...

il diavolo era talmente stanco da lasciar tutto agli uomini

by user

on
Category: Documents
205

views

Report

Comments

Transcript

il diavolo era talmente stanco da lasciar tutto agli uomini
“... il diavolo era
talmente stanco
da lasciar tutto agli uomini,
che sapevano fare
meglio di lui.”
Leonardo Sciascia, 1988
2014
Palazzo Re Enzo - BOLOGNA
22-23-24 NOVEMBRE 2014
Salone del vino e del
prodotto tipico dell’Emilia-Romagna
www.enologica.org
Orari
sabato 22 novembre 2014: 11.00 - 22.00
domenica 23 novembre 2014: 11.00 - 21.00
lunedì 24 novembre 2014: 11.00 - 20.00
Ingresso intero 20,00 Euro
Il biglietto di ingresso è personale, non cedibile e dà diritto
all’accesso alla manifestazione per tutte e tre le giornate.
Calice degustazione e catalogo compresi nel costo del biglietto.
Programma
Il programma potrà subire delle variazioni che, nel caso,
saranno riportate sul nostro sito.
La giornata “Aspettando Enologica” del 18 Novembre 2014 che ha
coinvolto più di 30 tra locali ed enoteche del centro di Bologna è
stata organizzata da AMO (Associazione Mescitori Organizzati)
in collaborazione con Ascom Bologna.
Si ringrazia
tutto lo staff di Enoteca Regionale Emilia Romagna,
Annalisa Vallicelli, Carlo Bozzo, Francesca Arcuri,
Pierluigi Papi, Cecilia Bortolotti, Enrico Vignoli,
Marco Tonelli, Lorenzo Rondinelli, Carla Capalbo
Stampa
Litografia Fabbri - Modigliana (FC)
Grafica
Laura Staderini
Illustrazioni
Irene Spallanzani
Allestimenti
Davide Cristofani e Valentina Mazzotti Architetti
Carlo Losi, Cardo Reggio Emilia
Organizzazione
Piazza Rocca Sforzesca - 40060 Dozza
CONTATTI
[email protected]
Curatore
GIORGIO MELANDRI
Enologica è un marchio registrato.
«Non voglio persone che facciano cose giuste,
voglio gente che faccia cose ispirate.»
Bill Bernbach, 1947
Bill Bernbach ha rivoluzionato negli anni ’50 e ’60 del
novecento la comunicazione pubblicitaria ed è ancora
oggi considerato un maestro insuperato. A lui la Apple
ha dedicato la campagna “Think different.” ispirata alla
sua provocatoria campagna “Think Small.” ideata in
pieno boom economico per il maggiolone Volkswagen
nel 1959. Ho pensato molto a Bernbach lavorando
a questa edizione 2014 di Enologica, alla sua idea
dell’uomo come centro di tutto. Di fatto una battaglia
contro i burocrati, contro l’idea di un dominio dei tecnici,
degli esperti, della sicurezza figlia di un approccio
tutto dati e tabelle. La promozione non è una scienza e
l’unica possibilità che ha oggi un territorio è raccontare
la sua comunità attraverso personaggi visionari, storie
autentiche e incontrovertibili verità. Per dirla in altre
parole, per comunicare oggi bisogna correre dei rischi
e allontanarsi più possibile da un rassicurante e inutile
conformismo. Per questo tutta la comunicazione di
Enologica 2014 è stata impostata sul racconto dei
10 personaggi che nel novecento hanno cambiato
l’enogastronomia emiliano-romagnola, uno per ogni
provincia più uno per Bologna città. Un vero e proprio
viaggio lungo la Via Emilia, la trama di un racconto
che trova la sua anima nella diversità dei paesaggi e
dei territori. Il vino viene di conseguenza, molto oltre i
pedantissimi elenchi delle denominazioni, a quel punto
carico dei valori che questa terra riesce ad esprimere
attraverso la sua filiera. I contenuti, ancora una volta,
sono al centro del nostro lavoro, e questa volta viaggiano
su una strada che da 2200 anni attraversa e unisce le
città e i territori rispettandone e valorizzandone le identità
e le tipicità, la vetrina di un popolo che esprime nel vino
e nel cibo i valori profondi del suo essere comunità. Le
10 vite raccontate sono esperienze uniche e complesse,
irripetibili e importanti, assolutamente originali.
Rendere omaggio a questi personaggi significa
raccontarsi, prendere coscienza della nostra storia
e capire quanto sia stata difficile la conquista della
tradizione. Oggi il compito di Enologica è a metà tra la
lucidità della consapevolezza di questo processo storico
e la necessità di progettare il futuro. Esattamente come
hanno fatto questo 10 giganti della ristorazione.
Senza i loro sogni oggi questa regione non avrebbe in
mano la possibilità di futuro che invece può regalare ai
suoi figli. Benvenuti ad Enologica 2014!
Giorgio Melandri
Curatore Enologica
CON IL CONTRIBUTO E IL PATROCINIO DI
Comune di Bologna
IN COLLABORAZIONE CON
www.autori.it
STUDIO DI ARCHITETTURA
COMUNICAZIONE IN COLLABORAZIONE CON
Enologica, alla sua diciasettesima edizione,
dal 22 al 24 novembre 2014, ritorna ad occupare il
palazzo di Re Enzo a Bologna con una manifestazione
tutta dedicata ai vini della nostra regione.
Oltre 120 espositori saranno presenti per raccontare
e far conoscere i loro prodotti
in un ambiente raffinato ed elegante.
La realizzazione della manifestazione quest’anno è
interamente affidata ad Enoteca Regionale Emilia
Romagna che da sempre si occupa della promozione e
della divulgazione dei vini della regione.
Enologica completa la nostra attivita’ di “contatto con
il consumatore”, che durante l’anno si svolge in modo
continuativo e sotto la guida di esperti,
all’interno della prestigiosa Rocca sforzesca di Dozza.
L’evento avrà come tema conduttore la via Emilia, un
progetto che ci sta particolarmente a cuore in quanto
lungo questa strada, che compie 2200 anni,
è possibile esplorare una regione ricchissima di cose
da vedere e da assaporare. I vini che si ottengono dai
vigneti che vanno da Rimini a Piacenza hanno via via
delle caratteristiche completamente diverse per storia,
tradizioni e ambiente. Tutti però hanno in comune
numerosi esempi di grande successo e una qualità
riconosciuta da consumatori ed esperti.
Il Sangiovese, l’Albana, il Pignoletto, come pure
il Lambrusco, la Malvasia e il Gutturnio costituiscono
l’asse portante della nostra enologia e su questi vini si
sta investendo per accrescere ulteriormente la nostra
presenza in Italia e all’estero.
Il vino quindi quale traino di un progetto che vede
coinvolto tutto il territorio, le migliori produzioni, il
turismo e la ristorazione.
La nostra regione è estremamente ricca di prodotti,
frutto di un’agricoltura di eccellenza, che vanno
raccontati e che meritano una scoperta, un viaggio.
L’incontro con il produttore davanti a un bicchiere
di vino è un’esperienza unica perchè
in quel bicchiere si raccolgono le passioni,
le esperienze, le storie di chi lo ha prodotto.
Enologica è tutto questo, un incontro,
un viaggio, un confronto con uno dei prodotti
più nobili e antichi: il vino.
Pierluigi Sciolette
Presidente Enoteca Regionale Emilia Romagna
Programma
Il Teatro dei Cuochi di Enologica
è organizzato in collaborazione con
Caravanserraglio
Quest’anno il programma del caravanserraglio ha
un filo conduttore, una trama che attraversa tutti i 10
appuntamenti che lo compongono. Racconteremo 10
personaggi dell’Emilia-Romagna (uno per provincia,
più uno per Bologna città) che hanno fatto la storia
dell’enogastronomia regionale nel novecento. Una grande
lezione di storia della nostra identità.
Coordina e presenta gli incontri il giornalista Marco Tonelli.
SABATO 22 NOVEMBRE 2014, Caravanserraglio
Ore 15.00 - Mirella e Peppino Cantarelli.
Con Andrea Grignaffini.
Una delle grandi storie dell’Emilia, una trattoria che ha
segnato un’epoca, protagonista di una indimenticabile
tappa del viaggio televisivo di Mario Soldati nella valle del
Po. Ne scrisse Stefano Bonilli “Cantarelli in realtà non
fu una semplice trattoria o ristorante ma l’incubatore di
tutto ciò che di nuovo è poi apparso nella ristorazione degli
anni ‘70 e 80’ in Italia. Chiunque fosse nella ristorazione
guardava a Samboseto come a un faro della cucina, della
cantina e dell’accoglienza.”
Ore 16.30 - Gianfranco Bolognesi.
Con Giulia Sampognaro
Gianfranco Bolognesi aprì la Frasca nell’ottobre del 1971,
con il nome dell’insegna dei posti di ristoro lungo le vie di
comunicazione: esporre una “frasca” indicava che il vino
nuovo era pronto. L’idea maturò con la lettura di un vecchio
libro di Domenico Lanzoni sulle osterie romagnole. Il vino
ha sempre avuto un posto importante in questo locale e
Gianfranco fu uno dei primi sommelier italiani, campione
nazionale nel 1974. Cominciò lui a raccontare il vino
romagnolo. Nel 1986 arrivarono le due stelle Michelin,
la consacrazione di un lavoro che per anni è stato un faro
in Romagna. Se ne era già ampiamente accorto Gino
Veronelli nei primi anni ’70.
Ore 18.00 - Elio Tosi.
Con Carlo Bozzo.
Villa Cacciaguerra, costruita originariamente come
residenza privata attorno al 1870, rappresenta una delle
prime e più importanti testimonianze dell’architettura
Liberty in Riviera. Elio Tosi ne fece negli anni ’60 uno dei
locali più importanti in Italia: “Eravamo a fine anni ‘50,
inizio anni ‘60. L’Embassy era inizialmente una tavola
calda con 16 posti con annesso un American bar, aperta
solo l’estate.” Racconta. Poi nel 1968 la ristrutturazione
e l’Embassy diventa un ristorante. Ci sono passati Mina e
Celentano, Federico Fellini, Gino Bramieri e Renato Zero.
Un’idea di ristorante che puntava tutto sull’atmosfera, per
anni uno dei punti di riferimento della mondanità italiana.
DOMENICA 23 NOVEMBRE 2014, Caravanserraglio
Ore 11.00 - Nerio e Tarcisio Raccagni. Con Giorgio
Melandri, Gian Matteo Baldi ed Eros Palmirani.
Presso Ristorante Diana Via dell’Indipendenza 24 - Bologna.
Un piccolo paese di provincia, Brisighella, e due
fratelli eredi di una bella tradizione familiare.
La straordinarietà di questa storia è nel doppio successo
delle loro visioni del ristorante, così lontane e così vicine
nei valori fondamentali. Tradizionale e territoriale la
proposta di Tarcisio al Gigiolé, aperta al mondo e moderna
quella di Nerio a La Grotta. Una stagione incredibile che
ha portato Brisighella sulle rotte dei gourmet italiani
esaltando una filiera che ancora oggi è riconosciuta nel
mondo, a partire da quell’olio extravergine che fu la prima
DOP italiana dell’olio.
Ore 15.00 - Giorgio Fini. Con Arianna Gandolfi.
Giorgio Fini (Modena, 19 giugno 1925 – Roma, 18
dicembre 1995) è stato un imprenditore italiano. Figlio
dell’imprenditore modenese Telesforo, Fini fu l’artefice
della crescita e della fama dell’azienda di famiglia. Negli
anni ’50 capendo le potenzialità di sviluppo della rete
autostradale strinse un accordo con Agip per la gestione
dei punti di ristoro che nel giro di breve divennero
numerosi. Negli anni settanta le attività di Fini occupavano
ormai oltre 600 dipendenti, di cui circa 500 impegnati
nella produzione degli alimenti. Nonostante questo
successo l’attività emotivamente più importante per lui
rimase sempre la gestione del ristorante, che mantenne
una grande cucina legata alla tradizione e al territorio,
arrivando nel 1969 ad ottenere il riconoscimento della
guida Michelin con due stelle. Il suo locale resta una
tappa importante della riqualificazione della cucina della
tradizione e del suo ingresso al ristorante, luogo fino a quel
momento riservato alla cucina della tradizione borghese e
agli “standard” dei grandi alberghi.
Ore 16.30 - Giacinto Rossetti. Con Enzo Vizzari.
Giacinto Rossetti, classe 1947, è uno dei grandi personaggi
dell’enogastronomia italiana. Con il suo Trigabolo, aperto
nel 1979 ad Argenta, ha scritto una delle pagine più belle
della ristorazione italiana lanciando tra l’altro una serie
di giovani diventati poi grandi professionisti: Igles Corelli,
Bruno Barbieri, Pierluigi Di Diego, Mauro Gualandi, Italo
Bassi e i fratelli Marcello e Gianluca Leoni. Giacinto
Rossetti ha il merito di avere rivoluzionato il settore
studio di architettura di
davide cristofani
valentina mazzotti
elisa grossi
andrea casali
via giangrandi, 2 faenza
0546 668176
[email protected]
introducendo tra i primi il concetto di territorio e filiera.
Nonostante la creatività e un’energia da rock band di una
brigata straordinaria e di una sala guidata da Giacinto
stesso e da Bruno Biolcati, la protagonista del Trigabolo
era una materia prima di livello assoluto, figlia di una
cultura e di un impegno fuori dal comune.
Ore 18.00 - Gianluigi Morini. Con Elisia Menduni.
Una fanciullezza e una giovinezza vissute all’ombra
del padre, per compiacere il quale il giovane Gianluigi
completa gli studi da ragioniere, coltivando, tuttavia, nel
frattempo la propensione naturale all’arte con attività
teatrale da dilettante e una fuga a Roma, dove lavora per
qualche tempo al Centro Sperimentale di cinematografia.
Il cinema resta uno dei suoi hobby preferiti, assieme a
quello della cucina, che coltiva invitando a cena gli amici
e sperimentando su di loro le sue abilità di cuoco, di
sommellier e di … regista. Comincia a documentarsi sui
ristoranti d’Italia e di altri paesi e matura la convinzione di
costruire un locale “su misura”; lo fa verso la fine degli anni
‘60 nei locali della casa paterna, realizzando un ristorante
da venti tavoli, del quale cura tutti i particolari: le pareti
ricoperte di tela di lino, i soffitti di tessuto decorato, con i
quali ricopre i paralumi appesi su ciascun tavolo.
Le tovaglie di lino pesante colore fucsia, i bicchieri di
cristallo, i sottopiatti d’argento, come i candelieri, le posate
e i portafiori, pieni ogni giorno di fiori freschi. L’impressione
che il San Domenico suggerisce è quella di un circolo,
privato ed esclusivo, che apre i battenti il 7 marzo 1970. Le
scelte gastronomiche dapprima tendono a contemperare
i sapori della tradizione con la cura e il gusto della cucina
di casa; in seguito, su consiglio di Luigi Veronelli, Gianluigi
Morini si rivolge all’esperienza di Nino Bergese, grande
cuoco che vantava una carriera di prestigio nelle cucine di
re e potenti italiani e stranieri. Bergese imposta la cucina
del San Domenico con lo stesso stile delle cucine delle
grandi case in cui aveva lavorato, scegliendo sempre gli
ingredienti migliori e preparando “in casa” tutto, dal pane
ai dolci. Da allora il San Domenico è il custode della cucina
borghese italiana.
LUNEDÌ 24 NOVEMBRE 2014, Caravanserraglio
Ore 15.00 Arnaldo Degoli. Con Bruno Damini.
Arnaldo Degoli nasce a Rubiera il 28 ottobre del 1907 da
genitori custodi di un podere di contadini. Appassionato
di musica fin da bambino, decide di imparare a suonare il
violino per poi formare un complessino con alcuni amici.
Per qualche tempo suonano nelle sale da ballo di Rubiera
e dintorni, ma non soddisfatti decidono di partire in cerca
di fama e fortuna nei “cafes” della Francia.
Dopo aver girovagato un po’ Arnaldo
ritorna in
M
DE OD
PO ELL
SIT O
AT
O
IMBALLO PROFESSIONALE
PER LA SPEDIZIONE DI BOTTIGLIE DI VINO
RESISTENZA
URTO
TERMOISOLANTE
ADATTO A VARIE TIPOLOGIE
DI BOTTIGLIE
PERSONALIZZABILE
ERREVI srl
Via Biban, 41 - 31030 CARBONERA (TV)
tel. 0422 690711 - fax 0422 690796
www.errevieps.it - [email protected]
Italia e decide di mettersi a lavorare seriamente!
A Rubiera trova lavoro come garzone presso il
negozio della casa accanto all’attuale ristorante.
Li conosce Lina , che insieme alla mamma e alle sorelle,
aveva preso in gestione la locanda “Aquila D’Oro”. Qua
comincia la loro storia. Arnaldo ha già in mente il suo
progetto del ristorante e, sposata Lina nel 1936, comincia
a realizzarlo acquistando la locanda e dandole il suo nome
proprio per segnare l’inizio della nuova attività. Arnaldo
e Lina iniziano a lavorare insieme nel ristorante, creano
un nuovo menù dove le ricette sono in parte tramandate
dalla mamma e dalle sorelle di Lina e in parte inventate e
elaborate da Arnaldo, che ha fatto tesoro del suo viaggio
in Francia. La loro è una delle prime trattorie italiane che
esalta la tradizione con un lavoro di qualità, dalla cucina
alla spesa.
Ore 16.30 George Cogny. Con Marco Tonelli.
Lo chef Georges Cogny, francese di nascita e piacentino
per amore di Lucia Cavanna, è stato colui che ha portato a
Piacenza e nel piacentino la nouvelle cuisine, adattandola
alle materie prime del nostro territorio. Già chef affermato,
nel 1965 arrivò a Farini alla Locanda Cantoniera dove per
alcuni anni propose agli avventori del ristorante, turisti e
gente del luogo, una cucina semplice e tradizionale con
qualche incursione francese. Nel 1976 lasciò la Val Nure
per aprire l’Antica Osteria del Teatro, il ristorante destinato
a diventare l’emblema dell’alta cucina a Piacenza.
Dopo dieci anni, tornato alla Cantoniera, con la sua arte
culinaria contribuì a rendere famosa la Val Nure in tutto il
mondo. Con lui la tradizione piacentina si confrontò con il
mondo e, necessariamente, con una modernità che aveva
cambiato tutto. Il risultato è stata una consapevolezza che
ancora oggi si può leggere nel lavoro degli allievi Carla
Aradelli, Filippo Chiappini Dattilo, Isa Mazzocchi.
Ore 18 Renato Gualandi. Con Alberto Fabbri.
Renato Gualandi è nato a San Lazzaro di Savena il 15
marzo 1921 ed è stato uno dei cuochi più importanti del
900 bolognese. Nel settembre del 1952 apre in via Nazario
Sauro il suo ristorante, il 3G, un grande successo che
durerà fino al 1971. Il 3G è una delle punte di diamante
della ristorazione bolognese e qui, come anche al
Pappagallo dei fratelli Zurla, la cucina della tradizione
bolognese trova un palcoscenico che le alza rango e fama.
Quando nel 1971 il ristorante chiuse a servizio c’erano
ben 7 sfogline. Gualandi ricostruisce la cucina bolognese
ricombinando i codici di una cultura che attinge a eredità
francesi e cultura popolare. Come scrive Piero Camporesi,
“reinventare la tradizione come sintesi”, con la coerenza
che Gualandi ha sempre dimostrato. Per Enologica lo ha
scelto per rappresentare Bologna in un viaggio sulla via
0@>OF@>¿FI¿MAC¿AF¿
“cuochi”
FI¿IF?OL¿@EB¿O>@@LDIFB¿
QRQQB¿IB¿FKQBOSFPQB¿
AF¿IBPP>KAO>¿*BIALIBPF¿
>F¿@RL@EF¿MOLQ>DLKFPQF¿
ABI¿M>I@L¿ABI¿
`1B>QOL¿ABF¿ RL@EFf
ДДД
ЌЏЄ
Emilia che dedica un tributo ai grandi personaggi della
ristorazione emiliano-romagnola del 900.
Teatro dei Cuochi
La promozione di un territorio e dei suoi prodotti
enogastronomici ha bisogno di riferimenti, di luoghi
speciali, di personaggi e di storia: in poche parole di modelli.
L’Emilia-Romagna in particolare è un territorio che deve
riconoscere il ruolo dei ristoratori che rappresentano la
tradizione e la capacità di testimoniarla. La personalità dei
cuochi è lo strumento per proporre il territorio, quella entità
complessa che deve essere promossa in modo complesso
(prodotti, vini, paesaggi, esperienze, accoglienza).
Le esibizioni sono aperte a tutti e non sono prenotabili.
Coordina e presenta gli incontri Enrico Vignoli.
Il Teatro dei Cuochi è realizzato in collaborazione e con il
contributo dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione
Emilia-Romagna.
Il Tema 2014: La sapienza delle mani.
La frase di Sciascia che accompagna tutta la comunicazione
di Enologica 2014 rimanda direttamente al tema della
sapienza delle mani, quel patrimonio di gesti e sensibilità
che rende unico un prodotto: nello stile, nel racconto, nella
capacità di rappresentare la cultura di una comunità.
I gesti sono custoditi dagli artigiani, ma sono patrimonio di
tutti, prezioso bagaglio di tutta la comunità che condivide
l’identità. Come una lingua questa sapienza ha bisogno di
confrontarsi con il tempo, quel contemporaneo che diventa
il laboratorio della tradizione e del nostro futuro.
SABATO 22 NOVEMBRE 2014, Teatro dei Cuochi
Ore 12.00 Luigi Sartini. Ristorante Righi, Repubblica di
San Marino.
Presso Enoteca Storica Faccioli, via Altabella 15/B Bologna
Righi è in alto, in cima alla città stato, in mezzo a silenzi che
l’inverno diventano purissimi, fuori dalle rotte dei turisti, un
custode della storia e, soprattutto, della classicità che è
diventata la cifra del locale. Il risultato è figlio di questo stile,
affidabile e rassicurante, che chiede tempi lunghi e fondi,
materie prime all’altezza e un’idea di artigianato che non
media mai sulle preparazioni a regola d’arte. Luigi Sartini
è un cuoco che non ha mai inseguito vanità personali, ma
piuttosto coltivato le regole del buon artigianato.
Presenta Laura Franchini.
Ore 15.30 - Gianluca Gorini. Le Giare, Montiano (Cesena).
Presso Via con me - via S. Gervasio 5/D Bologna
È la provincia il regno di Gianluca Gorini, il luogo italiano
per eccellenza dove la filiera è a portata di mano, dove se ti
affacci alla finestra rivedi lo stesso panorama che hai per le
mani in cucina. In provincia Gianluca è anche nato nel 1983,
in quelle dolci colline marchigiane che insieme ai profumi
e ai sapori della trattoria di famiglia hanno segnato il suo
gusto e i suoi sogni.
Come nell’imprinting scoperto da Konrad Lorenz, Gianluca
riconosce questo tratto italiano come l’anima vera della
sua cucina e ritorna sempre a quelle origini anche quando
le esprime attraverso il sapere maturato in un percorso a
livelli altissimi: Paolo Teverini, Gualtiero Marchesi e Paolo
Lopriore.
Quel bagaglio di nitidezze e precisioni, tecniche e disciplina
gli è oggi utile a realizzare una regia dove i prodotti e la
tradizione sono al servizio di una trama.
La cifra di Gianluca è tutta qui, in un contemporaneo che
esprime valori solidi e invenzioni che mai tradiscono la
tradizione, una lingua nuova che rielabora e usa i vecchi
codici con grande libertà.
Presenta Lorenza Fumelli (www.agrodolce.it) .
Foodboard live con Luca Laurenti (www.mklane.com)
in collaborazione con frizzifrizzi.it. Evento inserito nel
calendario di Bilbolbul (www.bilbolbul.net)
Ore 17.00 - Matteo Aloe. Berberè www.berbere.it,
Bologna, Castel Maggiore, Firenze.
Presso Berberè - via Giuseppe Petroni 9 Bologna
La pizza finalmente liberata dalla mediocrità di materie
prime scadenti e restituita alla sua dimensione popolare
di cibo simbolo della filiera. È il ritratto di Berberè, un
pensiero profondo che a Bologna ha trovato il modo di
svilupparsi e crescere. Matteo Aloe, calabrese a Bologna
da qualche anno, è un pizzaiolo-intellettuale capace di
cucire il racconto degli artigiani che stanno dietro le sue
pizze con quello di una esperienza sempre più a fuoco e
sempre più vicina all’idea di cibo per tutti. Una esperienza
militante, pura e ostinata.
Presenta Michela Pallonari.
Ore 18.30 - Le Sorelle Vignoli. Tommasa, Giuliana, Lidia,
Arietta.
Presso RoManzo - Mercato Di Mezzo/Via Clavature 12 Bologna
C’era una volta la trattoria, quella sulla via Emilia, con la
tabaccheria e i tavoli per giocare a carte.
E magari con una famiglia impegnata a coprire tutti i ruoli,
tutti gli orari.
Sempre lo stesso menù, spesso le stesse facce.
“È cambiata tanto la trattoria, è un locale che ha attraversato
il tempo trasformandosi completamente senza perdere
quello spirito d’altri tempi. Dovremmo parlarne.”.
La riflessione è di Eugenio Signoroni, curatore della guida
Osterie d’Italia di Slow Food Editore, che sarà ad Enologica
per incontrare le Sorelle Vignoli, storiche titolari della
trattoria Selva, sulla via Emilia, in località Selva tra Faenza
e Imola.
Presenta Eugenio Signoroni.
DOMENICA 23 NOVEMBRE 2014, Teatro dei Cuochi
Ore 16.00 Valentino Marcattilii e Massimiliano Mascia.
San Domenico, Imola.
Presso Libreria Coop Ambasciatori – Eataly, via degli
Orefici 19 Bologna
Il San Domenico è dagli anni ’70 il custode della cucina
borghese italiana, un’esperienza consegnata a Valentino
Marcattilii da Nino Bergese al termine della sua eccezionale
carriera. Oggi al San Domenico si lavora ad un passaggio
generazionale che vede crescere con grandi risultati il
giovane Massimiliano Mascia. Una stagione bellissima
per questo ristorante attraversato da un’energia nuova a
disposizione dei vecchi valori di un impianto affidabile e di
un’atmosfera irripetibile. Il San Domenico è un locale senza
tempo, contemporaneo nella sua inimitabile classicità.
Presenta Marco Bolasco.
Ore 17.00 Daniele Minarelli. Osteria Bottega, Bologna.
Presso Osteria Bottega, via Santa Caterina 51 Bologna
La comanda di Minarelli è ormai un pezzo di teatro. Lui
parla e scrive, sul foglio non si capisce nulla, ma la cucina
misteriosamente esegue senza sbagliare un passaggio.
A voi sembra di avere scelto, ma non è così. Il risultato è
straordinario, anche da un punto di vista teatrale. L’osteria
forse è questa commedia dell’arte, dove il mestiere, l’arte
appunto, ha tali sicurezze da potere improvvisare ogni volta.
In questi anni l’Osteria Bottega è diventata importante
nella scena bolognese, un vero e proprio riferimento per
tutti, un tempio della tradizione cucinata a regola d’arte,
un’esperienza estrema nella qualità delle materie prime.
E anche un’idea di mondo…
Presenta Carlo Spinelli.
Ore 18.30 Aurora Mazzucchelli. Ristorante Marconi,
Sasso Marconi (Bologna)
Presso Re Sole Bistrot www.resolebistrot.com, via San
Mamolo 14/c Bologna
Aurora Mazzucchelli è una cuoca originale, metà candore
e tratti naïf e metà sapere artigianale, gesti e soluzioni.
Un crocevia di sensibilità diverse che regala soluzioni
inaspettate e sintesi fulminanti. Piatti come immagini,
immagini come sapori, sapori come consistenze. E via
daccapo, come guardare un paesaggio ruotando su se
stessi. Un mare di dettagli in “movimento”, una sbornia di
mondo. La filiera, guardandola dal piatto, sembra un luogo
ogni volta più magico. Con Aurora, il fratello Massimo, in
sala al Marconi. Presenta Martina Liverani
LUNEDÌ 24 NOVEMBRE 2014, Teatro dei Cuochi
Ore 12.00 - Massimiliano Poggi (Al Cambio, Bologna) e
Mario Ferrara (Scacco Matto, Bologna).
Presso Scacco Matto, via Broccaindosso 63/B Bologna
Max Poggi e Mario Ferrara si divertono a lavorare. E questo
amore per il loro lavoro è contagioso e riempie di vita i loro
piatti. Sono due tra i migliori cuochi di Bologna, protagonisti
dell’associazione Tourtlen che sta movimentando la scena
cittadina, due amici che amano giocare e, come succederà
in questo teatro dei Cuochi, addirittura scambiarsi i piatti. Il
gioco, una delle cose più serie del mondo.
E per citare Bruno Munari: «Capire che cos’è l’arte è una
preoccupazione (inutile) dell’adulto. Capire come si fa a
farla è invece un interesse autentico del bambino.».
Presenta Enrico Vignoli.
Ore 15.00 - Piergiorgio Parini. Osteria del Povero Diavolo,
Torriana (Rimini).
Presso Pescheria del Pavaglione, via Pescherie Vecchie 14 Bologna
Piergiorgio Parini è un cuoco che sa improvvisare, entra
in un fosso e ne esce con un piatto, incrocia un pescatore
al mercato e ne racconta l’anima con qualche irriverenza,
prende in mano un animale della corte e lo porta dove
nessuno lo aveva mai portato. Questo istinto è nel suo
repertorio e qui, alla Pescheria del Pavaglione, potrà
improvvisare e divertirsi. Le erbe le porterà da casa,
vediamo cosa succede con il mare…
Presenta Gabriele Zanatta.
Ore 16.30 - Massimo Spigaroli. Antica Corte Pallavicina,
Polesine Parmense (Parma)
Presso Camera a Sud, via Valdonica 5 Bologna
Quel grande ritratto della famiglia Spigaroli che è su una
delle pareti della sala dell’Antica Corte Pallavicina racconta
il progetto di Massimo meglio di migliaia di parole, in modo
emozionante e discreto. Massimo è riuscito a mettere al
centro di tutto la magia e l’intimità di quel clima familiare e
la sua costruzione ne rispetta sempre l’anima. L’incanto ha
attraversato il tempo ed è oggi miracolosamente intatto,
credibile dentro ad un progetto di adulti, condiviso da chi
arriva qui. Il segreto di Massimo Spigaroli è questo: avere
lavorato, inventato, sognato, costruito, nel rispetto di quella
atmosfera. E di averla resa leggibile a tutti.
Presenta Alessandro Bocchetti.
Ore 18.00 - Gianni e Federico D’Amato. Caffè Arti e
Mestieri, Reggio Emilia.
Presso Sette Tavoli (www.settetavoli.it), via Cartoleria, 15 Bologna
La cucina di Gianni e Federico, strepitosa coppia di
interpreti, è sempre più solida e affidabile e mescola
i fondamentali della cucina italiana con incursioni
spettacolari che contaminano di sapori e gioia i classici
della nostra identità. Gianni D’Amato può improvvisare con
la sicurezza di una esperienza straordinaria e il risultato
è sempre garantito. Sapori, netti e precisi, e abbinamenti
folgoranti. Senza mai uscire dalle regole del buono e senza
mai tradire i codici della nostra identità, quelle regole non
scritte che significano cucina italiana senza incertezze.
La maturità di un grande cuoco e la promessa del giovane
Federico che si divide tra sala e cucina con sempre più
personalità. Presenta Anna Morelli. Cook Inc.
(www.vandenbergedizioni.it)
Ore 21.00 - Cena di chiusura con Matteo Aloe, Fabio Fiore,
Franco Aliberti.
Presso Berberè - via Giuseppe Petroni 9 - Bologna
La festa di chiusura di Enologica 2014, una cena a 6
mani, una festa come ultima tappa del viaggio in EmiliaRomagna, un omaggio allo spirito conviviale e alla capacità
di ospitalità della regione. Matteo Aloe, padrone di casa a
Berberè, Fabio Fiore titolare del ristorante Quanto Basta di
via del Pratello, Franco Aliberti, pasticcere dal curriculum
impressionante oggi a Evviva di Riccione.
Prenotabile direttamente a Berberè Tel. 051-2759196
Genius Loci
Il viaggio sulla via Emilia è fatto di tappe - comunità, città,
storie, tradizioni - ed anche, come è ovvio, di prodotti.
Il genius loci è la sintesi dell’interazione tra luogo e
identità, l’insieme delle caratteristiche socio-culturali,
di linguaggio e di abitudini che caratterizzano un luogo.
Oggi questa locuzione, nell’intendere comune definisce
il carattere unico ed irripetibile di un luogo. Per noi, ad
Enologica 2014, genius loci diventa un’area tematica che
traccia il percorso sulla via Emilia con le tappe definite
dai prodotti regionali. In pratica l’area Genius loci
propone ogni giorno un’offerta di prodotti e una presenza
di cuochi che interpretano in un panino un prodotto della
regione abbinando i vini dell’Emilia-Romagna.
SABATO 22 NOVEMBRE 2014, Genius Loci
Per tutto il giorno, dalle 12.00 alle 19.00 i panini a cura
di RoManzo, Bologna, il progetto di macelleria Zivieri
Monzuno e Quanto Basta Bologna
Ore 13.00 - Fabrizio Mantovani, FM Faenza.
Panino a tema squacquerone. In abbinamento Romagna Albana.
Ore 15.00 Gianluca Esposito, Eataly Bologna.
Panino a tema pesce dell’Adriatico.
In abbinamento Fortana del Bosco Eliceo.
Ore 17.00 Pierluigi Di Diego, Il Don Giovanni - La Borsa
Wine Bar Ferrara.
Panino a tema mora romagnola.
In abbinamento Romagna Sangiovese superiore.
DOMENICA 23 NOVEMBRE 2014, Genius Loci
Per tutto il giorno, dalle 12.00 alle 19.00 i panini a cura
di RoManzo, Bologna, il progetto di macelleria Zivieri
Monzuno e Quanto Basta Bologna
Ore 13.00 Agostino Iacobucci, I portici Bologna.
Panino a tema amarene brusche di Modena.
In abbinamento pignoletto classico dei Colli Bolognesi.
Ore 15.00 Carlo Alberto Borsarini, La Lumira Castelfranco
Emilia.
Panino a tema Parmigiano reggiano delle vacche bianche
modenesi. In abbinamento Lambrusco Grasparossa di
Castelvetro.
Ore 17.00 Alberto Bettini, Amerigo 1934 Savigno.
Panino a tema cotechino di Modena.
In abbinamento Lambrusco di Sorbara.
LUNEDÌ 24 NOVEMBRE 2014, Genius Loci
Per tutto il giorno, dalle 12.00 alle 19.00 i panini a cura
di RoManzo, Bologna, il progetto di macelleria Zivieri
Monzuno e Quanto Basta Bologna
Ore 13.00 Dario Picchiotti, Antica trattoria di Sacerno
Calderara di Reno.
Panino a tema Parmigiano reggiano delle vacche rosse
reggiane. In abbinamento Colli Piacentini Malvasia
frizzante.
Ore 15.00 Carla Aradelli, Ristorante Riva Ponte dell’Olio
Piacenza.
Panino a tema pomodoro di Piacenza. In abbinamento
Reggiano lambrusco.
Ore 17.00 Marcello e Gianluca Leoni, Leoni Bologna.
Panino a tema maiale nero di Parma. In abbinamento
Gutturnio frizzante
Alla Rocca Sforzesca di Dozza
la mostra permanente
dei vini dell’Emilia-Romagna
Qui sono raccolte, e disponibili
all’acquisto, oltre 1000 etichette di 260
produttori della regione selezionate da
una speciale commissione tecnica;
sommelier professionisti sono a
disposizione per consigli, suggerimenti
e per condurre i visitatori alla scoperta
del patrimonio vinicolo di questa terra;
nel wine bar di Enoteca Regionale
sono poi organizzati lungo tutto l’arco
dell’anno banchi d’assaggio tematici,
corsi e numerose iniziative.
ORARI DI APERTURA
Lunedì chiuso
Dal martedì al venerdì 09.30-13.00 / 14.30-18.00
Sabato 10.00-13.00 / 14.30-18.00
Domenica 10.00-13.00 / 15.00-18.30
CONTATTI
Enoteca Regionale Emilia Romagna
Rocca Sforzesca 40060 Dozza (BO) Italia
Tel. 0542 678089 - Fax 0542 678073
[email protected]
www.enotecaemiliaromagna.it
Il viaggio sulla
Via Emilia in
10 personaggi
Elio Tosi
Rimini
Format è una parola inglese. Da qualche tempo la usiamo
spesso, probabilmente troppo e non sempre a proposito.
Letteralmente è formato, un contenitore/formula all’interno
del quale si trovano diverse cose. A Rimini Elio Tosi, 84 anni
portati in modo impeccabile, un “format” dell’accoglienza
e dell’ospitalità se lo è inventato in tempi non sospetti.
Più di cinquant’anni fa, nel 1952, in uno dei locali icona
dell’intrattenimento del nostro Paese, l’Embassy. Villino
Cacciaguerra, la costruzione Liberty più bella di Rimini, deve
il suo nome all’avere ospitato per qualche mese l’ambasciata
USA in Italia agli inizi del ‘900, era sta il primo dancing club
dello stivale. Abiti da sera, gardenie all’occhiello musica
e bollicine francesi. Quando Tosi ne diventa direttore,
ospita concerti, spettacoli e un ristorantino con bar. La sua
intuizione, semplice e di successo: unire a quanto c’è già
l’alta ristorazione. “Siamo partiti con 20 coperti e siamo
arrivati a 250, sempre affollati”, ricorda Elio Tosi. In cucina
c’è sua moglie, prepara la pasta fresca: tagliatelle, taglioni,
strozzapreti. Si usa solo il mattarello, nessuna macchina e
bisogna cucinarla in giornata. Altrimenti mica è fresca. In
sala camerieri dagli abiti perfetti e perfettamente rasati.
Accoglievano con un sorriso, spostando la sedia alle signore
e portavano subito il menù. Mai fare aspettare un ospite,
ma farlo sentire accolto e benvenuto. Per Tosi i segreti
del suo lavoro erano “volontà e amore”. “ Per un paio di
decenni sono andato ogni giorno a fare la spesa. Alle 6 di
mattina il pesce e poi le verdure. Nel pomeriggio arrivavo
fino a Cesenatico perché i calamaretti per la frittura li trovavi
li, dove avevano barche più piccole, adatte a quella pesca.
Se non hai un grande volontà e non ti piace quello che fai,
credo sia possibile riuscirci”. E la sua cucina all’Embassy
trova nel pesce la sua materia prima d’elezione. “Per me un
rombo in crosta è e rimane in piatto buonissimo. Deve avere
una bella pezzatura ed essere freschissimo. Ogni volta che
arrivavo davanti all’Embassy scaricavo le cassette davanti
al locale e le lasciavo lì una decina di minuti. Un sacco di
gente si fermava a vedere conocchie e mazzancolle che si
muovevano e i rombi che saltavano ancora. Mi chiedevano
ma si mangiano qui questi pesci? Rispondevo certo! Ho
conquistato più clienti il loro passa parola che con una
campagna pubblicitaria”. Nel 1962 Tosi inizia a dirigere un
altro locale storico della “dolce vita” della riviera riminese, il
“Paradiso”, in cima alla collina di Covignano e con terrazza
a picco sul mare. Ripropone la formula, i tavoli sono meno
ma “curati maniacalmente”: regina della sala è la lampada.
Si preparano in sala piatti flambé, filetti e crepes suzette.
“Offrivamo un servizio veramente innovativo: per la prima
volta si poteva mangiare, ballare e ascoltare l’orchestra
nello stesso spazio”. Il ritorno all’Embassy è nel 1968 e da
lì una lunga volata fino al 2009, anno in cui Tosi decide di
chiudere. Ma qualcosa di lui evidentemente in famiglia è
passato. Il figlio Marco è stato il Patron dell’Acero Rosso”, il
primo locale riminese a portarsi a casa la stella della Guida
Michelin. Oggi l’Embassy ha riaperto. Il format è diverso un
po’ negozio, un po’ bar e ristorante. A pensarlo sono stati
alcuni giovani imprenditori riminesi. Formula differente ma
stesso obiettivo: accogliere bene e soddisfare il tuo ospite. Il
Dna di Rimini.
Carlo Bozzo
RITRATTO DEL TERRITORIO
La via Emilia finisce a Rimini. Il suo “finis terrae” è la spiaggia.
Davanti c’è l’altra metà dell’Emilia Romagna: l’Adriatico.
Impossibile separare la città dal suo mare. Rimini è icona
dell’Italia che negli anni ‘60 va finalmente, allegramente e
in massa, in vacanza. I riminesi sono straordinari inventori
di formule e modi d’accoglienza. Coniugano locali come
Savioli, Embassy o Paradiso che negli anni del “boom” se la
giocano con la Bussola e i luoghi più chic del nostro Paese,
con le pensioni dove il turista italiano o straniero un piatto
di tagliatelle fette in casa, le trovava disponibili “h 24”. Il
riminese ha un’innata capacità di aprire le porte di casa sua
agli altri. È ospitale per natura, intuisce prima di altri cosa
le persone cercano e glielo fa trovare pronto. In tutto questo,
tavola e cucina hanno sempre giocato un ruolo importante.
Sono un punto d’osservazione che può aiutarci a capire la
città e chi la abita. L’espressione tipica del riminese dopo
il pranzo domenicale è: “Abbiamo mangiato tanto e speso
pochissimo”. Lui è, in parte ancora oggi, un vero quantitativo.
Le porzioni devono essere abbondanti, le “rostide” ovvero
le grigliate pantagrueliche. È l’appetito di chi ha ancora
memoria della povertà del pescatore o del contadino. La
cancella andando a mangiare il cibo che considera più buono
“e pes”, il pesce. Ma, da una quindicina d’anni a questa parte,
la deriva quantitativa comincia a smorzarsi. Il Sangiovese
giovane e sfuso, il vino della casa, si sposta nelle bottiglie
di produttori che dimostrano come anche da queste parti
se ne possano fare di ottimi. Nei ristoranti appiano cuochi, i
loro locali sono in città o a pochi kilometri di distanza, che di
“stelle” “forchette” e punteggi delle guide ne hanno raccolti
tanti. In ordine sparso: Luigi Sartini, Vincenzo Cammerucci,
Gian Paolo Raschi, Stefano Ciotti, Fabio Rossi, Silver
Succi, Gregorio Grippo, Pier Giorgio Parini, Raffaele Liuzzi,
Riccardo Agostini, Albero Faccani. Il maestro di molti di
loro è un cuoco 100% riminese: Gino Angelini. Lui l’America
l’ha trovata a Los Angeles. Nelle suo osterie serve ai divi di
Hollywood lasagne, tagliatelle e piada con sardoncini. Le
cose preferite dai suoi concittadini.
Carlo Bozzo
ELIO TOSI, BIOGRAFIA
Ottantaquattro anni d’età indossati in modo impeccabile,
almeno quanto la giacca e la cravatta con cui ha sempre
accolto il clienti del suoi locali, ha cominciato la sua avventura
nel mondo della ristorazione e dell’intrattenimento con gli
studi all’istituto alberghiero Savioli di Riccione. Nel 1952
entra all’Embassy di Rimini, il locale icona della “dolce vita”
della riviera Romagnola , nelle cui sale si sono esibiti i grandi
nomi dello spettacolo italiano degli anni ’50 e ’60: Mina,
Fred Buscaglione, Gino Bramieri, Gianni Morandi, Mike
Bongiorno e tantissimi altri. La sua idea, rivelatasi subito di
successo, è integrare a concerti, ballo, intrattenimento, l’alta
ristorazione. Parte con pochi tavoli e arriva in poco tempo
200 coperti sempre affollati. Dal 1962 al 1968 passa a un
altro locale storico di Rimini, il “Paradiso”, posto sulla colline
di Covignano, con terrazza a picco sul mare e sulla città di
Rimini. Anche qui l’inserimento nella formula spettacolo/
ballo della ristorazione, si rivela un successo.
Pochi e curatissimi tavoli, sempre prenotati con mesi
d’anticipo. Dal 1968 Torna all’Embassy che dirige fino alla sua
chiusura nel 2009. Al centro della cucina di Elio Tosi il pesce
dell’adriatico, famoso il suo rombo in crosta, e soprattutto
una straordinaria attenzione al servizio. Accoglienza e
ospitalità sempre perfette, le vere cifre del suo modo di
proporre la tavola ai clienti.
Gianfranco Bolognesi
Forlì-Cesena
C’è un periodo ben preciso nella nostra storia in cui prende
corpo una nuova disciplina, l’enogastronomia: negli anni ‘70
cibo e vino cominciano infatti ad essere indissolubilmente
legati in un matrimonio che dura tuttora. Se il vino assume
pari dignità rispetto agli alimenti, senza essere relegato ad
un ruolo di comprimario, lo si deve all’intuizione di quanti
osarono, allora, intraprendere una via nuova.
Fra questi c’è senza ombra di dubbio Gianfranco Bolognesi,
che, proprio agli inizi di quel decennio, decise di aprire
– anche con un briciolo di incoscienza, come dice lui – un
ristorante a Castrocaro Terme, a cui diede il nome de La
Frasca, a simboleggiare l’insegna – fatta di fronde di qualche
albero – che tradizionalmente, non solo in Romagna, veniva
apposta sulle strade, là dove c’erano luoghi di ristoro.
Nel nome c’è tutto un programma verrebbe da dire e la bontà
della scelta riceve conferma qualche anno dopo, nel 1974,
quando Gianfranco viene premiato quale miglior sommelier
d’Italia.
Nel suo ristorante il vino diviene protagonista, ma non
prevarica mai il cibo. Va piuttosto a fondersi mirabilmente
ad esso, dando vita ad una proposta nuova, godibile,
contemporanea.
Non tarda ad accorgersene la critica: già nel 1975 arriva la
prima prestigiosa stella Michelin (la seconda arriverà 11
anni dopo).
La Frasca ha abbattuto il muro della normalità e si pone
ormai sul terreno dell’eccellenza: grazie a Gianfranco
certo, ma anche ad un team affiatato, tra cui spiccano la
moglie Bruna e un allora giovane chef che si chiama Marco
Cavallucci.
Tutti insieme, ognuno per la propria parte e con le proprie
competenze e sensibilità, non smettono mai di sperimentare,
con pazienza e con rigore, ricercando sempre attualità ed
innovazione, senza mai tradire i principi immutabili della
semplicità e del sapore naturale dei piatti, in un processo in
cui Bolognesi (che non è chef) recita fino in fondo il ruolo più
delicato, quello del cliente. De La Frasca lui è il primo e più
attento avventore, sempre.
In questo suo empirismo ragionato Gianfranco non può
non ricordare il romagnolo più illustre che l’ha preceduto,
il forlimpopolese, fiorentino d’adozione, Pellegrino Artusi.
Anche perché al centro della proposta enogastronomica
di Bolognesi c’è la consapevolezza che l’alimentazione
costituisce il fondamento indispensabile per una vita
sana, dove la ricchezza e la varietà delle materie prime a
disposizione si traducono in preparazioni semplici e fresche,
che guardano alla tradizione rivisitandola ed aggiornandola
in coerenza con mutate esigenze e condizioni di vita.
Quella di Bolognesi è una parabola di successo che prosegue
ininterrotta e che regge anche al trasferimento de La Frasca
da Castrocaro a Milano Marittima dove Gianfranco sbarca
nel 2004 insieme al suo staff. Cambia la cornice, dalla quieta
cittadina termale alla “movida” dell’Adriatico, ma intatto è il
consenso da parte delle guide gastronomiche e, soprattutto,
identico è l’apprezzamento che la clientela riserva.
Nel 2011 Bolognesi decide di lasciare la Frasca e di
concedersi del tempo per sé da dedicare alle sue grandi
passioni: l’arte, le amicizie e la ricerca del bello ovunque si
trovi (per citare ancora l’Artusi). Ma la passione per il suo
lavoro, quella che l’ha attraversato tutta la vita è ancora lì,
intatta. Non può ignorarla, non può starle lontana. Ed ecco
che gli ambienti di Castrocaro, la sua terra, e che hanno
conosciuto e vissuto il miracolo della Frasca rivivono con
la figlia Melania e diventano Osteria Bolognesi, luogo ove il
canone dell’eccellenza enogastronomica diviene accessibile
a tanti, spogliando l’offerta del superfluo e concentrandola
sulla sola qualità. E lui, oggi come ieri, è sulla soglia di casa
(perché la Frasca è sempre stata la casa dei Bolognesi), ad
accogliere con l’eleganza che l’ha sempre contraddistinto gli
amici e clienti e a dispensare il suo sapere, la sua esperienza
e l’arte raffinata del ricevere.
Maria Vittoria Andrini
RITRATTO DEL TERRITORIO
Se chiedete informazioni su Forlì a chi da queste parti ci è
nato e mastica nozioni di cultura generale la prima cosa
che citerà a compendio e specificazione è “Forum Livii”,
il foro romano di Livio da cui la città prese forma e nome.
Una partenza un po’ alla lontana per raccontare la storia del
“Zitadon”, il “cittadone”, soprannome dialettale che ancora
persiste, con il suo duplice significato di comunità grande ma
anche un po’ provinciale. E forse è proprio per scrollarsi di
dosso questo provincialismo che ogni forlivese sente pesare
sulle proprie spalle che l’incipit della storia riporta quasi
sempre alla via Emilia, alle glorie degli antichi e alle loro
vestigia in terra di Romagna. Per arrivare fino a quelle, più
recenti, di una romanità idealizzata, simbolica e razionalista
insieme, che dalla vicina Predappio ha finito per segnare
la prima metà del Novecento in Italia e non solo, lasciando
tracce indelebili nell’architettura, nell’arte e nella cultura di
quella che fu la “città del Duce”. In mezzo a questi due paletti
piantati dalla Storia c’è lo sviluppo di un centro divenuto più
volte protagonista come crocevia di eventi, eserciti, signori,
papi. Una città apparentemente periferica salita alla ribalta
con idee patriottiche e iniziative rivoluzionarie soprattutto
in epoca risorgimentale, a cominciare dalla Repubblica
Romana del 1849 guidata da Mazzini, Armellini e Saffi,
forlivese, il cui monumento oggi svetta sulle piazza centrale.
Le stratificazioni lasciate dal tempo sono ancora ben
leggibili nelle piazze, nelle vie, nei palazzi della città:
dall’antico campo dell’Abate (oggi piazza Saffi) su cui si
affaccia l’abbazia romanica di San Mercuriale a Caterina
Sforza e alla sua rocca, invincibile fino all’arrivo di Cesare
Borgia; dagli austeri palazzi signorili al cui interno sbocciano
raffinati cortili alle facciate neoclassiche di corso della
Repubblica, che riportano la memoria al passaggio delle
truppe napoleoniche. Così come neoclassica è l’Ebe del
Canova, simbolo artistico di Forlì conservata nei musei San
Domenico, convento duecentesco divenuto oggi contenitore
all’avanguardia di pinacoteca civica e mostre temporanee.
Fino a giungere alla modernità, allo sviluppo agricolo del
suo circondario - con risultati eccellenti sotto il profilo
enogastronomico, un universo di profumi e sapori che il
forlimpopolese Pellegrino Artusi ha saputo raccontare come
nessun altro nel suo celebre manuale di cucina - e a quello
artigianale, con piccole imprese e tante cooperative,
ancora oggi alla base del tessuto economico della città e
del suo circondario.
Roberta Brunazzi
GIANFRANCO BOLOGNESI, BIOGRAFIA
Nell’ottobre del 1971 un dinamico trentaduenne romagnolo,
Gianfranco Bolognesi, con varie esperienze, da apprendista
a cameriere a maître nella hotellerie, rileva a Castrocaro
Terme, a pochi chilometri da Forlì (località allora conosciuta
solo per le Terme, non certamente per la ristorazione), un
piccolo locale, chiuso dopo soli due anni di apertura “con
pochi spiccioli, tanti debiti e tanta incoscienza”.
Lo chiama ‘La Frasca’ cioè con il nome dell’insegna dei posti
di ristoro lungo le vie di comunicazione; esporre una “frasca”,
ovvero un ramo di cipresso, di quercia o di pino, indicava che
il vino nuovo era pronto; l’idea venne, a Gianfranco, da un
vecchio libro di Domenico Lanzoni, sulle osterie romagnole,
che aveva messo il Nostro sulla buona strada; l’esercizio,
quindi, era nato per il vino; il “food” veniva di conseguenza.
Nasce, e si consolida, quel connubio inscindibile tra cibo e
vino che, allora, ben difficilmente era valorizzato anche in
ristoranti di alto nome e prezzo e che ha caratterizzato e
continua ad essere un segno distintivo della Frasca.
Il “Gino” nazionale del vino, ossia Luigi Veronelli, nelle sue
peregrinazioni enogastronomiche, capita più volte alla
Frasca e conosce questo forse “pazzo” (per quei tempi)
patron sommelier, ossia Gianfranco, e ne parla, nel 1973,
in due servizi su Epoca e Panorama. Nel ‘74 G. Franco si
aggiudica a Palermo il titolo di Primo Sommelier d’ Italia;
ne consegue una notevole risonanza per la Frasca in patria.
Nel 1975, inaspettatamente, la Guida Michelin attribuisce
la sua prima stella al locale. E arriviamo al 1977, anno di
svolta per la cucina della Frasca: un giovane diciottenne
romagnolo di San Piero in Bagno, fratello di quel grande
chef che risponde al nome di Paolo Teverini appunto da
Bagno di Romagna, Marco Cavallucci, assume la funzione di
aiuto; dopo 25 anni, fatto pressoché incredibile nel mondo
della ristorazione, atteso che Marco non è uno chef patron,
Cavallucci è ancora lì, al suo posto, di conduttore equilibrato
della cucina. Nel 1986 arriva la seconda stella Michelin,
e les deux etoiles Michelin brillano tuttora in capo alla
Frasca, oramai trasferita a Milano Marittima. Ma non vanno
dimenticati Ornella, la preziosa sfoglina, Bruno Renna,
il maître che è l’esempio del raffinato, ma non affettato
maggiordomo delle case patrizie dei bei tempi andati.
Nerio e Tarcisio Raccagni
Brisighella
Nel 1956 Luigi Raccagni, proprietario di una osteria in via
Fossa rilevata dallo zio Giuseppe, Brisighella, realizzò il sogno
di aprire un albergo, con ristorante al piano terra ovviamente,
lo chiamò Gigiolè, esattamente come il paese chiamava lui
affettuosamente. I figli adolescenti crebbero in quel “centro
del mondo”, tra pentole e camere, in uno dei borghi più belli
d’Italia, in mezzo ad una valle, quella del Lamone, che da
sempre nascondeva tesori come un olio d’oliva incredibile e
viaggiava verso la Toscana grazie ad una ferrovia ottocentesca
che suggellava e alimentava lo speciale rapporto di Faenza,
a qualche chilometro, con Firenze. Un piccolo paese, due
fratelli, un albergo, una famiglia di ristoratori. Ce ne saranno
stati a migliaia in giro per l’Italia e invece quella storia divenne
importante come poche altre e ad un certo punto tra gli anni
’70 e gli ’80 qualsiasi appassionato di cucina sarebbe arrivato
in questo angolo di paradiso. Le storie, come abbiamo detto,
sono due, diverse come erano diversi i due fratelli.
Gigiolè è la storia di Tarcisio (Nerio aveva lasciato il ristorante
di famiglia nel 1976) che continua la tradizione di famiglia
custodita dalla madre, e maestra, Maddalena Guerrieri. Un
locale semplice, ma profondamente innovativo in alcune
intuizioni che Tarcisio ha portato avanti con discrezione,
quasi mimetizzandole in una cucina che cercava di essere
soprattutto rassicurante. La prima è quella di attingere ad una
filiera locale ricca e originale, ancora contaminata dai prodotti
selvatici come caccia, erbe, funghi, tartufi. I raccoglitori e i
contadini passavano da Gigiolè prima di proporre a qualsiasi
altro la loro merce, a volte anche semplicemente con un
cesto di uova, due galletti o un coniglio. La giornata di Tarcisio
iniziava così, con una spesa che in parte arrivava “da sola”
al ristorante. La seconda è quella di avere nobilitato alcune
preparazioni di casa, piatti semplici serviti in un a,mbiente e
in stoviglierie che ne esaltavano le qualità. Il mitico Capocollo
con scalogno, Spoia lorda (piatto del buon ricordo dell’82) e la
costata di castrato con gnocchetti (piatto del buon ricordo dal
’93), i mitici crostini di porcini serviti con la fiammella sotto
per tenerli in caldo. Nel 1992 arrivò anche la stella Michelin,
ma in realtà qui tutto era già successo. Tra i tavoli di Gigiolè,
dal ’90 al ’94 lavorò Remo Camurani che ha in qualche modo
portato avanti l’idea della trattoria “alta” con la trattoria di
Strada Casale prima e con Cà Murani oggi a Faenza.
La Grotta fu invece un locale completamente diverso, un
locale che ha rinnovato il linguaggio del ristorante con una
forza straordinaria, un posto talmente innovativo che in
tanti provarono ad imitare, ovviamente senza successo
alcuno. L’idea di Nerio era una sintesi geniale di ospitalità,
contemporaneità, imprenditorialità. L’idea era semplice,
rinunciare alla pesantezza del ristorante senza rinunciare
alla sua qualità. Ci si poteva sedere ai tavoli e mangiare un
grande salame, ma anche due fette di arrosto, alle cinque
del pomeriggio. Le tovaglie erano a quadretti rossi e tutto il
linguaggio parlava di qualità viaggiando lontano dal peggior
repertorio della formalità. Grandi vini, cose belle, un istinto
infallibile del patron, prezzi abbordabili. Si mangiava in una
sala bellissima scavata nel gesso, con i sottopiatti in maiolica,
con le brocche della bottega Gatti, con un enorme quadro
di Mattia Moreni illuminato a regola d’arte nell’angolo più
buio della “grotta”. Un racconto tutto linguaggio e ritmo, una
sala sempre piena e una cucina sempre affidabile. Il locale
aprì con un giovanissimo Antonio Casadio in cucina (oggi
a La Baita a Faenza) e nel tempo vide avvicendarsi nomi
importanti come Bruno Barbieri e Vincenzo Cammerucci. La
gente non poteva scegliere (c’era un solo menù che cambiava
settimanalmente) e i n tavola arrivavano grandi vini comprati
a prezzi eccezionali da Nerio che garantiva alle aziende una
straordinaria vetrina. Anche le grandi firme del vino italiano
facevano a gara a rifornire la Grotta e non era difficile bere
Sassicaia, Tignanello, Solaia e i brunello di Soldera. In sala,
dal ’90 al ’96, Daniela Pompili, figura mitica del locale, citata
più volte nelle schede della guida dell’Espresso firmate da
Paolo Scotto e una volta addirittura paragonata ad una pantera
nera per l’eleganza e la bellezza. Aneddoti a parte, Daniela,
che aveva l’ordine tassativo di non parlare, è stata una figura
importante della Grotta. A Nerio, che abbandonò la gestione
alla fine degli anni ’90 va anche riconosciuto il merito di avere
lavorato per la filiera del suo territorio “inventando” l’olio
brisighello e promuovendo il carciofo ancestrale Moretto,
che lui sostiene prenda il nome proprio dal suo soprannome
di bambino.
Giorgio Melandri
RITRATTO DEL TERRITORIO
Ogni sera, sotto ai portici della piazza di Faenza, arriva l’aria
fredda che scende dalla Valle del Lamone e attraversa i corsi
e la piazza schivando le sempre numerose biciclette. È una
presenza quella corrente d’aria che scende, l’anima di un
legame che unisce questa piccola città e quella valle mitica
che sale verso l’Appennino e scende poi a Firenze. Un piccolo
viaggio che alla fine dell’800 diventò una linea ferroviaria
inerpicata sui monti, bellissima e quasi avventurosa in
quel tracciato che ogni tanto scappa tra i boschi. Su, a
pochi chilometri dalla via Emilia, c’è uno dei borghi più
belli d’Italia, Brisighella. Un piccolo borgo sovrastato da
tre colli che ne caratterizzano il paesaggio, circondato dai
terrazzamenti di ulivi che ne segnano la filiera. Ci sono anche
le vigne, i calanchi con le carciofaie di Moretto, i boschi che
regalano tartufi, ma l’olio qui è protagonista, magicamente
complesso e sfaccettato. Brisighella è abituata ad essere
speciale, romagnola eppure al confine con la toscana, un
legame fortissimo con il vaticano e otto cardinali nati in
paese, protagonista della gastronomia del ‘900 con due
ristoranti fuori dal comune, Gigiolé e la Grotta, gestiti da due
fratelli dal carattere opposto, entrambi straordinari. Tutto
questo è sempre sembrato normale, a stupirsi erano solo i
“forestieri”. Oggi questa valle, e quella accanto che scende a
Faenza da Modigliana, sono ancora il laboratorio intellettuale
dell’enogastronomia romagnola, complice una vocazione
territoriale che non ha paragoni. Brisighella è pura come lo
era cento anni fa, gelosa della sua filiera speciale, dei suoi
personaggi, del rapporto con Faenza, dell’essere Romagna
di confine, di quella linea ferroviaria che si arrampica in
alto. Non a caso il talento dei fratelli Raccagni ha potuto
esprimersi con quella forza.
Giorgio Melandri
NERIO E TARCISIO RACCAGNI, BIOGRAFIA
I fratelli Nerio e Tarcisio Raccagni nascono a Brisighella,
rispettivamente nel 1940 e nel 1942, in una famiglia di
ristoratori. Il padre Luigi aveva infatti aperto un’osteria a
Brisighella e i giovanissimi fratelli avevano un permesso
speciale per uscire in anticipo da scuola ed andare a servire
nell’attività di famiglia. Gli insegnanti della scuola alberghiera,
soprattutto Luigi goni, avranno un ruolo importante nella
formazione di Tarcisio e l’esperienza in cucina della madre
Maddalena Guerrieri diventò la solidissima base di una
cucina sempre più raffinata. Anche per Nerio l’esperienza e
la visione della madre furono importanti, tanto che negli anni
’70 Nerio venne iscritto al primo corso AIS. Qui Nerio ebbe
modo di sviluppare la didattica ancora oggi in uso e diventare
uno dei pionieri del mondo del vino di qualità italiano. Dopo
avere condiviso la gestione dell’attività di famiglia Gigiolè,
aperta nel 1956, i due prendono strade diverse. Tarcisio resta
da Gigiolè affermando un modello ristorativo tutto tradizione
e territorio, una sorta di trattoria evoluta che anticipava di
30 anni il momento attuale della cucina italiana. Nerio, dopo
diverse esperienze, apre a Brisighella nel 1982
Il ristorante La Grotta, anche lui inventando una formula
imitata da tutti in quegli anni: un menù fisso con vini abbinati
e un ambiente di qualità senza i formalismi del ristorante.
Un successo nazionale che portò a Brisighella tutto il mondo
del cibo e del vino italiano. Nerio lasciò la Grotta negli anni
’90 per dedicarsi al suo progetto di ospitalità relais Torre
Pratesi. Tarcisio chiuse il Gigiolè nel 2006 dopo cinquant’anni
di attività per ritirarsi a vita privata.
Gianluigi Morini
Imola
L’ho sempre visto all’ingresso del ristorante, impeccabile,
ironico, tagliente, intelligente già nello sguardo. Una
figura importante per il San Domenico, un padrone di casa
necessario in un ristorante che della cucina di casa ha
fatto la cifra stilistica del locale. Sono due anni che Morini
ha abbandonato il locale, due anni che manca a tutti quanti
noi nonostante l’atmosfera di casa e lo stile di accoglienza
perfettamente in equilibrio tra il formale e il familiare sia
rimasto lo stesso.
Gianluigi Morini è nato a Imola nel 1935, nella stessa
casa dove avrebbe poi aperto il ristorante. La casa era
stata acquistata dal nonno nel Luigi che vi aveva aperto
una bottega, di generi alimentari ovviamente. Lui, ancora
bambino, si ritrovò garzone a familiarizzare con vini e salumi,
le specialità della famiglia. La vera passione del giovane
Gianluigi Morini fu però il cinema e fu così che dopo il diploma
in ragioneria, con in mano una lettera di raccomandazione
indirizzata a Federico Fellini, il nostro partì per Roma.
Rientrato ad Imola, Morini si impiegherà in banca come era
desiderio del padre. Appassionato di cucina, ma soprattutto
di ospitalità, Morini cominciò ad accarezzare l’idea di aprire
un ristorante nella vecchia casa di famiglia. Il progetto prese
forma e il 7 marzo del 1970 il San Domenico aprì i battenti.
L’idea che affascinava Gianluigi era quella di una cucina
familiare, una cucina di casa come si era fatta nelle grandi
case borghesi e nobili italiane. Su consiglio di Luigi Veronelli
si rivolge a Nino Bergese, il “cuoco dei re”, piemontese, ma
ligure d’adozione, ormai ritirato a vita privata dopo una vita
di straordinari successi. Bergese aveva cominciato la sua
carriera giovanissimi a casa del conte Bonvicino accanto
a Giovanni Bastione, futuro cuoco della famiglia Agnelli. A
sedici anni è aiuto cuoco del conte Costa Carrù della Trinità
e cucina per ospiti importanti, dai Savoia a re Faud d’Egitto,
passando per il duca d’Aosta e il duce di genova. Nel 1926,
a soli ventidue anni, è primo cuoco dai Wild, una ricca
famiglia di cotonieri. Lavora poi per il conte Arborio Mella
di Sant’Elia, cerimoniere di Casa Savoia. A Villa Crocetta
prepara il pranzo per un’ospite d’eccezione, Umberto
di Savoia che il 15 settembre compie 22 anni. In questa
occasione Nino prepara la Torta Fiorentina che è ancora
oggi un grande classico del San Domenico. Poi altri palazzi,
altre casate insigni fra cui i marchesi medici del Vascello
e i marchesi Baldi. Con la seconda guerra mondiale dove
Bergese presta servizio nella cavalleria, l’arma tradizionale
dei nobili, finisce un’epoca. Bergese apre allora a Genova, in
un antico carrugio, Vico Indoratori, un piccolo ristorante, La
Santa. Anche qui arriva un certo mondo e presto addirittura
due stelle Michelin. Tra i frequentatori c’è Giangiacomo
Feltrinelli che convince Bergese a raccogliere in un libro più
di 500 delle sue famose ricette. Nasce così mangiare da Re,
ancora oggi un libro fondamentale per chi vuole capire la
cucina borghese italiana. Bergese si era già ritirato quando
Gianluigi Morini lo andò a cercare e al primo incontro rifiutò
l’offerta di lavorare ad Imola. Morini insistette e finalmente
Bergese arrivò a Imola. Ci restò diversi anni ed ebbe modo
di formare un giovanissimo Valentino Marcattilii con quale
nacque subito una intesa perfetta. Fu sempre Bergese a
spingere Valentino a fare esperienze in Francia, a roanne dai
fratelli Troigros e poi alla Pyramide con Guy Thivard, erede
della tradizione di Fernand Point. Siamo nel 1979 e Valentino
è ormai un cuoco maturo. Anche il San Domenico è oramai
come Morini e Bergese l’avevano voluto, praticamente
perfetto. È un successo straordinario e Gianluigi Morini, con
Natale Marcattili in sala e il fratello Valentino in cucina, si leva
parecchie soddisfazioni. Il successo è tale che addirittura,
nel 1988, il San Domenico apre un locale gemello a New
York, al 240 di Central Park South.
Una storia straordinaria, una specie di arca di noè del buon
gusto borghese, un custode di una tradizione che forse
sarebbe rimasta nella categoria della memoria e che invece
è oggi più viva che mai.
Giorgio Melandri
RITRATTO DEL TERRITORIO
Imola è provincia in purezza, un paesone sulla via Emilia
come ce ne sono tanti in Emilia-Romagna, facciate di case
in mattoni arroventate dal caldo in estate, nascoste dalle
nebbie serali in inverno. Negli anni questa città, Romagna
in provincia di Bologna, si è sempre più legata al capoluogo
regionale rinunciando all’idea di confine per lavorare su
una continuità che letta a ritroso dimostra semplicemente
quanto sia “romagnola” la città delle due torri. Per i
faentini, cugini e vicini di casa, gli imolesi sono sempre stati
i comunisti inquadrati e obbedienti, operosi artefici di una
crescita industriale che ha stupito tutti nel dopoguerra. Si
è pensato in grande ad Imola, incuranti della dimensione
di paese nella quale venivano cullate le idee. Questa cifra è
forse la più bella dimostrazione di come la provincia in Italia
abbia avuto un ruolo unico e di come sia stata laboratorio
di idee ed esperienze, non una macchina per spegnere i
talenti, ma piuttosto un incubatoio di pensatori e sognatori.
Come quel Massimo Montanari, medievalista e uno dei più
autorevoli storici dell’alimentazione in Italia, che ancora
oggi abita ad Imola e per il quale, ci piace pensare, quella
vicinanza con la campagna è un’occasione di confronto
continua, lo stimolo a considerare sempre la cultura
materiale nel rapporto con i suoi bisogni veri. Chissà se la
sua tesi sull’identità italiana della cucina sarebbe stata così
lucida senza quella casa in provincia. Montanari scrive che
“non è mai esistito da noi un modello unitario, nazionale, di
cucina. E non esistono in realtà neppure le cucine regionali
quanto uno “stile culinario italiano” che procede per reti di
città, fatto di passaggi, contaminazioni, frontiere.” Un viaggio
in una provincia che cambia, ma resta sempre paese. Imola
rappresenta bene tutto questo, l’idea che la provincia italiana
non sia periferia delle città, ma piuttosto la protagonista di
una rete che si esprime ad altissimi livelli fuori dalle rotte
metropolitane che oggi sembrano fagocitare ogni cosa.
Gianluigi Morini, fondatore e patron del San Domenico, è un
grande personaggio con una grande storia e a lui guardiamo
come interprete della sua città e della provincia in generale.
Giorgio Melandri
GIANLUIGI MORINI, BIOGRAFIA
Gianluigi Morini è nato a Imola nel 1935, nella stessa casa dove
avrebbe poi aperto il ristorante. La casa era stata acquistata
dal nonno nel Luigi che vi aveva aperto una bottega, di generi
alimentari ovviamente. Lui, ancora bambino, si ritrovò
garzone a familiarizzare con vini e salumi, le specialità
della famiglia. Appassionato di cucina, ma soprattutto di
ospitalità, Morini cominciò ad accarezzare l’idea di aprire un
ristorante nella vecchia casa di famiglia. Il progetto prese
forma e il 7 marzo del 1970 il San Domenico aprì i battenti.
L’idea che affascinava Gianluigi era quella di una cucina
familiare, una cucina di casa come si era fatta nelle grandi
case borghesi e nobili italiane. Su consiglio di Luigi Veronelli
si rivolge a Nino Bergese, il “cuoco dei re”, piemontese, ma
ligure d’adozione, ormai ritirato a vita privata dopo una vita
di straordinari successi. Bergese arriva ad Imola e si trova a
lavorare accanto a Natale e Valentino Marcattilii e con loro fa
crescere il progetto del San Domenico. Il successo è tale che
addirittura, nel 1988, il San Domenico apre un locale gemello
a New York, al 240 di Central Park South. Dal 1970 il locale è
uno dei ristoranti più prestigiosi d’Italia e continua a lavorare
con la filosofia di sempre: “accontentarsi” del meglio per
offrire al cliente che sceglie il San Domenico un servizio
accogliente e per occuparsi della sua felicità. L’ironia, la
qualità, la grande classe di Gianluigi Morini.
Renato Gualandi
Bologna
Salutate la capitale!! Battiti di mani e urla dell’arena non
celebrano il cuore sportivo ma quello gastronomico di una
città, Bologna, che oggi, pare, aver perso la testa, il caput
appunto, di quel ‘mundo’ gastronomico un tempo lontano
da spume e sferificazioni. Tortellini torri e qualcos’altro,
erano invece le fondamenta di un primato epicureo
cittadino, in cui cultura faceva rima con cottura e chiudere
i ristoranti troppo presto voleva dire affamare gli appetiti;
persino quelli che arrivavano da lontano. A Bologna un
tempo approdavano tutti, compreso quel bel mondo che
lasciava scodelle vuote ma che alla fine rendeva la città
cosmopolita nell’animo e persino nella pancia. Lo dimostra
il fatto che nelle cucine dei grandi alberghi erano presenti
influenze transalpine, anglofile, e persino quelle che si
potevano contrarre lasciando aperte le finestre con i paesi
d’oltrecortina; latitudini, un tempo, da queste parti molto
stimate. La capitale gastronomica ammetteva solo il meglio,
per questo anche gli influssi d’oriente, la Cina non era
ancora così vicina, avevano un timbro nobile, zarista. Non
mancò neppure la rivoluzione condotta, da dietro i fornelli, in
prima linea dal bolognesissimo cuoco Renato Gualandi. Sin
da piccolo, classe 1921, mostra talento per i fornelli. Il padre
sarto vorrebbe che studiasse, ma lui ‘sarta’ la scuola, va a
lavorare da uno dei più famosi rosticcieri della città e in pieno
fascismo vince un premio legato al lavoro e nello specifico
alla cucina. Ambiente, quest’ultimo, che non abbandonerà
mai neppure in tempo di guerra. Quando nel cielo volano
alti i bombardieri che di lì a poco ci libereranno dai tedeschi,
la sua creatività si libra ancora più in alto, facendogli
inventare quella carbonara cucinata, in quel di Riccione,
con spaghetti, bacon, burro, crema di latte, pepe, e rosso
d’uovo in polvere. Piatto simbolo della capitale, Roma questa
volta, pare sia nato proprio dall’estro di quel Renato che
nel tempo cucinò per famiglie reali, capitani d’industria
e grandi uomini, fondendo esperienze gastronomiche
internazionali e sapori di casa. Cuoco del cambiamento
non solo per l’avanguardia dei piatti ma soprattutto per
un differente modo di pensare, iniziò, quando la bilancia si
usava ancora soltanto per pesare gli ingredienti e non le
persone, a comprendere non solo la salubrità delle erbe
-le spezie di casa nostra - ma anche quella di alimentarsi,
altro titolo di un suo libro, con legumi e frutta.
Gualandi ha il merito storico, insieme alla famiglia Zurla –
il capostipite Giovanni e i figli Vittorio, Guido e Mario– de Il
pappagallo, di avere portato la cucina bolognese dentro al
ristorante e averle dato in questo modo rango. Quando il
suo ristorante, il 3G, chiuse nel 1971 c’erano ben 7 sfogline
a servizio. Scrive Alberto Capatti nell’introduzione al libro
che Slow Food editore gli ha dedicato nella collana Assaggi:
«Ad aver divulgato il buon gusto bolognese, con tecnica
e arte, erano stati i cuochi di casa, d’albergo, di bottega,
di ristorante e di osteria, dando una immagine di grande
operosità e di ampia cultura. Quando Gualandi inizia il suo
mestiere non c’è offerta regionale che appaia più raffinata e
appetibile ai palati italiani.». Gualandi ricostruisce la cucina
bolognese ricombinando i codici di una cultura che attinge
a eredità francesi e cultura popolare. Come scrive Piero
Camporesi, “reinventare la tradizione come sintesi”, con la
coerenza che Gualandi ha sempre dimostrato. Sceglierlo per
rappresentare Bologna è naturale, anzi doveroso.
Marco Tonelli
RITRATTO DEL TERRITORIO
Bologna è una vecchia signora dai fianchi un po’ molli
col seno sul piano padano ed il culo sui colli,
Bologna è una ricca signora che fu contadina:
benessere, ville, gioielli... e salami in vetrina.
Bologna ombelico di tutto,
mi spingi a un singhiozzo e ad un rutto.
Così Francesco Guccini, il Maestrone venuto da Modena per
aiutare i bolognesi a osservare la propria città con nuovi
occhi. Bologna oggi multietnica, per cause ben diverse da
quelle che fin dal XI secolo richiamarono intelligenze da
ogni nazione d’Europa a renderla “Dotta” coi i primi nuclei
dell’Alma Mater Studiorum, nata in veste di libera e laica
organizzazione fra studenti. Città delle torri che sfidavano il
cielo a celebrare le glorie terrene delle schiatte nobiliari, dei
canali che dal XIII secolo fecero nascere l’industria della seta
più fiorente d’Europa. La più parte delle prime fu demolita
all’inizio del XX secolo assieme alle mura che abbracciavano
il centro storico. L’urbanistica si liberava del passato
lasciando come traccia le dodici antiche porte d’accesso alla
città. I canali vennero ricoperti per fare posto all’automobile,
ma i quaranta chilometri di portici rimangono a emblema di
un’idea di socialità, protezione, condivisione civica. Anche
“La Rossa” è un reperto storico ormai archiviato, e “La
Grassa” un luogo comune svaporato come le “3T” delle
cartoline illustrate. Città etrusca e romana, papalina e
giacobina, Medaglia d’Oro al Valor Militare per la Resistenza
e la Liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo, culla della
cooperazione e della rinascita industriale nel dopoguerra,
protagonista della Motor Valley, cardine di quella via Emilia
che è da sempre l’anima della regione a doppio-nome da
Piacenza a Rimini. Tradizionalista e d’avanguardia, nella
cultura, nel sociale e in cucina. Qualcosa dovette assorbirne
Pellegrino Artusi che la città e la sua università frequentò
a metà ottocento. Nota nel mondo anche per gli inesistenti
“Spaghetti Bolognese Sauce”. Capace di depositare alla
Camera di Commercio la “Misura Aurea” delle tagliatelle e
la ricetta immutabile del ragù tradizionale. Tanto le “zdàure”
e le sfogline (che animano il movimento di resistenza
delle botteghe artigiane all’invadenza dei mutandifici
multinazionali) lasciano alla precisione dell’occhio e del
gesto la stesura della sfoglia e il taglio della tagliatella,
mentre di ragù non ne trovi uno uguale all’altro. Così come
i tortellini del cui rilancio sono protagonisti cuoche e cuochi
del capoluogo e della provincia. Sul vino dei colli bolognesi
poi, superate da anni antiche pratiche di produzioni massive,
si muove anche il riscatto di un’agricoltura che si riafferma
come movimento culturale. Bologna City of Food proietta
oggi il suo futuro verso un’economia rinnovata da una nuova
concezione dell’accoglienza turistica capace di valorizzare le
ricchezze agro-alimentari e le loro innumerevoli elaborazioni
nelle arti eno-gastronomiche.
Al riallacciarsi di un legame fra città e campagna ci
richiamava da tempo il poeta Roberto Roversi “Bologna è
una città profondamente drammatica, sicuramente ricca,
ma in una maniera irregolare e un po’ smodata. Godereccia,
in modo abbastanza perfido, e non più nel modo aperto,
un po’ sbracato, ma sostanzialmente corretto che poteva
avere al tempo della sua cultura contadina, quando la città
era collegata direttamente con la sua campagna e della
campagna assumeva e succhiava proprio gli umori fertili
della cultura. Sapiente e dotta, penso ancora di sì...”
Bruno Damini
Renato Gualandi, BIOGRAFIA
Renato Gualandi è nato a San Lazzaro di Savena il 15
marzo 1921 ed è stato uno dei cuochi più importanti del
900 bolognese. Inizia giovanissimo come fattorino presso le
macellerie Michelini dove impara a conoscere i tagli delle
carni. Nel 1932 lascia Michelini e accetta la proposta di
Giuseppe Palmirani, proprietario dell’omonima rosticceria
all’angolo tra via Ugo Bassi e via Gervasio e dove resterà fino
al 1940. Nel 1939 partecipa a Catania ai littoriali del lavoro
e trionfa con i suoi piatti. In giuria c’era addirittura il più
famoso maître italiano, Luigi Carnacina e il riconoscimento
regala fama a Gualandi. Nel 1945 è al Baglioni, sede del
comando alleato della città di Bologna. Dopo la guerra
lavora a Imola all’albergo Grand’Italia, poi nelle marche
nel ristorante dell’albergo San Carlo a Civitanova Marche.
Dal 1950 per due anni ritornerà poi a Bologna rientrando
alla rosticceria di Palmirani. Nel settembre del 1952 apre
in via Nazario Sauro il suo ristorante, il 3G, un grande
successo che durerà fino al 1971. Il 3G è una delle punte di
diamante della ristorazione bolognese e qui, come anche
al Pappagallo dei fratelli Zurla, la cucina della tradizione
bolognese trova un palcoscenico che le alza rango e fama.
Quando nel 1971 il ristorante chiuse a servizio c’erano ben
7 sfogline. Al 3G, dopo la ristrutturazione del 1959, i coperti
diventarono 150 e nel locale ebbe un successo straordinario
anche il banco da asporto costruito davanti ad un gigantesco
spiedo che divenne la caratteristica del locale. Nel 1958
Gualandi ricevette a Digione un prestigioso riconoscimento,
la Commanderie des Cordons Blues. Gualandi ha il merito
di avere portato la cucina della tradizione bolognese
dentro alla ristorazione di qualità, fino a lì presidiata dagli
standard internazionali codificati dalla cucina dei grandi
alberghi europei. Gualandi ricostruisce la cucina bolognese
ricombinando i codici di una cultura che attinge a eredità
francesi e cultura popolare. Come scrive Piero Camporesi,
“reinventare la tradizione come sintesi”, con la coerenza che
Gualandi ha sempre dimostrato. Per Enologica lo ha scelto
per rappresentare Bologna in un viaggio sulla via Emilia che
dedica un tributo ai grandi personaggi della ristorazione
emiliano-romagnola del 900.
Giacinto Rossetti
Argenta, Ferrara
“Arrivai al mercato del pesce di Chioggia e c’era nel bel
mezzo di uno spazio aperto un uomo, teneva le gambe larghe
e le braccia conserte. Aveva tra i piedi gli scampi più belli e
grossi che avevo mai visto in vita mia. Non rispose a nessuno
di quelli che gli chiedevano il prezzo di quella cassa, sapeva
che non li avrebbero comprati. E sapeva che avrebbero riso
in paese di quel prezzo astronomico. Io lo guardai, feci il giro
del mercato due volte e poi, inevitabilmente, comprai quel
ben di Dio uscendo da lì.”
Quando Giacinto racconta mi sembra sempre di stare lì in quel
mondo fatto di personaggi incredibili, mai completamente
veri e mai completamente falsi. Sono contadini, pastori,
commercianti, contrabbandieri, cacciatori, pescatori. Sono un
mare di storie, sempre meravigliose e qualche volta difficili.
Collegano tutte le strade del cibo, si incrociano, si perdono,
sbucano all’improvviso, spesso sono al confine tra quello che
si può fare e quello che si fa, ma non si dice. Quasi come se la
purezza di quelle materie prime richiedesse e giustificasse
qualsiasi follia, qualsiasi gesto. Giacinto, romagnolo “di
valle”, è l’uomo che negli anni ’80 ha inventato il Trigabolo,
il ristorante italiano più famoso di sempre, l’esperienza
che ha formato fior di professionisti e che è finita con uno
spettacolare capitombolo. “Non c’erano più le condizioni.”,
mi ha detto una volta, “ Le grandi materie prime non c’erano
più e noi fummo costretti a chiudere.”. Poco importa se le
complicazioni furono anche altre, per lui alla fine l’essenza
di tutta la storia è quella. E in fondo a me piace pensare che
la faccenda sia andata così. Il pensiero di Giacinto, umanità
e intelligenza straordinarie, è in fondo tutto lì, in un’idea di
assoluto che passa per il cibo e che nel cibo cerca una trama,
un racconto dell’uomo. Pregi e difetti. Una originale indagine
sulla nostra umanità che divide il mondo esattamente in
due: quelli che hanno la sensibilità per condividere e capire
e poi tutti gli altri, quelli che mangiano senza sapere. Questa
ricerca disposta a tutto è stata l’anima del Trigabolo ed
è ancora oggi la vita di Giacinto che guarda il mondo con
quegli occhi profondi e ancora si entusiasma, veloce come
un cacciatore deve essere. E quando scopre qualcuno non si
limita a comprare, ma torna e ritorna. Cerca di sapere tutto
e di entrare nell’intimità di quella materia prima. “L’uomo è
attratto dalla sua rovina”, ripete sempre. Forse, penso io, ci
sono delle volte in cui l’uomo ha consapevolezza della sua
rovina e però sente ancora più forte la necessità di andare
avanti e dare un senso ad una esperienza. È forse una delle
storie più ricorrenti del cibo e Giacinto ama quel confine
tra la tragedia della vita e i suoi privilegi, tra i le sconfitte
e i momenti di gioia. Diciamo, e l’ho capito negli anni, che
Giacinto è interessato a tutto quello che è autentico e quella
è una zona di verità forti. Per questo non ama i borghesi, e
forse per questo non ama le ipocrisie in generale.
Un anno, a Natale, cucinò un cappone. A tavola, mentre lo
mangiavamo, mi disse che per farlo non aveva dormito
per due giorni. Io pensai subito a Garcia Marquez e ai quei
personaggi incredibili. A Cent’anni di solitudine. “Il colonnello
Aureliano Buendia promosse trentadue sollevazioni armate
e le perse tutte. Ebbe diciassette figli a diciassette donne
diverse, che furono sterminati in una sola notte prima che
il maggiore avesse compiuto trentacinque anni. Sfuggì
a quattordici attentati, a settantatré imboscate e a un
plotone d’esecuzione. Sopravvisse ad una dose di stricnina
nel caffè che sarebbe bastata ad ammazzare un cavallo.
Respinse l’Ordine del Merito che gli conferì il presidente
della repubblica.” Quelle iperboli, quella sconfinata umanità,
quel gusto dell’invenzione, mi ricordano Giacinto e la sua
fantastica ricerca di materie prime e uomini eccezionali.
Il Trigabolo è stata solo una tappa di questo grande viaggio,
una tappa importante dove tutto il mondo di Giacinto si è
confrontato con il contemporaneo. È uscito allo scoperto, ha
stravinto il confronto che a quel punto forse non serviva più.
Un gesto che nel momento in cui raggiunge la sua perfezione
diventa inutile, non si deve più fare. Lo farà qualcun altro
che comincia una rincorsa lunga una vita. Giacinto lo pensa
anche dei piatti. Una volta andammo a camminare insieme,
come facciamo ogni tanto, e lui mi disse “Il Trigabolo non
era un ristorante, come molti hanno pensato, ma un modo
di vivere, il confine della perdizione. Abbiamo condiviso tutto.
Ma sapevamo tutti che non sarebbe durata.”
Giacinto ancora cucina, e lo fa con i riti tutti francesi dei
fondi, con i tempi della tradizione e la pazienza delle grandi
attese. Per lui la tavola è un luogo di incontro e su una cosa
è moderno più di tutti gli altri. Giacinto non ha mai diviso
quelli del vino da quelli del cibo come fanno oggi, forse
per difesa, i più. Lui è un esperto di cibo e di vino, con una
continuità che è necessaria se si ha l’ambizione di costruire
una trama che racconti l’uomo. “In questo piatto ci sono
delle verità”, questo è il suo commento più bello. Buono è
molto più indietro, lontanissimo da lì. Talmente lontano che
nella cucina di Giacinto si conciliano Italia e Francia, in un
abbraccio che non snatura i pensieri e non tradisce né l’una
né l’altra identità. C’è forse un’idea di Europa in tutto questo,
qualcosa che somiglia all’idea di civiltà come l’abbiamo
sempre pensata noi.
La grande modernità di Giacinto è anche nel suo aver
viaggiato da solo, senza cadere in nessun luogo comune
della gastronomia. Anche la cucina del Trigabolo fu diversa
da tutto, forse ha anticipato qualche tema, ma Giacinto non
ha seguito nessuna moda, mai. Anche nel rapporto con la
tradizione c’è un pensiero sano. “I piatti della tradizione,”,
ripete spesso, “sono un passato con un po’ di futuro. Perché
la tradizione è una cosa che deve ancora succedere.”.
Eccola qui la modernità, un’idea di libertà che non accetta
compromessi, un modo per prendere le cose più classiche e
impedire che invecchino, ripensarle per non ripensarle mai.
Giorgio Melandri
RITRATTO DEL TERRITORIO
Acqua protagonista, nelle presenze e nelle assenze, nei
segni, nel grande fiume. È il territorio di Ferrara, qualche
metro sotto il mare, tanta storia e un rapporto tra uomo
e acque che non ha paragoni. Le terre del delta del Po
sono una invenzione dell’uomo e se non fosse per quelle
idrovore che pompano l’acqua incessantemente giorno e
notte qui non ci sarebbero campi e argini, ma valli e mare.
I bambini imparano da piccoli a fare i conti con una paura
del fiume che nella storia è stata più che giustificata e
crescono nell’idea, e nella sensibilità, di una lotta senza
fine. Tra uomo e natura. Tra terra e mare. Tra uomini anche,
ripensando alle leggendarie storie degli scontri tra guardie
vallive e fiocinini, i contrabbandieri che nelle notti più nere
solcavano le acque della valle di Comacchio per portare a
casa anguille e spigole per sfamare i propri figli. Spesso gli
uomini che erano contro in valle condividevano la famiglia:
cugini, fratelli, amici. Era il destino, e spesso la fame, che
li portavano da una parte o dall’altra nell’intima convinzione
che queste terre, ma soprattutto queste acque, sono vita
e morte insieme. Tutto nascondono e tutto regalano in un
viaggio che attraversa mare e valle passando per canali,
argini, chiari, canneti, campi segnati da pioppi maestosi e
case perdute in mezzo la nulla. Ferrara dunque è una città
di confine, tra terra e mare, ma anche tra sogno e realtà, tra
quello che si può fare e quello che non si deve fare, tra notti
invernali di nebbie e giornate estive di caldo insopportabile,
tra le invenzioni dell’uomo e i limiti di una natura ostica e
generosa. A due passi da qui, ad Argenta, Giacinto Rossetti
immaginò e realizzò un ristorante che rompeva tutti gli
schemi, un progetto visionario che cambiò l’idea di ristorante
in Italia. Territorio senza provincialismi, libertà e un’idea di
ristorazione che mescolava ambizioni e invenzioni. Una
storia irripetibile, un gruppo che ha volato davvero. Per
questo abbiamo scelto Giacinto Rossetti come personaggio
simbolo della provincia di Ferrara.
Giorgio Melandri
GIACINTO ROSSETTI, BIOGRAFIA
Giacinto Rossetti, classe 1947, è uno dei grandi personaggi
dell’enogastronomia italiana. Con il suo Trigabolo, aperto
nel 1979 ad Argenta, ha scritto una delle pagine più belle
della ristorazione italiana lanciando tra l’altro una serie
di giovani diventati poi grandi professionisti: Igles Corelli,
Bruno Barbieri, Pierluigi Di Diego, Mauro Gualandi, Italo
Bassi e i fratelli Marcello e Gianluca Leoni. Giacinto Rossetti
ha il merito di avere rivoluzionato il settore introducendo tra i
primi il concetto di territorio e filiera. Nonostante la creatività
e un’energia da rock band di una brigata straordinaria e di
una sala guidata da Giacinto stesso e da Bruno Biolcati, la
protagonista del Trigabolo era una materia prima di livello
assoluto, figlia di una cultura e di un impegno fuori dal
comune. In pochi anni il ristorante divenne il più importante
in Italia e tutto il mondo dell’enogastronomia viaggiava per
andarci a mangiare, anche dalla Francia. L’idea dell’alta
cucina come interprete del territorio e della sua filiera
maturò proprio con questa esperienza terminata nel 1993.
Giacinto Rossetti è ancora oggi un riferimento per il mondo
dell’enogastronomia per la incredibile competenza e per la
sua lucidità intellettuale.
Giorgio Fini
Modena
Modena è una città di nebbia, canali nascosti e gente che
lavora in maniera solida. Modena è in Emilia che è agli
antipodi della Romagna, nel mezzo c’è un intero mondo di
differenze infatti. Da romagnolo che ha vissuto per molto
tempo a Modena non posso dire che l’ombra di Giorgio Fini
non sia percepibile sotto i porticati, lungo le strade o nelle
parole della gente. Lo è tuttora francamente, l’idea della
trattoria di lusso che Fini considerava casa, credo che
possieda stabilmente uno spazio dell’immaginario di molti
modenesi. Io ho la fortuna di conoscere bene una persona
che ha lavorato con Giorgio Fini e che è stato il Maitre del
ristorante Fini di Modena, Denis Bretta, ed è attraverso i suoi
racconti che mi sono fatto un idea di quello che il ristorante
Fini significasse per Giorgio e di riflesso di ciò che quel
tempio della gastronomia del novecento ha significato per
i modenesi e per tutti i gourmet italiani. Giorgio Fini era
un uomo sicuramente pratico, figlio di quel Telesforo che
aveva ricavato su un retrobottega un ristorante e pian piano
allargato la produzione a dimensioni industriali già prima del
vero boom economico. Giorgio fu uno di quei figli d’arte che
proseguì sempre sulle orme del padre, alzando poca polvere
rispetto al tracciato originario, portando il suo cognome
sulle aree di sosta delle austostrade e ancora aumentando
le dimensioni del marchio. Il percorso della sua famiglia lo
si vive chiaramente entrando in una qualsiasi gastronomia
modenese, ma anche solo facendo un giro in periferia dove
sono numerosi gli stabilimenti per insaccare le carni o per
la lavorazione dei salumi. La specchiata aura di benessere
che si trova lungo i muri di questa città profondamente
emiliana ha radici nella gastronomia collagenosa, dolciastra
e meravigliosamente autunnale di questi contadini arricchiti.
Lo dico con stima e riguardo perché ovunque nel mondo il
frutto del lavoro agricolo di questa terra è riconosciuto e
mitizzato, dall’aceto balsamico al parmigiano reggiano. Il
ristorante Fini negli anni divenne l’icona di questo modo di
vivere. Il ristorante di lusso dove i modenesi andavano nei
giorni di festa, per il carrello dei bolliti, degli arrosti o per
le paste fatte in casa. Quello che Telesforo aveva creato
divenne il gonfalone di Giorgio e di tutta una città, al punto
che il cavalier Fini lo usava quasi come un ufficio nonostante
ne avesse uno vero al piano superiore. Il suo tavolo era
accanto alla cucina e per lui accogliere ogni cliente come
se fosse a casa sua era il marchio dell’ospitalità emiliana.
Una grande casa, non una maison. Il ristorante era l’unica
attività che, soprattutto negli anni ’90, non chiudeva con
bilanci postivi, ma era un orgoglio personale di Fini tenere i
conti in pari e la qualità inalterata sia nel servizio che nella
cucina. Sicuramente è il ristorante che più i modenesi hanno
amato per le loro feste e per le loro ricorrenze. Quello che i
modenesi hanno sentito più loro. La cosa di lusso in cui allo
stesso tempo sentirsi a proprio agio e dei signori. Attenzione,
dei “signori”, non dei principi.
Io credo che ostentare le proprie possibilità economiche
per sentirsi “signori” esuli totalmente dalla definizione
stessa, mentre pagare i conti del proprio stesso ristorante
a fine anno è tremendamente signorile. Giorgio Fini era
indubbiamente un signore, così come tutti lo ricordano, un
uomo pratico e solido che teneva vivo un sogno con tutte
le sue forze, generoso con la sua città che ancora lo ricorda
senza che davvero ne evidenzi la mancanza.
Enrico Vignoli
RITRATTO DEL TERRITORIO
Modena: le province, le storie, il viaggio.
Modena confina al nord con il Lambrusco, al sud con
l’Aceto Balsamico, a est con i tortellini a ovest con il
Parmigiano(Modenese)Reggiano, passando per il Centro si
può vivere un’esperienza unica all’Osteria Francescana.
Un cammino per strette stradine di campagna con fossi che
cospargono il terreno di fumana in un viaggio quasi fluviale
tra itinerari enogastronomici che stimolano i sensi, questa
è Modena un viaggio emozionale nel mar del Lambrusco
nell’arcipelago delle terre emerse modenesi.
Una fertile “Mesopotamia” tra i fiumi Secchia e Panaro alla
scoperta di luoghi secolari, anfratti poetici, profumi ancestrali,
prodotti della tradizioni che grazie alla passione della gente
continuano a vivere evolvendosi fino ai giorni nostri. Modena
conosciuta nel mondo per i propri prodotti e personaggi e
quando un modenese si trova all’estero e racconta di venire
da Modena l’interlocutore mostra un’espressione perplessa
ripetendo la parola con l’accento immancabilmente
sbagliato e con il punto interrogativo, viene completamente
illuminato nominando Ferrari, Pavarotti, l’Aceto Balsamico,
il lambrusco...
Emblema di Modena sono le trivelle, attrezzi usati per
scavare pozzi segno della ricchezza d’acqua nel territorio
hanno il curioso aspetto che ricorda cavaturaccioli, curioso
anche che in terra di motori la parola pistone significhi
anche bottiglia una probabile unità di misura marinara che
corrisponde ai due litri, di vino naturalmente, poi abbiamo
uno slogan modernissimo risalente alla seconda metà
del ‘500 una dicitura in latino che recita: “Avia Pervia” che
significa: “Rendiamo facili le cose difficili” l’unica cosa che
manca è l’inno anche se pensandoci bene il Maestro Luciano
Pavarotti incidendo a New York la canzone ”Ghirlandeina”
nell’album “Mamma” accompagnato dalla Corale Rossini
ha sicuramente regalato un’opera d’arte geminiana che
inorgoglisce la città. Terra dalle infinite definizioni: di motori,
della lirica, del beat, dei “rossi” sempre più rosè come la Vitis
labrusca Sapiens, la Modena a Tavola che riscopre lo slang
municipale, quel punto esclamativo tra la via Emilia e il West
come cantava Francesco Guccini.
Paride “il Lambruscologo” Rabitti
GIORGIO FINI, BIOGRAFIA
Giorgio Fini (Modena, 19 giugno 1925 - Roma, 18 dicembre
1995) è stato un imprenditore italiano. Figlio dell’imprenditore
modenese Telesforo, Fini fu l’artefice della crescita e della
fama dell’azienda di famiglia. Negli anni ’50 capendo le
potenzialità di sviluppo della rete autostradale strinse un
accordo con Agip per la gestione dei punti di ristoro che
nel giro di breve divennero numerosi. Negli anni settanta le
attività di Fini occupavano ormai oltre 600 dipendenti, di cui
circa 500 impegnati nella produzione degli alimenti (salumi,
paste e aceto balsamico), ed in particolare nell’attorcigliatura
a mano dei tortellini (si trattava delle cosiddette “sfogline”,
nome derivato dalla lavorazione della pasta sfoglia). Lo
stabilimento dei Mulini Nuovi divenne una delle principali
aziende alimentari italiane.
Nonostante questo successo l’attività emotivamente più
importante per lui rimase sempre la gestione del ristorante,
che mantenne una grande cucina legata alla tradizione e al
territorio, arrivando nel 1969 ad ottenere il riconoscimento
della guida Michelin con due stelle. Il suo locale resta una
tappa importante della riqualificazione della cucina della
tradizione e del suo ingresso al ristorante, luogo fino a quel
momento riservato alla cucina della tradizione borghese e
agli “standard” dei grandi alberghi.
Arnaldo Degoli
Reggio Emilia
“Mi sembra che ogni giorno della mia vita sia iniziato nello
stesso modo. Il silenzio delle ampie stanze che comincia a
crepitare verso le sei del mattino, l’odore di pasta fresca e
fiori al primo piano, l’atmosfera andalusa del portico, con
le travi di legno e i ferri per attaccare i cavalli, le cuoche
con il vestito bianco e nero, le mie figlie che mi vengono
a salutare, la mattina, sorridenti, rifugiandosi tra le mie
braccia. L’organizzazione del lavoro, le abitudini che si
rincorrono, la colazione tutti assieme attorno al tavolo ovale
dell’ingresso. E poi le serate, piene di ospiti, quelli nuovi e
quelli affezionati, il violino, le signore in pelliccia che piano
piano si lasciano sedurre dal calore della mia musica,
della mia voce, e cominciano a ballare. La notte che giunge
sempre troppo presto, le voci che piano piano si spengono,
il sonno nella grande casa che è cambiata di continuo, in
questi settantacinque anni, come fosse uno di noi. Ho fatto
tante cose nella vita, ma soprattutto ho amato la musica e
mia moglie Lina, senza la quale nulla di ciò che oggi vedo,
sarebbe stato. Da qui, da noi, inizia la storia”.
“Se guardo le vite che scorrono ancora nel mio ristorante mi
sento fiero di aver dato origine, assieme alla Lina, a questa
famiglia: l’Anna e la Franca, custodi dei segreti del posto
assieme ai rispettivi mariti, Mauro e Romano, anche loro
diventati profondamente parte di questa avventura che porta
il mio nome. E poi Roberto e la Francesca, i loro figli, ai quali è
stato tramandato lo stesso segreto. Roberto, figlio di Anna e
Mauro, si occupa dei vini e osserva, con espressione laconica,
tutto quello che succede in sala. É riservato, Roberto, avvinto
da quel mondo interiore che io intuisco e che pochi, forse,
sanno cogliere. E poi Francesca, figlia della Franca, con
lo sguardo fiero e risoluto che è parte del nostro sangue, i
capelli neri e folti delle donne emiliane, il carattere capace di
conciliare gli umori altrui, di mediare, di accogliere. É lei che,
oggi, riceve gli ospiti, nello stesso angolo del bancone del bar
dove ho visto prima la Lina, poi l’Anna e la Franca. «Se volete
accomodarvi…», «Prego, le giacche potete lasciarle di lì»,
«Ecco il vostro tavolo, buona serata». Mi rendo conto che
ogni vita ha i suoi riti. E noi abbiamo i riti di famiglia”.
“Una sera, erano giusto giusto cinquant’anni fa, venne qui
a cena un ragazzone dalla faccia aperta, gioviale e i modi
risoluti e “guasconi” di chi è nato in queste terre. Era il 29
aprile del 1961. Luciano, modenese, era pieno di vita, voglia
di conoscere e scoprire. Mi attirò immediatamente per il
carisma e l’energia che da lui emanava, ma anche per il
grande petto, il vocione profondo e i modi d’altri tempi.
Scoprii subito che avevamo qualcosa che ci univa: la passione
per la musica. Mi raccontò che la sera stessa debuttava al
Teatro Valli di Reggio Emilia ed era, com’è giusto, un po’ teso
per la grande prova che si accingeva a sostenere. Questo
non gli impedì di dilungarsi in chiacchiere perché, come ogni
uomo con una grande passione, non poteva esimersi dal
raccontarla. Del resto aveva trovato un buon orecchio… Se ne
andò presto, alla volta del suo debutto. Io, per incoraggiarlo
e portargli fortuna, gli offrii il pasto; non ho mai saputo
resistere ai giovani pieni di trasporto e gioia di vivere. Venni
a sapere che la sua Boheme andò più che bene e che quel
ragazzo, si chiamava Pavarotti, ha fatto tanta strada…”.
Estratti dal libro “Arnaldo: una storia di famiglia”
La Clinica gastronomica Arnaldo prima di essere un
ristorante, una stella Michelin, un albergo… è una famiglia.
Dal 1936 è infatti la stessa famiglia Degoli che gestisce il
locale, prima con Arnaldo e Lina, i fondatori, poi con le figlie
Anna e Franca e infine coi nipoti Roberto e Francesca. Per
questo, per il settantacinquesimo compleanno dell’attività è
uscito il libro Arnaldo, che racconta la storia della famiglia
Degoli: un affresco che racconta i cambiamenti nel paesino di
Rubiera, l’evolversi della locanda, le centinaia di personaggi
che hanno vissuto parte della loro vita tra le mura del
locale. Ognuno lascia un ricordo, un motto, un vezzo, una
caratteristica… tutti assieme narrano una favola corale, un
racconto di provincia che affonda in quasi ottant’anni di storia
locale. Ci sono tanti personaggi e tanti volti in questa storia
che è la storia di tante famiglie della provincia reggiana.
Su tutti spicca però Arnaldo, una eccentrico sognatore,
musicista e oste, uno ‘zingaro’, come spesso amava definirsi.
“Ho fatto tante cose nella vita, ma soprattutto ho amato la
musica e mia moglie Lina, senza la quale nulla di ciò che
oggi vedo, sarebbe stato. Da qui, da noi, inizia la storia”. Inizia
così il libro, ed è lo stesso Arnaldo, scomparso nel 1982, a
narrarla.
Il prezioso volume, scritto dalla giornalista Agnese Spinelli,
raccoglie, assieme al testo, una selezione di fotografie
d’epoca, riguardanti la famiglia, il paese di Rubiera ed alcuni
personaggi “famosi” che hanno frequentato il locale nei
settantacinque anni di storia, da Luciano Pavarotti a Enzo
Ferrari. Il volume si completa con alcune delle ricette che
hanno reso celebre il ristorante (il più longevo d’Italia per
presenza sulla guida Michelin): la spugnolata, i bolliti e le
pere con lo zabaione.
Il libro è in vendita presso la Clinica Gastronomica Arnaldo,
in piazza XXIV maggio 3 a Rubiera oppure online: http://www.
clinicagastronomica.net/products-page/libro-anniversarioclinica-gastronomica-arnaldo-2/
Agnese Spinelli
RITRATTO DEL TERRITORIO
Di Reggio Emilia colpiscono i colori. Il bianco del latte appena
munto, il rosso del lambrusco, rubino e spumeggiante, il
verde della pianura Padana, o meglio della “Bassa” padana,
che tanto ha ispirato il Mondo piccolo di Guareschi.
Il cuore dell’Emilia batte così, attraverso i colori. Quelli
che contraddistinguono le eccellenze alimentari del suo
territorio, dal Parmigiano Reggiano al lambrusco, all’aceto
balsamico, quelli che hanno fatto la storia d’Italia, con il
primo Tricolore nato a Reggio quel lontano 7 gennaio 1797,
quelli che trovi ancora nelle vecchie case dei contadini, con
la loro mentalità schietta, genuina, leale e, soprattutto,
semplice.
Gli antichi valori della famiglia contadina di un tempo li respiri
ancora. Se è vero che sono scomparse le dimore patriarcali
dove coabitavano anche tre o quattro generazioni, nel
tempo si è radicato e definito uno spirito di collaborazione,
solidarietà e presenza per l’altro che prepotentemente
emerge nei momenti di crisi o di emergenza. Non a caso
quello reggiano fu il terreno giusto per la maturazione di
quello spirito cooperativo che Camillo Prampolini dipinse
così: «Fate che nella cooperativa il lavoratore trovi la propria
integrazione morale».
Così, guardando indietro e proiettando quel passato nel
mondo di oggi, vedi come il rosso, il bianco e il verde
dell’agricoltura, della buona cucina, del Tricolore, dei valori
morali, dei buoni sentimenti, dei nuovi inizi, delle speranze
per il futuro improvvisamente perdono i propri contorni e
si fondono in un tutt’uno. Il loro raccoglitore è un territorio
vasto, aperto, multiforme, dove convivono pianura, collina,
montagna, il passaggio del Grande fiume e qualche piccolo
specchio d’acqua. Ma, soprattutto, è un territorio a cui tutto
torna, a cui tutto viene riferito. Perché il legame col territorio
è anche una certezza. I suoi valori ricordano costantemente a
chi abita questi luoghi quali sono le proprie radici. I suoi colori
rappresentano ancora la speranza: quella del contadino che
aspetta cinque anni per veder fruttare la propria vigna, del
casaro che cura ogni forma di formaggio nei magazzini di
stagionatura, dell’orizzonte indefinito che la nebbia umida
della “Bassa” tutto circonda, tutto sospende.
Alessandra Ferretti
ARNALDO DEGOLI , BIOGRAFIA
Arnaldo Degoli nacque nell’ottobre 1907, ottavo figlio di una
famiglia contadina di umili origini, come la maggior parte
degli abitanti di Rubiera, una piccola stazione di posta che mai
seppe decidersi se essere Modenese o Reggiana. Musicista
prima che oste si dedicò con la stessa passione alla cucina
e al suo violino, col quale era solito intrattenere gli ospiti
della Clinica gastronomica fino a tarda notte. Istrionico,
testardo e profondo Arnaldo aprì il locale che porta il suo
nome nel 1936, subito dopo aver sposato “la Lina” di cui,
pare, si fosse innamorato a prima vista. Nata come osteria
per birocciai, negli anni ’50 inizia a proporre un menù e un
servizio di alto livello, attirando l’attenzione di clienti e critici
gastronomici. E’ Arnaldo che si occupa di definire il menù,
profondamente emiliano quanto rivoluzionario ai tempi, e
reinventa il servizio al tavolo con i celebri “carrelli” diventati
oramai il simbolo del locale. Sua l’intuizione che la cucina
emiliana “popolare” reggiana potesse ambire a uscire dalle
cucine di casa e diventare quella che oggi è riconosciuta
come una delle migliori del mondo. Da sempre stellato - è
il ristorante più longevo della guida Michelin - deve il nome
Clinica gastronomica al fatto che fosse spesso frequentato
dai medici del Policlinico di Modena che, in un’epoca in
cui non esistevano nè cellulari nè cercapersone - davano
la reperibilità al numero del locale. Arnaldo era solito
scherzare con loro dicendo che la genuinità della sua cucina
e l’accoglienza dello staff fossero curative per l’animo e lo
stomaco: un concetto di cibo salutare molto avanguardistico
per i tempi. Grande appassionato di pesca elaborò la ricetta
della spugnolata, piatto tipico del locale, dopo una giornata
poco fruttuosa: non avendo pescato neppure un pesce si mise
a raccogliere le spugnole, un fungo primaverile che cresceva
lungo le rive nei fossi e, tornato a casa cucinò una sorta di
lasagna a base di funghi. Tuttora la spugnolata rimane il
piatto più famoso della Clinica gastronomica Arnaldo.
Mirella e Peppino Cantarelli
Parma
1965: la scoperta della Trattoria Cantarelli
Esterno giorno, piove.
Un fabbro sta martellando sull’incudine un pezzo di ferro.
Mario Soldati, basco, mantella e un grande ombrello per
ripararsi dalla pioggia dice: “Siamo a Samboseto, non
San Bosseto, tutto attaccato, Samboseto, una frazione del
comune di Busseto…”
Inizia così la puntata di Viaggio nella Valle del Po dedicata
alla Trattoria Cantarelli, è il 1957 e Soldati racconta in
televisione la storia di questa trattoria da favola, persa com’è
nella Pianura Padana, fuori dalle grandi vie di comunicazione
eppure già un mito.
La Trattoria Cantarelli l’aveva scoperta Pietro Bianchi,
critico cinematografico del Giorno, che ne aveva parlato
sulla Gazzetta di Parma e Soldati era rimasto folgorato da
questo racconto e aveva incluso la Trattoria Cantarelli in una
delle puntate della sua trasmissione televisiva Viaggio nella
Valle del Po che narrava un’Italia del cibo e del vino tutta da
scoprire e allora sconosciuta agli italiani.
Era il 1957, la guerra era finita da poco e l’Italia era ancora
a metà strada tra il paese agricolo e la nazione in via di
sviluppo. Facciamo un salto temporale di otto anni, fino
all’autunno del 1965. Era un’altra Italia quella di 45 anni fa,
per molti di voi un’Italia sconosciuta che si può scoprire solo
leggendo libri di storia contemporanea.
Il Presidente della Repubblica nel 1965 è Giuseppe Saragat, il
Presidente del Consiglio è Aldo Moro e il suo vice è Pietro Nenni.
I socialisti sono al governo e la destra, politica e militare,
è nervosa, socialisti e comunisti crescono alle elezioni e
da qualche parte, in Italia e all’estero, si stanno mettendo
le basi per la strategia della tensione la cui data di nascita
ufficiale coinciderà con le bombre alla Banca Nazionale
dell’Agricoltura di Milano, il 12 dicembre 1969. L’università
nel 1965 è in fermento ma ancora si procede secondo le
vecchie regole, i vecchi baroni universitari sono ancora lì,
ancora regge il sistema di sempre.
Nell’autunno del 1965 il sindaco di Bologna era Giuseppe
Dozza. Lo era da circa vent’anni, il sindaco della ricostruzione
era chiamato, perché aveva retto il comune negli anni
dell’immediato dopoguerra portando la città ad avere servizi
come asili nido, scuole, ospedali, trasporti pubblici, nettezza
urbana, acqua e gas tra i più avanzati non solo in Italia ma
rispetto alla media europea.
A Bologna si viveva bene e io, studente universitario,
alternavo allo studio i viaggi gastronomici. Non immaginate
chissà che, allora non c’erano riviste gastronomiche, non
c’era Internet, erano tutte cose che neppure la fantascienza
raccontava, allora ci si muoveva sulla base del passaparola.
Eravamo un gruppo di amici e giravamo sui colli di Bologna
e nei paesi della cintura alla ricerca di buone trattorie, di
tagliatelle e lasagne da tramandare, alla ricerca dei migliori
tortellini in brodo.
Giravamo a bordo della mia 500. E così a bordo della mia
500 blu quel giorno di autunno del 1965 mi stavo dirigendo
a Samboseto, a circa 120 chilometri da Bologna. Facevo
quel viaggio per capire se il racconto che un amico mi aveva
sussurrato come si fa con i segreti: ”… Guarda, ti assicuro
che è un posto magico, la favola che ci diciamo sempre di
una trattoria come non se ne sono mai viste…”.
Si sarebbe rivelato una realtà oppure, ancora una volta, una
esagerazione come avveniva spesso tra noi appassionati,
un po’ come capita ai pescatori e ai cacciatori per le prede
catturate, che nei loro racconti diventano carpe gigantesche
e fagiani mitologici.
Per noi gourmet i racconti erano sempre affollati da trattorie
ricche di cornucopie colme di ogni ben di Dio.
C’era allora la voglia di scoprire il sacro Graal gastronomico,
la trattoria dei sogni perché, passata la grande fame del
dopoguerra e in pieno boom economico, si voleva scoprire
cosa c’era fuori dalle città dove abitavamo e i racconti che
si facevano di questa trattoria emiliana dalle parti di Parma
inducevano al viaggio.
Eravamo in tre quel giorno a bordo della mia vettura blu e
chi conosce la Fiat 500 sa che non è un bel viaggiare, almeno
per il passeggero che sta dietro, ma noi eravamo giovani,
curiosi e poi avevamo una meta da sogno. Chi non ha mai
viaggiato a bordo di una 500 deve immaginare di essere
dentro una scatola di metallo che procede a 90 chilometri
l’ora in autostrada, vibra tutta e ha un rumore come l’essere
dentro a un frullatore che gira alla massima velocità.
Ma allora questo era il meglio che il mercato offriva in fatto
di utilitarie a un ragazzo di belle speranze e pochi soldi come
me e così viaggiavamo parlando a voce alta per superare il
rumore del motore e, superata Parma e in vista del casello
di Fidenza, eravamo tutti e tre molto eccitati al pensiero di
scoprire qualcosa che nessuno dei nostri amici conosceva,
un indirizzo segreto, la trattoria che tutti sognano, figurarsi
se un po’ di rumore e qualche vibrazione potevano attirare la
nostra attenzione o disturbarci.
La strada, subito dopo l’uscita di Fidenza, superata la
periferia, corre quasi subito nella campagna.
Ci sono pochi cartelli, il ricordo dell’indicazione che ci
avevano dato era decisivo: ”a un certo punto prendete la
strada a sinistra dove c’è il cartello che indica…” e così in venti
minuti eravamo davanti a una casa, all’ingresso del paese di
Samboseto, con l’insegna di un negozio di alimentari in bella
vista, come ricordavamo dalle mille spiegazioni meticolose.
Sono entrato per primo io, il campanello che scattava
all’apertura della porta ha tintinnato, dlin dlin, e ho subito
capito di essere entrato in un negozio di alimentari e generi vari
come ce n’erano molti nei paesi e nelle piccole città di provincia
ma anche in un negozio, non so perché, diverso, fin dall’odore.
Forse erano quelle bottiglie con l’etichette scritte in francese
Chateau Lafite-Rothschild… Chateau Ausone messe accanto
al sapone di Marsiglia, forse erano quelle bottiglie dietro al
banco che avevano nomi sconosciuti a noi universitari di belle
speranze. Si leggevano delle marche ignote su etichette
misteriose tipo Lagavulin… Ardberg o forse ci colpivano
quelle palle ovoidali di insaccato dentro una legatura
di spago, appese a una parete laterale che non erano
prosciutti ma, a vederne una aperta, col maiale avevano
sicuramente a che fare.
E poi c’era lui dietro al banco. Capelli a spazzola cortissimi,
sguardo ironico, una erre molto pronunciata. “Giovani, cosa vi
posso offrire?” è stata la sua accoglienza, mentre ci scrutava
bonario e curioso. “Noi vorremmo pranzare – dico io – ma
forse è presto”. “Non è mai presto se il mangiare è buono –
dice lui – e poi sono le 12 e in campagna da noi si mangia a
quest’ora” e si avvia verso una porta a vetri accanto al banco
ed entriamo nella trattoria Cantarelli di Samboseto e da quel
momento la mia vita gastronomica è cambiata.
Trattoria lo era certamente, non c’erano dubbi, ma l’insieme
aveva come un che di sospeso, di indefinito che ci faceva
sentire in un luogo diverso, unico, senza capirne il perché.
Poi lui è tornato al tavolo e ha preso in mano la situazione.
Lui era Peppino Cantarelli, in cucina c’era la moglie Mirella
e insieme formavano la formidabile coppia che gestiva la
Trattoria Cantarelli di Samboseto, allora, senza alcun dubbio,
la più buona tavola d’Italia.
“Allora cosa diamo da bere a questi ragazzi” ha detto,
guardandoci sorridente e arrotando quella sua erre
intrigante, e noi lo abbiamo guardato indifesi e imbarazzati,
cosa mai avremmo potuto chiedere noi a lui senza fare la
figura dei polli. Tanto valeva giocare a carte scoperte.
“Cominciamo con un millesimato” ha detto lui e alla nostra
faccia perplessa ha continuato “ma allora, ragazzi miei, se
non mi sapete cosa è un millesimato dobbiamo iniziare dalle
basi”. Ed è iniziato il viaggio nell’universo parallelo della
cucina e cantina della Trattoria Cantarelli di Samboseto, un
viaggio che si è arrestato solo quando, nel 1982, Peppino e
Mirella hanno chiuso bottega perché stanchi e senza eredi,
ché i figli il mestiere del trattore non lo volevano proprio fare.
Stefano Bonilli (22 novembre 2011)
RITRATTO DEL TERRITORIO
Parma o la sintesi del bello. Crocevia d’arte tra musica,
architettura, scultura, pittura, teatro, gastronomia,
l’eleganza che impregna questa città affonda le radici in
un tempo molto lontano, all’epoca del ducato dei Farnese,
dei Borbone e di Maria Luigia d’Austria, seconda moglie di
Napoleone Bonaparte.
Parma ducale è rimasta una sorta di piccola capitale, che però
non si esaurisce nella sua storia. Il ponte ideale che domina
il territorio tra passato e futuro è testimoniato da uno slancio
vitale sempre acceso. Il suo essere territorio d’innovazione, ad
esempio, con industrie che hanno avuto momenti di grande
prosperità, quella casearia, della conserva di pomodoro, dei
salumi, con il prosciutto crudo in testa a tutti, e che ancora
oggi innovano, pur restando nella tradizione.
E non dimentichiamo il respiro cosmopolita, rinnovato
quotidianamente dal lavoro dell’Autorità europea per la
sicurezza alimentare e dai numeri dell’esportazione dei
prodotti made in Parma che raggiungono ormai tanti angoli
di mondo. Tutto questo, condito dal fascino dell’antico, un
abito mai sgualcito indossato dai castelli dislocati sulle
colline del parmense, da Torrechiara a Compiano, alla rocca
di Fontanellato, alla fortezza dei Bardi.
E così, tra una musica di Verdi, un affresco del Correggio e
uno del Parmigianino, un parco ducale che regala ossigeno
al cuore della città, un teatro Regio nel cui loggione ancora
siedono le voci più critiche che ancora oggi incutono grande
timore agli artisti, il bello si estrinseca, si diffonde, anima
l’atmosfera, la città, la sua gente.
Gente che lavora, si appassiona, si ispira al passato e crede
nel futuro. Una terra che già di per sé ha impressa l’impronta
dello stare bene e del far stare bene.
Che rinfranca lo spirito, avvolgendolo con l’acqua curativa
delle sue terme, conquista il palato, rendendo arrendevole
anche il degustatore più esigente, profuma i giardini d’antico
con la Violetta dorosa tanto amata da Maria Luigia. Ecco
Parma, la sintesi del bello. Riadattando una frase di Stendhal
nella sua “Certosa di Parma”, verrebbe da pensare che tutto
questo bello permette di cogliere sfumature invisibili anche
a un occhio indifferente per trarne poi conseguenze infinite.
Alessandra Ferretti
MIRELLA E PEPPINO CANTARELLI, BIOGRAFIA
Aperta nel 1953, a Samboseto, una frazione di Busseto
nella Bassa Parmense, la Trattoria Cantarelli è ancora
oggi un mito ineguagliabile. Ai nostri giorni resta ancora
l’unico locale dei Parma e provincia ad aver ottenuto
due stelle Michelin e ad averle conservate sino alla
chiusura avvenuta il 31 dicembre 1982. Anche le sue
due anime, Peppino e Mirella Cantarelli, sono entrate
nella leggenda al pari del ristorante, un tempio gourmet
nascosto dietro le sembianze di un’osteria di paese, con
tanto di annessa tabaccheria e drogheria. Incredibile
selezionatore di prodotti e materie prime Peppino
Cantarelli disponeva delle migliori espressioni norcine
del territorio, Prosciutto di Parma, Coppa Piacentina e
Culatello di Zibello, già proponeva il Parmigiano Reggiano
in diverse stagionature. Quanto a vino e distillati, la carta
della Trattoria Cantarelli era una delle più belle se non la
migliore d’Italia. Lì si sapeva già cosa fosse una bottiglia
di Romanée-Conti. Attento ai minimi particolari e dotato di
un palato raffinato tanto da procurargli il soprannome di
“chimico”, era Peppino in persona a decretare se i piatti, di
volta in volta cucinati dall’abile e riservata Mirella, erano
all’altezza. Piatti memorabili, ancora oggi vagheggiati
con nostalgia da clienti e gourmet, come il savarin di riso
con funghi, pomodori, formaggio e lingua salmistrata; i
tortelli d’erbetta; la fesa di vitello con la salsa ai funghi;
il semifreddo croccante composto di gelato di crema con
noci, mandorle, amaretti e rhum.
Errica Tamani
Georges Cogny
Piacenza
È arrivato dalla Francia in Italia, a Farini, in un piccolo paese
della Val Nure, per amore della cucina certo, ma soprattutto
di una donna, Lucia Cavanna emigrata a sua volta a Parigi da
un borgo della Val Lardana.
È arrivato con il suo bagaglio culturale gastronomico appreso
con i suoi studi nella capitale francese e un’esperienza
ventennale nei migliori ristoranti parigini.
E grazie al suo estro prodigioso lo ha mirabilmente fuso
con le eccellenti materie prime del territorio di cui diventa
un grande conoscitore e strenuo difensore. A poco a poco a
suon di pisaréi e fasó e piatti di memoria francese traccia la
sua strada: una cucina capace di trasformare prodotti poveri
in piatti straordinari, aprendo un nuovo filone culinario “la
nouvelle cousine piacentina”. Sotto le sue mani le ricette
piacentine sono state ingentilite e nobilitate senza tradire
le radici del territorio e delle materie prime, in particolare
della Val Nure (patata di Mareto, funghi, tartufi). Cogny ha
cambiato il punto di vista estetico della cucina tradizionale
fino ad allora concentrata solo sul buono. Grazie a lui bello
e buono si unirono anticipando quello che poi sarebbe
diventato il leit motiv della cucina stellata locale.
La critica enogastronomica più accreditata se ne accorge e
negli anni Ottanta arriva la prima stella Michelin per l’Osteria,
seguita da una seconda stella nell’86 quando però aveva già
lasciato i fornelli cittadini per tornare alla Cantoniera.
Non da meno il tributo da parte della guida dell’Espresso.
Tra i clienti più affezionati di Georges c’era Federico Umberto
D’Amato, capo degli uffici Affari riservati del ministero
dell’Interno negli anni più travagliati dei servizi segreti
italiani, e grande gourmet.
Fu lui a creare la guida ai ristoranti dell’Espresso. Appoggiò
molto il lavoro di Georges tanto che, quando era già tornato
alla Cantoniera e per un anno rimase chiuso per problemi di
salute, sulla guida fu lasciato lo spazio vuoto in attesa della
riapertura.
Una creatività senza pari era il motore della sua continua
ricerca. “Era uno dei più grandi conoscitori delle materie
prime a livello mondiale, una vera enciclopedia vivente,
capace di trarre il meglio da qualsiasi prodotto umile o di
rango che fosse - così lo ricorda Filippo Chiappini Dattilo
dell’Osteria del Teatro, debitore a Cogny per avergli fatto
scattare il grande amore per la cucina - Come un grande
sperimentatore, un creativo vero lo stesso piatto preparato in
diverse occasioni non era mai uguale a se stesso, cambiavano
le sfumature, i particolari.
Non trascriveva mai le sue ricette, tutto era nella sua
memoria, tutto era pronto per essere messo di nuovo in
discussione e arrivare ad altro”.
Sia nella quiete della Cantoniera in Val Nure, sia nelle
blasonate mura dell’Osteria del Teatro in città, l’ingrediente
principale era il silenzio. Cogny lavorava in silenzio,
concentrato nell’alchimia della creazione, complice anche
un carattere un po’ burbero.
“Era un uomo che preferiva alle parole i fatti. Ricordo i silenzi,
silenzi fatti di attenzione, erano il suo modo per stimolarti a
fare sempre il meglio e a non fermarti mai” sono le parole di
un’altra sua allieva Isa Mazzocchi del ristorante stellato La
Palta di Bilegno.
E in quanto a originalità caratteriale di Cogny dice la sua
anche Massimo Bottura dell’Osteria Francescana di Modena:
“Quando portai a cena da lui quella che poi sarebbe diventata
mia moglie mi raccomandai con Georges di non proporre
carne, lei era vegetariana. Certo, mi rispose.
Fino agli antipasti mantenne la promessa, ma come portata
principale ci portò il rognone. A fine cena arrivò al nostro
tavolo chiedendoci se ci era piaciuto. Era fatto così, bizzarro
ma geniale”.
Affamato di sapere e sempre alla ricerca di novità, anche
quando la malattia lo costrinse a non essere più operativo
non lasciò i fornelli, continuando a studiare e sperimentare
nuovi piatti e tecniche di cottura con l’aiuto dei suoi chefcommis, suoi amici prima di tutto. Ha rivoluzionato la cucina,
ha convertito il palato dei piacentini così restii alle novità, ha
creato piatti che non sentono il peso del tempo: un esempio
per tutti il “tortino di cipolle creato negli anni Ottanta e
ancora così nuovo, come ricorda Carla Aradelli del ristorante
Riva di Ponte dell’Olio.
Anche lei, come tanti altri chef piacentini, debitrice a Georges
in cucina e nella vita.
Roberta Suzzani, Monica Nastrucci
RITRATTO DEL TERRITORIO
“Vüla bass e schivä i sass”
Il basso profilo dei piacentini è proverbiale.
Città ricca, Piacenza, d’una ricchezza non ostentata, al
contrario riservata e sussurrata a denti stretti.
Piacenza delle caserme e delle (cento) chiese. Anzi, la
città delle tre C dove l’altra “C”, a seconda dei casi, sta per
“conventi” o “casini”, a scelta.
Città più lombarda che emiliana, quasi una non-Emilia
dentro l’Emilia distante pochi metri dalla sponda lombarda
del Po. Meno schizofrenica di Milano, meno effervescente di
Parma (storica “cugina” del Ducato), al punto da custodire
gelosamente e quasi nascondere nelle nebbie le proprie,
numerose, bellezze persino a sé stessi, ma anche i propri
ancestrali tormenti tradotti nei film di Marco Bellocchio (nato
a Bobbio nel profondo appennino che già guarda alla Liguria
e regala paesaggi mozzafiato).
Antica colonia romana e storico luogo di passaggio (ci
passava la Via Francigena), di confini e crocevia che ne hanno
determinato le sorti politico-militari e il recente sviluppo
della logistica. Sospettosi e un po’ diffidenti, i piacentini,
forse proprio perché in tanti qui sono passati con mire di
conquista. E forse proprio per questo, col tempo, ma solo
col tempo, Piacenza ha lentamente imparato ad amare un
marziano come Georges Cogny, che da Parigi ha scelto per
amore di “atterrare” in un eremo nell’alta e selvaggia Val
Nure (una delle quattro valli principali disposte a pettine
da ovest e est). Scovato e portato nel sonnacchioso centro
di Piacenza, poi tornato in Val Nure, ha costretto la cultura
locale a confrontarsi col resto del mondo, a vedere con occhi
totalmente nuovi le materie prime del territorio (di bosco,
fiume e pianura) che i piacentini pensavano di conoscere a
memoria. Una storia irripetibile che ha dato la scossa alla
comunità locale, riverberandosi in ben più ampi territori.
Vittorio Barbieri
GEORGES COGNY, BIOGRAFIA
Georges Cogny originario di Versailles lavorò per 20 anni per
i migliori ristoranti di Parigi dopo aver frequentato la scuola
alberghiera della capitale francese. Sotto la Tour Eiffel si
innamorò di Lucia Cavanna emigrata a Parigi nel 1848 da un
piccolo borgo della Val Lardana, chiamato Coletta. Nel 1965,
dopo il matrimonio, Lucia e Georges incoronano il sogno
di aprire un ristorante in Val Nure. Quando ritirano l’antica
osteria Cantoniera lungo la strada provinciale 654 lo che
francese diventa piacentino. La prima cucina è semplice e
dedicata agli operai e camionisti della zona, ma già in quei
piatti fa capolino l’estro di Georges che fra pisaréi e fasó e
cotolette alla milanese cucina qualche specialità francese.
Tra le sue valli lo scovarono Giacomo Cortesi e l’avvocato
Salvatore Dattilo, raffinati gourmet che ne diventarono e
stimatori e amici. Nel 1976 lascia i monti della Val Nure per
aprire insieme a Casella Medardo e Franco Ilari il ristorante
emblema di Piacenza, l’Antica Osteria del Teatro, la stella più
antica di città e provincia, il motore della rivoluzione culinaria
piacentina.
Dieci anni dopo Georges abbandona la città per ritornare
alla sua Cantoniera. Da quel momento in poi nulla fu più
come prima: il mondo enogastronomico si accorge della
Cantoniera e piovono riconoscimenti e recensioni dei più
grandi critici entrando nelle più importanti guide come la
Michelin e l’Espresso. Accanto al lavoro in cucina Georges
è un grande e generoso insegnante che ha regalato alla
cucina piacentina i suoi più grandi nomi: Filippo Chiappini
Dattilo, Isa Mazzocchi, Carla Aradelli, Daniele Repetti ed
Ettore Ferri, senza dimenticare Massimo Bottura. Nel 2000
una grave malattia lo costringe a lasciare la sua professione,
senza però farlo smettere di sperimentare e studiare. Nella
primavera del 2006 all’età di 74 anni si spegne perdendo la
sua battaglia contro la malattia ma restando innamorato
della cucina. I suoi allievi lo ricordano ogni con una cena
sulle rive del Nure a Farini.
Roberta Suzzani, Monica Nastrucci
Un ambiente perfetto per la
conservazione dei vini
via Enrico Mattei 84/11
40138 Bologna
[email protected]
Comunicare valori con
competenza e passione
www.bsdspa.it
Cantine
ROMAGNA
Ancarani
Via S. Biagio Antico, 14
48018 Faenza (Ra)
Tel. 335 5720690
www.viniancarani.it
[email protected]
Responsabile/i
Claudio Ancarani
Vitigni presenti in azienda
Sangiovese, Albana, Centesimino,
Famoso, Trebbiano
Vino 1
Romagna Albana Secco DOCG
Santa Lusa 2012
Vino 2
Vino 3
Ravenna Famoso IGT Signore 2013
Ravenna Centesimino IGT
Centesimino 2012
Vino 4
Romagna Sangiovese Oriolo DOC
Sangiovese Oriolo 2012
NOTE
72
COLLI DI PARMA
Ariola Vigne e Vini s.r.l.
Strada della Buca, 5/A
Calicella di Pilastro (PR)
Tel. 0521 637678
www.viniariola.it
[email protected]
Responsabile/i
Marcello Ceci, Andrea Cernuschi
Anno di fondazione
1956
Enologo
Stefano Zappellini
Ettari vitati
70
Produzione annua
1.300.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Malvasia, Sauvignon, Lambrusco,
Bonarda, Fortana
Marcello Lambrusco Gran Cru: miglior spumante assoluto nell’ “Annuario dei Migliori Vini
Italiani 2014” di Luca Maroni, vincitore della “Medaille d’Or Bruxelles 2013”, “Gold Medal” a
London International Wine Challange 2011, numerose “Gran Medaglia d’Oro” a Vinitaly.
Vino 1
Lambrusco Marcello Gran Cru 2013
Vino 2
L’intrigo Rose’ 2013
Vino 3
Lunico affinato in botti di rovere 2010
Vino 4
Metodus spumante metodo classico,
sboccatura 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
73
ROMAGNA
Balia di Zola
Via Casale, 11
47015 Modigliana (FC)
Tel. 348 7939370 (Veruska)
348 7766171 (Claudio)
www.baliadizola.com
[email protected]
Responsabile/i
Veruska Eluci e Claudio Fiore
Anno di fondazione
2004
Enologo
Claudio Fiore
Ettari vitati
5
Produzione annua
30.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Sangiovese 95%, Chardonnay 5%
Siamo nel Comune di Modigliana, nelle colline romagnole, una superficie di 15 ettari mista tra olivi
e vigneti, bosco e ginestra, disposti ad anfiteatro intorno ad un vecchio casolare che ha origini molto
antiche. La storia racconta l’esistenza di questa Balìa, già nel 1700 come importante realtà agricola da
essere residenza del Balitore, una persona nominata dalle autorità come funzionario responsabile della
gestione e dell’amministrazione di diversi poderi.Il nostro arrivo in Romagna come famiglia risale al 1999 e
il progetto Balìa di Zola ha come obiettivo la valorizzazione del Sangiovese della Romagna. Il lavoro a Balìa
di Zola che si svolge prima di tutto nel vigneto è frutto della conoscenza e della competenza acquisita e
della convinzione che ci sia in questo territorio tutto quello che serve per fare grandi vini. Il lavoro a Balìa di
Zola è prima di tutto nella vigna. E’ la terra del Sangiovese e noi portiamo avanti questa tradizione che qui
non è sicuramente casuale. Il nostro lavoro è iniziato su 2 ettari di vigneto – recuperati e impostati secondo
il nostro modo di operare – di circa quarant’anni. La superficie a vigneto in produzione è di 5 ettari circa
e il microclima in questo anfiteatro è sicuramente favorevole per la coltivazione della vite; l’esposizione
a sud – sud ovest e la presenza di un suolo a tessitura equilibrata con scheletro marnoso-arenaceo e
moderatamente ben dotato in calcare contribuiscono in maniera importante a determinare il carattere
di questi vini: eleganti, con grande struttura e intensità. Particolare attenzione, nella realizzazione della
nuova Cantina è stata data al controllo delle temperature in tutte le fasi di lavorazione. Non ultimo, in fase
di affinamento, in barriques e in bottiglia, per favorire nel miglior modo la maturazione e la conservazione
dei nostri vini che hanno tutte le caratteristiche per durare a lungo nel tempo.
Vino 1:
Vino 2:
Vino 3:
Romagna Doc Sangiovese Superiore
Balitore 2013
Romagna DOC Sangiovese Modigliana
Riserva Redinoce 2011
IGT di Ravenna Chardonnay Isola 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
74
ROMAGNA
Az. Agr. Ballardini Riccardo
Via Firenze, 127
47121 Forlì
Zona di produzione
Via Pideura, 50 - Brisighella (RA)
Tel. 0543 700925 - 0543 700579
Fax 0543 708655
www.ballardinivini.it
[email protected]
Responsabile/i
Giorgio Ossani
Anno di fondazione
1980
Ettari vitati
30
Produzione annua
100.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon,
Albana, Trebbiano, Malvasia, Pignoletto,
Moscato
Vino 1:
Colli di Faenza Sangiovese Pideura 2011
Vino 2:
Romagna Sangiovese DOP Superiore
Riserva Torricello 2011
Vino 3:
Romagna Albana Secco 2013
Vino 4:
Il Mio Bianco Pignoletto Sauvignon Bianco
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
75
EMILIA
Bg Villa Bisini Gambetti
Via Gherbella, 294/B
41126 Modena
Tel. 059 3574.35
335.6196765 (Stefano Bisini)
www.bg-aceto.it
[email protected]
Responsabile/i
Emma Gambetti Bisini , Stefano Bisini
Anno di fondazione
1997
Aceto 1:
Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP
Extravecchio 1988
Aceto 2:
Aceto Balsamico di Modena IGP Invecchiato
L’Acetaia di Nonno Guido 2002
Composta di frutta all’Aceto Balsamico di Modena 3: Fragolaceto
Composta di frutta all’Aceto Balsamico di Modena 4: Peperoneaceto
I prodotti proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
76
EMILIA
Boni Luigi
Via San Rocco, 1195
41028 Pazzano di Serramazzoni (MO)
Tel. 0536 952338 - 348 5501488
[email protected]
www.boniluigisrl.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Luigi Boni
1993
Franco Calini
4,72
30.000 bottiglie
Malbo Gentile, Lambrusco Grasparossa,
Uva Tusca, Cabernet S., Merlot,
Chardonnay, Pinot Nero, Pinot Bianco
Dalla vendemmia 2013 produciamo vino biologico.
Vino 1:
Vino 2:
Vino 3:
Vino 4:
Apice Rosso 2010
Tisbrino Bianco col fondo 2009
Belmount 2010
La Pinona 2008
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
77
ROMAGNA
Soc. Agr. Bulzaga s.s.
Via Firenze, 479
48018 Faenza (RA)
Zona di produzione:
Via Pideura, 19 - Brisighella (RA)
Tel. 0546 43174 - 335 1375120 (Alessandro)
www.cantinabulzaga.com
[email protected]
Responsabile/i
Alessandro Bulzaga
Anno di fondazione
2009
Enologo
Sergio Ragazzini
Ettari vitati
6
Produzione annua
23.000 bottiglie
L’azienda nata nel 2009 oltre ai vitigni tradizionali (sangiovese, trebbiano, albana) coltiva e
promuove anche vitigni autoctoni (famoso, centesimino, uva longanesi ) e vitigni alternativi
(alicante, malbo gentile, malvasia, ciliegiolo, pinot bianco).
Vino 1:
Spillone Ravenna Alicante IGP 2012
Vino 2:
Doronico Ravenna Famoso IGP 2013
Vino 3:
Stramonio Romagna Sangiovese DOP 2011
Vino 4:
Botrichio Ravenna Ciliegiolo IGP 2012
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
78
ROMAGNA
CAB
Terra di Brisighella
Via Strada, 2
48013 - Brisighella (RA)
Tel. 0546 81103
www.brisighello.net
[email protected]
[email protected]
Responsabile /i
Presidente Sergio Spada
Anno di fondazione
1962
Enologo
Franco Calini
Ettari vitati
1.000
Produzione annua
50/60.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Tutti i vitigni territoriali
Vino 1
Prima vino spumante bianco, Sboccatura 2014
Vino 2
Torre Romagna DOC Sangiovese 2013
Produzione annua olio di oliva 120 ettolitri
Cultivar presenti in azienda Nostrana di Brisighella, Ghiacciola, Orfana
Olio 1
Brisighella DOP Brisighello
Olio 2
Nobildrupa
NOTE
79
ROMAGNA
Ca’ di Sopra
Via Feligara, 15
48013 Marzeno (RA)
Tel. 328 4927073
www.cadisopra.com
[email protected]
Responsabile /i
Giacomo e Camillo Montanari
Anno di fondazione
2006
Enologo
Giacomo Montanari
Ettari vitati
28
Produzione annua
22.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon,
Albana, Chardonnay, Trebbiano
Fondata nel 1967, l’ azienda ha sempre avuto una forte connotazione viticola, dove la natura
prevalentemente calcarea e argillosa dei terreni e l’ideale esposizione dei vigneti garantiscono da
sempre uve di antico e assoluto valore. I vigneti , estesi su di una superficie di 28 ettari, sono dedicati
prevalentemente al vitigno Sangiovese, che in questo territorio trova una naturale e personale
espressione. Da oltre 40 anni la famiglia Montanari, proprietaria dell’azienda, si dedica con passione
alla coltivazione della vite. Ma solo nel 2006 decide di tradurre il grande potenziale enologico di
queste terre in vino. Oggi, dai migliori vigneti di Ca’ di Sopra si ottiene una piccola produzione, di
grande qualità, vinificata nella piccola cantina della tenuta.
Vino 1
Crepe Romagna DOC Sangiovese Sup. 2012
Vino 2
Cadisopra Sangiovese di Romagna DOC
Vino 3
Remel Rosso Ravenna IGT 2011
Vino 4
Uait Bianco Ravenna IGT 2013
Superiore Riserva 2010
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
80
ROMAGNA
Cà Montalbano
Via Cavina, 3
48013 Brisighella (Ra)
Tel. 338 1512578
www.camontalbano.com
[email protected]
Responsabile /i
Nicola e Erika Montuschi
Anno di fondazione
1981
Ettari vitati
7
Vitigni presenti in azienda
Chardonnay, Sangiovese,
Vino 1
Oro Nero Sangiovese di Romagna DOC
Cabernet Sauvignon
Superiore 2012
Vino 2
Rosso S. Stefano Sangiovese di Romagna
Vino 3
D’Amone IGT Rosso Ravenna 2007
Vino 4
Nay IGT Bianco Ravenna 2013
Riserva 2008
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
81
ROMAGNA
Calonga
Via Castel Leone 8
47121 Forlì (FC)
Tel. 0543 753044
www.calonga.it
[email protected]
Responsabile/i
Maurizio Baravelli
Anno di fondazione
1977
Enologo
Fabrizio Moltard
Ettari vitati
9
Produzione annua
30.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Sangiovese, Albana, Pagadebit,
Cabernet Sauvignon
Vino 1
Michelangiolo Sangiovese di Romagna
Vino 2
Castellione Cabernet Sauvignon Forlì
DOC Superiore Riserva 2009
IGT 2010
Vino 3
Leggiolo Romagna DOC
Vino 4
Ordelaffo Forlì IGT Sangiovese 2013
Sangiovese Superiore 2012
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
82
ROMAGNA
Campanacci
Via Roncona 5,
48018 Faenza (RA)
Tel. 0546 642180 - 348 6082739
www.campanacci.com
[email protected]
Responsabile/i
Marco Campanacci
Anno di fondazione
2008
Enologo
Dott.ssa Marisa Fontana
Ettari vitati
36
Produzione annua
120.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon,
Centesimino, Cagnina, Pinot Nero, Albana,
Trebbiano, Pinot Bianco, Famoso
I terreni sono principalmente argillosi, attuiamo una lotta integrata nel massimo rispetto
dell’ambiente e dell’uomo.
Vino 1
Romagna Sangiovese DOC Superiore 2013
Vino 2
Romagna Albana DOCG 2012
Vino 3
Rovesco 2013
Vino 4
Caprifico 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
83
EMILIA
Cantina Albinea Canali
Via A. Tassoni, 213 - Canali (RE)
Tel. 0522 569505
www.albineacanali.it
[email protected]
Responsabile/i
Stefano Colli
Anno di fondazione
1936
Enologo
Franco Roccatello
Ettari vitati
117
Produzione annua
300.000 bottiglie
Agli inizi del ‘900 la viticoltura aveva già un ruolo rilevante nelle terre collinari a sud di Reggio
Emilia; questo fu lo stimolo per i piccoli produttori ad aggregarsi e realizzare una nuova cantina
a Canali. Era il 1936. Il successo fu tale che nei decenni successivi si arrivarono a contare
centosettanta conferenti. Per anni rinomata per l’elevata qualità dei vini sfusi, oggi la Cantina
Albinea Canali si ripropone con una gamma di prodotti di pregio destinati in esclusiva al canale
tradizionale. La struttura della cantina, nata già nella mente dei fondatori come un progetto
all’avanguardia, è stata sottoposta ad un intervento di restauro conservativo, in cui si sono fusi
elementi d’epoca con soluzioni assai moderne per incorporare i più avanzati impianti tecnologici.
Vino 1
Vino 2
Ottocentonero Lambrusco dell’Emilia IGT
FB Lambrusco dell’Emilia IGT
Metodo Ancestrale
Vino 3
Vigna di Monteleone Cabernet Sauvignon
Colli di Scandiano e Canossa DOC 2011
Vino 4
Codarossa Lambrusco Grasparossa
Amabile Colli di Scandiano e Canossa DOC
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
84
ROMAGNA
Cantina Braschi
Via Roma, 37
47025 Mercato Saraceno (FC)
Tel. 0547 91061
www.cantinabraschi.com
[email protected]
Responsabile/i
Vincenzo Vernocchi, Davide Castagnoli
Anno di fondazione
1949
Enologo
Vincenzo Vernocchi
Ettari vitati
11,5
Produzione annua
150.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Sangiovese 9 ha, Albana 0,5 ha,
Cabernet Sauvignon 1 ha, Famoso 0,5 ha
Vino 1:
Romagna Sangiovese DOC San Vicinio
Montesasso 2012
Vino 2:
Romagna Sangiovese DOC Superiore
Costone 2012
Vino 3:
Romagna Albana DOCG Secco
Campo Mamante 2013
Vino 4:
Famoso Rubicone IGT Monte Sasso 013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
85
ROMAGNA
Cantina Casa Mora
Via Solidarnosc, 21
47016 Predappio (FC)
Zona di produzione:
Strada Piola - Fusa - Rocca delle Caminate 2
47016 Predappio (FC)
Tel. 348 9330687
www.vinicasamora.it
[email protected]
Responsabile/i
Camporesi Paolo
Anno di fondazione
1989
Ettari vitati
1,27
Produzione annua
6.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Sangiovese
Vino 1
Rosso Ca’ Mora 2013
Vino 2
Rosso Bussanello 2011
Vino 3
Rosso Bagnolo di Rachele 2011
Vino 4
Rosato Panse 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
86
EMILIA
Cantina della Volta
di Christian Bellei & C. S.p.A.
Via per Modena, 82
41030 Bomporto (MO)
Tel. 059 7473312
www.cantinadellavolta.com
[email protected]
Responsabile/i
Angela Sini, Christian Bellei
Anno di fondazione
2010
Enologo
Christian Bellei
Ettari vitati
9
Produzione annua
120.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Pinot Nero, Chardonnay
Cantina della Volta nasce per volontà di un gruppo di amici di vino appassionati, che hanno
sostenuto ed incoraggiato Christian Bellei, IV generazione di produttori di vino, a ristrutturare la
propria cantina di famiglia presente a Bomporto (MO) dal 1920. La passione, che Christian Bellei
inizia a respirare fin da bambino, la lunga educazione al gusto trasmessa dal padre Giuseppe
lo hanno portato ad acquisire un’elevata esperienza nella spumantizzazione ed un palato unici.
Come straordinaria è stata la scelta di produrre Lambrusco di Sorbara con il metodo classico, per
ottenere un prodotto di qualità elevata e di grande finezza. Dal terreno di Ricco’ di Serramazzoni
(collina modenese) arrivano le uve di Pinot e Chardonnay per la produzione di uno spumante s.a.
“Il Mattaglio” e a breve due millesimati.
Vino 1
Lambrusco di Modena Spumante DOP
Trentasei Metodo Classico 2010
Vino 2
Lambrusco di Sorbara DOP Rimosso 2013
Vino 3
Lambrusco Rosè di Modena Spumante DOP
Metodo Classico 2010
Vino 4
Vino Bianco Spumante Il Mattaglio Brut
Metodo Classico s.a. 2011
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
87
EMILIA
Cantina di
Carpi e Sorbara
Via Cavata, 14
41012 Carpi (MO)
Tel. 059 643071
[email protected]
www.cantinadicarpiesorbara.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vice presidente - Piccinini Dott. Carlo
1903
2.000.000 bottiglie c.a.
Lambrusco di Sorbara, Salamino di
S.Croce, Lambrusco di Modena,
Lambrusco Grasparossa, Pignoletto,
Ancellotta, Marani, Maestri, Groppello Ruberti
La Cantina di Carpi e Sorbara nasce nel 2012, a seguito della Fusione di due importanti e Storiche
Cantine Sociali Cooperative della zona: la Cantina Sociale di Carpi, 1903 e la Cantina di Sorbara, 1923.
Ad oggi la nostra realtà Cooperativa, conta 1100 soci conferenti, 7 Stabilimenti, tra i quali 5 di pigiatura
e 2 di vendita diretta; una produzione di 400’000 hl circa all’anno, e una vendita di circa 2 ml di bottiglie.
La nostra principale lavorazione è diretta sui Lambruschi Doc, tipici delle zone in cui sorgono gli
stabilimenti: Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Salamino di Croce, Ancellotta, Marani, Maestri,
Groppello Ruberti, Grasparossa e Pignoletto. Una parte importante del successo dell’azienda,
soprattutto per quello che riguarda il vino sfuso, è legato anche al cosiddetto Vino Rossissimo che
si ottiene dalle uve Ancellotta. La vendita del vino sfuso infatti è l’asso nella manica della Cantina di
Carpi e Sorbara e la quota di esportazione, che riguarda principalmente la Spagna, raggiunge il 10%
del fatturato. Lo scopo della nostra Cooperativa inoltre è quello di valorizzare al massimo il lavoro dei
nostri Soci, cercando quindi di produrre prodotti di buona qualità, che possano anche essere competitivi
sul mercato.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
NOTE
88
Lambrusco di Sorbara DOP Omaggio a
Gino Friedmann Metodo Charmat 2013
Lambrusco di Sorbara DOP Omaggio a
Gino Friedmann Fermentazione Naturale
in Bottiglia 2013
Lambrusco di Sorbara DOP Villa Badia 2013
Pignoletto Frizzante Colli Bolognesi DOP 2013
ROMAGNA
Cantina Forlì Predappio
Via Due Ponti, 13
47122 Forlì (FC)
Tel. 0543 477230
[email protected]
www.cantinaforlipredappio.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Dott. Monti Roberto
1908
Maurizio Ortali, Bruno Ranieri
3.200
250.000 bottiglie
Abbiamo scelto di produrre vino perché per noi il legame con la terra è vita, e perché ogni giorno
vediamo concretizzare i nostri sogni. Il nostro territorio è fortemente vocato alla viticultura , e
ci consente di ottenere vini non omologati e con un carattere deciso. Amiamo inoltre coniugare
la tradizione e la tecnologia per produrre vini che rispettino il territorio ed i vitigni e che diano
piacevolezza al loro assaggio. L’azienda in una parola: LA TRADIZIONE CONTINUA
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Romagna Albana Spumante DOP
Tratti d’Oro 2011
Vino Spumante Extra Dry Misvago
Sangiovese di Romagna DOC Superiore
Volo d’Aquila 2008
Romagna DOP Sangiovese Superiore
Tratti d’Autore 2013
NOTE
89
ROMAGNA
Cantina San Biagio Vecchio
Via Gaetano Salvemini, 55
48018 Faenza (RA)
Zona di produzione:
Via Salita di Oriolo 13, 48018 Faenza (RA)
Tel. 339 3523168 (Andrea Balducci)
349 0553598 (Lucia Ziniti)
www.cantinasanbiagiovecchio.com
[email protected]
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Andrea Balducci
2005
Gabriele Balducci
5
10.000 bottiglie
Albana, Sangiovese, Centesimino,
Malvasia aromatica, Trebbiano
Una piccola cantina sulla splendida collina di San Biagio Vecchio.
Un’attenzione esclusiva ai vitigni autoctoni e ai frumenti antichi (Gentil Rosso e Senatore
Cappelli) . Un amore smisurato e incondizionato per l’Albana di Romagna.
Vino 1
SabbiaGialla IGT Ravenna Bianco 2013
Vino 2
Serraglio Romagna Sangiovese DOC
Superiore 2011
Vino 3
Vino 4
Barbatello IGT Ravenna Bianco 2013
Barbatello Romagna Sangiovese DOC
Superiore 2012
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
90
EMILIA
Cantina Settecani
Castelvetro Soc. Agr. Coop.
Via Modena, 184
41014 Settecani di Castelvetro (MO)
Tel. 059 702505 - 335 7733872
www.cantinasettecani.it
[email protected]
[email protected]
Responsabile/i
Amorotti Fabrizio
Anno di fondazione
1923
Ettari vitati
350
Produzione annua
1.000.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro
DOP (280 Ha), Pignoletto, Trebbiano
La Cantina Settecani è stata fondata nel 1923, gia’ da allora ci si era posti un obiettivo:Qualita’,
Genuinita’ e Tradizione. Oggi, grazie a vari ampliamenti, la Cantina Settecani ha raggiunto il
massimo della sua potenzialita’ produttiva, mantenendo fede a questi propositi. L’assistenza ai
soci,l’attenzione alla qualita’ delle uve,la selezione di queste al momento della pigiatura e una
vinificazione con modene tecnologie,ma con particolare attenzione alle metodologie tradizionali,
hanno permesso di ottenere vini di qualita’,che si propongono ad un mercato sempre piu’ esigente
e in continua evoluzione.La Cantina Settecani ha partecipato e partecipa a vari concorsi enologici
ottenendo importanti riconoscimento, come la Gran Medaglia al Concorso Internazionale Vinitaly
2011 fino ad arrivare agli ultimo riconoscimenti nel 2013 e nel 2014 al Concorso Enologico Matilde
di Canossa-Terre di Lambrusco. Gia’ da alcuni anni la Cantina è sagnalata sulla guida Vini d’Italia
del Gambero Rosso e il Lambrusco Grasparossa di castelvetro ha ottenuto l’Oscar Regionale
qualita’/prezzo assegnato dalla guida Berebene 2012 e 2013 e 2014 del Gambero Rosso.
Vino 1
DiVino Lambrusco Grasparossa di
Vino 2
Vini del Re Lambrusco Grasparossa di
Castelvetro DOP 2013
Castelvetro DOP 2013
Vino 3
7Note Pignoletto Modena DOC Spumante
Brut 2013
Vino 4
Lambrusco Grasparossa Di Castelvetro
DOP Secco 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
91
EMILIA
Cantina Sociale di
Puianello e Coviolo
Via C. Marx 19/A - 42020 Puianello (RE)
Tel. 0522 889120
www.cantinapuianello.it
[email protected]
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Presidente Vittorio Azzimondi
1938
Matteo Vingione
220
1.100.000 bottiglie
Lambrusco Grasparossa, L. Montericco,
L. Barghi, L. Salamino, L. Maestri,
L. Marani, Malvasia, Spergola
Cantina Puianello ha scelto da tempo di puntare sulla selezione delle uve conferite dai 220 Soci,
valorizzandone le diversità e privilegiando la tipicità delle stesse. Essendo i terreni vitati in prevalenza
nella fascia collinare che da Scandiano sale fino a Canossa, è possibile contare su condizioni di terreno
e microclimatiche di favore, in grado di segnare maggiormente la base dei nostri vini. Fondata nel 1938
a Puianello di Quattro Castella, la cantina è rimasta negli oltre settanta anni di attività nella stessa Sede,
divenendo una sorta di “Casa del Lambrusco”, un punto di riferimento per il territorio anche grazie ai
continui investimenti in cantina. Dunque, anzitutto attenzione alle uve e garanzia della loro provenienza,
pur facendo seguire la volontà di incidere su di esse dalla campagna alla cantina, grazie anche alla
doppia Laurea in Agronomia ed Enologia dell’Enologo - Matteo Vingione. L’esperienza nella vinificazione
di vini frizzanti ha così permesso di valorizzare varietà autoctone come il Lambrusco Montericco e il
Lambrusco Barghi, sempre alla ricerca delle “giuste” sensazioni da offrire al proprio pubblico:
piacevolezza, una buona beva e la sensazione di assaporare una varietà lambrusca ogni volta diversa,
continuando con L. Grasparossa, L. Salamino, per citarne alcuni. Negli anni sono poi stati compiuti
sforzi importanti con le uve di Malvasia di Candia Aromatica, Spergola e non solo, a dimostrazione che
Cantina Puianello può offrire un percorso enologico davvero ampio.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Amarcord CSC DOC Lambrusco
Montericco 2013
Contrada Monticelli CSC DOC Lambrusco
Grasparossa 2013
Contrada Borgoleto Reggiano DOC
Lambrusco 2013
L’incontro Reggiano DOC Lambrusco
Barghi 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
92
COLLI PIACENTINI
Cantina Valtidone Scrl
Via Moretta, 58
29011 Borgonovo Val Tidone (PC)
Tel. 0523 846411
www.cantinavaltidone.it
[email protected]
Responsabile/i
Presidente Dr. Gianpaolo Fornasari
Resp. Vendite Mauro Fontana
Anno di fondazione
1966
Enologo
Sergio e Marcello Galetti, Giuseppe Caviola
Ettari vitati
1.200
Produzione annua
5.000.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Barbera, Bonarda, Ortrugo, Malvasia,
Chardonnay, Pinot Nero, Pinot Grigio,
Sauvignon
Le colline della Val Tidone, sull’Appennino piacentino, sono vocate alla viticoltura da oltre 2500
anni: già gli antichi romani amavano i vini prodotti in questo splendido angolo d’Italia. In queste
terre, di antica e nobile tradizione vitivinicola, la Cantina Valtidone produce grandi vini dal 1966.
Le uve provengono da 1200 ettari di vigneto di proprietà degli oltre 200 Viticoltori Soci: i vini più
caratteristici sono per i bianchi l’Ortrugo e il Malvasia secco e dolce, per i rossi il Gutturnio nelle
varie versioni sia fermo che frizzante, il Barbera e il Bonarda secco e amabile.
Vino 1
Gutturnio DOC Frizzante Cæsar Augustus
2013
Vino 2
Colli Piacentini Bonarda DOC Frizzante
Domina 2013
Vino 3
Colli Piacentini Malvasia DOC Frizzante
Vino 4
Ortrugo DOC Frizzante Armonia 2013
Aurora 2013
NOTE
93
EMILIA
Cantine Ceci
Via Provinciale 99/99 A
43056 Torrile (PR)
Tel. 0521 810252
[email protected]
www.lambrusco.it
Responsabile/i
Elisa e Chiara Maghenzani;
Alessandro, Maria Teresa e Maria Paola Ceci
Anno di fondazione
1938
Enologo
Alessandro Ceci
Produzione annua
2.500.000 bottiglie
Vino 1
Otello 1813 Nero di lambrusco 2013
Vino 2
Spumante Rosè Otello 1813 Extra Dry 2013
Vino 3
Terre Verdiane 1813 Lambr. Frizzante 2013
Vino 4
Spumante Brut Wine Color Therapy 2013
NOTE
94
ROMAGNA
Cantine Intesa
Agrintesa Soc. Coop. Agr
Via G. Galilei, 15 - 48018 Faenza (RA)
Zona di produzione:
Via Provinciale Faentina, 46
47015 Modigliana (FC)
Tel. 0546 619111
www. cantineintesa.it
[email protected]
Responsabile/i
Muccinelli Elisa
Anno di fondazione
1999
Ettari vitati
44
Produzione annua
350.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Sangiovese, Albana, Chardonnay,
Cabernet Sauvignon, Trebbiano, Merlot
La vendemmia 2001 segna l’avvio del Progetto Qualità di Cantine Intesa. Il progetto è nato allo
scopo di valorizzare le migliori produzioni collinari, in particolare dei vitigni Sangiovese e Albana.
Il processo di zonazione e di selezione dei vigneti ha richiesto tempo, sperimentazione e notevole
impegno, per questo il progetto è nato nel 1999 ma la prima produzione dei vini “I Calanchi” arriva
solo nel 2001. Oggi, dopo anni di lavoro e selezione, le aziende coinvolte nel progetto sono 21 per
una superficie complessiva di 44 ettari. Tutte le uve vengono vinificate nella cantina di Modigliana,
collocata nel cuore della zona di produzione e strutturata in modo da garantire la migliore
lavorazione delle uve. Dalle migliori selezioni nascono i vini della linea “I Calanchi” fermentati o
affinati in legno, mentre con il marchio “Poderi delle Rose” vengono presentate le selezioni che
fermentano e affinano prevalentemente in acciaio: vini d’annata, espressione più immediata del
territorio di produzione.
Vino 1
Spighea Romagna Albana DOCG Secco
2013
Vino 2
Poderi delle Rose Romagna DOC
Sangiovese Superiore 2013
Vino 3
Zanarina Romagna DOC Sangiovese
Superiore Riserva 2010
Vino 4
Numi Rosso Ravenna IGT 2009
NOTE
95
EMILIA
Cantine Lombardini
Via Cavour 15
42017 Novellara (RE)
Tel. 0522 654224
www.lombardinivini.it
[email protected]
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Produzione annua
Marco Lombardini
1925
Marco Lombardini
800.000 bottiglie
Al centro della zona di eccellenza per la produzione del Lambrusco, nascevano nel 1925 le Cantine
Lombardini, ubicate ancora oggi nella sede originaria, nel centro storico della bella gonzaghesca
Novellara, terra d’arte e di tradizioni. La cantina documenta un capitolo di storia della Famiglia
Lombardini, dall’inizio del secolo scorso ad oggi. Guerre, regimi, ricostruzioni... una grande bufera
ha cambiato i confini dell’Europa e del mondo, segnando la fine di un’epoca. Sfogliando nella
memoria si ritrovano immagini, sensazioni e profumi in tempo di pigiatura, allegria nella raccolta
del mosto nelle botti , nonchè la lunga attesa per la maturazione della fermentazione in bottiglia.
E’ come sfogliare il vecchio albo di un lavoro nato spontaneo come il sorriso di un bimbo. Così,
fin da piccolo, Marco Lombardini, oggi rimasto titolare dell’azienda insieme al cugino Angelo, ha
saputo coltivare la propria passione per il Lambrusco, tiene alto il nome dell’azienda ed è riuscito
a trasmettere lo stesso spirito alle proprie figlie, Chiara, Virginia e Cecilia, che lo accompagnano
nella conduzione della cantina. Fiere, esposizioni, mercati, interviste, articoli su stampa ci
hanno segnato negli anni quei successi che ogni giorno Marco, le tre figlie e validi collaboratori
si impegnano a mantenere. La Famiglia Lombardini è quindi orgogliosa di essere presente sul
panorama enologico italiano da ben quattro generazioni, nel corso delle quali è riuscita a costruire
un vasto patrimonio di esperienze, tramandando di padre in figlio l’amore e la dedizione per il
mondo del vino. Fatti o meglio eventi, ma anche piccole avventure quotidiane seguono il tempo...
ma il protagonista in casa nostra è da sempre il buon “Lambrusco”.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
NOTE
96
Reggiano DOC Lambrusco Rosso Secco
Nubilaia 2013
Reggiano DOC Lambrusco Rosso Secco
Il Campanone 2013
Reggiano DOC Lambrusco Rosato Secco
Rosato Del Campanone 2013
Reggiano DOC Lambrusco Rosso Secco
C’era Una Volta 2013
EMILIA
Casali Viticultori S.r.l.
Via delle Scuole, 7 - Loc. Pratissolo
42019 Scandiano (RE)
Tel. 0522 855441
347 4564662 (Biolzi Romano)
Fax 0522 984092
[email protected]
www.casalivini.it
Responsabile/i
Gavioli Dr. Gian Paolo
Anno di fondazione
1900
Enologo
Mora D.ssa Caterina
Ettari vitati
36,5
Produzione annua
1.400.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Spergola, Sauvignon, Malvasia
La Casali Viticultori nasce nel 1900, interprete storica della produzione vitivinicola della zona
collinare che si estende tra Scandiano e Canossa. Alla tradizionale produzione di lambruschi e
bianchi frizzanti, si affianca la produzione di vini spumanti metodo classico e metodo charmat,
vini affinati in barriques, vini passiti ottenuti da uve autoctone di propria produzione dei Colli di
Scandiano e di Canossa quali la Spergola, il Cabernet Sauvignon, il Malbo Gentile e il Sauvignon.
Vino 1
Ca’ Besina Colli di Scandiano e di Canossa
DOP Spergola Spumante Metodo Classico
Brut 2007
Vino 2
Pomoria Colli di Scandiano e di Canossa
DOP Spergola Fermo Secco 2012
Vino 3
Sanruffino Colli di Scandiano e di Canossa
Vino 4
Campo Delle More Colli di Scandiano e di
DOP Lambrusco Grasparossa Secco 2013
Canossa DOP Malbo Gentile Frizzante
Dolce 2013
NOTE
97
ROMAGNA
Castelluccio
Via Tramonto, 15
47015 Modigliana (FC)
Tel. 0546 942486
[email protected]
www. ronchidicastelluccio.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vittorio Fiore
1981
Vittorio Fiore
12
80.000 bottiglie
Sangiovese ha 10,00, Sauvignon Blanc
ha 1,50, Cabernet Sauvignon ha 0,50
L’Azienda Agricola Castelluccio nasce negli anni ‘70 con la consulenza enologica dell’Enologo
Vittorio Fiore. I primi 6 ettari di vigneto furono realizzati con innovazioni tecniche importanti
all’avanguardia per quei tempi, che ben presto portarono al raggiungimento di risultati eclatanti,
come la nascita di vini quali il Sangiovese Ronco delle Ginestre e l’acclamato Sauvignon Blanc,
Ronco del Re, tutti vini ottenuti da singole vigne. Nel 1999 Vittorio Fiore, coinvolgendo i fratelli
Ermanno e Gianmichele ed il figlio Claudio - anch’egli Enologo - acquista la maggioranza
delle quote, unendosi così alla compagine societaria precedente, composta dallo stesso Diego
Amaducci, Gianalfredo Bernabucci, Remigio Bordini e da Augusto Valentini. Vittorio, che nei primi
anni ‘80 creò, come consulente, i vini di Castelluccio e contribuì in prima persona ai successi
dell’Azienda - che ben presto raggiunse fama internazionale - assicura tutt’ora un supporto
tecnico di notevole importanza, grazie alla sua professionalità ed esperienza.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Romagna DOC Sangiovese Superiore
Le More 2013
IGT di Forlì Sangiovese Ronco dei Ciliegi
2008
IGT di Forlì Sangiovese Ronco delle
Ginestre 2008
IGT di Forlì Sangiovese/Cabernet
Sauvignon Massicone 2008
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
98
EMILIA
Cavaliera
Via Cavalliera 1/B
Castelvetro di Modena
41014 Modena
Tel. 059799835 - Cell. 335 5479028
www.cavaliera.it
[email protected]
Responsabile/i
Simoni Lorenzo
Enologo
Enzo Mattarei
Ettari vitati
4
Produzione annua
20.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Lambrusco Grasparossa, Pignoletto,
Trebbiano, Malbo
L’azienda nasce poco più di trent’anni fa con i vigneti che si rovano a sud della via Cavalliera:
quattro ettari in tutto, in pendenza, sui terreni argillosi, allevati a cordone speronato e coltivati con
metodo Biologico. In cantina la rifermentazione in bottiglia è la tecnica ricorrente.
Vino 1
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro
Vino 2
Pignoletto dell’Emilia IGT 2012
Vino 3
Rosato di Grasparossa 2013
Vino 4
Caterina Spumante Brut 2012
DOP 2013-2012
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
99
EMILIA
Cavicchioli U. & Figli
Via Canaletto, 52
41030 San Prospero (MO)
Tel. 059 812412
[email protected]
www.cavicchioli.it
Responsabile/i
Sandro Cavicchioli
Anno di fondazione
1928
Enologo
Sandro Cavicchioli
Ettari vitati
90
Vitigni presenti in azienda
Lambrusco Sorbara,
Lambrusco Salamino,
Lambrusco Grasparossa, Pignoletto
La storia delle Cantine Cavicchioli comincia nel secolo scorso. Da allora, di padre in figlio,
l’esperienza e la passione si sono tramandate negli anni. L’obiettivo resta quello di valorizzare il
Lambrusco di qualità: quello genuino e frizzante delle origini.
Vino 1
Rosé del Cristo Lambrusco di Sorbara
DOC Brut Metodo Classico 2010
Vino 2
Vigna del Cristo Lambrusco di Sorbara
DOC 2013
Vino 3
Col Sassoso Lambrusco Grasparossa di
Vino 4
Pignoletto Spumante Modena DOC Brut
Castelvetro DOC 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
100
ROMAGNA
Caviro Sca
Via Convertite 12
48018 Faenza (Ra)
Tel. 0546 629111 - 629397
Fax 0546 629319
www.caviro.it
[email protected]
Responsabile/i
Dir. Generale Sergio Dagnino
Anno di fondazione
1996
Enologo
Giordano Zinzani
Ettari vitati
non coltivati direttamente
Produzione annua
180 milioni di litri
vinificati dalle cantine associate
Caviro da oltre un quarantennio è sinonimo di qualità: merito, da un alto, dell’impegno degli oltre
11.500 viticoltori che fanno capo a 32 cantine sociali, producono su 31.000 ettari di vigneti il 10% della
produzione vitivinicola nazionale, attraverso una filiera certificata unica per profondità, dimensioni
e presidio. E, dall’altro, della capacità di coniugare grandi volumi e produzioni di qualità; una lungo
tradizione, una profonda esperienza enologica e una costante spinta all’innovazione e al dinamismo
nel diversificare la gamma e nell’esplorare nuovi mercati nel mondo.
Vino 1
TerraGens Romagna DOC Sangiovese
Vino 2
Romio Reno Pignoletto DOC Frizzante 2013
Vino 3
Rubicaia Leonardo Romagna DOC
Vino 4
Valle dell’Olmo Lambrusco Sorbara DOC
Superiore Riserva 2011
Sangiovese Superiore 2013
NOTE
101
ROMAGNA
Celli snc
Società Agricola di Sirri & Casadei
Viale Carducci, 5
47032 Bertinoro (FC)
Tel. 0543 445183 - 348 7980976
www.celli-vini.com
[email protected]
Responsabile/i
Mauro Sirri, Emanuele Casadei
Anno di fondazione
1965
Enologo
Emanuele Casadei
Ettari vitati
29
Produzione annua
290.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Sangiovese 15 Ha, Albana 7 Ha, Pagadebit,
Trebbiano, Cabernet Sauvignon,
Chardonnay, Cagnina
L’azienda Celli è di proprietà delle famiglie Sirri & Casadei (Bron & Rusèval) dal 1965. Sin da allora
le accurate selezioni delle uve, provenienti dalle aree più vocate del comune di Bertinoro, danno
dei risultati eccellenti dal punto di vista qualitativo. Ricerca costante di qualità e tipicità dei vini
prodotti è alla base della filosofia aziendale.
L’Azienda Celli è un esempio di continuità generazionale nella tradizione vitivinicola di Bertinoro.
Vino 1
Bron & Ruseval Romagna DOC Sangiovese
Superiore Riserva 2011
Vino 2
Bron & Ruseval Sangiovese-Cabernet IGT
Forlì 2012
Vino 3
Bron & Ruseval Chardonnay IGT Forlì 2013
Vino 4
Bron & Ruseval I Croppi Romagna DOCG
Albana Secco 2013
NOTE
102
COLLI PIACENTINI
Cervini Andrea Az. Agr.
Poggio Sup., 1 - Statto
29020 Travo (PC)
Tel. 335 7597119
[email protected]
Responsabile/i
Andrea Cervini
Anno di fondazione
2010
Ettari vitati
4
Produzione annua
15.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Barbera 1,5ha, Bonarda Croatina 2 ha,
Vino 1
Vino Rosso Barbera 2011
Vino 2
Navel Barbera 50% e Bonarda 50% 2010
Vino 3
Vino Bianco Malvasia 2011
Malvasia 0,5 ha
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
103
EMILIA
Cleto Chiarli
Tenute Agricole
Via D. Manin, 15 - 41122 Modena (MO)
Zona di produzione:
Via Belvedere, 8 - 41014 Castelvetro (MO)
Tel. 059 3163311
[email protected]
www.chiarli.it
Responsabile/i
Roberto Saletta
Anno di fondazione
2001
Enologo
Franco De Biasio
Ettari vitati
100
Produzione annua
900.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Grasparossa, Sorbara, Pignoletto
Vino 1
Premium Menthion Honorable
Lambrusco Sorbara DOC 2013
Vino 2
Vigneto Cialdini Lambrusco Grasparossa
Vino 3
Rosè Brut de Noir
Vino 4
Lambrusco del Fondatore Sorbara DOC
di castelvetro DOC 2013
da uve Grasparossa V.S. 2013
fermentato in bottiglia 2013
NOTE
104
ROMAGNA
Condè
Azienda Vitivinicola
di Francesco Condello
Via Lucchina, 27
47016 Fiumana di Predappio (FC)
Tel. 0543 940860
[email protected]
www.conde.it
Responsabile/i
Francesco Condello
Anno di fondazione
2001
Enologo
Federico Curtaz
Ettari vitati
77
Produzione annua
150.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Sangiovese 73 ha, Merlot 4 ha
Nel 2001 Francesco Condello, creatore e proprietario della tenuta Condé, decide di lasciare il
settore dell’alta finanza nel quale ha lavorato per piú di trent’anni per dedicarsi a tempo pieno
a quella che è da sempre la sua passione: la viticoltura. Il suo amore per questo settore nasce
durante la sua infanzia, quando, insieme ai propri nonni, viticoltori da generazioni, si recava nelle
vigne di famiglia e seguiva la produzione del vino, all’epoca ad uso esclusivo dei membri della
famiglia. Il forte legame con la terra e la passione per la viticultura sono rimasti saldamente
radicati in lui anche negli anni in cui lavorava a Bologna come broker finanziario, durante i quali
compiva frequenti viaggi nelle piú importanti aree vinicole d’Europa. Nel 2001 decide di seguire la
sua vocazione e di legare la propria vita a quella del generoso territorio di Predappio. Lo anima
il desiderio di far rinascere una grande tradizione del passato: fin dal primo momento fonda
l’azienda Condé con lo scopo di rilanciare la produzione di un autentico Sangiovese di Predappio,
che su queste colline affonda le proprie radici, sia fisiche che storiche, e che da qui parte per
essere apprezzato e condiviso sulle tavole di tutte le nazioni del mondo.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Condé Sangiovese Rosato Forlì IGT 2012
Condé Sangiovese DOC 2009
Condé Sangiovese Superiore DOC 2010
Condé Sangiovese Superiore Riserva
DOC 2008
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
105
ROMAGNA
Consorzio Vini Tipici
di San Marino Scarl
Strada Serrabolino, 89
Borgo Maggiore - Repubblica di San Marino
Tel. 0549 903124 - 342 5183450
www.consorziovini.sm
[email protected]
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Presidente Leo Veronesi, Eliseo Andreini
1979
Federico Curtaz, Aroldo Bellelli,
Michele Margotti, Juan Carlos Pasquali
120
Produzione annua
600.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Sangiovese, Merlot, Cabernet
Sauvignon, Montepulciano, Ribolla di
San Marino, Biancale, Moscato,
Chardonnay
Il Consorzio Vini Tipici di San Marino, fondato nel 1979, è oggi l’unico produttore dei vini a
Identificazione di Origine a San Marino. I suoi 120 soci coltivano attualmente 120 ettari di vigneti
costituiti per il 65% da uve rosse (Sangiovese, Cabernet, Merlot e Montepulciano) e per il 35%
da uve bianche (Ribolla di San Marino, Biancale, Moscato e Chardonnay). I vigneti sono collocati
tra i 100 e i 450 metri s.l.m. su terreni di natura prevalentemente argillosa che beneficiano sia
dell’influenza del mare Adriatico che degli Appennini. I soci viticoltori sammarinesi seppur
eterogenei, condividono una matrice comune: la tradizione secolare, l’esperienza, e la passione
con cui si dedicano alla coltivazione della vite. L’apertura da dicembre 2013 del nuovo negozio in
cui trovare oltre ai vini i prodotti tipici di San Marino e il profondo rinnovamento attuato in cantina
fanno parte del progetto di miglioramento del Consorzio Vini di San Marino iniziato già molti anni
fa con i vigneti. Le serate che organizziamo nel nostro wine-shop per degustare i vini, le mostre di
pittura e fotografia, le presentazioni di libri con gli autori e gli eventi musicali fanno così parte del
progetto per rendere la nostra cantina un ambiente contemporaneo ma allo stesso tempo legato
alla tradizione locale.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Sangiovese Superiore di San Marino 2012
Tessano di San Marino 2010
Sterpeto 2009
Caldese di San Marino 2012
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
106
ROMAGNA
Costa Archi
Via Rinfosco, 1690
48014 Castel Bolognese (RA)
Tel. 338 4818346
[email protected]
www.costaarchi.wordpress.com
Responsabile/i
Gabriele Succi
Anno di fondazione
1960
Ettari vitati
13
Produzione annua
15.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Sangiovese, Merlot, Cabernet
Sauvignon, Montuni, Trebbiano R.
DOC Romagna Sangiovese Serra
Assiolo 2012
DOC Sangiovese di Romagna Riserva
Monte Brullo 2010
IGT Ravenna Sangiovese GS 2011
IGT Ravenna Bianco Le barrosche 2013
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
107
COLLI PIACENTINI
Az. Agr. Denavolo s.s
Loc. Gattavera - Denavolo
29029 Travo (PC)
Tel. 335 6480766
[email protected]
Responsabile/i
Famiglia Armani
Anno di fondazione
2005
Enologo
Giulio Armani
Ettari vitati
3+2
Produzione annua
20.000/30.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Malvasia di Candia Aromatica, Ortrugo,
Marsanne, altro locale
Vino 1
Catavela Vino Bianco 2013
Vino 2
Dinavolino Vino Bianco 2013
Vino 3
Dinavolo Vino da tavola Bianco 2008
Vino 4
Dinavolo Vino da tavola Bianco 2006
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
108
ROMAGNA
Drei Donà
Tenuta La Palazza
Via del Tesoro 23
Massa di Vecchiazzano
47121 Forlì (FC)
Tel. 0543 769371
[email protected]
www.dreidona.it
Responsabile/i
Enrico Drei Donà
Anno di fondazione
1927
Ettari vitati
27
Produzione annua
120.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Sangiovese, Cabernet, Chardonnay,
Riesling
Pruno Romagna DOC Sangiovese
Superiore Riserva 2010
Cuvée Palazza Romagna DOC
Sangiovese Superiore Riserva 2010
Notturno Sangiovese IGT Forlì 2013
Il Tornese - Bianco 2013
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
NOTE
109
EMILIA
Emilia Wine
Via 11 Settembre 2001, 3
42019 Arceto di Scandiano (RE)
Tel. 0522 989107
www.emiliawine.eu
[email protected]
Responsabile/i
Davide Frascari
Anno di fondazione
2014
Enologo
Tognoli Luca
Ettari vitati
1.700
Produzione annua
700.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Lambrusco Grasparossa, Lamb. Salamino,
Spergola, Malvasia , Lamb. Marani
Vino 1
Rosaspino Colli di Scandiano e Canossa
Lambrusco 2013
Vino 2
Colli di Scandiano e di Canossa Spumante
Brut Spergola 2013
Vino 3
Nudo Colli di Scandiano e di Canossa Vino
Spumante Metodo Classico 2009
Vino 4
Vigna Migliolungo Lambrusco Emilia IGP
2013
NOTE
110
ROMAGNA
Enio Ottaviani
Via Panoramica, 199
47842 San Giovanni in Marignano (RN)
Zona di produzione:
Via Pian di Vaglia, 17 - 47832 San Clemente (RN)
Tel. 0541 952608
www.enioottaviani.it
[email protected]
Responsabile/i
Massimo Lorenzi
Anno di fondazione
2008
Enologo
Enrico Bartolini
Ettari vitati
12
Vitigni presenti in azienda
Sangiovese, Trebbiano, Pagadebit,
Chardonnay, Riesling, Merlot, Cabernet,
Montepulciano
Romagna Sangiovese Superiore Riserva
DOC 2011
Rosso Rubicone IGT 2012
Romagna Sangiovese Superiore DOC
2013
Bianco Rubicone IGT 2013
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
111
EMILIA
Az. Agr. Fangareggi Giuseppe
Yourwine
Via Q. Colombani, 3 - 42015 Correggio (Re)
Zona di produzione:
Imbottigliamento: Via Isonzo n. 2 - 42043 Gattatico (RE)
Vigneti: Viottolo del Medico, Novellara (RE)
Via Reggiolo, Campagnola Emilia (RE)
Via Fabbrico, Campagnola Emilia (RE)
Via Ponte Nuovo, Rolo (RE)
Tel. 0522 1606532 - 340 6326453
www.your-wine.it
[email protected] - [email protected]
Responsabile/i
Giuseppe Fangareggi
Anno di fondazione
2005
Ettari vitati
14
Produzione annua
30.000 bott. (incrementabile fino a 100.000)
Vitigni presenti in azienda
Ancellotta 7 ha, Lambrusco Salamino 6 ha,
Lambrusco Marani 1 ha
Offriamo la possibilità di personalizzare l’etichetta dei nostri vini a proprio piacimento con logo
dei ristoranti, enoteche, frasi, foto ecc..
Vino 1
Lambrusco Rosso Emilia IGP Vino
Frizzante Secco 2013
Vino 2
Lambrusco Rosato Emilia IGP Vino
Frizzante Secco 2013
Vino 3
Vino 4
Spumante Brut Gran Riserva Cuvèe 2013
Malvasia & Moscato Emilia IGP Vino
Frizzante Dolce 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
112
ROMAGNA
Fattoria
Monticino Rosso
Via Montecatone 7
40026 Imola (BO)
Tel./Fax 0542 40577
335 329076
[email protected]
www.fattoriamonticinorosso.it
Responsabile/i
Luciano Zeoli
Anno di fondazione
1964
Enologo
Giancarlo Soverchia
Ettari vitati
20
Produzione annua
80.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Albana, Pignoletto, Malvasia, Sangiovese,
Cabernet S. e Barbera
Vino 1
Romagna Docg Albana secco Codronchio
2012
Vino 2
Colli D’Imola Doc Pignoletto P 2013
Vino 3
Romagna Doc Sangiovese Superiore S
Zero Solfiti 2013
Vino 4
Colli D’Imola Doc Cabernet Sauvignon
Pradello 2009
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
113
EMILIA
Fattoria Moretto
Via Tiberia, 13/B
41014 Castelvetro di Modena (MO)
Tel. 059 790183 - 393 9626594
Fax 059 790183
[email protected]
www.fattoriamoretto.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Fausto e Fabio Altariva
1991
Fausto Altariva
7
60.000 bottiglie
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro
Pignoletto dell’Emilia
Fattoria Moretto è una piccola realtà a conduzione familiare, nella quale si produce Lambrusco
Grasparossa di Castelvetro da tre generazioni e dal 1991 anche in bottiglia. È sita nel cuore del
territorio del Lambrusco Grasparossa, a circa 200 metri di altitudine, dove Fausto e Fabio Altariva
coltivano con passione le proprie terre. Il podere, condotto interamente con metodo biologico,
si estende in appezzamenti non contigui sulle colline di Castelvetro di Modena. I vigneti di
Lambrusco Grasparossa sono allevati a cordone speronato e guyot, con esposizioni a sud/sudest, su terreni limo-argillosi. La zona gode di ottima ventilazione, che stempera la calura estiva
e preserva le piante da malattie. Le vinificazioni sono in linea con i metodi tradizionali, con tempi
molto lunghi di contatto con i lieviti, per regalare al bicchiere maggiore complessità. I vini, tutti in
purezza, esprimono con personalità il territorio del Lambrusco Grasparossa.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro
Secco DOP Monovitigno 2013
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro
Secco Dop Canova 2013
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro
Secco DOP Tasso 2013
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro
Amabile DOP Semprebon 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
114
ROMAGNA
Fattoria Zerbina
Via Vicchio, 11
48018 Marzeno - Faenza (RA)
Tel. 0546 40022
[email protected]
www.zerbina.com
Responsabile/i
Cristina Geminiani, Henry Polacco
Anno di fondazione
1966
Enologo
Cristina Geminiani
Ettari vitati
29
Produzione annua
230.000 bottiglie
L’azienda si caratterizza per aver impostato tutti i vigneti a bacca rossa ad alberello. Questa scelta,
in abbinamento alla continua ricerca della massima espressione del terroir, ha portato a produrre
vini di grande spessore ed eleganza, che fanno della sottozona di Marzeno un piccolo angolo di
originalità ed eccellenza.Un cenno particolare va fatto alle muffe nobili, da sempre la grande
passione di Cristina Geminiani: i vini dolci sono frutto di selezioni in vigna estremamente precise e
rigorose alla ricerca del grande risultato.
Vino 1
Bianco di Ceparano 2013
Vino 2
Torre di Ceparano 2010
Vino 3
Marzieno 2008
Vino 4
Arrocco 2010
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
115
ROMAGNA
Az. Agr. Stefano Ferrucci
Via Casolana, 3045/2
Castel Bolognese (RA)
Tel. 0546 651068
[email protected]
www.stefanoferrucci.it
Responsabile/i
Ilaria e Serena Ferrucci
Anno di fondazione
1932
Enologo
Giotto Consulting
Ettari vitati
16
Produzione annua
100.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Sangiovese, Albana, Trebbiano,
Vino 1
Domus Caia Romagna Sangiovese DOC
Vino 2
Centurione Romagna DOC Sangiovese
Bianchino Faentino, Chardonnay
Superiore Riserva 2011
Superiore 2013
Vino 3
Chiaro della Serra Colli Di Faenza Bianco
Vino 4
Domus Aurea Romagna Albana DOCG
DOC 2013
Passito 2011
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
116
EMILIA
Francesco Bellei & C.
Via Nazionale, 130/132
Cristo di Sorbara
41030 Bomporto (MO)
Tel. 059 902009
Fax 059 8070147
[email protected]
www.francescobellei.it
Responsabile/i
Sandro Cavicchioli
Anno di fondazione
1923
Enologo
Sandro Cavicchioli
Ettari vitati
100
Produzione annua
70.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Pignoletto, Lambrusco di Sorbara
Bellei Brut Metodo Classico S. A.
Bellei Rosè Metodo Classico 2007
Bellei Lambrusco a Rifermentazione
Ancestrale 2013
Vino 1
Vino 2
Vino 3
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
117
ROMAGNA
Francesconi Paolo
Via Tuliero,154
48018 Faenza (RA)
Tel. 0546 43213 - 3339143534
[email protected]
www.francesconipaolo.it
Responsabile/i
Paolo Francesconi
Anno di fondazione
1992
Enologo
Paolo Francesconi
Ettari vitati
8,5
Produzione annua
20.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Sangiovese, Trebbiano, Albana, Merlot,
Cabernet, Centesimino
Limbecca Romagna Sangiovese DOC
Superiore 2012
Arcaica vino bianco 2013
Le Iadi Sangiovese di Romagna DOC
Superiore Riserva 2009
Miniato Colli di Faenza Rosso DOC 2009
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
118
COLLI BOLOGNESI
Az. Agr. Gaggioli
Maria Letizia
Via Francesco Raibolini, 55
40069 Zola Predosa (BO)
Tel. 051 753489 - 051 750534
[email protected]
www.gaggiolivini.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Maria Letizia Gaggioli
1972
Fraulini Giovanni
21
160.000 bottiglie
Pignoletto, Sauvignon Blanc, Pinot
Bianco, Riesling Italico, Barbera,
Cabernet Sauvignon, Merlot, Shiraz
L’azienda Gaggioli viene fondata nel 1972 da Carlo Gaggioli. Nel 1990 la figlia Maria Letizia passa
al timone dell’azienda: costruisce la nuova cantina, impianta nuovi vigneti e nel 2007 inaugura
l’Agriturismo Borgo delle Vigne. I vigneti, ad alta densità d’impianto, partono da una altitudine
di 150 mt s.l.m. fino a 300 mt s.l.m. Da molti anni si pratica la “Lotta Integrata Avanzata” con
uso esclusivo di presidi non nocivi, completata da interventi in verde. La varietà più coltivata è il
Pignoletto. I vini sono realizzati principalmente in purezza e la vinificazione è sempre seguita con
molta scrupolosità: - per i vini bianchi pressatura soffice, pulizia dei mosti mediante flottazione,
fermentazione termocontrollata con lieviti selezionati - per i vini rossi diraspa-pigiatura,
fermentazione termocontrollata con lieviti selezionati, frequenti rimontaggi e delestage fino al
momento della svinatura. Finita la fase della fermentazione tutti i vini vengono travasati evitando
il contatto con l’aria per poi venire filtrati una sola volta utilizzando il filtro tangenziale capace di
mantenere inalterate tutte le caratteristiche organolettiche del vino profumi compresi. La politica
aziendale è quella di un utilizzo molto moderato di solfiti.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Colli Bolognesi Pignoletto Frizzante
DOC 2013
Colli Bolognesi Pignoletto Superiore
DOC 2013
Colli Bolognesi Classico Pignoletto
DOCG Il Francia Classico 2013
Colli Bolognesi Rosso Bologna Riserva
DOC Il Francia Rosso 2010
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
119
ROMAGNA
Galassi Maria
Az. Agr. Biologica
Sobb. F. Comandini, 95
47521 Cesena (FC)
Zona di produzione:
Via Casetta, 688 Paderno
47522 Cesena (FC)
Tel. 0547 21177
338 7230288 - 335 841302
Responsabile/i
Maria Galassi
Anno di fondazione
Enologo
1990
Francesco Bordini
Ettari vitati
18
Produzione annua
25.000/30.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda
Sangiovese, Merlot, Cabernet,
Chardonnay, Rebola
Nato Re Romagna Sangiovese DOC
Superiore Bio 2010
Nato Re Riserva Bertinoro Romagna
Sangiovese DOC Superiore Bio 2011
Paternus Romagna Sangiovese DOC
Superiore Bio 2011
Fiaba IGT Forlì Bianco 2013
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
120
ROMAGNA
Gallegati
Via Lugo, 182 - 48018 Faenza (RA)
Zona di produzione:
Via Monte Coralli - 48013 Brisighella (RA)
Tel. 0546 621149
348 8700715 - 339 8455419
[email protected]
www.aziendaagricolagallegati.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Antonio e Cesare Gallegati
1996
Cesare Gallegati
6
15.000 bottiglie
Sangiovese 2.5 ha , Albana 0.7 ha,
Chardonnay, Pignoletto, Merlot,
Cabernet Sauvigon, Trebbiano
Siamo un’azienda agricola a conduzione familiare in provincia di Ravenna nel cuore della Romagna.
L’azienda ha una superficie totale di circa 20 Ha ed è divisa in due unità poderali. Una unità di circa 10
Ha si estende nella pianura di Faenza ed è ad indirizzo frutticolo , l’altra unità di circa 10 Ha si trova
nelle colline di Brisighella ed è piantata a vite e olivo. Le vigne si trovano sulle pendici di Monte Coralli
a circa 200 m sul livello del mare, su terreni prevalentemente argillosi, in un ambiente suggestivo ricco
di essenze spontanee e fauna selvatica. I principali vitigni coltivati sono quelli tipici della Romagna,
il Sangiovese e l’Albana, ma sono presenti anche altre tipologie come il Pignoletto, il Cabernet
Sauvignon, il Merlot, lo Chardonnay. Produciamo vini di alta qualità DOC e DOCG dotati di grande
personalità, eleganza e complessità e per far ciò ci avvaliamo delle migliori tecniche di vinificazione.
Vino
Vino
Vino 3
Vino 4
Sangiovese di Romagna Superiore
Riserva 2009 Corallo Nero
Romagna Sangiovese Brisighella 2013
Corallo Rosso
Colli di Faenza Bianco 2013 Corallo
Bianco
Albana di Romagna Passito 2010
Regina di Cuori
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
121
EMILIA
Gavioli Antica Cantina
Via Provinciale Ovest, 55
41015 Nonantola (MO)
Zona di produzione:
Via G. di Vittorio - 41015 Nonantola (MO)
Tel. 059 545462 - 059 222014
[email protected]
www.gaviolivini.com
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Antonio Giacobazzi
1794
Bigolin Fabio
35
1.500.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda Lambrusco di Sorbara DOC, Lambrusco
Salamino di Santa Croce DOC,
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC,
Montuni del Reno, Pignoletto
Vino 1
Lambrusco di Sorbara DOC
Rifermentazione Ancestrale Gavioli
Vino 2
Lambrusco DOC Modena Metodo
Classico
Vino 3
Lambrusco DOC Sorbara Secco
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
122
ROMAGNA
Giovannini
Via Punta, 82
40026 Imola (BO)
Tel. 0542 684122 - 338 9763854
[email protected]
www.vinigiovannini.com
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Jacopo e Giorgio Giovannini
1965
Dott. Marchi Francesco
15
50.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda Sangiovese, Albana, Trebbiano,
Cabernet Sauvignon
Trasformiamo il frutto uva nel nettare vino.
La filosofia di produzione si basa nel produrre vini dove i veri protagonisti siano il territorio e le
caratteristiche delle singole tipologie di uve, infatti, le uve vengono vinificate e affinate in purezza e
senza alcun passaggio in legno. Dalla vendemmia 2011 vinifichiamo i nostri mosti con lieviti autoctoni.
Dalla vendemmia 2014 siamo certificati BIO.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
GioJa Albana di Romagna DOCG 2013
GioGiò Sangiovese DOC Superiore di
Romagna 2011
Aboccaperta Trebbiano del Rubicone
IGP Frizzante 2013
Giocondo Cabernet Sauvignon DOC colli
di Imola 2008
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
123
COLLI BOLOGNESI
Il Monticino
Via Predosa, 72
40069 Zola Predosa (Bo)
Tel. 051 755260 - 338 8580238
[email protected]
www.ilmonticino.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Ruggero e Sandra Morandi
2000
Giovanni Fraulini
6
40.000 bottiglie
Pignoletto, DOC Bologna Bianco,
Malvasia Aromatica di Candia, Barbera,
DOC Bologna Rosso, Cabernet Sauvignon
Nell’anno 2000, riprendendo una tradizione secolare del luogo, la Famiglia Morandi ha ripristinato vecchi
vigneti e ripiantato nuovi vitigni Doc su terreni collinari particolarmente vocati a questa coltivazione. La
Cantina è situata sulla collina di Zola Predosa ed offre ai visitatori l’opportunità di ammirare gli impianti
dei vigneti in produzione, nonché il suggestivo panorama della città di Bologna e zone limitrofe. Si
sviluppa su una superficie di 12 ettari. L’impegno costante della Famiglia Morandi, personale qualificato,
moderne tecnologie, l’importante professionalità dell’agronomo e dell’enologo, sono elementi essenziali
per offrire risposte adeguate a persone sempre più esigenti sulla qualità dei vini.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
NOTE
124
Pignoletto Classico del Monticino DOCG
Colli Bolognesi Classico Pignoletto 2013
Bolognino Rosso Riserva DOC Colli
Bolognesi Bologna Rosso Riserva
Cabernet Sauvignon 2010
Pignoletto Frizzante del Monticino DOC
Colli Bolognesi 2013
Barbera Riserva del Monticino DOC
Colli Bolognesi 2010
ROMAGNA
Il Pratello
Via Morana, 14
47015 Modiglana (FC)
Tel. 0546 942038 - 335 1358728
[email protected]
www.ilpratello.net
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Emilio Placci
1991
Emilio Placci
5,5
15/20.000 bottiglie
Sangiovese, Merlot, Cabernet,
Chardonnay, Sauvignon blanc,
Pinot nero, Centesimino, Malbo
Azienda agricola biologica in Modigliana, ad un’altitudine di quasi 600 metri, a contendere
alla natura il terreno per la vigna, tra bosco e castagneto, cinghiali e caprioli ,in una posizione
unica e incontaminata , si trova Il Pratello. I terreni marnoso arenacei, la scarsa profondità, la
bella escursione termica e la gestione biologica conferiscono ai vini un impronta territoriale
particolarmente decisa e interessante che si esprime in grande equilibrio, freschezza e notevole
longevità. L’idea è un vino naturale e tradizionale sia come conduzione dei vigneti, quindi biologico,
sia nell’evoluzione, senza forzature, rispettando i tempi che la natura detta .
Nel gusto del vino tutto il respiro del territorio , l’assenza di chimica e di invadenti tecnicismi,
rende giustizia al tempo e alla pazienza.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Mantignano 2009 Sangiovese IGP Forlì
Badia Raustignolo 2007 Sangiovese
IGP Forlì
Morana 2010 Sangiovese IGP Forlì
Le Campore 2010 Bianco
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
125
ROMAGNA
Il Teatro
Via Anconetano, 10
48018 Faenza (RA)
Zona di produzione:
Vicolo Casette, Fognano di Brisighella (RA)
Via Monte Trebbio 17, 47015 - Modigliana (FC)
Tel. 335 1358688
[email protected]
www.facebook.com/ilteatrolaboratoriodivino
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati:
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Luca Monduzzi
2012
Marco Gallegati
1
1.700 bottiglie
Sangiovese, Albana, Trebbiano
L’Azienda Agricola “IL TEATRO” nasce come rappresentazione plastica della passione per i vitigni
autoctoni romagnoli, finalizzata a dare la propria chiave di lettura della vite in Romagna. L’azienda
si svolge in più aree territoriali: l’albana (ATTOI) viene coltivata in un piccolo ronco a 230 mt nei
pressi di Fognano di Brisighella, il sangiovese ATTO II invece è frutto della gestione di una vigna a
180 mt presso “Strada Casale” di Brisighella. Dalla vendemmia 2014, produrremo un’altra visione
di Sangiovese, gestendo una vigna a 350 mt presso Modigliana, località Monte Trebbio.
Vino 1
Vino 2
Atto II Sangiovese di Romagna
Superiore DOC 2013
Atto II (in legno) Sangiovese di Romagna
Brisighella DOC 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
126
EMILIA
Az. Agr. La Battagliola
Via Castiglione, 113
40136 Bologna (BO)
Zona di produzione:
Via Muzzacorona, 118
41013 Piumazzo (MO)
Tel. 051 0929016
[email protected]
www. labattagliola.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vino 1
Vino 2
Dott. Alberto Salvadori
2000
18
50.000 bottiglie
Grasparossa
15 Lambrusco Grasparossa di
Castelvetro DOC 2013
30 Lambrusco Grasparossa dell’Emilia
IGP 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
127
ROMAGNA
La Casetta dei Frati
Via dei Frati, 8
47015 Modigliana (FC)
Tel. 0546 940628
348 2200167
[email protected]
www.casettadeifrati.com
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Maria Adele Ubaldi
1970
Francesco Bordini
9
12.000 bottiglie
Chardonnay, Trebbiano, Merlot,
Sangiovese, Cabernet Sauvignon
I frawines: i vini della Casetta dei Frati – Sapidi e minerali, il carattere delle antiche marne d’altura
dei vigneti di proprietà, tutti ammessi alla DOC; tutti micro-vinificati a partire dal “cru”, solo uve
della stessa varietà coltivate nello stesso vigneto, a rendere conto del terroir, varietà, annata.
I bianchi, imbottigliati con tappo “Stelvin”® in atmosfera controllata (elio), per preservarne
l’aroma caratteristico e l’ottima freschezza originale. Con un Brut sorprendente, a partire dallo
Chardonnay Musqué, qui splendidamente ambientato dall’agronomo Remigio Bordini.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Fracanto™ Brut Forlì Bianco IGT Vino
Spumante di Qualità 2012
Fravento® Colli Romagna Centrale
Bianco DOC 2011
Fratempo™ Romagna Sangiovese Riserva
Modigliana DOC 2011 in purezza
Framonte® Sangiovese di Romagna
DOC 2009 in purezza
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
128
COLLI BOLOGNESI
La Marmocchia
Via S. Apollinare, 2785/A
Loc. Castello di Serravalle - Valsamoggia (BO)
Zona di produzione:
Colli Bolognesi, Via Abbazia
Loc. Monteveglio, Valsamoggia (BO)
Tel. 320 6650392
[email protected]
www.lamarmocchia.com
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Alberto Montaguti
1884
Giovanni Fraulini
14
40.000 bottiglie
Pignoletto 7 ha, Barbera 2 ha,
Cabernet, Sauvignon, Chardonnay
Ricevuto Eccellenza Guida AIS con Pignoletto Superiore Doc Colli Bolognesi annate 2011 e 2013
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Pignoletto Frizzante DOC Colli
Bolognesi 2013
Pignoletto Superiore DOC Colli
Bolognesi 2013
Pignoletto Spumante Brut DOC Colli
Bolognesi 2013
Rosso Bologna DOC Colli Bolognesi
2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
129
ROMAGNA
La Pistona
Corso Diaz, 36
47121 Forlì (FC)
Zona di produzione
Via Lago, 4 - Modigliana (FC)
Via Lollini, 93 - Montebelluna (TV)
Tel. 348 5314787
[email protected]
www.lapistona.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Fabio De Nadai
2000
Francesco Bordini
10
20.000 bottiglie
Sangiovese, Cabernet Sauvignon,
Merlot, Ciliegiolo, Chardonnay,
Trebbiano, Glera (Prosecco)
L’azienda possiede e conduce due tenute, entrambe poste ad altitudini tra i 300 ed i 450 metri,
una in Romagna a Modigliana (FC) ed una in Veneto a Montebelluna (TV)
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Fabius Sangiovese Riserva DOC Colli di
Faenza 2010
Ruggi Rosso DOC Colli di Faenza 2010
Sofi Bianco DOC Colli di Faenza 2013
Prosecco Superiore DOCG Asolo
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
130
EMILIA
La Rizzola
Az. Agr. Anna De Matteis
Via Mazzini, 5
40012 Calderara di Reno (BO)
Tel. 393 9070178 (Lorenzo)
345 4711403 (Laura)
[email protected]
www.larizzolavini.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Lorenzo Angelici, Anna De Matteis
1985
Enzo Mattarei
11
40.000 bottiglie
Reno Pignoletto 5 ha, Reno Montuni
2 ha, Lambrusco 1 ha, Merlot 1 ha,
Trebbiano, Albana, Riesling, Ancellotta
St. Helena Lambrusco dell’Emilia IGT
2013
Noah vino rosso Merlot barricato 2012
Numa Reno Pignoletto Spumante Brut
2013
Reno Pignoletto DOC Frizzante 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
131
ROMAGNA
La Sabbiona
Via di Oriolo, 10
48018 Faenza (RA)
Tel. 0546 642142
[email protected]
www.lasabbiona.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Altini Mauro
1970
Ivano Emiliani
15
50.000 bottiglie
Trebbiano, Albana, Malvasia, Famoso,
Sangiovese, Centesimino, Syrah
L’Azienda vitivinicola e Agrituristica La Sabbiona è situata in posizione panoramica sulle
splendide colline che circondano l’antica Torre di Oriolo dei Fichi, nel cuore della Romagna, a
pochi chilometri da Faenza. L’azienda dispone di 28 ettari di terreno, 15 sono destinati ai vigneti.
In questo territorio ricco di arte e di storia,la famiglia Altini desidera conservare gli antichi
sapori e tradizioni , offrendo ospitalità in un’antica dimora rurale, ristrutturata in armonia
con il passato e i confort del presente. L’amore per il vino ci ha portato a sviluppare l’attività
vitivinicola, ricercando la genuinità e la qualità del prodotto. Con la selezione manuale delle uve
alla raccolta, si ottengono vini di prima qualità D.O.C. e I.G.T. tipici della Romagna. La nostra
attenzione è rivolta alla salvaguardia di antiche varietà di vigneti autoctoni come il vitigno rosso
“Centesimino” e il vitigno bianco ”Famoso”.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Divo Famoso Spumante Extra Dry 2013
Alba della Torre Romagna Albana
DOCG Secco 2012
Rosso della Torre Romagna Sangiovese
DOC Superiore 2013
Centesimino Centesimino IGT Ravenna
2012
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
132
COLLI PIACENTINI
La Stoppa
Stoppa, 220
29029 Rivergaro (PC)
Tel. 0523 958159
[email protected]
www.lastoppa.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Elena Pantaleoni
1973
Giulio Armani
30
150.000 bottiglie
Barbera, Bonarda,
Malvasia di Candia Aromatica, Ortrugo,
Trebbiano
Trebbiolo Rosso IGT Emilia Rosso 2013
Ageno IGT Emilia Bianco 2010
Macchiona IGT Emilia Rosso 2009
Barbera della Stoppa IGT Emilia
Barbera 2006
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
133
ROMAGNA
Le Rocche Malatestiane
Via Emilia, 104
47921 Rimini (RN)
Tel. 0541 743079
[email protected]
[email protected]
www.lerocchemalatestiane.com
Responsabile/i
Gianluca Salini (commerciale)
Elena Piva (comunicazione e relazioni esterne)
Anno di fondazione
1959
Enologo
Enrico Salvatori, Francesco Bordini
Ettari vitati
800
Produzione annua
800.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda Sangiovese, Merlot, Cabernet
Sauvignon, Rebola, Chardonnay,
Pagadebit
Dal 1959 i vini de Le Rocche Malatestiane sono prodotti da 500 viticoltori che coltivano direttamente 800 ettari
di vigneto distribuiti sulle colline della Provincia di Rimini, dall’alta Val Marecchia fino all’entroterra di Cattolica.
Il rilancio del marchio Le Rocche Malatestiane arriva nel 2011 e riparte dall’identità del nostro vino che è
popolare e territoriale e dalla valorizzazione del vitigno Sangiovese che maggiormente ci contraddistingue
poiché rappresenta oltre il 70% delle nostre produzioni totali. Nasce così il progetto “Territori del Sangiovese
riminese” con l’idea di dar voce alle tre zone di produzione identificate per omogeneità, progetto che
modifica anche l’approccio in vigna ed in cantina verso un’interpretazione del Sangiovese più rispettosa
delle caratteristiche del vitigno e del territorio di provenienza. Alla produzione di Sangiovese si affiancano
produzioni da vitigni autoctoni come Rebola, Pagadebit e Biancame e da vitigni internazionali come Merlot,
Cabernet Sauvignon e Chardonnay che hanno trovato nel territorio riminese una loro positiva espressione.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
NOTE
134
I diavoli Romagna DOC Sangiovese
Superiore 2013
Sigismondo Romagna DOC Sangiovese
Superiore 2013
Mons Jovis 2011 Colli di Rimini DOC
Sangiovese 2011
Larus 2013 Colli di Rimini DOC Rebola 2013
ROMAGNA
Leone Conti
Via Pozzo, 1
48018 Faenza (RA)
Tel. 0546 642149
[email protected]
www.leoneconti.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Leone e Gianfrancesco Conti
1989
Giancarlo e David Soverchia
17
80.000 bottiglie
Albana, Sangiovese, Famoso,
Centesimino, Ruggine, Termarina,
Trebbiano, Chardonnay, Sauvignon
Blanc, Merlot
Romagna Albana DOCG Secco
Progetto 1 2013
Ravenna Famoso IGT LeOne 2011
Ravenna Rosso IGT Arcolaio 2011
Romagna Sangiovese DOC Superiore
Never Walk Alone 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
135
EMILIA
Lini Oreste e Figli
Via Vecchia Canolo, 7
Correggio (RE)
Tel. 0522 690162
[email protected]
www.lini910.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Alberto Lini, Alicia Lini
1910
Fabio Lini, Massimo Lini
25
400.000 bottiglie
Lambrusco Salamino
Metodo Classico Bianco Millesimato
2009
Metodo Classico Rosè Millesimato
2009
Gran Cuvee’ di Lambrusco Metodo
Tradizionale 2009/2010
Lambrusco Scuro Lini 910 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
136
COLLI PIACENTINI
Azienda Vitivinicola
Lusenti S. S. Az. Agr.
Località Casa Piccioni, 57
Tel. 0523 868479
[email protected]
www.lusentivini.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Lodovica Lusenti
1961
17
100.000 bottiglie
Bonarda, Barbera,Ortrugo, Malvasia Di
Candia Aromatica, Pinot Nero
Conduco l’azienda dall’inizio degli anni ’90 ereditata dai miei genitori da sempre contadini
viticoltori. L’ azienda si trova in Val Tidone in provincia di Piacenza e si estende per 17 ettari tutti a
vigneto, allevati a Guyot, a un’altezza che varia dai 250 m. ai 300 m. slm.
Coltivo principalmente solo vitigni autoctoni o del territorio, Bonarda, Barbera, Malvasia di Candia
Aromatica, Ortrugo e Pinot Nero.
L’impostazione a carattere familiare dell’azienda permette di seguire personalmente tutte le fasi
di lavorazione sia nel vigneto che in cantina, cercando di rispettare al massimo il ciclo naturale
dell’ambiente e del vino. I miei vini sono il risultato delle mani e della nostra terra, diversi da
annata ad annata segno di lavorazioni tradizionali e del rispetto di ciò che la natura ci da. I vigneti
e l’azienda sono certificati biologici.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
C.P. Malvasia DOC Frizzante Emiliana
2013
C.P. Pinot Nero DOC Frizzante Fiocco di
Rose 2013
Spumante di Qualità Brut Rosè Metodo
Classico 2010
C.P. Bonarda DOC La Picciona 2008
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
137
EMILIA
Lusvardi
Via Canale per Reggio, 2
Tel. 0522 646516
[email protected]
www.lusvardi.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Rita Covezzi
2008
Federico Giotto
3,2
35.000 bottiglie
Lambrusco Salamino,
Lambrusco Grasparossa
FOLLOW ME/SEGUIMI è il concetto che sintetizza la nostra filosofia aziendale, che si ritrova in
ogni fase di produzione dei nostri vini: nessuna forzatura, nessuna correzione massima attenzione
a preservare le caratteristiche dei nostri vitigni e della nostra terra da cui traggono personalità.
Certificazione BIO (ICEA) IT ICA H2594.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Lusvardi Brut Vino Spumante 2013
Lusvardi Brut Rosè Vino Spumante
2013
Grato Vino Frizzante col fondo Emilia
IGT 2012
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
138
ROMAGNA
Az. Agr. Giovanna Madonia
Via De’ Cappuccini, 130
47032 Bertinoro (FC)
Tel. 333 4310441 - 346 9552666
[email protected]
www.giovannamadonia.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Giovanna Madonia
1992
Attilio Pagli e Leonardo Conti
12
60.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda Sangiovese 8 ha, Merlot 2 ha,
Albana 1,5 ha, Cabernet 0,50 ha
Vino 1
Tenentino Forlì Sangiovese IGT 2012
Vino 2
Fermavento Romagna DOC Sangiovese
Superiore 2012
Vino 3
Ombroso Sangiovese di Romagna DOC
Superiore Riserva 2009
Vino 4
Barlùme Colli Romagna Centrale DOC
Rosso Riserva 2012
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
139
COLLI BOLOGNESI
Manaresi
Via Bertoloni, 14/16
40069 Zola Predosa (BO)
Tel. 051 751491
335 7442080 - 335 8032189
[email protected]
www.manaresi.net
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Donatella Agostoni Manaresi
2009
Emiliano Falsini
11
40.000 bottiglie
Pignoletto 4,5 ha, Cabernet Sauv. 2,5,
Sauvignon blanc 1, Merlot 1,
Barbera 1,5 Chardonnay 0,5
La cantina Manaresi domina dall’alto i suoi vigneti, radialmente disposti, con vista su Bologna e tutta
la pianura, fino a Modena e alle Alpi nei giorni limpidi. I suoli sono tipicamente ‘rossi’, argillosi con
vene ghiaiose, e vantano una documentata vocazione millenaria per la viticoltura. L’azienda è dedicata
a Paolo Manaresi (1908-1991), pittore e incisore del Novecento, nonno materno di Donatella Agostoni,
che la conduce personalmente con Fabio Bottonelli nel rispetto del terroir e con la ricerca costante di
equilibrio ed eleganza: “Fare vino per noi è fare (buona) agricoltura: ci mettiamo la faccia e le mani”. La
cantina, dotata di tecnologie di ultima generazione che rispettano l’uva, è interrata sotto una casa rurale
ristrutturata, con una parte originaria del primo novecento conservata inalterata. I vini sono prodotti
esclusivamente con uve di proprietà raccolte a mano in cassetta con una filosofia agricola rigidamente
a basso impatto e un approccio enologico attento, ma non invasivo.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Colli Bolognesi DOC Pignoletto
Frizzante 2013
Colli Bolognesi DOCG Classico
Pignoletto 2013
Colli Bolognesi DOC Merlot 2013
Colli Bolognesi DOC Rosso Bologna
Controluce 2011
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
140
EMILIA
Az. Agr. Manicardi
Via Massaroni 1
41014 Castelvetro (MO)
Tel. 059 799000
[email protected]
www.manicardi.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Maria Livia Manicardi
1980
Valerio Macchioni
20
100.000 bottiglie
Lambrusco Grasparossa di
Castelvetro 14 Ha, Pignoletto Emilia 2 Ha
La nostra azienda nasce nel 1980 con Enzo padre di Maria Livia, attuale proprietaria, che decide di
portare avanti una passione personale per il mondo del vino che si trasforma, nel corso degli anni, in
una ricerca sempre più approfondita della qualità di produzione. Dai primi pochi ettari inziali, siamo
arrivati ad un’azienda strutturata su 35 ettari, ma che conserva ancora oggi un carattere tradizionale
ed un forte legame con quella che si può, a ben ragione, definire una realtà familiare. La Manicardi,
oggi, si estende sulle prime colline modenesi, su un’altitudine media tra i 250 ed i 300 metri, con un
terreno ad impasto medio con presenza di argilla. Il clima si caratterizza per avere buone escursioni
termiche in periodo vendemmiale. Il corpo aziendale è caratterizzato da diverse singole vigne, tra cui
spicca il cru Vigna del Fiore. Pur mantenendo un forte legame con la tradizione produttiva della zona
e della tipologia Lambrusco, cerchiamo di stare sempre attenti all’innovazione con l’obiettivo di avere
vini di qualità. Ci piace anche sottolineare la nostra produzione di aceto balsamico tradizionale che
realizziamo nella tipologia affinato ed extravecchio.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Lambrusco Grasp. di Castelvetro DOC
Vigna Ca’ Del Fiore 2013
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro
DOC Secco 2013
Spumante Rosè Brut Fabula 2013
Pignoletto dell’Emilia 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
141
BOSCO ELICEO
Mattarelli Vini
Via Rondona 23/B
44018 Vigarano Pieve (FE)
Tel. 0532 43123
[email protected]
www.mattarelli-vini.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Produzione annua
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Umberto Mattarelli
1964
Enzo Mattarei
350.000 bottiglie
Rosa X Emy Spumante Rosato 2013
Bosco Eliceo Fortana Frizzante DOC
2013
Bosco Eliceo Bianco Frizzante DOC
2013
Baba Fortana Emilia IGT 2011
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
142
EMILIA
Medici Ermete & Figli
Via Newton 13/A - Gaida
42124 Reggio Emilia (RE)
Tel. 0522 942135
[email protected]
www.medici.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Giorgio Medici
1961
75
800.000 bottiglie
Ancellotta, Lambrusco Marani,
Lambrusco salamino, Malbo Gentile,
Malvasia di Candia
Reggiano DOC Lambrusco secco
Concerto 100% Lambrusco Salamino 2013
Reggiano DOC rosso secco Assolo 55%
Ancellotta e 45% Lambrusco salamino 2013
Reggiano DOC Lambrusco secco
Quercioli Lambrusco Salamino e
Lambrusco Marani 2013
Malvasia DOC Colli Scandiano e
Canossa secco 100% Malvasia
Aromatica di Candia 2013
NOTE
143
ROMAGNA
Merlotta Soc. Agr.
di Minzolini Paolo & C.
Via V. Gemito 12, Bologna
Zona di produzione:
Via Merlotta, 1 - Imola (Bo)
Tel. 051 540502 - 349 8237664
[email protected]
www.merlotta.com
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Minzolini Marco
1962
Minzolini Fabio
45
400.000 bottiglie
Albana, Pignoletto, Trebbiano,
Chardonnay, Pinot Bianco, Sangiovese,
Merlot, Cabernet S., Cabernet F., Pinot Nero
La Merlotta ha raggiunto da pochi anni l’importante traguardo del mezzo secolo d’attività.
Oggi come allora, la proprietà è animata dalla stessa passione e dagli stessi ideali di genuinità
contadina. Per segnare questa importante ricorrenza è nato il progetto di due vini di grande classe e
struttura, tipicamente autoctoni, dedicati ai Fondatori. Oggi queste selezioni di Albana e di Sangiovese
sono i vini che meglio rispettano le tradizioni del nostro territorio e trasmettono la passione con cui abili
mani, della stessa famiglia, li lavorano da generazioni.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Fondatori GP Romagna Albana DOCG
Secco 2013
Fondatori PG Romagna DOC Sangiovese
Superiore Riserva 2011
Opus Aureum Chardonnay DOC Colli
d’Imola Maturato in Rovere 2013
Opus Rubens Cabernet Sauvignon DOC
Colli d’Imola 2011
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
144
ROMAGNA
Noelia Ricci
Società Agricola
Via Pandolfa, 35
47016 Fiumana Predappio
Tel. 0543 940073 - Fax 0543 940909
[email protected]
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vino 1
Vino 2
Paola Piscopo, Francesco Guazzugli Marini
1941
Francesco Bordini
5
39.000 bottiglie
Sangiovese
Il Sangiovese Noelia Ricci Sangiovese
Superiore Romagna 2013
Godenza Noelia Ricci Sangiovese
Superiore Romagna Cru 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
145
COLLI BOLOGNESI
Nugareto
Soc. Agr. Vinicola
Via Ubaldo Poli, 4
40069 Zola Predosa (BO)
Zona di produzione:
Via Nugareto, 6 - 40037 Sasso Marconi (BO)
Tel. 051 3515111
[email protected]
www.nugareto.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
NOTE
146
Mauro Masi
2011
Salvatore Maule
13
30.000 bottiglie
Pignoletto 4,50 ha, Sauvignon Blanc
2,60 ha, Cabernet Franc 1,70 ha,
Cabernet Sauvignon 1,20 ha, Pinot
Bianco 0,80 ha, Merlot 0,80 ha,
Chardonnay 0,70 ha
Giullare Pignoletto Frizzante 2013
Canto Bianco Bologna 2013
Monello Rosso Bologna 2013
Petroniano Bologna Spumante 2013
EMILIA
Opera02
di Ca’ Montanari
Via Medusia, 32
41014 Levizzano di Castelvetro (MO)
Tel. 059 741019
[email protected]
www.opera02.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Mattia Montanari
2002
Enzo Mattarei
21
80.000 bottiglie
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro
e Salamino, Malbo Gentile, Trebbiano,
Fiano, Moscato
Produzione Biologica Certificata ICEA. Produzione di ABTM - Agriturismo e camere
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro
Opera Pura Brut 2013
Malbo Gentile Rosso Emilia IGP Secco
2012
Lambrusco di Modena Opera02 Secco
2013
Lambrusco di Modena OperaRosa
Spumante Brut Rosé 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
147
COLLI BOLOGNESI
Orsi Vigneto San Vito
Via Monte Rodano, 8
Tel. 051 964521
[email protected]
www.vignetosanvito.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Federico Orsi
2005
Federico Ecchia
40.000 bottiglie
Pignoletto, Barbera,
Cabernet Sauvignon
Pignoletto sui lieviti IGT 2013
Posca Bianca
Posca Rossa
Martignone 2011
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
148
ROMAGNA
Palazzona di Maggio
Via Panzacchi, 16
40064 Ozzano Dell’Emilia
Tel. 335 397030
[email protected]
www.palazzonadimaggio.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Federico Perdisa, Antonella Breschi Perdisa
1960
Aroldo Bellelli, Federico Curtaz
15,50
40.000 bottiglie
Merlot, Cabernet Franc, Sangiovese di
Romagna ,Chardonnay, Petit Verdot
I vigneti della tenuta sono ubicati in media collina, tra i 60 e i 110 m.s.l, magnificamente esposti
e coltivati in terreni a medio impasto, condizioni ideali per l’ottenimento di uve di elevata qualità.
Gli impianti sono ad alta densità con 5.500 piante per ettaro e il sistema di allevamento è a cordone
speronato. Le principali varietà coltivate sono Merlot, Cabernet Franc, Petit Verdot, Sangiovese. Per
i bianchi, Chardonnay. La superficie a vite è di 15,50 ettari su di un totale di 63 ettari della tenuta.
L’attenta pratica agronomica completa la vocazionalità del sito. A partire dalla potatura invernale tutte
le operazioni che seguono come spollonatura, palizzatura, cimatura, sfogliatura e diradamento, sono
scrupolosamente eseguite con l’unico obbiettivo di ottenere uve mature e perfettamente integre dal
punto di vista sanitario. Anche la difesa antiparassitaria viene eseguita secondo le norme restrittive di
lotta integrata E’ dopo un’attenta valutazione visiva, gustativa e analitica (zuccheri e acidità) delle uve
che le stesse vengono raccolte in piccole cassette e portate immediatamente in cantina dove avviene
un’ulteriore selezione prima della pigiatura.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Dracone Colli di Imola 2009
Dracone Riserva Colli di Imola 2008
Ulziano Sangiovese di Romagna
Superiore 2011
Maleto Chardonnay 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
149
EMILIA
Paltrinieri Gianfranco
Via Cristo 49
41030 Sorbara (MO)
Tel. 059 902047
[email protected]
www.cantinapaltrinieri.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Alberto Paltrinieri
1926
Attilio Pagli e Leonardo Conti
15
90.000 bottiglie
Lambrusco di Sorbara DOC 13 ha
Lambrusco Salamino 3 ha, Trebbiano 1 ha
Azienda agricola a conduzione familiare che da tre genezioni produce lambrusco di sorbara doc nella
sua massima tipicita’ e tradizione, occupandosi di tutto il ciclo produttivo
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Leclisse Lambrusco di Sorbara DOC
2013
Radice Lambrusco di Sorbara DOC
rifermentato in bottiglia 2013
Sant’Agata Lambrusco di Sorbara DOC
2013
Greto Lambrusco di Modena DOC
Salamino 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
150
ROMAGNA
Podere La Berta
Via Berta, 13
48013 Brisighella (RA)
Tel. 0546 84998 - 335 7681610
[email protected]
www.poderelaberta.com
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Giovanni, Nicolò e Domenico Poggiali
2009
Dr. Franco Bernabei
15
55.000 bottiglie
Sangiovese, Trebbiano, Albana, Malvasia
Romagna Sangiovese DOC 2013
Romagna Sangiovese Superiore DOC 2011
Romagna Sangiovese Superiore
Riserva DOC 2010
Romagna Albana DOCG 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
151
COLLI BOLOGNESI
Podere Riosto
Via di Riosto, 12
40065 Pianoro (BO)
Tel. 051 777109
[email protected]
www.podereriosto.it
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
1950
Mariano Pancot
16
80.000 bottiglie
Pignoletto 5,41 ha, Sauvignon 2,06 ha,
Chardonnay 0,96 ha, Barbera 2,72 ha,
Cabernet 2,70 ha, Merlot 1,34 ha,
Vite Fantini 0,66 ha
Pignoletto Frizzante DOC Colli
Bolognesi 2013
Bianco Bologna DOC Colli Bolognesi
2013
Rosso Bologna DOC Colli Bolognesi
2013
Pignoletto Spumante Brut DOC Colli
Bolognesi 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
152
ROMAGNA
Poderi dal Nespoli
Villa Rossi, 50 - Nespoli
47012 Civitella di Romagna (FC)
Tel. 0543 989911
[email protected]
www.poderidalnespoli.com
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Fabio Ravaioli [email protected]
1929
Scipione Giuliani
130
900.000 bottiglie
Sangiovese, Pinot bianco, Albana,
Merlot, Cabernet, Bombino, Chardonnay
Romagna DOC Sangiovese Superiore
Riserva Il Nespoli 2011
Romagna DOC Sangiovese Superiore
Prugneto 2013
Rubicone IGT Pinot Bianco Dogheria 2013
Romagna DOC Pagadebit 2013
NOTE
153
ROMAGNA
Poderi Morini
Az. Agr. Alessandro Morini
Via Gesuita 4/B
48018 Faenza (RA)
Tel. 0546 638172
[email protected]
www.poderimorini.com
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Alessandro Morini
1998
Maurizio Castelli, Sergio Ragazzini
35
100.000 bottiglie
Sangiovese, Centesimino, Albana,
Longanesi, Sauvignon Blanc, Chardonnay
Romagna Sangiovese DOC Superiore
Morale 2013
Romagna Albana DOCG Secco Sette
Note 2012
Ravenna Centesimino IGT Savignone 2013
Spumante Brut Rose’ Morose’
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
154
ROMAGNA
Randi
Via San Savino, 113
Fusignano (RA)
Tel. 349 46840911
[email protected]
www.randivini.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Randi Massimo
1951
Sergio Ragazzini
40
50.000 bottiglie
Famoso, Longanesi, Malbo Gentile,
Pinot Bianco, Chardonnay, Trebbiano
Rambela 2013
Burson Rosato Brut 2013
Burson Et. Nera 2009
Burson Et. Blu 2011
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
155
ROMAGNA
San Valentino
Az. Agr. Biodinamica
Via Tomasetta, 13
47923 Rimini (RN)
Tel. 335 370477
[email protected]
www.vinisanvalentino.com
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
NOTE
156
Roberto Mascarin
1990
Benoit De Coster
20
120.000 bottiglie
Sangiovese, Syrah, Montepulciano,
Trebbiano, Rebola, Chardonnay
Terra di Covignano Romagna
Sangiovese Superiore Riserva 2011
Scabi Romagna Sangiovese Superiore
2012
Vivian Rosso IGT Rubicone Sangiovese
Syrah Montepulciano 2011
Mascarin Rosso IGT Rubicone Syrah 2011
MARCHE
Sergio Rossi
Az. Vitivinicola di Mardari Galina
Via Zongo, 9
61121 Pesaro (PU)
Zona di produzione:
Via del Boncio 77/1 - 61122 Pesaro (PU)
Tel. 339 5312093
[email protected]
www.fossodeironchi.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vino 1
Vino 2
Galina Mardari
2008
Francesco Bordini
3
10.000 bottiglie
Pinot Nero
Pinot Nero Focara Riserva
Fosso dei Ronchi Costa del Picchio 2012
Pinot Nero Focara Riserva
Fosso dei Ronchi Costa del Riccio 2012
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
157
ROMAGNA
Spinetta
Via Pozzo, 26 - Santa Lucia
48018 Faenza (RA)
Tel. 0546 642037
338 2277013 - 340 5363293
[email protected]
www.spinetta.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Luciano Monti
1992
Sergio Ragazzini
23
50.000 bottiglie
Albana, Trebbiano, Chardonnay,
Sauvignon Blanc, Sangiovese, Uva
Longanesi, Centesimino, Cagnina,
Cabernet Sauvignon, ecc...
Burson Ravenna Rosso IGT 100% Uva
Longanesi 2008
Cuordileone Romagna Sangiovese DOP
Superiore 100% Sangiovese 2012
Regina Vino Spumante di Qualità 100%
da uva Famoso
Centesimino Ravenna Rosso IGP 100%
Centesimino 2012
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
158
COLLI BOLOGNESI
Tenuta Bonzara
Via San Chierlo 37/A
40050 Monte San Pietro (BO)
Tel. 051 6768324
[email protected]
www.bonzara.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Famiglia Lambertini
1963
Walter Iannini
15
70.000 bottiglie
Pignoletto, Sauvignon, Merlot,
Cabernet Sauvignon
L’azienda, fondata 50 anni fa da Angelo Lambertini, si caratterizza per una produzione di qualità con
particolare attenzione ai vitigni autoctoni. Si trova in posizione panoramica a 500 m. s.l.m. a 25 km. da
Bologna
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Il Colli Bolognesi Rosso Bologna DOC
2013
Bonzarone Colli Bolognesi Cabernet
Sauvignon DOC 2009
Vigna Antica Colli Bolognesi Pignoletto
Classico DOCG 2013
Angelo Lambertini Brut Colli Bolognesi
Pignoletto Spumante DOC 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
159
COLLI BOLOGNESI
Tenuta Folesano
Via San Silvestro, 17 - Loc. Panico
40043 Marzabotto (BO)
Tel./Fax 051 932204
338 8952014
www.folesano.it
[email protected]
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Andrea Berti
1959
Carla Cavara, Andrea Berti
7,2
30.000 bottiglie
Merlot 1,5 ha,
Sangiovese 1,6 ha, Albana 1 ha,
Cabernet Sauvignon 1 ha, Sauvignon 0,9 ha,
Barbera 0,7 ha
Guidesco Colli Bolognesi Merlot DOC 2011
Folesano Sangiovese Emilia IGP
Biologico 2013
Gariete Albana Emilia IGP Biologico 2013
Maghinardo Spumante Brut Rosè
Biodinamico
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
160
ROMAGNA
Tenuta La Viola
Az. Agr. Gabellini di Serra Lidia
Via Colombarone, 888
47032 Bertinoro (FC)
Tel. 0543 445496
[email protected]
www.tenutalaviola.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Stefano Gabellini
1998
Giuseppe Caviola
7
47.000 bottiglie ca.
Romagna Sangiovese,
Cabernet Sauvignon, Merlot
Romagna Sangiovese Sup. DOC
Oddone 2013
Romagna Sangiovese Sup. DOC
Il Colombarone 2012
Sangiovese di Romagna Sup. DOC
Riserva P. Honorii 2010
Forlì Rosso IGT Vigna 25 2011
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
161
ROMAGNA
Tenuta
Biodinamica Mara
Via Cà Bacchino, 1665
San Clemente (RN)
Tel. 0541 988870 - 328 2196982
[email protected]
www.tenutamara.com
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Leonardo Pironi
2007
Leonardo Pironi
7
35.000 bottiglie
Sangiovese 7 ha
Dalla passione per il vino di Giordano Emendatori, nel 2010, dopo cinque lunghi anni di attesa, sulle colline
dell’entroterra romagnolo,a San Clemente, Rimini, nasce ‘Maramia’, il primo vino Biodinamico prodotto in
Provincia di Rimini. L’Agricoltura Biodinamica è un modo di pensare e di coltivare la terra,eticamente rispettosa
dell’ambiente e del lavoro, capace di produrre cibi che nutrono tutto l’essere umano, non solo la sua componente
fisica, il tutto senza utilizzo di alcuna sostanza chimica, concimi, diserbanti, fitofarmaci comunemente usati nella
viticultura convenzionale. Alla Tenuta Mara si produce solo un vino, il Sangiovese, che è il vitigno tipico della zona.
Assaporandolo si sente solo il sapore dell’uva trasformata in vino. La Tenuta Biodinamica Mara è una distesa di
sette ettari di vitigno su un terreno in pendenza ed esposto al dolce sole della Romagna; è stata improntata ai
principi della biodinamica, che si sono voluti abbracciare e fare propri integralmente, a partire dalla scelta del
giusto orientamento per la messa a dimora delle viti. Infine, alla Tenuta Mara si utilizza la pratica agronomica
del sovescio consistente nell’interramento di apposite colture allo scopo di mantenere ed aumentare la fertilità
del terreno: si introducono nel campo piante in grado di curare la terra ed aumentare la biodiversità; si semina
per produrre nel terreno, oltre ad un’azione energetica, anche un’azione fisica, meccanica da parte delle piante
seminate.Ma non è tutto… Alla Tenuta Biodinamica Mara le viti crescono accompagnate dalla musica classica:
archi, fiati e accordi musicali si diffondono nell’aria e abbracciano le piante che prosperano tra le armonie di
Mozart, come in una sconfinata sala da concerto. Le armonie seguono il processo di trasformazione dell’uva
in vino fino alla cantina, dove risuonano i canti gregoriani, in un’atmosfera di assoluta pace e meditazione.
Passeggiando per la Tenuta l’orecchio è coccolato anche dal canto di numerosi uccelli che rivestono un ruolo
fondamentale per preservare l’equilibrio biologico dell’ecosistema agrario. In più la loro nidificazione è un valido
indicatore della salute e della biodiversità dell’habitat. Per questo sono state posizionate 400 cassette nido per
uccelli, 46 cassette rifugio per i pipistrelli e 5 pareti nido per gli insetti. Un bel modo di fare pace col pianeta. Un
motivo in più per visitare la Tenuta Biodinamica Mara e intrattenersi con i suoi meravigliosi abitanti…
Vino 1
Maramia 2012
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
162
ROMAGNA
Tenuta Masselina
Via Pozze, 1030
48014 Castelbolognese (RA)
Tel. 338 6314075
[email protected]
www.masselina.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Andrea Celletti
2007
17
40.000 bottiglie
Sangiovese, Albana, Trebbiano,
Chardonnay, Pignoletto,
Cabernet Sauvignon
Vino 1
Vino 2
Romagna Albana DOCG Secco 2012
Vino Spumante Brut Metodo Classico
2010
Romagna DOC Sangiovese Superiore
2013
Sangiovese di Romagna DOC Riserva
2010
Vino 3
Vino 4
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
163
ROMAGNA
Tenuta Nero del Bufalo
Via Canalazzo, 1
48020 S. Agata sul Santerno (Ra)
Tel. 348 3368674
[email protected]
www.nerodelbufalo.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vino 1
Vino 2
Turi Giuseppe
1996
Francesco Bordini
5
10.000 bottiglie
Merlot, Trebbiano, Cabernet
Nero del bufalo 2011
Bolle del bufalo 2012
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
164
ROMAGNA
Tenuta Pennita
Via Pianello, 34
Loc. Terra del Sole
47011 Castrocaro Terme
Tel. 348 2333510
[email protected]
www.lapennita.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Gianluca Tumidei
1973
Franco Calini
37
45.000 bottiglie
Sangiovese, Merlot, Cabernet, Sirah,
Viognier, Albana, Moscato, Malvasia
La Pennita Sangiovese Sup. 4 Cru 2012
Terredelsol Sangiovese Riserva 2008
Rugiada Romagna Albana Secco 2013
Edmeo Forlì Rosso IGP 2008
Numero piante olivo
15.200
Produzione annua
45 q.li
Cultivar presenti in azienda: Correggiolo, Nostrana di
Brisighella, Ghiacciola
Olio 1
Monte Poggiolo Selezione Alina
Olio 2
Monte Poggiolo
Olio 3
Valdoleto
NOTE
165
COLLI PIACENTINI
Tenuta Pernice
Località Pernice di Castelnovo, 283
29011 Borgonovo Val Tidone (PC)
Tel. 0523 860050
[email protected]
www.tenutapernice.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Chiara Azzali
1988
Dottor Stefano Testa
42
300.000 bottiglie
Ortrugo 10 ha, Sauvignon 4,5 ha,
Chardonnay 3,5 ha, Malvasia 3 ha,
Barbera e Bonarda x Gutturnio 20 ha,
Cabernet Sauv. 1 ha
Vini doc dei colli piacentini in Val Tidone, esperienza e passione da più di 20 anni, controllo diretto di
tutta la filiera di produzione. L’azienda agricola Tenuta Pernice garantisce da sempre al consumatore
un prodotto salubre e di qualità, che nasce dalla tradizione e dalla cultura del territorio. Attenta alle
esigenze di mercato e alla salvaguardia ambientale, Tenuta Pernice opera in modo chiaro, trasparente
e documentabile. Dal 1996 a oggi Tenuta Penice si attiene al disciplinare di produzione integrata. Questo
disciplinare promuove una gestione sostenibile dei terreni agricoli, promuovendo la salvaguardia delle
risorse idriche, la tutela del suolo, la protezione e la valorizzazione della biodiversità e del paesaggio
agrario, il miglioramento della qualità dell’aria.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
NOTE
166
Gutturnio Frizzante DOC 2013
Gutturnio Superiore DOC 2013
Ortrugo Frizzante DOC 2013
Colli Piacentini Malvasia Frizzante DOC 2013
ROMAGNA
Tenuta Pertinello
Via Arpineto - Pertinello, 2
47010 Galeata (FC)
Tel. 0543 983156
[email protected]
www.tenutapertinello.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Mancini Moreno
2000
Moltard Fabrizio
11
50.000 bottiglie
Sangiovese, Albana
Con i suoi 35 ettari (11 a vigneto e oltre 14 ricoperti da bosco) la Tenuta Agricola Pertinello si estende
su un versante collinare che domina la Valle dell’Alto Bidente, a pochi chilometri di distanza dal parco
nazionale delle Foreste Casentinesi. Le vigne crescono ad altitudine di 300 metri su un terreno sassoso,
ricco di calcare e argilla, esposte a pieno sole a sud-sudest, costantemente ventilate e caratterizzate
climaticamente da elevate escursioni termiche e da scarsa piovosità. Queste peculiarità ambientali
rendono la vigna e l’uva sempre sane, senza necessità di particolari interventi fitosanitari. Per
elevare la qualità dell’uva, sono state scelte per le vigne nuove un impianto a cordone speronato in
parete verticale, con un elevato numero di ceppi (6.000 per ettaro) e con basse rese (non superiore ai
65 quintali per ettaro). La fermentazione è termocontrollata automaticamente in tini di acciaio inox a
pistoni per l’affondamento delle bucce a intervalli regolari. La maturazione del vino ha luogo invece
in una cantina di vecchi mattoni e pietra, completamente interrata e con una temperatura naturale
costante, compresa tra i 12° e i 15°, e un’umidità del 70-80 %. Il vino matura 18 mesi, prima in grosse
botti e successivamente in barriques di legno di rovere proveniente dalle foreste francesi di Allier. Prima
di essere etichettato e distribuito, riceve per oltre otto mesi un affinamento finale in bottiglia.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
DOC Colli della Romagna Centrale
Sangiovese Riserva Il Sasso 2008
DOC Colli della Romagna Centrale
Sangiovese Superiore Il Pertinello 2011
DOC Colli della Romagna Centrale
Sangiovese Il Bosco 2013
Vino Spumante di Qualità Extra Brut
Metodo Classico di Pertinello
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
167
ROMAGNA
Tenuta Piccolo-Brunelli
Strada San Zeno, 1
47010 Galeata (FC)
Zona di produzione: Predappio
Tel. 346 8020206
[email protected]
www.piccolobrunelli.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Pietro Piccolo Brunelli
1937
20
15.000 bottiglie
Sangiovese 15 ha, Merlot 2 ha,
Cabernet Sauvignon 2 ha, Syrah 1 ha
L’azienda affonda le sue antichissime origini nel XII secolo. La prima fonte scritta si ha in un documento
del 1371: ne la “Descriptio Romandiole” è citata “Villam Strate” la quale era al tempo un possedimento
dello Stato Pontificio; in quei anni era tenuta da Nicola degli Ubertini al costo di quattro Fumanterie
annue. Dal 1424 Villa Strada entrò nella sfera di influenza della repubblica fiorentina, prima, poi del
gran ducato di toscana fino al 1860. Nei primi anni del 1500 fu costruito il primo nucleo della villa vera
e propria avvolgendo al suo interno una torretta del 1150. Agli inizi del secolo scorso Dante Fiorentini la
acquistò insieme ai 33 poderi che costituivano la proprietà. L’attuale conduttore Pietro Piccolo-Brunelli
insieme ai fratelli Francesco e Maria Lidia rappresenta la quarta generazione: dopo Dante, la nonna
Lidia e il padre Francesco.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Pietro 1904 IGT Forlì Rosso 2008
Cesco 1936 Sangiovese di Romagna
Superiore 2009
Il Conte Pietro Sangiovese di Romagna
Superiore 2011
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
168
ROMAGNA
Tenuta Saiano
L’oasi di Montebello
Via Casone, 33
47825 Montebello di
Poggio Torriana (RN)
Tel. 0541 628505 - 628605
366 7862921
[email protected]
www.tenutasaiano.it
Responsabile/i
Cristina Maggioli, Ofelia Bartolucci,
Manuel Estacio (agronomo) vigneto e cantina
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
2006
Francesco Bordini
10
15.000 bottiglie
Sangiovese, Merlot, Cabernet, Rebola,
Grenage
Tenuta Saiano è immersa in un’oasi naturale di 60 ettari a Montebello di Torriana. Fondata nel 2003 da
Manilo maggioli. La particolare conformazione geologica dell’area di Torriana, con terreni sedimentari,
originate da marne gessose a un’altitudine di 400 metri sul livello del mare, caratterizzano fortemente
l’identità della nostra azienda. È un progetto che prende vita dall’amore per la Romagna. Tenuta Saiano
è un progetto di filiera certa e corta (dalla terra alla tavola) con il ristorante e la bottega de La Sangiovesa
a Santarcangelo di Romagna, della stessa proprietà. Dal 2012 abbiamo effettuato la conversione in
agricoltura biologica. L’oasi di tenuta Saiano è popolata da ricca flora e fauna spontanea. nell’azienda
agricola alleviamo allo stato brado pollame, pecore, agnelli e maiali. In mezzo ai boschi prendono vita i
vigneti. Vogliamo vedere l’espressione stilistica classica nei nostri vini, valorizzando l’identità di questo
luogo e delle nostre uve. Dal 2013 abbiamo cominciato a produrre, in serie limitata e numerata, vini
aromatizzati e liquori, su ricette di Baldo Baldini.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Gianciotto Romagna Sangiovese 2013
Saiano Rubicone Rosso IGT 2013
Rosanita Spumante Brut Rosè IGT
Rubicone 2013
Arrangiato vino aromatizzato a base di
vino Rosso Saiano IGT 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
169
COLLI BOLOGNESI
Tenuta Santa Cecilia
alla Croara
Az. Agr. Nicoletta Madrigali
Via Croara, 7/H
40068 San Lazzaro di Savena (BO)
Tel. 051 6251905
[email protected]
www.tenutasantaceciliacroara.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Nicoletta Madrigali
2007
Enzo Mattarei
5,5
10.000 bottiglie
Pignoletto 2,2 ha, Riesling Italico 1,0 ha,
Merlot 0,6 ha, Cabernet 0,8 ha,
Barbera 0,9 ha
Conduzione agricola e vinificazione biologica certificata. Allevamento Guyot e inerbimento naturale.
Zona di produzione Colli Bolognesi DOC e DOCG, altitudine circa 150 metri, composizione del
terreno Sabbia Gialla e Terra dei Gessi, resa di uva per ettaro 60-70 quintali, vendemmia manuale,
fermentazione in vasche d’acciaio.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Pignoletto Frizzante 2013
Barbera Frizzante 2011
Riesling 2011
Emily 2011
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
170
COLLI BOLOGNESI
Tenuta Santa Croce
Via Abè, 33
40050 Monteveglio (BO)
Tel. 051 6702069 - 340 8957468
[email protected]
www.tenutasantacroce.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Giorgio Chiarli
1986
Dott. Giovanni Fraulini
30
200.000 bottiglie
Pignoletto 22 ha, Cabernet 3 ha,
Sauvignon 1.5 ha, Merlot 1 ha,
Barbera 1 ha, Riesling 1.5 ha
Il piacere di credere nel futuro, alla ricerca d’importanti traguardi nel rispetto delle peculiarità che il nostro territorio
offre. La serena consapevolezza che senza delle forti radici in questo mondo, perdere la propria identità sia un rischio
molto alto. Due sentimenti che rappresentano questa piccola realtà in crescita. Dalla volontà della famiglia Chiarli
di allargare l’offerta dei vini DOC regionali già all’inizio degli anni 90, nasce una collaborazione con i piccoli nuclei
produttivi in particolare nell’area dei Colli Bolognesi. Dopo aver minuziosamente valutato le potenzialità della zona e
dei vini prodotti, in particolare quelle del Pignoletto, uva autoctona di grande carattere, viene rilevata la Tenuta Santa
Croce a Monteveglio, già detta Cantina dell’Abbazia. La grande scommessa è di rendere onore alle caratteristiche
peculiari di quest’eccellenza locale, tramite il possesso del ciclo completo produttivo di un vino poco conosciuto e
non sempre interpretato al meglio, sia dal produttore che dall’operatore. D’altronde non in tutti i campi la tradizione
è custode di eccellenze. A volte è solo l’unica ancora cui legare successi incostanti e spesso fortuiti, nella speranza
di tramandare buone pratiche ai posteri. Lo sviluppo tecnologico esponenziale avvenuto nel XX secolo ha dato vigore
ad un’innovazione in tutti gl’aspetti del mondo del vino. Non appena acquistata la Tenuta è iniziato il rinnovo di
tutte le fasi della produzione, a partire dal vigneto passando alla tecnologia disponibile in cantina e ovviamente
completando il percorso col packaging. A fine vendemmia 2012 sono stati terminati, locali interrati per ottenere le
condizioni desiderate in modo naturale. Al piano superiore di questi nuovi ambienti di lavoro è sita la moderna sala
degustazione, affiancata da una sala da pranzo attiva in forma agrituristica su prenotazione. Oggi la passione che
nasce dal contatto quotidiano con un mondo fantastico come quello del vino, ha portato i fratelli Carlo ,Stefano e
Giorgio Chiarli a valorizzare sia dal punto di vista qualitativo che da quello culturale un’azienda tra le più strutturate
della zona. In effetti, cultura e settore agroalimentare si trovano sempre più legati reciprocamente: consumare
prodotti peculiari del territorio di provenienza con una spesa leggermente maggiore rispetto a quelli più globalizzati
è frutto di una sensibilità che è la base di un’identità sociale.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Sit a Montuì Colli Bolognesi Classico
Pignoletto DOCG 2012
Al Campedi Colli Bolognesi Cabernet
Sauvignon 2012
Metodo Tradizionale Colli Bolognesi DOC
Pignoletto frizz. fermentazione in bott. 2013
Cuvée Nettuno Colli Bolognesi DOC
Pignoletto Spumante 2013
NOTE
171
ROMAGNA
Tenuta Santa Lucia
Via Giardino 1400
47025 Mercato Saraceno (FC)
Tel. 331 5072098
[email protected]
www.santaluciavinery.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Paride Benedetti
2006
Giancarlo e David Soverchia
16
50.000 bottiglie
Sangiovese, Albana, Famoso,
Centesimino
L’idea aziendale è quella di produrre vini che rappresentino il territorio, quindi vitigni autoctoni, vinificati
in purezza. Tutti i vigneti sono coltivati secondo le metodologie dell’agricoltura biologica e biodinamica
per avere prodotti con il massimo della salubrità. Da qualche anno, l’azienda, sta impiantando vigneti,
anche piccoli appezzamenti, oppure recupera vecchi vigneti, in zone strategiche, particolarmente
vocate, per andare alla ricerca di quei Cru che diano la massima espressione dei vitigni locali.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Famous Famoso Rubicone IGP 2012
Albarara Cru Artigianale Romagna
Albana secco DOCG 2011
Sassignolo Romagna Sangiovese
Superiore Riserva DOC 2011
Santalucia Metodo Classico Vino
spumante di qualità Extra Brut 2012
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
172
ROMAGNA
Tenuta Uccellina
Esposizione e degustazione:
Via IV Novembre, 13 - 48026 Russi (RA)
Zona di produzione:
Bertinoro, Russi
Tel. 334 2274227
Tel./Fax 0544 580144
[email protected]
www.tenutauccellina.com
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Amoroso Anna Antonietta
1985
Sergio Ragazzini
7
7.000 bottiglie
Burson Ravenna Rosso 2009-2008
Hermes IGT 2013
Rambela Extra Dry 2013
Rambela Secco 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
173
ROMAGNA
Tenuta Villa Trentola
di Prugnoli Federica
Via Cantamiglio, 30
47034 Forlimpopoli (FC)
Zona di produzione:
Via Molino Bratti, 1305
47032 Bertinoro (FC)
Tel. 0543 741389 (ufficio 8.30/12.30)
[email protected]
www.villatrentola.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vino 1
Vino 2
Dott.ssa Federica Prugnoli
2002
Fabrizio Moltard
20
40.000 bottiglie
Trebbiano, Sangiovese, Merlot
Il Prugnolo di Villa Trentola 2012
Il Moro di Villa Trentola 2009
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
174
EMILIA
Terraquilia
di Mattioli Romano
Via Caldana - 41052 Guiglia (MO)
Tel. 059 931023
[email protected]
www.terraquilia.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Romano Mattioli
2004
5
35.000 bottiglie
Lambrusco Grasparossa, Sangiovese,
Malbo Gentile, Pignoletto, Trebbiano R.
La Cantina TERRAQUILIA e le sue vigne si trovano nel comune di Guiglia (MO), inserite in un contesto naturale
incontaminato. A 450 metri sul livello del mare, una quota piuttosto inusuale per le coltivazioni vitivinicole della
nostra regione, le vigne e la cantina sono curate nel rispetto della tradizione, legata ai cicli delle stagioni e ai ritmi
lenti e meditati della natura. Le escursioni termiche, favorite dalle brezze della valle del fiume Panaro, influenzano
la maturazione delle uve esaltando le caratteristiche dei vitigni. Questo ci permette di ottenere un vino autentico e
naturale come la nostra terra. Lo sfruttamento dei nostri terreni è volutamente basso, con una produzione di circa
70 qli per ettaro, per privilegiare la qualità delle uve rispetto alla quantità prodotta. In cantina la nostra metodologia
produttiva, il METODO ANCESTRALE, ha radici antiche: abbiamo recuperato dal passato l’esperienza dei nostri
antenati che sapevano sfruttare il susseguirsi delle stagioni per controllare le fasi della fermentazione. Con l’utilizzo
di tini refrigerati blocchiamo la fermentazione, per ottenere una RIFERMENTAZIONE NATURALE IN BOTTIGLIA
senza aggiunte di lieviti o zuccheri e senza filtraggi, esaltando così le naturali caratteristiche del vitigno. Al termine
della rifermentazione, i residui di lieviti danno luogo ad una naturale sedimentazione che esprime in modo tangibile
il legame dei vini TERRAQUILIA con la tradizione del nostro territorio. Nei nostri vini frizzanti denominati “Zero”,
dopo diversi mesi di maturazione sui lieviti, il sedimento viene eliminato con una sboccatura à la volèe, eseguita
senza ghiacciare grazie ad una macchina appositamente studiata dai nostri tecnici. La nostra filosofia produttiva ha
trovato la sua piena realizzazione nel BIOLOGICO, un approccio che abbiamo adottato sia nella produzione delle uve
che nelle lavorazioni in cantina. Non ci siamo comunque fermati al mero rispetto di un disciplinare: per questo uno
dei punti di forza della nostra produzione di vini è il BASSISSIMO CONTENUTO DI SOLFITI, dichiarato anche sulle
etichette, in coerenza con il nostro costante impegno per un bere sano e salutare. Il fiore all’occhiello della nostra
produzione è il FALCONERO, un Lambrusco Grasparossa impreziosito con Malbo Gentile, disponibile anche con un
affinamento in bottiglia di oltre 24 mesi. Da un blend di Pignoletto e Trebbiano nasce invece l’ANCESTRALE NATIVO,
un vino unico imbottigliato a ottobre durante la prima fermentazione.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Falconero Zero Lambrusco
Grasparossa IGT 2013
Falconero 24 mesi Lambrusco
Grasparossa IGT 2011
Re Malbone Malbo Gentile IGT 2012
L’Ancestrale Nativo Pignoletto e
Trebbiano IGT 2012
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
175
ROMAGNA
Terre di Macerato
Via Odofredo II, 41
Castel del Rio, Imola (BO)
Tel. 338 9813399
[email protected]
www.terredimacerato.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Franco Dalmonte
2004
Franco Dalmonte
3
5.000 bottiglie
Sangiovese
Artigiano del vino: io, il Sangiovese nella Valle del Santerno
Passione, Competenza, Dimensione
Vino 1
Vino 2
Rhod Colli d’Imola Sangiovese 2012
Audace Romagna Sangiovese 2011
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
176
COLLI BOLOGNESI
Tizzano Az. Agr.
Via Marescalchi, 13
40033 Casalecchio di Reno (BO)
Tel. 051 571208 - 051 577665
[email protected]
www.tizzano.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Luca Visconti di Modrone
1961
Nicola Grando
35
150.000 bottiglie
Pignoletto 12 ha, Cabernet Sauvignon 7 ha,
Merlot, Barbera, Sauvignon,
Riesling Italico
DOC Colli Bolognesi Pignoletto
Frizzante 2013
DOC Colli Bolognesi Pignoletto Superiore
2013
DOC Colli Bolognesi Pignoletto
Spumante 2013
DOC Colli Bolognesi Barbera 2012
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
177
ROMAGNA
Torre San Martino
Piazza Mattei, 17 - 00186 Roma
Zona di produzione:
Via San Martino in Monte
47015 Modigliana (FC)
Tel. 06 89786312 - 335 1891992
[email protected]
www.torre1922.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Fabio Magnani
2001
Francesco Bordini
10
20.000 bottiglie
Sangiovese, Merlot, Cabernet, Albana,
Chardonnay, Sauvignon
Una tenuta di 60 ettari tra boschi, uliveti e vigne sull’Appennino Tosco-Romagnolo, tra i comuni di
Brisighella e Modigliana, in località San Martino in Monte.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
NOTE
178
DOC Colli di Faenza bianco
Vigna della signora 2013
DOC Colli di Faenza Chardonnay
Torre 2013
DOC Romagna Sangiovese Superiore
Gemme 2013
DOC Romagna Sangiovese Riserva
Vigna 1922 2011
ROMAGNA
Tre Monti
Via Lola, 3 - 40026 Imola (BO)
Zona di produzione:
Via Lola, 3 - Imola
Via di Petrignone, 7 - Forlì
Tel. 0542 657116
[email protected]
www.tremonti.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
David e Vittorio Navacchia
1971
Vittorio Navacchia
40
190.000 bottiglie
Sangiovese, Trebbiano, Albana,
Pignoletto, Chardonnay, Sauvignon,
Merlot, Cabernet Sauvignon,
Petit Manseng
Lavoriamo su 2 territori diversi che esprimono caratteristiche proprie : a Imola, sottozona serra e Castrocaro
Terme / Terra del Sole, sottozona Oriolo. L’azienda dalla vendemmia 2014 è certificata biologica.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Thea Romagna DOC Sangiovese Riserva
sottozona Oriolo 2011
Petrignone Romagna DOC Sangiovese
Riserva sottozona Oriolo 2011
Thea Bianco IGT bianco del Rubicone
2013
Vigna Rocca Romagna DOCG Albana
secco 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
179
ROMAGNA
Trerè
Via Casale, 19
48018 Faenza (RA)
Tel. 0546 47034
www.trere.com
[email protected]
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Morena Trerè, Massimiliano Fabbri
1966
Emiliano Falsini
35
150.000 bottiglie
Sangiovese 15 ha, Albana 5 ha,
Pagadebit, Cagnina, Trebbiano,
Chardonnay, Sauvignon Blanc, Merlot,
Syrah, Cabernet Sauvignon
Amarcord d’un Ross Romagna
Sangiovese Riserva 2011
Violeo Romagna Sangiovese Superiore
Riserva 2007
Sperone Romagna Sangiovese
Superiore 2013
Renero Colli di Faenza sangiovese 2012
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
180
GRECIA
Aaos Vaeni Naoussa
Episkopi Naoussa, Imathia
Greece, Zip 59200
Zona di produzione:
Naoussa,Imathia
Tel. 0030 2332 0 44274
[email protected]
www.vaeni-naoussa.gr
Responsabile/i
Anno di fondazione
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Spanellis George
1983
200
10.000.000 bottiglie
Xinomavro
Vaeni Naoussa è una delle cooperative vinicole più all’avanguardia e grande di tutta la Grecia e detiene il
50 % della produzione locale di vino, proveniente da un’area rinomata per i vini rossi. La cooperativa conta
200 soci, viticoltori esperti e con un profondo amore per I vini di qualità. Questo fattore umano vitale,
combinato con l’uso di tecnologia avanzata, garantisce la qualità del vino, prevalentemente proveniente dal
vitigno Xinomavro, una varietà indigena dominante il nord della Grecia. La cantina, localizzata all’interno dei
vigneti, è gestita da esperti qualificati ed opera secondo gli standard europei. Ciò che caratterizza la società
è l’esperienza, l’affidabilità e una sensibilità artistica. Oggi i vini Vaeni sono esportati in Cina, Russia, USA,
Canada, Kazakhstan, Australia, Dubai, Nuova Zelanda, Giappone, Ucraina, Bielorussia, Germania, Olanda,
Svezia, Austria, Belgio Svizzera, Repubblica Ceca, Polonia, Inghilterra, Serbia e Cipro. La loro distintiva
superiorità può essere identificata fin dal primo sorso.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Damaskinos 2006
Bios Ellinon 2008
Cympan 2008
Dogmatikos 2013
NOTE
181
MONTEFELTRO
Valturio
Via dei Pelasgi, 10
61023 Macerata Feltria (PU)
Tel. 0722 728049 - 335 1218705
[email protected]
www.valturio.com
Responsabile/i
Anno di fondazione
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Adriano Galli
2003
10
50.000 bottiglie
Sangiovese, Pinot Nero, Merlot, Cabernet
Valturio 2009
Olmo 2011
Pinot nero 2011
Metodo Classico 1759 2010
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
182
ROMAGNA
Viabizzunoagricola
Via Bizzuno 15/2
48022 Bizzuno - Lugo (RA)
Zona di produzione:
Via Baccagnano, 36 - 48013 Brisighella (RA)
Tel. 335 5428811
[email protected]
vendite@ viabizzunoagricola.com
www.viabizzunoagricola.com
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Italino Babini
2005
Francesco Bordini
6,3
15.000 bottiglie
Sangiovese, Merlot, Cabernet,
Trebbiano
Vigneto in Brisighella. Forma di allevamento a cordone speronato.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Rosso Perlui 2012
Bagliori notturni 2011
Nube alta 2011
Rosso perte 2012
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
183
COLLI DI PARMA
Vigna Cunial
Via Valtermina, 52/A
43029 Traversetolo (PR)
Tel. 0521 342297
[email protected]
www.vignacunial.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Ettari vitati
Produzione annua
Gianmaria Cunial
2002
12
60.000 bottiglie
Azienda di 83 ettari totalmente biologica: vino, olio, frutti antichi, farro.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Spumante Brut Monteroma Malvasia
DOC 2013
Primorosso Barbera DOC 2013
Rosato Spumante Brut Pinot Nero 2013
Monteroma Sauvignon 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
184
ROMAGNA
Vigne dei Boschi
Via Baldassarra, 14 - 48027 Solarolo (RA)
Zona di produzione:
Via Tura, 7/A - 48013 Brisighella (RA)
Tel. 338 9949367 - 347 1404604
[email protected]
www.vignedeiboschi.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Paolo Babini
1989
Katia Alpi
6,5
15.000 bottiglie
Sangiovese, Malbo, Pinot Nero, Syrah,
Albana, Riesling, Sauvignon
L’azienda si trova a Valpiana di Brisighella, sulla dorsale Appenninica, al confine con la Toscana ad un’altitudine
media di 400 metri s.l.m. Acquistata nel 1989 da Paolo Babini, oggi la proprietà possiede 35 ettari di cui 6,5 a
vigneto. La morfologia aziendale, costituita da pianelli e poggi a diverse altezze (variabili da 300 m a 500 m s.l.m.)
incastonati in mezzo a boschi e quindi con microclimi molto diversi, ha consentito una scelta varietale molto ampia
e la possibilità di collocare ogni vitigno nel luogo più adatto a esprimere al meglio le sue potenzialità enologiche.
Anche le forme di allevamento, cordone speronato e guyot bassi con densità variabili da 4000 a 6000 piante per
ettaro, consentono una bassa resa per pianta. Per il Sangiovese si è scelto l’alberello (ripreso dal vecchio alberello
romagnolo ancora presente in impianti centenari nel Brisighellese)con una densità di 8000 piante per ettaro.
Inoltre per realizzare questo vigneto sono state prelevate marze da vigneti secolari presenti lungo tutta la valle
del Lamone. Dal 1994 la coltivazione dei vigneti è con il metodo della agricoltura biologica e dal 2002 si è iniziata
la conduzione aziendale secondo i dettami della agricoltura biodinamica. Questo metodo di produzione agricola è
stato concepito da Rudolf Steiner e descritto in una serie di conferenze nel 1924 e si basa su una precisa conoscenza
delle leggi specifiche che reggono i diversi Regni della Natura e pone in atto un’agricoltura che è in grado di
rispettare e promuovere la vita, all’interno dell’azienda agricola, servendosi di opportune tecniche di coltivazione,
di allevamento e di cura. Le principali tecniche utilizzate in azienda sono, l’utilizzo di preparati specifici come
compostaggi, sovesci e trattamenti alle viti con l’utilizzo di erbe e altre sostanze assolutamente naturali, seguendo
i ritmi rispondenti ai movimenti planetari. Questi principi vengono utilizzati anche nel processo di vinificazione che
esclude qualunque tipo di manipolazione indotta, ma segue il più possibile il decorso naturale di maturazione del
vino. Questa unione composta da, scelta territoriale in zone limite di coltivazione per la vite, unite, alla coltivazione
rispettosa dell’ambiente e che segue i naturali processi di evoluzione del vino consentono di ottenere dei prodotti
molto caratterizzati e riconoscibili di questo specifico territorio.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Poggiotura Sangiovese 2010
Settepievi Malbo Gentile 2011
Borgo Casale Sauvignon 2011
Montere Albana 2011
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
185
ROMAGNA
Vigne di San Lorenzo
Az. Agr. di Filippo Manetti
Via Campiume, 6 - Loc. Campiume
48013 Fognano di Brisighella (RA)
Tel. 339 1137070
[email protected]
www.campiume.it
www.vignedisanlorenzo.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Filippo Manetti
1998
Filippo Manetti
3
12.000 bottiglie
Sangiovese, Malbo, Cabernet
Sauvignon, Merlot, Trebbiano, Albana
Vino Bianco Menis 2013
Vino Bianco Gea 2013
Vino Bianco Campaglione 2013
Vino IGT Ra Sangiovese Oudeis 2011
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
186
EMILIA
Villa di Corlo
Strada Cavezzo, 200
Baggiovara (MO)
Tel. 059 510736
[email protected]
www.villadicorlo.com
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Munari Maria Antonietta
1998
Fabrizio Moltard
25
80.000 bottiglie
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro,
Lambrusco di Sorbara, Chardonnay,
Cabernet Sauvignon
L’azienda dal 1998 si sviluppa su due diverse tenute. Nel modenese dimorano i vigneti dei Lambruschi
mentre nelle colline reggiane ha piantato i vitigni internazionali, Chardonnay e Cabernet Sauvignon.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Corleto Lambrusco Grasparossa di
Castelvetro DOC 2013
Primevo Lambrusco di Sorbara DOC
2013
Fraeli Spumante Metodo Classico
Chardonnay Blanc De Blanc 2010
Giaco Cabernet Merlot Barricato IGT
Emilia 2011
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
187
ROMAGNA
Villa Papiano
Via Ibola, 24
47015 Modigliana (FC)
Tel. 0546 943877
[email protected]
www.villapapiano.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Francesco Bordini
2000
Francesco Bordini
10
50.000 bottiglie
Sangiovese, Albana, Merlot,
Sauvignon Bianco, Centesimino,
Balsamina
L’Azienda Agricola Villa Papiano, situata a Modigliana (FC), si estende sul versante sud del Monte Chioda
ad una altitudine di oltre 450 m slm da monte a fondo valle fino al torrente Ibola, che scorre perenne.
La superficie totale è di circa 60 ettari di cui 10 a vigneto e i rimanenti suddivisi tra oliveto, seminativi
e boschi.Papiano è un insediamento di “frontiera”, costruito nella seconda metà del XIV secolo sotto
la Signoria dei Medici. Villa Papiano è un piccolo castello in pietra, appartenuto successivamente alla
famiglia Papiani, nobili di Modigliana, che nel tardo ‘600 si arricchisce di un borgo con case coloniche
ed una piccola chiesa a servizio dell’areale, a testimonianza di una trasformazione da presidio di confine
a centro di attività agricole, di allevamento e di sfruttamento dei boschi. Ancora oggi si respira aria di
tempi passati, essendo rimasto incontaminato dalla presenza dell’uomo, dominando una grande
vallata di campi e boschi. L’assoluta particolarità dell’ “habitat”, la fertilità della terra, la collocazione
geografica nell’Appennino Tosco Romagnolo e la specificità delle vigne ci hanno spinto a intraprendere il
nostro ambizioso progetto vitivinicolo e di recupero ambientale. La professionalità del gruppo, la ricerca
agronomica unita all’interesse per l’innovazione sono i cardini del nostro progetto.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Le Papesse di Papiano Romagna
Sangiovese DOC Superiore 2013
I Probi di Papiano Romagna Sangiovese
DOC Riserva 2011
Tregenda Albana da Vendemmia tardiva
Vino da uve stramature 2013
Terra! IGT Sillaro Albana 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
188
ROMAGNA
Villa Venti
Via Doccia, 1442
47020 Roncofreddo (FC)
Tel. 0541 949532 - 333 4645911
[email protected]
www.villaventi.it
Responsabile/i
Anno di fondazione
Enologo
Ettari vitati
Produzione annua
Vitigni presenti in azienda
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Mauro Giardini
2002
Francesco Bordini
7
27.000 bottiglie
Sangiovese, Merlot, Cabernet, Famoso
Primo Segno Romagna Sangiovese
Longiano DOC 2011
Felis Leo Colli di Romagna
Centrale Rosso DOC 2009
Serenaro 2013 IGT Forlì Bianco
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
189
ROMAGNA
Zanetti Protonotari Campi
Via Villa I Raggi, 40
47010 Colmano Predappio (FC)
Tel. 0543 922390
[email protected]
www.villairaggi.com
Responsabile/i
Gian Paolo e Francesco Zanetti
Protonotari Campi
Anno di fondazione
1880 circa
Enologo
Dott. Francesco Naldi
Ettari vitati
18
Produzione annua
8.000 bottiglie
Vitigni presenti in azienda Sangiovese, Chardonnay, Trebbiano,
Albana, Cabernet Sauvignon
L’Azienda si dispiega attorno a Villa I Raggi nella frazione Colmano di Predappio, l’antico “collis amoenus“,
ricordato nelle cronache medioevali come castello del Vescovo di Forlì ed in piccola parte in Castrocaro. Nel
1800 la villa apparteneva al Conte Giuseppe Campi, uomo di vasta cultura e membro attivo dell’Accademia
dei Georgofili in Firenze, dove tenne interessanti relazioni agrarie. Il Campi perfezionò la viticoltura e
fondò la Cantina. Nel 1889, in occasione della Esposizione Universale di Parigi, in cui fu inaugurata la torre
Eiffel, inviò alla mostra il suo Sangiovese che venne premiato. La villa con l’azienda circostante pervenne
in eredità, a fine ‘800, alla famiglia Zanetti Protonotari Campi, attuale proprietaria, che ha mantenuto la
tradizione viticola assieme alla attività della cantina attraverso 4 generazioni. Gian Paolo e Francesco Zanetti
Protonotari Campi allevano, in prevalenza, uve Sangiovese e Cabernet Sauvignon a cordone speronato,
collateralmente Trebbiano e Chardonnay a Casarsa modificato ed Albana a pergoletta su ca. 18 ettari
ad una altitudine compresa tra i 200 e i 300 m.s.l.m. Il terreno dell’azienda, di medio impasto e tendente
al sabbioso, è costituito da argille mature appartenenti ad una remota formazione geologica provata dal
ritrovamento di impronte di conchiglie fossili. Il terroir conferisce al Sangiovese un particolare aroma ove si
riscontra vagamente il profumo di viola con un fondo pieno e leggermente amaro ed una struttura elegante.
La cantina, sotto la villa, è ambiente ideale per l’invecchiamento e la conservazione dei vini.
Vino 1
Vino 2
Vino 3
Vino 4
Villa I Raggi Romagna DOC Sangiovese
Predappio Riserva 2011
Colmano di Predappio Romagna DOC
Sangiovese Predappio 2012
Il Garibaldino Forlì IGT Sangiovese 2013
Le Vigne Forlì IGT Chardonnay 2013
I vini proposti in degustazione sono in vendita
NOTE
190
Catalogo di
NOTE
Fly UP