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Diapositiva 1 - laboratorio enti locali

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Diapositiva 1 - laboratorio enti locali
PERCEZIONE
Scuola della Gestalt e oltre
Capitolo secondo
(tutto: pp. 51-88)
Come l’informazione sensoriale
arriva al cervello
• SENSAZIONE: esperienza soggettiva
associata a uno stimolo fisico, nelle fasi
iniziali del processo sensoriale
• I SENSI: sono caratterizzati da:
– RECETTORI (es. occhio, orecchio) che
trasformano lo stimolo fisico in messaggio
elettrochimico
– NERVI SENSORIALI: trasportano il
messaggio al cervello / midollo spinale
LA SENSAZIONE
• Sensazione = impressione
soggettiva, immediata e
semplice che corrisponde a
una determinata intensità dello
stimolo fisico
Ragioni per studiare la sensazione:
1 misurazione
Per dimostrare la possibilità di
misurare i processi
psicologici; di conseguenza,
per dimostrare la realizzabilità di
una psicologia empirica e
sperimentale
Ragioni per studiare la sensazione:
2 scoperta errori sistematici
Per verificare alcuni metodi
fondamentali di misura
dell’attività psichica, con la
messa in evidenza dei connessi
errori sistematici
Ragioni per studiare la sensazione
3 adattamento
Per studiare le forme basilari
dell’adattamento fra organismo
e ambiente in un processo di
interdipendenza reciproca
Ragioni per studiare la sensazione
Conoscere le forme di elaborazione
umana
Per porre in evidenza le capacità
e i limiti dell’organismo
umano in qualità di organismo
recettivo di stimoli fisici
provenienti dall’ambiente
SOGLIA
SOGLIA INIZIALE (stimoli infraliminari: range
al cui interno gli stimoli cominciano ad essere
percepibili)
SOGLIA TERMINALE (range al di fuori del
quale gli stimoli sono sovraliminari)
LEGGI DELLA PSICOFISICA
CLASSICA:PSICOFISICA
• Psicofisica = studio delle relazioni che
intercorrono fra gli attributi soggettivi di
una determinata sensazione e gli attributi
fisici controllabili dello stimolo
corrispondente
LEGGI DELLA PSICOFISICA
CLASSICA: WEBER E FECHNER
• Le due leggi di Weber e Fechner mostrano
la costanza del rapporto tra stimolo e
percezione:
• L’intensità della sensazione è direttamente
proporzionale al logaritmo dell’intensità
dello stimolo (ossia all’aumento in
progressione geometrica dello stimolo
corrisponde un aumento in progressione
aritmetica della sensazione)
SENSAZIONE VISIVA
• L'occhio ci garantisce la visione
trasformando la luce che lo colpisce in
informazioni che, sotto forma di impulsi
elettrici, arrivano al cervello. La visione da
sola rappresenta circa il 70% delle
percezioni che l'uomo riceve dal mondo
esterno.
VISIONE
• Ciascuna parte dell'occhio ha una sua
caratteristica fisiologica
• Quando fissiamo un oggetto, la luce che da esso
proviene entra nei nostri occhi, attraversa una
serie di lenti naturali, che sono in sequenza: la
cornea, il cristallino e il corpo vitreo che
corrispondono alle lenti dell'obiettivo di una
macchina fotografica, fino a "impressionare" la
retina (la pellicola)
OCCHIO: BULBO OCULARE
Legenda
1. camera posteriore / 2. ora serrata / 3. muscolo ciliare
/ 4. zonale ciliare / 5. canale di Schlemm / 6. pupilla / 7.
camera anteriore / 8. cornea / 9. iride / 10. capsula del
cristallino / 11. nucleo del cristallino / 12. processi
ciliari / 13. congiuntiva / 14. muscolo obliquo inferiore /
15. muscolo retto inferiore / 16. muscolo retto mediale /
17. vasi retinici / 18. disco ottico / 19. dura madre / 20.
arterie centrali retiniche / 21. vene centrali retiniche / 22.
nervo ottico / 23. vene vorticose / 24. fascia bulbare /
25. macula / 26. fovea / 27. sclera / 28. corioide / 29.
muscolo retto superiore / 30. retina
CORNEA
È la prima lente naturale che la luce incontra,
misura circa 0.5 mm di spessore, è trasparente
e di forma sferica. Esistono difetti di curvatura
della sua superficie che sono responsabili
dell'astigmatismo.
La cornea è l'organo con la maggiore densità di
fibre nervose per unità di superficie del nostro
corpo, per questo motivo anche il più piccolo
trauma determina dolore violento
PUPILLA - IRIDE
• La pupilla è letteralmente un foro al centro
dell'iride, è cioè un diaframma naturale di
diametro variabile, simile a quello contenuto in
una qualsiasi macchina fotografica, il cui
compito è quello di modulare la quantità di luce
che va a colpire la retina. Al buio si dilata, in
condizioni di elevata luminosità si restringe.
• L'iride è responsabile del colore degli occhi
CRISTALLINO
È la seconda lente naturale che la luce incontra,
dopo la cornea, prima di raggiungere la retina. È
una lente elastica, può cioè variare il suo
spessore ed il suo potere convergente
consentendo la visione per vicino. Con il
passare degli anni il cristallino perde elasticità
irrigidendosi
A causa di una degenerazione spesso legata
all'età, caratterizzata da meccanismi non ancora
del tutto noti, il cristallino in alcuni casi perde la
sua normale trasparenza: parliamo in questo
caso di cataratta
Funzionamento del cristallino
• La luce proveniente da un unico punto di
un oggetto lontano e quella proveniente da
un unico punto di un oggetto vicino sono
messe a fuoco dal cambiamento della
convessità del cristallino
CORPO VITREO
Si tratta di una sostanza gelatinosa,
trasparente che occupa la cavità oculare
compresa tra il cristallino e la retina
RETINA
La retina è una sottile membrana formata da cellule
nervose, adagiata sul fondo dell'occhio, il cui ruolo è
quello di trasformare gli impulsi luminosi che riceve un
impulsi elettrici, che attraverso il nervo ottico vengo
trasmessi al cervello.
La porzione centrale della retina prende il nome di FOVEA
ed è caratterizzata da una densità cellulare decisamente
più elevata, e dalla presenza di 2 tipi di cellule (i coni e i
bastoncelli). La FOVEA consente la visione distinta, la
lettura e la percezione netta dei colori ma per funzionare
correttamente richiede una discreta quantità di luce
CONI e BASTONCELLI
• La RETINA è una superficie altamente differenziata, che contiene le
cellule primarie della sensibilità alla luce, i
• I CONI e i BASTONCELLI contengono speciali PIGMENTI che si
decompongono appena vengono raggiunti dai raggi di luce, poi si
riformano immediatamente per essere pronti per una nuova
reazione, è un'operazione rapidissima, che dura una frazione di
secondo, ma durante quel breve periodo quella singola cellula non è
più in grado di trasmettere alcun segnale. Noi, però, abbiamo
l'impressione di vedere senza interruzioni. Questo è possibile
perché l'immagine sulla retina non si cancella subito, ma rimane
impressa 1/10 di secondo. Ciò ci consente di «legare» varie
immagini e percepirle in modo continuo. Questo è il meccanismo
che ci permette di vedere un film al cinema senza accorgerci che
stiamo vedendo una serie di fotografie in rapida successione
Immagine sulla retina
• L'immagine si forma posteriormente, a
livello della RETINA, eccitando la
sensibilità delle cellule presenti che,
attraverso il NERVO OTTICO,
raggiungono i centri gnosici e mnemonici (i
centri della conoscenza e della memoria
nel cervello) a livello corticale.
NERVO OTTICO
• Nervo ottico
La retina è costituita da singole cellule
ciascuna delle quali è connessa ad una
fibra nervosa filiforme che trasmette
impulsi elettrici all'encefalo. L'insieme di
tali fibre fascicolate in un unico "cavo
biologico" formano il nervo ottico. Una sua
qualsiasi interruzione porta alla perdita
completa della capacità di vedere
attraverso un occhio
PERCEZIONE
Percezione = l’organizzazione immediata,
dinamica e significativa, delle informazioni
sensoriali, corrispondenti a una data
configurazione di stimoli, delimitata nello
spazio e nel tempo
in altri termini: l’impressione diretta e
immediata della presenza di determinate
forme della realtà ambientale
Lo studio della percezione:
rapporto realtà / soggettività
• Permette di notare lo scarto fra la realtà
fisica e la realtà fenomenica; ciò
comporta il superamento di ogni forma di
realismo ingenuo (il mondo si presenta a
noi così come esso è e vi è una
coincidenza fra la realtà fisica e la realtà
percettiva o fenomenica)
Lo studio della percezione
permette di definire processi:
Di definire la differenza e
l’interdipendenza fra i
processi “bottom-up” e “topdown”
(cognizione-sensazione)
Top-down e bottom-up
 Esiste un complesso rapporto di interdipendenza fra i
processi “bottom up” (sense driven) e i processi “top
down” (concept driven):
 È il processo fondamentale di funzionamento psichico
del soggetto e stabilisce il legame fra esterno e interno
 Ma esiste anche il rapporto fra percezione e attività
conoscitiva generale del soggetto (il vasto dominio della
cognizione come conoscenza della realtà) in un
ambiente dotato di significato
Realtà / soggettività
- Quali sono i principali fenomeni di discrepanza fra questi
due ordini di realtà?
• Dobbiamo prestare particolare attenzione a:
– assenza dell’oggetto fisico e presenza dell’oggetto
fenomenico (figure anomale con contorni amodali, effetto
Kanizsa)
– assenza dell’oggetto fenomenico e presenza dell’oggetto
fisico (figure mascherate di Gottschaldt)
– discrepanza fra oggetto fenomenico e oggetto fisico
(contrasto cromatico, illusioni ottico-geometriche)
Principio rispetto-sospetto
• Che cos'è il principio del rispetto-sospetto?
• Significa trattare i fenomeni percettivi con il
dovuto rispetto e con il necessario sospetto
• Quali sono gli errori percettivi più ricorrenti?
– errore dello stimolo (attribuire alla realtà proprietà
che sono invece esclusive della percezione)
– errore dell’esperienza (descrivere non ciò che si
vede ma ciò che si sa, confondendo i precetti coi
concetti)
PERCEZIONE E TEORIA DELLA
GESTALT
TEORIA DELLA GESTALT: corrente teorica
europea parallela e contemporanea al
comportamentismo negli Stati Uniti
• Antielementarismo:“Il tutto è più della
somma delle sue parti”
OLISMO
• La posizione filosofica dell'Olismo (dal greco "holon",
tutto) è basata sull'idea che le proprietà di un sistema
non possano essere spiegate esclusivamente tramite le
sue componenti. Relativamente a ciò che può essere
chiamato olistico, per definizione, la totalità non
corrisponde mai alla sommatoria delle parti perché è
sempre maggiore/differente. Un tipico esempio di
struttura olistica è l'organismo biologico, perché un
essere vivente dato, in quanto tale, va considerato
sempre come un'unità-totalità non esprimibile con
l'insieme delle parti che lo costituiscono (cadavere vs
corpo vivo). La prospettiva olistica è non-riduzionista e
opposto all'atomismo.
Antecedenti
• La parola Gestalt fu usata per la prima
volta, come termine tecnico, da: Ernst
Mach (empiriocriticismo), Edmund
Husserl (padre della fenomenologia) e
Christian Von Ehrenfels (padre della
fenomenologia psicologica)
I tre moschettieri
della Scuola di Berlino
Wertheimer, Koffka, Koehler
• Atto di nascita - 1912 articolo sul
movimento stroboscopico
• NAZISMO: anni Trenta emigrazione in
USA. Seconda fase della Gestalt.
• INFLUENZE: Brentano, Von Meinong,
Scuola di Graz e Von Ehrenfels
RAPPORTO TUTTO-PARTI
Spiegazione dall’organizzazione globale –
verso il basso – ai vari elementi –,
capovolgendo il ragionamento degli
elementaristi che partivano dal basso per
andare verso l’alto
(PROCESSO TOP-DOWN)
Pirandello: Così è (se vi pare)
• “Così è (se vi pare)” è un’opera teatrale
tratta da La Signora Frola e il Signor
Ponza, suo genero contenuta nella
raccolta Una giornata. Il titolo
racchiude la problematica esistenziale
che Pirandello affronta nella storia:
l’impossibilità di avere una visione
unica e certa della realtà (1917)
Pirandello: è possibile il realismo?
• Il tema sarà attentamente sviscerato nel
romanzo del 1926 “Uno, nessuno,
centomila”, ma appare già chiaro in questa
commedia nelle parole proferite da Lamberto
Laudisi: «Io sono realmente come mi vede
lei. — Ma ciò non toglie, cara signora mia,
che io non sia anche realmente come mi
vede suo marito, mia sorella, mia nipote e la
signora qua — … Vi vedo affannati a cercar
di sapere chi sono gli altri e le cose come
sono, quasi che gli altri e le cose per se
stessi fossero così o così».
Uno nessuno centomila
• Uno, nessuno e centomila (1926) è una delle opere più
famose di prima sotto forma di rivista e poi di volume in
cui si sintetizza l’opera intera di Pirandello. Vitangelo
Moscarda, in seguito alla rivelazione da parte della
moglie del suo naso leggermente storto, inizia a scoprire
che le persone intorno a lui hanno un'immagine della
sua persona completamente diversa da quella che lui ha
di sé. Cerca di distruggere queste rappresentazioni alla
ricerca di ciò che realmente è. La difficoltà, però, sta nel
conoscere se stesso, la vera essenza di sé. Infine si
rende conto dell'impossibilità di conoscere l'io profondo,
l'essenza stessa di sé; questa consapevolezza porterà il
protagonista alla follia, determinata dal rifiuto di tutti i
comportamenti abitudinari
“Così è se vi pare”
• Le teorie della Gestalt, si rivelarono altamente
innovative, in quanto indicarono di rintracciare le
basi del comportamento, nel modo in cui viene
percepita la realtà, anziché per quella che è
realmente; quindi il primo pilastro della teoria
della Gestalt fu costruito sullo studio dei processi
percettivi e in una percezione immediata del
mondo fenomenico (Pirandello, che conosceva
benissimo il tedesco, subisce questa influenza
europea)
LEGGI DELLA PERCEZIONE
La Gestalt comprende le leggi che regolano
i rapporti tra elementi che permettono la
manifestazione del tutto (FORMA)
PRINCIPI di: vicinanza, somiglianza, destino
comune, pregnanza, chiusura, continuità
di direzione o buona continuazione ed
esperienza passata
FORMA
• La FORMA: risultante di
un’organizzazione percettiva che
differenzia la “figura” – in primo piano –
rispetto allo “sfondo”
• TEORIA DEL CAMPO (Köler e Lewin)
Ogni fenomeno psicologico è organizzato
in CAMPI DI FORZE DINAMICI
(ESEMPIO: Spiegazione della gravità con la
teoria della relatività)
INSIGHT
• Köhler: INSIGHT – Studio della CREATIVITA’
negli scimpanzé – ristrutturazione del campo
percettivo: soluzione dei problemi. NON solo
prove ed errori ma RAPPRESENTAZIONE DEL
CAMPO e delle SUE MODIFICAZIONI
DINAMICHE.
• Il concetto di insight è contrario al modellamento
dei comportamentisti, anche se le posizioni
opposte di fatto possono essere integrate
GLI ENIGMI DELLA PERCEZIONE
• Guardare e studiare sul testo pp. 61-66 i
fenomeni illusori
• (illusioni ottiche)
PROCESSI PRIMARI E
SECONDARI
• PROCESSI PRIMARI: Modalità INNATE di
integrazione della sensazione che diviene
percezione
• PROCESSI SECONDARI: Modalità
acquisite di integrazione della sensazione
GESTALT E PROCESSI PRIMARI
• La teoria della GESTALT ha studiato in
modo sistematico i PROCESSI PRIMARI
dell’integrazione della sensazione e del
suo costituirsi come DATO PERCETTIVO
• Sul manuale studiare da pag 70 a pag 77 i
principali fenomeni dimostrati
I principali fenomeni percettivi
• L’organizzazione percettiva
• I dati sensoriali si organizzano in unità secondo una serie di
processi e di fenomeni percettivi fondamentali
• L’articolazione figura-sfondo
• È la prima segmentazione del flusso delle stimolazioni: non c’è
figura senza sfondo e viceversa
• Che rapporto c'è tra i valori percettivi della figura e quelli dello
sfondo?
Le leggi dell’articolazione figurasfondo
–
–
–
–
inclusione
convessità
area relativa
orientamento
• Fenomeno delle figure reversibili (figure nelle quali si ha una
inversione sistematica fra figura e sfondo); la reversibilità è un
chiaro segno di instabilità percettiva; parimenti è impossibile
percepire contemporaneamente i due stimoli entrambi o come figura
o come sfondo
• Fenomeno dei contorni anomali (percezione di stimoli amodali,
cioè assenti in termini di contorni fisici; effetto Kanizsa)
La segmentazione del campo
visivo
•
Il campo percettivo non è né omogeneo (o indifferenziato) né
caotico, ma è organizzato secondo unità percettive in funzione delle
cosiddette leggi dell’unificazione formale enunciate dalla Gestalt:
•
•
Buona forma (la struttura percepita è sempre la più semplice)
Prossimità/vicinanza (gli elementi sono raggruppati in funzione
delle distanze)
Somiglianza (tendenza a raggruppare gli elementi simili)
Buona continuità (tutti gli elementi sono percepiti come
appartenenti ad un insieme coerente e continuo)
Destino comune (se gli elementi sono in movimento, vengono
raggruppati quelli con uno spostamento coerente).
Chiusura (le forme chiuse vengono percepite come figura e non
come sfondo)
•
•
•
•
•
Tutte queste “leggi” sono governate dal principio del tutto (il tutto è
qualcosa di diverso e di più della somma delle singole parti)
Legge della vicinanza
1. : gli elementi del campo percettivo
vengono uniti in forme con tanta
maggiore coesione quanto minore è la
distanza tra di loro.
Nel design di un’interfaccia possiamo
utilizzare questo principio per rendere più
chiara la struttura della pagina (divisione
in paragrafi di un testo)
Legge della somiglianza
• gli elementi vengono uniti in forme con
tanta maggior coesione quanto maggiore
è la loro somiglianza.
Utilizzare elementi, colori o simboli che
visivamente collegano un’informazione ad
un’altra aiuta a rendere accessibile e
facilmente navigabile anche un sito con
grandi quantità di contenuti
Legge della chiusura
• le linee che formano delle figure chiuse
tendono ad essere viste come unità
formali.
La nostra mente è predisposta a fornire le
informazioni mancanti per chiudere una
figura, pertanto i margini chiusi o che
tendono ad unirsi si impongono come
unità figurale su quelli aperti
Buona continuazione
• una serie di elementi posti uno di seguito
all’altro, vengono uniti in forme in base alla
loro continuità di direzione.
Nella figura percepiamo come unità AB e
XY e non AY e XB o ancora AX e YB.
ESPERIENZA PASSATA
• elementi che per la nostra esperienza
passata sono abitualmente associati tra di
loro tendono ad essere uniti in forme.
Un osservatore che non conosce il nostro
alfabeto non può vedere la lettera E in
queste tre linee spezzate.
La percezione della profondità
• Il problema di partenza. Lo spazio percettivo
ha tre dimensioni, mentre le immagini retiniche
sono bidimensionali
• Eppure noi percepiamo la profondità. E allora?
• Per spiegare questo paradosso percettivo che
ha appassionato filosofi e psicologi, occorre
richiamare l’attenzione su diversi fattori
concorrenti
Indizi binoculari (stereoscopia)
la convergenza
– l’accomodazione del cristallino
– la disparazione binoculare
• le due immagini retiniche non coincidono e sono
fra loro lievemente disparate; questo fenomeno dà
origine alla fusione binoculare che rappresenta
una informazione importante per la profondità: con
la disparazione “crociata” l’oggetto è più vicino di
quello fissato e con la disparazione “non crociata”
l’oggetto è più lontano di quello fissato
Indizi monoculari
la densità microstrutturale (fenomeno del
gradiente di densità della microstruttura
delle superfici sulla retina)
– la prospettiva tissurale e la prospettiva
lineare
– gli indizi pittorici
•
•
•
•
il chiaroscuro
l’occlusione o la sovrapposizione parziale
l’altezza sul piano dell’orizzonte
la parallasse di movimento
Le costanze percettive
• Costanza percettiva = il soggetto
percepisce gli oggetti e gli eventi come
dotati di invarianza e di stabilità, pur al
continuo variare delle stimolazioni
prossimali
• Esistono varie forme di costanza
percettiva
• Costanza di grandezza
– fenomeno della costanza di grandezza
– il concetto di scala costante della distanza
COSTANZA DI FORMA
– tendenza ad attribuire la medesima forma a
dispetto della varietà delle stimolazioni
prossimali
– contributo della prospettiva tissurale
– legame fra la costanza di forma e le proprietà
del campo percettivo
PERCEZIONE DEL MOVIMENTO
• Che distinzione esiste fra stimoli statici e
stimoli in movimento?
– I vincoli fisiologici sottesi alla percezione del
movimento
– La discrepanza fra il movimento reale e il
movimento fenomenico
La percezione del movimento reale
e del movimento indotto
Movimento reale: spostamento reale di un
oggetto rispetto ad altri oggetti che restano
immobili nello spazio percepito
• Movimento indotto: fenomeno del punto
incluso e del rettangolo
• Il movimento dipende dal sistema di
riferimento
La percezione del movimento
apparente o movimento beta
(o stroboscopico)
Movimento apparente: = percezione di
oggetti in movimento a partire da stimoli
statici presentati a intervalli regolari di
tempo
• Nella successione degli stimoli, il ritmo è
importante per la generazione del
movimento beta (è ancora una volta un
problema di rapporti e di relazioni!)
La percezione del movimento
autocinetico
 Movimento autocinetico = comparsa di movimenti erratici
di un punto luminoso isolato immerso in un ambiente
totalmente buio
 Importanza del sistema di riferimento (in questo caso,
della sua assenza)
 Scomparsa del fenomeno con la presenza di un altro
semplice punto luminoso o dell’intermittenza (fare
riferimento ai fari sul mare)
Per concludere
 La percezione come processo di adattamento attivo
all’ambiente
 La percezione come processo selettivo delle
informazioni
– funzione di filtro
– mancata corrispondenza biunivoca fra realtà fisica e realtà
fenomenica
 La percezione come meccanismo di segmentazione del
flusso continuo delle stimolazioni spaziali e temporali
ISOMORFISMO
• ISOMORFISMO: Koffka - esistenza di
un’equivalenza strutturale tra l’esperienza
fenomenica e i meccanismi fisiologici
soggiacenti (manifestazioni fenomeniche
“copia” nel mondo neurofisiologico)
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