ispira al passato e crede nel futuro. Una terra che già di per sé ha impressa l’impronta dello stare bene e del far stare bene. Che rinfranca lo spirito, avvolgendolo con l’acqua curativa delle sue terme, conquista il palato, rendendo arrendevole anche il degustatore più esigente, profuma i giardini d’antico con la Violetta dorosa tanto amata da Maria Luigia. Ecco Parma, la sintesi del bello. Riadattando una frase di Stendhal nella sua “Certosa di Parma”, verrebbe da pensare che tutto questo bello permette di cogliere sfumature invisibili anche a un occhio indifferente per trarne poi conseguenze infinite. Alessandra Ferretti MIRELLA E PEPPINO CANTARELLI, BIOGRAFIA Aperta nel 1953, a Samboseto, una frazione di Busseto nella Bassa Parmense, la Trattoria Cantarelli è ancora oggi un mito ineguagliabile. Ai nostri giorni resta ancora l’unico locale dei Parma e provincia ad aver ottenuto due stelle Michelin e ad averle conservate sino alla chiusura avvenuta il 31 dicembre 1982. Anche le sue due anime, Peppino e Mirella Cantarelli, sono entrate nella leggenda al pari del ristorante, un tempio gourmet nascosto dietro le sembianze di un’osteria di paese, con tanto di annessa tabaccheria e drogheria. Incredibile selezionatore di prodotti e materie prime Peppino Cantarelli disponeva delle migliori espressioni norcine del territorio, Prosciutto di Parma, Coppa Piacentina e Culatello di Zibello, già proponeva il Parmigiano Reggiano in diverse stagionature. Quanto a vino e distillati, la carta della Trattoria Cantarelli era una delle più belle se non la migliore d’Italia. Lì si sapeva già cosa fosse una bottiglia di Romanée-Conti. Attento ai minimi particolari e dotato di un palato raffinato tanto da procurargli il soprannome di “chimico”, era Peppino in persona a decretare se i piatti, di volta in volta cucinati dall’abile e riservata Mirella, erano all’altezza. Piatti memorabili, ancora oggi vagheggiati con nostalgia da clienti e gourmet, come il savarin di riso con funghi, pomodori, formaggio e lingua salmistrata; i tortelli d’erbetta; la fesa di vitello con la salsa ai funghi; il semifreddo croccante composto di gelato di crema con noci, mandorle, amaretti e rhum. Errica Tamani Georges Cogny Piacenza È arrivato dalla Francia in Italia, a Farini, in un piccolo paese della Val Nure, per amore della cucina certo, ma soprattutto di una donna, Lucia Cavanna emigrata a sua volta a Parigi da un borgo della Val Lardana. È arrivato con il suo bagaglio culturale gastronomico appreso con i suoi studi nella capitale francese e un’esperienza ventennale nei migliori ristoranti parigini. E grazie al suo estro prodigioso lo ha mirabilmente fuso con le eccellenti materie prime del territorio di cui diventa un grande conoscitore e strenuo difensore. A poco a poco a suon di pisaréi e fasó e piatti di memoria francese traccia la sua strada: una cucina capace di trasformare prodotti poveri in piatti straordinari, aprendo un nuovo filone culinario “la nouvelle cousine piacentina”. Sotto le sue mani le ricette piacentine sono state ingentilite e nobilitate senza tradire le radici del territorio e delle materie prime, in particolare della Val Nure (patata di Mareto, funghi, tartufi). Cogny ha cambiato il punto di vista estetico della cucina tradizionale fino ad allora concentrata solo sul buono. Grazie a lui bello e buono si unirono anticipando quello che poi sarebbe diventato il leit motiv della cucina stellata locale. La critica enogastronomica più accreditata se ne accorge e negli anni Ottanta arriva la prima stella Michelin per l’Osteria, seguita da una seconda stella nell’86 quando però aveva già lasciato i fornelli cittadini per tornare alla Cantoniera. Non da meno il tributo da parte della guida dell’Espresso. Tra i clienti più affezionati di Georges c’era Federico Umberto D’Amato, capo degli uffici Affari riservati del ministero dell’Interno negli anni più travagliati dei servizi segreti italiani, e grande gourmet. Fu lui a creare la guida ai ristoranti dell’Espresso. Appoggiò molto il lavoro di Georges tanto che, quando era già tornato alla Cantoniera e per un anno rimase chiuso per problemi di salute, sulla guida fu lasciato lo spazio vuoto in attesa della riapertura. Una creatività senza pari era il motore della sua continua ricerca. “Era uno dei più grandi conoscitori delle materie prime a livello mondiale, una vera enciclopedia vivente, capace di trarre il meglio da qualsiasi prodotto umile o di rango che fosse - così lo ricorda Filippo Chiappini Dattilo dell’Osteria del Teatro, debitore a Cogny per avergli fatto scattare il grande amore per la cucina - Come un grande sperimentatore, un creativo vero lo stesso piatto preparato in diverse occasioni non era mai uguale a se stesso, cambiavano le sfumature, i particolari. Non trascriveva mai le sue ricette, tutto era nella sua memoria, tutto era pronto per essere messo di nuovo in discussione e arrivare ad altro”. Sia nella quiete della Cantoniera in Val Nure, sia nelle blasonate mura dell’Osteria del Teatro in città, l’ingrediente principale era il silenzio. Cogny lavorava in silenzio, concentrato nell’alchimia della creazione, complice anche un carattere un po’ burbero. “Era un uomo che preferiva alle parole i fatti. Ricordo i silenzi, silenzi fatti di attenzione, erano il suo modo per stimolarti a fare sempre il meglio e a non fermarti mai” sono le parole di un’altra sua allieva Isa Mazzocchi del ristorante stellato La Palta di Bilegno. E in quanto a originalità caratteriale di Cogny dice la sua anche Massimo Bottura dell’Osteria Francescana di Modena: “Quando portai a cena da lui quella che poi sarebbe diventata mia moglie mi raccomandai con Georges di non proporre carne, lei era vegetariana. Certo, mi rispose. Fino agli antipasti mantenne la promessa, ma come portata principale ci portò il rognone. A fine cena arrivò al nostro tavolo chiedendoci se ci era piaciuto. Era fatto così, bizzarro ma geniale”. Affamato di sapere e sempre alla ricerca di novità, anche quando la malattia lo costrinse a non essere più operativo non lasciò i fornelli, continuando a studiare e sperimentare nuovi piatti e tecniche di cottura con l’aiuto dei suoi chefcommis, suoi amici prima di tutto. Ha rivoluzionato la cucina, ha convertito il palato dei piacentini così restii alle novità, ha creato piatti che non sentono il peso del tempo: un esempio per tutti il “tortino di cipolle creato negli anni Ottanta e ancora così nuovo, come ricorda Carla Aradelli del ristorante Riva di Ponte dell’Olio. Anche lei, come tanti altri chef piacentini, debitrice a Georges in cucina e nella vita. Roberta Suzzani, Monica Nastrucci RITRATTO DEL TERRITORIO “Vüla bass e schivä i sass” Il basso profilo dei piacentini è proverbiale. Città ricca, Piacenza, d’una ricchezza non ostentata, al contrario riservata e sussurrata a denti stretti. Piacenza delle caserme e delle (cento) chiese. Anzi, la città delle tre C dove l’altra “C”, a seconda dei casi, sta per “conventi” o “casini”, a scelta. Città più lombarda che emiliana, quasi una non-Emilia dentro l’Emilia distante pochi metri dalla sponda lombarda del Po. Meno schizofrenica di Milano, meno effervescente di Parma (storica “cugina” del Ducato), al punto da custodire gelosamente e quasi nascondere nelle nebbie le proprie, numerose, bellezze persino a sé stessi, ma anche i propri ancestrali tormenti tradotti nei film di Marco Bellocchio (nato a Bobbio nel profondo appennino che già guarda alla Liguria e regala paesaggi mozzafiato). Antica colonia romana e storico luogo di passaggio (ci passava la Via Francigena), di confini e crocevia che ne hanno determinato le sorti politico-militari e il recente sviluppo della logistica. Sospettosi e un po’ diffidenti, i piacentini, forse proprio perché in tanti qui sono passati con mire di conquista. E forse proprio per questo, col tempo, ma solo col tempo, Piacenza ha lentamente imparato ad amare un marziano come Georges Cogny, che da Parigi ha scelto per amore di “atterrare” in un eremo nell’alta e selvaggia Val Nure (una delle quattro valli principali disposte a pettine da ovest e est). Scovato e portato nel sonnacchioso centro di Piacenza, poi tornato in Val Nure, ha costretto la cultura locale a confrontarsi col resto del mondo, a vedere con occhi totalmente nuovi le materie prime del territorio (di bosco, fiume e pianura) che i piacentini pensavano di conoscere a memoria. Una storia irripetibile che ha dato la scossa alla comunità locale, riverberandosi in ben più ampi territori. Vittorio Barbieri GEORGES COGNY, BIOGRAFIA Georges Cogny originario di Versailles lavorò per 20 anni per i migliori ristoranti di Parigi dopo aver frequentato la scuola alberghiera della capitale francese. Sotto la Tour Eiffel si innamorò di Lucia Cavanna emigrata a Parigi nel 1848 da un piccolo borgo della Val Lardana, chiamato Coletta. Nel 1965, dopo il matrimonio, Lucia e Georges incoronano il sogno di aprire un ristorante in Val Nure. Quando ritirano l’antica osteria Cantoniera lungo la strada provinciale 654 lo che francese diventa piacentino. La prima cucina è semplice e dedicata agli operai e camionisti della zona, ma già in quei piatti fa capolino l’estro di Georges che fra pisaréi e fasó e cotolette alla milanese cucina qualche specialità francese. Tra le sue valli lo scovarono Giacomo Cortesi e l’avvocato Salvatore Dattilo, raffinati gourmet che ne diventarono e stimatori e amici. Nel 1976 lascia i monti della Val Nure per aprire insieme a Casella Medardo e Franco Ilari il ristorante emblema di Piacenza, l’Antica Osteria del Teatro, la stella più antica di città e provincia, il motore della rivoluzione culinaria piacentina. Dieci anni dopo Georges abbandona la città per ritornare alla sua Cantoniera. Da quel momento in poi nulla fu più come prima: il mondo enogastronomico si accorge della Cantoniera e piovono riconoscimenti e recensioni dei più grandi critici entrando nelle più importanti guide come la Michelin e l’Espresso. Accanto al lavoro in cucina Georges è un grande e generoso insegnante che ha regalato alla cucina piacentina i suoi più grandi nomi: Filippo Chiappini Dattilo, Isa Mazzocchi, Carla Aradelli, Daniele Repetti ed Ettore Ferri, senza dimenticare Massimo Bottura. Nel 2000 una grave malattia lo costringe a lasciare la sua professione, senza però farlo smettere di sperimentare e studiare. Nella primavera del 2006 all’età di 74 anni si spegne perdendo la sua battaglia contro la malattia ma restando innamorato della cucina. I suoi allievi lo ricordano ogni con una cena sulle rive del Nure a Farini. Roberta Suzzani, Monica Nastrucci Un ambiente perfetto per la conservazione dei vini via Enrico Mattei 84/11 40138 Bologna [email protected] Comunicare valori con competenza e passione www.bsdspa.it Cantine ROMAGNA Ancarani Via S. Biagio Antico, 14 48018 Faenza (Ra) Tel. 335 5720690 www.viniancarani.it [email protected] Responsabile/i Claudio Ancarani Vitigni presenti in azienda Sangiovese, Albana, Centesimino, Famoso, Trebbiano Vino 1 Romagna Albana Secco DOCG Santa Lusa 2012 Vino 2 Vino 3 Ravenna Famoso IGT Signore 2013 Ravenna Centesimino IGT Centesimino 2012 Vino 4 Romagna Sangiovese Oriolo DOC Sangiovese Oriolo 2012 NOTE 72 COLLI DI PARMA Ariola Vigne e Vini s.r.l. Strada della Buca, 5/A Calicella di Pilastro (PR) Tel. 0521 637678 www.viniariola.it [email protected] Responsabile/i Marcello Ceci, Andrea Cernuschi Anno di fondazione 1956 Enologo Stefano Zappellini Ettari vitati 70 Produzione annua 1.300.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Malvasia, Sauvignon, Lambrusco, Bonarda, Fortana Marcello Lambrusco Gran Cru: miglior spumante assoluto nell’ “Annuario dei Migliori Vini Italiani 2014” di Luca Maroni, vincitore della “Medaille d’Or Bruxelles 2013”, “Gold Medal” a London International Wine Challange 2011, numerose “Gran Medaglia d’Oro” a Vinitaly. Vino 1 Lambrusco Marcello Gran Cru 2013 Vino 2 L’intrigo Rose’ 2013 Vino 3 Lunico affinato in botti di rovere 2010 Vino 4 Metodus spumante metodo classico, sboccatura 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 73 ROMAGNA Balia di Zola Via Casale, 11 47015 Modigliana (FC) Tel. 348 7939370 (Veruska) 348 7766171 (Claudio) www.baliadizola.com [email protected] Responsabile/i Veruska Eluci e Claudio Fiore Anno di fondazione 2004 Enologo Claudio Fiore Ettari vitati 5 Produzione annua 30.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Sangiovese 95%, Chardonnay 5% Siamo nel Comune di Modigliana, nelle colline romagnole, una superficie di 15 ettari mista tra olivi e vigneti, bosco e ginestra, disposti ad anfiteatro intorno ad un vecchio casolare che ha origini molto antiche. La storia racconta l’esistenza di questa Balìa, già nel 1700 come importante realtà agricola da essere residenza del Balitore, una persona nominata dalle autorità come funzionario responsabile della gestione e dell’amministrazione di diversi poderi.Il nostro arrivo in Romagna come famiglia risale al 1999 e il progetto Balìa di Zola ha come obiettivo la valorizzazione del Sangiovese della Romagna. Il lavoro a Balìa di Zola che si svolge prima di tutto nel vigneto è frutto della conoscenza e della competenza acquisita e della convinzione che ci sia in questo territorio tutto quello che serve per fare grandi vini. Il lavoro a Balìa di Zola è prima di tutto nella vigna. E’ la terra del Sangiovese e noi portiamo avanti questa tradizione che qui non è sicuramente casuale. Il nostro lavoro è iniziato su 2 ettari di vigneto – recuperati e impostati secondo il nostro modo di operare – di circa quarant’anni. La superficie a vigneto in produzione è di 5 ettari circa e il microclima in questo anfiteatro è sicuramente favorevole per la coltivazione della vite; l’esposizione a sud – sud ovest e la presenza di un suolo a tessitura equilibrata con scheletro marnoso-arenaceo e moderatamente ben dotato in calcare contribuiscono in maniera importante a determinare il carattere di questi vini: eleganti, con grande struttura e intensità. Particolare attenzione, nella realizzazione della nuova Cantina è stata data al controllo delle temperature in tutte le fasi di lavorazione. Non ultimo, in fase di affinamento, in barriques e in bottiglia, per favorire nel miglior modo la maturazione e la conservazione dei nostri vini che hanno tutte le caratteristiche per durare a lungo nel tempo. Vino 1: Vino 2: Vino 3: Romagna Doc Sangiovese Superiore Balitore 2013 Romagna DOC Sangiovese Modigliana Riserva Redinoce 2011 IGT di Ravenna Chardonnay Isola 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 74 ROMAGNA Az. Agr. Ballardini Riccardo Via Firenze, 127 47121 Forlì Zona di produzione Via Pideura, 50 - Brisighella (RA) Tel. 0543 700925 - 0543 700579 Fax 0543 708655 www.ballardinivini.it [email protected] Responsabile/i Giorgio Ossani Anno di fondazione 1980 Ettari vitati 30 Produzione annua 100.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon, Albana, Trebbiano, Malvasia, Pignoletto, Moscato Vino 1: Colli di Faenza Sangiovese Pideura 2011 Vino 2: Romagna Sangiovese DOP Superiore Riserva Torricello 2011 Vino 3: Romagna Albana Secco 2013 Vino 4: Il Mio Bianco Pignoletto Sauvignon Bianco I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 75 EMILIA Bg Villa Bisini Gambetti Via Gherbella, 294/B 41126 Modena Tel. 059 3574.35 335.6196765 (Stefano Bisini) www.bg-aceto.it [email protected] Responsabile/i Emma Gambetti Bisini , Stefano Bisini Anno di fondazione 1997 Aceto 1: Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP Extravecchio 1988 Aceto 2: Aceto Balsamico di Modena IGP Invecchiato L’Acetaia di Nonno Guido 2002 Composta di frutta all’Aceto Balsamico di Modena 3: Fragolaceto Composta di frutta all’Aceto Balsamico di Modena 4: Peperoneaceto I prodotti proposti in degustazione sono in vendita NOTE 76 EMILIA Boni Luigi Via San Rocco, 1195 41028 Pazzano di Serramazzoni (MO) Tel. 0536 952338 - 348 5501488 [email protected] www.boniluigisrl.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Luigi Boni 1993 Franco Calini 4,72 30.000 bottiglie Malbo Gentile, Lambrusco Grasparossa, Uva Tusca, Cabernet S., Merlot, Chardonnay, Pinot Nero, Pinot Bianco Dalla vendemmia 2013 produciamo vino biologico. Vino 1: Vino 2: Vino 3: Vino 4: Apice Rosso 2010 Tisbrino Bianco col fondo 2009 Belmount 2010 La Pinona 2008 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 77 ROMAGNA Soc. Agr. Bulzaga s.s. Via Firenze, 479 48018 Faenza (RA) Zona di produzione: Via Pideura, 19 - Brisighella (RA) Tel. 0546 43174 - 335 1375120 (Alessandro) www.cantinabulzaga.com [email protected] Responsabile/i Alessandro Bulzaga Anno di fondazione 2009 Enologo Sergio Ragazzini Ettari vitati 6 Produzione annua 23.000 bottiglie L’azienda nata nel 2009 oltre ai vitigni tradizionali (sangiovese, trebbiano, albana) coltiva e promuove anche vitigni autoctoni (famoso, centesimino, uva longanesi ) e vitigni alternativi (alicante, malbo gentile, malvasia, ciliegiolo, pinot bianco). Vino 1: Spillone Ravenna Alicante IGP 2012 Vino 2: Doronico Ravenna Famoso IGP 2013 Vino 3: Stramonio Romagna Sangiovese DOP 2011 Vino 4: Botrichio Ravenna Ciliegiolo IGP 2012 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 78 ROMAGNA CAB Terra di Brisighella Via Strada, 2 48013 - Brisighella (RA) Tel. 0546 81103 www.brisighello.net [email protected] [email protected] Responsabile /i Presidente Sergio Spada Anno di fondazione 1962 Enologo Franco Calini Ettari vitati 1.000 Produzione annua 50/60.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Tutti i vitigni territoriali Vino 1 Prima vino spumante bianco, Sboccatura 2014 Vino 2 Torre Romagna DOC Sangiovese 2013 Produzione annua olio di oliva 120 ettolitri Cultivar presenti in azienda Nostrana di Brisighella, Ghiacciola, Orfana Olio 1 Brisighella DOP Brisighello Olio 2 Nobildrupa NOTE 79 ROMAGNA Ca’ di Sopra Via Feligara, 15 48013 Marzeno (RA) Tel. 328 4927073 www.cadisopra.com [email protected] Responsabile /i Giacomo e Camillo Montanari Anno di fondazione 2006 Enologo Giacomo Montanari Ettari vitati 28 Produzione annua 22.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon, Albana, Chardonnay, Trebbiano Fondata nel 1967, l’ azienda ha sempre avuto una forte connotazione viticola, dove la natura prevalentemente calcarea e argillosa dei terreni e l’ideale esposizione dei vigneti garantiscono da sempre uve di antico e assoluto valore. I vigneti , estesi su di una superficie di 28 ettari, sono dedicati prevalentemente al vitigno Sangiovese, che in questo territorio trova una naturale e personale espressione. Da oltre 40 anni la famiglia Montanari, proprietaria dell’azienda, si dedica con passione alla coltivazione della vite. Ma solo nel 2006 decide di tradurre il grande potenziale enologico di queste terre in vino. Oggi, dai migliori vigneti di Ca’ di Sopra si ottiene una piccola produzione, di grande qualità, vinificata nella piccola cantina della tenuta. Vino 1 Crepe Romagna DOC Sangiovese Sup. 2012 Vino 2 Cadisopra Sangiovese di Romagna DOC Vino 3 Remel Rosso Ravenna IGT 2011 Vino 4 Uait Bianco Ravenna IGT 2013 Superiore Riserva 2010 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 80 ROMAGNA Cà Montalbano Via Cavina, 3 48013 Brisighella (Ra) Tel. 338 1512578 www.camontalbano.com [email protected] Responsabile /i Nicola e Erika Montuschi Anno di fondazione 1981 Ettari vitati 7 Vitigni presenti in azienda Chardonnay, Sangiovese, Vino 1 Oro Nero Sangiovese di Romagna DOC Cabernet Sauvignon Superiore 2012 Vino 2 Rosso S. Stefano Sangiovese di Romagna Vino 3 D’Amone IGT Rosso Ravenna 2007 Vino 4 Nay IGT Bianco Ravenna 2013 Riserva 2008 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 81 ROMAGNA Calonga Via Castel Leone 8 47121 Forlì (FC) Tel. 0543 753044 www.calonga.it [email protected] Responsabile/i Maurizio Baravelli Anno di fondazione 1977 Enologo Fabrizio Moltard Ettari vitati 9 Produzione annua 30.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Sangiovese, Albana, Pagadebit, Cabernet Sauvignon Vino 1 Michelangiolo Sangiovese di Romagna Vino 2 Castellione Cabernet Sauvignon Forlì DOC Superiore Riserva 2009 IGT 2010 Vino 3 Leggiolo Romagna DOC Vino 4 Ordelaffo Forlì IGT Sangiovese 2013 Sangiovese Superiore 2012 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 82 ROMAGNA Campanacci Via Roncona 5, 48018 Faenza (RA) Tel. 0546 642180 - 348 6082739 www.campanacci.com [email protected] Responsabile/i Marco Campanacci Anno di fondazione 2008 Enologo Dott.ssa Marisa Fontana Ettari vitati 36 Produzione annua 120.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon, Centesimino, Cagnina, Pinot Nero, Albana, Trebbiano, Pinot Bianco, Famoso I terreni sono principalmente argillosi, attuiamo una lotta integrata nel massimo rispetto dell’ambiente e dell’uomo. Vino 1 Romagna Sangiovese DOC Superiore 2013 Vino 2 Romagna Albana DOCG 2012 Vino 3 Rovesco 2013 Vino 4 Caprifico 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 83 EMILIA Cantina Albinea Canali Via A. Tassoni, 213 - Canali (RE) Tel. 0522 569505 www.albineacanali.it [email protected] Responsabile/i Stefano Colli Anno di fondazione 1936 Enologo Franco Roccatello Ettari vitati 117 Produzione annua 300.000 bottiglie Agli inizi del ‘900 la viticoltura aveva già un ruolo rilevante nelle terre collinari a sud di Reggio Emilia; questo fu lo stimolo per i piccoli produttori ad aggregarsi e realizzare una nuova cantina a Canali. Era il 1936. Il successo fu tale che nei decenni successivi si arrivarono a contare centosettanta conferenti. Per anni rinomata per l’elevata qualità dei vini sfusi, oggi la Cantina Albinea Canali si ripropone con una gamma di prodotti di pregio destinati in esclusiva al canale tradizionale. La struttura della cantina, nata già nella mente dei fondatori come un progetto all’avanguardia, è stata sottoposta ad un intervento di restauro conservativo, in cui si sono fusi elementi d’epoca con soluzioni assai moderne per incorporare i più avanzati impianti tecnologici. Vino 1 Vino 2 Ottocentonero Lambrusco dell’Emilia IGT FB Lambrusco dell’Emilia IGT Metodo Ancestrale Vino 3 Vigna di Monteleone Cabernet Sauvignon Colli di Scandiano e Canossa DOC 2011 Vino 4 Codarossa Lambrusco Grasparossa Amabile Colli di Scandiano e Canossa DOC I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 84 ROMAGNA Cantina Braschi Via Roma, 37 47025 Mercato Saraceno (FC) Tel. 0547 91061 www.cantinabraschi.com [email protected] Responsabile/i Vincenzo Vernocchi, Davide Castagnoli Anno di fondazione 1949 Enologo Vincenzo Vernocchi Ettari vitati 11,5 Produzione annua 150.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Sangiovese 9 ha, Albana 0,5 ha, Cabernet Sauvignon 1 ha, Famoso 0,5 ha Vino 1: Romagna Sangiovese DOC San Vicinio Montesasso 2012 Vino 2: Romagna Sangiovese DOC Superiore Costone 2012 Vino 3: Romagna Albana DOCG Secco Campo Mamante 2013 Vino 4: Famoso Rubicone IGT Monte Sasso 013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 85 ROMAGNA Cantina Casa Mora Via Solidarnosc, 21 47016 Predappio (FC) Zona di produzione: Strada Piola - Fusa - Rocca delle Caminate 2 47016 Predappio (FC) Tel. 348 9330687 www.vinicasamora.it [email protected] Responsabile/i Camporesi Paolo Anno di fondazione 1989 Ettari vitati 1,27 Produzione annua 6.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Sangiovese Vino 1 Rosso Ca’ Mora 2013 Vino 2 Rosso Bussanello 2011 Vino 3 Rosso Bagnolo di Rachele 2011 Vino 4 Rosato Panse 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 86 EMILIA Cantina della Volta di Christian Bellei & C. S.p.A. Via per Modena, 82 41030 Bomporto (MO) Tel. 059 7473312 www.cantinadellavolta.com [email protected] Responsabile/i Angela Sini, Christian Bellei Anno di fondazione 2010 Enologo Christian Bellei Ettari vitati 9 Produzione annua 120.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Pinot Nero, Chardonnay Cantina della Volta nasce per volontà di un gruppo di amici di vino appassionati, che hanno sostenuto ed incoraggiato Christian Bellei, IV generazione di produttori di vino, a ristrutturare la propria cantina di famiglia presente a Bomporto (MO) dal 1920. La passione, che Christian Bellei inizia a respirare fin da bambino, la lunga educazione al gusto trasmessa dal padre Giuseppe lo hanno portato ad acquisire un’elevata esperienza nella spumantizzazione ed un palato unici. Come straordinaria è stata la scelta di produrre Lambrusco di Sorbara con il metodo classico, per ottenere un prodotto di qualità elevata e di grande finezza. Dal terreno di Ricco’ di Serramazzoni (collina modenese) arrivano le uve di Pinot e Chardonnay per la produzione di uno spumante s.a. “Il Mattaglio” e a breve due millesimati. Vino 1 Lambrusco di Modena Spumante DOP Trentasei Metodo Classico 2010 Vino 2 Lambrusco di Sorbara DOP Rimosso 2013 Vino 3 Lambrusco Rosè di Modena Spumante DOP Metodo Classico 2010 Vino 4 Vino Bianco Spumante Il Mattaglio Brut Metodo Classico s.a. 2011 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 87 EMILIA Cantina di Carpi e Sorbara Via Cavata, 14 41012 Carpi (MO) Tel. 059 643071 [email protected] www.cantinadicarpiesorbara.it Responsabile/i Anno di fondazione Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vice presidente - Piccinini Dott. Carlo 1903 2.000.000 bottiglie c.a. Lambrusco di Sorbara, Salamino di S.Croce, Lambrusco di Modena, Lambrusco Grasparossa, Pignoletto, Ancellotta, Marani, Maestri, Groppello Ruberti La Cantina di Carpi e Sorbara nasce nel 2012, a seguito della Fusione di due importanti e Storiche Cantine Sociali Cooperative della zona: la Cantina Sociale di Carpi, 1903 e la Cantina di Sorbara, 1923. Ad oggi la nostra realtà Cooperativa, conta 1100 soci conferenti, 7 Stabilimenti, tra i quali 5 di pigiatura e 2 di vendita diretta; una produzione di 400’000 hl circa all’anno, e una vendita di circa 2 ml di bottiglie. La nostra principale lavorazione è diretta sui Lambruschi Doc, tipici delle zone in cui sorgono gli stabilimenti: Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Salamino di Croce, Ancellotta, Marani, Maestri, Groppello Ruberti, Grasparossa e Pignoletto. Una parte importante del successo dell’azienda, soprattutto per quello che riguarda il vino sfuso, è legato anche al cosiddetto Vino Rossissimo che si ottiene dalle uve Ancellotta. La vendita del vino sfuso infatti è l’asso nella manica della Cantina di Carpi e Sorbara e la quota di esportazione, che riguarda principalmente la Spagna, raggiunge il 10% del fatturato. Lo scopo della nostra Cooperativa inoltre è quello di valorizzare al massimo il lavoro dei nostri Soci, cercando quindi di produrre prodotti di buona qualità, che possano anche essere competitivi sul mercato. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 NOTE 88 Lambrusco di Sorbara DOP Omaggio a Gino Friedmann Metodo Charmat 2013 Lambrusco di Sorbara DOP Omaggio a Gino Friedmann Fermentazione Naturale in Bottiglia 2013 Lambrusco di Sorbara DOP Villa Badia 2013 Pignoletto Frizzante Colli Bolognesi DOP 2013 ROMAGNA Cantina Forlì Predappio Via Due Ponti, 13 47122 Forlì (FC) Tel. 0543 477230 [email protected] www.cantinaforlipredappio.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Dott. Monti Roberto 1908 Maurizio Ortali, Bruno Ranieri 3.200 250.000 bottiglie Abbiamo scelto di produrre vino perché per noi il legame con la terra è vita, e perché ogni giorno vediamo concretizzare i nostri sogni. Il nostro territorio è fortemente vocato alla viticultura , e ci consente di ottenere vini non omologati e con un carattere deciso. Amiamo inoltre coniugare la tradizione e la tecnologia per produrre vini che rispettino il territorio ed i vitigni e che diano piacevolezza al loro assaggio. L’azienda in una parola: LA TRADIZIONE CONTINUA Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Romagna Albana Spumante DOP Tratti d’Oro 2011 Vino Spumante Extra Dry Misvago Sangiovese di Romagna DOC Superiore Volo d’Aquila 2008 Romagna DOP Sangiovese Superiore Tratti d’Autore 2013 NOTE 89 ROMAGNA Cantina San Biagio Vecchio Via Gaetano Salvemini, 55 48018 Faenza (RA) Zona di produzione: Via Salita di Oriolo 13, 48018 Faenza (RA) Tel. 339 3523168 (Andrea Balducci) 349 0553598 (Lucia Ziniti) www.cantinasanbiagiovecchio.com [email protected] Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Andrea Balducci 2005 Gabriele Balducci 5 10.000 bottiglie Albana, Sangiovese, Centesimino, Malvasia aromatica, Trebbiano Una piccola cantina sulla splendida collina di San Biagio Vecchio. Un’attenzione esclusiva ai vitigni autoctoni e ai frumenti antichi (Gentil Rosso e Senatore Cappelli) . Un amore smisurato e incondizionato per l’Albana di Romagna. Vino 1 SabbiaGialla IGT Ravenna Bianco 2013 Vino 2 Serraglio Romagna Sangiovese DOC Superiore 2011 Vino 3 Vino 4 Barbatello IGT Ravenna Bianco 2013 Barbatello Romagna Sangiovese DOC Superiore 2012 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 90 EMILIA Cantina Settecani Castelvetro Soc. Agr. Coop. Via Modena, 184 41014 Settecani di Castelvetro (MO) Tel. 059 702505 - 335 7733872 www.cantinasettecani.it [email protected] [email protected] Responsabile/i Amorotti Fabrizio Anno di fondazione 1923 Ettari vitati 350 Produzione annua 1.000.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOP (280 Ha), Pignoletto, Trebbiano La Cantina Settecani è stata fondata nel 1923, gia’ da allora ci si era posti un obiettivo:Qualita’, Genuinita’ e Tradizione. Oggi, grazie a vari ampliamenti, la Cantina Settecani ha raggiunto il massimo della sua potenzialita’ produttiva, mantenendo fede a questi propositi. L’assistenza ai soci,l’attenzione alla qualita’ delle uve,la selezione di queste al momento della pigiatura e una vinificazione con modene tecnologie,ma con particolare attenzione alle metodologie tradizionali, hanno permesso di ottenere vini di qualita’,che si propongono ad un mercato sempre piu’ esigente e in continua evoluzione.La Cantina Settecani ha partecipato e partecipa a vari concorsi enologici ottenendo importanti riconoscimento, come la Gran Medaglia al Concorso Internazionale Vinitaly 2011 fino ad arrivare agli ultimo riconoscimenti nel 2013 e nel 2014 al Concorso Enologico Matilde di Canossa-Terre di Lambrusco. Gia’ da alcuni anni la Cantina è sagnalata sulla guida Vini d’Italia del Gambero Rosso e il Lambrusco Grasparossa di castelvetro ha ottenuto l’Oscar Regionale qualita’/prezzo assegnato dalla guida Berebene 2012 e 2013 e 2014 del Gambero Rosso. Vino 1 DiVino Lambrusco Grasparossa di Vino 2 Vini del Re Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOP 2013 Castelvetro DOP 2013 Vino 3 7Note Pignoletto Modena DOC Spumante Brut 2013 Vino 4 Lambrusco Grasparossa Di Castelvetro DOP Secco 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 91 EMILIA Cantina Sociale di Puianello e Coviolo Via C. Marx 19/A - 42020 Puianello (RE) Tel. 0522 889120 www.cantinapuianello.it [email protected] Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Presidente Vittorio Azzimondi 1938 Matteo Vingione 220 1.100.000 bottiglie Lambrusco Grasparossa, L. Montericco, L. Barghi, L. Salamino, L. Maestri, L. Marani, Malvasia, Spergola Cantina Puianello ha scelto da tempo di puntare sulla selezione delle uve conferite dai 220 Soci, valorizzandone le diversità e privilegiando la tipicità delle stesse. Essendo i terreni vitati in prevalenza nella fascia collinare che da Scandiano sale fino a Canossa, è possibile contare su condizioni di terreno e microclimatiche di favore, in grado di segnare maggiormente la base dei nostri vini. Fondata nel 1938 a Puianello di Quattro Castella, la cantina è rimasta negli oltre settanta anni di attività nella stessa Sede, divenendo una sorta di “Casa del Lambrusco”, un punto di riferimento per il territorio anche grazie ai continui investimenti in cantina. Dunque, anzitutto attenzione alle uve e garanzia della loro provenienza, pur facendo seguire la volontà di incidere su di esse dalla campagna alla cantina, grazie anche alla doppia Laurea in Agronomia ed Enologia dell’Enologo - Matteo Vingione. L’esperienza nella vinificazione di vini frizzanti ha così permesso di valorizzare varietà autoctone come il Lambrusco Montericco e il Lambrusco Barghi, sempre alla ricerca delle “giuste” sensazioni da offrire al proprio pubblico: piacevolezza, una buona beva e la sensazione di assaporare una varietà lambrusca ogni volta diversa, continuando con L. Grasparossa, L. Salamino, per citarne alcuni. Negli anni sono poi stati compiuti sforzi importanti con le uve di Malvasia di Candia Aromatica, Spergola e non solo, a dimostrazione che Cantina Puianello può offrire un percorso enologico davvero ampio. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Amarcord CSC DOC Lambrusco Montericco 2013 Contrada Monticelli CSC DOC Lambrusco Grasparossa 2013 Contrada Borgoleto Reggiano DOC Lambrusco 2013 L’incontro Reggiano DOC Lambrusco Barghi 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 92 COLLI PIACENTINI Cantina Valtidone Scrl Via Moretta, 58 29011 Borgonovo Val Tidone (PC) Tel. 0523 846411 www.cantinavaltidone.it [email protected] Responsabile/i Presidente Dr. Gianpaolo Fornasari Resp. Vendite Mauro Fontana Anno di fondazione 1966 Enologo Sergio e Marcello Galetti, Giuseppe Caviola Ettari vitati 1.200 Produzione annua 5.000.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Barbera, Bonarda, Ortrugo, Malvasia, Chardonnay, Pinot Nero, Pinot Grigio, Sauvignon Le colline della Val Tidone, sull’Appennino piacentino, sono vocate alla viticoltura da oltre 2500 anni: già gli antichi romani amavano i vini prodotti in questo splendido angolo d’Italia. In queste terre, di antica e nobile tradizione vitivinicola, la Cantina Valtidone produce grandi vini dal 1966. Le uve provengono da 1200 ettari di vigneto di proprietà degli oltre 200 Viticoltori Soci: i vini più caratteristici sono per i bianchi l’Ortrugo e il Malvasia secco e dolce, per i rossi il Gutturnio nelle varie versioni sia fermo che frizzante, il Barbera e il Bonarda secco e amabile. Vino 1 Gutturnio DOC Frizzante Cæsar Augustus 2013 Vino 2 Colli Piacentini Bonarda DOC Frizzante Domina 2013 Vino 3 Colli Piacentini Malvasia DOC Frizzante Vino 4 Ortrugo DOC Frizzante Armonia 2013 Aurora 2013 NOTE 93 EMILIA Cantine Ceci Via Provinciale 99/99 A 43056 Torrile (PR) Tel. 0521 810252 [email protected] www.lambrusco.it Responsabile/i Elisa e Chiara Maghenzani; Alessandro, Maria Teresa e Maria Paola Ceci Anno di fondazione 1938 Enologo Alessandro Ceci Produzione annua 2.500.000 bottiglie Vino 1 Otello 1813 Nero di lambrusco 2013 Vino 2 Spumante Rosè Otello 1813 Extra Dry 2013 Vino 3 Terre Verdiane 1813 Lambr. Frizzante 2013 Vino 4 Spumante Brut Wine Color Therapy 2013 NOTE 94 ROMAGNA Cantine Intesa Agrintesa Soc. Coop. Agr Via G. Galilei, 15 - 48018 Faenza (RA) Zona di produzione: Via Provinciale Faentina, 46 47015 Modigliana (FC) Tel. 0546 619111 www. cantineintesa.it [email protected] Responsabile/i Muccinelli Elisa Anno di fondazione 1999 Ettari vitati 44 Produzione annua 350.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Sangiovese, Albana, Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Trebbiano, Merlot La vendemmia 2001 segna l’avvio del Progetto Qualità di Cantine Intesa. Il progetto è nato allo scopo di valorizzare le migliori produzioni collinari, in particolare dei vitigni Sangiovese e Albana. Il processo di zonazione e di selezione dei vigneti ha richiesto tempo, sperimentazione e notevole impegno, per questo il progetto è nato nel 1999 ma la prima produzione dei vini “I Calanchi” arriva solo nel 2001. Oggi, dopo anni di lavoro e selezione, le aziende coinvolte nel progetto sono 21 per una superficie complessiva di 44 ettari. Tutte le uve vengono vinificate nella cantina di Modigliana, collocata nel cuore della zona di produzione e strutturata in modo da garantire la migliore lavorazione delle uve. Dalle migliori selezioni nascono i vini della linea “I Calanchi” fermentati o affinati in legno, mentre con il marchio “Poderi delle Rose” vengono presentate le selezioni che fermentano e affinano prevalentemente in acciaio: vini d’annata, espressione più immediata del territorio di produzione. Vino 1 Spighea Romagna Albana DOCG Secco 2013 Vino 2 Poderi delle Rose Romagna DOC Sangiovese Superiore 2013 Vino 3 Zanarina Romagna DOC Sangiovese Superiore Riserva 2010 Vino 4 Numi Rosso Ravenna IGT 2009 NOTE 95 EMILIA Cantine Lombardini Via Cavour 15 42017 Novellara (RE) Tel. 0522 654224 www.lombardinivini.it [email protected] Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Produzione annua Marco Lombardini 1925 Marco Lombardini 800.000 bottiglie Al centro della zona di eccellenza per la produzione del Lambrusco, nascevano nel 1925 le Cantine Lombardini, ubicate ancora oggi nella sede originaria, nel centro storico della bella gonzaghesca Novellara, terra d’arte e di tradizioni. La cantina documenta un capitolo di storia della Famiglia Lombardini, dall’inizio del secolo scorso ad oggi. Guerre, regimi, ricostruzioni... una grande bufera ha cambiato i confini dell’Europa e del mondo, segnando la fine di un’epoca. Sfogliando nella memoria si ritrovano immagini, sensazioni e profumi in tempo di pigiatura, allegria nella raccolta del mosto nelle botti , nonchè la lunga attesa per la maturazione della fermentazione in bottiglia. E’ come sfogliare il vecchio albo di un lavoro nato spontaneo come il sorriso di un bimbo. Così, fin da piccolo, Marco Lombardini, oggi rimasto titolare dell’azienda insieme al cugino Angelo, ha saputo coltivare la propria passione per il Lambrusco, tiene alto il nome dell’azienda ed è riuscito a trasmettere lo stesso spirito alle proprie figlie, Chiara, Virginia e Cecilia, che lo accompagnano nella conduzione della cantina. Fiere, esposizioni, mercati, interviste, articoli su stampa ci hanno segnato negli anni quei successi che ogni giorno Marco, le tre figlie e validi collaboratori si impegnano a mantenere. La Famiglia Lombardini è quindi orgogliosa di essere presente sul panorama enologico italiano da ben quattro generazioni, nel corso delle quali è riuscita a costruire un vasto patrimonio di esperienze, tramandando di padre in figlio l’amore e la dedizione per il mondo del vino. Fatti o meglio eventi, ma anche piccole avventure quotidiane seguono il tempo... ma il protagonista in casa nostra è da sempre il buon “Lambrusco”. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 NOTE 96 Reggiano DOC Lambrusco Rosso Secco Nubilaia 2013 Reggiano DOC Lambrusco Rosso Secco Il Campanone 2013 Reggiano DOC Lambrusco Rosato Secco Rosato Del Campanone 2013 Reggiano DOC Lambrusco Rosso Secco C’era Una Volta 2013 EMILIA Casali Viticultori S.r.l. Via delle Scuole, 7 - Loc. Pratissolo 42019 Scandiano (RE) Tel. 0522 855441 347 4564662 (Biolzi Romano) Fax 0522 984092 [email protected] www.casalivini.it Responsabile/i Gavioli Dr. Gian Paolo Anno di fondazione 1900 Enologo Mora D.ssa Caterina Ettari vitati 36,5 Produzione annua 1.400.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Spergola, Sauvignon, Malvasia La Casali Viticultori nasce nel 1900, interprete storica della produzione vitivinicola della zona collinare che si estende tra Scandiano e Canossa. Alla tradizionale produzione di lambruschi e bianchi frizzanti, si affianca la produzione di vini spumanti metodo classico e metodo charmat, vini affinati in barriques, vini passiti ottenuti da uve autoctone di propria produzione dei Colli di Scandiano e di Canossa quali la Spergola, il Cabernet Sauvignon, il Malbo Gentile e il Sauvignon. Vino 1 Ca’ Besina Colli di Scandiano e di Canossa DOP Spergola Spumante Metodo Classico Brut 2007 Vino 2 Pomoria Colli di Scandiano e di Canossa DOP Spergola Fermo Secco 2012 Vino 3 Sanruffino Colli di Scandiano e di Canossa Vino 4 Campo Delle More Colli di Scandiano e di DOP Lambrusco Grasparossa Secco 2013 Canossa DOP Malbo Gentile Frizzante Dolce 2013 NOTE 97 ROMAGNA Castelluccio Via Tramonto, 15 47015 Modigliana (FC) Tel. 0546 942486 [email protected] www. ronchidicastelluccio.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vittorio Fiore 1981 Vittorio Fiore 12 80.000 bottiglie Sangiovese ha 10,00, Sauvignon Blanc ha 1,50, Cabernet Sauvignon ha 0,50 L’Azienda Agricola Castelluccio nasce negli anni ‘70 con la consulenza enologica dell’Enologo Vittorio Fiore. I primi 6 ettari di vigneto furono realizzati con innovazioni tecniche importanti all’avanguardia per quei tempi, che ben presto portarono al raggiungimento di risultati eclatanti, come la nascita di vini quali il Sangiovese Ronco delle Ginestre e l’acclamato Sauvignon Blanc, Ronco del Re, tutti vini ottenuti da singole vigne. Nel 1999 Vittorio Fiore, coinvolgendo i fratelli Ermanno e Gianmichele ed il figlio Claudio - anch’egli Enologo - acquista la maggioranza delle quote, unendosi così alla compagine societaria precedente, composta dallo stesso Diego Amaducci, Gianalfredo Bernabucci, Remigio Bordini e da Augusto Valentini. Vittorio, che nei primi anni ‘80 creò, come consulente, i vini di Castelluccio e contribuì in prima persona ai successi dell’Azienda - che ben presto raggiunse fama internazionale - assicura tutt’ora un supporto tecnico di notevole importanza, grazie alla sua professionalità ed esperienza. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Romagna DOC Sangiovese Superiore Le More 2013 IGT di Forlì Sangiovese Ronco dei Ciliegi 2008 IGT di Forlì Sangiovese Ronco delle Ginestre 2008 IGT di Forlì Sangiovese/Cabernet Sauvignon Massicone 2008 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 98 EMILIA Cavaliera Via Cavalliera 1/B Castelvetro di Modena 41014 Modena Tel. 059799835 - Cell. 335 5479028 www.cavaliera.it [email protected] Responsabile/i Simoni Lorenzo Enologo Enzo Mattarei Ettari vitati 4 Produzione annua 20.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Lambrusco Grasparossa, Pignoletto, Trebbiano, Malbo L’azienda nasce poco più di trent’anni fa con i vigneti che si rovano a sud della via Cavalliera: quattro ettari in tutto, in pendenza, sui terreni argillosi, allevati a cordone speronato e coltivati con metodo Biologico. In cantina la rifermentazione in bottiglia è la tecnica ricorrente. Vino 1 Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Vino 2 Pignoletto dell’Emilia IGT 2012 Vino 3 Rosato di Grasparossa 2013 Vino 4 Caterina Spumante Brut 2012 DOP 2013-2012 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 99 EMILIA Cavicchioli U. & Figli Via Canaletto, 52 41030 San Prospero (MO) Tel. 059 812412 [email protected] www.cavicchioli.it Responsabile/i Sandro Cavicchioli Anno di fondazione 1928 Enologo Sandro Cavicchioli Ettari vitati 90 Vitigni presenti in azienda Lambrusco Sorbara, Lambrusco Salamino, Lambrusco Grasparossa, Pignoletto La storia delle Cantine Cavicchioli comincia nel secolo scorso. Da allora, di padre in figlio, l’esperienza e la passione si sono tramandate negli anni. L’obiettivo resta quello di valorizzare il Lambrusco di qualità: quello genuino e frizzante delle origini. Vino 1 Rosé del Cristo Lambrusco di Sorbara DOC Brut Metodo Classico 2010 Vino 2 Vigna del Cristo Lambrusco di Sorbara DOC 2013 Vino 3 Col Sassoso Lambrusco Grasparossa di Vino 4 Pignoletto Spumante Modena DOC Brut Castelvetro DOC 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 100 ROMAGNA Caviro Sca Via Convertite 12 48018 Faenza (Ra) Tel. 0546 629111 - 629397 Fax 0546 629319 www.caviro.it [email protected] Responsabile/i Dir. Generale Sergio Dagnino Anno di fondazione 1996 Enologo Giordano Zinzani Ettari vitati non coltivati direttamente Produzione annua 180 milioni di litri vinificati dalle cantine associate Caviro da oltre un quarantennio è sinonimo di qualità: merito, da un alto, dell’impegno degli oltre 11.500 viticoltori che fanno capo a 32 cantine sociali, producono su 31.000 ettari di vigneti il 10% della produzione vitivinicola nazionale, attraverso una filiera certificata unica per profondità, dimensioni e presidio. E, dall’altro, della capacità di coniugare grandi volumi e produzioni di qualità; una lungo tradizione, una profonda esperienza enologica e una costante spinta all’innovazione e al dinamismo nel diversificare la gamma e nell’esplorare nuovi mercati nel mondo. Vino 1 TerraGens Romagna DOC Sangiovese Vino 2 Romio Reno Pignoletto DOC Frizzante 2013 Vino 3 Rubicaia Leonardo Romagna DOC Vino 4 Valle dell’Olmo Lambrusco Sorbara DOC Superiore Riserva 2011 Sangiovese Superiore 2013 NOTE 101 ROMAGNA Celli snc Società Agricola di Sirri & Casadei Viale Carducci, 5 47032 Bertinoro (FC) Tel. 0543 445183 - 348 7980976 www.celli-vini.com [email protected] Responsabile/i Mauro Sirri, Emanuele Casadei Anno di fondazione 1965 Enologo Emanuele Casadei Ettari vitati 29 Produzione annua 290.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Sangiovese 15 Ha, Albana 7 Ha, Pagadebit, Trebbiano, Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Cagnina L’azienda Celli è di proprietà delle famiglie Sirri & Casadei (Bron & Rusèval) dal 1965. Sin da allora le accurate selezioni delle uve, provenienti dalle aree più vocate del comune di Bertinoro, danno dei risultati eccellenti dal punto di vista qualitativo. Ricerca costante di qualità e tipicità dei vini prodotti è alla base della filosofia aziendale. L’Azienda Celli è un esempio di continuità generazionale nella tradizione vitivinicola di Bertinoro. Vino 1 Bron & Ruseval Romagna DOC Sangiovese Superiore Riserva 2011 Vino 2 Bron & Ruseval Sangiovese-Cabernet IGT Forlì 2012 Vino 3 Bron & Ruseval Chardonnay IGT Forlì 2013 Vino 4 Bron & Ruseval I Croppi Romagna DOCG Albana Secco 2013 NOTE 102 COLLI PIACENTINI Cervini Andrea Az. Agr. Poggio Sup., 1 - Statto 29020 Travo (PC) Tel. 335 7597119 [email protected] Responsabile/i Andrea Cervini Anno di fondazione 2010 Ettari vitati 4 Produzione annua 15.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Barbera 1,5ha, Bonarda Croatina 2 ha, Vino 1 Vino Rosso Barbera 2011 Vino 2 Navel Barbera 50% e Bonarda 50% 2010 Vino 3 Vino Bianco Malvasia 2011 Malvasia 0,5 ha I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 103 EMILIA Cleto Chiarli Tenute Agricole Via D. Manin, 15 - 41122 Modena (MO) Zona di produzione: Via Belvedere, 8 - 41014 Castelvetro (MO) Tel. 059 3163311 [email protected] www.chiarli.it Responsabile/i Roberto Saletta Anno di fondazione 2001 Enologo Franco De Biasio Ettari vitati 100 Produzione annua 900.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Grasparossa, Sorbara, Pignoletto Vino 1 Premium Menthion Honorable Lambrusco Sorbara DOC 2013 Vino 2 Vigneto Cialdini Lambrusco Grasparossa Vino 3 Rosè Brut de Noir Vino 4 Lambrusco del Fondatore Sorbara DOC di castelvetro DOC 2013 da uve Grasparossa V.S. 2013 fermentato in bottiglia 2013 NOTE 104 ROMAGNA Condè Azienda Vitivinicola di Francesco Condello Via Lucchina, 27 47016 Fiumana di Predappio (FC) Tel. 0543 940860 [email protected] www.conde.it Responsabile/i Francesco Condello Anno di fondazione 2001 Enologo Federico Curtaz Ettari vitati 77 Produzione annua 150.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Sangiovese 73 ha, Merlot 4 ha Nel 2001 Francesco Condello, creatore e proprietario della tenuta Condé, decide di lasciare il settore dell’alta finanza nel quale ha lavorato per piú di trent’anni per dedicarsi a tempo pieno a quella che è da sempre la sua passione: la viticoltura. Il suo amore per questo settore nasce durante la sua infanzia, quando, insieme ai propri nonni, viticoltori da generazioni, si recava nelle vigne di famiglia e seguiva la produzione del vino, all’epoca ad uso esclusivo dei membri della famiglia. Il forte legame con la terra e la passione per la viticultura sono rimasti saldamente radicati in lui anche negli anni in cui lavorava a Bologna come broker finanziario, durante i quali compiva frequenti viaggi nelle piú importanti aree vinicole d’Europa. Nel 2001 decide di seguire la sua vocazione e di legare la propria vita a quella del generoso territorio di Predappio. Lo anima il desiderio di far rinascere una grande tradizione del passato: fin dal primo momento fonda l’azienda Condé con lo scopo di rilanciare la produzione di un autentico Sangiovese di Predappio, che su queste colline affonda le proprie radici, sia fisiche che storiche, e che da qui parte per essere apprezzato e condiviso sulle tavole di tutte le nazioni del mondo. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Condé Sangiovese Rosato Forlì IGT 2012 Condé Sangiovese DOC 2009 Condé Sangiovese Superiore DOC 2010 Condé Sangiovese Superiore Riserva DOC 2008 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 105 ROMAGNA Consorzio Vini Tipici di San Marino Scarl Strada Serrabolino, 89 Borgo Maggiore - Repubblica di San Marino Tel. 0549 903124 - 342 5183450 www.consorziovini.sm [email protected] Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Presidente Leo Veronesi, Eliseo Andreini 1979 Federico Curtaz, Aroldo Bellelli, Michele Margotti, Juan Carlos Pasquali 120 Produzione annua 600.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon, Montepulciano, Ribolla di San Marino, Biancale, Moscato, Chardonnay Il Consorzio Vini Tipici di San Marino, fondato nel 1979, è oggi l’unico produttore dei vini a Identificazione di Origine a San Marino. I suoi 120 soci coltivano attualmente 120 ettari di vigneti costituiti per il 65% da uve rosse (Sangiovese, Cabernet, Merlot e Montepulciano) e per il 35% da uve bianche (Ribolla di San Marino, Biancale, Moscato e Chardonnay). I vigneti sono collocati tra i 100 e i 450 metri s.l.m. su terreni di natura prevalentemente argillosa che beneficiano sia dell’influenza del mare Adriatico che degli Appennini. I soci viticoltori sammarinesi seppur eterogenei, condividono una matrice comune: la tradizione secolare, l’esperienza, e la passione con cui si dedicano alla coltivazione della vite. L’apertura da dicembre 2013 del nuovo negozio in cui trovare oltre ai vini i prodotti tipici di San Marino e il profondo rinnovamento attuato in cantina fanno parte del progetto di miglioramento del Consorzio Vini di San Marino iniziato già molti anni fa con i vigneti. Le serate che organizziamo nel nostro wine-shop per degustare i vini, le mostre di pittura e fotografia, le presentazioni di libri con gli autori e gli eventi musicali fanno così parte del progetto per rendere la nostra cantina un ambiente contemporaneo ma allo stesso tempo legato alla tradizione locale. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Sangiovese Superiore di San Marino 2012 Tessano di San Marino 2010 Sterpeto 2009 Caldese di San Marino 2012 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 106 ROMAGNA Costa Archi Via Rinfosco, 1690 48014 Castel Bolognese (RA) Tel. 338 4818346 [email protected] www.costaarchi.wordpress.com Responsabile/i Gabriele Succi Anno di fondazione 1960 Ettari vitati 13 Produzione annua 15.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon, Montuni, Trebbiano R. DOC Romagna Sangiovese Serra Assiolo 2012 DOC Sangiovese di Romagna Riserva Monte Brullo 2010 IGT Ravenna Sangiovese GS 2011 IGT Ravenna Bianco Le barrosche 2013 Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 107 COLLI PIACENTINI Az. Agr. Denavolo s.s Loc. Gattavera - Denavolo 29029 Travo (PC) Tel. 335 6480766 [email protected] Responsabile/i Famiglia Armani Anno di fondazione 2005 Enologo Giulio Armani Ettari vitati 3+2 Produzione annua 20.000/30.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Malvasia di Candia Aromatica, Ortrugo, Marsanne, altro locale Vino 1 Catavela Vino Bianco 2013 Vino 2 Dinavolino Vino Bianco 2013 Vino 3 Dinavolo Vino da tavola Bianco 2008 Vino 4 Dinavolo Vino da tavola Bianco 2006 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 108 ROMAGNA Drei Donà Tenuta La Palazza Via del Tesoro 23 Massa di Vecchiazzano 47121 Forlì (FC) Tel. 0543 769371 [email protected] www.dreidona.it Responsabile/i Enrico Drei Donà Anno di fondazione 1927 Ettari vitati 27 Produzione annua 120.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Sangiovese, Cabernet, Chardonnay, Riesling Pruno Romagna DOC Sangiovese Superiore Riserva 2010 Cuvée Palazza Romagna DOC Sangiovese Superiore Riserva 2010 Notturno Sangiovese IGT Forlì 2013 Il Tornese - Bianco 2013 Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 NOTE 109 EMILIA Emilia Wine Via 11 Settembre 2001, 3 42019 Arceto di Scandiano (RE) Tel. 0522 989107 www.emiliawine.eu [email protected] Responsabile/i Davide Frascari Anno di fondazione 2014 Enologo Tognoli Luca Ettari vitati 1.700 Produzione annua 700.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Lambrusco Grasparossa, Lamb. Salamino, Spergola, Malvasia , Lamb. Marani Vino 1 Rosaspino Colli di Scandiano e Canossa Lambrusco 2013 Vino 2 Colli di Scandiano e di Canossa Spumante Brut Spergola 2013 Vino 3 Nudo Colli di Scandiano e di Canossa Vino Spumante Metodo Classico 2009 Vino 4 Vigna Migliolungo Lambrusco Emilia IGP 2013 NOTE 110 ROMAGNA Enio Ottaviani Via Panoramica, 199 47842 San Giovanni in Marignano (RN) Zona di produzione: Via Pian di Vaglia, 17 - 47832 San Clemente (RN) Tel. 0541 952608 www.enioottaviani.it [email protected] Responsabile/i Massimo Lorenzi Anno di fondazione 2008 Enologo Enrico Bartolini Ettari vitati 12 Vitigni presenti in azienda Sangiovese, Trebbiano, Pagadebit, Chardonnay, Riesling, Merlot, Cabernet, Montepulciano Romagna Sangiovese Superiore Riserva DOC 2011 Rosso Rubicone IGT 2012 Romagna Sangiovese Superiore DOC 2013 Bianco Rubicone IGT 2013 Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 111 EMILIA Az. Agr. Fangareggi Giuseppe Yourwine Via Q. Colombani, 3 - 42015 Correggio (Re) Zona di produzione: Imbottigliamento: Via Isonzo n. 2 - 42043 Gattatico (RE) Vigneti: Viottolo del Medico, Novellara (RE) Via Reggiolo, Campagnola Emilia (RE) Via Fabbrico, Campagnola Emilia (RE) Via Ponte Nuovo, Rolo (RE) Tel. 0522 1606532 - 340 6326453 www.your-wine.it [email protected] - [email protected] Responsabile/i Giuseppe Fangareggi Anno di fondazione 2005 Ettari vitati 14 Produzione annua 30.000 bott. (incrementabile fino a 100.000) Vitigni presenti in azienda Ancellotta 7 ha, Lambrusco Salamino 6 ha, Lambrusco Marani 1 ha Offriamo la possibilità di personalizzare l’etichetta dei nostri vini a proprio piacimento con logo dei ristoranti, enoteche, frasi, foto ecc.. Vino 1 Lambrusco Rosso Emilia IGP Vino Frizzante Secco 2013 Vino 2 Lambrusco Rosato Emilia IGP Vino Frizzante Secco 2013 Vino 3 Vino 4 Spumante Brut Gran Riserva Cuvèe 2013 Malvasia & Moscato Emilia IGP Vino Frizzante Dolce 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 112 ROMAGNA Fattoria Monticino Rosso Via Montecatone 7 40026 Imola (BO) Tel./Fax 0542 40577 335 329076 [email protected] www.fattoriamonticinorosso.it Responsabile/i Luciano Zeoli Anno di fondazione 1964 Enologo Giancarlo Soverchia Ettari vitati 20 Produzione annua 80.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Albana, Pignoletto, Malvasia, Sangiovese, Cabernet S. e Barbera Vino 1 Romagna Docg Albana secco Codronchio 2012 Vino 2 Colli D’Imola Doc Pignoletto P 2013 Vino 3 Romagna Doc Sangiovese Superiore S Zero Solfiti 2013 Vino 4 Colli D’Imola Doc Cabernet Sauvignon Pradello 2009 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 113 EMILIA Fattoria Moretto Via Tiberia, 13/B 41014 Castelvetro di Modena (MO) Tel. 059 790183 - 393 9626594 Fax 059 790183 [email protected] www.fattoriamoretto.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Fausto e Fabio Altariva 1991 Fausto Altariva 7 60.000 bottiglie Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Pignoletto dell’Emilia Fattoria Moretto è una piccola realtà a conduzione familiare, nella quale si produce Lambrusco Grasparossa di Castelvetro da tre generazioni e dal 1991 anche in bottiglia. È sita nel cuore del territorio del Lambrusco Grasparossa, a circa 200 metri di altitudine, dove Fausto e Fabio Altariva coltivano con passione le proprie terre. Il podere, condotto interamente con metodo biologico, si estende in appezzamenti non contigui sulle colline di Castelvetro di Modena. I vigneti di Lambrusco Grasparossa sono allevati a cordone speronato e guyot, con esposizioni a sud/sudest, su terreni limo-argillosi. La zona gode di ottima ventilazione, che stempera la calura estiva e preserva le piante da malattie. Le vinificazioni sono in linea con i metodi tradizionali, con tempi molto lunghi di contatto con i lieviti, per regalare al bicchiere maggiore complessità. I vini, tutti in purezza, esprimono con personalità il territorio del Lambrusco Grasparossa. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Secco DOP Monovitigno 2013 Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Secco Dop Canova 2013 Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Secco DOP Tasso 2013 Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Amabile DOP Semprebon 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 114 ROMAGNA Fattoria Zerbina Via Vicchio, 11 48018 Marzeno - Faenza (RA) Tel. 0546 40022 [email protected] www.zerbina.com Responsabile/i Cristina Geminiani, Henry Polacco Anno di fondazione 1966 Enologo Cristina Geminiani Ettari vitati 29 Produzione annua 230.000 bottiglie L’azienda si caratterizza per aver impostato tutti i vigneti a bacca rossa ad alberello. Questa scelta, in abbinamento alla continua ricerca della massima espressione del terroir, ha portato a produrre vini di grande spessore ed eleganza, che fanno della sottozona di Marzeno un piccolo angolo di originalità ed eccellenza.Un cenno particolare va fatto alle muffe nobili, da sempre la grande passione di Cristina Geminiani: i vini dolci sono frutto di selezioni in vigna estremamente precise e rigorose alla ricerca del grande risultato. Vino 1 Bianco di Ceparano 2013 Vino 2 Torre di Ceparano 2010 Vino 3 Marzieno 2008 Vino 4 Arrocco 2010 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 115 ROMAGNA Az. Agr. Stefano Ferrucci Via Casolana, 3045/2 Castel Bolognese (RA) Tel. 0546 651068 [email protected] www.stefanoferrucci.it Responsabile/i Ilaria e Serena Ferrucci Anno di fondazione 1932 Enologo Giotto Consulting Ettari vitati 16 Produzione annua 100.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Sangiovese, Albana, Trebbiano, Vino 1 Domus Caia Romagna Sangiovese DOC Vino 2 Centurione Romagna DOC Sangiovese Bianchino Faentino, Chardonnay Superiore Riserva 2011 Superiore 2013 Vino 3 Chiaro della Serra Colli Di Faenza Bianco Vino 4 Domus Aurea Romagna Albana DOCG DOC 2013 Passito 2011 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 116 EMILIA Francesco Bellei & C. Via Nazionale, 130/132 Cristo di Sorbara 41030 Bomporto (MO) Tel. 059 902009 Fax 059 8070147 [email protected] www.francescobellei.it Responsabile/i Sandro Cavicchioli Anno di fondazione 1923 Enologo Sandro Cavicchioli Ettari vitati 100 Produzione annua 70.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Pignoletto, Lambrusco di Sorbara Bellei Brut Metodo Classico S. A. Bellei Rosè Metodo Classico 2007 Bellei Lambrusco a Rifermentazione Ancestrale 2013 Vino 1 Vino 2 Vino 3 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 117 ROMAGNA Francesconi Paolo Via Tuliero,154 48018 Faenza (RA) Tel. 0546 43213 - 3339143534 [email protected] www.francesconipaolo.it Responsabile/i Paolo Francesconi Anno di fondazione 1992 Enologo Paolo Francesconi Ettari vitati 8,5 Produzione annua 20.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Sangiovese, Trebbiano, Albana, Merlot, Cabernet, Centesimino Limbecca Romagna Sangiovese DOC Superiore 2012 Arcaica vino bianco 2013 Le Iadi Sangiovese di Romagna DOC Superiore Riserva 2009 Miniato Colli di Faenza Rosso DOC 2009 Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 118 COLLI BOLOGNESI Az. Agr. Gaggioli Maria Letizia Via Francesco Raibolini, 55 40069 Zola Predosa (BO) Tel. 051 753489 - 051 750534 [email protected] www.gaggiolivini.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Maria Letizia Gaggioli 1972 Fraulini Giovanni 21 160.000 bottiglie Pignoletto, Sauvignon Blanc, Pinot Bianco, Riesling Italico, Barbera, Cabernet Sauvignon, Merlot, Shiraz L’azienda Gaggioli viene fondata nel 1972 da Carlo Gaggioli. Nel 1990 la figlia Maria Letizia passa al timone dell’azienda: costruisce la nuova cantina, impianta nuovi vigneti e nel 2007 inaugura l’Agriturismo Borgo delle Vigne. I vigneti, ad alta densità d’impianto, partono da una altitudine di 150 mt s.l.m. fino a 300 mt s.l.m. Da molti anni si pratica la “Lotta Integrata Avanzata” con uso esclusivo di presidi non nocivi, completata da interventi in verde. La varietà più coltivata è il Pignoletto. I vini sono realizzati principalmente in purezza e la vinificazione è sempre seguita con molta scrupolosità: - per i vini bianchi pressatura soffice, pulizia dei mosti mediante flottazione, fermentazione termocontrollata con lieviti selezionati - per i vini rossi diraspa-pigiatura, fermentazione termocontrollata con lieviti selezionati, frequenti rimontaggi e delestage fino al momento della svinatura. Finita la fase della fermentazione tutti i vini vengono travasati evitando il contatto con l’aria per poi venire filtrati una sola volta utilizzando il filtro tangenziale capace di mantenere inalterate tutte le caratteristiche organolettiche del vino profumi compresi. La politica aziendale è quella di un utilizzo molto moderato di solfiti. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Colli Bolognesi Pignoletto Frizzante DOC 2013 Colli Bolognesi Pignoletto Superiore DOC 2013 Colli Bolognesi Classico Pignoletto DOCG Il Francia Classico 2013 Colli Bolognesi Rosso Bologna Riserva DOC Il Francia Rosso 2010 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 119 ROMAGNA Galassi Maria Az. Agr. Biologica Sobb. F. Comandini, 95 47521 Cesena (FC) Zona di produzione: Via Casetta, 688 Paderno 47522 Cesena (FC) Tel. 0547 21177 338 7230288 - 335 841302 Responsabile/i Maria Galassi Anno di fondazione Enologo 1990 Francesco Bordini Ettari vitati 18 Produzione annua 25.000/30.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Sangiovese, Merlot, Cabernet, Chardonnay, Rebola Nato Re Romagna Sangiovese DOC Superiore Bio 2010 Nato Re Riserva Bertinoro Romagna Sangiovese DOC Superiore Bio 2011 Paternus Romagna Sangiovese DOC Superiore Bio 2011 Fiaba IGT Forlì Bianco 2013 Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 120 ROMAGNA Gallegati Via Lugo, 182 - 48018 Faenza (RA) Zona di produzione: Via Monte Coralli - 48013 Brisighella (RA) Tel. 0546 621149 348 8700715 - 339 8455419 [email protected] www.aziendaagricolagallegati.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Antonio e Cesare Gallegati 1996 Cesare Gallegati 6 15.000 bottiglie Sangiovese 2.5 ha , Albana 0.7 ha, Chardonnay, Pignoletto, Merlot, Cabernet Sauvigon, Trebbiano Siamo un’azienda agricola a conduzione familiare in provincia di Ravenna nel cuore della Romagna. L’azienda ha una superficie totale di circa 20 Ha ed è divisa in due unità poderali. Una unità di circa 10 Ha si estende nella pianura di Faenza ed è ad indirizzo frutticolo , l’altra unità di circa 10 Ha si trova nelle colline di Brisighella ed è piantata a vite e olivo. Le vigne si trovano sulle pendici di Monte Coralli a circa 200 m sul livello del mare, su terreni prevalentemente argillosi, in un ambiente suggestivo ricco di essenze spontanee e fauna selvatica. I principali vitigni coltivati sono quelli tipici della Romagna, il Sangiovese e l’Albana, ma sono presenti anche altre tipologie come il Pignoletto, il Cabernet Sauvignon, il Merlot, lo Chardonnay. Produciamo vini di alta qualità DOC e DOCG dotati di grande personalità, eleganza e complessità e per far ciò ci avvaliamo delle migliori tecniche di vinificazione. Vino Vino Vino 3 Vino 4 Sangiovese di Romagna Superiore Riserva 2009 Corallo Nero Romagna Sangiovese Brisighella 2013 Corallo Rosso Colli di Faenza Bianco 2013 Corallo Bianco Albana di Romagna Passito 2010 Regina di Cuori I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 121 EMILIA Gavioli Antica Cantina Via Provinciale Ovest, 55 41015 Nonantola (MO) Zona di produzione: Via G. di Vittorio - 41015 Nonantola (MO) Tel. 059 545462 - 059 222014 [email protected] www.gaviolivini.com Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Antonio Giacobazzi 1794 Bigolin Fabio 35 1.500.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Lambrusco di Sorbara DOC, Lambrusco Salamino di Santa Croce DOC, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC, Montuni del Reno, Pignoletto Vino 1 Lambrusco di Sorbara DOC Rifermentazione Ancestrale Gavioli Vino 2 Lambrusco DOC Modena Metodo Classico Vino 3 Lambrusco DOC Sorbara Secco I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 122 ROMAGNA Giovannini Via Punta, 82 40026 Imola (BO) Tel. 0542 684122 - 338 9763854 [email protected] www.vinigiovannini.com Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Jacopo e Giorgio Giovannini 1965 Dott. Marchi Francesco 15 50.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Sangiovese, Albana, Trebbiano, Cabernet Sauvignon Trasformiamo il frutto uva nel nettare vino. La filosofia di produzione si basa nel produrre vini dove i veri protagonisti siano il territorio e le caratteristiche delle singole tipologie di uve, infatti, le uve vengono vinificate e affinate in purezza e senza alcun passaggio in legno. Dalla vendemmia 2011 vinifichiamo i nostri mosti con lieviti autoctoni. Dalla vendemmia 2014 siamo certificati BIO. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 GioJa Albana di Romagna DOCG 2013 GioGiò Sangiovese DOC Superiore di Romagna 2011 Aboccaperta Trebbiano del Rubicone IGP Frizzante 2013 Giocondo Cabernet Sauvignon DOC colli di Imola 2008 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 123 COLLI BOLOGNESI Il Monticino Via Predosa, 72 40069 Zola Predosa (Bo) Tel. 051 755260 - 338 8580238 [email protected] www.ilmonticino.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Ruggero e Sandra Morandi 2000 Giovanni Fraulini 6 40.000 bottiglie Pignoletto, DOC Bologna Bianco, Malvasia Aromatica di Candia, Barbera, DOC Bologna Rosso, Cabernet Sauvignon Nell’anno 2000, riprendendo una tradizione secolare del luogo, la Famiglia Morandi ha ripristinato vecchi vigneti e ripiantato nuovi vitigni Doc su terreni collinari particolarmente vocati a questa coltivazione. La Cantina è situata sulla collina di Zola Predosa ed offre ai visitatori l’opportunità di ammirare gli impianti dei vigneti in produzione, nonché il suggestivo panorama della città di Bologna e zone limitrofe. Si sviluppa su una superficie di 12 ettari. L’impegno costante della Famiglia Morandi, personale qualificato, moderne tecnologie, l’importante professionalità dell’agronomo e dell’enologo, sono elementi essenziali per offrire risposte adeguate a persone sempre più esigenti sulla qualità dei vini. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 NOTE 124 Pignoletto Classico del Monticino DOCG Colli Bolognesi Classico Pignoletto 2013 Bolognino Rosso Riserva DOC Colli Bolognesi Bologna Rosso Riserva Cabernet Sauvignon 2010 Pignoletto Frizzante del Monticino DOC Colli Bolognesi 2013 Barbera Riserva del Monticino DOC Colli Bolognesi 2010 ROMAGNA Il Pratello Via Morana, 14 47015 Modiglana (FC) Tel. 0546 942038 - 335 1358728 [email protected] www.ilpratello.net Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Emilio Placci 1991 Emilio Placci 5,5 15/20.000 bottiglie Sangiovese, Merlot, Cabernet, Chardonnay, Sauvignon blanc, Pinot nero, Centesimino, Malbo Azienda agricola biologica in Modigliana, ad un’altitudine di quasi 600 metri, a contendere alla natura il terreno per la vigna, tra bosco e castagneto, cinghiali e caprioli ,in una posizione unica e incontaminata , si trova Il Pratello. I terreni marnoso arenacei, la scarsa profondità, la bella escursione termica e la gestione biologica conferiscono ai vini un impronta territoriale particolarmente decisa e interessante che si esprime in grande equilibrio, freschezza e notevole longevità. L’idea è un vino naturale e tradizionale sia come conduzione dei vigneti, quindi biologico, sia nell’evoluzione, senza forzature, rispettando i tempi che la natura detta . Nel gusto del vino tutto il respiro del territorio , l’assenza di chimica e di invadenti tecnicismi, rende giustizia al tempo e alla pazienza. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Mantignano 2009 Sangiovese IGP Forlì Badia Raustignolo 2007 Sangiovese IGP Forlì Morana 2010 Sangiovese IGP Forlì Le Campore 2010 Bianco I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 125 ROMAGNA Il Teatro Via Anconetano, 10 48018 Faenza (RA) Zona di produzione: Vicolo Casette, Fognano di Brisighella (RA) Via Monte Trebbio 17, 47015 - Modigliana (FC) Tel. 335 1358688 [email protected] www.facebook.com/ilteatrolaboratoriodivino Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati: Produzione annua Vitigni presenti in azienda Luca Monduzzi 2012 Marco Gallegati 1 1.700 bottiglie Sangiovese, Albana, Trebbiano L’Azienda Agricola “IL TEATRO” nasce come rappresentazione plastica della passione per i vitigni autoctoni romagnoli, finalizzata a dare la propria chiave di lettura della vite in Romagna. L’azienda si svolge in più aree territoriali: l’albana (ATTOI) viene coltivata in un piccolo ronco a 230 mt nei pressi di Fognano di Brisighella, il sangiovese ATTO II invece è frutto della gestione di una vigna a 180 mt presso “Strada Casale” di Brisighella. Dalla vendemmia 2014, produrremo un’altra visione di Sangiovese, gestendo una vigna a 350 mt presso Modigliana, località Monte Trebbio. Vino 1 Vino 2 Atto II Sangiovese di Romagna Superiore DOC 2013 Atto II (in legno) Sangiovese di Romagna Brisighella DOC 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 126 EMILIA Az. Agr. La Battagliola Via Castiglione, 113 40136 Bologna (BO) Zona di produzione: Via Muzzacorona, 118 41013 Piumazzo (MO) Tel. 051 0929016 [email protected] www. labattagliola.it Responsabile/i Anno di fondazione Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vino 1 Vino 2 Dott. Alberto Salvadori 2000 18 50.000 bottiglie Grasparossa 15 Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC 2013 30 Lambrusco Grasparossa dell’Emilia IGP 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 127 ROMAGNA La Casetta dei Frati Via dei Frati, 8 47015 Modigliana (FC) Tel. 0546 940628 348 2200167 [email protected] www.casettadeifrati.com Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Maria Adele Ubaldi 1970 Francesco Bordini 9 12.000 bottiglie Chardonnay, Trebbiano, Merlot, Sangiovese, Cabernet Sauvignon I frawines: i vini della Casetta dei Frati – Sapidi e minerali, il carattere delle antiche marne d’altura dei vigneti di proprietà, tutti ammessi alla DOC; tutti micro-vinificati a partire dal “cru”, solo uve della stessa varietà coltivate nello stesso vigneto, a rendere conto del terroir, varietà, annata. I bianchi, imbottigliati con tappo “Stelvin”® in atmosfera controllata (elio), per preservarne l’aroma caratteristico e l’ottima freschezza originale. Con un Brut sorprendente, a partire dallo Chardonnay Musqué, qui splendidamente ambientato dall’agronomo Remigio Bordini. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Fracanto™ Brut Forlì Bianco IGT Vino Spumante di Qualità 2012 Fravento® Colli Romagna Centrale Bianco DOC 2011 Fratempo™ Romagna Sangiovese Riserva Modigliana DOC 2011 in purezza Framonte® Sangiovese di Romagna DOC 2009 in purezza I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 128 COLLI BOLOGNESI La Marmocchia Via S. Apollinare, 2785/A Loc. Castello di Serravalle - Valsamoggia (BO) Zona di produzione: Colli Bolognesi, Via Abbazia Loc. Monteveglio, Valsamoggia (BO) Tel. 320 6650392 [email protected] www.lamarmocchia.com Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Alberto Montaguti 1884 Giovanni Fraulini 14 40.000 bottiglie Pignoletto 7 ha, Barbera 2 ha, Cabernet, Sauvignon, Chardonnay Ricevuto Eccellenza Guida AIS con Pignoletto Superiore Doc Colli Bolognesi annate 2011 e 2013 Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Pignoletto Frizzante DOC Colli Bolognesi 2013 Pignoletto Superiore DOC Colli Bolognesi 2013 Pignoletto Spumante Brut DOC Colli Bolognesi 2013 Rosso Bologna DOC Colli Bolognesi 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 129 ROMAGNA La Pistona Corso Diaz, 36 47121 Forlì (FC) Zona di produzione Via Lago, 4 - Modigliana (FC) Via Lollini, 93 - Montebelluna (TV) Tel. 348 5314787 [email protected] www.lapistona.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Fabio De Nadai 2000 Francesco Bordini 10 20.000 bottiglie Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot, Ciliegiolo, Chardonnay, Trebbiano, Glera (Prosecco) L’azienda possiede e conduce due tenute, entrambe poste ad altitudini tra i 300 ed i 450 metri, una in Romagna a Modigliana (FC) ed una in Veneto a Montebelluna (TV) Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Fabius Sangiovese Riserva DOC Colli di Faenza 2010 Ruggi Rosso DOC Colli di Faenza 2010 Sofi Bianco DOC Colli di Faenza 2013 Prosecco Superiore DOCG Asolo I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 130 EMILIA La Rizzola Az. Agr. Anna De Matteis Via Mazzini, 5 40012 Calderara di Reno (BO) Tel. 393 9070178 (Lorenzo) 345 4711403 (Laura) [email protected] www.larizzolavini.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Lorenzo Angelici, Anna De Matteis 1985 Enzo Mattarei 11 40.000 bottiglie Reno Pignoletto 5 ha, Reno Montuni 2 ha, Lambrusco 1 ha, Merlot 1 ha, Trebbiano, Albana, Riesling, Ancellotta St. Helena Lambrusco dell’Emilia IGT 2013 Noah vino rosso Merlot barricato 2012 Numa Reno Pignoletto Spumante Brut 2013 Reno Pignoletto DOC Frizzante 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 131 ROMAGNA La Sabbiona Via di Oriolo, 10 48018 Faenza (RA) Tel. 0546 642142 [email protected] www.lasabbiona.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Altini Mauro 1970 Ivano Emiliani 15 50.000 bottiglie Trebbiano, Albana, Malvasia, Famoso, Sangiovese, Centesimino, Syrah L’Azienda vitivinicola e Agrituristica La Sabbiona è situata in posizione panoramica sulle splendide colline che circondano l’antica Torre di Oriolo dei Fichi, nel cuore della Romagna, a pochi chilometri da Faenza. L’azienda dispone di 28 ettari di terreno, 15 sono destinati ai vigneti. In questo territorio ricco di arte e di storia,la famiglia Altini desidera conservare gli antichi sapori e tradizioni , offrendo ospitalità in un’antica dimora rurale, ristrutturata in armonia con il passato e i confort del presente. L’amore per il vino ci ha portato a sviluppare l’attività vitivinicola, ricercando la genuinità e la qualità del prodotto. Con la selezione manuale delle uve alla raccolta, si ottengono vini di prima qualità D.O.C. e I.G.T. tipici della Romagna. La nostra attenzione è rivolta alla salvaguardia di antiche varietà di vigneti autoctoni come il vitigno rosso “Centesimino” e il vitigno bianco ”Famoso”. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Divo Famoso Spumante Extra Dry 2013 Alba della Torre Romagna Albana DOCG Secco 2012 Rosso della Torre Romagna Sangiovese DOC Superiore 2013 Centesimino Centesimino IGT Ravenna 2012 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 132 COLLI PIACENTINI La Stoppa Stoppa, 220 29029 Rivergaro (PC) Tel. 0523 958159 [email protected] www.lastoppa.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Elena Pantaleoni 1973 Giulio Armani 30 150.000 bottiglie Barbera, Bonarda, Malvasia di Candia Aromatica, Ortrugo, Trebbiano Trebbiolo Rosso IGT Emilia Rosso 2013 Ageno IGT Emilia Bianco 2010 Macchiona IGT Emilia Rosso 2009 Barbera della Stoppa IGT Emilia Barbera 2006 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 133 ROMAGNA Le Rocche Malatestiane Via Emilia, 104 47921 Rimini (RN) Tel. 0541 743079 [email protected] [email protected] www.lerocchemalatestiane.com Responsabile/i Gianluca Salini (commerciale) Elena Piva (comunicazione e relazioni esterne) Anno di fondazione 1959 Enologo Enrico Salvatori, Francesco Bordini Ettari vitati 800 Produzione annua 800.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon, Rebola, Chardonnay, Pagadebit Dal 1959 i vini de Le Rocche Malatestiane sono prodotti da 500 viticoltori che coltivano direttamente 800 ettari di vigneto distribuiti sulle colline della Provincia di Rimini, dall’alta Val Marecchia fino all’entroterra di Cattolica. Il rilancio del marchio Le Rocche Malatestiane arriva nel 2011 e riparte dall’identità del nostro vino che è popolare e territoriale e dalla valorizzazione del vitigno Sangiovese che maggiormente ci contraddistingue poiché rappresenta oltre il 70% delle nostre produzioni totali. Nasce così il progetto “Territori del Sangiovese riminese” con l’idea di dar voce alle tre zone di produzione identificate per omogeneità, progetto che modifica anche l’approccio in vigna ed in cantina verso un’interpretazione del Sangiovese più rispettosa delle caratteristiche del vitigno e del territorio di provenienza. Alla produzione di Sangiovese si affiancano produzioni da vitigni autoctoni come Rebola, Pagadebit e Biancame e da vitigni internazionali come Merlot, Cabernet Sauvignon e Chardonnay che hanno trovato nel territorio riminese una loro positiva espressione. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 NOTE 134 I diavoli Romagna DOC Sangiovese Superiore 2013 Sigismondo Romagna DOC Sangiovese Superiore 2013 Mons Jovis 2011 Colli di Rimini DOC Sangiovese 2011 Larus 2013 Colli di Rimini DOC Rebola 2013 ROMAGNA Leone Conti Via Pozzo, 1 48018 Faenza (RA) Tel. 0546 642149 [email protected] www.leoneconti.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Leone e Gianfrancesco Conti 1989 Giancarlo e David Soverchia 17 80.000 bottiglie Albana, Sangiovese, Famoso, Centesimino, Ruggine, Termarina, Trebbiano, Chardonnay, Sauvignon Blanc, Merlot Romagna Albana DOCG Secco Progetto 1 2013 Ravenna Famoso IGT LeOne 2011 Ravenna Rosso IGT Arcolaio 2011 Romagna Sangiovese DOC Superiore Never Walk Alone 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 135 EMILIA Lini Oreste e Figli Via Vecchia Canolo, 7 Correggio (RE) Tel. 0522 690162 [email protected] www.lini910.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Alberto Lini, Alicia Lini 1910 Fabio Lini, Massimo Lini 25 400.000 bottiglie Lambrusco Salamino Metodo Classico Bianco Millesimato 2009 Metodo Classico Rosè Millesimato 2009 Gran Cuvee’ di Lambrusco Metodo Tradizionale 2009/2010 Lambrusco Scuro Lini 910 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 136 COLLI PIACENTINI Azienda Vitivinicola Lusenti S. S. Az. Agr. Località Casa Piccioni, 57 Tel. 0523 868479 [email protected] www.lusentivini.it Responsabile/i Anno di fondazione Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Lodovica Lusenti 1961 17 100.000 bottiglie Bonarda, Barbera,Ortrugo, Malvasia Di Candia Aromatica, Pinot Nero Conduco l’azienda dall’inizio degli anni ’90 ereditata dai miei genitori da sempre contadini viticoltori. L’ azienda si trova in Val Tidone in provincia di Piacenza e si estende per 17 ettari tutti a vigneto, allevati a Guyot, a un’altezza che varia dai 250 m. ai 300 m. slm. Coltivo principalmente solo vitigni autoctoni o del territorio, Bonarda, Barbera, Malvasia di Candia Aromatica, Ortrugo e Pinot Nero. L’impostazione a carattere familiare dell’azienda permette di seguire personalmente tutte le fasi di lavorazione sia nel vigneto che in cantina, cercando di rispettare al massimo il ciclo naturale dell’ambiente e del vino. I miei vini sono il risultato delle mani e della nostra terra, diversi da annata ad annata segno di lavorazioni tradizionali e del rispetto di ciò che la natura ci da. I vigneti e l’azienda sono certificati biologici. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 C.P. Malvasia DOC Frizzante Emiliana 2013 C.P. Pinot Nero DOC Frizzante Fiocco di Rose 2013 Spumante di Qualità Brut Rosè Metodo Classico 2010 C.P. Bonarda DOC La Picciona 2008 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 137 EMILIA Lusvardi Via Canale per Reggio, 2 Tel. 0522 646516 [email protected] www.lusvardi.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Rita Covezzi 2008 Federico Giotto 3,2 35.000 bottiglie Lambrusco Salamino, Lambrusco Grasparossa FOLLOW ME/SEGUIMI è il concetto che sintetizza la nostra filosofia aziendale, che si ritrova in ogni fase di produzione dei nostri vini: nessuna forzatura, nessuna correzione massima attenzione a preservare le caratteristiche dei nostri vitigni e della nostra terra da cui traggono personalità. Certificazione BIO (ICEA) IT ICA H2594. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Lusvardi Brut Vino Spumante 2013 Lusvardi Brut Rosè Vino Spumante 2013 Grato Vino Frizzante col fondo Emilia IGT 2012 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 138 ROMAGNA Az. Agr. Giovanna Madonia Via De’ Cappuccini, 130 47032 Bertinoro (FC) Tel. 333 4310441 - 346 9552666 [email protected] www.giovannamadonia.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Giovanna Madonia 1992 Attilio Pagli e Leonardo Conti 12 60.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Sangiovese 8 ha, Merlot 2 ha, Albana 1,5 ha, Cabernet 0,50 ha Vino 1 Tenentino Forlì Sangiovese IGT 2012 Vino 2 Fermavento Romagna DOC Sangiovese Superiore 2012 Vino 3 Ombroso Sangiovese di Romagna DOC Superiore Riserva 2009 Vino 4 Barlùme Colli Romagna Centrale DOC Rosso Riserva 2012 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 139 COLLI BOLOGNESI Manaresi Via Bertoloni, 14/16 40069 Zola Predosa (BO) Tel. 051 751491 335 7442080 - 335 8032189 [email protected] www.manaresi.net Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Donatella Agostoni Manaresi 2009 Emiliano Falsini 11 40.000 bottiglie Pignoletto 4,5 ha, Cabernet Sauv. 2,5, Sauvignon blanc 1, Merlot 1, Barbera 1,5 Chardonnay 0,5 La cantina Manaresi domina dall’alto i suoi vigneti, radialmente disposti, con vista su Bologna e tutta la pianura, fino a Modena e alle Alpi nei giorni limpidi. I suoli sono tipicamente ‘rossi’, argillosi con vene ghiaiose, e vantano una documentata vocazione millenaria per la viticoltura. L’azienda è dedicata a Paolo Manaresi (1908-1991), pittore e incisore del Novecento, nonno materno di Donatella Agostoni, che la conduce personalmente con Fabio Bottonelli nel rispetto del terroir e con la ricerca costante di equilibrio ed eleganza: “Fare vino per noi è fare (buona) agricoltura: ci mettiamo la faccia e le mani”. La cantina, dotata di tecnologie di ultima generazione che rispettano l’uva, è interrata sotto una casa rurale ristrutturata, con una parte originaria del primo novecento conservata inalterata. I vini sono prodotti esclusivamente con uve di proprietà raccolte a mano in cassetta con una filosofia agricola rigidamente a basso impatto e un approccio enologico attento, ma non invasivo. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Colli Bolognesi DOC Pignoletto Frizzante 2013 Colli Bolognesi DOCG Classico Pignoletto 2013 Colli Bolognesi DOC Merlot 2013 Colli Bolognesi DOC Rosso Bologna Controluce 2011 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 140 EMILIA Az. Agr. Manicardi Via Massaroni 1 41014 Castelvetro (MO) Tel. 059 799000 [email protected] www.manicardi.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Maria Livia Manicardi 1980 Valerio Macchioni 20 100.000 bottiglie Lambrusco Grasparossa di Castelvetro 14 Ha, Pignoletto Emilia 2 Ha La nostra azienda nasce nel 1980 con Enzo padre di Maria Livia, attuale proprietaria, che decide di portare avanti una passione personale per il mondo del vino che si trasforma, nel corso degli anni, in una ricerca sempre più approfondita della qualità di produzione. Dai primi pochi ettari inziali, siamo arrivati ad un’azienda strutturata su 35 ettari, ma che conserva ancora oggi un carattere tradizionale ed un forte legame con quella che si può, a ben ragione, definire una realtà familiare. La Manicardi, oggi, si estende sulle prime colline modenesi, su un’altitudine media tra i 250 ed i 300 metri, con un terreno ad impasto medio con presenza di argilla. Il clima si caratterizza per avere buone escursioni termiche in periodo vendemmiale. Il corpo aziendale è caratterizzato da diverse singole vigne, tra cui spicca il cru Vigna del Fiore. Pur mantenendo un forte legame con la tradizione produttiva della zona e della tipologia Lambrusco, cerchiamo di stare sempre attenti all’innovazione con l’obiettivo di avere vini di qualità. Ci piace anche sottolineare la nostra produzione di aceto balsamico tradizionale che realizziamo nella tipologia affinato ed extravecchio. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Lambrusco Grasp. di Castelvetro DOC Vigna Ca’ Del Fiore 2013 Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC Secco 2013 Spumante Rosè Brut Fabula 2013 Pignoletto dell’Emilia 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 141 BOSCO ELICEO Mattarelli Vini Via Rondona 23/B 44018 Vigarano Pieve (FE) Tel. 0532 43123 [email protected] www.mattarelli-vini.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Produzione annua Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Umberto Mattarelli 1964 Enzo Mattarei 350.000 bottiglie Rosa X Emy Spumante Rosato 2013 Bosco Eliceo Fortana Frizzante DOC 2013 Bosco Eliceo Bianco Frizzante DOC 2013 Baba Fortana Emilia IGT 2011 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 142 EMILIA Medici Ermete & Figli Via Newton 13/A - Gaida 42124 Reggio Emilia (RE) Tel. 0522 942135 [email protected] www.medici.it Responsabile/i Anno di fondazione Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Giorgio Medici 1961 75 800.000 bottiglie Ancellotta, Lambrusco Marani, Lambrusco salamino, Malbo Gentile, Malvasia di Candia Reggiano DOC Lambrusco secco Concerto 100% Lambrusco Salamino 2013 Reggiano DOC rosso secco Assolo 55% Ancellotta e 45% Lambrusco salamino 2013 Reggiano DOC Lambrusco secco Quercioli Lambrusco Salamino e Lambrusco Marani 2013 Malvasia DOC Colli Scandiano e Canossa secco 100% Malvasia Aromatica di Candia 2013 NOTE 143 ROMAGNA Merlotta Soc. Agr. di Minzolini Paolo & C. Via V. Gemito 12, Bologna Zona di produzione: Via Merlotta, 1 - Imola (Bo) Tel. 051 540502 - 349 8237664 [email protected] www.merlotta.com Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Minzolini Marco 1962 Minzolini Fabio 45 400.000 bottiglie Albana, Pignoletto, Trebbiano, Chardonnay, Pinot Bianco, Sangiovese, Merlot, Cabernet S., Cabernet F., Pinot Nero La Merlotta ha raggiunto da pochi anni l’importante traguardo del mezzo secolo d’attività. Oggi come allora, la proprietà è animata dalla stessa passione e dagli stessi ideali di genuinità contadina. Per segnare questa importante ricorrenza è nato il progetto di due vini di grande classe e struttura, tipicamente autoctoni, dedicati ai Fondatori. Oggi queste selezioni di Albana e di Sangiovese sono i vini che meglio rispettano le tradizioni del nostro territorio e trasmettono la passione con cui abili mani, della stessa famiglia, li lavorano da generazioni. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Fondatori GP Romagna Albana DOCG Secco 2013 Fondatori PG Romagna DOC Sangiovese Superiore Riserva 2011 Opus Aureum Chardonnay DOC Colli d’Imola Maturato in Rovere 2013 Opus Rubens Cabernet Sauvignon DOC Colli d’Imola 2011 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 144 ROMAGNA Noelia Ricci Società Agricola Via Pandolfa, 35 47016 Fiumana Predappio Tel. 0543 940073 - Fax 0543 940909 [email protected] Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vino 1 Vino 2 Paola Piscopo, Francesco Guazzugli Marini 1941 Francesco Bordini 5 39.000 bottiglie Sangiovese Il Sangiovese Noelia Ricci Sangiovese Superiore Romagna 2013 Godenza Noelia Ricci Sangiovese Superiore Romagna Cru 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 145 COLLI BOLOGNESI Nugareto Soc. Agr. Vinicola Via Ubaldo Poli, 4 40069 Zola Predosa (BO) Zona di produzione: Via Nugareto, 6 - 40037 Sasso Marconi (BO) Tel. 051 3515111 [email protected] www.nugareto.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 NOTE 146 Mauro Masi 2011 Salvatore Maule 13 30.000 bottiglie Pignoletto 4,50 ha, Sauvignon Blanc 2,60 ha, Cabernet Franc 1,70 ha, Cabernet Sauvignon 1,20 ha, Pinot Bianco 0,80 ha, Merlot 0,80 ha, Chardonnay 0,70 ha Giullare Pignoletto Frizzante 2013 Canto Bianco Bologna 2013 Monello Rosso Bologna 2013 Petroniano Bologna Spumante 2013 EMILIA Opera02 di Ca’ Montanari Via Medusia, 32 41014 Levizzano di Castelvetro (MO) Tel. 059 741019 [email protected] www.opera02.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Mattia Montanari 2002 Enzo Mattarei 21 80.000 bottiglie Lambrusco Grasparossa di Castelvetro e Salamino, Malbo Gentile, Trebbiano, Fiano, Moscato Produzione Biologica Certificata ICEA. Produzione di ABTM - Agriturismo e camere Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Opera Pura Brut 2013 Malbo Gentile Rosso Emilia IGP Secco 2012 Lambrusco di Modena Opera02 Secco 2013 Lambrusco di Modena OperaRosa Spumante Brut Rosé 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 147 COLLI BOLOGNESI Orsi Vigneto San Vito Via Monte Rodano, 8 Tel. 051 964521 [email protected] www.vignetosanvito.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Federico Orsi 2005 Federico Ecchia 40.000 bottiglie Pignoletto, Barbera, Cabernet Sauvignon Pignoletto sui lieviti IGT 2013 Posca Bianca Posca Rossa Martignone 2011 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 148 ROMAGNA Palazzona di Maggio Via Panzacchi, 16 40064 Ozzano Dell’Emilia Tel. 335 397030 [email protected] www.palazzonadimaggio.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Federico Perdisa, Antonella Breschi Perdisa 1960 Aroldo Bellelli, Federico Curtaz 15,50 40.000 bottiglie Merlot, Cabernet Franc, Sangiovese di Romagna ,Chardonnay, Petit Verdot I vigneti della tenuta sono ubicati in media collina, tra i 60 e i 110 m.s.l, magnificamente esposti e coltivati in terreni a medio impasto, condizioni ideali per l’ottenimento di uve di elevata qualità. Gli impianti sono ad alta densità con 5.500 piante per ettaro e il sistema di allevamento è a cordone speronato. Le principali varietà coltivate sono Merlot, Cabernet Franc, Petit Verdot, Sangiovese. Per i bianchi, Chardonnay. La superficie a vite è di 15,50 ettari su di un totale di 63 ettari della tenuta. L’attenta pratica agronomica completa la vocazionalità del sito. A partire dalla potatura invernale tutte le operazioni che seguono come spollonatura, palizzatura, cimatura, sfogliatura e diradamento, sono scrupolosamente eseguite con l’unico obbiettivo di ottenere uve mature e perfettamente integre dal punto di vista sanitario. Anche la difesa antiparassitaria viene eseguita secondo le norme restrittive di lotta integrata E’ dopo un’attenta valutazione visiva, gustativa e analitica (zuccheri e acidità) delle uve che le stesse vengono raccolte in piccole cassette e portate immediatamente in cantina dove avviene un’ulteriore selezione prima della pigiatura. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Dracone Colli di Imola 2009 Dracone Riserva Colli di Imola 2008 Ulziano Sangiovese di Romagna Superiore 2011 Maleto Chardonnay 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 149 EMILIA Paltrinieri Gianfranco Via Cristo 49 41030 Sorbara (MO) Tel. 059 902047 [email protected] www.cantinapaltrinieri.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Alberto Paltrinieri 1926 Attilio Pagli e Leonardo Conti 15 90.000 bottiglie Lambrusco di Sorbara DOC 13 ha Lambrusco Salamino 3 ha, Trebbiano 1 ha Azienda agricola a conduzione familiare che da tre genezioni produce lambrusco di sorbara doc nella sua massima tipicita’ e tradizione, occupandosi di tutto il ciclo produttivo Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Leclisse Lambrusco di Sorbara DOC 2013 Radice Lambrusco di Sorbara DOC rifermentato in bottiglia 2013 Sant’Agata Lambrusco di Sorbara DOC 2013 Greto Lambrusco di Modena DOC Salamino 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 150 ROMAGNA Podere La Berta Via Berta, 13 48013 Brisighella (RA) Tel. 0546 84998 - 335 7681610 [email protected] www.poderelaberta.com Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Giovanni, Nicolò e Domenico Poggiali 2009 Dr. Franco Bernabei 15 55.000 bottiglie Sangiovese, Trebbiano, Albana, Malvasia Romagna Sangiovese DOC 2013 Romagna Sangiovese Superiore DOC 2011 Romagna Sangiovese Superiore Riserva DOC 2010 Romagna Albana DOCG 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 151 COLLI BOLOGNESI Podere Riosto Via di Riosto, 12 40065 Pianoro (BO) Tel. 051 777109 [email protected] www.podereriosto.it Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 1950 Mariano Pancot 16 80.000 bottiglie Pignoletto 5,41 ha, Sauvignon 2,06 ha, Chardonnay 0,96 ha, Barbera 2,72 ha, Cabernet 2,70 ha, Merlot 1,34 ha, Vite Fantini 0,66 ha Pignoletto Frizzante DOC Colli Bolognesi 2013 Bianco Bologna DOC Colli Bolognesi 2013 Rosso Bologna DOC Colli Bolognesi 2013 Pignoletto Spumante Brut DOC Colli Bolognesi 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 152 ROMAGNA Poderi dal Nespoli Villa Rossi, 50 - Nespoli 47012 Civitella di Romagna (FC) Tel. 0543 989911 [email protected] www.poderidalnespoli.com Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Fabio Ravaioli [email protected] 1929 Scipione Giuliani 130 900.000 bottiglie Sangiovese, Pinot bianco, Albana, Merlot, Cabernet, Bombino, Chardonnay Romagna DOC Sangiovese Superiore Riserva Il Nespoli 2011 Romagna DOC Sangiovese Superiore Prugneto 2013 Rubicone IGT Pinot Bianco Dogheria 2013 Romagna DOC Pagadebit 2013 NOTE 153 ROMAGNA Poderi Morini Az. Agr. Alessandro Morini Via Gesuita 4/B 48018 Faenza (RA) Tel. 0546 638172 [email protected] www.poderimorini.com Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Alessandro Morini 1998 Maurizio Castelli, Sergio Ragazzini 35 100.000 bottiglie Sangiovese, Centesimino, Albana, Longanesi, Sauvignon Blanc, Chardonnay Romagna Sangiovese DOC Superiore Morale 2013 Romagna Albana DOCG Secco Sette Note 2012 Ravenna Centesimino IGT Savignone 2013 Spumante Brut Rose’ Morose’ I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 154 ROMAGNA Randi Via San Savino, 113 Fusignano (RA) Tel. 349 46840911 [email protected] www.randivini.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Randi Massimo 1951 Sergio Ragazzini 40 50.000 bottiglie Famoso, Longanesi, Malbo Gentile, Pinot Bianco, Chardonnay, Trebbiano Rambela 2013 Burson Rosato Brut 2013 Burson Et. Nera 2009 Burson Et. Blu 2011 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 155 ROMAGNA San Valentino Az. Agr. Biodinamica Via Tomasetta, 13 47923 Rimini (RN) Tel. 335 370477 [email protected] www.vinisanvalentino.com Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 NOTE 156 Roberto Mascarin 1990 Benoit De Coster 20 120.000 bottiglie Sangiovese, Syrah, Montepulciano, Trebbiano, Rebola, Chardonnay Terra di Covignano Romagna Sangiovese Superiore Riserva 2011 Scabi Romagna Sangiovese Superiore 2012 Vivian Rosso IGT Rubicone Sangiovese Syrah Montepulciano 2011 Mascarin Rosso IGT Rubicone Syrah 2011 MARCHE Sergio Rossi Az. Vitivinicola di Mardari Galina Via Zongo, 9 61121 Pesaro (PU) Zona di produzione: Via del Boncio 77/1 - 61122 Pesaro (PU) Tel. 339 5312093 [email protected] www.fossodeironchi.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vino 1 Vino 2 Galina Mardari 2008 Francesco Bordini 3 10.000 bottiglie Pinot Nero Pinot Nero Focara Riserva Fosso dei Ronchi Costa del Picchio 2012 Pinot Nero Focara Riserva Fosso dei Ronchi Costa del Riccio 2012 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 157 ROMAGNA Spinetta Via Pozzo, 26 - Santa Lucia 48018 Faenza (RA) Tel. 0546 642037 338 2277013 - 340 5363293 [email protected] www.spinetta.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Luciano Monti 1992 Sergio Ragazzini 23 50.000 bottiglie Albana, Trebbiano, Chardonnay, Sauvignon Blanc, Sangiovese, Uva Longanesi, Centesimino, Cagnina, Cabernet Sauvignon, ecc... Burson Ravenna Rosso IGT 100% Uva Longanesi 2008 Cuordileone Romagna Sangiovese DOP Superiore 100% Sangiovese 2012 Regina Vino Spumante di Qualità 100% da uva Famoso Centesimino Ravenna Rosso IGP 100% Centesimino 2012 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 158 COLLI BOLOGNESI Tenuta Bonzara Via San Chierlo 37/A 40050 Monte San Pietro (BO) Tel. 051 6768324 [email protected] www.bonzara.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Famiglia Lambertini 1963 Walter Iannini 15 70.000 bottiglie Pignoletto, Sauvignon, Merlot, Cabernet Sauvignon L’azienda, fondata 50 anni fa da Angelo Lambertini, si caratterizza per una produzione di qualità con particolare attenzione ai vitigni autoctoni. Si trova in posizione panoramica a 500 m. s.l.m. a 25 km. da Bologna Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Il Colli Bolognesi Rosso Bologna DOC 2013 Bonzarone Colli Bolognesi Cabernet Sauvignon DOC 2009 Vigna Antica Colli Bolognesi Pignoletto Classico DOCG 2013 Angelo Lambertini Brut Colli Bolognesi Pignoletto Spumante DOC 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 159 COLLI BOLOGNESI Tenuta Folesano Via San Silvestro, 17 - Loc. Panico 40043 Marzabotto (BO) Tel./Fax 051 932204 338 8952014 www.folesano.it [email protected] Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Andrea Berti 1959 Carla Cavara, Andrea Berti 7,2 30.000 bottiglie Merlot 1,5 ha, Sangiovese 1,6 ha, Albana 1 ha, Cabernet Sauvignon 1 ha, Sauvignon 0,9 ha, Barbera 0,7 ha Guidesco Colli Bolognesi Merlot DOC 2011 Folesano Sangiovese Emilia IGP Biologico 2013 Gariete Albana Emilia IGP Biologico 2013 Maghinardo Spumante Brut Rosè Biodinamico I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 160 ROMAGNA Tenuta La Viola Az. Agr. Gabellini di Serra Lidia Via Colombarone, 888 47032 Bertinoro (FC) Tel. 0543 445496 [email protected] www.tenutalaviola.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Stefano Gabellini 1998 Giuseppe Caviola 7 47.000 bottiglie ca. Romagna Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot Romagna Sangiovese Sup. DOC Oddone 2013 Romagna Sangiovese Sup. DOC Il Colombarone 2012 Sangiovese di Romagna Sup. DOC Riserva P. Honorii 2010 Forlì Rosso IGT Vigna 25 2011 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 161 ROMAGNA Tenuta Biodinamica Mara Via Cà Bacchino, 1665 San Clemente (RN) Tel. 0541 988870 - 328 2196982 [email protected] www.tenutamara.com Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Leonardo Pironi 2007 Leonardo Pironi 7 35.000 bottiglie Sangiovese 7 ha Dalla passione per il vino di Giordano Emendatori, nel 2010, dopo cinque lunghi anni di attesa, sulle colline dell’entroterra romagnolo,a San Clemente, Rimini, nasce ‘Maramia’, il primo vino Biodinamico prodotto in Provincia di Rimini. L’Agricoltura Biodinamica è un modo di pensare e di coltivare la terra,eticamente rispettosa dell’ambiente e del lavoro, capace di produrre cibi che nutrono tutto l’essere umano, non solo la sua componente fisica, il tutto senza utilizzo di alcuna sostanza chimica, concimi, diserbanti, fitofarmaci comunemente usati nella viticultura convenzionale. Alla Tenuta Mara si produce solo un vino, il Sangiovese, che è il vitigno tipico della zona. Assaporandolo si sente solo il sapore dell’uva trasformata in vino. La Tenuta Biodinamica Mara è una distesa di sette ettari di vitigno su un terreno in pendenza ed esposto al dolce sole della Romagna; è stata improntata ai principi della biodinamica, che si sono voluti abbracciare e fare propri integralmente, a partire dalla scelta del giusto orientamento per la messa a dimora delle viti. Infine, alla Tenuta Mara si utilizza la pratica agronomica del sovescio consistente nell’interramento di apposite colture allo scopo di mantenere ed aumentare la fertilità del terreno: si introducono nel campo piante in grado di curare la terra ed aumentare la biodiversità; si semina per produrre nel terreno, oltre ad un’azione energetica, anche un’azione fisica, meccanica da parte delle piante seminate.Ma non è tutto… Alla Tenuta Biodinamica Mara le viti crescono accompagnate dalla musica classica: archi, fiati e accordi musicali si diffondono nell’aria e abbracciano le piante che prosperano tra le armonie di Mozart, come in una sconfinata sala da concerto. Le armonie seguono il processo di trasformazione dell’uva in vino fino alla cantina, dove risuonano i canti gregoriani, in un’atmosfera di assoluta pace e meditazione. Passeggiando per la Tenuta l’orecchio è coccolato anche dal canto di numerosi uccelli che rivestono un ruolo fondamentale per preservare l’equilibrio biologico dell’ecosistema agrario. In più la loro nidificazione è un valido indicatore della salute e della biodiversità dell’habitat. Per questo sono state posizionate 400 cassette nido per uccelli, 46 cassette rifugio per i pipistrelli e 5 pareti nido per gli insetti. Un bel modo di fare pace col pianeta. Un motivo in più per visitare la Tenuta Biodinamica Mara e intrattenersi con i suoi meravigliosi abitanti… Vino 1 Maramia 2012 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 162 ROMAGNA Tenuta Masselina Via Pozze, 1030 48014 Castelbolognese (RA) Tel. 338 6314075 [email protected] www.masselina.it Responsabile/i Anno di fondazione Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Andrea Celletti 2007 17 40.000 bottiglie Sangiovese, Albana, Trebbiano, Chardonnay, Pignoletto, Cabernet Sauvignon Vino 1 Vino 2 Romagna Albana DOCG Secco 2012 Vino Spumante Brut Metodo Classico 2010 Romagna DOC Sangiovese Superiore 2013 Sangiovese di Romagna DOC Riserva 2010 Vino 3 Vino 4 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 163 ROMAGNA Tenuta Nero del Bufalo Via Canalazzo, 1 48020 S. Agata sul Santerno (Ra) Tel. 348 3368674 [email protected] www.nerodelbufalo.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vino 1 Vino 2 Turi Giuseppe 1996 Francesco Bordini 5 10.000 bottiglie Merlot, Trebbiano, Cabernet Nero del bufalo 2011 Bolle del bufalo 2012 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 164 ROMAGNA Tenuta Pennita Via Pianello, 34 Loc. Terra del Sole 47011 Castrocaro Terme Tel. 348 2333510 [email protected] www.lapennita.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Gianluca Tumidei 1973 Franco Calini 37 45.000 bottiglie Sangiovese, Merlot, Cabernet, Sirah, Viognier, Albana, Moscato, Malvasia La Pennita Sangiovese Sup. 4 Cru 2012 Terredelsol Sangiovese Riserva 2008 Rugiada Romagna Albana Secco 2013 Edmeo Forlì Rosso IGP 2008 Numero piante olivo 15.200 Produzione annua 45 q.li Cultivar presenti in azienda: Correggiolo, Nostrana di Brisighella, Ghiacciola Olio 1 Monte Poggiolo Selezione Alina Olio 2 Monte Poggiolo Olio 3 Valdoleto NOTE 165 COLLI PIACENTINI Tenuta Pernice Località Pernice di Castelnovo, 283 29011 Borgonovo Val Tidone (PC) Tel. 0523 860050 [email protected] www.tenutapernice.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Chiara Azzali 1988 Dottor Stefano Testa 42 300.000 bottiglie Ortrugo 10 ha, Sauvignon 4,5 ha, Chardonnay 3,5 ha, Malvasia 3 ha, Barbera e Bonarda x Gutturnio 20 ha, Cabernet Sauv. 1 ha Vini doc dei colli piacentini in Val Tidone, esperienza e passione da più di 20 anni, controllo diretto di tutta la filiera di produzione. L’azienda agricola Tenuta Pernice garantisce da sempre al consumatore un prodotto salubre e di qualità, che nasce dalla tradizione e dalla cultura del territorio. Attenta alle esigenze di mercato e alla salvaguardia ambientale, Tenuta Pernice opera in modo chiaro, trasparente e documentabile. Dal 1996 a oggi Tenuta Penice si attiene al disciplinare di produzione integrata. Questo disciplinare promuove una gestione sostenibile dei terreni agricoli, promuovendo la salvaguardia delle risorse idriche, la tutela del suolo, la protezione e la valorizzazione della biodiversità e del paesaggio agrario, il miglioramento della qualità dell’aria. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 NOTE 166 Gutturnio Frizzante DOC 2013 Gutturnio Superiore DOC 2013 Ortrugo Frizzante DOC 2013 Colli Piacentini Malvasia Frizzante DOC 2013 ROMAGNA Tenuta Pertinello Via Arpineto - Pertinello, 2 47010 Galeata (FC) Tel. 0543 983156 [email protected] www.tenutapertinello.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Mancini Moreno 2000 Moltard Fabrizio 11 50.000 bottiglie Sangiovese, Albana Con i suoi 35 ettari (11 a vigneto e oltre 14 ricoperti da bosco) la Tenuta Agricola Pertinello si estende su un versante collinare che domina la Valle dell’Alto Bidente, a pochi chilometri di distanza dal parco nazionale delle Foreste Casentinesi. Le vigne crescono ad altitudine di 300 metri su un terreno sassoso, ricco di calcare e argilla, esposte a pieno sole a sud-sudest, costantemente ventilate e caratterizzate climaticamente da elevate escursioni termiche e da scarsa piovosità. Queste peculiarità ambientali rendono la vigna e l’uva sempre sane, senza necessità di particolari interventi fitosanitari. Per elevare la qualità dell’uva, sono state scelte per le vigne nuove un impianto a cordone speronato in parete verticale, con un elevato numero di ceppi (6.000 per ettaro) e con basse rese (non superiore ai 65 quintali per ettaro). La fermentazione è termocontrollata automaticamente in tini di acciaio inox a pistoni per l’affondamento delle bucce a intervalli regolari. La maturazione del vino ha luogo invece in una cantina di vecchi mattoni e pietra, completamente interrata e con una temperatura naturale costante, compresa tra i 12° e i 15°, e un’umidità del 70-80 %. Il vino matura 18 mesi, prima in grosse botti e successivamente in barriques di legno di rovere proveniente dalle foreste francesi di Allier. Prima di essere etichettato e distribuito, riceve per oltre otto mesi un affinamento finale in bottiglia. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 DOC Colli della Romagna Centrale Sangiovese Riserva Il Sasso 2008 DOC Colli della Romagna Centrale Sangiovese Superiore Il Pertinello 2011 DOC Colli della Romagna Centrale Sangiovese Il Bosco 2013 Vino Spumante di Qualità Extra Brut Metodo Classico di Pertinello I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 167 ROMAGNA Tenuta Piccolo-Brunelli Strada San Zeno, 1 47010 Galeata (FC) Zona di produzione: Predappio Tel. 346 8020206 [email protected] www.piccolobrunelli.it Responsabile/i Anno di fondazione Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Pietro Piccolo Brunelli 1937 20 15.000 bottiglie Sangiovese 15 ha, Merlot 2 ha, Cabernet Sauvignon 2 ha, Syrah 1 ha L’azienda affonda le sue antichissime origini nel XII secolo. La prima fonte scritta si ha in un documento del 1371: ne la “Descriptio Romandiole” è citata “Villam Strate” la quale era al tempo un possedimento dello Stato Pontificio; in quei anni era tenuta da Nicola degli Ubertini al costo di quattro Fumanterie annue. Dal 1424 Villa Strada entrò nella sfera di influenza della repubblica fiorentina, prima, poi del gran ducato di toscana fino al 1860. Nei primi anni del 1500 fu costruito il primo nucleo della villa vera e propria avvolgendo al suo interno una torretta del 1150. Agli inizi del secolo scorso Dante Fiorentini la acquistò insieme ai 33 poderi che costituivano la proprietà. L’attuale conduttore Pietro Piccolo-Brunelli insieme ai fratelli Francesco e Maria Lidia rappresenta la quarta generazione: dopo Dante, la nonna Lidia e il padre Francesco. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Pietro 1904 IGT Forlì Rosso 2008 Cesco 1936 Sangiovese di Romagna Superiore 2009 Il Conte Pietro Sangiovese di Romagna Superiore 2011 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 168 ROMAGNA Tenuta Saiano L’oasi di Montebello Via Casone, 33 47825 Montebello di Poggio Torriana (RN) Tel. 0541 628505 - 628605 366 7862921 [email protected] www.tenutasaiano.it Responsabile/i Cristina Maggioli, Ofelia Bartolucci, Manuel Estacio (agronomo) vigneto e cantina Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda 2006 Francesco Bordini 10 15.000 bottiglie Sangiovese, Merlot, Cabernet, Rebola, Grenage Tenuta Saiano è immersa in un’oasi naturale di 60 ettari a Montebello di Torriana. Fondata nel 2003 da Manilo maggioli. La particolare conformazione geologica dell’area di Torriana, con terreni sedimentari, originate da marne gessose a un’altitudine di 400 metri sul livello del mare, caratterizzano fortemente l’identità della nostra azienda. È un progetto che prende vita dall’amore per la Romagna. Tenuta Saiano è un progetto di filiera certa e corta (dalla terra alla tavola) con il ristorante e la bottega de La Sangiovesa a Santarcangelo di Romagna, della stessa proprietà. Dal 2012 abbiamo effettuato la conversione in agricoltura biologica. L’oasi di tenuta Saiano è popolata da ricca flora e fauna spontanea. nell’azienda agricola alleviamo allo stato brado pollame, pecore, agnelli e maiali. In mezzo ai boschi prendono vita i vigneti. Vogliamo vedere l’espressione stilistica classica nei nostri vini, valorizzando l’identità di questo luogo e delle nostre uve. Dal 2013 abbiamo cominciato a produrre, in serie limitata e numerata, vini aromatizzati e liquori, su ricette di Baldo Baldini. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Gianciotto Romagna Sangiovese 2013 Saiano Rubicone Rosso IGT 2013 Rosanita Spumante Brut Rosè IGT Rubicone 2013 Arrangiato vino aromatizzato a base di vino Rosso Saiano IGT 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 169 COLLI BOLOGNESI Tenuta Santa Cecilia alla Croara Az. Agr. Nicoletta Madrigali Via Croara, 7/H 40068 San Lazzaro di Savena (BO) Tel. 051 6251905 [email protected] www.tenutasantaceciliacroara.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Nicoletta Madrigali 2007 Enzo Mattarei 5,5 10.000 bottiglie Pignoletto 2,2 ha, Riesling Italico 1,0 ha, Merlot 0,6 ha, Cabernet 0,8 ha, Barbera 0,9 ha Conduzione agricola e vinificazione biologica certificata. Allevamento Guyot e inerbimento naturale. Zona di produzione Colli Bolognesi DOC e DOCG, altitudine circa 150 metri, composizione del terreno Sabbia Gialla e Terra dei Gessi, resa di uva per ettaro 60-70 quintali, vendemmia manuale, fermentazione in vasche d’acciaio. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Pignoletto Frizzante 2013 Barbera Frizzante 2011 Riesling 2011 Emily 2011 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 170 COLLI BOLOGNESI Tenuta Santa Croce Via Abè, 33 40050 Monteveglio (BO) Tel. 051 6702069 - 340 8957468 [email protected] www.tenutasantacroce.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Giorgio Chiarli 1986 Dott. Giovanni Fraulini 30 200.000 bottiglie Pignoletto 22 ha, Cabernet 3 ha, Sauvignon 1.5 ha, Merlot 1 ha, Barbera 1 ha, Riesling 1.5 ha Il piacere di credere nel futuro, alla ricerca d’importanti traguardi nel rispetto delle peculiarità che il nostro territorio offre. La serena consapevolezza che senza delle forti radici in questo mondo, perdere la propria identità sia un rischio molto alto. Due sentimenti che rappresentano questa piccola realtà in crescita. Dalla volontà della famiglia Chiarli di allargare l’offerta dei vini DOC regionali già all’inizio degli anni 90, nasce una collaborazione con i piccoli nuclei produttivi in particolare nell’area dei Colli Bolognesi. Dopo aver minuziosamente valutato le potenzialità della zona e dei vini prodotti, in particolare quelle del Pignoletto, uva autoctona di grande carattere, viene rilevata la Tenuta Santa Croce a Monteveglio, già detta Cantina dell’Abbazia. La grande scommessa è di rendere onore alle caratteristiche peculiari di quest’eccellenza locale, tramite il possesso del ciclo completo produttivo di un vino poco conosciuto e non sempre interpretato al meglio, sia dal produttore che dall’operatore. D’altronde non in tutti i campi la tradizione è custode di eccellenze. A volte è solo l’unica ancora cui legare successi incostanti e spesso fortuiti, nella speranza di tramandare buone pratiche ai posteri. Lo sviluppo tecnologico esponenziale avvenuto nel XX secolo ha dato vigore ad un’innovazione in tutti gl’aspetti del mondo del vino. Non appena acquistata la Tenuta è iniziato il rinnovo di tutte le fasi della produzione, a partire dal vigneto passando alla tecnologia disponibile in cantina e ovviamente completando il percorso col packaging. A fine vendemmia 2012 sono stati terminati, locali interrati per ottenere le condizioni desiderate in modo naturale. Al piano superiore di questi nuovi ambienti di lavoro è sita la moderna sala degustazione, affiancata da una sala da pranzo attiva in forma agrituristica su prenotazione. Oggi la passione che nasce dal contatto quotidiano con un mondo fantastico come quello del vino, ha portato i fratelli Carlo ,Stefano e Giorgio Chiarli a valorizzare sia dal punto di vista qualitativo che da quello culturale un’azienda tra le più strutturate della zona. In effetti, cultura e settore agroalimentare si trovano sempre più legati reciprocamente: consumare prodotti peculiari del territorio di provenienza con una spesa leggermente maggiore rispetto a quelli più globalizzati è frutto di una sensibilità che è la base di un’identità sociale. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Sit a Montuì Colli Bolognesi Classico Pignoletto DOCG 2012 Al Campedi Colli Bolognesi Cabernet Sauvignon 2012 Metodo Tradizionale Colli Bolognesi DOC Pignoletto frizz. fermentazione in bott. 2013 Cuvée Nettuno Colli Bolognesi DOC Pignoletto Spumante 2013 NOTE 171 ROMAGNA Tenuta Santa Lucia Via Giardino 1400 47025 Mercato Saraceno (FC) Tel. 331 5072098 [email protected] www.santaluciavinery.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Paride Benedetti 2006 Giancarlo e David Soverchia 16 50.000 bottiglie Sangiovese, Albana, Famoso, Centesimino L’idea aziendale è quella di produrre vini che rappresentino il territorio, quindi vitigni autoctoni, vinificati in purezza. Tutti i vigneti sono coltivati secondo le metodologie dell’agricoltura biologica e biodinamica per avere prodotti con il massimo della salubrità. Da qualche anno, l’azienda, sta impiantando vigneti, anche piccoli appezzamenti, oppure recupera vecchi vigneti, in zone strategiche, particolarmente vocate, per andare alla ricerca di quei Cru che diano la massima espressione dei vitigni locali. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Famous Famoso Rubicone IGP 2012 Albarara Cru Artigianale Romagna Albana secco DOCG 2011 Sassignolo Romagna Sangiovese Superiore Riserva DOC 2011 Santalucia Metodo Classico Vino spumante di qualità Extra Brut 2012 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 172 ROMAGNA Tenuta Uccellina Esposizione e degustazione: Via IV Novembre, 13 - 48026 Russi (RA) Zona di produzione: Bertinoro, Russi Tel. 334 2274227 Tel./Fax 0544 580144 [email protected] www.tenutauccellina.com Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Amoroso Anna Antonietta 1985 Sergio Ragazzini 7 7.000 bottiglie Burson Ravenna Rosso 2009-2008 Hermes IGT 2013 Rambela Extra Dry 2013 Rambela Secco 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 173 ROMAGNA Tenuta Villa Trentola di Prugnoli Federica Via Cantamiglio, 30 47034 Forlimpopoli (FC) Zona di produzione: Via Molino Bratti, 1305 47032 Bertinoro (FC) Tel. 0543 741389 (ufficio 8.30/12.30) [email protected] www.villatrentola.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vino 1 Vino 2 Dott.ssa Federica Prugnoli 2002 Fabrizio Moltard 20 40.000 bottiglie Trebbiano, Sangiovese, Merlot Il Prugnolo di Villa Trentola 2012 Il Moro di Villa Trentola 2009 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 174 EMILIA Terraquilia di Mattioli Romano Via Caldana - 41052 Guiglia (MO) Tel. 059 931023 [email protected] www.terraquilia.it Responsabile/i Anno di fondazione Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Romano Mattioli 2004 5 35.000 bottiglie Lambrusco Grasparossa, Sangiovese, Malbo Gentile, Pignoletto, Trebbiano R. La Cantina TERRAQUILIA e le sue vigne si trovano nel comune di Guiglia (MO), inserite in un contesto naturale incontaminato. A 450 metri sul livello del mare, una quota piuttosto inusuale per le coltivazioni vitivinicole della nostra regione, le vigne e la cantina sono curate nel rispetto della tradizione, legata ai cicli delle stagioni e ai ritmi lenti e meditati della natura. Le escursioni termiche, favorite dalle brezze della valle del fiume Panaro, influenzano la maturazione delle uve esaltando le caratteristiche dei vitigni. Questo ci permette di ottenere un vino autentico e naturale come la nostra terra. Lo sfruttamento dei nostri terreni è volutamente basso, con una produzione di circa 70 qli per ettaro, per privilegiare la qualità delle uve rispetto alla quantità prodotta. In cantina la nostra metodologia produttiva, il METODO ANCESTRALE, ha radici antiche: abbiamo recuperato dal passato l’esperienza dei nostri antenati che sapevano sfruttare il susseguirsi delle stagioni per controllare le fasi della fermentazione. Con l’utilizzo di tini refrigerati blocchiamo la fermentazione, per ottenere una RIFERMENTAZIONE NATURALE IN BOTTIGLIA senza aggiunte di lieviti o zuccheri e senza filtraggi, esaltando così le naturali caratteristiche del vitigno. Al termine della rifermentazione, i residui di lieviti danno luogo ad una naturale sedimentazione che esprime in modo tangibile il legame dei vini TERRAQUILIA con la tradizione del nostro territorio. Nei nostri vini frizzanti denominati “Zero”, dopo diversi mesi di maturazione sui lieviti, il sedimento viene eliminato con una sboccatura à la volèe, eseguita senza ghiacciare grazie ad una macchina appositamente studiata dai nostri tecnici. La nostra filosofia produttiva ha trovato la sua piena realizzazione nel BIOLOGICO, un approccio che abbiamo adottato sia nella produzione delle uve che nelle lavorazioni in cantina. Non ci siamo comunque fermati al mero rispetto di un disciplinare: per questo uno dei punti di forza della nostra produzione di vini è il BASSISSIMO CONTENUTO DI SOLFITI, dichiarato anche sulle etichette, in coerenza con il nostro costante impegno per un bere sano e salutare. Il fiore all’occhiello della nostra produzione è il FALCONERO, un Lambrusco Grasparossa impreziosito con Malbo Gentile, disponibile anche con un affinamento in bottiglia di oltre 24 mesi. Da un blend di Pignoletto e Trebbiano nasce invece l’ANCESTRALE NATIVO, un vino unico imbottigliato a ottobre durante la prima fermentazione. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Falconero Zero Lambrusco Grasparossa IGT 2013 Falconero 24 mesi Lambrusco Grasparossa IGT 2011 Re Malbone Malbo Gentile IGT 2012 L’Ancestrale Nativo Pignoletto e Trebbiano IGT 2012 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 175 ROMAGNA Terre di Macerato Via Odofredo II, 41 Castel del Rio, Imola (BO) Tel. 338 9813399 [email protected] www.terredimacerato.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Franco Dalmonte 2004 Franco Dalmonte 3 5.000 bottiglie Sangiovese Artigiano del vino: io, il Sangiovese nella Valle del Santerno Passione, Competenza, Dimensione Vino 1 Vino 2 Rhod Colli d’Imola Sangiovese 2012 Audace Romagna Sangiovese 2011 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 176 COLLI BOLOGNESI Tizzano Az. Agr. Via Marescalchi, 13 40033 Casalecchio di Reno (BO) Tel. 051 571208 - 051 577665 [email protected] www.tizzano.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Luca Visconti di Modrone 1961 Nicola Grando 35 150.000 bottiglie Pignoletto 12 ha, Cabernet Sauvignon 7 ha, Merlot, Barbera, Sauvignon, Riesling Italico DOC Colli Bolognesi Pignoletto Frizzante 2013 DOC Colli Bolognesi Pignoletto Superiore 2013 DOC Colli Bolognesi Pignoletto Spumante 2013 DOC Colli Bolognesi Barbera 2012 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 177 ROMAGNA Torre San Martino Piazza Mattei, 17 - 00186 Roma Zona di produzione: Via San Martino in Monte 47015 Modigliana (FC) Tel. 06 89786312 - 335 1891992 [email protected] www.torre1922.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Fabio Magnani 2001 Francesco Bordini 10 20.000 bottiglie Sangiovese, Merlot, Cabernet, Albana, Chardonnay, Sauvignon Una tenuta di 60 ettari tra boschi, uliveti e vigne sull’Appennino Tosco-Romagnolo, tra i comuni di Brisighella e Modigliana, in località San Martino in Monte. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 NOTE 178 DOC Colli di Faenza bianco Vigna della signora 2013 DOC Colli di Faenza Chardonnay Torre 2013 DOC Romagna Sangiovese Superiore Gemme 2013 DOC Romagna Sangiovese Riserva Vigna 1922 2011 ROMAGNA Tre Monti Via Lola, 3 - 40026 Imola (BO) Zona di produzione: Via Lola, 3 - Imola Via di Petrignone, 7 - Forlì Tel. 0542 657116 [email protected] www.tremonti.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda David e Vittorio Navacchia 1971 Vittorio Navacchia 40 190.000 bottiglie Sangiovese, Trebbiano, Albana, Pignoletto, Chardonnay, Sauvignon, Merlot, Cabernet Sauvignon, Petit Manseng Lavoriamo su 2 territori diversi che esprimono caratteristiche proprie : a Imola, sottozona serra e Castrocaro Terme / Terra del Sole, sottozona Oriolo. L’azienda dalla vendemmia 2014 è certificata biologica. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Thea Romagna DOC Sangiovese Riserva sottozona Oriolo 2011 Petrignone Romagna DOC Sangiovese Riserva sottozona Oriolo 2011 Thea Bianco IGT bianco del Rubicone 2013 Vigna Rocca Romagna DOCG Albana secco 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 179 ROMAGNA Trerè Via Casale, 19 48018 Faenza (RA) Tel. 0546 47034 www.trere.com [email protected] Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Morena Trerè, Massimiliano Fabbri 1966 Emiliano Falsini 35 150.000 bottiglie Sangiovese 15 ha, Albana 5 ha, Pagadebit, Cagnina, Trebbiano, Chardonnay, Sauvignon Blanc, Merlot, Syrah, Cabernet Sauvignon Amarcord d’un Ross Romagna Sangiovese Riserva 2011 Violeo Romagna Sangiovese Superiore Riserva 2007 Sperone Romagna Sangiovese Superiore 2013 Renero Colli di Faenza sangiovese 2012 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 180 GRECIA Aaos Vaeni Naoussa Episkopi Naoussa, Imathia Greece, Zip 59200 Zona di produzione: Naoussa,Imathia Tel. 0030 2332 0 44274 [email protected] www.vaeni-naoussa.gr Responsabile/i Anno di fondazione Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Spanellis George 1983 200 10.000.000 bottiglie Xinomavro Vaeni Naoussa è una delle cooperative vinicole più all’avanguardia e grande di tutta la Grecia e detiene il 50 % della produzione locale di vino, proveniente da un’area rinomata per i vini rossi. La cooperativa conta 200 soci, viticoltori esperti e con un profondo amore per I vini di qualità. Questo fattore umano vitale, combinato con l’uso di tecnologia avanzata, garantisce la qualità del vino, prevalentemente proveniente dal vitigno Xinomavro, una varietà indigena dominante il nord della Grecia. La cantina, localizzata all’interno dei vigneti, è gestita da esperti qualificati ed opera secondo gli standard europei. Ciò che caratterizza la società è l’esperienza, l’affidabilità e una sensibilità artistica. Oggi i vini Vaeni sono esportati in Cina, Russia, USA, Canada, Kazakhstan, Australia, Dubai, Nuova Zelanda, Giappone, Ucraina, Bielorussia, Germania, Olanda, Svezia, Austria, Belgio Svizzera, Repubblica Ceca, Polonia, Inghilterra, Serbia e Cipro. La loro distintiva superiorità può essere identificata fin dal primo sorso. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Damaskinos 2006 Bios Ellinon 2008 Cympan 2008 Dogmatikos 2013 NOTE 181 MONTEFELTRO Valturio Via dei Pelasgi, 10 61023 Macerata Feltria (PU) Tel. 0722 728049 - 335 1218705 [email protected] www.valturio.com Responsabile/i Anno di fondazione Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Adriano Galli 2003 10 50.000 bottiglie Sangiovese, Pinot Nero, Merlot, Cabernet Valturio 2009 Olmo 2011 Pinot nero 2011 Metodo Classico 1759 2010 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 182 ROMAGNA Viabizzunoagricola Via Bizzuno 15/2 48022 Bizzuno - Lugo (RA) Zona di produzione: Via Baccagnano, 36 - 48013 Brisighella (RA) Tel. 335 5428811 [email protected] vendite@ viabizzunoagricola.com www.viabizzunoagricola.com Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Italino Babini 2005 Francesco Bordini 6,3 15.000 bottiglie Sangiovese, Merlot, Cabernet, Trebbiano Vigneto in Brisighella. Forma di allevamento a cordone speronato. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Rosso Perlui 2012 Bagliori notturni 2011 Nube alta 2011 Rosso perte 2012 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 183 COLLI DI PARMA Vigna Cunial Via Valtermina, 52/A 43029 Traversetolo (PR) Tel. 0521 342297 [email protected] www.vignacunial.it Responsabile/i Anno di fondazione Ettari vitati Produzione annua Gianmaria Cunial 2002 12 60.000 bottiglie Azienda di 83 ettari totalmente biologica: vino, olio, frutti antichi, farro. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Spumante Brut Monteroma Malvasia DOC 2013 Primorosso Barbera DOC 2013 Rosato Spumante Brut Pinot Nero 2013 Monteroma Sauvignon 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 184 ROMAGNA Vigne dei Boschi Via Baldassarra, 14 - 48027 Solarolo (RA) Zona di produzione: Via Tura, 7/A - 48013 Brisighella (RA) Tel. 338 9949367 - 347 1404604 [email protected] www.vignedeiboschi.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Paolo Babini 1989 Katia Alpi 6,5 15.000 bottiglie Sangiovese, Malbo, Pinot Nero, Syrah, Albana, Riesling, Sauvignon L’azienda si trova a Valpiana di Brisighella, sulla dorsale Appenninica, al confine con la Toscana ad un’altitudine media di 400 metri s.l.m. Acquistata nel 1989 da Paolo Babini, oggi la proprietà possiede 35 ettari di cui 6,5 a vigneto. La morfologia aziendale, costituita da pianelli e poggi a diverse altezze (variabili da 300 m a 500 m s.l.m.) incastonati in mezzo a boschi e quindi con microclimi molto diversi, ha consentito una scelta varietale molto ampia e la possibilità di collocare ogni vitigno nel luogo più adatto a esprimere al meglio le sue potenzialità enologiche. Anche le forme di allevamento, cordone speronato e guyot bassi con densità variabili da 4000 a 6000 piante per ettaro, consentono una bassa resa per pianta. Per il Sangiovese si è scelto l’alberello (ripreso dal vecchio alberello romagnolo ancora presente in impianti centenari nel Brisighellese)con una densità di 8000 piante per ettaro. Inoltre per realizzare questo vigneto sono state prelevate marze da vigneti secolari presenti lungo tutta la valle del Lamone. Dal 1994 la coltivazione dei vigneti è con il metodo della agricoltura biologica e dal 2002 si è iniziata la conduzione aziendale secondo i dettami della agricoltura biodinamica. Questo metodo di produzione agricola è stato concepito da Rudolf Steiner e descritto in una serie di conferenze nel 1924 e si basa su una precisa conoscenza delle leggi specifiche che reggono i diversi Regni della Natura e pone in atto un’agricoltura che è in grado di rispettare e promuovere la vita, all’interno dell’azienda agricola, servendosi di opportune tecniche di coltivazione, di allevamento e di cura. Le principali tecniche utilizzate in azienda sono, l’utilizzo di preparati specifici come compostaggi, sovesci e trattamenti alle viti con l’utilizzo di erbe e altre sostanze assolutamente naturali, seguendo i ritmi rispondenti ai movimenti planetari. Questi principi vengono utilizzati anche nel processo di vinificazione che esclude qualunque tipo di manipolazione indotta, ma segue il più possibile il decorso naturale di maturazione del vino. Questa unione composta da, scelta territoriale in zone limite di coltivazione per la vite, unite, alla coltivazione rispettosa dell’ambiente e che segue i naturali processi di evoluzione del vino consentono di ottenere dei prodotti molto caratterizzati e riconoscibili di questo specifico territorio. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Poggiotura Sangiovese 2010 Settepievi Malbo Gentile 2011 Borgo Casale Sauvignon 2011 Montere Albana 2011 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 185 ROMAGNA Vigne di San Lorenzo Az. Agr. di Filippo Manetti Via Campiume, 6 - Loc. Campiume 48013 Fognano di Brisighella (RA) Tel. 339 1137070 [email protected] www.campiume.it www.vignedisanlorenzo.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Filippo Manetti 1998 Filippo Manetti 3 12.000 bottiglie Sangiovese, Malbo, Cabernet Sauvignon, Merlot, Trebbiano, Albana Vino Bianco Menis 2013 Vino Bianco Gea 2013 Vino Bianco Campaglione 2013 Vino IGT Ra Sangiovese Oudeis 2011 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 186 EMILIA Villa di Corlo Strada Cavezzo, 200 Baggiovara (MO) Tel. 059 510736 [email protected] www.villadicorlo.com Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Munari Maria Antonietta 1998 Fabrizio Moltard 25 80.000 bottiglie Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, Lambrusco di Sorbara, Chardonnay, Cabernet Sauvignon L’azienda dal 1998 si sviluppa su due diverse tenute. Nel modenese dimorano i vigneti dei Lambruschi mentre nelle colline reggiane ha piantato i vitigni internazionali, Chardonnay e Cabernet Sauvignon. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Corleto Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC 2013 Primevo Lambrusco di Sorbara DOC 2013 Fraeli Spumante Metodo Classico Chardonnay Blanc De Blanc 2010 Giaco Cabernet Merlot Barricato IGT Emilia 2011 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 187 ROMAGNA Villa Papiano Via Ibola, 24 47015 Modigliana (FC) Tel. 0546 943877 [email protected] www.villapapiano.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Francesco Bordini 2000 Francesco Bordini 10 50.000 bottiglie Sangiovese, Albana, Merlot, Sauvignon Bianco, Centesimino, Balsamina L’Azienda Agricola Villa Papiano, situata a Modigliana (FC), si estende sul versante sud del Monte Chioda ad una altitudine di oltre 450 m slm da monte a fondo valle fino al torrente Ibola, che scorre perenne. La superficie totale è di circa 60 ettari di cui 10 a vigneto e i rimanenti suddivisi tra oliveto, seminativi e boschi.Papiano è un insediamento di “frontiera”, costruito nella seconda metà del XIV secolo sotto la Signoria dei Medici. Villa Papiano è un piccolo castello in pietra, appartenuto successivamente alla famiglia Papiani, nobili di Modigliana, che nel tardo ‘600 si arricchisce di un borgo con case coloniche ed una piccola chiesa a servizio dell’areale, a testimonianza di una trasformazione da presidio di confine a centro di attività agricole, di allevamento e di sfruttamento dei boschi. Ancora oggi si respira aria di tempi passati, essendo rimasto incontaminato dalla presenza dell’uomo, dominando una grande vallata di campi e boschi. L’assoluta particolarità dell’ “habitat”, la fertilità della terra, la collocazione geografica nell’Appennino Tosco Romagnolo e la specificità delle vigne ci hanno spinto a intraprendere il nostro ambizioso progetto vitivinicolo e di recupero ambientale. La professionalità del gruppo, la ricerca agronomica unita all’interesse per l’innovazione sono i cardini del nostro progetto. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Le Papesse di Papiano Romagna Sangiovese DOC Superiore 2013 I Probi di Papiano Romagna Sangiovese DOC Riserva 2011 Tregenda Albana da Vendemmia tardiva Vino da uve stramature 2013 Terra! IGT Sillaro Albana 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 188 ROMAGNA Villa Venti Via Doccia, 1442 47020 Roncofreddo (FC) Tel. 0541 949532 - 333 4645911 [email protected] www.villaventi.it Responsabile/i Anno di fondazione Enologo Ettari vitati Produzione annua Vitigni presenti in azienda Vino 1 Vino 2 Vino 3 Mauro Giardini 2002 Francesco Bordini 7 27.000 bottiglie Sangiovese, Merlot, Cabernet, Famoso Primo Segno Romagna Sangiovese Longiano DOC 2011 Felis Leo Colli di Romagna Centrale Rosso DOC 2009 Serenaro 2013 IGT Forlì Bianco I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 189 ROMAGNA Zanetti Protonotari Campi Via Villa I Raggi, 40 47010 Colmano Predappio (FC) Tel. 0543 922390 [email protected] www.villairaggi.com Responsabile/i Gian Paolo e Francesco Zanetti Protonotari Campi Anno di fondazione 1880 circa Enologo Dott. Francesco Naldi Ettari vitati 18 Produzione annua 8.000 bottiglie Vitigni presenti in azienda Sangiovese, Chardonnay, Trebbiano, Albana, Cabernet Sauvignon L’Azienda si dispiega attorno a Villa I Raggi nella frazione Colmano di Predappio, l’antico “collis amoenus“, ricordato nelle cronache medioevali come castello del Vescovo di Forlì ed in piccola parte in Castrocaro. Nel 1800 la villa apparteneva al Conte Giuseppe Campi, uomo di vasta cultura e membro attivo dell’Accademia dei Georgofili in Firenze, dove tenne interessanti relazioni agrarie. Il Campi perfezionò la viticoltura e fondò la Cantina. Nel 1889, in occasione della Esposizione Universale di Parigi, in cui fu inaugurata la torre Eiffel, inviò alla mostra il suo Sangiovese che venne premiato. La villa con l’azienda circostante pervenne in eredità, a fine ‘800, alla famiglia Zanetti Protonotari Campi, attuale proprietaria, che ha mantenuto la tradizione viticola assieme alla attività della cantina attraverso 4 generazioni. Gian Paolo e Francesco Zanetti Protonotari Campi allevano, in prevalenza, uve Sangiovese e Cabernet Sauvignon a cordone speronato, collateralmente Trebbiano e Chardonnay a Casarsa modificato ed Albana a pergoletta su ca. 18 ettari ad una altitudine compresa tra i 200 e i 300 m.s.l.m. Il terreno dell’azienda, di medio impasto e tendente al sabbioso, è costituito da argille mature appartenenti ad una remota formazione geologica provata dal ritrovamento di impronte di conchiglie fossili. Il terroir conferisce al Sangiovese un particolare aroma ove si riscontra vagamente il profumo di viola con un fondo pieno e leggermente amaro ed una struttura elegante. La cantina, sotto la villa, è ambiente ideale per l’invecchiamento e la conservazione dei vini. Vino 1 Vino 2 Vino 3 Vino 4 Villa I Raggi Romagna DOC Sangiovese Predappio Riserva 2011 Colmano di Predappio Romagna DOC Sangiovese Predappio 2012 Il Garibaldino Forlì IGT Sangiovese 2013 Le Vigne Forlì IGT Chardonnay 2013 I vini proposti in degustazione sono in vendita NOTE 190 Catalogo di NOTE