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il nido come contesto di sviluppo - e
L’ ESPERIENZA DI ASILO NIDO:
POTENZIALITA’ EDUCATIVE E
POSSIBILI RISCHI
Dario Varin
Dipartimento di Psicologia
Università degli Studi di Milano-Bicocca
Le diverse esperienze di asilo nido hanno influenze
significative sullo sviluppo dei bambini?
La ricerca più recente ha portato nuove risposte a
questa domanda?
Oltre alle documentate potenzialità positive sul piano
educativo, vi possono essere “fattori di rischio?” E quali?
Quali sono le condizioni che promuovono le potenzialità
positive, e quali possono invece comportare effetti
sfavorevoli?
Crescente serie di ricerche sistematiche e longitudinali
negli ultimi cinquanta anni, specie negli USA (per es.
NICHD Early Child Care Research Network)
ed anche in Europa.
(Impatto del numero crescente di donne che lavorano
fuori casa)
Problemi di validità dei risultati in contesti sociali e
culturali diversi
I possibili effetti delle esperienze di asilo nido vanno
studiati in una prospettiva di sistemi evolutivi ( Ford e
Lerner, 1992)
In un complesso sistema di variabili in trasformazione,
come i cambiamenti dei sistemi famigliari, dei ruoli della
donna, delle istituzioni educative, dei sistemi economici
(vedi lavoro precario), degli stessi nidi ( molto diversi da
quelli di trent’anni fa), della cultura dell’infanzia.
Problemi fondamentali della qualità dei nidi, della
sua definizione e valutazione, e delle differenze
individuali fra bambini
Presenza di ricercatori più favorevoli o meno favorevoli
al ruolo educativo del nido:
quanto ha influenzato le ricerche?
Influenze della divulgazione scientifica nei media:
allarmismi ingiustificati contro entusiasmi
indiscriminati
Orientamenti culturali e politici: è meglio che la donna
stia a casa ( retribuita?) a badare ai figli nei
primi anni di vita
Le ricerche hanno riguardato principalmente gli “effetti”
delle esperienze di accudimento extrafamigliare ( ma
specialmente del nido):
sullo sviluppo affettivo ( sicurezza e qualità
dell’attaccamento)
sullo sviluppo sociale ( comportamenti interpersonali con
genitori, compagni, insegnanti)
sullo sviluppo cognitivo e linguistico
Ricerche recenti sulle possibili fonti di stress e i loro
correlati fisiologici ( aumento del livello di cortisolo)
L’esperienza di separazione quotidiana del nido può
influenzare negativamente la sicurezza
dell’attaccamento nella relazione madre-bambino?
Seguendo le prime teorie di Bowlby, separazioni anche
non prolungate, ma ripetute nel tempo, possono avere
gli stessi effetti negativi di separazioni più lunghe
Nell’ambito psicologico-clinico ( compreso
quello psicoanalitico) preoccupazioni sui possibili
effetti negativi dell’inserimento precoce al nido sulla
relazione madre-bambino
Ma Donald Winnicott:
Lettera a Bowlby (1954):
preoccupazione perché le teorie dell’attaccamento
erano state strumentalizzate da coloro che
volevano chiudere gli asili nido.
Così poteva capitare che alcune madri
affidassero i loro bambini a donne “che
avevano dubbie capacità di allevare bene anche
i propri figli”
Winnicott (1954):
preferibile un buon asilo nido, anche se
in molti asili nido il personale “ha molto da
imparare sul come prendersi cura dei
bambini piccoli”
Una anticipazione del ruolo essenziale della formazione
del personale per la qualità dell’asilo nido
ESPERIENZA DI ACCUDIMENTO EXTRAFAMIGLIARE E
DEI BAMBINI PICCOLI (CHILD CARE) E SICUREZZA
DELL’ ATTACCAMENTO : DAGLI ANNI ’80 UNA LUNGA
STORIA DI RICERCHE,DISCUSSIONI, POLEMICHE
DIVERSE RICERCHE ( condotte soprattutto negli USA,
spesso senza un controllo adeguato della qualità nido):
BAMBINI CON UNA ESPERIENZA PROLUNGATA DI CHILD
CARE ( ANCHE NIDO) NELLA PRIMA INFANZIA
MANIFESTANO CON MAGGIORE FREQUENZA
ATTACCAMENTI INSICURI CON LA MADRE
(per es. Belsky e Rovine, 1988)
Ma in altre ricerche non viene confermata
la relazione fra esperienza di nido e attaccamento
insicuro ( per es. Roggmann et al, 1994)
Discussioni sull’adeguatezza degli strumenti usati
per valutare la sicurezza dell’attaccamento
( Strange Situation) quando si confrontano bambini
con e senza esperienza di nido ( Jay Belsky vs. Clarke
Alison Stewart )
Lamb (1998): troppi fattori contestuali in gioco
(relazioni con i genitori in casa, qualità
dell’accudimento nel nido,fattori socioculturali, ecc.)
Risposte più valide dalla grande ricerca longitudinale
della rete NICHD (1990-1997):
-oltre 1000 bambini
-partendo con visite in famiglia nel primo mese di vita
-controllando i più importanti parametri famigliari,
socioeconomici e culturali
-osservazioni e valutazioni sulla qualità
dell’accudimento sia in casa sia nel contesto del child
care, a 6 e 15 mesi.
Risultati più importanti:
A livello degli effetti principali (escludendo le possibili
interazioni fra i diversi fattori):
nessuna delle variabili relative al tipo, alla qualità e alla
quantità dell’accudimento ha effetti significativi sulla
sicurezza dell’attaccamento.
Non vi è maggiore frequenza degli attaccamenti insicuri
nei bambini con esperienza di nido rispetto a quelli
cresciuti con la madre
I predittori principali della sicurezza
dell’attaccamento per tutti i bambini coinvolti
nella ricerca NICHD risultano:
-la sensibilità materna,
-il suo temperamento
-il suo buon funzionamento psicologico generale
Ma:
L’esperienza di accudimento non materno nei primi anni
di vita (nido compreso) aumenta la frequenza di
attaccamenti insicuri se i bambini hanno
un’esperienza di minore sensibilità materna a casa e
-un accudimento di minore qualità nel contesto del
child care.
Per i bambini con accudimento non materno
maggiori effetti negativi di una minore sensibilità
materna se:
- i bambini passano più ore nel child care
-il contesto del child care di minore qualità
-vi è maggiore instabilità caratterizzata da
cambiamenti del contesto (per esempio, dalla babysitter al nido).
Differenze fra maschi e femmine:
una maggiore quantità di tempo passata nel child
care,se associata ad altri fattori, può influire
negativamente sulla sicurezza dell’attaccamento
per i maschi ( maggiore vulnerabilità allo stress
dell’esperienza di separazione per i maschi?) ma
non per le femmine.
Così Belsky e Rovine (1988), con un campione di 491 soggetti,
trovarono che i bambini che nel primo anno di vita avevano
sperimentato un child care di 20 o più ore alla settimana, fra i
12 e i 24 mesi manifestavano forme di attaccamento insicuroevitante più frequentemente (43%) di quelli che avevano
un’esperienza prevalente di accudimento in casa.
Altri studi come quelli di Clarke-Stewart (1989) e Lamb
e Sternberg (1990), condotti su una molteplicità
variegata di dati, riportavano percentuali più basse (dal
36% al 40%), mentre la percentuale di bambini insicuri
con esperienza più limitata di child care andava dal 26%
al 29%.
Ma si aprono problemi metodologici: la Strange
Situation è uno strumento adatto per studi di questo
genere?
Ma già negli anni ’90 altre ricerche mettevano in dubbio
l’esistenza di una relazione certa fra child care e insicurezza
nell’attaccamento:
Roggmann, Langlois, Hubbs-Tait e Rieser-Danner (1994), con
un campione di 105 bambini, usando sempre la Strange
Situation, non trovarono differenze analoghe a quelle riscontrate
nelle ricerche precedenti.
In ogni caso, da queste ricerche emergeva con chiarezza
che la maggior parte dei bambini (attorno al 60%) che
avevano avuto un’esperienza precoce e a tempo pieno di
child care non manifestavano forme di attaccamento
insicuro quando venivano osservati nella Strange Situation.
Tuttavia in questa ricerca emergevano, considerando le
interazioni fra le diverse variabili, alcuni problemi:
-effetti negativi sulla sicurezza dell’attaccamento sono stati
riscontrati per quei bambini che avevano contemporaneamente
-un’esperienza di minore sensibilità materna a casa e
-un accudimento di qualità minore nel contesto del child care.
I bambini che avevano madri meno responsive
sviluppano un attaccamento più sicuro se possono
passare più tempo con le madri e meno tempo nel child
care;
per i bambini con le madri meno disponibili e
sensibili la buona qualità del child care ha una
funzione compensatoria
influendo positivamente sulla sicurezza
dell’attaccamento
ma non se vi passano troppe ore al giorno.
( i bambini hanno bisogno di più tempo con la madre per
sperimentare una sua maggiore disponibilità)
Un dato interessante:
Le madri che sottolineavano con particolare enfasi i possibili
effetti positivi del lavoro materno sullo sviluppo dei bambini
-mostravano più frequentemente minore sensibilità e
responsività
-tendevano ad affidare al child care i bambini molto piccoli,
per più ore al giorno, e in contesti di minore qualità; a ciò
corrispondeva una maggiore frequenza di attaccamenti
insicuri.
Altre ricerche :importanza del rapporto numerico
educatrici/bambini nel nido
Un più elevato rapporto numerico adultobambini nel nido è risultato associato a una più
frequente insicurezza dell’attaccamento con la
madre
(ricerche effettuate combinando nidi israeliani
e americani :Sagi, Koren-Karie, Gini, Ziv e
Joels, 2002)
Importanza delle procedure di inserimento
PIU’ LUNGO IL PERIODO DI INSERIMENTO, PIU’ FREQUENTI I
CAMBIAMENTI DA ATTACCAMENTO INSICURO A SICURO
( Da Annert, Gunnar, Lamb e Barthel (2004), Child Development, 75,3)
Da Ahnert et al.,2004
Conta la brevità del congedo per maternità?
Un più breve periodo di congedo per maternità è risultato
correlato con interazioni meno positive nella coppia madre
bambino
effetto più forte in presenza di problemi temperamentali nel
bambino e di stress materno (Clark, Hyde, Essex e Klein,
1997).
Ma
Vi è una tendenza a compensare sul piano qualitativo la
diminuzione del tempo passato con il bambino, arricchendo
la relazione ,nelle mamme che portano i bambini al nido
(Ahnert, Rickert e Lamb, 2000; Huston e Aronson, 2005).
Importanza delle relazioni di attaccamento con le
educatrici ( Howes, 1999; Cassibba, Von Ijzendoorn e
d’Odorico, 2000)
Sia sul piano relazionale ( rilevanza della stabilità delle
figure di riferimento)
Sia sul piano delle relazioni sociali ( la sicurezza
dell’attaccamento con l’educatrice è associata a
maggiori competenze sociali dei bambini : Cassibba,
Elia e Zatton(2008)
Nella relazione individuale la sicurezza dell’attaccamento
educatrice-bambino è associata alla sensibilità
dell’ educatrice verso il singolo, ma ciò accade
maggiormente
-con piccoli gruppi di bambini
-con un basso rapporto numerico educatrice/bambini
Ma nei gruppi più grandi e con un maggiore rapporto
adulti/ bambini la sicurezza dell’ attaccamento del
bambino con l’educatrice è associata maggiormente ad
una sensibilità orientata verso il gruppo (“ Group related
sensitivity”)
( Ahnert, Pinquart e Lamb,1996)
La sicurezza dell’attaccamento del bambino con l’educatrice è legata alla sensibilità
dell’educatrice nel rapporto diadico. Questa relazione diminuisce con l’aumentare del
numero dei bambini e del rapporto numerico adulti/bambini. Ciò non accade per la
forma di sensibilità orientata verso il gruppo ( da metanalisi di Ahnert et al., 2006)
Brazelton (1985) :una riduzione elevata del tempo
passato dalla madre con il proprio figlio può
danneggiare la sua capacità di rispondere con
adeguata sensibilità al bambino
Sroufe (1988) : separazioni come quella legata
all’esperienza di child care possono ridurre le
occasioni per sviluppare la sintonizzazione nel sistema
interattivo madre-bambino, nonché ridurre la fiducia
del bambino nella disponibilità e responsività della
madre.
Secondo un’indagine campionaria condotta da Leach
(1997), la maggior parte degli specialisti intervistati
appartenenti alla World Association for Infant Psychiatry
and Allied Disciplines (circa 400 professionisti) riteneva
che non fosse consigliabile un’esperienza di nido a
tempo pieno almeno durante la primissima infanzia:
solo il 9% riteneva opportuna questa scelta prima dei 18
mesi, mentre dopo i due anni prevalevano coloro che
ritenevano positiva un’esperienza di nido a metà tempo,
ma non a tempo pieno.
L’inserimento nel nido in alcuni momenti più sensibili dello
sviluppo, come fra i 6 e i 12 mesi (periodo particolarmente
importante per l’attaccamento) e i 16 e i 24 mesi (fase in cui si
possono verificare più frequentemente le “crisi di
riavvicinamento” secondo Mahler, 1975) potrebbe aggiungere
qualche disagio emozionale in più per alcuni bambini, come si
può osservare nelle situazioni di ricongiungimento alla fine
della giornata; e ciò anche se i nidi sono classificati di buona
qualità con la scala SVANI (Varin, Riva Crugnola, Molina e
Ripamonti, 1996).
resistance in reunion (%subiects)
100
80
60
40
20
0
6-11 12-1718-2323-29
age of entry into daycare(months)
AGE OF ENTRY INTO DAYCARE AND REUNION IN THE THIRD YE
Varin et al., European Journal of Psychology of Education, 1996
EFFETTI DELL’ ESPERIENZA DI ASILO NIDO SUL
COMPORTAMENTO SOCIALE
SECONDO MOLTE RICERCHE NEGLI ULTIMI
VENTI ANNI ( RICERCA LONGITUDINALE NICHD,1997)
BAMBINI CON PRECOCE ED ESTESA ESPERIENZA
DI NIDO OSSERVATI NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA:
PIU’ AGGRESSIVI
MENO OBBEDIENTI
PIU’ DIFFICILI DA REGOLARE
QUESTI EFFETTI AUMENTANO CON L’AUMENTARE
DELLE ORE PASSATE AL NIDO
INDIPENDENTEMENTE DALLA QUALITA’
In ogni caso, la grandezza dell’effetto del maggior
numero di ore passate al nido, controllando gli
altri fattori, risulta relativamente modesta
specie in confronto a quella della sensibilità
materna, che ha un potente effetto moderatore, e a
quella del background socioeconomico e culturale.
Secondo uno studio, la grandezza
dell’effetto (effect size) del maggior
numero di ore passate
nell’accudimento extraparentale in
genere ( nido compreso) controllando
gli altri fattori, sarebbe relativamente
modesta, e secondo alcuni autori
potrebbe anche annullarsi (Zachrisson,
2013)
Effetti analoghi sono stati riscontrati non solo negli
USA, ma in paesi europei come:
Norvegia (Borge e Melhuish, 1995),
Svezia (Sternberg, Lamb, Hwang, Broberg, Ketterlinus.
Bookstein, 1991)
Italia ( Varin et al., 2005)
(su 400 soggetti)
Effetti analoghi sono stati riscontrati non solo negli
USA, ma in paesi europei come:
Norvegia (Borge e Melhuish, 1995),
Svezia (Sternberg, Lamb, Hwang, Broberg, Ketterlinus
e Bookstein, 1991)
Italia ( Varin et al., 2005)
(su 400 soggetti)
Se questi effetti si verificano, per quanto tempo
possono perdurare?
Han, Waldfogel e Brooks-Gunn (2001) riprendendo con
un follow-up soggetti di uno studio del 1991:
-più frequenti problemi di esternalizzazione, ritrovati in
età prescolare nei bambini le cui madri lavoravano
durante il primo anno di vita dei propri figli
- problemi che permanevano nei primi anni di scuola
elementare.
Inoltre:
le bambine sono meno soggette a questi effetti
(Hoffmann e Youngblade, 1999).
Per i bambini di basso livello socioeconomico, se il nido
è di buona qualità, fare più ore al nido riduce
la percentuale di comportamenti “difficili” (Votruba
Dazl et al.,2005)
comportamenti difficili
56
55
54
53
52
51
qualità +
qualità -
50
49
-ore sett.
+ore sett.
ore nel nido
EFFETTI DELLA QUANTITA’ DI ORE PASSATE AL NIDO
PER BAMBINI DI BASSO LIVELLO SOCIOECONOMICO IN
RAPPORTO ALLA QUALITA’ DEL NIDO ( Votruba Dazl, Coley e
Lindsey, Child Development, 75, 2004.
In Italia:
Bambini con esperienza precoce ed estesa di nido di
buona qualità (SVANI) osservati e valutati a 3-4 anni
dalle insegnanti della scuola dell’infanzia:
(Varin e Macchi Cassia, 1996; Varin et al.,2005
Meno disposti ad accettare le regole
Tendenza a “fare i furbi” con i compagni
MA
Più capacità di interagire efficacemente con i
compagni: ( maggiore competenza sociale);
Sono più ricercati come compagni di gioco
In generale:
Secondo diverse ricerche,una maggiore esperienza di asilo
lo sviluppo di competenze sociali
( Howes, 1988;Prodromidis et.al, 1995;in Italia Cassibba,
D’Odorico e Buono,2000,Ongari et al.,2008;
Varin et al., 2013
Least Squares Means
47
Punteggio
Scala
Competenza
sociale
SCCOMPSOC
45
43
Nido sì
41
39
Nido no
37
35
33
1
2
NIDO$
Varin et al., 2013
N=256
Più lunga esperienza di nido, maggiore la competenza sociale
Da Ongari et al.(2008) Convegno AIP Sezione sviluppo, Padova)
Secondo alcuni autori:
è il cumulo complessivo ( ed eccessivo) di accudimento non
parentale precoce e prolungato durante la prima e la seconda
infanzia che può incidere più frequentemente sui problemi di
comportamento sociale che si manifestano ancora nei primi anni
della scuola elementare (Vandell e Corasaniti, 1990; Belsky, 1994,
2001; Bates et al, 1994)
e ciò anche quando si controllano gli altri fattori rilevanti di
ordine socioculturale.
RICERCHE SUI CORRELATI FISIOLOGICI DELLO
STRESS NEI CONTESTI DI CHILD CARE ( NIDO)
Serie di ricerche che hanno mostrato livelli più
alti di livello di cortisolo (ormone legato allo stress)
in rapporto alle esperienze di nido:
nel pomeriggio
in relazione ai momenti di separazione
( per es Gunnar et al., 1992; Watamura et al., 2003; Ahnert
et al., 2004)
cortisol
Stress Physiology is Organized Around Two Systems:
• Sympathetic-Adrenomedullary (SAM) System
•Hypothalamic-Pituitary-Adrenocortical (HPA) System
These systems are regulated in the brain
Dalla metanalisi di Vermeer e van Ijzendoorn,2006)
We Compared Babysitters Who were:
Sensitive and Responsive
Cold and Distant
To
Sensitive/Response Care by “Babysitters” Buffers
Stress Hormones in 9-month-olds
0,25
0,2
0,15
0,1
0,05
0
-0,05
-0,1
High
Low
Sensitive/Responsive Care
Difference from Home Values for
Children in Full-Day Center-based Care
0,6
0,5
0,4
0,3
Mid-AM
Mid-PM
0,2
0,1
0
-0,1
Toddlers
(16-38 mesi)
3&4
5&6
7& 8
I TASSI DI CORTISOLO SI RIDUCONO DOPO L’INSERIMENTO E LA
SEPARAZIONE I VERSO IL 5° MESE ( Ahnert, Gunnar, Lamb e Barthel,2004)
Da Ahnert, Lamb,Gunnar, Barthel ,2004
Il livello più alto di cortisolo pomeridiano è più frequente nei
bambini dai 16 ai 38 mesi ( Watamura et al.,2003)
Ciò potrebbe significare che l’effetto più forte non è dovuto alla
separazione, quanto a problemi riguardanti la qualità
dell’interazione sociale:
infatti i bambini di tre anni che sviluppano maggiormente
attività di gioco con i compagni presentano in grado minore
questo effetto,
mentre quelli che manifestano una maggiore paura nei rapporto
sociali lo subiscono maggiormente.
Differenze individuali fra bambini:
Nei bambini che hanno un minore autocontrollo ed un
più elevato livello di aggressività l’incremento nel
cortisolo pomeridiano è maggiore (Dettling, Parker,
Lane, Sebanc e Gunnar, 2000),
Le differenze nel temperamento hanno rapporti
complessi sia con il comportamento sociale che con il
livello di cortisolo (Gunnar, Sebanc, Tout, Donzella e
van Dulmen, 2003).
High Quality Childcare Prevents the Afternoon
Stress Hormone Increases
2.0
(R2= 0.44; p=.001).
1.5
1.0
.5
0.0
-.5
-1.0
-1.5
-.4
-.2
0.0
Rise in Cortisol
.2
.4
QUALITA’ DELLE RELAZIONI SOCIALI
ORIZZONTALI (ESPERIENZE CON GLI
ALTRI BAMBINI):
E’ UN PROBLEMA SPESSO
SOTTOVALUTATO:
( Habes, Hanish e Martin, Child Development,74
2003.
STRESS DERIVANTE DA RELAZIONI DI
COMPORTAMENTI SOCIALI DISREGOLATI
( PREPOTENZA, AGGRESSIVITA’ , GIOCHI
DI ECCESSIVA ECCITAZIONE MOTORIA)
CARENZA DI PROGRAMMAZIONE DELL ’
ATTIVITA’, SOVRAFFOLLAMENTI IN SPAZI
RISTRETTI):
PROBLEMI DI QUALITA’ CONNESSI: STRATEGIE
DI REGOLAZIONE DELLE RELAZIONI FRA
BAMBINI, GRADO DI ATTENZIONE E DI
PROGRAMMAZIONE DELLE ATTIVITA’ NELLE
ULTIME ORE DELLA GIORNATA, PROGRAMMI DI
VALORIZZAZIONE E PROMOZIONE DELLE
ATTIVITA’ PROSOCIALI .
3. EFFETTI SULLO SVILUPPO LINGUISTICO E
COGNITIVO
ALCUNE RICERCHE LONGITUDINALI NON
HANNO EVIDENZIATO RILEVANTI DIFFERENZE
NELLO SVILUPPO LINGUISTICO E COGNITIVO
FRA BAMBINI CON E SENZA ESPERIENZA DI
NIDO (NICHD, 2000)
I NIDI DI BUONA QUALITA’ DAL PUNTO DI VISTA
DELLA INTERAZIONE COMUNICATIVA ADULTOBAMBINO HANNO EFFETTI DECISAMENTE
POSITIVI SULLO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO,
MENTRE L’ACCUDIMENTO MATERNO O IN
FAMIGLIA, SPECIE NEL PRIMO ANNO DI VITA,
HA EFFETTI PIU’ POSITIVI RISPETTO AI NIDI DI
QUALITA’ MEDIOCRE
accudimento materno, qualità nido
e capacità linguistiche a 3 anni
capacità linguistiche
54
52
50
48
prod.ling.
comp.ling
46
44
42
40
madre
nido
QA
nido
QM
nido
QB
madre/qualità nido
FONTE: National Institute of Child Health and Human
Development
Early Child Care Research Network. Child Development,
71, 2000.
SECONDO ALCUNE RICERCHE LONGITUDINALI
SVEDESI, UN’ESPERIENZA DI NIDO DI BUONA
QUALITA’ ( A PARTIRE DAL SECONDO ANNO)
HA EFFETTI POSITIVI SULLO SVILUPPO
LINGUISTICO E LOGICO-MATEMATICO ANCHE A
LUNGA DISTANZA DI TEMPO (BROBERG ET
AL.,1997)
Nella scuola dell’infanzia I bambini di 3 anni che hanno frequentato il
nido svolgono con maggiore frequenza attività di gioco simbolico
e di più alto livello ( Aureli e Colecchia, 1996)
PROBLEMI DI QUALITA’ CONNESSI: QUALITA’ DELLA
PROGRAMMAZIONE DELLE ATTIVITA’COGNITIVE E
LINGUISTICHE, VALUTAZIONE DELLE CAPACITA’ DEL
BAMBINO SINGOLO, INTERVENTI INDIVIDUALIZZATI
(OVE POSSIBILE) PER I BAMBINI CHE MANIFESTANO
MAGGIORI DIFFICOLTA’
CONCLUSIONI.
L’inserimento al nido ( almeno dopo il primo anno) non
provoca difficoltà durevoli nell’attaccamento con la
madre se vi è sufficiente disponibilità e sensibilità in
casa e al nido( condizioni minime di protezione )
Possono verificarsi alcuni effetti non positivi nello
sviluppo sociale, in particolare per i maschi, specie se
i bambini vi passano troppe ore al giorno e la qualità
del nido non è adeguata. Non basta mettere
insieme dei bambini piccoli perché così “socializzano”.
Nidi di buona qualità possono promuovere specie per
alcuni bambini le competenze sociali, i processi
cognitivi e comunicativi.
Le ricerche sull’aumento del cortisolo pomeridiano
nei i bambini che vanno al nido, anche se non devono
essere considerate allarmanti ,devono rendere attenti a
ridurre le fonti dello stress
sia per la separazione (vedi procedure di inserimento)
sia per la qualità delle interazioni fra bambini
sia per gli orari troppo lunghi di permanenza al nido
(rilevanza della” home” di Winnicott)
Alcuni autori ( non solo quelli orientati in senso
clinico) ritengono che sarebbe preferibile
durante i primi due anni di vita tenere i bambini
più fragili o con difficoltà temperamentali in
casa, accuditi dai genitori
indicano come strada opportuna
l’incentivazione delle politiche sociali che
consentono alla madre di occuparsi in prima
persona dei propri figli nelle primissime fasi
dello sviluppo (Greenspan, 2003;
Crockenberg, 2003; Maccoby e Lewis, 2003).
Sulla scorta di tutti i dati delle ricerche recenti, Ahnert e
Lamb (2004) sottolineano l’importanza di:
-non eccedere con le ore di nido,
-favorire durante la giornata momenti di rilassamento che
consentano una ripresa dell’autoregolazione
-tempo, attenzione e distensione sufficienti quando il
bambino torna a casa la sera, per un riequilibrio
emozionale.
ALCUNE IMPLICAZIONI EDUCATIVE
Attenzione alla selezione e alla formazione del
personale del nido. Importanza della sensibilità
individuale oltre che della competenza pedagogica
Definizione a valutazione della qualità, sviluppo e
sperimentazione degli strumenti adatti
Controllo di alcune condizioni base per un contesto
relazionale “sufficientemente buono (es. rapporto
numerico adulti/bambini, procedure di inserimento,
stabilità sufficiente del personale ( attaccamenti con
le figure di riferimento)
Attenzione alla regolazione delle interazioni fra bambini,
promozione dei comportamenti prosociali.
GRAZIE PER L’ ATTENZIONE
ALCUNI FATTORI DELLA QUALITA’ SONO
TUTTAVIA CONDIVISI E INTUITIVI: PER ESEMPIO
LA QUALITA’ DELLE RELAZIONI AFFETTIVE E
PEDAGOGICHE ADULTI -BAMBINI, DELLE
RELAZIONI CON LA FAMIGLIA, DELLA
PROGRAMMAZIONE DELL’ATTIVITà EDUCATIVA,
IL FUNZIONANENTO E IL MORALE DEL GRUPPO
DEL PERSONALE DEL NIDO, IL RAPPORTO CON
LE ALTRE ISTITUZIONI, LA DISPONIBILITA’ E
L’ORGANIZZAZIONE DI SPAZI E ARREDI
ADEGUATI, LA FORMAZIONE DEL PERSONALE,
LA SODDISFAZIONE DEI GENITORI. MOLTI DI
QUESTI FATTORI SONO VALUTATI NELLE
DIVERSE SCALE.
Caratteristiche della scala SVANI ( ECERS)
(Harms,, Cryer, Clifford, 1992)
La scala è stata pensata soprattutto in relazione alla
valutazione delle sezioni dell’asilo nido (lattanti fino a 11
mesi, semidivezzi e divezzi tra 12 e 36 mesi).
E’ costituita da 35 item più 2 item propri dell’adattamento
italiano, che hanno come obiettivo la valutazione della
qualità dei servizi extradomestici per l’accudimento di
bambini fino ai tre anni.
Gli item sono suddivisi in 7 aree di interesse:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Arredi e materiali
Cure di routine
Ascoltare e parlare
Attività di apprendimento
Interazione
Organizzazione delle attività
Bisogni degli adulti
Ogni item viene presentato sotto forma di scala ordinale,
con un punteggio che va da 1 a 7. I punteggi dispari
vengono esemplificati mediante l’esplicitazione delle
condizioni necessarie alla loro attribuzione e ognuno di
essi corrisponde anche ad una scala di giudizio: il
punteggio 1 (inadeguato) indica un tipo di accudimento
che non soddisfa nemmeno istanze meramente
custodialistiche, il punteggio 3 (minimo) indica che si va
incontro almeno alle basilari esigenze evolutive, il
punteggio 5 (buono) rende conto delle dimensioni di cura
che favoriscono lo sviluppo del bambino, mentre, il
punteggio
7
(eccellente)
corrisponde
a
cure
individualizzate e di alto livello qualitativo.
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