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convention ciac (carlino)
CINOGNOSTICA APPLICATA AL
CARLINO CONTEMPORANEO
in esposizione e per l’allevamento
Secondo gli studi aggiornati di cinotecnia
morfofunzionale, morfostrutturale e morfotipologica
Relatore: Antonio Crepaldi
Convention CIAC – Imola 27 maggio 2012
ARGOMENTI DI CINOGNOSTICA
•
•
•
•
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•
•
Cinognostica generale
Cinometria
Cinognostica descrittiva
Statica
Dinamica
Cinematica
Valutazione morfofunzionale
Cinognostica speciale
CINOGNOSTICA GENERALE
• Origine ed evoluzione storica della scienza
zoognostica applicata al cane
• Forma e funzione
• Concetto di bellezza zootecnica
• Proporzioni ed armonia
ORIGINE ED EVOLUZIONE STORICA DELLA SCIENZA
ZOOGNOSTICA APPLICATA AL CANE
• Cronologia:
• - fine 800 = traduzione della zoognostica del cavallo in zoognostica
del cane avvenuta in Francia da parte di Pierre Megnin
• - prima metà del 900 = sviluppo della scuola cinognostica francese
incentrata sulla morfologia (Pierre Megnin, Baron, Dechambre,
Cornevin, Paul Megnin, Herout, Luquet)
• - metà 900 = importazione in Italia della cinognostica francese con
magistrale interpretazione e rielaborazione da parte di Giuseppe
Solaro
CRONOLOGIA DELLA CLASSICA
SCUOLA CINOGNOSTICA ITALIANA
•
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•
•
•
Fondazione del procedimento di studio da parte di Giuseppe Solaro
Ampliamento con integrazione dello studio morfologico mediante un
approccio funzionale applicato al Pointer sempre da parte di Giuseppe
Solaro
Abbozzo di uno studio morfofunzionale sulla base del Pastore Tedesco da
parte di Ignazio Barbieri
Applicazione della cinognostica ad alcuni standard da parte di Fabio Cajelli
Applicazione della cinognostica ai cani da caccia nelle prove di lavoro da
parte di Giulio Colombo
Applicazione della cinognostica nei commenti allo standard da parte di
Mario Scagni, che è anche stato il primo ad affrontare il costituzionalismo
Cinognostica applicata con rigore morfofunzionale al Boxer (da parte di
Roberto De Sanctis) ed al Pastore Tedesco (da parte di Walter Gorrieri) che
hanno importato in Italia la rigida scuola cinognostica tedesca
Sviluppo dello studio del movimento da parte di Franco Bonetti e Walter
Gorrieri
Altri grandi giudici italiani non hanno purtroppo lasciato nulla di scritto ai
posteri
SCUOLA CINOGNOSTICA ITALIANA
MODERNA
• Sistemazione ordinata della cinognostica classica da parte di
Franco Bonetti
• Cinognostica applicata al Boxer con particolare precisione tecnica
da parte di Tomaso Bosi
• Integrazione con studi morfologici, funzionali, biometrici,
costituzionalistici e tipologici applicati alla biodiversità di tipi della
selezione del San Bernardo da parte di Antonio Morsiani
• Fondazione del concetto di cane da lavoro abbellito da parte di
Antonio Morsiani
• Cinognostica applicata al Cane Corso ed al Lagotto Romagnolo con
standard tecnicamente rilevanti da parte di Antonio Morsiani
• Se Giuseppe Solaro è il fondatore della scuola cinognostica italiana
classica, Antonio Morsiani lo è di quella moderna, grazie ad un
apporto tecnico ben dettagliato
SCUOLA CINOGNOSTICA ITALIANA
CONTEMPORANEA
• Importazione in Italia dei più recenti sviluppi
degli studi di cinotecnia morfofunzionale che
forniscono supporto scientifico all’intuizione della
cinognostica classica ed alla tecnica della
cinognostica moderna con ragionamento critico
da parte di Mario Canton, sulla base di
numerose fonti di letteratura cinotecnica
internazionale, in particolare:
• - Brown, Curtis Maitland. Dog Locomotion and
Gait Analysis, 1986
• - Cole, Robert. An Eye for a Dog, 2004
FORMA E FUNZIONE
applicate al Carlino contemporaneo
• La forma è l’immagine plastica della funzione, ma
essendo il Carlino un cane da compagnia, perciò senza
una prova di lavoro, l’analisi del fenotipo rischia di venire
limitata solo all’aspetto morfologico con valutazione
estetica, mentre anche in questa razza bisogna
procedere alla valutazione morfofunzionale, con criteri di
giudizio in esposizione e di scelta dei riproduttori per
l’allevamento basati su una concreta verifica attitudinale
della morfologia adatta a produrre il miglior movimento
caratteristico della tipologia di razza, per constatare la
correttezza anatomica e la salute fisiologica
CONCETTO DI BELLEZZA ZOOTECNICA
applicato al Carlino contemporaneo
•
In esposizione: il giudice è obbligato a seguire lo standard, senza poter esternare il
dubbio se è uno standard ben compilato, cioè in totale sintonia alle caratteristiche
della razza; quando lo standard è poco esplicativo, come nel caso del Carlino
(essendo uno standard di scuola inglese), si tende ad applicare la tradizione di
allevamento, oppure af ar prevalere ciò che è esteticamente piacevole rispetto a ciò
che deve rappresentare il vero Carlino; nelle esposizioni vige inoltre la
standardizzazione del trotto eseguito allo stesso modo per tutte le razze, che non ha
fondamento logico (negli USA, dove il movimento in esposizione ha molta
importanza, la standardizzazione del trotto è addirittura esasperata esclusivamente
sul modello del Pastore Tedesco per tutte le razze; in Inghilterra il movimento ha
meno importanza rispetto al giudizio daf ermo; in Cina il movimento non ha
importanza)
•
In allevamento invece l’allevatore ha due scelte:
•
- 1) selezionare un Carlino per le esposizioni, secondo quanto sopra riportato
•
- 2) selezionare un Carlino dalla bellezza zootecnica morf o
f unzionale che possa
esprimere nel ring delle esposizioni non un trotto “ideale” unif ormato alle altre razze,
bensì un trotto ideale per le sue caratteristiche tipiche di razza
PROPORZIONI ED ARMONIA
nel Carlino
• Proporzioni importanti:
• - traduzione italiana Enci dello standard = decisamente quadrato e
raccolto
• - originale inglese = decidedly square and cobby
• Cobby non va tradotto in “raccolto”, bensì in “piccolo e tarchiato”
(questo è ciò che hanno sempre inteso esprimere gli inglesi con tale
terminologia)
• Quindi, “proporzioni importanti”: decisamente quadrato e “piccolo e
tarchiato”
• Concetto di armonia nel Carlino:
• - “multum in parvo” grazie alla forma compatta ed alla forte
muscolatura
DISEGNO STANDARD FCI
(non è necessariamente l’esempio ideale della razza)
QUANDO IL CARLINO PUÒ
ESSERE RITENUTO IDEALE?
• Quando entro il tipo della razza un soggetto manifesta
funzionalità nella locomozione, cioè con:
• - correttezza dell’andatura favorita dai giusti meccanismi
degli arti
• - respirazione regolare senza affaticamento esagerato
soltanto dopo pochi metri
• Quindi: proporzionato ed armonico nella sua tipicità
morfofunzionale
• La cinometria fornisce gli elementi per determinare la
tipicità morfofunzionale
CINOMETRIA
•
Misurazioni cinometriche: nel Carlino non c’è ancora uno studio biometrico che fornisca dati
scientifici
•
Rapporti cinometrici: rapporto cranio-facciale + rapporto corporale
•
Indici cinometrici: indice cefalico + indice corporale
•
Tipologie morfologiche: il Carlino è un brachicefalo (brachignato) ed un mesomorfo o brachimorfo
o meso-brachimorfo?
•
Tipologie morfocostituzionali: il Carlino non è sicuramente un longitipo ma nemmeno un
normotipo, perciò è un brachitipo (perciò è un brachimorfo?);
•
•
•
- tipo costituzionale brevilineo: corto e largo, muscolatura molto sviluppata
- tipo dinamico-funzionale brevilineo: muscolatura sviluppata, funzionalmente forte
- tipo morfofunzionale-dinamico: il Carlino è di tipo dinamico potente rispetto al tipo dinamico
resistente ed al tipo dinamico veloce
- tipo dinamico potente o tipo di forza: il Carlino è del tipo di forza rapida (rispetto al tipo di forza
lenta: es. Bulldog) = grosso e pesante rispetto alla sua taglia ma con rapporto non quanto il
Bulldog; il Carlino è armonico, lento nelle movenze, solido, arti robusti, notevole sviluppo dei
diametri trasversali, con potenti contrazioni muscolari
•
TIPOLOGIA DEL CARLINO
• Secondo le
caratteristiche
tipologiche, il Carlino
non rientra nel
“modello
biomeccanico del
cane” elaborato da
Eugene Yerusalimsky
(pubblicato sulla
rivista della FCI nel
2010)
MODELLO BIOMECCANICO DEL CANE
(elaborato da Eugene Yerusalimsky)
•
•
•
Secondo Yerusalimsky, nel modello
rientrano la maggior parte delle razze,
tranne levrieri, razze con
con
f ormazione speciale come Bobtail
e Fila Brasileiro, nonché razze con
caratteristiche degenerative come
Bulldog, Pechinese, ecc.
- Anche il Carlino non può rientrarvi
essendo una razzaf uori dal canone
cinognostico
Questo modello dovrebbe
rappresentare l’ideale biomeccanico di
un canef unzionale, sennonché la
posizione a riposo dell’angolazione
della spalla a 45° e dell’angolo
scapolo-omerale a 90° come
funzionalmente superiore a qualsiasi
altro angolo è un mito ormai s
f atato
dalla ricerca scientif ica con le
rilevazioni cinometriche (Mario
Canton)
ANGOLAZIONE DELLA SPALLA
•
Si è scritto tanto sull’azione della scapola ma senza prove accettabili
•
Vanno dissipate false idee ed accettati fatti funzionalmente corretti
•
La diffusa credenza proveniente da almeno 150 anni fa che l’angolo della
spalla a 45° sia superiore a qualsiasi altro angolo è derivato
dall’osservazione e non dalla misurazione
•
L’angolo di inclinazione della scapola è determinato dalla spina acromiale
•
Nessuno si era mai preoccupato della correttezza del dato della scapola
inclinata a 45° fornito dalla maggior parte degli autori
•
(tratto da Mario Canton)
PROVE SCIENTIFICHE
SULL’ANGOLAZIONE DELLA SPALLA
• Con la misurazione degli angoli scapolari, la
cineradiografia a raggi X (Museo di Zoologia
Comparativa dell’Università di Harvard) ed il sistema
delle lastre a pressione in grado di misurare le effettive
forze che intervengono nella locomozione, il concetto
della spalla a 45° come angolo desiderabile nel cane ha
perso completamente credito
• Le attuali misurazioni hanno dimostrato che l’angolo
della scapola a 45° è praticamente inesistente
• (tratto da Mario Canton)
SPALLA DEL CARLINO
(ben più ripida dei 45°)
MISURAZIONI
DELL’ANGOLAZIONE DELLA SPALLA
• Buoni trottatori: 28° (con variazioni da 23° a 33°)
• Galoppatori velocissimi (levrieri): 10° più ripida
(cioè 18° con variazioni da 13° a 23°)
• Queste misurazioni però indicano gli angoli degli
attuali cani da esposizione ma ciò non prova che
siano ottimali
• Dai risultati dei test con lastre a pressione
l’angolo ottimale si presenta ancora un po’ più
ripido
• (tratto da Mario Canton)
ANGOLO SCAPOLO-OMERALE
• Mito dell’angolo a 90° mai dimostrato che sia
ottimale per una qualsiasi funzione
• Esiste solo nei cani ad arti molto corti (es.
bassotti): risulta ottimale per lo scavo in tana
• Può essere eventualmente applicabile in piccoli
cani da compagnia di struttura agile
• Nel Carlino quindi l’angolo a 90° non può
prestarsi ottimale, perché la sua struttura in
rapporto alla taglia non gli consente di diventare
un cane agile, essendo piuttosto di tipo dinamico
potente o tipo di forza
ANGOLO SCAPOLO-OMERALE DEL CARLINO
(ben più aperto dei 90°)
ANTERIORE DEL CARLINO
• Il tipo dinamico potente o tipo di forza ha scapole poco inclinate ed
angolo scapolo-omerale anche superiore ai 120°: indicazione per
l’allevamento del Carlino se si vuole mantenere la razza nel range
della sua tipologia (che tra l’altro è da piccolo galoppatore pesante,
perciò poco resistente)
• Le esposizioni valutando il movimento solo al trotto possono portare
ad angoli scapolo-omerali più chiusi (100°-120°), che sono più
efficienti per i trottatori, specialmente quelli di resistenza
• Indicazione in esposizione: sembrerà paradossale ma giudicare il
Carlino al trotto solo brevemente può aiutare a non eccedere nella
trasformazione dell’angolo scapolo-omerale = non trasformarlo in
trottatore resistente
CINOGNOSTICA DESCRITTIVA
Tipo e Aspetto generale
• Concetto di tipo: il Carlino è un molossoide di piccola taglia,
tarchiato, con potente dinamicità, galoppatore pesante e lento;
perciò in esposizione deve muoversi al trotto secondo queste sue
caratteristiche tipologiche = trotto lento, poco resistente, ma
poderoso nelle movenze; l’anteriore tipico del Carlino al trotto causa
un saliscendi delle spalle al garrese, appunto con perdita di
resistenza
• Aspetto generale: la figura “cobby” (piccolo e tarchiato) è valorizzata
dal torace largo a sezione frontale circolare che, per unità di peso
del cane, ha un volume maggiore per alloggiare cuore e polmoni
(maggiore funzionalità cardio-respiratoria); inoltre ha l’area minore
per un dato volume, che vuol dire meno perdita di calore per unità di
peso corporeo, il che è un vantaggio per i cani di piccola taglia
(tratto da Mario Canton)
TIPO E ASPETTO GENERALE
DEL CARLINO
BIOMECCANICA: STATICA
(valutazione morfofunzionale del Carlino da fermo)
•
Principi basilari:
•
Equilibrio statico: il Carlino è molto stabile
•
Stazione quadrupedale: ampia in larghezza rispetto alla lunghezza
•
Baricentro corporeo: molto stabilizzante per l’ampia base d’appoggio anche
in larghezza e perché situato relativamente basso
•
Volumi corporei: il Carlino è abbastanza voluminoso rispetto alla sua taglia
•
Distribuzione del peso corporeo: il Carlino scarica più peso sugli arti
anteriori che posteriori rispetto alla media (il fatto che ogni cane scarichi più
peso sull’anteriore [60%] che sul posteriore [40%] è stato provato
sperimentalmente con le lastre a pressione
CARLINO CON BUON
EQUILIBRIO STATICO
CARLINO CON MINOR EQUILIBRIO STATICO
per baricentro corporeo più alto
CARLINO CON
STAZIONE QUADRUPEDALE MENO STABILE
per posteriore più aperto che sposta il baricentro più avanti
BIOMECCANICA: DINAMICA
•
Principi basilari:
•
Equilibrio dinamico: i cani con arti ben distanziati come il Carlino per essere
corretti devono “rollare” ed il rollio è dato dallo spiazzamento laterale che il
cane lascia svolgere senza utilizzare troppo sforzo muscolare per
controllarlo
•
Organi di movimento: i cani del tipo dinamico potente o tipo di forza con
spalle relativamente ripide come il Carlino non possono muoversi senza un
certo movimento di saliscendi al garrese
•
Struttura, conformazione e movimento: nel considerare la potenza della
leva, il corpo corto risulta vantaggioso nel galoppo a singola sospensione e
nel canter ma non nel trotto normale o nel galoppo a doppia sospensione =
ciò conferma il Carlino come tipico galoppatore lento, per cui:
- per l’allevamento: bisogna continuare a selezionarlo così correttamente,
senza però pretendere che:
- in esposizione: manifesti un trotto normale efficiente come i veri trottatori
•
•
BIOMECCANICA: CINEMATICA
•
Punti essenziali:
•
Equilibrio ed andatura: se il cane è proporzionato ed armonico lo si nota
immediatamente durante il movimento; se il posteriore e l’anteriore non sono in giusto
equilibrio strutturale l’andatura è scoordinata
Morf ologiaf unzionale: il rapporto peso/altezza del Carlino (che vede il peso
signif icativamente elevato rispetto all’altezza) rende la sua andatura meno e
f f iciente
della media e poco resistente sulle lunghe distanze; in
f atti, più pesante è un cane
rispetto alla sua altezza, più s
f orzo devef are in movimento e più sotto sf orzo viene
messo il suo sistema muscolo-scheletrico
Disposizione degli arti: il posteriore vaccino (dif f uso nei molossoidi) è trattato come
dif etto grave in tutte le razze tranne che nel Bulldog, ma molti cani da caccia vincitori
di prove di lavoro e molti lupi artici sono vaccini, per cui probabilmente non è un
dif ettof unzionale così grave per il movimento come invece si ritiene in esposizione;
quindi un Carlino vaccino viene penalizzato in esposizione anche se presenta un
movimentof unzionale
Distensione degli arti: mito s
f atato dalla ricerca scientif ica con l’analisi sulle lastre a
pressione
•
•
•
DISTENSIONE DEGLI ARTI
• Recentemente sono state fatte significative scoperte mediante le
lastre a pressione, che misurano le forze applicate da ciascun piede
in ogni direzione ed in ogni istante di tempo:
• risultati:
• - arto anteriore: quando durante il trotto, l’ambio o il galoppo
appoggia sul terreno davanti alla scapola, il cane non accelera ma
rallenta
• - arto posteriore: quando durante il trotto o l’ambio appoggia sul
terreno davanti all’articolazione dell’anca, il cane non accelera ma
rallenta
• - al contrario, accelerano quando appoggiano dietro ai punti citati
• - in esposizione: invece si premiano i cani che hanno la distensione
maggiore degli arti in avanti, che le prove scientifiche oggi disponibili
dimostrano non essere produttiva, perciò non funzionale
VALUTAZIONE MORFOFUNZIONALE
DEL CARLINO IN MOVIMENTO
•
•
•
•
•
•
Concetto dif unzionalità: nel Carlino si deve basare sul movimento e sulla
respirazione
Funzionalità e principi scientif ici: tutte le razze di piccola taglia si muovono con il
“tempo” degli arti molto più veloce che nei cani di grande taglia (cronometrazione
f f ettuata dal momento in cui il piede si solleva e quando appoggia: 20 secondi dei
e
cani piccoli rispetto ai 32 secondi dei cani grandi)
Limiti del movimento in esposizione: specialmente il cane da compagnia deve piacere
alla gente, per cui vige automaticamente l’applicazione che l’andatura basta che sia
attraente per il pubblico a bordo ring
Limiti dell’allevamento: allevare cani di piccola taglia con caratteristiche di buona
andatura, specialmente a corpo pesante come il Carlino, è molto più dif f icile che nei
cani di media taglia
f f icienza nell’andatura: ogni razza deve trottare in modo e
E
f f iciente per quanto
possibile ottenere dai propri requisiti strutturali
Trotto come andatura di valutazione: il trotto ideale è molto importante in alcune
razze e meno in altre; non esiste uno stile universale di trotto valido per tutte le razze,
come purtroppo si cerca nelle esposizioni; bisogna conoscere la proporzionale
importanza dello stile di locomozione del Carlino relativamente alle sue caratteristiche
strutturali e tipologiche
MOVIMENTO DEL CARLINO
• Il movimento funzionale specifico del Carlino ottenuto in
allevamento e che va applicato in esposizione lo vede deviare dallo
stile ideale di trotto, perché essendo costruito per galoppare ed
avendo una tipologia dinamica potente o di forza deve trottare in
modo da indicare la sua efficienza nel galoppo lento
• Solo le razze la cui funzione richiede di trottare con resistenza
devono mostrare lo stile ideale di trotto, invece purtroppo richiesto
universalmente nelle esposizioni, soprattutto in ring d’onore quando
si confrontano razze differenti
• Si deve quindi entrare nella cinognostica speciale del Carlino per
uniformarsi al suo movimento caratteristico
CINOGNOSTICA SPECIALE
DEL CARLINO
•
Movimento caratteristico di razza: l’unico fattore comune a tutte le razze nel trotto sono gli arti che
si muovono quasi a cadenza, mentre il resto si differenzia quantomeno per gruppi di razze affini (il
Carlino, come già detto, rientra nel tipo dinamico potente o di forza, che comprende il tipo bull), se
non da razza a razza
•
- Caratteristiche differenziali del trotto specifico del Carlino:
•
- - maggior movimento in verticale (su e giù) rispetto ai trottatori ideali
•
- - il tipico leggero rollio del posteriore induce la spina dorsale a curvare a destra ed a sinistra,
cioè fuori della direzione di movimento rispetto ai trottatori ideali, che invece proseguono con la
spina dorsale che si mantiene dritta nel senso direzionale di movimento
•
- - gli arti posteriori oscillano in avanti lungo una traiettoria ad arco rispetto alla maggior parte delle
razze in cui invece oscillano avanti ed indietro nel senso della direzione di movimento ed
incolonnati dritti (in alcuni casi la colonna dell’arto può pendere verso l’interno)
•
- - gli arti si muovono paralleli per via dei diametri trasversali molto sviluppati rispetto ai trottatori
ideali che invece fanno convergere gli arti verso la linea centrale di avanzamento
•
La valutazione morfofunzionale del Carlino va quindi verificata sulla sua specifica struttura e
tipologia che lo classifica in un preciso settore dei stili di trotto eseguiti nelle esposizioni dalle varie
razze
DIFFERENTI STILI DI TROTTO NELLE ESPOSIZIONI
(tratto da Mario Canton)
•
A) Trottatori di resistenza con single tracking o quasi single tracking: Collie, Dalmata
•
•
•
•
•
B) Trotto alterato dalla selezione umana:
- B1) trotto volante: Pastore Tedesco
- B2) trotto con corpi quadrati ed estrema distensione degli arti: Barbone Nano, Boxer
- B3) trotto con arti ascendenti: Pointer, Setter Irlandese
- B4) trotto con arti paralleli e perpendicolari vistif rontali, con poca angolazione
anteriore: terrier a gambe lunghe
- B5) trotto con anteriore simile a B4 ma con maggior piegatura delle articolazioni:
Harrier
•
•
•
•
•
•
•
C) Trotto di razze costruite per il galoppo puro:
- C1) trotto dei galoppatori resistenti: Samoiedo, Siberian nativi
- C2) trotto dei galoppatori veloci con arcuatura s
f uggente: Greyhound, Borzoi
- C3) trotto dei galoppatori a velocità mantenuta: Saluki
- C4) trotto dei galoppatori da salita o da montagna: Levriero fA gano aborigeno
- C5) trotto dei galoppatori pesanti di grande taglia: Irish Wolf hound, Alano
CLASSIFICAZIONE NEL GRUPPO DI
TROTTO DEL CARLINO
•
D) Trotto per scopi particolari (ossia di razze particolari):
•
•
•
•
- D1) trotto con arti corti:
- - D1a) trotto con anteriori avvolgenti: Bassotto, Welsh Corgi Pembroke, Scottish Terrier
- - D1b) trotto con anteriori piegati: Welsh Corgi Cardigan, Basset
- - D1c) trotto con anteriori paralleli: Cairn Terrier
• - D2) trotto con stabilità laterale e
•
- - D2a) con massimo rollio: Bulldog, Pechinese
• - - D2b) con moderato rollio: Carlino, Bouledogue Francese
•
- - D2c) con minimo rollio: Bull Terrier
•
•
•
•
•
•
- D3) trotto con azione alta dell’anteriore: Zwergpinscher, Piccolo Levriero It.
- D4) trotto con arti rigidi a trampoli: Chow Chow
- D5) Ambio rollato: Bobtail
- D6) trottatori pesanti di grande taglia: San Bernardo, Terranova
- D7) trottatori lenti di grande taglia: Bloodhound
- D8) trotto dei cani di piccola taglia (tutti con ritmo veloce ma diversi in tutto il resto): razze varie
TIPOLOGIA DEL CARLINO
Tendenze di selezione entro la razza
•
Caratteristiche specifiche delle linee di
sangue inglesi:
•
Caratteristiche specifiche delle linee di
sangue americane:
•
tipicità di razza elevata grazie ad
un’espressione meravigliosa, con
occhi grandi e perf etto disegno di
rughe
•
Testa di maggior volume ma pur
sempre solcata da rughe, che rende
più accattivante l’espressione, ma non
più tipica
•
Costruzione armoniosa
•
Taglia superiore e costruzione più
pesante, con ossatura poderosa,
diametri trasversali molto sviluppati,
solidamente impiantato sugli arti,
angolature ben marcate
•
Aspetto generale molto tipico con
forma corporea ben disegnata
•
Aspetto generalef orte e robusto,
piuttosto “multum in parvo”, con testa
molto evidente per dimensione,
insieme alquanto spettacolare
MODELLI DI TESTA DEL CARLINO FULVO
Linee inglesi
Linee americane
MODELLI DI TESTA DEL CARLINO NERO
Linee inglesi
Linee americane
MODELLI DELL’ASPETTO GENERALE DEL CARLINO
Linee inglesi
Linee americane
ALTRO MODELLO DI CARLINO AMERICANO
CON EVIDENTE TESTA VOLUMINOSA
ALTRO MODELLO DI CARLINO AMERICANO
PIUTTOSTO MASSICCIO
ALTRO MODELLO DI CARLINO AMERICANO
STRUTTURALMENTE PIÙ EQUILIBRATO
ALTRO MODELLO DI CARLINO INGLESE
CON SPICCATA FEMMINILITÀ
ALTRO MODELLO DI CARLINO INGLESE
COMPATTO ED ARMONIOSO
ALTRO MODELLO DI CARLINO INGLESE
COMPATTO ED ELEGANTE
ALTRO MODELLO DI CARLINO INGLESE
CON MAGGIOR ANGOLATURA
MODELLO DI CARLINO INTERMEDIO
MODELLO DI CARLINO
ESTREMAMENTE ALLEGGERITO
Bibliografia italiana
classica, moderna e contemporanea
per un approfondimento cinognostico
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Barbieri, Ignazio. Lezioni di Cinognostica. Edizioni Enci
Bonetti, Franco. Zoognostica del Cane. Editrice San Giorgio
Bonetti, Franco & Gorrieri, Walter. Il Cane si Muove. Editrice San Giorgio
Bordignon, Franco. La Valutazione Morfofunzionale del Cane di Razza.
Umberto Cuomo Editore
Canton, Mario. Cani e Razze Canine. Questioni di Cinotecnia
Morfofunzionale, Morfostrutturale e Morfotipologica. Antonio Crepaldi
Editore
Canton, Mario & Crepaldi, Antonio. Inchiesta sulla Cinotecnia. Passato,
Presente e Futuro degli Studi sul Cane. Antonio Crepaldi Editore
Misuraca, Lucrezio. Cinotecnia Illustrata. Editoriale Olimpia
Renai della Rena, Piero. Giudicare in Esposizione. Editoriale Olimpia
Solaro, Giuseppe. Sunto delle Lezioni di Zoognostica Canina. Edizioni Enci
Prossimamente nuova collana “Tecnologia Canina” (ideatore, curatore e
direttore di collana Mario Canton): Prontuario di Cinometria, Principi di
Locomozione, Appunti illustrati di Cinognostica, ecc.
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
e
ARRIVEDERCI
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