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The Italian fishing: a resource to protect,
disseminate and appraise
dott. Giuseppe Palma
Segretario Generale (Assoittica Italia)
Responsabile Sicurezza Alimentare e Politiche di Filiera (Federpesca)
I dati evidenziano l’evidente parcellizzazione delle aziende
ittiche italiane. Si passa da una media di 27,4 addetti per
singola impresa spagnola ai 12,7 per le aziende italiane.
Specie solitamente analizzate ai fini statistici Specie di cui viene dichiarato il consumo
Acciuga
2.Sardina
3.Sgombro
4.Sogliola
5.Orata allevata
6.Spigola allevata
7.Calamari
8.Cozze
1.
Polpi
10.Seppie
11.Vongola
12.Vongola verace
13.Gambero r.
14.Pannocchia
9.
Acciuga
2.Sardina
3.Sgombro
4.Sogliola
5.Orata all.
6.Spigola all.
7.Calamari
1.
Cozze
9.Polpi
10.Seppie
11.Vongola
12.Vongola v.
13.Gambero r.o
14.Gambero r.a
8.
Pannocchia
16.Merluzzi
17.Pesce spad.
18.Ostrica
19. Salmone
20.Sarago
21.Cernia in F.
15.
PESCA MEDITERRANEA
216.567 T
Il Quadro Nazionale
PESCA OCEANICA
10.444 T
ACQUACOLTURA PESCI
72.72520 T
ACQUACOLTURA MOLLUSCHI
165.000 T
PRODUZIONE ITTICA
464.531 T
68,86 %
IMPORT
896.000 T
34,14 %
Filetti freschi o refrigerati
29.000 T
DISPONIBILITA’ TOTALE
1.360.531 T
Filetti congelati
74.000 T
EXPORT
131.000 T
Pesci conservati
CONSUMI
1.229.531 T
Molluschi congelati
195.000 T
CONSUMI PRO CAPITE
20,5
Crostacei congelati
75.000 T
193.000 T
La pesca in Italia
Nel 2012, la flotta peschereccia italiana
composta da 14.433 pescherecci registrati, con
una stazza lorda combinata di 166 mila GT, una
potenza complessiva di 1.176 mila kW e un'età
media di 28 anni.
La dimensione della flotta peschereccia italiana è
diminuita tra il 2002 e il 2012, con il numero di
navi in diminuzione dell'11% e il 9% kW.
Nello stesso periodo totale degli occupati è
diminuito
del
26%.
La pesca in Italia
La maggior parte della flotta è la piccola flotta di scala,
che è composta da navi sotto 12m usando solo attrezzi
fissi.
Nel 2012, il numero delle imprese di pesca della flotta
italiana è pari 9142, con la stragrande maggioranza
(84%), in possesso di una sola nave. Solo il 14% delle
imprese di proprietà 2-5 pescherecci e l'1% posseduto
più di sei navi (la maggior parte dei quali rappresentato
da cooperative di pescatori). L'occupazione totale nel
2012 è stato stimato a 28.292 posti di lavoro.
La pesca in Italia
L'importo totale del reddito (composto esclusivamente
da reddito da atterraggi) generata dalla flotta nazionale
italiana nel 2012 è stato di circa € 932.000.000, in
diminuzione del 15% rispetto al 2011. Il totale dei costi
operativi sostenuti dalla flotta nazionale italiana nel
2012 è pari a 688 € milioni.
Tra il 2011 e il 2012, il totale dei costi operativi sono
diminuiti del 16%, soprattutto a causa della
significativa riduzione delle attività di pesca. L'incidenza
percentuale dei costi operativi sul reddito complessivo è
infatti passata dal 72% nel 2011 al 74% nel 2012,
raggiungendo il livello più alto negli ultimi cinque anni.
La pesca in Italia
Il
deterioramento
generale
della
performance
economica della flotta ha avuto un impatto negativo sul
costo
del
lavoro;
nel
2012
le
retribuzioni
dell'equipaggio, a causa del contratto di condivisione
del sistema, sono notevolmente diminuiti rispetto agli
anni precedenti (ad esempio, -18% rispetto al 2011).
Nel 2012, la flotta italiana ha avuto un (deprezzato)
valore stimato sostituzione di € 882.000.000, in
diminuzione del 4% rispetto all'anno precedente, una
riduzione che è principalmente a causa del calo del
numero
nave.
L’industria in Italia
Il fatturato del settore della trasformazione italiano
ammontava, nel 2012, a 2.557 miliardi di €, mentre il
valore totale della produzione (fatturato + sussidi + altri
proventi) ammontano a € 2.582 milioni.
Fatturato rappresenta circa il 99% del valore totale della
produzione. Se guardando il trend, le principali voci di
conto sembrano essere aumentati, rispetto al 2011: +
12% per il fatturato e + 35% per i sussidi.
La trasformazione del pesce italiana è caratterizzata da
un'organizzazione double-face sul mercato: da una
parte, vi è il cosiddetto settore moderno, con alcune
grandi imprese industriali, e d'altra parte c'è il settore
tradizionale,
altamente
atomizzata
e
formate
principalmente da micro, piccole e medie imprese, molte
delle quali sono organizzate su base familiare.
L’industria in Italia
In effetti, il 70% delle imprese è
rappresentato da microimprese, con
meno
di
10
dipendenti.
L’industria in Italia
L’industria in Italia
Il settore della lavorazione del pesce italiano è
fortemente dipendente dalle importazioni per quanto
riguarda l'approvvigionamento di materie prime.
In generale, l'Italia è da considerarsi
importatore netto di prodotti ittici.
un
Infatti, i mercati di pesce italiano è stato caratterizzato,
negli ultimi decenni da un aumento sostanziale della
domanda totale di prodotti ittici dovuto principalmente
all'aumento
del
consumo
pro-capite
(superiore
propensione al consumo di proteine di pesce, maggiore
focalizzazione sui prodotti più sani, standard di vita
superiore) e da un aumento della popolazione totale.
L’industria in Italia
L’industria in Italia
Nel 2012 il numero totale di imprese di trasformazione
del pesce registrati in Italia (il numero totale inclusi sia
"principali" e "non-principali" imprese) era 768 che
produce un fatturato di circa € 2800000000.
Questo numero comprende imprese di trasformazione
dei prodotti ittici come "principale" e come "non
principali" attività. Le imprese di trasformazione del
pesce come attività principale sono stati pari, nel 2012,
a 537, che rappresenta il 70% in numero e 92% in
termini di contributo al fatturato totale del settore.
D'altro canto, le imprese lavorazione di prodotti ittici
non come attività principale rappresentano, in termini
numerici, circa il 30% del totale (231) mentre
contribuiscono 8% del fatturato complessivo del settore.
L’industria in Italia
Il comparto ittico in Italia
In generale, nel 2012 si conferma la difficoltà del
settore della pesca italiana per far fronte a diverse
criticità legate non solo alla grave crisi economica,
ma anche ad alcune caratteristiche del settore, ad
esempio l'elevata dipendenza dalle importazioni di
materie prime, che spesso sono soggetti a notevoli
oscillazioni
di
quantità
e
prezzi.
Il comparto ittico in Italia
In un contesto di un mercato maturo, le industrie
hanno iniziato a differenziarsi anche la gamma di
prodotti offerti, proponendo ai consumatori nuove
referenze di prodotti che possono ulteriormente
stimolare le vendite.
Per penetrare meglio il mercato, le imprese mostrano
maggiori interessi sulla strategia di comunicazione,
con mezzi sempre più digitali di comunicazione.
Il comparto ittico in Italia:
prospettive future
• Modesti risultano gli inesistenti per aumentare la
produzione nazionale in volume e valore, sia per la
pesca, l’acquacoltura e la trasformazione;
• Fondamentali sono iniziative pubbliche e private
per promuovere il consumo di specie diverse;
• Preminente è l’interesse per la certificazione per il
settore ittico;
• L'immagine dei prodotti per il consumatore è
cambiata ma richiede maggiore supporto.
Il comparto ittico in Italia:
prospettive future
• Innovazione del sistema produttivo mediante il
coinvolgimento della ricerca scientifica;
• Ampliamento delle specie ittiche per incrementare
l’offerta di mercato;
• Predisposizione di nuove referenze commerciali;
• Alleggerire
italiane;
il
peso
burocratico
sulle
imprese
• Creare network a sostegno delle aziende;
• Creare percorsi di internazionalizzazione
comparto ittico italiano.
del
Il Discorso di Filiera
Pertanto, sempre più importante, per garantire i
principi
di
Sicurezza
Alimentare,
risulta
la
collaborazione e l ’ interazione lungo la Filiera,
vedendo nel caso specifico l’interscambio tra:
Università degli Studi di Napoli Federico II
Facoltà Medicina Veterinaria
LABORATORIO DI RICERCA ISTITUITO DALLA
FACOLTA’ DI MEDICINA VETERINARIA DI NAPOLI
La
qualità
nutrizionale
dei
prodotti
ittici
è
generalmente un aspetto trascurato, la scelta del
consumatore avviene in molti casi in relazione
alla
convenienza
economica
o
alle
proprie
abitudini, aspetto che nel caso dei prodotti ittici,
indirizza i produttori allo
che presentano una
domanda di mercato maggiore.
Molto importante, nel discorso più ampio di
“Educazione Alimentare” risulta essere l’approccio
del consumatore ai prodotti della pesca.
Vi è scarsa informazione in merito ai prodotti della
pesca per ciò che riguarda:
Sono state individuate specie
ittiche presenti in commercio,
preferendo
quelle
poco
conosciute e, soprattutto, poco
richieste dal consumatore.
È stata predisposta una
breve descrizione per
agevolare
il
riconoscimento
di
specie.
Si è passati all ’ esame
radiografico
per
individuare il numero,
la
posizione
ed
il
diametro delle lische.
È stato effettuato il
profilo
acidico
delle
specie in questione.
È stata riportata la
stagionalità
delle
specie.
Grazie dell’attenzione
Fly UP