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FAD di terza generazione

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FAD di terza generazione
La terza generazione
fad3
• Il digitale segna il passaggio alla terza
generazione
• Caratteristiche:
– Interattività
– multimedialità
Fad 3 –prima distinzione
in presenza / distanza.
1. completamente a distanza attraverso l’uso di
tecnologia (ICT: Information and Comunication
Technology),
2. misto (blended model) con un’alternanza di
lezioni in presenza e lezioni a distanza,
3. esclusivamente in presenza ma correlato di
materiale on line o supporti audio-visivi (web
enhanced teaching).
Fad 3 –prima distinzione
• Ma:
• la mera presenza di una qualche forma di
insegnamento on line non sembra
sufficiente a definire l’offerta didattica
come e-learning.
• Sono necessari anche dei servizi on line
che assicurano l’ interattività attraverso
strumenti come chat, forum, presenza di
un tutor ed esercitazioni on line
(CRUI, 2006) attualmente ci sono:.
•
•
•
•
•
FAD: formazione a distanza di seconda generazione
in cui si utilizzano supporti tecnologici i (es. la tv di
nettuno)
E-learning propriamente detto: formazione a distanza
di terza generazione con interazione on line con i
docenti, i tutor o altri studenti.
Web enhanced teaching: l’insegnamento in presenza
mantiene un ruolo prioritario e viene supportato da
materiale on line, dall’utilizzo della rete e di risorse
multimediali
FAD blended: formazione a distanza di tipo misto in
cui si alternano momenti online di autoapprendimento
di seconda generazione a lezioni in presenza.
Blended E-learning: tipologia che risulta da un mix fra
le modalità di apprendimento collaborativo in rete
tipico dell’e-learning puro con lezioni in presenza.
Prima del fad3
Non e’ mai troppo tardi
Radio elettra
Sono esempi di formazione a distanza
(sincrona – asincrona)
Ma l’interazione docente-discenti e’
inesistente
L’insegnamento e’ un passaggio di
conoscenze
Fad3
Con la rete:
• Interazione nella teleconferenza
• Comunicazione asincrona con i forum
• Ambienti interattivi e multimediali, ecc.
Formazione in rete, on line learning, elearning
FAD3
2 fasi:
•
1 una fase in cui non c’e’ ancora la rete,
si fa uso di supporti off-line
•
una fase in cui si opera on-line
FAD3 - 1
• Gia’ negli anni ’50 vengono costruiti i primi
software a uso didattico.
• Dapprima calcolatori con grandi capacita’
di calcolo a cui collegarsi mediante un
videoterminale.
http://www.users.nwark.com/~rcmahq/jclark/ibm650.htm
FAD3 - 1
• CAI (Computer aided instruction)
propone un percorso rigido, simile ad un
diagramma di flusso.
• L’organizzazione e’ gerarchica e
predeterminata.
• L’utente segue un percorso di tipo tutoriale
•
www.gamesmuseum.uwaterloo.ca/.../index.html
• Riceve un rinforzo a ogni risposta.
Fad3 - 1
• I corsi sono spesso drill and practice
• http://www.ivana.it/ad/doceboCms/index.p
hp?special=changearea&newArea=3)
• o trasposizione elettronica di testi
cartacei, utili per l’apprendimento di
contenuti specifici.
• Lento passaggio alla multimedialita’
• ancora strumenti di self-learning.
Fad3 -1
• In seguito il materiale
viene trasferito su
floppy e CD
• Diventa fruibile a casa
Fad3- 1
• Avvento degli ipertesti
– Prima testuali
– Poi multimediali
• http://it.wikipedia.org/wiki/Ipertesto
• http://www.ips.it/scuola/ipertesti.html
• Arrivano i programmi interattivi, basati sul gioco,
sulla simulazione
• http://it.wikipedia.org/wiki/Simulazione
Fad3 -1
• In ambito aziendale fino alla fine degli annni 90
vengono usati corsi di tipo testuale
• Scopo: ridurre i costi degli spostamenti delle
aule.
Ma:
• L’utente che deve apprendere in
autoapprendimento da testi, deve essere molto
motivato.
• Gli viene richiesta autonomia, impegno, anche
l’autovalutazione.
FAD3 – 2 arriva la rete
• senza Internet e’ difficile pensare a:
forme di interattivita’ tra docente e studenti
e tra studenti
• con l’interattivita’si ha – potenzialmente un mutamento dei paradigmi pedagogici:
– learning by doing
– apprendimento collaborativo e cooperativo.
Fad3-2
Il cambiamento e’ lento
• i materiali diventano facilmente aggiornabili.
• Il materiale a lungo resta prevelentemente
testuale
– Limiti di banda
– Riuso di vecchie strategie.
– Per esempio Policlinico di Milano (video-conferenza)
• Accesso a risorse lontane
fad3
• Ma l’accesso a risorse lontante puo’
implicare oltre che la fruizione, anche lo
scambio.
• E cioe’ si puo’ avere uno scambio sincrono
o asincrono di testi, audio-video.
• Nasce la CMC
• CMC – computer mediated communication
quando la comunicazione viene facilitata
dalla presenza di un ambiente condiviso.
fad3
• Si passa da una visione che da’
importanza soprattutto al trasferimento
dei contenuti,
• ad una visione che da’ importanza al
processo di apprendimento.
• Prima: Content Delivery System
• Dopo LMS
Le parole della rete: piattaforma
• Che cosa e’ una piattaforma?
• Un sistema per implementare, strutturare,
gestire le attivita’ formative svolte in rete.
• CSM (content management system) organizza i
contenuti
• LMS (learning management system) gestisce la
formazione a distanza
• LCMS (learning content management system)
attraverso una profilazione dell’utente offre a
ciascuno la sequenza giusta
Le parole della rete: Learning Object
• LEARNING OBJECTS – unita’, blocco di contenuti che
puo’ essere usato in luoghi e tempi diversi.
• Ogni blocco, autoconsistente, dovrebbe essere breve
(5-7 minuti durata audio) e puo’ contenere aspetti
multimediali, testuali, test di autoverifica e materiali di
approfondimento.
• Dovrebbero avere caratteristiche tecniche che
consentano di poter utilizzati con facilita’ su sistemi
formativi diversi.
• Attraverso delle etichette verranno descritti cosi’ da poter
venire categorizzati, e quindi essere trovabili e
riutilizzabili
Le parole della rete: aula
virtuale
• La condivisione e’ possibile con la
computer conferencing o aula virtuale
(p.w. windows netMeeting).
• Si condividono materiali e applicazioni e si
puo’ interagire su uno stesso documento
Le parole della rete:SCORM
• SCORM Sharable courseware objects
reference model
• e’ una certificazione di possibilita’ di
riutilizzo dei LO
• (si puo’ riutilizzare perche’ si va
diffondendo un linguaggio XML che
facilita la pubblicazione su ogni tipo di
supporto)
Fad3- elearning
•
l’autoapprendimento – gestione autonoma della propria formazione,
– utilizzando materiali preconfezionati per essere fruiti in posti e tempi diversi dal
luogo e dal momento di produzione,
•
ha oggi un’accezione negativa se non e’ prevista anche una dimensione
collaborativa, una costruzione condivisa e attiva della conoscenza.
•
inizia a farsi strada l’apprendimento che si basa sull’interazione tra discenti
e tra docenti e discenti.
Per apprendimento collaborativo si intende una situazione di interazione e
lavoro di gruppo che avra’ come risultato anche un apprendimento
individuale.
Docenti e discenti definiscono insieme gli obiettivi educativi e le strategie di
apprendimento da attuare.
Il tutor e’ una figura di mediazione che organizza, facilita e monitora lo
svolgimento delle attivita’.
•
•
•
elearning
• Scopo e’ lavorare (insieme) ad un problema.
• Come presentarlo e come guidare alla
soluzione?
• Parole chiave:
• centralita’ dello studente
• learning by doing
• blended learning
• strategie didattiche
centralita’ allo studente:
•
•
•
•
•
•
•
•
prima generazione i consentiva allo studente il controllo sul tempo
di fruizione
Nell’e-l si e’ cercato di aumentare la sua partecipazione alla
costruzione del contenuto.
Come?
Creando ambienti per l’esplorazione, costruendo ambienti di
tipo simulativo, spingendo alla ricerca di soluzione di
problemi.
ambienti simulativi in cui l’utente si muove per apprendere
conoscenze e comportamenti di scelta
http://it.wikipedia.org/wiki/Business_game
Nell’anchored instruction si inserisce il discente di fronte a un
problema realistico, e attraverso delle storie si forniscono i dati
necessari alla soluzione del problema che va risolto in modo
esplorativo.
(anchored instruction)http://viking.coe.uh.edu/~ichen/ebook/etit/ai.htm
http://peabody.vanderbilt.edu/projects/funded/jasper/default.html
blended learning
• Blend di (piu’ media, piu’ modelli, modalita’
sincrone e asincrone, elearning+aula)
• elearning + aula e’ la tipologia che sembra
avere piu’ diffusione (anche in azienda).
• per ragioni logistiche: chi inizia con l’elearning
(sia docente che discente), per la prima volta,
puo’ gradire un avvicinamento graduale, in cui
almeno parte delle lezioni sono in presenza, in
cui un docente presente puo’ aiutarlo
Modelli di tendenza: emotional learning
• Problema: come rendere l’elearning flessibile,
combinabile e coinvolgente?
• Ad esempio cercando di aumentare il
coinvolgimento emotivo (emotional learning),
fornendo scenari motivanti,
– stimoli visivi di forte impatto, 3d;
– usando effetti sonori, audio (ma.. noi sappiamo che ci puo’
disturbare, vedi effetto coerenza),
– mediante l’uso di schemi narrativi, che consentano anche al
discente di identificarsi con un personaggio
Trend – strategie didattiche adatte/adaptive
•
• Se ne occupa l’Instructional design.
• Blended – uso di modelli diversi per obiettivi
formativi diversi (di tipo comportamentista per
insegnare procedure, di tipo costruttivista per
aprpendere capacita’ relazionali)
• Basic – concepito da David Merril
(http://cito.byuh.edu/merrill/
merrill
• Questo modello e’ piu’ strutturato, parte da
un’analisi delle strategie didattiche e
individua i principi che sono stati verificati
da tutti - che chiama first principles.
• Individua 4 fasi:
• attivazione, dimostrazione, applicazione e
integrazione
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Learning is facilitated when the first activity in a learning cycle activates relevant prior
knowledge. Learning is facilitated when the instruction directs learners to recall, relate,
describe or apply knowledge from relevant past experience that can be used as a
foundation for the new knowledge. If learners have limited prior experience, learning is
facilitated when the instruction provided relevant experience that can be used as a
foundation for the new knowledge.
Learning is facilitated when the next activity in a learning cycle demonstrates the new
knowledge to be learned rather than merely telling information about what is to be learned.
Too much instruction merely tells information. Information is usually general, abstract and
refers to many specific situations. Learning is facilitated when instruction also shows
portrayals of the information. Portrayals are representations of a specific cases that are
concrete and that illustrate how the information applys to a single situation.
Learning is facilitated when the third activity in a learning cycle provides opportunity for
the learner to apply the new knowledge to new specific situations. Application involves
more than merely remembering information; it requires the learner to use the information
to complete specific concrete tasks or to solve specific problems. Application involves
solving whole problems or doing whole tasks and is more than merely answering
questions about one step, one action or one event in the whole.
Finally a learning cycle is completed when learners have an opportunity to integrate the
new knowledge and skill into their everyday activities. Learning is facilitated when the
instruction provides an opportunity to publicly demonstrate their newly acquired knowledge
and skill, when the instruction provides an opportunity to reflect on, discuss, or defend
their new knowledge, and when the instruction provides an opportunity for the learners to
creat, invent or explore new and personal ways to use their new knowledge and skill.
• Si usano storie (narrative learning) spesso
di tipo interattivo
• library.uml.edu/clh/mo.htm (Bringing
History Home 1840-1860)
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