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Master in Direzione delle Aziende Pubbliche
Università degli Studi di Verona Master in Direzione delle Aziende Pubbliche Statistica 10 novembre 2006 Dario Olivieri Ordinario di Statistica nell’Università di Verona Schema dell’intervento • • • • • • • La Statistica I principali indicatori e la loro efficacia Le fonti dei dati statistici Le indagini campionarie Le relazioni fra fenomeni Le previsioni demografiche Le tavole input-output 1 La Statistica • La definizione di Statistica conta almeno 150 diverse versioni che, storicamente, ricalcano l'evoluzione avvenuta nei contenuti della disciplina: – da disciplina relegata quasi esclusivamente all'analisi delle cose dello Stato, – alla concezione moderna che la vede come metodologia tipica per l'analisi dello stato delle cose. • Si tratta dunque di un insieme di metodi scientifici finalizzati alla conoscenza quantitativa dei fenomeni collettivi mediante la raccolta, l'ordinamento, la sintesi e l'analisi dei dati. • Obiettivi: – Descrivere i fenomeni collettivi – Investigare sulle relazioni fra fenomeni 2 Le fasi dell’indagine statistica • • • • • la formulazione del problema la rilevazione dei dati lo spoglio e la classificazione dei dati l’elaborazione la presentazione dei risultati 3 La rilevazione dei dati • Le fonti ufficiali – SISTAN sistema statistico nazionale • • • • • • • • Istat Ministeri Aziende Autonome Regioni Province Comuni ULSS Camere di Commercio • Banche dati ed altri sistemi informativi • Le indagini ad hoc: – Totali – Campionarie 4 Le fonti dei dati Le informazioni sul fenomeno collettivo oggetto dell’indagine possono essere già state rilevate e poste in apposite pubblicazioni o siti internet quali: •SISTAN sistema statistico nazionale – Istat – Ministeri – Aziende Autonome – Regioni – Province – Comuni – ULSS – Camere di Commercio 5 ISTAT • La sede centrale dell'Istat è a Roma. Una rete di uffici regionali rappresenta l'Istituto su tutto il territorio nazionale. In ogni regione e provincia autonoma è presente infatti una struttura che opera a stretto contatto con gli enti locali. Organi dell’Istituto sono il Presidente, il Consiglio, il Comitato di indirizzo e coordinamento dell’informazione statistica e il Collegio dei revisori dei conti. I primi due esplicano funzioni di governo; il Comstat esercita le funzioni direttive dell’Istat nei confronti degli uffici di statistica del Sistan; il Collegio dei revisori accerta la regolare tenuta della contabilità. Inoltre presso la Presidenza del Consiglio dei ministri opera la Commissione per la garanzia dell’informazione statistica con il compito di vigilare sull’imparzialità e sulla completezza dell’informazione prodotta. • WWW.ISTAT.IT 6 Banche dati e sistemi informativi Le banche dati e gli altri sistemi informativi statistici sono a carattere tematico e forniscono una visione globale e accurata del fenomeno indagato. L'accesso è di norma libero e gratuito. Le banche dati sono magazzini in cui l'utente può scegliere in base alle proprie esigenze il tipo di dati e il loro livello di dettaglio e costruire le proprie tabelle in maniera personalizzata. I sistemi informativi contengono informazioni e dati strutturati in tavole preconfezionate e scaricabili su foglio elettronico. Ogni banca o collezione di dati è corredata di metainformazioni (metodologie, classificazioni, definizioni) relative all'argomento trattato. Oltre alle banche dati e ai sistemi informativi, sono disponibili anche collezioni di dati presentati in forma di tabella. Censimento popolazione 2001 Popolazione residente, stranieri, famiglie, persone che vivono in convivenze, grado di istruzione e condizione professionale dei cittadini; consistenza numerica e caratteristiche strutturali di edifici e abitazioni. Il dettaglio è fino al livello comunale Censimento industria e servizi 2001 Imprese, istituzioni pubbliche e non profit, unità locali e addetti, suddivisi per attività economica, classe di addetti e forma giuridica. Sono disponibili confronti con i censimenti dal 1951 in poi. Il dettaglio è fino al livello comunale Censimento Agricoltura 2000 Aziende agricole, nuove attività (colture biologiche, agriturismo, artigianato), nuove tecnologie, utilizzazione dei terreni, irrigazione, allevamenti, mezzi meccanici, forza lavoro e approcci al mercato Demo: demografia in cifre Popolazione residente per età, sesso e stato civile. Sono disponibili anche informazioni sui principali fenomeni demografici: nascite, permessi di soggiorno, indice di vecchiaia, età media, mortalità, previsioni della popolazione residente 8 Banche dati e sistemi informativi Sistema di indicatori territoriali Indicatori di tipo demografico, sociale, ambientale ed economico riferito a ripartizioni, regioni, province e capoluoghi. Il sistema è articolato in 15 aree informative Coeweb: statistiche del commercio estero Merci importate ed esportate da e nei Paesi che commerciano con l’Italia. I dati, aggiornati mensilmente, sono disponibili dal 1991 ad oggi ConIstat: statistiche congiunturali Più di 11 mila serie storiche su prezzi, attività delle imprese, occupazione, retribuzioni, commercio estero e conti economici. L’interrogazione è possibile in base a settore di attività economica, gruppo di prodotto, voce del Sistema europeo dei conti Disabilità in cifre Numero di disabili, istruzione e integrazione scolastica, turismo accessibile, sindrome di Down e altri aspetti della disabilità. Il sistema è utilizzabile anche dalle persone diversamente abili Indicatori socio-sanitari regionali Sistema sanitario e salute nelle regioni italiane: salute, stili di vita e fattori di rischio; risorse impegnate dal SSN, domanda di assistenza sanitaria; indicatori di contesto demografico, sociale ed economico; stato di salute dell’ambiente Health for All - Italia Oltre 4.000 indicatori su sanità e salute: contesto socio-demografico, mortalità per causa, malattie croniche e infettive, condizioni di salute e speranza di vita, disabilità, assistenza sanitaria, attività ospedaliera, risorse sanitarie Dati congiunturali sull'agricoltura e zootecnia Coltivazioni, macellazione carni rosse e bianche, import-export bestiame, mezzi di produzione, pesca, caccia, floricoltura, forestali, lattiero caseario, agriturismo, consistenza del bestiame Statistiche per le politiche di sviluppo Informazioni e indicatori territoriali prodotti a supporto dell'attività di valutazione e programmazione prevista nell'ambito dei Fondi strutturali 2000-2006 9 Banche dati e sistemi informativi FMI - National Summary Data Page Pagina riassuntiva contenente i dati più aggiornati e significativi prodotti da Istat, Banca d’Italia, Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ufficio Italiano dei Cambi secondo gli standards richiesti dal DSBB del Fondo Monetario Internazionale Cultura in cifre Principali istituzioni culturali, pubbliche e private e servizi erogati con riferimento al settore dell’editoria, biblioteche, archivi, musei, gallerie, monumenti e scavi, sport, spettacoli, cinema, radio e televisione SIA: sistema di indagini sulle acque Statistiche sulle acque prodotte dall’Istat e, in particolare, dati ricavati dal Sistema di indagini sulle acque 1999. Il riferimento minimo territoriale è rappresentato da comuni e bacini idrografici Sistema Informativo Territoriale sulla Giustizia Tutte le statistiche sulla giustizia prodotte dall’Istat. Sono presenti le principali pubblicazioni, schede informative sulle indagini, glossario dei termini statistici utilizzati, normativa di riferimento Rivalutazioni monetarie Indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) al netto dei consumi di tabacchi: coefficienti di rivalutazione monetaria e variazioni percentuali Dati congiunturali Si rendono disponibili i principali indicatori statistici diffusi dall'Istituto in corrispondenza della emissione dei comunicati stampa sulla congiutura economica 10 www.ministerosalute.it “ANNUARIO STATISTICO del Servizio Sanitario Nazionale” (Attività gestionali ed economiche delle ASL e Aziende Ospedaliere) Annuario 2004 Annuario 2003 Annuario 2002 Annuario 2001 Annuario 2000 Annuario 1999 Annuario 1998 Annuario 1997 "Personale delle ASL e degli Istituti di Cura Pubblici" Anno 2004 Anno 2003 Anno 2002 Anno 2001 Anno 2000 Anno 1999 Anno 1998 Anno 1997 11 www.ministerosalute.it "Compendio del Servizio Sanitario Nazionale" Compendio 2001-2003 Compendio 1998-2001 Compendio 1996-1997 Compendio 1991-1995 "ICD 10 - Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie e dei Problemi Sanitari Correlati " Studi monografici Certificato di assistenza al parto (CeDAP). Analisi dell'evento nascita - anno 2003 (formato pdf) Certificato di assistenza al parto (CeDAP). Analisi dell'evento nascita - anno 2002 (formato pdf) Rapporto di riabilitazione - 2003 (formato pdf) Attività di rilevazione nel settore tossicodipendenze - anno 2002 Stato di salute e prestazioni sanitarie nella popolazione anziana - 2000 (formato pdf) Indagine sui servizi di diagnostica per immagini presenti nelle strutture di ricovero e cura pubbliche e private accreditate -2000 (formato doc) Il ricovero ospedaliero degli stranieri in Italia nell'anno 2000 (formato pdf) 12 www.ministerosalute.it Un esempio Personale delle ASL e degli Istituti di Cura Pubblici - anno 2004 La presente pubblicazione monografica costituisce una fotografia, per l’anno 2004, della disponibilità del personale operante nelle strutture pubbliche del Servizio Sanitario Nazionale - Aziende Sanitarie Locali, strutture di ricovero pubbliche ed equiparate. Lo studio è stato realizzato dall’ufficio di statistica attraverso l’elaborazione dei dati del Sistema Informativo Sanitario, trasmessi attraverso la rete di collegamento dati fra Aziende Sanitarie, Regioni e Ministero della Salute. Il volume fornisce dati statistici aggregati per tipologia di istituto. Questi, in particolare, gli argomenti in essa raccolti: Premessa Personale dipendente del Servizio Sanitario Nazionale Personale dipendente delle Aziende Sanitarie Locali Personale delle strutture di ricovero e cura pubbliche Personale delle Aziende Ospedaliere Personale degli Istituti di ricovero e cura gestiti direttamente dalle A.S.L. Personale delle Strutture di ricovero equiparate alle pubbliche Personale dei Policlinici universitari Personale degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico Personale degli Ospedali classificati Personale degli Istituti di cura privati qualificati presidio delle A.S.L. Personale degli Enti di ricerca La pubblicazione Personale delle A.S.L. e degli Istituti di Cura Pubblici - anno 2004 è disponibile in formato "PDF" (544 KB) ed è possibile visualizzarla oppure trasferirla sul proprio disco rigido. 13 www.regione.veneto.it Statistica News Rapporto Statistico 2006: Presentazione 25 luglio 2006 in Venezia presso la Scuola S. Giovanni Evangelista Home > Temi Istituzionali > Statistica > Statistica Verso gli obiettivi di Lisbona: statistiche flash giugno 2006 e slides Pubblicazione: Atlante di mortalità regionale Anni 1981-2000 __________________ 14 www.regione.veneto.it Pubblicazioni Le nostre pubblicazioni Dati settoriali I dati del Veneto per settore Ultimi aggiornamenti dati settoriali: •commercio estero al primo semestre 2006 •movimento anagrafico a tutto il 2005 •imprese, unità locali e addetti - dati censuari •turismo a tutto il 2005 •popolazione residente nel Veneto per sesso, età e stato civile al 31/12/2004 15 www.provincia.verona.it Servizi Socio-Culturali Iniziative di politiche giovanili 2006 Contiene documenti inerenti interventi e iniziative di politiche giovanili Affidamento servizio attività didattico-integrativa per ipovedenti e audiolesi Contiene documenti afferenti il servizio di attività didattico-integrativa per ipovedenti e audiolesi affidato alla ATI tra le società cooperative Servizi Socio Culturali di Marghera e L'Alba di Vicenza. Determinazioni anno 2006 Contiene tutte le determinazioni dei Servizi Socio-Culturali numerate nell'anno 2006 Politiche per la Famiglia Contiene documenti relativi alle politiche familiari per l'anno 2006 U.O. Istruzione 16 [email protected] Competenze L'Ufficio comunale di Statistica fa parte del Sistema Statistico Nazionale (SISTAN). Attua le rilevazioni comprese nel Programma Statistico Nazionale (PSN) e le rilevazioni promosse dall'Amministrazione comunale per proprie esigenze conoscitive, curandone la pubblicazione sul sito e in forma cartacea disponibile per l'acquisto. In primo piano Calendario diffusione Indice Provvisorio Intera Collettivita' (NIC) ====>> NOTIZIE FLASH<<==== Indice Famiglie Operai ed Impiegati (FOI) CENSIMENTI 2001 Indagine sui tempi della famiglia: il percorso casa/scuola dei bambini Indagine sugli orari del Commercio 17 [email protected] » Censimenti Analisi dati censuari delle abitazioni, edifici, popolazione per zone territoriali omogene » Collana Prezzi Rilevazione Prezzi al Consumo » Collana Annuari ISSN 1825-0440 Analisi della popolazione residente. aspetti socio-demografici ed altro Popolazione e comportamenti sociali ISSN 1824-8675 » Collana Indagini e sondaggi effettuati per l'Amministrazione Comunale e/o altri richiedenti 18 [email protected] » Indagine sui tempi della famiglia: il percorso casa/scuola dei bambini I risultati del questionario sottoposto alle famiglie » Organizzazione Ufficio Organizzazione dell'ufficio di Statistica » Calendario diffusione Indice Provvisorio Intera Collettivita' (NIC) » Rilevazioni nell'ambito del Programma Statistico Nazionale (PSN) Rilevazioni eseguite dall'Ufficio Statistica presenti nel PSN » Riferimenti normativi Norme inerenti alla Privacy e segreto statistico » Pubblicazioni disponibili ed in vendita presso l'Ufficio di Statistica Sono pubblicazioni dell'Ufficio di Statistica relative alle rilevazioni del PSN e indagini eseguite per conto dell'Amministrazione » Link utili 19 www.ulss20.verona.it Relazioni sanitarie Anno 2001 (581Kb) Anno 2002 (860Kb) Anno 2003 (831Kb) Anno 2004 (1,00Mb) Anno 2005 (1,25Mb) 20 www.verona.camcom.it Presentazione del Servizio Studi e Ricerca Sportello per l’informazione economico-statistica E’ organo del Sistema Statistico Nazionale (SISTAN) e collabora con l’Istat e con il Ministero delle Attività Produttive nella realizzazione di indagini statistiche sul territorio provinciale e comunale (opere pubbliche ed attività edilizia, forze di lavoro, pesca, consumi delle famiglie, grande distribuzione). Funziona da centro di diffusione di informazioni statistiche, tra le quali si segnalano: l’indice Istat dei prezzi al consumo e l’indice dei prezzi di costruzione di un fabbricato. In occasione dei censimenti generali svolge il compito di Ufficio Provinciale del Censimento e coordina l’attività censuaria dei comuni della provincia. Collabora con Unioncamere per l’effettuazione di varie indagini, tra cui la rilevazione a livello provinciale dei dati sulla domanda di lavoro e di figure professionali nell’ambito del Progetto Excelsior. E’ impegnato, assieme all’Unione regionale delle Camere di Commercio del Veneto, nella predisposizione dell’indagine trimestrale sull’andamento della congiuntura nelle industrie manifatturiere della provincia veronese. Redige, con cadenza semestrale, il Bollettino di Statistica della Provincia di Verona, un utile e ricco strumento informativo della realtà economica della provincia, distribuito gratuitamente in oltre 1.000 copie. Grazie al collegamento con banche-dati interne delle Camere di Commercio, è in grado di soddisfare le richieste di dati ed elaborazioni statistiche sulla demografia delle imprese e 21 sulla struttura produttiva della realtà provinciale, ai fini di ricerca o di studio. www.verona.camcom.it Centro Studi Si pone l’obiettivo di promuovere la conoscenza delle dinamiche socioeconomiche del territorio veronese attraverso la realizzazione di studi ed indagini su tutti gli aspetti dell’economia locale. Svolge una intensa attività di raccolta di dati, informazioni al fine di diffondere tra gli operatori locali sia pubblici che privati un patrimonio di conoscenze che siano un efficace strumento di azione per sostenere e sviluppare l’interesse generale delle imprese e della collettività. Nel corso dell’anno, vengono organizzati - presso la sede camerale - numerosi convegni ed incontri di presentazione dei risultati delle ricerche realizzate. Per informazioni rivolgersi a: Servizio Studi e Ricerca – CCIAA di Verona: tel. 045-8085855/854/796/725 Comunicazione Indice dei prezzi al consumo: Indirizzo: Corso Porta Nuova, 96 – IV° piano tel.045-8085851, fax: 045-8085881 E-mail: [email protected] Orari: dal lunedì al venerdì dalle 8.45 alle 12.30; lunedì e giovedì anche dalle 15.00 alle 16.30. 22 www.verona.camcom.it Dati e statistiche Indice Istat dei prezzi al consumo Il bollettino semestrale Banche dati statistiche Studi e ricerche 2006 Studi e ricerche ante 2006 Statistiche news Istat - Ateco 2002 23 www.un.org For 228 countries or areas, regions and the world, the wall chart presents comparable indicators including absolute and relative numbers of the older population, proportions currently married, living alone and in the labour force among both older men and women, the sex ratio of populations aged 60 and over and 80 and over, the potential support ratio, the statutory retirement age for men and women and life expectancy at age 60 for men and women. The new chart updates the wall chart Population Ageing 2002 and adds information on the percentage of older persons who live alone. 24 Qualora non esistano fonti da cui attingere le informazioni sul fenomeno collettivo (o qualora tali fonti siano incomplete o insufficienti) è necessario programmare un’indagine ad hoc che si articola nelle fasi precedentemente richiamate • • • • • la formulazione del problema la rilevazione dei dati lo spoglio e la classificazione dei dati l’elaborazione la presentazione dei risultati e sulle quali, in specie su quella che prevede l’elaborazione dei dati, pare opportuno qualche richiamo 25 I fondamentali indici statistici descrittivi • • • • Indici di localizzazione o valori medi Indici di variabilità Indici di simmetria Indici di appiattimento e la loro adeguatezza 26 m xi n Le medie La media aritmetica xf m f i i i Ciascun componente di un gruppo di n persone percepisce un reddito mensile di € xi ( € 1.000 al primo; € 2.000 al secondo; € 3.000 al terzo) In totale dunque il reddito complessivo sarà la somma dei redditi individuali (€ 6.000) La media aritmetica divide in parti uguali il totale. (m = € 2.000) Dunque assegnando a ciascuno la stessa quota del totale (€ 2.000) la somma dei redditi permane inalterata. L’adozione generalizzata di questa tecnica di sintesi è adeguata a rappresentare correttamente le diverse situazioni operative ? 27 L’adeguatezza delle medie Qual è il miglior rendimento per un investimento triennale che prevede il ritiro del montante alla fine del periodo in presenza delle seguenti 3 proposte che indicano i tassi a cui capitalizzare annualmente gli interessi maturati ? a) b) c) 10% nel 1° anno; 30% nel 1° anno; 20% nel 1° anno; 20% nel 2° anno; 20% nel 2° anno; 20% nel 2° anno; 30% nel 3° anno 10% nel 3° anno 20% nel 3° anno Ovvia appare l’equivalenza fra le 3 proposte seguendo l’indicazione della media aritmetica. Ma esaminando il risultato (montante) alla fine del periodo, supponendo di investire il capitale C … a) C 1,10 1,20 1,30 C 1,716 C 1 x 3 ; b) C 1,30 1,20 1,10 C 1,716 C 1 x 3 ; c) C 1,20 1,20 1,20 C 1,728 C 1,20 3 ; 1 x 3 1,1 1,2 1,3 1,1972 1 x 3 1,3 1,2 1,1 1,1972 1 x 1,20 ; x 19 ,72% ; x 19 ,72% ; x 20% Dovendo sintetizzare grandezze moltiplicative la media adatta risulta la media geometrica m x1 x2 xn n 28 m fi x1f1 x2f2 xnfn L’adeguatezza delle medie 28a L’applicazione della legge sull’equo canone prevedeva che il tasso anno medio di crescita della popolazione residente nell’ultimo quinquennio superasse un certo livello (8,5%). La situazione di un dato Comune era quella presentata nella tabella Anno 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Popolazione Indici* 4.000 4.400 110,0 4.600 104,5 4.500 97,8 5.000 111,1 6.000 120,0 tot. 543,48 * Indici a base mobile media = 543,48 / 5 = 108,697 Il tasso annuo medio di variazione - secondo il locatore risultava dell’8,477% (m. geometrica) - secondo il locatario risultava dell’8,697% (m. aritmetica) Chi aveva ragione ? Si osservi anzitutto che: 4.000 x 1,10 = 4.400 4.400 x 1,045= 4.600 4.600 x 0,978 = 4.500 4.500 x 1,111= 5.000 5.000 x 1,20 = 6.000 4.000 1,1 1,045 0,978 1,111 1,20 6.000 per avere lo stesso risultato 4.000 1,1 1,045 0,978 1,111 1,20 4.000 (1 x) 5 6.000 (1 x) 5 1,1 1,045 0,978 1,111 1,20 1 x 5 1,1 1,045 0,978 1,111 1,20 1,08477 La verifica dell’adeguatezza di ciascuna proposta richiede che la sintesi media rifletta la situazione reale che vede una popolazione iniziale di 4.000 unità diventare di 6.000 in 5 anni a) Proposta del locatore: 5 4.000 (1,08477 ) 4.000 1,5 6.000 b) Proposta del locatario: 4.000 (1,08697 ) 5 4.000 1,51732 6.069 Conclusione: dovendo sintetizzare grandezze moltiplicative la media adatta risulta la media geometrica m n x1 x2 xn L’adeguatezza delle medie Un ciclista percorre un km alla velocità di 20 km/h ed un secondo km alla velocità di 30 km/h. Qual è la velocità media tenuta nei 2 km? Un primo approccio (superficiale) potrebbe indurre all’applicazione della media aritmetica sui due valori 20 e 30, col risultato di una velocità media di 25 km/h. Risultato contraddetto dalla realtà dei fatti che, con tale scelta, verrebbero travisati. Infatti, per percorrere: n. 1 km. alla velocità di 20 km/h si impiegano 3 minuti n. 1 km. alla velocità di 30 km/h si impiegano 2 minuti In totale dunque 5 minuti per percorrere 2 km. Questa situazione reale, riportata in termini di media oraria, conduce a 24 km/h ! 2 km : 5 min = x km : 60 min x= 24 km/h In altri termini pedalando a 25 km/h per 2 chilometri non si impiegano 5 minuti ma un tempo inferiore Dovendo sintetizzare grandezze inversamente proporzionali la media adatta risulta la m n media armonica 1 xi m f f x i i i 29 30 L’adeguatezza delle medie I comuni A, B, C, D e E si collocano lungo un’autostrada al km. indicato nella colonna xi della tabella. Dove si potrebbe collocare la stazione di accesso per rendere minima la distanza da percorrere per fruire dell’autostrada ? (si supponga che i Comuni abbiano la stessa popolazione) Comune Km=x i | x i -100 | | x i -40 | | x i -20 | | x i -30 | | x i -29 | | x i -31 | A 0 100 40 20 30 29 31 B 10 90 30 10 20 19 21 C 30 70 10 10 0 1 1 D 60 40 20 40 30 31 29 E 100 0 60 80 70 71 69 200 300 160 160 150 151 151 - La distanza complessiva da percorrere se la stazione fosse nel punto: A (km.0) sarebbe 200 km; E (km.100) sarebbe 300 km; Media aritmetica (40km) sarebbe 160 km; C (km.30) sarebbe 150 km; al km. 29 sarebbe 151 km; al km. 31 sarebbe 151 km La soluzione non rientra fra le medie esaminate in precedenza ma richiede di ordinare i valori e di scegliere il termine che occupa la posizione centrale: tale valore è definito come mediana (nel caso in esame risulta 30 e riduce al minimo -150- le distanze) me x( n 1 ) / 2 xn / 2 me xn / 21 Come appare dalle argomentazioni precedenti la scelta della media adatta a rappresentare un insieme di valori o adeguata per assumere decisioni coerenti richiede l’applicazione di tecniche specifiche. Ma anche di fronte a scelte corrette la media, da sola, risulta del tutto insufficiente a descrivere compiutamente i fenomeni collettivi se non viene, quanto meno, associata ad un opportuno indicatore capace di esprimerne la capacità informativa. Quest’ultima caratteristica sarà tanto più elevata quanto più vicini alla media saranno i valori assunti dal fenomeno e tanto più scarsa quanto più i dati risultano dispersi e distanti rispetto al valore medio. Queste considerazioni evidenziano la necessità di associare alla media adottata per sintetizzare la localizzazione di una variabile un opportuno indice di variabilità che descriva l’errore medio implicito nella media. Il più usato fra questi indici è lo scarto quadratico medio (deviazione standard) che esprime, usando la stessa unità di misura dei dati, di quanto oscillano i valori attorno alla media x i m n 2 x m f i 2 fi i 31 Calcolo dello scarto quadratico medio (deviazione standard) esprime, con la stessa unità di misura dei dati, di quanto oscillano i valori attorno alla media Famiglie per numero di componenti N. comp. freq. x f 1 40 2 xf errore err. ponderato (x-m) (x-m) f (x-m)2 (x-m)2 f 40 -1,6 -64 2,56 102,4 105 210 -0,6 -63 0,36 37,8 3 50 150 0,4 20 0,16 8 4 30 120 1,4 42 1,96 58,8 5 20 100 2,4 48 5,76 115,2 6 5 30 3,4 17 11,56 57,8 250 650 media= 2,6 x 0 Varianza= 1,52 i m n errore quadratico s.q.m.= 380,0 1,23 2 compon. x m f i i 2 fi 31a Da quanto precede emerge che la descrizione minima di un fenomeno quantitativo richiede di conoscere almeno: - la media - lo scarto quadratico medio Ma questa sintesi minima diventa completa (nel senso che consente di conoscere tutte le caratteristiche del fenomeno) in presenza di distribuzioni normali ovvero in una grande varietà di situazioni operative (anche se non sempre) f(x) Distribuzione normale di media m e s.q.m. s s 0 x m 32 Le relazioni tra fenomeni Qualitativi o misti: analisi della connessione Quantitativi: analisi della correlazione 33 Le relazioni tra fenomeni qualitativi Analisi della connessione fra due caratteri qualitativi Per analizzare gli eventuali effetti che un carattere qualitativo A, che assume r modalità A 1, A2, …, Ar può esercitare su di un secondo fenomeno B, che, a sua volta, può assumere c modalità B1, B2, …, Bc si può procedere attraverso le seguenti fasi: Tab. 1. Distribuzione congiunta dei caratteri A e B . 1) la rilevazione congiunta delle frequenze dei due caratteri; Car. A A1 A2 ... Ai ... Ar tot. Carattere B ... Bj ... f 1,j ... f 2,j B1 f 1,1 f 2,1 B2 f 1,2 f 2,2 f i,1 f i,2 ... f r,1 f .1 f r,2 f .2 ... ... tot ... ... ... Bc f 1,c f 2,c f 1,. f 2,. f i,j ... f i,c f i,. f r,j f .j ... ... f r,c f .c f r,. N 2) la costruzione di un modello teorico di indipendenza; r 3) il confronto fra l'osservazione e l'ipotesi di indipendenza; 4) nel caso di relazione non accidentale, la determinazione di un opportuno indice di connessione. c 2 ( f i , j f i *, j ) 2 i 1 j 1 0C 2 f i *, j k 1 2 N k 1 34 Le relazioni tra fenomeni qualitativi Esempio di Analisi della connessione Ai fini della programmazione edilizia universitaria si analizzare l’eventuale connessione fra la scuola di provenienza e la facoltà scelta. 1) la rilevazione congiunta delle frequenze dei due caratteri; 2) la costruzione di un modello teorico di indipendenza; Diploma di maturità e facoltà universitaria Tipo di Facoltà tot. diploma Scient. Econ. Uman. Liceo 100 50 0 150 Istit.Tecn. 50 200 20 270 Altro 30 50 100 180 tot. 180 300 120 600 Ipotesi di indipendenza Tipo di Facoltà diploma Scient. Econ. Uman. Liceo 45 75 30 Istit.Tecn. 81 135 54 Altro 54 90 36 tot. 180 300 120 tot. 150 270 180 600 Calcolo del test chi quadrato frequenze 3) il confronto fra l'osservazione e l'ipotesi di indipendenza; r c 2 i 1 j 1 ( f i , j f i *, j ) 2 f i *, j 4) nel caso di relazione non accidentale, la determinazione di un opportuno indice di connessione. 2 k 0C 1 2 N k 1 C 2 fi 100 50 0 50 200 20 30 50 100 600 f i* 45 75 30 81 135 54 54 90 36 600 (f i -f i *) 2 (f i -f i *) 2 /f i * 3025 625 900 961 4225 1156 576 1600 4096 67,22 8,33 30,00 11,86 31,30 21,41 10,67 17,78 113,78 312,35 k 312,3 3 0,716 71,6% 312,3 600 2 2 N k 1 35 Le relazioni tra fenomeni quantitativi Analisi della correlazione fra due o più variabili Quando la rilevazione statistica determina su una stessa unità elementare due o più caratteri quantitativi, l’interesse di determinare le relazioni fra le quantità osservate può trovare una sua soluzione analitica nella proposta di un modello funzionale yi' f ( x1,i , x2 ,i ,..., xr ,i ) nel quale si ipotizzi che la variabile y dipenda da una serie di variabili indipendenti o esplicative o predittive x1 , x2 , ..., xr . Nel caso più semplice, l’analisi multivariata si riduce alla considerazione di due sole variabili il cui modello teorico postula la grandezza y in funzione di una sola variabile esplicativa x, secondo la relazione y ' f ( x) Le fasi della rappresentazione analitica La costruzione di un modello teorico che ponga una variabile dipendente y in funzione di una o più variabili esplicative o esogene o predittive si articola in diverse fasi che fig.2: y = a + b / x + c x fig.1: y=a+bx richiedono: 25 20 15 10 1) la rilevazione congiunta dei valori osservati; 5 x x 0 0 1 2 3 4 5 0 5 12 2) la scelta del tipo di funzione; 28 fig.3: fig.4: y=a x 10 15 20 a y f b c e dx 8 18 3) il calcolo dei parametri incogniti; 4 8 x x -2 0 1 2 3 4 4) l’utilizzo del modello (dopo la verifica della bontà di adattamento) 0 5 1950 2050 2150 36 Le relazioni tra fenomeni quantitativi Analisi della correlazione fra due o più variabili Esempio: Previsione (sintetica) dell’ammontare della popolazione residente nel Comune di Verona (P) in funzione del tempo ( t ) La costruzione del modello teorico richiede: 1) la rilevazione congiunta dei valori osservati; t' 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 t P 0 821.563 1 829.501 2 827.328 3 838.221 4 849.999 5 860.796 6 870.122 21 5.897.530 t2 0 1 4 9 16 25 36 91 tP 0 829501 1654656 2514663 3399996 4303980 5220732 17923528 2) la scelta del tipo di funzione; Popolazione Comune Verona / 1.000 900 P' a b t 875 850 825 800 0 1 2 3 4 5 6 7 3) il calcolo dei parametri incogniti; na b t P 7 a 21t 5.897.530 a 817.761 2 a t b t tP21a 91b 17.923.528 b 8.248 P' 817.761 8.248 t 4) l’utilizzo del modello a scopo previsivo t 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 P 821,6 829,5 827,3 838,2 850,0 860,8 870,1 ? ? ? ? ? ? ? P' 817,8 826,0 834,3 842,5 850,8 859,0 867,2 875,5 883,7 892,0 900,2 908,5 916,7 925,0 37 Quando non esistono o sono inadeguate le fonti da cui attingere le informazioni è necessario rilevare i dati con un’indagine totale o, più spesso, mediante un’indagine campionaria 38 Schema • • • • Indagini totali e campionarie I campioni rappresentativi I problemi delle indagini campionarie I piani per Attributi: Premesse metodologiche I criteri di scelta delle unità campionarie Il miglioramento delle stime L’errore campionario La dimensione campionaria • Cenni sui piani per variabili 39 Indagini totali e campionarie Il dato statistico • Nella fase di rilevazione dei dati, svolta mediante la raccolta delle informazioni secondo le modalità definite nella fase preparatoria in modo da ottenere, su ogni unità statistica, quelle caratteristiche che costituiscono l'oggetto dell'indagine, si possono raccogliere: – A) Caratteri qualitativi o Attributi, individuabili mediante aggettivi indicanti il possesso di certe proprietà o di determinate caratteristiche qualitative presenti nell'elemento a cui si riferiscono (maschio, femmina, stato civile, titolo di studio, professione, ecc.). – B) Caratteri quantitativi o Variabili. Molti fenomeni si possono cogliere misurandone l'intensità per mezzo di una opportuna unità di misura. Il dato statistico che scaturisce da questa operazione sarà dunque un valore (altezza, età, peso, reddito, saldo del c/c, importo fatturato, ecc.) 40 Indagini totali e campionarie % • La fase di rilevazione dei dati può essere: Totale, ovvero cogliere tutte le unità che costituiscono la popolazione (insieme sotto osservazione costituite da elementi omogenei rispetto ad uno o più caratteri); Parziale o Campionaria quando raccoglie solo una parte della popolazione. • Riguardo alla dimensione della popolazione (in senso statistico) si considera: Popolazione infinita quella costituita da un numero talmente grande di unità da non essere precisabile nel suo ammontare, o quella virtuale; comunque ai fini operativi si considera infinita quando supera le 10.000 unità (per alcuni sopra le 100.000); Popolazione finita se costituita da meno di 10.00 unità (per alcuni meno di 100.000). 41 I campioni rappresentativi Le indagini campionarie trovarono un formidabile impulso negli Stati Uniti ancora a partire dai primi decenni del secolo scorso, grazie all’impegno di alcuni pionieri che applicarono le prime tecniche delle ricerche di mercato ai sondaggi d’opinione, ottenendo risultati che allora apparivano incredibili. Al riguardo si pensi che un’agenzia di ricerca divenuta famosa, la Gallup, riuscì a prevedere nel 1936 la vittoria di Roosevelt su Landon nelle elezioni presidenziali con un sondaggio statistico rigoroso basato su circa 1.000 interviste. Il risultato apparve tanto più strabiliante per il fatto che una rivista allora in voga, la Literary Digest, aveva spedito un questionario sull’esito elettorale a 10 milioni di persone, selezionate dagli elenchi telefonici e dagli elenchi dei possessori di automobili. Il 57% dei 2,4 milioni di risposte assegnarono la vittoria a Landon che poi ebbe le preferenze del 38,5% degli elettori. La ragione del risultato fallimentare, che da allora rappresenta un classico su come non si debba progettare un’indagine campionaria, va ricercata nella non rappresentatività dei destinatari del questionario postale, la cui composizione era troppo sbilanciato a favore delle classi sociali più agiate. 42 I campioni rappresentativi % Criteri che orientano la scelta delle unità campionarie: Campioni a scelta ragionata. La selezione delle unità campionarie viene affidata al giudizio del rilevatore o di un esperto del fenomeno su cui si indaga. Proprio per la mancanza di una rigorosa definizione dei criteri di scelta, dipendenti di volta in volta dalla valutazione personale, sull’affidabilità delle stime ricavabili con questi tipi di campioni, denominati anche non probabilistici, risulta impossibile esprimere un qualunque giudizio: non sono dunque campioni rappresentativi. Campioni probabilistici. Si tratta di campioni nei quali ogni unità della popolazione viene selezionata in modo che presenti la stessa probabilità (o comunque una probabilità nota) di apparire nel campione. Il fatto che non sussistano criteri preferenziali nella scelta e che la numerosità campionaria sia adeguata, conferisce ai campioni probabilistici il carattere della rappresentatività statistica. Ne consegue la possibilità di affrontare i temi inferenziali mediante l’ausilio del calcolo delle probabilità sia nella fase della progettazione del piano, sia nella elaborazione delle informazioni, sia nell’estensione dei risultati alla popolazione. 43 Principali tipi di campioni probabilistici: •Campionamento casuale semplice. Ogni unità appartenente alla popolazione ha la stessa probabilità di presentarsi nel campione. L’estrazione casuale è il criterio base adottato, sia pure con modalità diverse, anche in tutti gli altri campioni probabilistici. • Campionamento stratificato. Scompone la popolazione in gruppi (strati) omogenei secondo un opportuno criterio di selezione (per genere, per classe d’età, per luogo di residenza, per titolo di studio, ecc.) estraendo poi tanti campioni casuali quanti sono gli strati. •Campionamento sistematico. La tecnica di selezione prevede l’estrazione casuale solamente della prima unità mentre le altre vengono determinate in modo automatico secondo una legge ricorrente. •Campionamento a grappoli. Suddivide la popolazione in gruppi (grappoli) estraendo prima il grappolo e successivamente ispezionando le unità in esso contenute (prima si estrae a caso la confezione con più prodotti; poi si esaminano le unità contenute nella confezione scelta). •Campionamento a più stadi. La popolazione e divisa in unità primarie (regioni), secondarie (province), terziarie (Comuni). Si estrae a caso dal 1° stadio, poi dal 2°, poi dai successivi fino all’ultimo ove si trovano le unità elementari. •Campionamento sequenziale •Campionamento a risposta casualizzata … 44 I problemi delle indagini campionarie • Come scegliere le unità • Quante unità inserire nel campione • Definire i margini di errore delle stime 45 I problemi delle indagini campionarie Nel seguito si tratterà: di campioni puramente casuali (con cenni a quelli sistematici e stratificati) di Piani di campionamento per Attributi (con cenni a quelli per variabili). Le risposte ai 3 problemi posti in precedenza (criteri di scelta, dimensione ed errore campionario) richiedono una premessa di ordine metodologico. 46 Aspetti metodologici Composizione Popolazione 100% 90% Definizione dello scenario di riferimento 70% 60% 50% 40% •Popolazione costituita da N unità (tot. famiglie) N-C 80% C 30% 20% 10% 0% •di cui C con un certo carattere (fam. con minori) Se fosse possibile l’indagine totale la composizione della popolazione sarebbe descritta dalla proporzione in cui è presente il carattere costruita come rapporto fra: • il numero C di unità aventi il carattere di interesse C p • ed il totale N (con 0 p 1) N q = 1 – p = probabilità contraria (fam. senza minori) 47 Aspetti metodologici Definizione dello scenario di riferimento • Popolazione costituita da N unità (tot. Famiglie = t.F) • di cui C con un certo carattere (famiglie con minori = f.c.) Non potendo (o non volendo) effettuare l’indagine totale si opta per: • l’estrazione casuale di un campione esaustivo di n unità; • la determinazione del numero x di elementi camp. con il carattere; • la stima della composizione della popolazione (p) mediante il rapporto (frazione di f.c su t.F nel campione) x p' n ; 1 2 x n 1 p' 0 , , , , , ,1 n n n n Questi risultati sono equiprobabili ? Se non lo sono quali regole seguono ? Quale errore di stima implicano? 48 Considerazioni sull’errore medio di stima nel caso di Popolazione infinita E( p' ) pq n •È indipendente dalla dimensione della popolazione! Dunque, a parità di n, l’errore è equivalente su una popolazione di N=100.000 o 1.000.000 o … •Dipende solo da: •Dimensione campionaria (relazione inversa e quadratica) Si può fissare a piacere ma, per dimezzare l’errore, bisogna quadruplicare il campione … •Composizione della popolazione (parametro p) È indipendente dall’operatore ma … 49 Aspetti metodologici Considerazioni sull’errore medio di stima nel caso di Popolazione infinita E( p' ) pq n È correlato con la composizione della popolazione (parametro p) Quindi è indipendente dall’operatore ma … n=100 p% E(p')% 0-100 0,00 5-95 2,18 10-90 3,00 15-85 3,57 20-80 4,00 25-75 4,33 30-70 4,58 35-65 4,77 40-60 4,90 45-55 4,97 50 5,00 La situazione peggiore si verifica per p=q=50% ! 50 Aspetti metodologici Considerazioni sull’errore medio di stima nel caso di Popolazione infinita E( p' ) pq n Dipende dalla dimensione campionaria (relazione inversa e quadratica) P(p') Distribuzione di p' (N=10.000; p=30%) n=100 n=400 p' 0,15 0,2 0,25 0,3 0,35 0,4 0,45 M(p')=p 51 Primo problema: Come scegliere le unità ? Con selezione casuale • Manuale • Automatica • Se manca l’anagrafico • In presenza di situazioni differenziate Aspetti operativi 52 Come scegliere le unità ? Selezione manuale 1.È necessario l’anagrafico che associa un numero ad ogni unità statistica 2.Si usano apposite tavole di “numeri casuali” Tav. 1. Tavole dei numeri casuali 50552 37946 40881 53281 78853 53753 97624 98016 54753 20594 33672 47693 11568 47455 60184 26746 25814 45168 59555 52407 n. Nominativo 1 Tizio 2 Caio 3 Sempronio 4 Mevio … …. … …. 3.In relazione alle dimensioni della popolazione si selezionano in sequenza coppie (N<100), terne (N<1.000), quaterne (N<10.000) … 4.In base al criterio di lettura adottato si individuano le ennuple successive e, consultando l’anagrafico, le unità da inserire nel campione Esempio: Popolazione di N=8.000 unità. Dalle tavole dei n. casuali si estraggono le quaterne 5.055-2.379-4.640-8.815 (si scarta)-3.281 … cui corrispondono, nell’anagrafico, gli elementi identificativi delle unità selezionate. Aspetti operativi 53 Come scegliere le unità ? Selezione automatica n. 1.Si usano appositi software che generano “numeri casuali” compresi fra 0 e 1 con cifre indipendenti ed equiprobabili 2.Si moltiplica il numero casuale generato per N: il risultato (arrotondato all’intero) individua l’unità da estrarre 3.È necessario l’anagrafico (possibilmente informatizzato) che associa il numero casuale ad ogni unità statistica 4.In base all’anagrafico si trova l’elemento da inserire nel campione Esempio: Popolazione di N=8.000 unità. Il software* genera in sequenza i numeri casuali 0,96862-0,20171-0,51952 … che, moltiplicati per N=8.000 diventano 7.749-1.614-4.156 … cui corrispondono, nell’anagrafico, gli elementi identificativi delle unità così selezionate. *In Excel la funzione “casuale (…)” genera numeri di questa tipologia Aspetti operativi Progr. Nominativo 1 Tizio 2 Caio 3 Sempronio 4 Mevio … …. … …. n.casuale Anag.Unità k k•N 1 0,96862 7749 2 0,20171 1614 3 0,51952 4156 4 0,13224 1058 … … … n … … 54 Come scegliere le unità ?% Per semplificare o se manca l’anagrafico: si usa il Campionamento Sistematico Campionamento sistematico. La tecnica di selezione prevede l’estrazione casuale solamente della prima unità mentre le altre vengono determinate in modo automatico secondo una legge ricorrente che risponde a particolari criteri di equidistanza fra una unità e la successiva. Così si supponga di essere in presenza di una popolazione composta di N unità, numerate ordinatamente da 1 a N, o comunque individuabili in una certa sequenza, come i prodotti allineati in scaffali all’interno di un magazzino. Stabilito di estrarre un campione di n elementi e detto k=N/n il passo di campionamento, si dovrà sorteggiare con criterio casuale un numero intero non superiore a k. Detto r tale numero, si chiama campione sistematico l’insieme delle unità corrispondenti all’ordine r, r+k, r+2k, , ... , r+sk, ... , r+(n-1)k. La procedura si rivela economica e tempestiva quando le unità della popolazione si presentano in partenza ordinate secondo una data sequenza per cui risulta molto pratico, una volta determinato casualmente il primo elemento da includere nel campione, estrarre i successivi ad intervalli regolari. A fronte di questi vantaggi occorre adottare una certa cautela nell’uso di questo piano che può comportare qualche distorsioni maggiore di quelle del campionamento casuale semplice di cui comunque condivide molte caratteristiche. fatturato per mese 6 5 5 4 4 3 3 55 Aspetti operativi Mese 2 1 Come scegliere le unità ? nel Campionamento Sistematico Si supponga di voler analizzare una giacenza di magazzino di N=50.000 pezzi (giacenti in una certa sequenza) mediante un campione sistematico di n=1.000 unità. Il passo di campionamento risulta k = 50.000/1.000 = 50 ovvero prevede la scelta di un elemento ogni 50. Dalle tavole dei numeri casuali (o generando automaticamente un numero pseudo-casuale) si determina un numero compreso fra 1 e 50: si supponga r=37. Con queste premesse il campione sistematico sarà costituito delle seguenti unità: 1. 2. 3. 4. … L’elemento che occupa la 37 ma posizione L’elemento che occupa la 37+50 = 87 ma posizione L’elemento che occupa la 37+2•50 = 137 ma posizione L’elemento che occupa la 37+3•50 = 187 ma posizione ………………………………. 1.000 L’elemento che occupa la 37+999•50 = 49.987 ma posizione Ovviamente il metodo funziona anche in presenza dell’anagrafico Aspetti operativi 56 Come scegliere le unità % in presenza di situazioni differenziate che vanno esaminate ? con il campione stratificato La selezione puramente casuale non garantisce l’osservazione di alcuni sottoinsiemi della popolazione (famiglie piccole piuttosto che grandi; maschi e femmine; giovani, adulti anziani, ecc.) •La stratificazione permette: – di investigare su tutti i sottoinsiemi di interesse in cui si può suddividere la popolazione; – di migliorare l’efficienza delle stime rispetto al campionamento casuale semplice qualora i sottogruppi siano omogenei al loro interno e disomogenei tra di loro; – di facilitare e razionalizzare il campionamento che può presentare problematiche differenziate nei vari sottoinsiemi, in specie nei sondaggi territoriali (zone urbane, rurali; montagna, collina, pianura, ecc.). Aspetti operativi 57 Campione stratificato % Il metodo richiede: A. B. C. D. di suddividere la popolazione in k strati N=N1+N2+ …Nk di fissare la dimensione campionaria n in funzione del margine di errore di individuare quante unità campionarie estrarre da ogni strato n=n1+n2+ …nk Di estrarre casualmente da ogni strato le unità previste. Come individuare la dimensione campionaria di ogni strato n1+n2+ …nk Salvo il caso di strati della stessa dimensione (N1=N2= …=Nk) va esclusa l’equiripartizione del campione (n1=n2= …=nk) perché fornisce stime distorte. Si consiglia di ripartire il campione in misura proporzionale alla dimensione di ogni strato (campione autoponderante) che definisce stime corrette anche se non massimamente efficienti Nj nj n N La miglior ripartizione del campione (allocazione ottimale di Neyman) che rende minimo l’errore di stima dovrebbe prevedere, per ogni strato, un numero di unità proporzionale al prodotto della dimensione dello strato per lo s.q.m. dello strato medesimo: purtroppo quest’ultimo parametro quasi sempre non è disponibile a priori. N nj n j j N j Aspetti operativi j 58 Campione stratificato % Si supponga di operare su di una popolazione di N=6.000 unità (residenti, aziende …) suddivisa in 3 strati (zone) N1=1.000 (nord) N2=2.000 (centro) N3=3.000 (sud) e di fissare la dimensione campionaria n = 600 unità Le unità campionarie da estrarre da ogni strato non dovranno essere della stessa dimensione n1=n2=n3=600/3=200 ma proporzionate al peso di ogni strato ovvero n1 600 1.000 2.000 3.000 100 ; n2 600 200 ; n3 600 300 6.000 6.000 6.000 Il piano stratificato, in assenza di altre informazioni, dovrà dunque prevedere di estrarre casualmente : • dal primo strato n1= 100 unità; • dal secondo strato n2= 200 unità; • dal terzo strato n3= 300 unità; per un totale di n=600 unità campionarie. Aspetti operativi 59 Secondo problema: Quante unità campionarie? Popolazione infinita La dimensione campionaria è correlata: •con l’errore di stima E (in misura inversa) che risulta mediamente E pq n •con la distribuzione di probabilità dello stimatore e con la composizione della popolazione p ma è indipendente da N Partendo da questi presupposti si dimostra che la dimensione campionaria n che stima una proporzione p con un margine di errore E, di probabilità (1-α), risulta u2 / 2 pq n E2 dove, nei grandi campioni, u è una determinazione della var.normale standardizzata: uα/2=1 per un errore E pari all’errore medio, di probabilità quasi del 70%; uα/2=1,64 per un errore E di probabilità del 90%; uα/2=1,96 per un errore E di probabilità del 95%; Aspetti operativi 60 Secondo problema: Quante unità campionarie? % Popolazione infinita Dimensione campionaria n che stima una proporzione p con un margine di errore medio E u2 / 2 pq Nessuna informazione su p: si ipotizza cautelativamente la situazione n 2 E peggiore p=50% oppure sondaggio pilota e valore più vicino al 50% Situazione popolazione p% Aspetti operativi Errore medio E% 5-95 10-90 15-85 20-80 25-75 30-70 35-65 40-60 45-55 50 10 5 9 13 16 19 21 23 24 25 25 9 6 11 16 20 23 26 28 30 31 31 8 7 14 20 25 29 33 36 38 39 39 7 10 18 26 33 38 43 46 49 51 51 6 13 25 35 44 52 58 63 67 69 69 5 19 36 51 64 75 84 91 96 99 100 4 30 56 80 100 117 131 142 150 155 156 3 53 100 142 178 208 233 253 267 275 278 2 119 225 319 400 469 525 569 600 619 625 1 475 900 1275 1600 1875 2100 2275 2400 2475 2500 61 Terzo problema: Margini di errore delle stime • In molti casi la dimensione campionaria è vincolata da tempi, costi od altro per cui n è fissato secondo criteri diversi dai precedenti. • In questi casi è opportuno determinare i margini di errore associati alle stime conseguite con n predeterminato. Aspetti operativi 62 Terzo problema: Margini di errore delle stime Attenzione: contrariamente ai casi precedenti di norma si calcolano a posteriori una volta ottenuta la stima p’ (a priori valgono le considerazioni precedenti su p) •Nel caso di popolazione finita, con probabilità (1-α), l’errore risulta •Nel caso di popolazione infinita, con probabilità (1-α), l’errore risulta E u / 2 p' q' n E u / 2 N n N 1 p' q' n dove, nei grandi campioni, essendo u una determinazione della var.normale standardizzata : uα/2=1 per un errore E pari all’errore medio, di probabilità quasi del 70%; uα/2=1,64 per un errore E di probabilità del 90%; uα/2=1,96 per un errore E di probabilità del 95%; Aspetti operativi 63 Terzo problema: Margini di errore delle stime •Nel caso di popolazione finita, con probabilità (1-α), l’errore risulta E u / 2 p' q' n N n N 1 Errore medio E % (uα/2=1) - Situazione popolazione p=50% Dimensione della popolazione N Dimens. camp. n 500 1.000 2.000 4.000 6.000 10.000 100.000 50 6,71 6,90 6,98 7,03 7,04 7,05 7,07 100 4,48 4,75 4,87 4,94 4,96 4,98 5,00 200 2,74 3,16 3,35 3,45 3,48 3,50 3,53 500 0,00 1,58 1,94 2,09 2,14 2,18 2,23 800 - 0,79 1,37 1,58 1,65 1,70 1,76 1000 - 0,00 1,12 1,37 1,44 1,50 1,57 1250 - - 0,87 1,17 1,26 1,32 1,41 1500 - - 0,65 1,02 1,12 1,19 1,28 2000 - - 0,00 0,79 0,91 1,00 1,11 2500 - - - 0,61 0,76 0,87 0,99 dove, nei grandi campioni, essendo u una determinazione della var.normale standardizzata : uα/2=1 per un errore E pari all’errore medio, di probabilità quasi del 70%; uα/2=1,64 per un errore E di probabilità del 90%; uα/2=1,96 per un errore E di probabilità del 95%; Aspetti operativi 64 Considerazioni conclusive • Il campionamento statistico richiede di soddisfare vincoli rigorosi. • Non sempre la realtà operativa consente di rispettarli completamente. • È comunque fondamentale: adottare la selezione casuale nella scelta delle unità; migliorarne l’efficienza con piani specifici (sistematici, stratificati, …) essere consapevoli del rapporto errore-dimensione campionaria; valutare i margini di errore delle stime. 65 Un metodo previsivo analitico Nelle previsioni demografiche il metodo sintetico, che stima il totale della popolazione, non permette di conoscere i progressivi cambiamenti che intervengono nella struttura per genere ed età, fondamentali per la programmazione in specie socio-sanitaria Questa esigenza richiede una metodologia previsiva diversa così sintetizzabile: 1) Determinazione della struttura della popolazione più recente per anno d’età e sesso; 2) Analisi della natalità e stima dell’andamento futuro 3) Analisi della mortalità e stima dell’andamento futuro 4) Analisi delle iscrizioni all’anagrafe (immigrazioni) e delle cancellazioni (emigrazioni) 5) Modifica della struttura più recente della popolazione anno per anno in funzione: - delle nascite annue stimate in base alla natalità maschile e femminile; - delle tavole di mortalità più aggiornate; - della struttura per età e sesso del movimento migratorio annuo. 66 Un’applicazione del metodo previsivo analitico Fra gli strumenti indicati dalla “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”[1] per favorire il riordino del sistema integrato sono stati proposti, oltre al Piano sociale nazionale ed i Piani regionali, i Piani di Zona che, secondo l’art. 128, comma 5 della Legge Regionale n. 11 del 2001, dovrebbero rappresentare “lo strumento primario di attuazione della rete dei servizi sociali e dell’integrazione socio-sanitaria”. Tra le modalità di presentazione dei Piani di Zona, oltre ad una griglia di altri punti aventi per oggetto una nutrita serie di aspetti qualificanti la qualità del servizio offerto, è prevista la predisposizione di un’analisi demografica e socio-economica del territorio. [1] Legge n. 328 dell’8 novembre 2000. 67 Università di Verona - ULSS 20 del Veneto Dario Olivieri Il profilo demografico dell’ULSS 20 del Veneto Verona - febbraio 2004 Schema dell’intervento L'evoluzione demografica nell'ULSS 20 del Veneto Il passato Il presente Il futuro Natalità-Mortalità Movimento migratorio Popolazione attuale Le ipotesi Dinamica popolazione Struttura per sesso ed età Previsione base Previsione derivata Considerazioni conclusive I distretti dell’ULSS 20 del Veneto La “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” (n. 328 dell’8/11/2000) prevede la predisposizione di un’analisi demografica e socio-economica del territorio tra le modalità di presentazione dei Piani di Zona (“strumento primario di attuazione della rete dei servizi sociali e dell’integrazione socio-sanitaria”). DISTRETTO N.1 DISTRETTO N.2 DISTRETTO N.4 VERONA ALBAREDO D’ADIGE, ARCOLE, 6a-7a-8a Circoscrizione: BADIA CALAVENA, BELFIORE, Borgo Venezia, CALDIERO, CAZZANO DI TRAMIGNA, Borgo Trieste, COLOGNA VENETA, S.Michele Extra, COLOGNOLA AI COLLI, ILLASI, Porto S.Pancrazio, LAVAGNO, MEZZANE, Marzana, Mizzole,Montorio MONTECCHIA DI CROSARA, Quinto, S.Maria in Stelle MONTEFORTE D’ALPONE, PRESSANA, BUTTAPIETRA, BOSCOCHIESANUOVA, RONCA’, ROVEREDO DI GUA’, CASTEL D’AZZANO, CERRO V.SE, S.BONIFACIO, S.GIOV. ILARIONE, S.GIOV. LUPATOTO ERBEZZO, GREZZANA S.MAURO DI SALINE, SOAVE, ROVERE' SELVA DI PROGNO, TREGNAGO S.MARTINO B.A. VELO, VERONELLA, VESTENANOVA ZIMELLA VERONA 1a-2a-3a Circoscrizione: Città Antica, Cittadella, S.Zeno, Veronetta, B.go Trento, Valdonega, P.te Crencano, Parona, Avesa, Quinzano, Borgo Milano, Saval, Quartiere Navigatori, Borgo Nuovo, Stadio, Chievo, S.Massimo VERONA 4a-5a Circoscrizione: Borgo Roma, Cadidavid, S.Lucia, Golosine Abitanti Abitanti 127.528 DISTRETTO N.3 99.723 Abitanti 101.216 Abitanti 116.983 La dinamica della popolazione Anno Distretto ULSS Prov. Veneto Italia 1 2 3 4 20 Verona 1971 138.120 86.345 88.802 96.240 409.507 733.595 4123411 54136547 1981 136.308 92.830 95.536 101.383 426.057 775.745 4345047 56556911 1991 127.827 94.241 97.408 106.501 425.977 788.343 4380797 56778031 2002 127.528 99.723 101.216 116.983 445.450 838.221 4577408 57321070 Indici base 1971=100 1971 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 1981 98,7 107,5 107,6 105,3 104,0 105,7 105,4 104,5 1991 92,5 109,1 109,7 110,7 104,0 107,5 106,2 104,9 2002 92,3 115,5 114,0 121,6 108,8 114,3 111,0 105,9 Dunque la popolazione in Vr cresce più che in Italia Significative differenze per distretto P o p o la zio n e - B a s e 19 7 1=10 0 120 ULS S 20 Prov. Verona 125 Popolazione - Base 1971=100 D1 D2 D3 D4 ULSS 20 120 Italia 115 115 110 110 105 105 100 100 95 95 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 90 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 Come si è giunti all’attuale situazione? la natalità Numero di nati e quozienti di natalità : medie anni 1991 - 2002 e anno 2002. Nati nel Distretto ULSS Prov. Veneto Italia periodo 1 2 3 4 20 Verona 1991-2002 1.044 900 835 1.146 3.925 7.656 40.317 543.059 2002 1.158 992 968 1.398 4.516 8.239 43.434 538.198 Quozienti per 1.000 abitanti 1991-2002 8,2 9,3 8,4 10,3 9,1 9,4 9,1 9,5 2002 9,1 9,9 9,6 12,0 10,1 9,8 9,5 9,4 La natalità in Vr è scarsa, lievemente inferiore di quella italiana con segnali di ripresa negli ultimi anni Quozienti di natalità per 1.000 abit. 12 ULSS 20 Prov. Verona Quozienti di natalità per 1.000 abit. Italia 12 11 D1 D2 D3 D4 ULS S 20 1992 1994 1996 1998 2000 11 10 10 9 9 8 8 7 1990 7 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2002 Qualche riflessione sulla natalità dal 1970 al 2003 • Italia • Veneto • Verona nati ’70 917.496 (17,2‰) 69.829 (17,2‰) 11.946 (16,6‰) nati 2003 544.063 (9,5 ‰) 43.911 (9,6‰) 8.013 (9,6‰) -40,7% -37.1% -32,9% La natalità in Vr era dimezzata negli anni ’85-’95 ora è in lieve ripresa Tassi di natalità per 1000 abitanti 18 Verona Veneto Italia 16 14 12 10 20 00 19 95 19 90 19 85 19 80 19 75 19 70 8 Riflessioni sulla natalità a) Le donne in età feconda nell’ULSS 20 oggi sono circa 100.000 (in maggioranza nate nel periodo di natalità decrescente ma elevata); in futuro, il loro numero si ridurrà drasticamente per il calo già avvenuto nelle nascite. b) La natalità potrebbe giovarsi della diminuzione nella mortalità perinatale ma oggi in Italia ed in specie in Verona quest’ultima ha raggiunto i livelli così bassi da apparire difficilmente riducibili, almeno prossimo futuro. c) Il tasso di fecondità totale dovrebbe essere di 2,1 nati per donna (fecondità di sostituzione); in Verona nel 2003 è stato 1,11 d) Il principale fattore di recupero della natalità attualmente sembra derivare dalla elevata fecondità degli immigrati, più che doppia di quella indigena. Riflessioni sulla natalità veronese (2003) Fattori che frenano la natalità della popolazione indigena •Adolescenza prolungata; •Crescita convivenze; •Nuzialità in calo dai 1.558 matr. del ’90 di cui il 75,5% relig. ai 1.245 del ’03 di cui il 50,3% religiosi •Età media sposo 34,7a sposa 31,9a; •Difficoltà per le donne di conciliare le esigenze lavorative con il ruolo di madre Nota: di 2.109 nati nel 2003 ben 438 (20,8%) avevano almeno un genitore straniero Gli stranieri residenti nel 2003 erano il 7,2% della popolazione (nel 1991 solamente 1,7% dei residenti) la mortalità Numero di morti e quozienti di mortalità : medie anni 1991 - 2002 e anno 2002. Morti nel Distretto ULSS Prov. Veneto Italia periodo 1 2 3 4 20 Verona 1991-2002 1.337 814 822 1.002 3.959 7.744 41.945 558.602 2002 1.335 854 949 1.044 3.987 7.726 42.334 557.393 Quozienti per 1.000 abitanti 1991-2002 10,5 8,4 8,3 9,0 9,1 9,6 9,4 9,7 2002 10,5 8,6 9,4 8,9 9,0 9,2 9,2 9,7 La mortalità in Vr è stazionaria e sensibilmente minore di quella nazionale nonostante l’invecchiam. per il buon livello della protezione socio sanitaria forte variabilità per distretto 12,0 Quozienti di mortalità per 1000 abitanti Quozie nti di mortalità pe r 1.000 abit. 11,0 ULS S 20 Prov. Verona Italia 12 10,0 11 9,0 8,0 10 9 Ve rona Ve ne to Italia 20 00 19 95 19 90 19 85 19 80 19 75 19 70 7,0 8 7 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 Come si è giunti all’attuale situazione? Il saldo naturale (nati-morti) Saldo naturale e quozienti per 1.000 abitanti : medie anni 1991 - 2002 e anno 2002. S.Nat.nel Distretto ULSS Prov. Veneto Italia periodo 1 2 3 4 20 Verona 1991-2002 -293 87 13 144 -34 -112 -1.464 -16.450 2002 -177 138 19 354 529 513 1.100 -19.195 Quozienti per 1.000 abitanti 1991-2002 -2,3 0,9 0,1 1,3 -0,1 -0,1 -0,3 -0,3 2002 -1,4 1,4 0,2 3,0 1,2 0,6 0,2 -0,3 Saldo naturale lievemente negativo nonostante l’invecchiamento con tendenza ad un lieve recupero - forte variabilità per distretto Saldo naturale per 1.000 abit. ULSS 20 Prov. Verona Saldo naturale per 1.000 abit. Italia 4 4 3 3 D2 D3 D4 1992 1994 1996 1998 ULS S 20 2 2 1 1 0 0 -1 -2 -1 -2 1990 D1 -3 1992 1994 1996 1998 2000 2002 -4 1990 2000 2002 le Iscrizioni Iscritti e quozienti per 1.000 abitanti : medie anni 1991 - 2002 e anno 2002. Iscrit.nel Distretto ULSS Prov. Veneto Italia periodo 1 2 3 4 20 Verona 1991-2002 3.182 2.638 1.916 3.210 10.946 22.722 119.388 1.409.681 2002 4.161 3.442 2.610 3.720 13.933 29.329 157.151 1.650.961 Quozienti per 1.000 abitanti 1991-2002 25,1 27,4 19,4 28,8 25,3 28,0 26,9 24,6 2002 32,6 34,5 25,8 31,8 31,3 35,0 34,3 28,8 L’immigrazione in Vr è in significativa espansione e sistematicamente maggiore che in Italia Iscritti per 1.000 abit. ULSS 20 Iscritti per 1.000 abit. Prov. Verona Italia D1 38 35 32 D3 D4 ULSS 20 35 30 29 26 25 23 20 17 1990 D2 20 15 1992 1994 1996 1998 2000 2002 10 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 Popolazione straniera nel Comune di Vr • Anno 1992: • Anno 2003: 3.518 su 255.492 residenti 18.537 su 258.068 residenti 1,37% (Italia 1,1%) 7,18% (Italia ~2,8%) • Età media al 31/12/2003: non stranieri 44,9 anni stranieri 30,3 anni % Residenti stranieri 8,0 7,0 Vr 6,0 Italia 5,0 4,0 3,0 2,0 1,0 20 04 20 02 20 00 19 98 19 96 19 94 19 92 19 90 0,0 le Cancellazioni Cancellati e quozienti per 1.000 abitanti : medie anni 1991 - 2002 e anno 2002. Cancel.nel Distretto ULSS Prov. Veneto Italia periodo 1 2 3 4 20 Verona 1991-2002 2.646 2.260 1.672 2.451 9.030 17.458 97.651 1.259.554 2002 2.377 2.345 1.933 2.902 9.557 18.949 110.666 1.304.438 Quozienti per 1.000 abitanti 1991-2002 20,9 23,4 16,9 22,0 20,8 21,5 22,0 22,0 2002 18,6 23,5 19,1 24,8 21,5 22,6 24,2 22,8 L’emigrazione è pressoché stazionaria e su livelli fisiologici Cancellati per 1.000 abit. Cancellati per 1.000 abit. 40 D1 ULSS 20 Prov. Verona D2 D3 D4 ULS S 20 35 Italia 30 30 25 20 20 15 10 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 10 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 Il Saldo Migratorio Saldo migratorio e quozienti per 1.000 abitanti : medie anni 1991 - 2002 e 2001/02. S.Migr. nel Distretto ULSS Prov. Veneto Italia periodo 1 2 3 4 20 Verona 1991-2002 536 378 243 758 1.916 5.213 19.944 114.712 2001/02 1.256 912 607 818 3.593 8.100 35.391 236.139 Quozienti per 1.000 abitanti 1991-2002 4,2 3,9 2,5 6,8 4,4 6,4 4,5 2,0 2001/02 9,8 9,2 6,0 7,0 8,1 9,7 7,9 4,1 Saldo migratorio sempre positivo ed in forte crescita – tasso medio dal ’91: ULSS 20 più che doppio di quello italiano; prov. Verona più che triplo Saldo migratorio per 1.000 abit. Saldo migratorio per 1.000 abit. D1 ULS S 20 Prov. Verona Italia D2 D3 D4 ULSS 20 14 12 10 10 8 6 5 4 2 0 0 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 -2 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 La popolazione attuale dell’ULSS 20 La struttura per: • Sesso • Età La sintesi grafica più efficace utilizza la piramide della popolazione La struttura della popolazione mondiale Pop.<15a: 30,1% Pop.15-64a: 63,0% Pop.65+a: 6,9% Piram ide dell'età - Mondo 2000 100+ Female Male 80-84 60-64 40-44 20-24 0-4 6 5 4 3 2 1 0 1 2 3 4 5 6 Indice dipend. senile: 11,0% Indice invecchiamento: 22,9% Due situazioni contrapposte Piram ide dell'età - Africa 2000 Female Male 10 0 + Pop.< 15a: 42,7% Pop. 15-64a: 54,1% 8 0 -8 4 6 0 -6 4 Pop. 65+a: 3,2% 4 0 -4 4 I. dip. giov: 78,9% I. dip.senile: 6,0% I. Invecchiamento: 7,6% 2 0 -2 4 0 -4 9 7 5 3 1 1 3 5 7 9 Piram ide dell'età - Am erica del Nord 2000 Female Male 100+ Pop. <15a: 21,6% 80-84 Pop. 15-64a: 66,1% 60-64 Pop. 65+a: 12,3% II. dip. giov: I. dip.senile: I. Invecchiamento: 40-44 20-24 0-4 7 5 3 1 1 3 5 7 32.6% 18,6% 57,1% Piram ide dell'età - Mondo 2000 Piram ide dell'età - Africa 2000 100+ Female Male Female Male 10 0 + 80-84 8 0 -8 4 60-64 6 0 -6 4 40-44 4 0 -4 4 20-24 2 0 -2 4 0-4 0 -4 6 5 4 3 2 1 0 1 2 3 4 5 6 9 7 5 3 1 1 3 5 7 Piramidi della popolazione Descrizione Zona Mondo Africa Asia N.America Europa Italia* ULSS 20** % giovani su pop. 30,0 42,6 17,5 36,0 31,6 14,4 13,7 % anziani su pop. 6,9 3,3 14,7 4,8 5,4 18,2 19,2 Ind.carico sociale 58,5 84,8 47,5 68,9 58,7 48,4 49,1 Ind.dip. giovanile 47,5 78,7 25,8 60,8 50,2 21,3 20,5 Ind.dip. senile 10,9 6,1 21,7 8,1 8,6 27,1 28,6 Ind. invecchiam. 23,0 7,7 84,0 13,3 17,1 127,1 139,7 Fonte: UN, 2000 Demographic Yearbook, New York, 2002 e ns. elaborazioni. 9 La situazione attuale (31/12/02): ULSS 20 USSL 20. al 31-12-2002 Maschi Femmine 100 e più 90-94 80-84 70-74 60-64 50-54 40-44 30-34 20-24 % 10-14 0-4 5 4 3 2 1 0 1 2 3 4 5 •Popolazione: 445.450 •Struttura per età: •Densità: 418,2 Giovani: 13,7% •Età media: 42,7 anni Adulti: 67,1% Femmine: 44,5 a. Anziani: 19,2% Maschi: 40,7 a. I dati precedenti hanno descritto il passato ed il presente Cosa accadrà in futuro ? Il futuro • Non è facile da prevedere • Poggia comunque su ipotesi che possono verificarsi anche parzialmente dunque le previsioni sono incerte e orientative Previsioni demografiche per i prossimi 15 anni Previsioni Ipotesi base Ipotesi derivata • Ipotesi per la previsione Base: • Natalità: in base ai tassi di fecondità degli ultimi 6 anni; • mortalità: in base alle più recenti tavole di sopravvivenza provinciali; • movimento migratorio: nullo. Parte seconda: previsioni della popolazione fra 15 anni Popolazione base per proiezioni Classe Popolazione ULSS 20 per età al 2003 Popolazione al 1/1/2003 d'età Maschi Femmine Totale 0-9 21276 20034 41310 10-19 20419 19433 39852 20-29 27871 26777 54648 30-39 39614 36739 76353 4500 4000 3500 3000 2500 2000 1500 1000 500 0 Maschi 40-49 32609 30886 63495 50-59 27695 29150 56845 60-69 24032 27273 51305 70-79 16141 23781 39922 80-89 5616 12378 17994 90 … 836 2890 3726 60- 64 totale 216.109 229.341 445.450 40- 44 0 10 20 30 Femmine 40 50 60 70 80 90 Anno 2003 (445.450 residenti) Maschi Femmine 90- 94 80- 84 70- 74 50- 54 30- 34 % 48,5 51,5 100,0 età m. 40,7 44,5 42,7 20- 24 10- 14 0- 4 21.000 16.000 11.000 6.000 1.000 4.000 9.000 14.000 19.000 100 Le ipotesi sulla natalità Tasso di fecondità annuo: 3,969% (media 97-02) Corrisponde ad un tasso di fecondità totale di 1,39 nati per donna Quozienti di fecondità % 4,34 4,5 4,04 4,08 3,86 3,85 4,0 3,64 3,5 1997 1998 1999 2000 2001 3,0 2002 Anno 1997 1998 1999 2000 2001 2002 Tot. Donne 15-49 anni 104442 103937 103648 103981 104175 104086 624.269 Nati 3.806 4.013 3.991 4.238 4.213 4.516 Quoz. Fecondità % 3,644 3,861 3,851 4,076 4,044 4,339 24.777 3,9690 Le ipotesi sulla mortalità In base alle funzioni di sopravvivenza maschili e femminili della provincia di Verona (ISTAT - anno 1999) Funzioni di Sopravvivenza - Verona 1999 100 Femmine 90 80 70 60 Maschi 50 40 30 20 10 0 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 età Previsione base • 1971: 409.507 Anno Popolaz . 1971 409,5 1981 426,1 1991 426,0 1992 427,9 1993 428,5 1994 428,5 1995 428,3 1996 430,4 450 1997 432,3 425 1998 433,8 1999 436,2 2000 440,2 2001 443,4 2002 445,5 2008 442,1 2013 435,1 2018 424,7 ULSS 20 - Popolazione prevista: hp.base (migliaia) 500 475 400 375 350 1970 Storica 1980 • 2018: 424.717 (-20.733 abitanti) 1990 Prevista 2000 2010 2020 Previsione base Popolazione ULSS 20 per età- ipotesi base 45,8anni-424.717 44,9anni-435.114 40.000 35.000 43,9anni-442.068 30.000 25.000 età media 42,7 anni-445.450 20.000 15.000 2018 2013 2008 2003 10.000 5.000 2003: 100 2008: 99,2 2013: 97,7 94 o lt re 9 0- 89 8 5- 84 8 0- 79 7 5- 74 7 0- 69 6 5- 64 6 0- 59 5 5- 54 5 0- 49 4 5- 44 4 0- 39 3 5- 34 3 0- 29 2 5- 24 2 0- 19 1 5- 14 1 0- 5 -9 0 -4 0 2018: 95,3 Previsioni per i prossimi 15 anni Previsioni Ipotesi base Ipotesi derivata • Ipotesi per la previsione derivata: • movimento naturale: idem ipotesi base; • movimento migratorio: stimato secondo il trend rilevato a partire dal 1991. Le ipotesi sul saldo migratorio •Saldo positivo di 1.916 persone per anno (media dal ‘91) •Struttura per sesso ed età: secondo la composizione media dal ’91 in poi Classe Composizione % d'età Maschi Femmine Totale 0-4 2,19 1,76 3,94 5-9 2,92 2,21 5,12 10-14 2,56 2,44 4,99 15-19 5,23 5,93 11,16 20-24 14,35 14,52 28,87 25-29 19,68 14,73 34,41 30-34 10,00 6,80 16,79 35-39 3,85 2,49 6,34 40-44 1,91 0,24 2,15 45-49 -1,34 0,45 -0,89 50-54 -0,70 -0,69 -1,39 55-59 -2,10 -1,24 -3,33 60-64 -1,10 -0,36 -1,46 65-69 -0,71 -0,12 -0,83 70-74 -0,75 -0,07 -0,82 75-79 -0,67 -0,63 -1,30 80-84 -0,41 -0,77 -1,18 85-89 -0,42 -1,20 -1,62 oltre -0,09 -0,88 -0,97 Totale 54,40 45,60 100,00 Previsione derivata • 1971: 409.507 Anno Popolaz. 1971 409,5 1981 426,1 1991 426,0 1992 427,9 1993 428,5 1994 428,5 475 1995 428,3 450 1996 430,4 1997 432,3 1998 433,8 400 1999 436,2 375 2000 440,2 2001 443,4 2002 445,5 2008 452,1 2013 456,3 2018 458,0 ULSS 20 - Popolazione prevista: hp.derivata (migliaia) 500 425 350 1970 Storica 1980 • 2018: 458.042 (+12.592 abitanti) 1990 Prevista 2000 2010 2020 Previsione derivata Popolazione ULSS 20 per età - hp. derivata 44,3anni-458.042 40.000 43,9anni-456.257 35.000 43,3 anni-452.092 30.000 25.000 età media 42,7 anni-445.450 20.000 15.000 2018 2013 2008 2003 10.000 5.000 2003: 100 2008: 101,5 94 o lt re 9 0- 89 8 5- 84 8 0- 79 7 5- 74 7 0- 69 6 5- 64 6 0- 59 5 5- 54 5 0- 49 4 5- 44 4 0- 39 3 5- 34 3 0- 29 2 5- 24 2 0- 19 1 5- 14 1 0- 5 -9 0 -4 0 2013: 102,4 2018: 102,8 La popolazione prevista Ipotesi Anno 2003 2008 2013 2018 base 445.450 442.068 435.114 424.717 derivata 445.450 452.092 456.257 458.042 Indici base 2003=100 base 100,0 99,2 97,7 95,3 derivata 100,0 101,5 102,4 102,8 ULSS 20 - Popolazione prevista (migliaia) 500 475 450 425 400 375 350 1970 passato 1980 prev. base 1990 prev. derivata 2000 2010 2020 La composizione per età Classe Anno d'età 2003 2008 2013 2018 Ipotesi base giovani 13,7 13,9 13,9 13,4 adulti 67,1 65,3 64,0 63,5 anziani 19,2 20,8 22,1 23,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 Ipotesi derivata giovani 13,7 13,9 14,0 13,6 adulti 67,1 65,8 65,2 65,3 anziani 19,2 20,3 20,9 21,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 giovani h p de ri v 13,6 h p base 13,4 oggi 13,7 0% adulti anziani 65,3 21,1 63,5 23,1 67,1 20% 40% 19,2 60% 80% 100% L’incidenza degli anziani Anno Anziani 2003 2008 2013 2018 Ipotesi base numero 85.511 92.156 96.300 98.300 % 19,2 20,8 22,1 23,1 base 2003=100 100,0 107,8 112,6 115,0 Ipotesi derivata numero 85.511 91.565 95.144 96.551 % 19,2 20,3 20,9 21,1 base 2003=100 100,0 107,1 111,3 112,9 Popolazione anziana ULSS 20 (migliaia) 85,5 100 90 80 98,3 96,3 92,2 95,1 91,6 96,6 85,5 70 60 hp .b a se hp .d e riv 3 8 3 8 2 00 2 00 2 01 2 01 50 L’incidenza dei grandi anziani Grandi Anziani Anno 2003 2008 2013 2018 Ipotesi base numero 40.329 44.532 46.935 49.281 % su popol. 9,1 10,1 10,8 11,6 % su anziani 47,2 48,6 49,3 51,0 base 2003=100 100,0 110,4 116,4 122,2 Ipotesi derivata numero 40.329 44.117 46.237 48.383 % su popol. 9,1 9,8 10,1 10,6 % su anziani 47,2 48,2 48,6 50,1 base 2003=100 100,0 109,4 114,6 120,0 Grandi Anziani ULSS 20 (migliaia) 40,3 50 40 40,3 44,1 49,3 46,9 44,5 46,2 48,4 30 20 10 hp.base hp.deriv 3 8 3 8 2 00 2 00 2 01 2 01 0 L’indice di invecchiamento Anno Descrizione 2003 2008 2013 2018 Ipotesi base Indice Invecch. 139,7 150,0 159,8 173,3 base 2003=100 100,0 107,4 114,4 124,1 Ipotesi derivata Indice Invecch. 139,7 145,4 149,4 154,5 base 2003=100 100,0 104,1 107,0 110,6 Indice d'invecchiamento 173,3 180 170 160 150 140 130 120 110 100 159,8 150,0 139,7 149,4 154,5 145,4 139,7 hp.base hp.deriv 2003 2008 2013 Anno 2018 Popolazione - 1971 Femmine 409.507 Maschi 9 0 -9 4 8 0 -8 4 7 0 -7 4 6 0 -6 4 5 0 -5 4 4 0 -4 4 3 0 -3 4 2 0 -2 4 1 0 -1 4 0 -4 40.000 20.000 0 20.000 445.450 40.000 Come eravamo, come siamo, come saremo Anno 2003 (445.450 residenti) Maschi Femmine 90- 94 80- 84 70- 74 60- 64 50- 54 40- 44 30- 34 20- 24 10- 14 0- 4 21.000 16.000 11.000 6.000 1.000 4.000 9.000 14.000 19.000 Anno 2018-hp.base (424.717 residenti) Maschi Anno 2018-hp.derivata (458.042 residenti) Maschi Femmine 90- 94 90- 94 80- 84 80- 84 70- 74 70- 74 60- 64 Femmine 60- 64 50- 54 50- 54 40- 44 40- 44 30- 34 30- 34 20- 24 20- 24 10- 14 10- 14 0- 4 21.000 16.000 11.000 6.000 1.000 4.000 9.000 14.000 19.000 0- 4 21.000 424.717 16.000 11.000 6.000 1.000 4.000 458.042 9.000 14.000 19.000 Ricadute operative sulla programmazione per il futuro Analisi territoriale D1-D2-D3-D4 e tot. Situazione demografica Strutture sanitarie Strutture sociali Rapporti Popolazione/Servizi Se stabiliti per legge sono soddisfatti? In ogni caso sono efficienti? Ci sono modelli di riferimento? Le risposte ai quesiti precedenti possono fornire indicazioni preziose per la programmazione degli interventi futuri Gli anziani: un peso o una risorsa ? Il desiderio di essere persona attiva L’atteggiamento nei confronti del lavoro: più di un terzo lavora o si dichiara disponibile a farlo L’atteggiamento nei confronti del volontariato: il 12,6% si dichiara disponibile al volontariato La capacità di aiutare gli altri: oltre il 60% offre agli altri aiuti in tempo dedicato *Fonte: 50 & Più Fenacom-Ermeneia, Rapporti annuali 1999…2004, Roma Considerazioni conclusive La testimonianza diretta dell’anziano delinea una figura che rovescia lo stereotipo della persona gracile e debole, certamente presente ma relegata a meno di un quarto del totale, a favore di una condizione che nel 75% dei casi trova una persona sostanzialmente ancora in forze, vitale ed autonoma con grande propensione ad essere persona attiva. Se questa è la situazione non deve esserci dubbio alcuno sulla necessità che l’allungamento della vita e la consapevolezza delle potenzialità dell’anziano richiedono di abbandonare i tradizionali schemi che lo collocano in un contesto sociale marginale per sviluppare un sentire collettivo fermamente orientato all’affermazione dei diritti della persona e dei valori della partecipazione: ciò, oltre a migliorare lo stile e la qualità della vita dell’anziano, porterà risorse aggiuntive, attualmente inutilizzate, con benefiche ricadute sull’intera collettività. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Bernstein S., Bernstein R., (2003), Statistica descrittiva, Mc Graw Hill, Milano. Bernstein S., Bernstein R., (2003), Statistica inferenziale, Mc Graw Hill, Milano. Borra s., Di Caccio A.,(2004), Statistica, Mc Graw Hill, Milano. Cochran, W.G.,(1977), Sampling Techniques, Wiley,New York. 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