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PEI_PAI Terzo incontro

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PEI_PAI Terzo incontro
Formazione in servizio dei docenti
specializzati sul sostegno, sui temi della
disabilità per la promozione
di figure di coordinamento
1
P.E.I. e P.A.I
per una didattica inclusiva
Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
2
Elaborare il PEI
Modalità per l’inclusione – I Modelli
Le scuole, i CTR (Centri territoriali per l’Integrazione degli alunni disabili), gli
uffici scolastici Provinciali e Regionali sono impegnati nella ricerca di modelli
che gli insegnanti possano agevolmente compilare, ma sappiamo che, non solo
sul territorio nazionale c’è scarsa omogeneità, ma anche che nelle diverse
scuole si adottano modelli diversi.
I DIVERSI MODELLI
L. 104/92:
alunni Disabili - PDF e PEI
L.170/10:
alunni DSA - PDP
Circ.Min. n. 8:
alunni BES - PDP
3
Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
Elaborare il PEI
Modello concettuale
SI PUO’ AFFRONTARE LA
COMPLESSITA’ CON STRUMENTI CHE
CIASCUN DOCENTE GIA’ POSSIEDE?
4
Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
Le prestazioni scolastiche sono l’espressione visibile ed il frutto
di un’interazione tra aspetti diversi, che obbligano ad uno
sguardo e ad un’analisi ampia, che investe la totalità della
persona e che riguarda




le sue capacità,
il modo in cui egli le applica,
la modalità con la quale interagisce coi compagni,
l’impegno che profonde nell’attività scolastica.
sempre presenti nello
sguardo e nella
riflessione di ogni buon
insegnate, seppure
talune volte in modo
implicito e non
formalizzato
5
Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
La definizione del bisogno e della
difficoltà dell’alunno non può invece
prescindere da una descrizione di tutte
le componenti che determinano
l’insuccesso.
6
Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
7
Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
Elaborare il PEI
Modello concettuale
alunno
Funzioni e
Strutture
corporee
Caratteristiche
dell’alunno
Attività
Partecipazione
Attività
d’apprendimento,
relazioni, esecuzione
compiti, etc...
Partecipazione
alla vita e alle
attività di classe e
dell’extra scuola
Fattori ambientali
Classe, didattica, ausili,
modalità
relazionali, atteggiamenti,
PTOF
Fattori personali
Contesto sociale, esperienze
di vita, modelli di
comportamento, stili
caratteriali
Attraverso questo
schema, il
funzionamento e la
disabilità o difficoltà
sono visti come il
risultato di una
complessa
interazione tra le
condizioni di salute
dell’individuo, le
attività che è
chiamato a svolgere
nei diversi contesti di
vita e i fattori
ambientali e
personali
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Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
Elaborare il PEI
Personalizzare
Per poter effettuare una personalizzazione
che risponda davvero alle caratteristiche
dell’alunno è necessario che lo sguardo su
di lui contempli, al medesimo tempo:
 Le sue caratteristiche individuali,
 Il contesto della classe nel quale è
inserito
 Le attività che in essa vengono richieste
a lui come agli altri suoi compagni
personalizzazione – come
•Inclusione nel contesto
•Reale opportunità di
partecipazione
•Rispetto caratteristiche
individuali
per poter cogliere tutti gli elementi che
possono influenzare le attività che l’alunno
è chiamato a svolgere.
9
Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
Elaborare il PEI
Descrivere
In caso sia presente la documentazione clinica
in essa è possibile individuare le informazioni
relative al funzionamento
dell’alunno e che motivano le difficoltà che
l’insegnante riscontra in ambito scolastico.
Percorso concettuale
Le performance che presentano difficoltà e cioè
le attività che l’alunno svolge ma che si
distanziano da quelle attese per età e contesto,
possono essere descritte dall’ insegnante.
•Descrizione delle
caratteristiche della
sua performance
•Descrizione del profilo
dell’alunno
Entrambi questi aspetti contribuiscono alla
definizione del profilo dell’ alunno.
10
Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
Elaborare il PEI
• posizione nello spazio
classe
Rilevare
• ausili presenti
• competenze disciplinari
richieste
• rapporto con il docente
• rapporto coi compagni
• presenza di personale
di supporto
• ……..
Percorso
concettuale
Rilevare quanto, dove
e come il
funzionamento
individuale è
influenzato,
positivamente
o negativamente dal
contesto
Sono solo alcuni dei
fattori ambientali che
possono incidere sulla
prestazione scolastica.
11
Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
Elaborare il PEI
Rilevare
Profilo
Caratteristiche individuali
Attività di apprendimento che
presentano difficoltà
Rilevazione dei bisogni
Individuazione facilitatori
•Modalità didattica
•Ausili presenti o necessari
•Posizione in classe
•Modalità relazionale/atteggiamenti
Individuazione ostacoli
•Modalità didattica
•Ausili presenti o necessari
•Posizione in classe
•Modalità relazionale/atteggiamenti
Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
12
Elaborare il PEI
Progettare
Progettare con efficacia significa
identificare gli elementi che facilitano
l’alunno e quelli che lo affaticano o lo
ostacolano.




supporti alla comunicazione verbale,
semplificazioni / schematizzazioni,
lavoro cooperativo/di gruppo,
attività laboratoriale.
Percorso
concettuale
Progettare
interventi sul
contesto per
renderlo rispettoso
delle caratteristiche
degli alunni
13
Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
personalizzazione
o
individualizzazione
14
Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
La personalizzazione e l’individualizzazione sono davvero
tali se effettivamente rimuovono gli ostacoli
all’apprendimento dell’alunno e se lo mettono in condizione
di crescere negli apprendimenti secondo le sue
caratteristiche.
L’introduzione dei facilitatori e
la rimozione delle barriere,
sono occasione per effettuare
il monitoraggio della propria
azione didattica e, all’interno
della scuola, per una
valutazione del grado di
inclusività.
15
Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
Elaborare il PEI
Monitorare
Monitoraggio
•
Efficacia degli interventi descritti
•
Funzionalità degli aspetti
organizzativi
•
Applicazione / necessità di ausili
•
Aggiornamento Piano Educativo
Individualizzato
•
Aggiornamento Piano Annuale
Inclusione
16
Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
Elaborare il PAI
Riferimenti normativi
1977 Legge n. 517
1992 Legge n.104 - Quadro in materia di disabilità
1994 DPR 24 febbraio
1999 DPR 275 art. 4
2010 Legge n. 170 PDP anche per alunni DSA
2013 C.m. n. 8 del 6 marzo PDP anche per BES
2013 Nota Ministeriale prot.1551/2013
La Nota Ministeriale prot.1551/2013 definisce il P.A.I. non un “documento”
ma come uno “strumento” che deve contribuire ad “accrescere la
consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità
dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei risultati educativi”.
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Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
ESTENSIONE DIRITTO
ALLA PERSONALIZZAZIONE
per tutti gli alunni
•
•
•
Alunni DSA e disturbi evolutivi specifici
Alunni con livello cognitivo borderline
Alunni in condizioni socio economiche, linguistiche e culturali
svantaggiate.
Piano Annuale per l’inclusività riferito a tutti gli alunni con BES,
da redigere al termine di ogni anno scolastico entro il mese di Giugno
Circ. min. 6 marzo 2013 n. 8
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Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
Elaborare il PAI
Riferimenti culturali -1
Nel Dakar Framework for Action, nel 2000, l’UNESCO, ha definito il
principio dell’Educazione per tutti (E.F.A. - Education For All) ponendolo
come obiettivo dell’azione dei Governi da raggiungere entro il 2015.
Il Dakar Framework for Action ed i documenti UNESCO ad esso collegati,
trattano il tema dell’acquisizione, da parte di ciascuna persona, degli elementi
fondamentali dell’educazione: “Ogni persona – bambino, ragazzo e adulto –
deve poter fruire di opportunità educative specificamente strutturate per
incontrare i propri basilari bisogni di educazione. Questi bisogni comprendono
tanto i contenuti essenziali dell’apprendimento (dal linguaggio orale e scritto,
alla matematica alla capacità di risolvere i problemi) quanto gli strumenti della
conoscenza, le competenze, i valori e lo sviluppo delle attitudini, cioè quanto
richiesto ad un essere umano per sopravvivere, sviluppare in pieno le proprie
capacità, vivere e lavorare dignitosamente, partecipare allo sviluppo, migliorare
la qualità della propria vita, prendere decisioni informate, continuare ad
apprendere”
(The Dakar Framework for Action, Art.1).
19
Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
Elaborare il PAI
Riferimenti culturali - 2
Nel documento di Dakar il termine inglese “needs” corrisponde più al concetto
di “diritti” che a quello di “bisogni”.
I “Basic Educational Needs” possono essere concettualmente tradotti con
l’espressione italiana “diritti educativi essenziali”, tali diritti non sono fissi ma
variano con il variare dei bisogni.
Compito delle scuole è individuare per ogni persona, in ciascuno specifico
momento della vita e nelle condizioni in cui si trova, quali siano i diritti educativi
essenziali, elaborando le più efficaci strategie per raggiungerli.
Il rischio che si può incontrare è di dar luogo a forme discriminatore:
- mantenendo la distinzione tra percorsi comuni normali e percorsi differenziati
penalizzando alcuni studenti
- proponendo a tutti programmi semplificati in una ecumenica uguaglianza, con il
risultato di livellare al basso gli interventi.
Nelle scuole inclusive gli insegnanti sono tenuti a modificare i loro stili di
insegnamento per incontrare la cifra di apprendimento di ciascun allievo
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Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
Elaborare il PAI
Riferimenti culturali - 3
La definizione del bisogno e della difficoltà dell’alunno, ai quali il docente è
chiamato a rispondere, non può prescindere da una descrizione di tutte le
componenti che determinano l’insuccesso.
Il sistema di classificazione elaborato dall’OMS denominato I.C.F. (Classificazione
internazionale del Funzionamento della Disabilità e della salute) rappresenta una
guida completa per l’insegnante, nell’analisi di tutti gli aspetti che determinano la
difficoltà riscontrata in ambito scolastico rispetto all’alunno ed al suo contesto.
La vera qualità dell'integrazione è il risultato di un'esperienza scolastica
che si caratterizza per la sua ”speciale normalità”
Dario Ianes
21
Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
Il PAI – Perché?
Scopo del Piano Annuale per l’Inclusività (P.A.I.) è fornire un elemento di
riflessione nella predisposizione del PTOF.
Non va inteso come un ulteriore adempimento burocratico, bensì come
uno strumento che possa contribuire ad accrescere la consapevolezza
dell’ intera comunità educante sulla centralità e sulla trasversalità dei
processi inclusivi in relazione alla qualità dei ‘risultati’ educativi, per creare un
contesto educante dove realizzare concretamente
la scuola “per tutti e per ciascuno”
(nota di chiarimento n. 1551 del 27/06/2013).
22
Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
Il PAI – Perché?
Piano annuale per l’inclusività non
va “interpretato come un piano
formativo per gli alunni con bisogni
educativi speciali”
ma come uno “strumento di
progettazione” dell’offerta formativa
delle scuole “in senso inclusivo, è lo
sfondo ed il fondamento sul quale
sviluppare una didattica attenta ai
bisogni di ciascuno nel realizzare gli
obiettivi comuni”.
23
Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
Il PAI – Quando?
 A giugno: stesura e
l’approvazione collegiale
che ne fanno un documento
di valutazione ex post
 A settembre, in relazione alle
dell’agito nell’anno
risorse effettivamente
scolastico che si conclude
assegnate alla scuola, il
ma anche uno strumento
Gruppo di Lavoro per
previsionale e di
l’Inclusività (G.L.I.), provvederà
miglioramento per il futuro
ad un adattamento del Piano,
poiché si richiede che
sulla base del quale il Dirigente
contenga anche una
scolastico procederà
definizione e un’eventuale
all’assegnazione definitiva delle
riprogettazione delle aree di
risorse.
debolezza individuate.
24
Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
Il PAI – Chi?
L’elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a
tutti gli alunni con B.E.S., è a carico del GLI eventualmente allargato a
specifiche risorse (funzioni strumentali, insegnanti per il sostegno,
assistenti alla comunicazione, docenti disciplinari con esperienza e/o
formazione specifica, …),
Il GLI assicura all’interno del corpo docente il trasferimento capillare delle
informazioni relative agli alunni con Bisogni Educativi Speciali e le azioni di
miglioramento intraprese sulle criticità all’interno delle classi.
Compiti del G.L.I:
• rilevazione dei B.E.S.
• documentazione degli
interventi didattico-educativi
• consulenza ai colleghi sulle
strategie/metodologie di
gestione delle classi
• rilevazione, monitoraggio e
valutazione del livello di
inclusività della scuola
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Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
Il PAI - Cosa?
Modalità per l’inclusione
1. Impegno programmatico per l’inclusione che deve includere le modalità per:
 Rilevazione ed analisi del bisogno,
 Modalità di gestione dell’insegnamento curricolare
 Gestione delle classi
 Organizzazione dei tempi e degli spazi scolastici
 Gestione delle risorse aggiuntive (personale; ausili)
 Relazioni tra docenti, alunni e famiglie
2. Utilizzo “funzionale” delle risorse professionali presenti.
3. Impegno a partecipare ad azioni di formazione e/o di prevenzione concordate
a livello territoriale.
4. Modalità di monitoraggio delle azioni finalizzate all’inclusione
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Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
Il PAI - Per chi?
I veri destinatari del documento sono:
• gli studenti con Bisogni Educativi Speciali (B.E.S.)
• le loro famiglie,
• i docenti e il personale che si occupano di loro
Non ci si limita più agli alunni con disabilità, come previsto dalla Legge 517
in poi, ma lo sguardo si allarga alle fragilità nel loro complesso.
E’ un invito a riflettere sul cambio paradigmatico sotteso al concetto di
“inclusività” e a come questo debba trovare senso nel P.T.O.F. di cui il P.A.I.,
come più volte sottolineato, è parte integrante
27
Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
La vera qualità dell'integrazione è il risultato di
un'esperienza scolastica che si caratterizza per la
sua ”speciale normalità”, e per di una didattica
finalizzata alla promozione di tutte le dimensioni
della personalità all'interno di una relazione
significativa, caratterizzata dalla specificità
dell'incoraggiamento, che sappia introdurre più
qualità nella quotidianità per tutti.
Per raggiungere un vero processo di inclusione
occorre coniugare due fondamentali principi:
1. l'individualizzazione come adeguamento della
proposta culturale alle caratteristiche dei singoli
2. la socializzazione come considerazione e
promozione della dimensione socio-affettiva
dell'esperienza scolastica orientata alla crescita
della personalità degli alunni.
Il concetto di speciale
normalità:
• aiuta a superare la
visione della
specializzazione di
ruolo e di funzioni
separate e separanti
dalla normalità
attribuite
esclusivamente
all'insegnante di
sostegno
• promuove
un'assunzione sempre
più consapevole e
preparata delle azioni
di supporto da parte di
tutti i docenti.
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Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
La dialogica/bilogica
della “speciale normalità”
• Dia/bilogica (Morin): unità complessa tra due logiche- istanze complementari,
concorrenti, antagoniste, che si nutrono una dell’altra, si completano e si
oppongono, coabitano e si modificano reciprocamente, ognuna sta nell’altra...
•La normalità che si arricchisce di principi attivi tecnici e così si modifica,
modificando e umanizzando a sua volta la tecnica speciale.
La speciale normalità come:
•presenza reciprocamente contaminante;
•assimilazione nella quotidianità delle attività per tutti gli alunni di quei
“principi attivi” tecnici e speciali, che la ricerca scientifica psicoeducativa
identifica, trasformando e migliorando la qualità inclusiva dell’offerta formativa
per tutti gli alunni
29
Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
Se ogni azione prevista nel P.T.O.F. fosse pensata e voluta
per favorire l’inclusività permeando l’intero agire educativo,
quali potrebbero essere le sorti del P.A.I. ?
Se l’inclusione fosse talmente radicata e diffusa nel P.T.O.F.,
diventa poco significativo o addirittura vano il P.A.I.
30
Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
Se ciò si avverasse, ci aiuterebbe a passare da una visione di scuola in
cui si confrontano insegnante di sostegno e P.A.I. ad una dimensione in cui
il rapporto sia tra il sostegno diffuso e il P.T.O.F.
Per usare un’immagine matematica possiamo rifarci all’equazione:
insegnante di sostegno : P.A.I. = sostegno diffuso : P.T.O.F.
I movimenti messi in atto dalla
recente Riforma che ci obbligano
a rivedere i documenti della
scuola, con il delicato passaggio
dal P.O.F. a P.T.O.F., potrebbero
rappresentare un’ottima
occasione per avanzare in questa
direzione:
è una strada possibile,
un’occasione da non mancare!
Alessandra Grassi – Elena Osnaghi
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